Il Nomenclatore dei dispositivi sara’ aggiornato insieme ai Lea

Osservatorio Malattie Rare

Il Nomenclatore dei dispositivi sara’ aggiornato insieme ai Lea. Quando? Nessuna certezza sui tempi

L’associazione “Luca Coscioni” denuncia ritardi e gravi inadeguatezze. Poche risposte per i malati rari

Il governo sembra aver dimenticato la disabilità e i bisogni dei malati più deboli. Il Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili è infatti fermo dal 1999, anno nel quale venne pubblicato il decreto ministeriale numero 332. Per anni e anni si è annunciato un suo aggiornamento, modifiche che sarebbero addirittura dovute intervenire pochi mesi dopo la sua entrata in vigore. Ora la speranza è rappresentata dall’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. La normativa vigente impone infatti di rivedere i criteri del Nomenclatore all’atto dell’approvazione dei nuovi Lea. Su questi ultimi si sono però rincorse promesse e rassicurazioni nel corso degli ultimi due anni. Dopo una fase di vivacità registrata dopo l’approvazione dell’ultima legge di Stabilità si è ripiombati nella stagione dei continui rimpalli istituzionali. Lungaggini che finiscono per danneggiare i malati e le loro famiglie.

Le persone affette da patologie particolarmente rare sono poi doppiamente sfortunate. Per loro non ci sono automatismi legati alla malattia da cui sono affetti: spesso sono costretti a lunghe battaglie burocratiche per vedersi riconosciuti i diritti di cui godono i disabili affetti da patologie ricomprese nei Lea. I miglioramenti sono spesso ricompresi nelle iniziative delle singole Regioni. Quando una malattia non è ricompresa nei Lea spetta alla singola Giunta decidere se incrementare i servizi a questa dedicati. Un’azione politica che deve però fare i conti con i continui tagli della spesa sanitaria.

Filomena Gallo, presidente dell’associazione “Luca Coscioni”, ha ingaggiato una vera e propria battaglia con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Una guerra svolta a base di diffide e botta e risposta con l’ufficio legale del Dicastero e comunicazioni formali con la Presidenza del Consiglio. Qui vi avevamo raccontato la penultima puntata dalla tenzone. La Gallo, avvocato da sempre impegnato sul fronte dei diritti civili sa bene che i malati rari vivono sulla propria pelle un doppio problema: “Spesso l’unica strada è rappresentata dai ricorsi. Non si può pretendere che una persona in difficoltà attenda i tempi delle amministrazioni. Le uniche prestazioni integrative sono garantite solo da poche Regioni. Continuare a ritardare l’aggiornamento dei Lea è una decisione gravissima. Il ministro Lorenzin sta negando il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione”. Anche la nuova disciplina non sembra avere un occhio di particolare riguardo per le persone affette da patologie che non saranno ricomprese nemmeno nei nuovi Lea. I prossimi saranno quindi mesi decisivi per sensibilizzare il governo su questo punto. L’acquisto di sedie a rotelle o protesi non può essere trattato alla stregua delle procedura per garantirsi la fornitura di altri beni. Stiamo parlando di ausili necessari per aumentare la qualità della vita di persone costrette a convincere con decine di difficoltà di non poco momento. L’Italia sarà chiamata inoltre a individuare 50 ausili fondamentali. Così come richiesto da una procedura avviata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ve ne avevamo raccontato qui.

La Gallo spiega che l’Italia sta attuando una politica che va contro gli interessi dei malati: “Non capisco come si possa parlare di miglioramento dei servizi se ogni anno si costringe il comparto sanitario a fare i conti con tagli che finiscono per minarne l’efficienza. Un cambio di passo è sempre più necessario”. Il “nuovo” Nomenclatore studiato dal governo rischia però di avere benefici solo parziali. Ad essere compromessa potrebbe essere soprattutto la libertà di scelta dei pazienti. L’avvocato campano evidenzia un elemento in grado di ingenerare storture: “Il Ministero vorrebbe acquisire i nuovi prodotti in base alla normativa sugli acquisti nelle pubbliche amministrazioni. Questo però finirebbe per danneggiare i malati che avranno necessità di rivedere alcune caratteristiche di un bene prodotto in serie. Migliorie che potrebbero dover anche pagare di tasca propria. Non solo, si continua a prevedere una procedura burocratica che allunga i tempi di ottenimento dell’ausilio richiesto”.

Nelle ultime ore, i dirigenti delle “Luca Coscioni” hanno inviato una nuova comunicazione per evidenziare come il ritardo nell’aggiornamento del Nomenclatore scontenti tutti: malati e medici in primis. “Nell’ultima versione della revisione gli elenchi presentano ora una proposta ampia e completa di tipologie erogabili, accurata nelle definizioni e descrizioni dei requisiti che i dispositivi devono possedere, ma le modalità di acquisto e fornitura mediante procedure pubbliche dei dispositivi per bisogni complessi non consentono una scelta appropriata. Rimandando infatti la selezione finale alla stazione appaltante e esautorando il medico prescrittore dalla responsabilità del risultato, complicano e allungano i processi di erogazione, creano sperequazione tra assistiti di Asl o bacini territoriali diversi; per gli apparecchi acustici indicano un percorso in contrasto con le leggi che regolano il profilo professionale dell’audioprotesista”. Un altro tema che per Filomena Gallo, Marco Gentili e Maria Teresa Agati suscita sconcerto e preoccupazione riguarda la mancanza di un Repertorio degli ausili di serie per disabilità motoria: uno strumento che serve a catalogare le varie tipologie di dispositivi e, per ciascuna tipologia, l’elenco di tutti i singoli prodotti commerciali presenti sul mercato ed erogabili dal Servizio sanitario nazionale, con i rispettivi prezzi. Le disposizioni studiate dal ministero della Salute rischiano poi di entrare in contrasto con la normativa comunitaria a tutela della libera concorrenza tra gli operatori economici.

Insomma, a dispetto di un timido ottimismo il nuovo Nomenclatore rischia di risolvere solo parzialmente le problematiche patite dai malati rari e dalle loro famiglie. Tutto dipenderà dal contenuto dei nuovi Lea. Un provvedimento la cui emissione sembra poter dipendere anche dalla “manovra alternativa” annunciata dal ministero dell’Economia due settimane fa. Si continuerà a far dipendere il diritto alla salute dalla tenuta dei saldi di finanza pubblica? Lo capiremo presto.

di Matteo Mascia

CROCE DI LAMPEDUSA PER IL GIUBILEO DELLE SCUOLE ROMANE

ROMA: DOMANI U.N.I.T.A.L.S.I. E ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRESIDI PRENDONO IN CONSEGNA CROCE DI LAMPEDUSA PER IL GIUBILEO DELLE SCUOLE ROMANE

Domani, martedì 3 maggio 2016, alle ore 9,30, presso la parrocchia di S. Frumenzio, in via Cavriglia 8 a Roma, il presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) di Roma, EMANUELE TRANCALINI e il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e Lazio, MARIO RUSCONI prenderanno in consegna la croce di Lampedusa realizzata con il legno delle imbarcazioni  dei profughi che sono approdati nella piccola isola siciliana per fuggire da guerre e persecuzioni.

La croce verrà portata all’Istituto T. Silvestri – I.S.S.R in Via Nomentana, 54  dove rimarrà fino sabato prossimo.

La croce verrà portata –  sabato prossimo 7 maggio 2016 alle ore 12  – in pellegrinaggio giubilare dalle scuole di Roma e  del Lazio, in collaborazione con l’U.N.I.T.A.L.S.I., a San Pietro per il passaggio sotto la Porta Santa.

Alle ore 12 sempre del 7 maggio 2016 il gruppo composto dai presidi e dagli alunni della scuole romane e dai volontari dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Roma verrà salutato in piazza san Pietro da Mons. RINO FISICHELLA, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.

FORMAZIONE E PROVA, NON RETROATTIVITA’ LEGGE 107/2015

FORMAZIONE E PROVA, TRIBUNALE CI DA’ RAGIONE SU NON RETROATTIVITA’ LEGGE 107/2015

“La lunga battaglia che stiamo portando avanti da mesi sul periodo di formazione e prova sta dando i primi risultati positivi come dimostra la sentenza con cui il tribunale di Avellino ha accolto il ricorso di una docente che aveva ottenuto il passaggio di ruolo, disponendo che non venga sottoposta a un nuovo periodo di formazione. Si tratta di un pronunciamento importante perché stabilisce la non retroattività del decreto ministeriale 850 del 27/10/2015 applicativo della legge 107/2015”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“A gennaio, insieme con gli altri sindacati rappresentativi della scuola, abbiamo notificato il ricorso contro il provvedimento del Miur contestando che tra i destinatari ci siano anche gli insegnanti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo, cioè docenti già titolari di contratto a tempo indeterminato e che, dunque, hanno già effettuato l’anno di prova e formazione al momento dell’immissione in ruolo. Tra l’altro – sottolinea Di Meglio – il Miur, con la nota 3699 del 29/2/2008, aveva precisato chiaramente che l’anno di formazione va effettuato una sola volta nel corso della carriera. A questo punto, chiediamo al ministero di modificare con urgenza la circolare applicativa del decreto, abolendo l’obbligo del periodo di formazione e prova per chi lo ha già sostenuto. Intanto, per tutti i docenti che sono stati finora obbligati dagli Usr e dai dirigenti scolastici a effettuare ore di formazione, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – si apre la possibilità di chiedere all’Amministrazione il risarcimento del danno”.

Scuola: anticipato al 20 maggio lo sciopero

Comunicato unitario Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal

È stata anticipata al 20 maggio la data di effettuazione dello sciopero annunciato nel corso della manifestazione del 28 aprile in piazza Montecitorio e che coinvolgerà, per l’intera giornata, tutto il personale della scuola (docenti, personale ATA e dirigenti). Lo hanno deciso questa mattina i segretari di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal; la scelta ha tenuto conto che il 23 maggio si ricorderà in tutta Italia il tragico evento della strage di Capaci e che saranno numerose le iniziative di commemorazione promosse nelle nostre scuole. Le motivazioni dello sciopero, legate al mancato avvio delle trattative per il rinnovo del contratto e alle numerose emergenze del settore, soprattutto quelle legate all’applicazione della legge 107/15, saranno illustrate in modo dettagliato in una conferenza stampa che i sindacati convocheranno nei prossimi giorni.

Graduatoria interna d’istituto

SCUOLA – Graduatoria interna d’istituto, il personale faccia attenzione alla valutazione del servizio pre-ruolo perché dopo 4 anni un terzo si dissolve: perdere titolarità per tale motivo è un’ingiustizia

Per la determinazione del punteggio finale, tutti i titoli e servizi svolti possono essere determinanti al fine di evitare di finire nella “trappola” dell’esubero, con la Legge 107/2015 che d’ora in poi fa scivolare i malcapitati lavoratori nel marasma degli ambiti territoriali: anche mezzo punto può essere decisivo. E ritrovarsi senza posto perché un terzo del servizio regolarmente svolto da supplente è stato dissolto impropriamente nel nulla è una situazione incresciosa. Ancor di più perché, negli ultimi mesi, diversi giudici hanno più volte detto che le cose non stanno così: a Genova e Torino, solo per citarne due, i tribunali del lavoro hanno dato piena applicazione delle direttive comunitarie e al riconoscimento per intero del periodo di precariato ai fini dell’inquadramento professionale e retributivo, con il lavoratore danneggiato che si è visto assegnare 20mila euro di arretrati.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’orientamento dei tribunali è che il contratto collettivo nazionale risulti illegittimo anche quando differenzia la valutazione del servizio, non soltanto da precario o di ruolo, ma addirittura da mobilità volontaria e d’ufficio. Per questo motivo, i lavoratori della scuola non devono subire passivamente questa norma, ma impugnarla.

Scuola, prefetture allertate per la prova di italiano del concorsone

da Repubblica.it

Scuola, prefetture allertate per la prova di italiano del concorsone

Dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha ammesso agli scritti tre “semplici laureati” non abilitati il Miur teme che migliaia di persone si presentino per fare il compito di italiano

di SALVO INTRAVAIA

VIGILIA blindata per la prova scritta di Italiano del concorsone della scuola. Dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha ammesso alle prove scritte tre “semplici laureati” non abilitati, per diverse migliaia di esclusi – da 20mila a 30mila – si sono riaccese le speranze. Ma, dopo l’avvio senza intoppi di giovedì scorso, il ministero dell’Istruzione per la ripresa degli scritti, in programma per lunedì 2 maggio, teme momenti di tensione o addirittura disordini nelle scuole individuate dagli uffici scolastici regionali per le prove scritte computer-based. Ieri pomeriggio, i direttori degli uffici scolastici regionali sono stati chiamati a raccolta in videoconferenza dal viale Trastevere per affrontare l’emergenza che scaturisce dalle migliaia di domande cartacee inviate da coloro che secondo i bandi non hanno tutti i requisiti per partecipare alle prove: laureati, diplomati magistrali ad indirizzo linguistico e docenti di ruolo.

Tutti soggetti che lunedì potrebbero presentarsi nelle scuole in cui si svolgeranno gli scritti di altre cinque classi di concorso (Italiano per la media e il superiore, Disegno artistico e modellazione odontotecnica, di mattina; Design dei metalli, dell’oreficeria, delle pietre dure e delle gemme, Laboratori di scienze e tecnologie aereonautiche e Laboratorio di tecnologie del legno, nel pomeriggio. Come faranno commissari e presidenti a spiegare loro che per essere ammessi occorrerà produrre copia dell’ordinanza dei giudici, documento e bollettino di versamento dei 10€ previsti per partecipare al concorso? Il timore dei funzionari di viale Trastevere è che, oltre a ritardare l’avvio delle prove, si possano creare momenti di tensione. Per questa ragione dalla Capitale è arrivato alle sedi regionali il consiglio di allertare le prefetture della situazione.

Da ieri sera, nei siti degli Usr sono state pubblicate le sedi per coloro che sono stati ammessi alle prove scritte dai giudici di Palazzo Spada. Ma per ottenere il lasciapassare per sedersi davanti al computer e affrontare le 8 domande – 6 a risposta aperta e due a risposta multipla in lingua straniera – “i candidati dovranno presentarsi nelle sedi di esame – recitano le circolari regionali – muniti di documento di identità, codice fiscale, ricevuta di pagamento dei diritti di segreteria e copia del provvedimento cautelare di ammissione con riserva”.

Senza copia del provvedimento si resta fuori. L’altra incognita riguarda il numero degli ammessi con riserva, perché nessuno sa quanti sono e potrebbe anche accadere che non si trovi posto per tutti. Una eventualità alla quale gli organizzatori non vogliono neppure ipotizzare.

Giannini: una nuova generazione di insegnanti

da La Tecnica della Scuola

Giannini: una nuova generazione di insegnanti

“Abbiamo un’età media dei candidati che è di 39 anni e questo sembra un risultato importante. Ricordo che l’età media degli insegnati italiani ad oggi sfiora i 50. L’età fa la differenza e così si prospetta una generazione nuova di insegnanti, una generazione che entra con una selezione nazionale”. Lo ha dichiarato, oggi a Trieste, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, in merito al concorso per docenti previsto da “La Buona Scuola”. “Per quanto riguarda l’esito delle prime prove, come i candidati hanno dichiarato, mi pare si vada a vedere non tanto le competenze specialistiche, perché sono docenti abilitati, quanto la loro abilità metodologica e didattica nel presentarle agli studenti. Quindi – ha continuato Giannini – credo che il livello qualitativo della classe docente del Paese si innalzerà moltissimo”.

“E’ un processo che non si esaurisce con questo flusso ma da qui comincia e avrà una cadenza triennale per la copertura di tutti quei posti che coi pensionamenti nella scuola si creeranno nel corso degli anni – ha concluso il ministro -. Mi sembra un ripristino della normalità che non è una cosa facile da ottenere”.

“Il Governo dice che pensa alla scuola: allora perché non rinnova il contratto ai prof?”

da La Tecnica della Scuola

“Il Governo dice che pensa alla scuola: allora perché non rinnova il contratto ai prof?”

“Ci dicono che il Governo pensa alla scuola: aspettano un contratto da sei anni”. Non è tenera Susanna Camusso, leader Cgil, quando parla di istruzione.

Sul palco genovese, nel giorno del 1° maggio, la Camusso sostiene che i lavoratori dell’Istruzione sono tra i grandi dimenticati dell’esecutivo. Con i docenti, Ata e dirigenti scolastici che, non a caso, hanno lo stipendio congelato da davvero troppo tempo.

E il futuro non promette nulla di buono. Perchè sul “piatto” del rinnovo contrattuale, la parte pubblica ha messo meno di 10 euro lordi medi a lavoratore.

“C’è un Governo che vuole spiegare a tutti come si fa la contrattazione, forse dovrebbe farla lui”. E “se si vuole aiutare il risparmio”, allora il Governo “abbassi le tasse su pensioni complementari”.

Camusso ha parlato anche di previdenza: “Volete prendere misure sulle pensioni d’oro? Fatelo, e distribuite le risorse, anche ai giovani”, serve uno “spirito solidale”.

“Per la base della paura di veder perdere il lavoro siamo arretrati nei diritti”, ora “dobbiamo riprendere le nostre bandiere in mano, quelle unitarie”, ha detto ancora la sindacalista Confederale.

Camusso ha poi ribadito al no allo strumento dei voucher per il lavoro: “Non serve mettere del belletto e migliorarne la tracciabilità: quello strumento è sbagliato e quando qualcosa è sbagliato lo si cancella, altrimenti non ci si può stupire se il Paese non riparte e l’occupazione non cresce”. Il Governo, dice, “pensa forse che oggi si può determinare, minore retribuzione, meno diritti. Ma così si deprezza il nostro paese e si deprezzano le condizioni dei lavoratori”.

Genova, che ospita la manifestazione nazionale del Primo Maggio, è un simbolo, “una città che ha tutti i segni della crisi, pensiamo all’Ilva”. Esempio del “punto interrogativo che c’è per l’industria nel nostro Paese”.

Dal 2 all’8 maggio la Settimana italiana dell’Insegnante

da La Tecnica della Scuola

Dal 2 all’8 maggio la Settimana italiana dell’Insegnante

Arriva la “Settimana Italiana dell’Insegnante”, un modo per sottolineare l’importanza del lavoro dei nostri docenti e chiedere agevolazioni professionali.

L’iniziativa, in programma dal 2 all’8 maggio e giunta alla seconda edizione, è stata resa pubblica on line tramite il sito internet masterprof.it e rappresenta anche una modalità per dire grazie al docente speciale che tutti gli studenti hanno avuto ne corso della loro carriera scolastica.

Quest’anno, spiegano gli organizzatori, per rappresentare la “Settimana italiana dell’Insegnante” è stata scelta una “margherita multicolore, che raccoglie in sé diversi significati e simbolismi: è in assoluto il fiore più semplice, si trova ovunque, evoca una continua primavera del sapere, nel linguaggio dei fiori rappresenta la pazienza, nei colori ci sono tutte le sfumature della professione e poi, come non sottolineare che è anche un logo …petaloso?”.

“Se quindi negli Usa e nei paesi anglofoni è la ‘mela’ il classico dono riservato all’insegnante, qui in Italia i docenti si meriteranno una ‘margherita’ in ogni possibile forma, da quella reale, appena colta, bella e profumata fino a quella anche semplicemente disegnata, sul quaderno, su un foglio, su un cartoncino o su un poster”.
La seconda grande novità riguarda tutta una serie di attenzioni e agevolazioni che i promotori della Settimana vorrebbero che fossero rivolte al corpo insegnante italiano, come ad esempio la possibilità che:

Musei, Teatri, Sale cinematografiche e Librerie possano riservare uno speciale sconto a tutti gli insegnanti nei giorni che vanno da lunedì 2 a domenica 8 maggio;

anche i negozi di tecnologie e di altro genere possano prevedere uno sconto o un particolare riguardo;

le sale cinematografiche possano prevedere nella settimana dal 2 all’8 maggio (magari anche solo da lunedì a mercoledì) di proiettare film che trattano del tema e che celebrano l’insegnamento (come ad es. “L’attimo fuggente”);

le emittenti televisive (nazionali e locali) possano trasmettere (anche solo in seconda serata) sempre lo stesso genere di film;

le radio e gli speaker possano parlare spesso durante i loro programmi degli insegnanti e a trattare l’importanza dell’insegnamento di questa bella professione.

A tale scopo, sempre gli organizzatori dell’evento settimanale hanno rivolto un appello a tutti gli operatori della cultura e del commercio, affinché possano partecipare e comunicare il particolare beneficio che intendono riservare agli insegnanti.

Concorso: ammessi ricorrenti solo se hanno ok giudici

da tuttoscuola.com

Concorso: ammessi ricorrenti solo se hanno ok giudici

Dopo la pubblicazione delle ordinanze cautelari con le quali il Consiglio di Stato ha ammesso con riserva alle prove scritte  tre candidati privi di abilitazione, dal ministero dell’istruzione sono giunte puntualizzazioni sulle possibili ricadute sul concorso.

Potranno essere ammessi a sostenere la prova del concorso a cattedra “anche i candidati eventualmente muniti di ordinanze o di decreti cautelari dei giudici amministrativi loro favorevoli”.

Lo precisa con chiarezza il provvedimento con il quale il ministero dell’Istruzione ha reso noto lo  scorso 12 aprile il calendario delle prove e lo ribadiscono oggi fonti ministeriali alla luce della pronuncia del Consiglio di Stato che ha accolto tre ricorsi ammettendo quindi con riserva al concorso a cattedra altrettanti candidati, laureati e diplomati magistrali a indirizzo linguistico.

Le ordinanze di Palazzo Spada riguardano dunque casi singoli anche se sono un segnale importante per tutti gli altri ricorrenti che devono ancora attendere la discussione del ricorso innanzi al Tar.

Resta il problema dei tempi. Il concorso, infatti, è già partito ieri e per alcune classi di concorso le prove sono già state svolte.

Non è da escludere dunque l’ipotesi di prove suppletive per i ricorrenti in modo da consentire ai ricorrenti beneficiari di provvedimenti cautelari favorevoli di svolgere le prove, qualora i provvedimenti di ammissione con riserva dovessero intervenire in ritardo rispetto alle date già fissate dal calendario pubblicato lo scorso 12 aprile.

Sciopero scuola, sarà scelta una data diversa dal 23 maggio

da tuttoscuola.com

Sciopero scuola, sarà scelta una data diversa dal 23 maggio

I segretari generali dei sindacati scuola, Domenico Pantaleo – Flc Cgil, Maddalena Gissi – Cisl Scuola, Giuseppe Turi – Uil Scuola e Marco Paolo Nigi – Snals Confsal,  promotori della proclamazione di sciopero per il 23 maggio, hanno emesso in giornata un comunicato di rettifica sulla data scelta.

“La difesa della legalità e il contrasto alla mafia sono temi cui da sempre la scuola pone massima attenzione e impegno, considerandoli prioritari e centrali nella sua azione volta alla formazione della persona e del cittadino.

Per questa ragione, considerato che il 23 maggio si ricorderà in tutta Italia il tragico evento della strage di Capaci e che saranno numerose le iniziative di commemorazione promosse nelle nostre scuole, le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, anche raccogliendo le sollecitazioni in tal senso pervenute da associazioni e istituti scolastici, hanno deciso di procedere all’individuazione di una data diversa da quella inizialmente prevista per lo svolgimento dello sciopero annunciato nel corso della manifestazione del 28 aprile, indetto per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale e adeguate riposte alle tante emergenze del comparto, a partire da quelle legate all’applicazione della legge 107.

L’individuazione della nuova data di effettuazione dello sciopero avverrà nel corso di un incontro dei segretari organizzativi a tal fine già convocato per lunedì 2 maggio.

2 maggio Programma Nazionale per la Ricerca

pnr

Il Ministro Giannini presenta
il Programma Nazionale per la Ricerca

Lunedì 2 maggio alle ore 11, presso la Sala della Comunicazione del Miur, in Viale Trastevere 76/a, il Ministro Stefania Giannini presenta il Programma Nazionale per la Ricerca.

Interverranno il Presidente del Cnr, Massimo Inguscio; il Presidente della Crui, Gaetano Manfredi; il Vice Presidente di Confindustria, Marco Gay.


Presentato al Miur Programma per la Ricerca da 2,5 mld
Giannini: “Strategia nazionale per rendere Paese competitivo”

2,5 miliardi di fondi pubblici per la ricerca. Programmi innovativi per aumentare il numero di ricercatori in Italia e dall’estero. Investimenti mirati sulle Infrastrutture. Quattro aree prioritarie per la ricerca applicata: Aerospazio, Agrifood, Salute, Industria 4.0. Più sinergia fra sistema pubblico e privato. Un programma strategico per il Sud.

Questi i punti centrali del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) presentato questa mattina dal Ministro Stefania Giannini dopo l’approvazione definitiva di ieri al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Il Programma destina oltre il 40% delle risorse totali al Capitale Umano, con l’obiettivo di aumentare il numero di ricercatori e dottori di ricerca nel Paese e di attrarre i migliori talenti. In particolare è previsto l’ingresso di 6.000 giovani (dottori e ricercatori) in più rispetto agli stanziamenti ordinari. Vengono triplicati i fondi per le Infrastrutture di ricerca.

Alla presentazione del PNR hanno partecipato il Presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) Massimo Inguscio, il Presidente della Conferenza dei rettori (CRUI) Gaetano Manfredi e il vice Presidente di Confindustria Marco Gay.

“Il PNR individua le priorità per la ricerca per rendere il nostro Paese più competitivo a livello internazionale, soprattutto nella competizione per i fondi europei – ha ricordato il Ministro Giannini – Il Programma è frutto di un lungo lavoro e rispetto allo stanziamento inizialmente previsto siamo riusciti ad ottenere il 25% di risorse in più che ci consentiranno, fra l’altro, di incrementare il numero di dottori e ricercatori nel nostro sistema. Individuare priorità strategiche vuol dire niente più finanziamenti a pioggia o a microprogetti, ma stanziamenti individuati secondo precisi parametri e una precisa valutazione”.

Il PNR prevede programmi innovativi sul capitale umano per attrarre studiosi dall’estero e sostenere i più giovani nella competizione per l’ottenimento di fondi UE. Attenzione viene data ai vincitori di Grant europei (ERC) che saranno incentivati a scegliere l’Italia come sede per i loro progetti attraverso finanziamenti aggiuntivi per la creazione di un loro team di ricerca.

“Il sistema universitario – ha aggiunto il Presidente della Crui, Gaetano Manfredi – accoglie con soddisfazione il varo del PNR; oltre il 70% della ricerca italiana viene sviluppato negli atenei e questo Programma non può che avere ricadute importanti. Spesso i nostri giovani – ha aggiunto Manfredi – sono attratti da condizioni più favorevoli negli altri Paesi, quindi noi dobbiamo fornirgli prospettive, stabilità, risorse, facilità di inserimento. Le risorse per l’ERC vanno sicuramente in questa direzione”.

“È un dato positivo che oggi venga presentato un Piano, uno schema di indirizzo secondo il quale muoversi. Il PNR ci dà gli strumenti per una ricerca eccellente e per tornare a una sinergia con il mondo universitario. Il PNR sarà molto importante anche per rilanciare il Sud”, ha commentato il Presidente del Cnr Massimo Inguscio.

“Questo Programma è l’inizio, e costituisce un pezzo importante, di una visione di politica industriale a medio e lungo termine – ha concluso il Vice Presidente di Confindustria Marco Gay -. Auspichiamo una governance comune per l’attuazione del Programma e il nostro impegno per questo c’è fin da ora”.