#EuropeDay

#EuropeDay Giannini: “Cultura e istruzione
fondamentali per la costruzione di un popolo europeo”
Il Ministro in Spagna per la premiazione di ‘Mamma Erasmus’

Non si fa l’Europa senza un popolo europeo. Per questo è necessario concentrarsi sui temi della cultura e dell’istruzione. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, in occasione della festa dell’Europa, parlando dalla Spagna dove ha presenziato all’assegnazione del Premio ‘Carlos V’ alla Professoressa Sofia Corradi, conosciuta come “Mamma Erasmus” per avere ideato il Programma Erasmus per lo scambio di studenti fra le università europee.

“Quella Erasmus è una generazione che ha ben chiaro che cos’è l’Europa, cioè una comunità fatta di valori che condividiamo e che devono essere la nostra bandiera. Manca forse da parte degli Stati membri, ad eccezione dell’Italia, l’idea che senza un popolo europeo non si fa l’Europa e quindi bisogna concentrarsi di più su cultura e istruzione come strumenti per la costruzione di questo popolo europeo”, ha sottolineato il Ministro che ha ringraziato la Professoressa Corradi “per la sua straordinaria opera. Alla sua caparbietà dobbiamo un Programma che ha completamente rivoluzionato la vita dei nostri figli contribuendo alla costruzione europea”.

“Siamo onoratissimi del fatto che una Professoressa italiana abbia vinto questo premio, che è un grande riconoscimento – ha concluso Giannini -. Con più Erasmus avremo un’Europa migliore. I ragazzi di Erasmus sono i portatori sani della cittadinanza europea”.

Toscana, i disabili gravi potranno comunicare attraverso puntatori oculari

da Redattore sociale

Toscana, i disabili gravi potranno comunicare attraverso puntatori oculari

La Regione ha stanziato 300 mila euro per ausili ad alta tecnologia per persone con gravissima disabilità. I dispositivi consentono di comunicare utilizzando soltanto il movimento degli occhi

FIRENZE – Ausili ad alta tecnologia per persone con gravissima disabilità. Nell’ambito delle prestazioni di assistenza protesica ai cittadini toscani affetti da gravissime patologie, con la delibera 335 si assegna per l’anno 2016, sulla base dei monitoraggi presentati da ciascuna Azienda USL relativamente all’anno 2015, la somma complessiva di euro 300.000 destinati prevalentemente all’erogazione di puntatori oculari, ovvero dispositivi che consentono di comunicare utilizzando soltanto il movimento degli occhi.

Si tratta di un intervento aggiuntivo a quelli previsti dalla normativa nazionale, e quindi al di fuori dei Livelli Essenziali di Assistenza nazionali (LEA) che permette la fornitura, a persone non più in grado di esprimersi verbalmente o a gesti (data la gravità della loro malattia) di avere gratuitamente ausili finalizzati a facilitare la comunicazione interpersonale e la possibilità di mantenere una soddisfacente vita di relazione, con i propri familiari e con l’ambiente esterno, anche nelle fasi più acute e invalidanti della malattia.

Mattoncini in Braille, e i bambini non vedenti imparano a scrivere

da Vita

Mattoncini in Braille, e i bambini non vedenti imparano a scrivere

È brasiliana l’invenzione dei mattoncini in Braille che aiuta i bambini non vedenti a leggere e scrivere. A realizzarla la fondazione Dorina Nowill in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Lew’Lara

Via gli stereotipi femminili dai libri di testo: in arrivo il sondaggio del Miur

da Il Sole 24 Ore 

Via gli stereotipi femminili dai libri di testo: in arrivo il sondaggio del Miur

di Manuela Perrone

Prima mamme in grembiule a cucinare, qualche principessa, al massimo maestre. Poi tanti uomini eroi e nessuna menzione di scienziate, filosofe, artiste. I libri di testo sono forzieri ricolmi di stereotipi di genere, in cui le donne che hanno segnato la storia e la scienza sono fantasmi. Un’assenza che deforma l’immaginario di bambini e ragazzi con ricadute concrete in termini di bullismo, aspirazioni, scelte professionali e di vita.
Per voltare pagina e «capire quali storie di donne gli studenti vorrebbero conoscere e approfondire», il Miur lancerà questa settimana un sondaggio tra gli studenti. Ad annunciarlo è stata venerdì scorso la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, intervenendo a Firenze al convegno “The state of the Union” dedicato quest’anno al ruolo delle donne in Italia e nel mondo.

Le donne nei libri di testo: casalinghe o principesse
Giannini ha mostrato ottimismo: «Sono certa che aggiungeremo molte storie di donne rispetto a quelle che sono nei libri di testo e nei libri di storia». Che oggi restano poche e a due dimensioni nonostante il fiorire di indagini critiche dagli anni Settanta in poi: madri e casalinghe oppure principesse e fate.
«La società italiana sta andando avanti, ma i libri scolastici sono fermi agli anni Cinquanta e Sessanta quanto a rappresentazione dei ruoli di uomini e donne», denuncia Irene Biemmi, dell’Università di Firenze.
Nel 2010 ha pubblicato “Educazione sessista, Stereotipi di genere nei libri delle elementari” (Rosenberg&Sellier), la più recente ricerca organica sul tema, frutto di un’analisi sui libri per la quarta elementare di dieci case editrici. Dagli esiti sconfortanti: i maschi sono protagonisti del 59% delle storie, le femmine sono collocate in posizione subordinata e non godono di pari visibilità e valore. I personaggi maschili sono cavalieri, re, ingegneri, esploratori, medici, scienziati. Quelli femminili sono casalinghe, fate, principesse o, quando lavorano, maestre. Bambini e uomini si muovono in spazi aperti e avventurosi, bambine e donne al chiuso delle case o delle aule scolastiche, per lo più spettatrici passive di quel che avviene altrove.

Il peso dell’immaginario sulle aspirazioni
L’immaginario non è neutro. «Incide sui modelli aspirazionali futuri», spiega Biemmi. «Lo scollamento tra quello che ormai molte bambine e bambini vivono in casa e la rappresentazione delle madri casalinghe con il grembiule crea confusione. L’assenza di modelli femminili autorevoli nei libri scolastici porta le bambine le ragazze a pensare di non poter rivestire quei ruoli. Non ci si può sorprendere della scarsa propensione femminile agli studi scientifici se, nei testi su cui si formano gli studenti, gli scienziati sono soltanto uomini». Se Ipazia, Trotula, Ada Lovelace, Lise Meitner, Rosalind Franklin, tanto per fare qualche nome, sono ignorate.
Eppure andare oltre è diventato indispensabile. «L’emancipazione femminile in Europa parte dalla scuola», ha sostenuto la ministra Giannini, perché l’istruzione «è la base per abbattere stereotipi e pregiudizi, ma soprattutto per fare quello che le ragazze devono fare: osare, avere fiducia in sé, credere nelle loro capacità competitive. Non avere in futuro un grande numero di donne leader nel campo delle scienze e della tecnologia sarebbe un grande handicap per la nostra società».

La Buona Scuola e l’educazione alla parità
Il sondaggio tra gli studenti che il Miur si appresta a lanciare non può essere risolutivo. Va letto come il tentativo di coinvolgere la comunità scolastica nel progetto di revisione dei libri di testo per educare alla parità di genere, in chiave di prevenzione del bullismo e della violenza, obiettivo esplicitato da ultimo nel famoso comma 16 dell’articolo 1 della Buona Scuola, che apre la via ad azioni mirate nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa. Obiettivo peraltro già citato nella legge 193/2013 sul Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere che chiamava il sistema scolastico a promuovere «l’educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere» anche «attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo».
La polemica sulla presunta “teoria gender” non ha aiutato. «Qui non si tratta assolutamente, come viene paventato, di educazione sessuale o di incentivare l’annullamento di differenze biologiche o confusione rispetto all’identità di genere», afferma Laura Moschini, dell’Università di Roma Tre. «Al contrario si parla di restituire valore alle differenze per adeguare i testi scolastici e i linguaggi dei media alla realtà e offrire modelli positivi alle bambine che educhino anche i bambini alla stima e al rispetto per le loro compagne».

Il progetto Polite caduto nel vuoto
Per capire il ritardo con cui la scuola si muove basta citare il progetto Polite (Pari opportunità nei libri di testo): era stato promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio tra il 1999 e il 2001, nell’ambito del Quarto programma d’azione a medio termine per la parità di opportunità tra le donne e gli uomini, ma è rimasto lettera morta. Lo richiama come punto da cui bisogna ripartire un disegno di legge sull’educazione alla parità di genere presentato a novembre 2014 dal Pd (prima firmataria la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli), anch’esso rimasto al palo.
Diciassette anni dopo, Polite appare più attuale che mai. Con un’aggravante, che fa notare Irene Biemmi: «Negli ultimi due anni la narrativa per bambini e ragazzi si è evoluta a una velocità impressionante, anche con la nascita di collane dedicate alla costruzione di un immaginario paritario. L’editoria scolastica è invece rimasta immobile e la selezione dei brani da inserire nei testi per le scuole appare quasi dolosa nel suo riproporre stereotipi dannosi. Eppure dalla scuola ci aspetteremmo, se non di essere il motore del cambiamento, almeno di saperlo recepire».

Anche a Trento i genitori propongono di istituire la Consulta provinciale

Anche a Trento i genitori propongono di istituire la Consulta provinciale dei genitori

di Cinzia Olivieri

 

A Trento, nell’ambito della consultazione sul disegno di legge sulla buona scuola, i componenti della Quinta commissione permanente hanno incontrato, nella sala Rosa della Regione, anche diversi presidenti delle Consulte dei genitori del Trentino.

I rappresentanti dei genitori hanno presentato, in un documento unitario e condiviso, le loro proposte.

Obiettivo prioritario, avvertito come forte, generalizzata e consapevole esigenza, la costituzione di una Consulta provinciale dei genitori.

Quale atto di indirizzo sono richiamate Linee guida per le Consulte dei genitori degli Istituti Comprensivi trentini, elaborate già nel 2010 su incarico dell’assessorato, alle quali sono seguite nel 2013 le Linee Guida per le Consulte dei Genitori delle Scuole Superiori Trentine

I presidenti hanno anche chiesto che l’elezione dei rappresentanti dei genitori possa avvenire all’interno della Consulta, così come quella dei rappresentanti nelle singole scuole.

Attualmente la LP 5/06 prevede, come quella nazionale, solo la consulta provinciale degli studenti (art. 40).

Presso ogni istituzione esiste invece, insieme alla consulta degli studenti, la consulta dei genitori (art. 29), composta dai rappresentanti: dei genitori di ciascun consiglio di classe, dei genitori nel consiglio dell’istituzione, nonché di associazioni di genitori riconosciute che ne facciano richiesta. Essa è disciplinata dallo statuto e dal regolamento interno e in generale può formulare proposte ed esprimere i pareri richiesti dal consiglio dell’istituzione in ordine alle attività e ai servizi da realizzare o svolti dall’istituzione … anche in relazione ad iniziative di formazione e di coinvolgimento dei genitori.

I criteri e le modalità di elezione delle rappresentanze elettive sono definiti con Decreto del Presidente della Provincia 15 maggio 2009, n. 8- 10/Leg, ma manca un collegamento territoriale della rappresentanza dei genitori.

Attualmente solo a Bolzano è istituita la Consulta Provinciale dei Genitori

L’art. 26 della LP 20/95 prevede appunto che per ogni scuola (italiana, tedesca e ladina) sia istituita la consulta provinciale dei genitori, con funzioni simili a quella degli studenti. Essa è  composta da un genitore per ogni istituzione scolastica, che viene eletto dal comitato dei genitori (art. 10, il quale concorre anche nell’organizzazione dell’elezione dei rappresentanti dei genitori nel consiglio di circolo o di istituto) del quale resta peraltro a farne parte. Per  le scuole dell’infanzia il genitore è invece designato dai rappresentanti dei genitori del consiglio di circolo.

I rappresentanti della scuola nelle consulte dei genitori e degli studenti partecipano a titolo consultivo anche alle sedute del consiglio di circolo o d’istituto (art. 6 LP 20/95).

I membri sono nominati con decreto del Sovrintendente e durano in carica 3 anni scolastici, mentre le Consulte sono permanenti, si riuniscono almeno una volta all’anno e formulano proposte utili in ambito scolastico.

Ciascuna consulta provinciale può articolarsi in sottoconsulte.  Consulte e sottoconsulte eleggono nel loro seno  un presidente coordinatore che dura in carica tre anni scolastici.

Pertanto questo modello potrebbe offrire suggerimenti anche a Trento


Sull’argomento:

Maturità, Giannini: mancano 45 giorni, ho scelto le tracce della prima prova

da La Tecnica della Scuola

Maturità, Giannini: mancano 45 giorni, ho scelto le tracce della prima prova

“#maturita2016 mancano 45 giorni! @SteGiannini ha scelto tracce #primaprova e assicura ‘sarà una bella maturità'”.

A scrivere il messaggio in un tweet, su Miur social, è stato il ministero dell’Istruzione, riferendo quindi l’avvenuta decisione da parte del ministro, Stefania Giannini, sui contenuti dei temi della maturità 2016.

Il tweet del responsabile del ministero di Viale Trastevere ha dunque dato il là al cosiddetto toto-esame, riguardante le prima prova scritta: da domani in poi, infatti, assisteremo ad un sicuro intensificarsi del tradizionale “rimbalzo” di indiscrezioni sul tracce che riguarderanno, in particolare, il tema di letteratura e di attualità.

Nei giorni scorsi, a tal proposito, avevamo indicato le prime anticipazioni, ovviamente tutte da verificare, con Umberto Eco, scomparso pochi mesi fa, già in pole position.

Ricordiamo, infine, che la prima prova scritta dell’Esame di Stato 2016, italiano, è in calendario per mercoledì 22 giugno. La seconda prova si svolgerà giovedì 23 giugno mentre il terzo scritto, il cosiddetto “quizzone” diverso in ogni scuola e che verterà sulle materie del quinto anno non affrontate nelle prime due prove, è stato fissato per lunedì 27 giugno.

Comitati di valutazione: responsabili in caso di contenzioso

da La Tecnica della Scuola

Comitati di valutazione: responsabili in caso di contenzioso

La distribuzione del bonus premiale è una operazione molto delicata che non è esente da rischi.
In caso di contenzioso in materia di assegnazione del bonus non solo il dirigente scolastico ma anche i componenti del comitato potrebbero essere considerati in qualche misura responsabili.
Nel diritto amministrativo esiste una regola di carattere generale secondo cui  i componenti di un organo collegiale (tale è il comitato di valutazione) sono tutti responsabili della decisione assunta (ovviamente sono esenti da responsabilità coloro che hanno votato in modo contrario).
Questo significa che se un docente dovesse ricorrere contro la mancata attribuzione del bonus causata da criteri considerati incongrui e se il giudice del lavoro dovesse dargli ragione, tutti i componenti del comitato (e non solo il dirigente scolastico) potrebbero essere chiamati in causa.
I casi potrebbero essere diversi.
Per esempio un criterio potrebbe essere palesemente in contrasto con i principi generali fissati dalla legge che, per esempio, non prevedono di per sè la possibilità di premiare il maggiore impegno orario.
Leggendo qua e là in rete si scopre che alcune scuole hanno predisposto una vera e propria tabella con punteggi e con “penalizzazioni” di vario genere. Ma è bene prestare attenzione alle penalizzazioni: siamo sicuri, per esempio, che le assenze – debitamente giustificate  – possano in qualche misura “affievolire” il diritto ad ottenere il “bonus”? O che il non aver accettato uno più incarichi aggiuntivi sia motivo di penalizzazione?
La risposta a questi e altri dubbi la daranno i giudici del lavoro che saranno chiamati a dirimere eventuali controversie, ma resta il fatto che i membri dei comitati di valutazione dovrebbero essere consapevoli delle responsabilità connesse con le proprie decisioni.

Didattica, le sperimentazioni dei nuovi modelli ci dicono che sarà sempre più digitale

da La Tecnica della Scuola

Didattica, le sperimentazioni dei nuovi modelli ci dicono che sarà sempre più digitale

L’innovazione nella didattica passa per le tecnologie informatiche: la conferma arriva dalle sperimentazioni in atto. Come quelle della “Fondazione Mondo Digitale”.

L’obiettivo è quello di sviluppare una conoscenza nella società coniugando innovazione, istruzione, inclusione e valori fondamentali. “I benefici che provengono da nuove conoscenze, nuove tecnologie e dall’innovazione devono essere a vantaggio di tutte le persone senza alcun tipo di discriminazione” la missione che troviamo nel sito della fondazione.

Una prima testimonianza di come l’innovazione può portare a nuovi modelli didattici nelle scuole è portata dalla ricerca: “Innovazione nella scuola romana: dotazione digitale e proposte formative della Città Educativa di Roma” realizzata da “Fondazione Mondo digitale “in collaborazione con il Servizio Statistico –Osservatorio Tecnologico del MIUR grazie al contributo di Roma Capitale Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici.

L’obiettivo della ricerca, in linea con gli stessi obiettivi posti dal Governo nella legge “La Buona Scuola”, è quella di dimostrare come una didattica moderna, innovativa ed integrata passa per una formazione adeguata ai docenti e per nuovi strumenti digitali a disposizione nelle aule.

Le sperimentazioni sono state condotte su 5 Istituti Romani, che hanno vissuto 5 esperienze nuove e particolari: coding al femminile al liceo Kennedy, la robotica educativa all’IC Viale dei Consoli, la Palestra dell’Innovazione all’IIS Pacinotti-Archimede, il mobile learning all’IC Antonio Rosmini e l’arte digitale all’IC Largo Volumnia.

Coding: 40 studentesse, guidate dalla dirigente scolastica e dai docenti di scienze naturali, di lingua e letteratura inglese, hanno partecipato al laboratorio di programmazione informatica, con l’obiettivo di offrire loro l’opportunità di confrontarsi con attività e situazioni nuove rispetto al tradizionale curriculum formativo, per stimolare la curiosità e l’interesse su argomenti innovativi e suggerire loro spunti per l’orientamento universitario. Per i docenti la partecipazione al progetto è stata motivo di riflessione sull’attività didattica e su come potrebbe evolvere in futuro la programmazione dell’offerta formativa. Uno degli output evidenziati dalla ricerca è che sul lungo termine queste iniziative aiutano sicuramente a promuovere un percorso di cambiamento e di innovazione nella scuola, che diventa , dunque, uno spazio dove si esercitano non solo i saperi tradizionali ma anche abilità trasversali e creatività, basando la programmazione al raggiungimento di un obiettivo concreto che diventa stimolo costante degli studenti.

Robotica educativa: applicando la metodologia costruttivista e basata sulla cooperazione , utilizzando dei KIT in dotazione, gli studenti si sono cimentati nella costruzione di diversi tipo di robot. La partecipazione al progetto ha consentito di ampliare le opportunità di apprendimento per gli alunni, rafforzando la sperimentazione di metodologie didattiche più adeguate ad una classe anche eterogenea, potenziando inoltre gli aspetti relazionali e offrendo quindi possibilità ludiche di apprendimento e collaborazione tra pari anche agli studenti affetti da sindrome di west.

Palestra dell’innovazione: obiettivo del progetto è quello di avvicinare la didattica al mondo del lavoro, facendo della scuola il luogo non solo del sapere ma anche del saper fare, creando opportunità di alternanza scuola-lavoro grazie allo sviluppo del rapporto con le aziende e all’utilizzo di strumenti di lavoro che permettono di applicare e sperimentare le conoscenze standardizzate apprese in classe, attraverso per esempio la realizzazione di una piattaforma web, dove le stesse Imprese possono registrarsi se interessate alla collaborazione con le scuole.

Mobile learning: tramite una formazione specifica i docenti dell’Istituto hanno cominciato ad utilizzare in classe diversi Tablet e smartphone sperimentando modelli pedagogici innovativi, avvicinando gli studenti all’utilizzo di queste tecnologie per lo studio. Il vantaggio principale dei tablet è la disponibilità di un continuo aggiornamento ed evoluzione delle informazioni. Proprio perché mobili, i dispositivi possono essere individuali ma anche condivisibili ed interattivi, utilizzabili cioè in qualunque momento e in qualunque situazione all’interno e all’esterno della classe. Questi dispositivi sono in grado di veicolare un nuovo linguaggio e un nuovo modello di apprendimento, che diventa partecipato e non statico come il sapere tradizionale.

Area Digitale: gli studenti sono stati coinvolti nella creazione di un’opera multimediale esposta alla prima edizione del Media Art festival, lavorando insieme all’idea, al progetto e alla realizzazione della stessa opera. Il progetto ha consentito l’unione di arte, creatività , produttività  usando le nuove tecnologie, sviluppando la capacità quindi di lavorare in gruppo, la capacità di autocontrollo, la gestione delle emozioni e la capacità decisionale e di ascolto.

Una seconda testimonianza di didattica innovativa è rappresentata dal progetto europeo MLearnTraining Teachers to use mobile (hand held) technologies within mainstream school education, attuato nell’ambito del programma per l’apprendimento permanente Comenius.

Lo scopo del progetto che ha coinvolto gli insegnanti di 4 Paesi europei (Inghilterra, Grecia, Italia e Paesi Bassi) della durata di 30 mesi, è quello di integrare le tecnologie mobili per l’apprendimento all’interno della formazione iniziale , durante in servizio e continua degli insegnanti.

In particolare gli obiettivi prefissati dal progetto sono:

  • Integrare l’utilizzo di tecnologie mobili come strumento di apprendimento riconosciuto e accettato nell’ambito dell’istruzione scolastica.
  • Realizzare una ricerca nazionale ed un’analisi comparativa su 4 paesi sui bisogni formativi e nuove tecnologie.
  • Realizzare un’analisi dei bisogni formativi degli insegnanti nei 4 paesi sulla conoscenza e l’uso delle tecnologie mobili dentro e fuori la classe.
  • Inserire l’uso di tecnologie mobili all’interno dei programmi di formazione nazionali degli insegnanti.
  • Sperimentare il programma di formazione pilota “M-LEARN” con insegnanti delle scuole primarie, secondarie e speciali come parte della loro formazione iniziale/in servizio /continua.
  • Permettere agli insegnanti coinvolti di usare le loro nuove abilità e competenze sulle tecnologie mobili dentro e fuori la classe, attraverso un progetto scolastico su materie di insegnamento.

In Italia casi di studi applicati a questo progetto sono stati fatti  tra gli altri dagli studenti dell’Istituto L. Da Vinci  di Roma, che hanno preparato autonomamente una lezione sul sistema solare con il linguaggio dei segni per i loro compagni sordomuti; l’Istituto comprensivo Rosmini , dove gli alunni hanno spiegato con un video, animato da folletti e cavalieri, le frazioni numerali; ,mentre all’Istituto comprensivo Mozart sono stati bambini e bambine a costruire le mappe concettuali per realizzare uno storytelling sulle poesie di Pascoli.

Le classi sono state attrezzate con almeno un dispositivo mobile ogni 4-5 studenti, oltre a lavagne interattive o proiettori per la condivisione di contenuti.

La sperimentazione nelle classi ha permesso di analizzare in che modo le tecnologie mobili possono essere integrate nella didattica incidendo nell’apprendimento degli studenti, scoprendo dunque una pedagogia innovativa.

I progetti hanno permesso agli studenti lo sviluppo di un ragionamento costruttivo,  capacità di problem solving, sviluppo di capacità nella comunicazione, di lavorare in piena autonomia ma nel contesto di un team, come evidenziato dal professore Alfonso Molina direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale “Vogliamo far conoscere a più scuole possibili il modello di successo per l’innovazione nella didattica che sperimentiamo quotidianamente e fare in modo che l’innovazione diventi, nelle scuole italiane, la normalità”.

La ricerca completa è disponibile a questo link.

Innovazione dunque sempre più presente nelle scuole non come eccezione e per pochi istituti e solo sotto forma di sperimentazione ma come prassi nella didattica quotidiana perfettamente integrata alle metodologie di insegnamento classiche.

“Il concorso per diventare docente? Fattibile, ma non i due quesiti in inglese coi distrattori…”

da La Tecnica della Scuola

“Il concorso per diventare docente? Fattibile, ma non i due quesiti in inglese coi distrattori…”

“Non so perchè si dice che le domande in lingua straniera del concorso sono facili: io ho avuto grosse difficoltà, soprattutto per la presenza di fini distrattori”.

A dirlo alla Tecnica della Scuola è un’aspirante docente, che nel corso della settimana, il 3 maggio scorso, come da calendario Miur, ha partecipato alla prova scritta per la classe di concorso A01 “Arte e immagine nella scuola secondaria di primo grado”.

La candidata, che ha svolto lo scritto in una scuola di Roma, collocata sulla Nomentana, ritiene che i sei quesiti sulla disciplina proposti fossero in linea con le aspettative: “si trattava di domande relative alla didattica, principalmente di tipo laboratoriale, con riferimenti diretti alla nostro disciplina. Da formulare anche sotto forma di mappa concettuale relativa alla metodologia”.

Lo stesso non si può dire per gli altri due quesiti, quelli svolti per verificare la lingua inglese: quella prescelta tra le quattro lingue europee proposte dal Miur (le altre erano  francese, tedesco e spagnolo).

“Per quanto riguarda le domande in lingua straniera – prosegue l’aspirante prof – ci hanno posto cinque domande per ognuno dei due brani proposti. Per ogni domanda c’erano quattro item a risposta chiusa. Per me che non ho conoscenze particolari dell’inglese, è stato davvero difficile rispondere”.

“Anche perché – continua la donna – il tempo a disposizione non era tanto. E, soprattutto, tra gli item proposti c’erano delle risposte completamente sballate, ma anche i classici distrattori, ovvero delle affermazioni grammaticali apparentemente molto vicine alla risposta corretta. E non avendo certezza del loro significato, è stato poco agevole rispondere”.

La donna sostiene, dunque, che “solo chi ha una conoscenza approfondita dell’inglese e della sua grammatica, oltre la media, è in grado di rispondere a quel genere di domande: non c’è un riferimento in italiano e, francamente, ho consegnato il compito mantenendo forti dubbi sulle risposte fornite”.

Ricordiamo che il concorso deve accertare la competenza almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. “A me – sottolinea la candidata di Arte e immagine – è sembrato più un livello C. Cosa mi aspetto? Dico solo che mi sono preparata a fondo per questo concorso. Ora, spero che non sia andato storto proprio per colpa dei due quesiti in lingua straniera”.

Prove regolari per primaria e infanzia a fine maggio

da tuttoscuola.com

Prove regolari per primaria e infanzia a fine maggio
Il Miur conferma l’unico turno per gli scritti. A giorni la pubblicazione delle sedi con i candidati

Con la pubblicazione, da parte dell’USR Veneto, delle assegnazioni dei candidati alle sedi del concorso in calendario a tutto il 26 maggio p.v., si è conclusa la maggior parte dell’informativa per la partecipazione alle prove scritte di migliaia di aspiranti ad uno dei 63.712 posti a concorso.

Mancano soltanto le pubblicazioni di assegnazione alle sedi concorsuali dei candidati che concorrono ai 17.299 posti comuni di scuola primaria e ai 6.933 di scuola dell’infanzia, previsti per il 30 e il 31 maggio.

Si stima che vi concorrano tra i 73 e i 75 mila candidati per ognuno dei due concorsi.

Proprio l’elevato numero di candidati, a quanto si sa, ha messo a dura prova l’organizzazione delle prove scritte per il reperimento delle aule informatiche e delle relative postazioni al fine di assicurare il simultaneo svolgimento delle prove scritte sull’intero territorio nazionale, ed evitare, quindi, un doppio turno di prove.

A sciogliere ogni dubbio sulla regolare fattibilità delle prove, è arrivato l’avviso della Direzione Generale per il personale scolastico del Miur che ha confermato il regolare svolgimento delle prove nel turno del mattino e in contemporanea su tutto il territorio nazionale per i concorsi di primaria e dell’infanzia rispettivamente per il 30 e il 31 maggio.

Nell’avviso si informa anche che “l’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione e con l’indicazione della destinazione dei candidati, nonché l’orario di convocazione, sarà reso noto con successivo avviso sui siti degli Uffici Scolastici Regionali”.

Nota 9 maggio 2016, AOODGOSV 4967

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici
Regionali
LORO SEDI

Al Capo dell’Ufficio V della DGSP del MAECI
ROMA

Al Sovrintendente agli Studi della Valle
d’Aosta
AOSTA

Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per
la Provincia Autonoma di TRENTO

All’Intendente Scolastico per le scuole
delle località ladine di BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la scuola
in lingua tedesca di BOLZANO

Al Sovrintendente Scolastico della Provincia
di BOLZANO

Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di
Istruzione Secondaria di secondo grado,
statali e paritari
LORO SEDI

e.p.c.

Al Capo Dipartimento
SEDE

Al Capo Ufficio Stampa
SEDE

Oggetto: GRADUATORIA DEFINITIVA DELL’INTERNATIONAL SUMMER SCHOOL IN HIGHER EDUCATION IN PHILOSOPHY – OLIMPIADI DI FILOSOFIA – XXIV EDIZIONE – A.S. 2015-2016.

La Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, a seguito del decreto MIUR.AOODPIT.REGISTRO DECRETI DIPARTIMENTALI. 0000001.07-01-2016 relativo all’istituzione dell’International Summer School in higher education in Philosophy, Le agorà e l’esercizio critico del pensiero, Sardegna-Castelsardo (SS), 19-21 luglio 2016, iniziativa promossa tra le attività previste dalle Olimpiadi di Filosofia – XXIV Edizione A.S. 2015-2016, rende nota la Graduatoria definitiva.

Per eventuali comunicazioni contattare la Coordinatrice Nazionale del Progetto Olimpiadi di Filosofia: Prof.ssa Carla Guetti: carla.guetti@istruzione.it.

Per tutte le informazioni consultare il Portale Nazionale delle Olimpiadi di Filosofia: www.philolympia.org .

Le SS.LL. sono cortesemente invitate a dare tempestiva notizia alle scuole e ai soggetti coinvolti.

Si ringrazia per la consueta e preziosa collaborazione.

Allegati
Bando dell’International Summer School in higher education in Philosophy.
Graduatoria definitiva per l’ammissione all’International Summer School in higher education in Philosophy.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo