Chirurgia della sordità in diretta streaming

da Redattore sociale

Chirurgia della sordità in diretta streaming: specialisti in rete grazie al web

L’ospedale pediatrico Meyer si è collegato con i maggiori centri mondiali per interventi di chirurgia della sordità. E’ successo ieri nella sala operatoria dove il nuovo primario di Otorinolaringoiatria, Franco Trabalzini, ha eseguito tre operazioni

FIRENZE – Diretta streaming dall’ospedale pediatrico Meyer con i maggiori centri mondiali per interventi di chirurgia della sordità. E’ successo ieri nella sala operatoria dove il nuovo primario di Otorinolaringoiatria, Franco Trabalzini, ha eseguito tre operazioni, rispettivamente l’innesto di un impianto cocleare di ultima generazione su un bimbo di 5 anni che soffre di sordità profonda e la ricostruzione del sistema di trasmissione del suono su due pazienti di 12 e 11 anni che hanno perso l’udito a causa di infezioni ricorrenti.

Lo specialista del Meyer ha eseguito gli interventi collegandosi i  tempo reale con 20 colleghi che, come lui erano in azione in altrettante sale operatorie del mondo (Olanda, Brasile, Spagna, Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Dubai e Polonia). Una vera e propria teleconferenza via web, che ha permesso agli specialisti di confrontarsi, scambiare considerazioni, porre domande e condividere procedure di alta chirurgia, che difficilmente sarebbe possibile realizzare nella realtà. Questo balzo nel futuro che allinea il Meyer ai maggiori centri internazionali è stato possibile grazie al potenziamento della dotazione tecnologica e all’avanzato sistema di trasmissione video di cui sono state dotate ben cinque delle sette sale operatorie del pediatrico fiorentino, che la Fondazione Meyer ha finanziato con 360 mila euro.

Il moderno sistema di trasmissione video è duttile e flessibile e consente di riprendere gli interventi chirurgici in tutte le loro fasi. La tecnologia di video registrazione permette l’acquisizione di immagini da telecamera, microscopio, apparecchi per video-endoscopia. Le telecamere miniaturizzate sono presenti nella lampada scialitica per la ripresa del campo operatorio,  mentre quelle nel microscopio e nella colonna endoscopica riportano le immagini dentro del campo operatorio sia esterne, che interne. Una sorta di “regia” di quali immagini inviare in diretta (o in registrazione) viene effettuata dal chirurgo con semplici manovre. “Lo streaming è ormai una pratica consolidata nei centri di eccellenza internazionali – spiega il dottor Trabalzini -. Prima per assistere alle operazioni bisognava viaggiare da un centro all’altro, salendo e scendendo da tanti aerei. Ora ci colleghiamo in video web”.

HUMAN TECHNOPOLE

HUMAN TECHNOPOLE: i dubbi sollevati al Senato da Cattaneo, Napolitano e Bocchino sono anche i nostri

La decisione del governo di porre la questione di fiducia sul cosiddetto decreto scuola-ricerca ha rinviato la discussione di merito sull’ordine del giorno relativo al progetto milanese dello Human Technopole presentato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo. Non possiamo che condividere le parole forti usate dalla senatrice Cattaneo: quel polo tecnologico “è un progetto nato in modo improvvisato come non avviene in nessun paese, che l’esecutivo ha affidato a un ente, l’Istituto italiano di tecnologia, scelto arbitrariamente come perno dell’operazione senza competizione pubblica”. E, con il senatore di Sel, Bocchino, non possiamo che rilanciare la denuncia giunta finalmente in Parlamento per la quale, “dal 2003 l’Iit ha già ricevuto quasi un miliardo di euro. Contributi prorogati a vita indipendentemente dai risultati e dall’impatti raggiunti”. Anche in Parlamento, dunque, e dinanzi a un rappresentante del governo, è stata sollevata con forza la questione della futura destinazione dell’area Expo, concessa a un istituto mai sottoposto a controllo o “a valutazione di merito”. Non solo. Anche il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto esprimere nell’Aula del Senato i tanti dubbi che l’attribuzione del progetto – costato alle casse nazionali ben 80 milioni di euro – all’Iit solleva. Condividiamo, in particolare, l’allarme suscitato anche dal Presidente Napolitano per cui sono “indispensabili e urgenti delle risposte. Non ne vorremmo dopo che si siano realizzati altri fatti compiuti”.

Già il 24 febbraio scorso, in occasione del discorso del premier a Milano con cui si effettuava il trionfale lancio del progetto dello Human Technopole, avevamo, come Flc Cgil, pubblicamente rilevato un analogo allarme sui rischi e sugli effetti di tale scelta molto discutibile. Eravamo convinti allora, e siamo più che mai convinti oggi, dopo gli interventi di due senatori a vita e del senatore Bocchino, che “il progetto milanese, a prescindere dall’importanza dei filoni di ricerca, è perciò un esempio di destrutturazione del sistema pubblico della ricerca”. E inoltre, il silenzio del governo e il rinvio della discussione parlamentare sul tema, ci convincono sempre di più che per i 500 dottorandi forniti dalle Università allo Human Technopole, e dunque all’Iit, si tratterà di sfruttamento ero e proprio, poiché percepiranno solo una borsa di studio, e non un salario contrattualmente ineccepibile. Saranno costretti a lavorare come polli in batteria, a tutto danno della dinamica stessa della ricerca.

Raddoppia il compenso per i commissari del concorso e arriva il bonus da 1.000 euro per ogni studente disabile iscritto alle paritarie

da Il Sole 24 Ore

Raddoppia il compenso per i commissari del concorso e arriva il bonus da 1.000 euro per ogni studente disabile iscritto alle paritarie

di Eugenio Bruno

Il compenso per i commissari del concorsone raddoppia. Arriva il bonus da mille euro per ogni studente con disabilità accolto dalle paritarie. Anche gli assunti a tempo determinato nell’anno scolastico 2015/2016 potranno chiedere l’assegnazione provvisoria “vicino casa”. Per le immissioni in ruolo del 2016/2017 ci sarà tempo fino al 15 settembre. Il bonus da 500 euro per i neo 18enni andrà anche agli stranieri “regolari”. Tutte le prestazioni previdenziali e indennitarie, i trattamenti assistenziali e le carte di debito percepite da soggetti disabili sono escluse dal calcolo del reddito disponibile ai fini Isee. Scendono i crediti formativi riconosciuti agli studenti degli Its che si iscrivono a un corso universitario. Ripartono in deroga le scuole di specializzazioni non mediche. Sono le principali novità introdotte dal decreto ex Lsu scuola nella versione approvata ieri dalla commissione Istruzione del Senato. Il testo dovrebbe essere licenziato oggi dall’aula di palazzo Madama. E poi passerà a Montecitorio dove dovrebbe essere approvato senza modifica. La scadenza per la conversione in legge del Dl è ravvicinata (il 28 maggio) e non ci sarebbero i margini per un terzo passaggio parlamentare. Vediamo nel dettaglio le principali misure.

Compenso dei commissari
La norma approvata in commissione aggiunge 8 milioni alle risorse già in cantiere per il concorsone, e ciò dovrebbe portare al raddoppio dei compensi rispetto a oggi (1 euro l’ora). I fondi arriveranno da una partita di giro: saranno anticipato da un taglio al fondo di funzionamento, ma saranno restituiti, nel 2017, allo stesso fondi utilizzando i risparmi della Buona Scuola.

Le altre novità per il corpo docente
La prima interessa i prof che sono stati assunti nel corso di quest’anno scolastico per effetto della Buona scuola. Potranno utilizzare l’assegnazione provvisoria nell’ambito del piano straordinario di mobilità proprio come quelli assunti l’anno scorso. Il senso della modifica lo spiega la relatrice Francesca Puglisi (Pd): «Nel testo sono previsti l’ampliamento del bacino – sottolinea la parlamentare – su cui può essere effettuata l’assegnazione provvisoria, offrendo a più insegnanti di ruolo la possibilità di restare vicino a casa».

La card per i neo 18enni
In questo caso non è un raddoppio ma un’estensione. La card da 500 euro per i neo 18enni prevista dall’articolo 1, comma 979, della legge di stabilità per il 2016 verrà erogata a tutti i residenti sul territorio nazionale «in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità». E non più solo ai cittadini italiani o europei. Un bonus che – come forse si ricorderà- può essere utilizzata per assistere agli spettacoli teatrali e alle proiezioni cinematografiche, per acquistare libri nonché per accedere a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo. Fermo restando che i 500 euro non costituiranno reddito imponibile e non rileveranno ai fini dell’Isee. La modifica sarà a costo zero perchè si continuerà a utilizzare i 290 milioni della stabilità.

Scuole paritarie
Tra le altre novità spicca la previsione di uno stanziamento aggiuntivo di 12,2 milioni per gli istituti paritari. Che se lo vedranno recapitare – grazie a un altro emendamento del Governo – in proporzione al numero di studenti con disabilità. La disposizione di fatto destina alle scuole paritarie un bonus di 1.000 euro per ogni ragazzo diversamente abile così da far salire il loro peso sull’intera popolazione scolastica. Attualmente pari all’1,27%, la metà circa rispetto agli istituti statali. Sempre in tema di studenti con disabilità va sottolineata la modifica in tema di Isee in base alla quale tutte le prestazioni previdenziali e indennitarie, i trattamenti assistenziali e le carte di debito percepite da soggetti disabili sono escluse dal calcolo del reddito disponibile.

Its, scendono i crediti
Un altro emendamento del governo approvato ieri interviene sui crediti universitari legati agli Its. Riducendoli. Il valore minimo dei crediti scende così: per i percorsi biennali si passa da 100 a 40 Cfu, corrispondenti a 4/5 esami; per i percorsi triennali da 150 a 62 Cfu, corrispondenti a 6/7 esami (circa un anno di università).

 

Presidi, i risultati fanno salario

da ItaliaOggi

Presidi, i risultati fanno salario

Alessandra Ricciardi

Sarà un primo triennio di cambiamenti. Anche se ancora transitorio verso quella che diventerà la situazione a regime di una riforma più complessiva, che riguarderà in modo più incisivo anche l’assegnazione degli incarichi. Intanto però si parte. Da settembre niente più aumenti per il merito a pioggia, i dirigenti scolastici saranno valutati in base agli obiettivi conseguiti, valutazione che sarà poi efficace in termini di salario accessorio e di rinnovo del contratto. La direttiva sulla valutazione dei presidi è pronta, il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, l’ha inviata al Cspi per il parere, richiesto nel termine di 30 giorni. Il provvedimento tornerà poi per la firma e sarà inviato a direttori scolastici regionali e ai dirigenti accompagnato da Linee guida di dettaglio.

Quando ad agosto i presidi firmeranno il loro contratto troveranno inseriti nel documento gli obiettivi di miglioramento che saranno di tre tipi: quelli generali individuati dal ministero, quelli legati alle specificità del territorio individuati dalle direzioni regionali e gli obiettivi specifici sulla scuola che deriveranno dal Rav, il rapporto di autovalutazione della scuola che il dirigente dovrà guidare.

Tre i livelli che fanno scattare la retribuzione aggiuntiva: eccellente, con un incremento stipendiale che va dal 10 al 30% in più rispetto alla fasce precedente; molto buono, giudizio che fa scattare un 5% in più rispetto alla prima fascia che è costituita dal giudizio di buono. È il livello base che fa scattare l’accessorio. Nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, non ci sarà nessun aumento. L’azione dirigenziale sarà rilevata dal direttore scolastico regionale, in base all’istruttoria condotta dai nuclei di valutazione. È il direttore regionale che adotta il provvedimento di valutazione. La retribuzione di risultato, in media pari al 10-15% della retribuzione complessiva, sarà determinata annualmente nel rispetto del criterio di differenziazione e sarà corrisposta in una sola soluzione, e solo a seguito della certificazione delle risorse disponibili.

Nel caso in cui il processo di valutazione si dovesse concludere con l’attribuzione del livello di mancato raggiungimento degli obiettivi, il direttore comunica l’esito all’interessato nel giro di un mese, avviando un contradditorio che durerà 30 giorni. Nei casi più gravi, si può non rinnovare il contratto. Ma questo la direttiva non lo dice, facendo testo il decreto legislativo 165/2001. «L’obiettivo non è punitivo», precisa la Giannini, «in caso di valutazione negativa il dirigente viene supportato dall’ufficio regionale a migliorare la pianificazione delle proprie attività. Sono previsti casi di non rinnovo del contratto al dirigente ma solo in caso di responsabilità dirigenziali gravi, come già previsto dal decreto legislativo 165 del 2001». Rassicurazioni che non sembrano bastare ai sindacati che confermano lo sciopero indetto per il 20 maggio.

«In caso di mutamento di incarico, si verrà valutati sulla base delle priorità definite dal collega che ha diretto in precedenza l’istituto; una sorta di responsabilità assunta per le azioni e la programmazione effettuate da altri che lascia piuttosto perplessi», critica la Cisl scuola.

«Per i presidi il Miur prepara un triste futuro da tecnocrati», attacca la Uil scuola, «con misure che fanno il verso alla legge Brunetta, superata dagli eventi».

Straordinari estivi, non si paghi

da ItaliaOggi

Straordinari estivi, non si paghi

Marco Nobilio

Il pagamento delle ore eccedenti di insegnamento nei mesi di luglio e agosto costa all’erario 20 milioni di euro. Dunque, non bisogna pagare più lo straordinario a luglio e ad agosto. E’ questo il senso di una circolare emanata il 6 aprile scorso del ministero dell’economia (prot. 32509).

Che abbassa la retribuzione annuale dei circa 35mila docenti di ruolo che hanno accettato di insegnare per ore in più nel mese di settembre, confidando sul fatto che sarebbero stati pagati anche nei mesi di luglio e agosto.

La perdita salariale è pari ad un importo complessivo medio di 280-300 euro lordi per ogni eccedente non pagata nei mesi di luglio e agosto (ogni singola ora eccedente viene pagata circa 35 euro: 35 euro X 4 settimane, mediamente 140-150 euro al mese). E riguarda solo i docenti delle secondarie. Che possono accettare ore eccedenti fino a 6 ore settimanali, perché il loro orario ordinario di insegnamento è pari a 18 ore settimanali. E la legge consente di arrivare fino a 24.

Tale facoltà è preclusa, invece, ai docenti della primaria e dell’infanzia, il cui orario copre già il limite delle 24 ore settimanali (22 + 2 di programmazione nella primaria e 25 nell’infanzia). In ogni caso, la riduzione della retribuzione annuale vale solo per le ore eccedenti cosiddette non istituzionali. E cioè per le ore eccedenti le 18, che non derivano dalla costituzione di cattedre in organico di diritto con ore in più. Ma solo ed esclusivamente per gli spezzoni assegnati dai dirigenti ai docenti interni, derivanti dalla disponibilità di ore residue. In partica, se la cattedra risulta costituita, fin dall’origine, con un numero di ore settimanali superiore a 18 (per esempio una cattedra di 21 ore) le ore in più rispetto alle 18 devono essere pagate fino al 31 agosto.

Ma se le ore eccedenti vengono assegnate successivamente ad un docente già titolare di una cattedra di 18 ore, le ore in più devono esser pagate fino al 30 giugno. Secondo il ministero dell’economia, ciò deriverebbe dal fatto che, mentre nel primo caso, il docente non presterebbe lavoro straordinario, nel secondo caso si. Trattandosi di straordinario, le ore vanno pagate solo se effettivamente prestate. Pertanto, non solo non vanno pagate durante i mesi di luglio e agosto, ma nemmeno nei periodi in cui il docente dovesse risultare assente a qualsiasi titolo. Malattia compresa. Resta il fatto, però, che il ministero dell’economia argomenta questo nuovo indirizzo interpretativo facendo riferimento solo alla giurisprudenza orientata in tal senso. In ciò omettendo i precedenti di segno contrario come, per esempio, la sentenza n.391 del 7/6/2007 del Tribunale di Matera.

La questione delle ore eccedenti, è fortemente dibattuta fin dall’atto dell’entrata in vigore della legge 448/2001: il dispositivo con il quale venne abrogata la precedente legge, che prevedeva l’obbligo di non conferire ore eccedenti ai docenti di ruolo prima dell’esaurimento della graduatoria di istituto dei supplenti. L’art. 22, comma 4, della legge 448/2001, infatti, dispone il contrario, imponendo ai dirigenti scolastici di interpellare in via prioritaria i docenti interni in servizio nell’istituzione scolastica. E solo in caso di rifiuto da parte di questi ultimi, consente di procedere con le nomine dei supplenti. La ratio della norma era quella di spendere meno. Ma nel 2003, venne stipulato un contratto collettivo che prevedeva il conglobamento dell’indennità integrativa speciale nella retribuzione tabellare. Il che fece aumentare notevolmente il costo delle ore eccedenti, che prima venivano pagate quasi la metà. Sebbene l’art. 22 della legge 448/2001 avesse prodotto un effetto contrario alla sua ratio originaria, il legislatore ritenne di non modificarla. In ciò continuando a precludere ai docenti precari utili occasioni di lavoro e, soprattutto, di accumulo di punteggio.

Il risultato, però, è stato un maggiore aggravio di costi per l’erario. Non solo in termini di entità della somma delle retribuzioni, ma anche per il fatto che i docenti precari che lavorano sugli spezzoni non vengono pagati nei mesi estivi. Un’ora di supplenza disposta su un’ora eccedente costa, infatti, circa 127 euro, contro i 140-150 del docente di ruolo. E tale costo continua a gravare, nel caso del docente di ruolo, anche nei mesi di luglio e agosto. Secondo le stime del ministero dell’economia, nei soli mesi di luglio e agosto, il costo per l’erario è di 20 milioni di euro l’anno. Resta il fatto che anche questa volta la legge 448 non sarà modificata. Nonostante sia ormai certo che anziché ingenerare risparmi ha determinato e continua a determinare aggravi per l’erario. E si è preferito intervenire in via interpretativa, scegliendo di abbassare le retribuzioni a docenti in costanza di rapporto. Non di meno il problema dei maggiori costi resta in piedi. Perché anche senza le retribuzioni dei mesi di luglio e agosto, i compensi dei docenti di ruolo sono mediamente più alti rispetto ai precari, perché aumentano con il crescere dell’anzianità di servizio.

Concorso, si riaprono i giochi

da ItaliaOggi

Concorso, si riaprono i giochi

Giuseppe Mantica

La giustizia cautelare amministrativa assegna un altro punto a favore dei concorrenti esclusi dal concorso della Buona Scuola. Non si placano le tensioni tra i candidati ed il ministero dell’istruzione, lo svolgimento delle prove è ormai tracciato lungo due vie parallele: quella amministrativa e quella giudiziaria. È di venerdì scorso (6 maggio 2016) la pubblicazione dell’ultima decisione del Consiglio di Stato sulla domanda di revoca avanzata dall’Avvocatura generale per conto del Miur in ordine all’ammissione con riserva al concorso per alcuni candidati (Ordinanza n. 1732/2016).

I giudici di Palazzo Spada hanno dichiarato inammissibile il riesame di una precedente ordinanza emessa il 28.4.2016, da un diverso collegio della stessa sezione, con il n. 1600/2016, già annunciata da ItaliaOggi nell’edizione del 30 aprile successivo. Questo consente, intanto, ai candidati vittoriosi di presentarsi con sicurezza a sostenere le prove d’esame.

La vicenda merita una precisazione storica data la sua complessità: i candidati esclusi dal concorso perché carenti del titolo abilitante (il tirocinio di formazione attiva) previsto dal decreto attuativo hanno proposto ricorso al Tar del Lazio. La causa verte sulla illegittimità del bando perché contrastante con il Testo Unico dell’istruzione (il decreto legislativo n. 297/1994) e reca contestuale domanda cautelare per consentire la partecipazione alle prove sub judice.

Il giudizio di merito ha tempi di trattazione più lunghi, per la necessaria ponderazione ed istruzione completa che i casi necessitano, mentre le istanze cautelari, essendo esaminate sommariamente, sono per loro ragione (evitare pregiudizi irreparabili) più rapidi. Infatti la causa deve essere ancora decisa dal Tribunale, mentre il percorso cautelare amministrativo ha svolto tutte le sue fasi: in primo esame l’Ordinanza n. 3131/2016 (depositata l’11.4.2016) ha respinto la domanda, peraltro invertendo un precedente orientamento che -per casi simili- aveva invece ammesso i ricorrenti alle prove in via provvisoria. Contro questa decisione, i docenti (sostenuti dal sindacato Anief) hanno proposto appello presso il Consiglio di Stato sempre in ordine all’adozione della misura cautelare, ed i giudici di gravame hanno accolto le loro ragioni autorizzandoli ad accedere al concorso; fermi restando i futuri effetti del giudizio di merito radicato presso il giudice di primo grado (il Tar di Roma).

A questo punto il ministero ha ritenuto possibile, e forse anche doveroso, proseguire il giudizio sicché ha proposto istanza di riesame allo stesso Consiglio di Stato in forza dell’art. 58 del codice di procedura amministrativa incorrendo tuttavia in una dura risposta negatoria di Palazzo Spada. La norma in questione, si legge in atto, prevede la possibilità di chiedere la revoca e la modifica del provvedimento cautelare collegiale se si verificano mutamenti nelle circostanze o se si allegano fatti anteriori di cui si è acquisita conoscenza successivamente alla decisione impugnata: elementi carenti in questa situazione e che hanno resa superflua e dispendiosa la richiesta di Viale Trastevere.

Occhio alla riforma: con i costi standard c’è il rischio di produrre solo tagli

da ItaliaOggi

Occhio alla riforma: con i costi standard c’è il rischio di produrre solo tagli

Angela Iuliano

Rafforzare i finanziamenti alle strutture in grado di erogare formazione di qualità e pinvestire in docenti preparati e laboratori moderni. È la prima direttrice di lavoro indicata dall’Isfol nel XIV Rapporto «Istruzione e Formazione Professionale» (IeFp) per rispondere alle attuali esigenze del sistema IeFp. Un contributo in vista della delega della Buona Scuola sull’istruzione professionale e dell’attuazione della riforma costituzionale che metterà mano a questi percorsi. Per l’Isfol riallocare le risorse finanziarie, riducendo i divari territoriali, non deve tradursi in tagli. «Il rischio», spiegano, «è che si verifichi un impoverimento dell’offerta con il conseguente abbassamento della qualità, che ridurrebbe a sua volta la professionalità e le prospettive occupazionali degli allievi, con una conseguente crescita dei costi sociali della dispersione e della mancata professionalizzazione».

Altra direttrice, l’avvio della valutazione delle politiche formative messe in atto. Se l’intento è dotare il segmento di Iefp delle istituzioni formative di un modello analogo a quello utilizzato per le scuole, «va rappresentata l’esigenza di tenere pienamente conto delle specificità (finanziarie, organizzative, metodologiche) dei centri di formazione». Si pensi ai finanziamenti stabili per le scuole rispetto alla precarietà della dipendenza dai bandi annuali o, solo in alcuni casi, triennali per i centri. Oppure allo scarto nel numero di ore di formazione in azienda. La valutazione delle competenze degli allievi e delle attività delle strutture formative deve, allora, «affiancarsi una valutazione dell’intero sistema IeFp delle politiche formative». Ma per questo scopo serve «soprattutto la capacità di effettuare analisi ragionate sulle politiche formative basate sulla conoscenza non solo dei dati ma anche delle dinamiche del territorio e delle specificità regionali». L’analisi Isfol della curvatura regionale delle figure del Repertorio nazionale IeFp, inoltre, conferma l’esistenza di una varietà di approcci nella declinazione, da parte delle amministrazioni regionali, degli standard nazionali delle figure professionali, in corrispondenza con i fabbisogni del mercato locale. Occorre, allora, «rafforzare il rapporto tra sistema formativo e fabbisogni territoriali».

Non si può, poi, «prescindere da un’ottica integrata che veda i percorsi IeFp, Ifts, Its come segmenti della filiera lunga della formazione tecnico-professionale», sebbene fatichi a costituirsi per la scarsa diffusione nazionale sia del IV anno di Iefp sia dei percorsi Ifts. Opportuno, quindi, lavorare alla messa in coerenza dei rispettivi tre repertori. Infatti, «anche se per molti giovani che accedono alla IeFp l’interesse principale è costituito dall’inserimento lavorativo, «è un dato di fatto che ad una larga parte» dei giovani del’IeFp «risulta negata la possibilità di proseguire il proprio percorso di specializzazione». Infine, per l’Isfol, è opportuno promuovere una strategia istituzionale di comunicazione pubblica, nazionale e locale, sull’IeFp

Assegnazioni provvisorie allargate ai neo-assunti

da La Tecnica della Scuola

Assegnazioni provvisorie allargate ai neo-assunti

Trova conferma nel decreto scuola, approvato dalla commissione Istruzione del Senato il 10 maggio, l’assegnazione provvisoria per i docenti neo-assunti.

Il provvedimento, che deroga al vincolo triennale previsto dalla normativa in vigore e permette di far presentare domanda anche interprovinciale già nella prossima estate, in corrispondenza della mobilità che troverà compimento nell’anno scolastico 2016/17, era stato annunciato nei giorni scorsi. E ora va a compimento.

Per formalizzare la deroga per gli oltre 87mila insegnanti immessi in ruolo nel corso di quest’anno scolastico a seguito dell’approvazione della riforma cosiddetta Buona Scuola, tuttavia, servirà il via libera definitivo dell’Aula di Palazzo Madama. Che comunque è pressoché scontato.

Nel testo approvato oggi in commissione Cultura e Istruzione di Palazzo Madama, “sono previsti l’ampliamento del bacino su cui può essere effettuata l’assegnazione provvisoria, offrendo a più insegnanti di ruolo la possibilità di restare vicino a casa”, ha confermato Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Partito Democratico, al termine della votazione che porterà ora il provvedimento in Aula.

Concorso scuola dell’Infanzia, sì all’emendamento per assumere 2mila idonei in graduatoria di merito

da La Tecnica della Scuola

Concorso scuola dell’Infanzia, sì all’emendamento per assumere 2mila idonei in graduatoria di merito

Per 2mila docenti inseriti nelle graduatorie dell’infanzia, vincitori del concorso per titoli ed esami, si aprono le porte dell’immissione in ruolo.

Ad annunciarlo, nel pomeriggio del 10 maggio, è Marco Di Lello, deputato socialista del Pd: il provvedimento, che ora attende il sì dell’Aula del Senato, fa parte degli emendamenti approvati nel pomeriggio del 10 maggio dalla Commissione Cultura e Istruzione di Palazzo Madama.

“Saniamo un’ingiustizia, valorizziamo il merito, grazie ad un nostro emendamento più di 2.000 insegnati bravi e motivati che si trovavano nelle graduatorie di merito dell’infanzia saranno immessi in ruolo. Una buona notizia per i bambini e le loro famiglie”, ha detto con soddisfazione l’on. Di Lello.

Si tratta, ovviamente, di una graduatoria riguardante dei candidati maestri che hanno già svolto, con successo, il concorso per esami e titoli nel 2012. E non quello in corso, bandito nel 2016.

Le assunzioni dei docenti idonei della scuola dell’infanza, come già avvenuto con le fasi B e C del piano straordinario della riforma 107/2015, si potranno anche attuare fuori la regione dove il candidato ha svolto il concorso, qualora non vi siano più posti vacanti.

Non appena saremo in possesso di informazioni ulteriori sull’emendamento approvato, le pubblicheremo su questa testata giornalistica.

Decreto Scuola, la Commissione Cultura dice sì

da La Tecnica della Scuola

Decreto Scuola, la Commissione Cultura dice sì

Passa in Commissione Cultura e Istruzione di Palazzo Madama il decreto scuola, con i sei emendamenti chiesti del governo.

In attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti degli emendamenti approvati nella commissione del Senato, proponiamo ai nostri lettori il commento, a caldo, al termine della seduta da parte del presidente della commissione Andrea Marcucci (Pd)

“Nel testo pronto per l’aula, saranno quindi compresi anche l’aumento dei compensi a commissari di concorso e il bonus 18enni esteso ai ragazzi con permesso di soggiorno”, ha detto Marcucci.

“Arriva in Aula un decreto sulla scuola atteso ed importante – ha commentato senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd – con le misure annunciate dal Governo sul raddoppio al compenso dei commissari di concorso e sulla card di 500 euro per i consumi culturali estesa anche ai 18enni non comunitari. Per il premier Renzi l’educazione è una priorità del Paese”.

“Nel testo sono previsti l’ampliamento del bacino su cui può essere effettuata l’assegnazione provvisoria, offrendo a più insegnanti di ruolo la possibilità di restare vicino a casa e l’assorbimento delle graduatorie di merito del concorso 2012 dell’infanzia. Inoltre – conclude Puglisi – gli studenti con disabilità avranno la libertà di scelta educativa attraverso il rifinanziamento del fondo”, ha concluso Puglisi.

Nei prossimi giorni il testo verrà quindi portato in Aula, dove dovrebbe al più presto ottenere il via libera definitivo.

Per quanto riguarda i contenuti specifici del decreto, appena disponibili verranno pubblicati su questa testata giornalistica.

Lingue di minoranza, presentazione progetti entro il 6 giugno 2016

da La Tecnica della Scuola

Lingue di minoranza, presentazione progetti entro il 6 giugno 2016

Con la nota prot. n. 4843 del 5 maggio 2016 il Miur ha dettato istruzioni per la presentazione di progetti volti alla tutela e alla promozione delle minoranze linguistiche.

I Dirigenti scolastici degli istituti statali o dipendenti dalle regioni e province autonome del primo ciclo situati in “ambiti territoriali e subcomunali delimitati in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche” (art. 3 della succitata legge 482/1999) sono invitati a presentare, anche con il coinvolgimento di scuole paritarie, percorsi progettuali in rete per il biennio 2016/2018, secondo i criteri individuati nella nota stessa.

L’invio dei progetti da parte delle istituzioni scolastiche, con la documentazione prescritta, dovrà essere effettuato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale d’istruzione, V.le Trastevere 76/A – 00153 Roma, entro e non oltre il 6 giugno 2016.

Usr in affanno per la composizione delle commissioni

da La Tecnica della Scuola

Usr in affanno per la composizione delle commissioni

L’aumento dei compensi per i commissari di concorso promesso dal Governo non sta dando i risultati sperati.

Secondo la Gilda degli Insegnanti in molte regioni d’Italia i docenti stanno subendo forti pressioni da parte delgli Usr che fanno sempre più fatica a mettere insieme le commissioni per  i concorsi a cattedre.
Nel giro di pochi anni un incarico tradizionalmente ambito (il “gettone” non era disprezzabile ed era anche previsto l’esonero o il semiesonero dal servizio) si è trasformato in una sorta di “gabella” che ben pochi sono disposti ad accettare.

“Partecipare alle commissioni del concorso – ricorda il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio – non è un obbligo previsto dal contratto di lavoro e gli Usr non possono imporre ai docenti di accettare le nomine di ufficio”.

La situazione che si è creata in molte regioni è paradossale: da un lato gli Uffici scolastici regionali hanno facoltà di procedere con la nomina di ufficio se mancano candidature spontanee, “ma sottolinea Di Meglio – non esiste alcun obbligo da parte dei docenti di accettare l’incarico: il CCNL, infatti, stabilisce l’obbligatorietà del compito soltanto per le commissioni di esame per gli alunni”.

Peraltro va anche detto che – ad oggi – la questione dell’aumento dei compensi per i commissari non è affatto risolta, perchè il provvedimento legislativo è ancora all’esame del Senato.

Pagamento supplenze: altri problemi in arrivo?

da La Tecnica della Scuola

Pagamento supplenze: altri problemi in arrivo?

Il disegno di legge di conversione del decreto 42 sulla funzionalità del sistema scolastico sta riprendendo prorio in queste ore il suo iter al Senato.
Nel primo pomeriggio del 10 maggio la Commissione Cultura del Senato riprende i lavori sul decreto 42 esaminando gli emendamenti proposti dal Governo che dovrebbero dare soluzione ad alcuni problemi sul tappeto (compensi per i commissari di concorso e pagamento degli stipendi dei supplenti in modo particolare).
Al momento non si conoscono ancora i dettagli ma dalla sintesi pubblicata nella pagina della Commissione Bilancio del Senato risulta che non tutti gli emendamenti hanno ottenuto il consenso della Ragioneria dello Stato.
Nel corso della giornata dovremmo saperne qualcosa di più, per il momento è bene essere cauti e non dare per scontato che tutto fili liscio.

Lettera di DiSAL sulla valutazione dei dirigenti scolastici

da tuttoscuola.com

Lettera di DiSAL sulla valutazione dei dirigenti scolastici

Ecco il testo della lettera che il presidente della DiSAL, Ezio Delfino, ha scritto al Ministro Giannini e ai membri del CSPI in merito alla valutazione dei dirigenti scolastici.

“Gent. Ministro, Sig.ri Consiglieri,

della valutazione della dirigenza scolastica si parla dal 2000 e da allora è stata affrontata con sperimentazioni che non hanno mai avuto attuazione. E’ notizia di questi giorni dell’imminente pubblicazione della relativa Direttiva, recentemente illustrata presso il MIUR alle OO.SS, e del prossimo suo passaggio in Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il parere tecnico.

Sulla base delle informazioni disponibili  – non essendo purtroppo state coinvolte nel confronto le Associazioni professionali  –  si sa che verrà introdotto un modello di valutazione basato principalmente sulla coerenza di azioni avviate dal dirigente scolastico rispetto a obiettivi stabiliti a livello territoriale e di contesto, a priorità e traguardi rilevati nel RAV, agli interventi previsti dal Piano di miglioramento e sulla misurazione del livello di raggiungimento degli stessi.

L’avvio di un sistema di valutazione dei dirigenti scolastici è indispensabile ad un moderno sistema scolastico, anche perché può favorire una riflessione sull’efficacia del proprio lavoro, sulle modalità di investimento delle risorse umane ed economiche, sui risultati e sugli esiti di apprendimento della comunità scolastica, pur tenendo presente, tuttavia, che questi dipendono prevalentemente dall’azione della comunità degli insegnanti.

Sono noti i carichi e le incombenze, in qualche caso anche improprie, che sono state affidate negli ultimi anni ai dirigenti scolastici: i presidi sono comunque disponibili alla valutazione, anche se attendono una non più procrastinabile revisione del profilo normativo che valorizzi la dimensione educativa del loro ruolo, una giusta soluzione delle sperequazioni retributive e l’adeguamento dello stipendio alla gravosità del lavoro.

Con l’intento di contribuire all’avvio di un modello valutativo coerente ed efficace evidenziamo alcune richieste che auspichiamo siano tenute in considerazione nella scrittura della prossima Direttiva:

– garantire che gli obiettivi assegnati al dirigente scolastico siano chiari e verificabili, prevedendone l’eventuale condivisione con il Consiglio di Istituto;

–  garantire la coincidenza tra periodo di mandato triennale del preside e quello del Piano di miglioramento;

– prevedere nella valutazione un coinvolgimento diretto della scuola dove il dirigente operaattraverso l’osservazione di azioni ‘in situazione’ che permettano al Nucleo di valutazione di integrare l’autovalutazione con una conoscenza diretta della realtà scolastica;

– evitare dimensioni valutative del dirigente esclusivamente tarate su risultati, su apprezzamenti dell’utenza e su pure capacità tecniche – con il rischio di generare, nel tempo, un’immagine di dirigenza con esclusive caratteristiche di managerialità gestionale – e considerare anche gli indispensabili aspetti legati alle sue capacità relazionali e motivazionali ed all’attitudine al perseguimento di aspetti valoriali;

–  prevedere un coinvolgimento diretto del valutato, permettendo sempre una restituzione in contraddittorio degli esiti della valutazione;

–  prevedere la conclusione del percorso di valutazione con un rapporto finale del Nucleo consegnato anche alla scuola, con indicazioni sugli aspetti complessivi da migliorare, tali da essere verificabili dopo il periodo prefissato;

– garantire la composizione del Nucleo di valutazione con dirigenti scolastici, di zone geografiche diverse, con sicure competenze metodologiche, così da garantire la specifica conoscenza della realtà scolastica. Il Nucleo va presieduto da una funzione ispettiva di alto profilo e di documentata competenza: valutare significa, infatti, collaborare a migliorare non innanzitutto procedure, ma dimensioni culturali, formative  o di contesto;

– avviare un modello di valutazione che, nello spirito della L. 107/2015 che prospetta una scuola come comunità di apprendimento aperta al rapporto con il territorio, tenga conto anche del livello di consenso e della disponibilità a collaborare da parte dei soggetti istituzionali, territoriali e privati;

– introdurre contemporaneamente, in un contesto organico di valutazione del sistema scolastico, la valutazione anche delle altre componenti scolastiche dalla cui collaborazione dipende l’esito dell’operato dei presidi, che, altrimenti, verrebbero identificati unici responsabili dei risultati di azioni e processi che esigono la cooperazione anche di altri attori;

– stabilire un periodo propedeutico di due anni al termine dei quali verificare e rivedere strumenti e metodologie indicate dalla direttiva, per giungere ad una definitiva implementazione del modello di valutazione  dei presidi integrato all’interno di un coerente sistema nazionale di valutazione.

La valutazione del dirigente, slegata da una valutazione di ‘sistema’, oltre a non quotare la situazione reale della scuola che egli dirige, corre il rischio di rappresentare una discriminazione verso i dirigenti stessi, individuati come unici soggetti responsabili del funzionamento, e potrebbe ridurre, nei fatti, la procedura valutativa ad una mera formalità finalizzata all’accesso al salario di risultato.

Il processo valutativo è un’importante occasione per scegliere un modello di professione direttiva, che, lungi dal limitarsi a mera amministrazione e managerialità alla quale spesso è stata ridotta in questi anni,  venga valorizzata come grande servizio ai bisogni formativi e culturali delle nostre scuole e del paese.

A questo compito DiSAL mette a disposizione tutta la propria esperienza culturale e professionale”.

Commissione Senato, ok a decreto scuola

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Commissione Senato, ok a decreto scuola
Aumento compensi commissari e bonus 18enni

La commissione Cultura e Istruzione del Senato ha approvato il decreto scuola, con i 6 emendamenti del governo. Non si esclude l’ipotesi del voto di fiducia, già questa o forse la prossima settimana.

Nel testo pronto per l’aula, saranno quindi compresi anche l’aumento dei compensi a commissari di concorso e il bonus 18enni esteso ai ragazzi con permesso di soggiorno“, assicura il presidente della commissione Andrea Marcucci (Pd) al termine della seduta.

Il decreto reca disposizioni anche per la stabilizzazione e il riconoscimento della scuola di sperimentazione di dottorato internazionale Gran Sasso science institute, contiene il bonus di cinquecento euro per i diciottenni, anche extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, e l’aumento dei compensi ai commissari del concorso per docenti, proposti dal Governo.

Al dl, sul fronte ricerca, ha presentato un ordine del giorno piuttosto critico la senatrice a vita e professoressa di farmacologia Elena Cattaneo.