Personale ATA: buone notizie

Personale ATA: buone notizie su immissioni in ruolo,
proroga supplenze e posizioni economiche

Nell’incontro di giovedì 26 maggio fra amministrazione e sindacati scuola, il Ministero dell’Istruzione ha fornito positive notizie su argomenti che da tempo sono stati oggetto delle pressioni e delle lotte delle organizzazioni sindacali e della categoria. Leggi il resoconto dettagliato dell’incontro.

Innanzitutto siamo stati informati che, fatte le ultime verifiche sul passaggio del personale delle province alle altre amministrazioni pubbliche, ormai non vi sono ostacoli per lo sblocco delle immissioni in ruolo del personale collaboratore scolastico, assistente amministrativo e tecnico. Pertanto le immissioni in ruolo si faranno in agosto con decorrenza settembre 2016. La FLC CGIL ha chiesto che per chi doveva essere immesso in ruolo già dal settembre 2015 la decorrenza giuridica parta proprio da quella data.

In secondo luogo l’amministrazione ha annunciato che ha già deciso di prorogare i contratti di supplenza oltre il 30 giugno sui posti liberi in organico di diritto. L’Amministrazione è nelle condizioni di assicurare la proroga da subito fino al 31 luglio, ma in realtà conta di attivare le proroghe fino al 31 agosto, una volta che siano stati superati alcuni ostacoli amministrativi presso il Dipartimento della Funzione pubblica. Contestualmente verrà data l’indicazione agli Uffici Scolastici Regionali di autorizzare le proroghe, su richiesta dei dirigenti scolastici, sui posti liberi nell’organico di fatto.

Inoltre, ci è stato finalmente comunicato che le circa 2.300 posizioni economiche finora non pagate per inefficienze amministrative, sono state trasmesse e accettate dal Ministero dell’Economia.

Bene l’approvazione del decreto scuola

Bene l’approvazione del decreto scuola, ma occorre proseguire
con decisione e rapidità verso una piena parità scolastica

È stato approvato ieri in via definitiva alla Camera, con 268 voti a favore, 121 contrari e 9 astenuti, il decreto-scuola che introduce alcune misure importanti per il settore dell’istruzione. Tra queste, i 12 milioni di euro per il sostegno agli alunni disabili frequentanti le scuole paritarie.

Nonostante l’estrema esiguità del contributo, che permetterà ad ognuno degli oltre 12mila alunni disabili frequentanti le scuole paritarie di avere a disposizione circa mille euro per il sostegno (cifra ancora molto lontana dalla copertura del costo effettivo) le scriventi associazioni ritengono positivo il passo compiuto e meritevole l’impegno di quanti si sono spesi per realizzarlo.

Era assolutamente necessario, infatti, iniziare a mettere mano a questo problema così delicato, reso ancora più drammatico dall’incremento (+63%) di alunni con disabilità registrato nelle scuole paritarie in questi ultimi anni.

Analogamente, come evidenziato al convegno di presentazione del rapporto OIDEL- Novae Terrae sulla libertà di educazione nel mondo, svoltosi ieri alla Camera dei Deputati, risulta altrettanto urgente incrementare gli interventi ad ogni livello affinché anche nel nostro paese, che si trova solo al 47° posto nella classifica mondiale e fra gli ultimi a livello europeo, si giunga ad una effettiva parità scolastica.

Tutti i deputati relatori al convegno (Rubinato, Pagano, Palmieri, Gigli) e lo stesso sottosegretario Miur Gabriele Toccafondi, hanno convenuto infatti che “le politiche educative si misurano sulla base del rispetto dei diritti umani” e che “la libertà di scelta educativa e di creazione di scuole permette di valutare l’atteggiamento degli Stati nei confronti della società civile” (Oidel).

In poche parole, una società non è davvero libera se non è libera di educare. Pensiamoci.

Le associazioni:
Agesc
Cdo Opere Educative
Confap
Fidae
Fism

Una ricerca per monitorare la dispersione scolastica

Scuola, una ricerca Indire per monitorare la dispersione scolastica
Coinvolti 51.116 studenti della Calabria, Campania, Puglia e Sicilia

L’Indire ha presentato oggi, giovedì 26 maggio, al Centro Congressi di Roma Eventi, il “Rapporto di monitoraggio e analisi dei prototipi di intervento territoriale”, in occasione dell’ultimo Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo Sviluppo” e “Ambienti per l’apprendimento”. La ricerca prende in esame l’azione di contrasto alla dispersione scolastica precoce in aree territoriali a elevato rischio, che è stata realizzata negli anni scolastici dal 2013 al 2015 nelle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). L’attività fa parte del “Piano di Azione Coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud” ed è nata per volontà dell’Agenzia per la Coesione territoriale, in accordo con la Commissione Europea e in sinergia con il MIUR, le Regioni coinvolte, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia.

La dispersione scolastica da anni è un tema al centro delle politiche di istruzione e formazione promosse dall’Unione Europea. Nei triennio 2013-2015 al Sud sono stati 207 i progetti autorizzati e sviluppati contro l’insuccesso formativo, per un totale di 828 scuole coinvolte: 207 capofila (89 della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, 118 al secondo ciclo) e 621 istituti scolastici in rete (457 della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, 164 al secondo ciclo). A queste si aggiungono altri 810 enti del territorio tra amministrazioni pubbliche (165), associazioni no profit (621) e cooperative (24). I progetti hanno coinvolto complessivamente 51.116 studenti: di questi 47.293 (il 92,5%) hanno frequentato tutte le attività previste (25.425 maschi e 21.868 femmine), mentre 3.823 (il 7,5%) hanno abbandonato tutti i percorsi dei progetti.
Alle iniziative sono stati coinvolti anche “target strumentali”, soggetti a cui indirizzare formazione o interventi dedicati per facilitare il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa contro la dispersione scolastica. Tra questi, sono stati individuati 7.208 genitori (84% madri, 26% padri), 6.632 docenti e 176 operatori del personale non docente.

Le reti di scuole coinvolte hanno scelto come elementi principali su cui intervenire la riduzione della disaffezione scolastica, delle ripetenze e il miglioramento delle competenze di base in italiano e matematica. Per rilevare il miglioramento raggiunto nei percorsi formativi sono stati scelti quindi indicatori quantitativi, come la percentuale di assenza, il passaggio alla classe successiva, la votazione curricolare in italiano e in matematica.
I miglioramenti più evidenti si sono verificati sul versante della frequenza scolastica. Il 94,5% degli studenti monitorati, infatti, non ha interrotto la frequenza scolastica e l’88,1% è passato alla classe successiva, rilevando una forte riduzione del rischio di abbandono scolastico dei ragazzi che hanno partecipato ai percorsi. Hanno mostrato minor successo gli indicatori relativi alla valutazione nelle varie discipline; all’ultimo posto quelli riguardanti il coinvolgimento delle famiglie. Se gli interventi hanno contribuito al raggiungimento, nelle scuole monitorate, dell’obiettivo europeo di ridurre il tasso di abbandono scolastico precoce sotto il 10%, è evidente la difficoltà a intervenire con successo sul miglioramento delle competenze di base degli studenti. Un dato, questo, che nel tempo inciderà inevitabilmente sul conseguimento di uno dei parametri previsti dalla Commissione Europea per il settore Istruzione, ossia l’aumento al 40% della soglia dei giovani 30-34enni in possesso di un titolo universitario. Per innalzare questa quota percentuale sarà dunque necessario intervenire con azioni specifiche sul sistema della scuola primaria e secondaria, oltre che sulla qualità dell’istruzione superiore. Il “Rapporto di monitoraggio e analisi dei prototipi di intervento territoriale” è stato curato da Patrizia Lotti e Valentina Pedani dell’Indire.
Durante l’incontro sono stati presentati anche i risultati della ricerca Indire su “Competenze Digitali di studenti e docenti delle Regioni del Sud”, già illustrati alle Università di Udine e di Padova. L’indagine ha coinvolto 9.508 studenti e 7.732 docenti degli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado delle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Lo studio è stato curato dai ricercatori Annalisa Buffardi, Samuele Calzone, Claudia Chellini e Gabriella Taddeo.

CARTA DOCENTE

CARTA DOCENTE, GILDA CHIEDE CHIARIMENTI AL MIUR

La Gilda degli Insegnanti chiede un incontro al Miur per chiarire i tanti dubbi che ancora permangono sull’utilizzo della Carta del Docente e l’emanazione di una circolare dettagliata che li dirima una volta per tutte.

“I 500 euro erogati in busta paga e spesi per la formazione e l’aggiornamento – afferma il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – devono essere rendicontati entro il 31 agosto e c’è confusione sui beni e servizi che possono essere inclusi. Al di là di una circolare molto vaga emanata molti mesi fa e contenente soltanto indicazioni generali, manca una specifica comunicazione formale da parte dell’Amministrazione e le faq fornite dal Miur, oltre a essere nulle dal punto di vista giuridico, hanno provocato una serie di problemi interpretativi nelle singole scuole”.

“Non si comprende perché – prosegue Di Meglio citando qualche esempio – non rientrerebbero nell’utilizzo della card ‘le componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner cartucce, stampanti, pennette usb, videocamere, fotocamere e videoproiettori’. I docenti infatti utilizzano stampanti, toner e cartucce normalmente nel lavoro domestico per la scuola e videocamere e fotocamere negli istituti dove il PTOF prevede l’uso di materiali audiovisivi. Appare poi contraddittoria l’esclusione degli smartphone, mentre rientrerebbero i tablet che ormai sono del tutto equivalenti per funzioni e capacità di comunicazione ad un normale smartphone”.

“Inoltre in molte scuole i dirigenti chiedono una rendicontazione specifica soggettiva delle spese sostenute per musei, mostre ed eventi culturali. Poiché quasi sempre non è possibile identificare i biglietti di ingresso con codice fiscale o nominativo – conclude il coordinatore della Gilda – sarebbe opportuno chiarire che è sufficiente un’autodichiarazione”.

Migliaia di insegnanti assunti lo scorso anno dovranno fare le valigie. Uffici intasati

da ItaliaOggi

Mobilità, ingorgo con sorpresa

Migliaia di insegnanti assunti lo scorso anno dovranno fare le valigie. Uffici intasati

Marco Nobilio

Sono 500 le operazioni da effettuare con il mouse per compilare la domanda di assegnazione dell’ambito per i docenti assunti in fase B e in fase C. A ciò vanno aggiunte le consuete operazioni per far valere i titoli che danno luogo all’attribuzione dei punteggi. Che vanno autocertificati in dettaglio e inseriti nella domanda. Una mano esperta impiega non meno di un’ora e mezza per compilare e inviare la domanda. Un neofita molto di più. Per questo motivo le sedi dei sindacati in questi giorni sono affollatissime.

L’aria che si respira tra gli addetti ai lavori è molto tesa. Perché i diretti interessati rischiano di andare a lavorare anche in province molto lontane da casa. Si tratta di docenti, tra i quali non è raro incontrare uomini e donne di mezza età, che per quest’anno hanno evitato di allontanarsi dalla propria provincia, grazie al differimento della presa di servizio, concesso a chi aveva una supplenza annuale in corso all’atto dell’immissione in ruolo.

Alcune migliaia di docenti tra quanti sono stati graziati quest’anno, dal prossimo 1° settembre, con ogni probabilità, dovranno fare le valige. Anche perché sui posti di potenziamento saranno disposti con priorità i trasferimenti interprovinciali a vantaggio di docenti che erano già in ruolo lo scorso anno. Sempre che nelle classi di concorso di riferimento non sussistano degli esuberi. Nel qual caso, la priorità assoluta sarà data al loro riassorbimento. E solo dopo queste operazioni saranno effettuate le operazioni di assegnazione degli ambiti ai neoimmessi in ruolo di fase B e C.

Quest’anno le operazioni di mobilità che dovranno essere gestite dagli uffici periferici del ministero dell’istruzione sono particolarmente complesse. Proprio perchè all’ordinaria amministrazione, pure gravosa, si aggiunge anche il problema dell’assegnazione degli ambiti ai neoassunti in ruolo delle fasi B e C e ai docenti che sceglieranno di partecipare alla mobilità interprovinciale, malgrado la cancellazione del diritto all’acquisizione della titolarità della sede operata dalla legge 107/2015. E dopo l’assegnazione degli ambiti, i docenti interessati dovranno attendere la chiamata diretta dei dirigenti. Sempre che non decidano di proporsi in prima persona inviando un’ulteriore istanza ai presidi interessati corredata di curriculum.

Insomma, una mole impressionante di adempimenti aggiuntivi, che rischia di bloccare l’avvio dell’anno scolastico o, comunque, di ritardare l’ordinato avvio delle lezioni.

E poi c’è anche il problema della gestione delle operazioni di mobilità annuale: le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni. Non è ancora chiaro se i movimenti annuali assumeranno rilievo in riferimento alle scuole o agli ambiti. Ma è ragionevole ritenere che, almeno, per la mobilità annuale, tutto resti più o meno come prima della legge 107. D’altra parte, la condizione essenziale ai fini della validità delle domande di assegnazione provvisoria è che il richiedente indichi come prima preferenza il comune di ricongiungimento alla famiglia o, comunque, le scuole comprese in tale comune. Mentre le utilizzazioni sono finalizzate al contemperamento delle esigenze dell’amministrazione e dei trasferiti d’ufficio, con particolare riferimento alla necessità di fare ritorno dalla sede scolastica (nell’ambito) dalla quale si è stati trasferiti d’autorità, così da garantire la continuità didattica.

D’altra parte «la continuità didattica è un bene da tutelare nei confronti degli utenti della scuola e non dei docenti (Tribunale di Potenza, decreto ex art. 700 cpc RGN 1206/12 del 13.09.2012)». Pertanto, va intesa «come una regola da osservarsi, da parte dell’amministrazione scolastica, soprattutto nell’interesse degli alunni, finendo per integrare, in questo specifico contesto, un modo preferenziale di gestione delle decisioni sulla mobilità degli insegnanti. (Tribunale di Bologna, sentenza 10/12/2013 n.947».

Fino ad oggi, però, il nodo dell’applicabilità della normativa sugli ambiti anche alla mobilità annuale non è ancora stato sciolto. E nemmeno quello sulla chiamata diretta. In quest’ultimo caso, peraltro, le posizioni tra amministrazione e sindacati restano distanti.

L’amministrazione, infatti, è ferma sulla propria posizione di applicare la legge 107 in modo diretto, senza mitigarne gli effetti con un contratto integrativo. Che pure dovrebbe essere negoziato e sottoscritto, secondo quanto è statuito nel contratto sulla mobilità. Sulla materia, infatti, le parti dovrebbero contrattare una sequenza contrattuale specifica. C’è stato già un primo incontro, ma l’amministrazione non ha fatto altro che presentare un indice delle eventuali disposizioni, facendo riferimento diretto a quanto scritto nella legge 107 in riferimento agli ambiti. Dunque, più che di un regolamento di attuazione contrattualizzato (che per sua natura consentirebbe l’introduzione di deroghe e interventi interpretativi delle legge 107), secondo i vertici del dicastero di viale Trastevere, sindacati e amministrazione dovrebbero limitarsi a sottoscrivere le disposizioni unilateralmente emanate dall’amministrazione.

Precari, la Consulta prende tempo

da ItaliaOggi

Precari, la Consulta prende tempo

La Corte deve decidere sulla stabilizzazione dei supplenti con contratti di lunga durata

Giuseppe Mantica

Ancora incertezze sulla stabilizzazione dei precari della scuola: la questione di legittimità è stata posta al vaglio della Corte Costituzionale che ha aperto i lavori nell’udienza del 17 maggio scorso. Le ordinanze di remissione sono sei, la prima dell’anno 2012 del Tribunale di Roma e l’ultima dell’anno 2014 del Tribunale di Trento: la norma sotto esame è l’art. 4, comma 1, della legge n. 124/99, nella parte in cui consente la copertura delle cattedre, che risultino effettivamente vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre di ogni anno e che rimangano prevedibilmente scoperte, mediante il conferimento di supplenze annuali.

Tanto era stato previsto in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale docente di ruolo (quindi negli ultimi quindici anni, fino alla legge n. 107/2015), situazione che ha comportato una successione di contratti a tempo determinato e dato origine a quel fenomeno definito come abuso di precariato.

Gli insegnanti, che sono stati utilizzati per anni a supplire nelle cattedre scoperte, pretendono, dunque, la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro con la trasformazione del contratto da tempo determinato (perché protratto oltre i trentasei mesi) a tempo indeterminato. Pare ad essi evidente, infatti, che gli incarichi annuali disposti in successione hanno avuto la funzione di sopperire ad esigenze non transitorie bensì a carenze strutturali e permanenti dell’Amministrazione; il ricorso sistematico alle assunzioni a termine dovrebbe, comunque, ritenersi illecito per il contrasto con i principi posti dalla Direttiva europea n. 1999/70/CE del 28 giugno 1999, e quindi con l’articolo 117 della Costituzione per violazione della gerarchia delle norme, e più estesamente dell’art. 11 sul riconoscimento e sulla valenza delle organizzazioni internazionali.

Invero, la Direttiva europea è stata recepita nel nostro ordinamento con il d.lgs. n. 368/01 (poi integrato dalla legge n. 247/07) che mira ad evitare l’abusivo ricorso al contratto a termine ed impone la conversione a tempo indeterminato qualora il rapporto provvisorio sia ripetuto, senza soluzione di continuità, oltre il termine di trentasei mesi. La disciplina che deve ritenersi applicabile anche ai dipendenti di pubbliche amministrazioni.

Il ministero resiste affermando che l’intervento della legge sulla Buona Scuola avrebbe sanato anche questa situazione avendo realizzato la condizione concorsuale posta come limite temporale dalla legge contestata.

L’udienza ha sollevato ulteriori polemiche sia perché la Corte ha ritenuto fuori termine le costituzioni di alcuni dipendenti e gli interventi ad adiuvandum di importanti organizzazioni sindacali quali Gilda, Flc-Cgil e Codacons, sia per la presentazione del giudice relatore che è parsa sintetica e semplificata per la sopraggiunta legge n. 107. I difensori dei lavoratori hanno insistito affinché la Consulta, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale della norma impugnata, riconosca l’applicabilità dell’art. 19 del d.lgs. n. 81/2015 che, in tema di revisione della normativa, riassetta la nuova disciplina organica dei contratti di lavoro subordinati.

Anche su questo fronte, dunque, restano tesi i rapporti tra docenti ed Amministrazione in attesa di conoscere le decisioni della Corte.

Concorso, correzione casuale

da ItaliaOggi

Concorso, correzione casuale

Viale Trastevere rende noti i criteri di verifica. Per ogni candidato un giudizio sintetico

Giorgio Candeloro

Dopo circa una settimana dalla conclusione delle prove scritte del concorso scuola 2016 il Miur ha reso disponibile la piattaforma per la valutazione degli elaborati. Dal 19 maggio scorso, infatti, le commissioni hanno potuto iniziare la procedura di correzione degli elaborati sulla base delle indicazioni operative contenute nella nota 14097 inviata ai direttori degli uffici scolastici regionali, con la quale il ministero spera di aver messo la parola fine alle polemiche che sono infuriate nelle scorse settimane riguardo alla presunta assenza di pubblicità nei criteri di valutazione e alla mancanza delle griglie di correzione.

Come funzionerà, dunque, concretamente la piattaforma? Come già in passato, prima dell’avvio delle operazioni di correzione degli elaborati il sistema rimescolerà questi ultimi, rendendo del tutto casuale l’ordine di correzione ed attribuendo a ciascuna prova un numero progressivo anonimo, diverso dal codice di controllo contenuto nella busta cartacea. A questo punto le commissioni avranno a disposizione sulla piattaforma le prove scritte e inizieranno a valutarle sulla base dei criteri proposti a livello nazionale (pertinenza, correttezza linguistica, originalità), fermo restando che ogni singola commissione potrà integrare o anche modificare in parte questi criteri, a condizione di motivare adeguatamente le variazioni nel verbale, che dovrà redatto al termine di questa prima fase dei lavori.

Le commissioni dovranno anche definire ulteriori criteri valutativi, stavolta specifici per singola classe di concorso e le griglie di valutazione con le conseguenti schede di correzione. Tutto sarà riportato in un verbale apposito, che verrà poi scansionato sulla piattaforma e inviato all’Ufficio Scolastico Regionale che dovrà provvedere alla tempestiva pubblicazione all’albo delle griglie.

Solo per le classi di concorso che prevedono prove pratiche le commissioni riporteranno a verbale le modalità individuate per il loro svolgimento e i relativi criteri di valutazione. Per la correzione dei quesiti a risposta chiusa si partirà da quelli di lingua, come previsto dal DM 874/2015; la commissione, coadiuvata dai membri aggregati di lingua, selezionerà la risposta corretta per l’assegnazione del voto che il sistema prospetterà poi in forma automatizzata per tutti i candidati. Al termine di questa operazione il sistema consentirà di proseguire nelle fasi successive della correzione. La funzione permetterà poi di formulare per ciascun quesito non linguistico una valutazione compresa in un range stabilito dal DM 95/2016. Successivamente ogni commissione dovrà redigere un giudizio sintetico da inserire a sistema che sarà l’ultimo atto delle operazioni di correzione.

Per le classi di concorso che lo prevedano tutti i candidati che abbiano sostenuto la prova scritta, indipendentemente dall’esito di questa, saranno chiamati a svolgere la prova pratica. Come ultimo passaggio della fase di correzione i presidenti delle sottocommissioni o delle commissioni degli ambiti disciplinari avranno a disposizione la funzione mediante la quale dichiarare conclusi i lavori.

Da questo momento l’attribuzione dei voti per tutte le prove diverrà immodificabile e sarà possibile, a questo punto, abilitare l’ultima funzione della piattaforma, quella che scioglierà l’anonimato, accoppiando il voto finale al candidato, il che renderà poi possibile la pubblicazione ufficiale dei risultati delle prove e la formulazione della relativa graduatoria.

Monta intanto l’attesa per le ultime prove scritte di infanzia e scuola primaria, in calendario per il 30 e il 31 maggio: a colpi di 60 mila candidati al giorno, nell’amministrazione serpeggia il timore per la tenuta dei sistemi informatici. E saranno quelle le due date più importanti per testare quanti, privi di abilitazione e forti di ordinanze di favore della magistratura, si potranno presentare all’ultimo minuto per sostenere la prova.

“Nessun taglio alla scuola, ma solo investimenti”

da La Tecnica della Scuola

“Nessun taglio alla scuola, ma solo investimenti”

“Con il Decreto Scuola approvato alla Camera, abbiamo dimostrato, ancora una volta, che non ci sarà nessun taglio nella scuola. Ma solo investimenti”.

È quanto ha dichiarato alla Tecnica della Scuola la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Partito Democratico, a proposito del Decreto Scuola approvato nella stessa giornata a Montecitorio, in modalità definitiva: “perché per noi la più grande scommessa è il capitale umano, i giovani e l’istruzione”, ha detto Puglisi.

La senatrice si è quindi soffermata su due provvedimenti, contenuti del decreto, riguardanti la scuola ma anche l’istruzione intesa in senso più largo.

“Come aveva promesso il presidente del Consiglio Renzi – ha tenuto a dire Puglisi – ci sono risorse nel decreto per aumentare i compensi per il personale impegnato nelle commissioni del concorso che recluterà nuovi insegnanti della scuola italiana”.

“C’è un’altra norma che pensiamo sia davvero importante per il Paese, un messaggio meraviglioso: è il bonus di 500 euro per i 18enni, che è stato esteso anche ai ragazzi extracomunitari, perché per essere cittadini in questo Paese occorra potere avere uguali opportunità di entrare in un museo, andare a vedere un film, comprarsi un libro e usufruire dell’immenso patrimonio culturale” che dispone, ha concluso la senatrice responsabile Scuola del Partito Democratico.

L’uso del video nell’osservazione peer-to-peer: formulario Indire

da La Tecnica della Scuola

L’uso del video nell’osservazione peer-to-peer: formulario Indire

Facendo seguito alle “Le Linee guida sull’osservazione della pratica didattica basata sui video” pubblicate a gennaio, ora Indire mette a disposizione dei docenti e dei tutor un formulario per raccogliere dati sulle esperienze sull’uso del video nell’osservazione peer-to-peer.

Si tratta di strumenti pensati per supportare i docenti nello sviluppo della “professional vision”, ovvero della capacità di riflettere sulla propria pratica professionale con l’ausilio di video registrati durante l’attività in classe.

La compilazione del questionario è volontaria e può essere effettuata da docenti e tutor che vogliano collaborare con la ricerca dell’Indire.

Per compilarlo, è necessario avere già aver svolto la fase di analisi della pratica didattica tramite il video. Quindi, l’indagine si rivolge solo ai docenti neoassunti che hanno fatto uso dei video per documentare le loro pratiche didattiche.

Il questionario si articola in quattro ambiti:

  • A. Scelta del prodotto video;
  • B. Aspetti individuati attraverso la visione del video
  • C. Organizzazione della video ripresa
  • D. Efficacia e sviluppi dell’esperienza.

Per qualsiasi riflessione sulle domande o problematiche è possibile utilizzare il forum interno all’ambiente neoassunti nel thread “Video osservazione: questionario”.

Il formulario rimarrà online fino al 30 giugno.

Pd, con ok a decreto nuove assunzioni e card anche a 18enni stranieri residenti

da La Tecnica della Scuola

Pd, con ok a decreto nuove assunzioni e card anche a 18enni stranieri residenti

“Bene l’approvazione definitiva del decreto legge per la funzionalità del sistema scolastico e della ricerca che contiene misure importanti a partire dalla estensione della card per acquisti culturali anche ai ragazzi residenti stranieri in possesso di permesso di soggiorno. Ma è, soprattutto, per il mondo della scuola che arrivano novità di rilievo: l’opportunità per i docenti di richiedere l’assegnazione provvisoria interprovinciale in deroga al vincolo triennale, la possibilità per gli insegnanti inseriti nelle graduatorie di merito del concorso 2012 per la scuola dell’infanzia di essere assunti anche in regioni diverse da quelle per cui hanno concorso, la garanzia circa il pagamento tempestivo delle somme dovute al personale della scuola per incarichi di supplenza breve e saltuaria. Inoltre, proseguirà fino al 30 novembre 2016 il programma Scuolebelle che, grazie a questo provvedimento, è stato rifinanziato con 64 milioni di euro. Per i disabili, infine, viene confermata una nuova modalità transitoria di calcolo dell’ISEE relativo ai nuclei familiari con componenti con disabilità più giusta ed equa, anche ai fini del riconoscimento di prestazioni scolastiche agevolate, in attesa dell’adozione delle modifiche al regolamento vigente volte a recepire le recenti sentenze del Consiglio di Stato”.

Lo dicono i deputati del Pd componenti della commissione Cultura Maria Coscia, Mara Carocci, Maria Grazia Rocchi, Camilla Sgambato e Umberto D’Ottavio.

“Infine – proseguono i deputati dem – il PD ha accolto con grande soddisfazione l’impegno del governo ad intervenire in fase di approvazione dei primi provvedimenti utili affinché sia superata la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, siano ricollocati i docenti assunti dalle graduatorie di merito nella regione in cui hanno espletato il concorso e, infine, che sia limitato il ricorso all’istituto della reggenza nelle istituzioni scolastiche. Soprattutto, gli ultimi due impegni ci sembrano importanti e coerenti con la volontà del gruppo Pd di risolvere due questioni: quella dei docenti assunti in fase b e quella per cui ancora troppe scuole sono affidate in reggenza laddove la Buona scuola punta proprio sul ruolo rafforzato del dirigente scolastico per rilanciare l’autonomia”.

“I nuovi presidi? No sceriffi, ma motori di cambiamento: largo al bonus premiale”

da La Tecnica della Scuola

“I nuovi presidi? No sceriffi, ma motori di cambiamento: largo al bonus premiale”

“Non abbiamo bisogno di sceriffi o manager, ma di ‘motori di cambiamento’: per questo abbiamo fornito nuovi strumenti ai dirigenti scolastici”.

È questo uno dei passaggi dell’intervento di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, tenuto il 25 maggio all’Istituto Galileo Galilei di Roma nel corso del convegno Anp “Il preside in Europa”.

“Abbiamo dato, per scelta politica, la responsabilità ai capi d’istituto di assegnare il bonus premiale, sulla base dei criteri del comitato di valutazione”, ha detto la democratica.

È stata una decisione in contro-tendenza, ma fondamentale: “ecco perché – ha aggiunto – non abbiamo mollato sulla decisione intrapresa di investire sul merito. Aver chiesto la fiducia delle Camere sulla Legge 107, significa aver legato il destino del Governo su quella decisione”.

“In questi giorni stiamo lavorando su importanti deleghe contenute nella riforma, che presto diventeranno decreti legislativi. A me – ha continuato Puglisi – è piaciuto molto un requisito chiesto ai dirigenti scolastici per attuare quei grandi cambiamenti contenuti nella riforma: è l’intelligenza emotiva, citata dal professor Giorgio Rambado. Si tratta di un requisito centrale, che può essere decisivo. Ad esempio, questa abilità andrebbe messa in atto per riuscire ad utilizzare al meglio l’organico di potenziamento, gestendo con intelligenza dei docenti professionisti che possono aiutare ogni singola scuola a crescere”.

Anche Puglisi si è soffermata sulla didattica personalizzata: “i nostri studenti, a tutti i livelli, hanno bisogno di un nuovo sistema di valutazione. Sulla base delle novità inserite nella Legge 107/15, questo potrà avvenire. A tutti i livelli scolastici”.

Puglisi ha quindi ricordato che presto, attraverso una delle leggi delega della Buona Scuola, “abilitazione all’insegnamento e reclutamento verranno uniti, per la prima volta, in un unico percorso: con le scuole che valuteranno come i nuovi docenti lavorano sul campo e verificare se meritano di essere assunti”.

““Questo significa ‘autonomia e responsabilità’: non esiste più la scuola dove tutti sono responsabili. Anche il dirigente scolastico sarà valutato ogni tre anni”, per verificare la sua portata innovativa e l’attuazione degli obiettivi.

Non sono previsti tagli di insegnanti, ma continueremo ad investire. È appena stato approvato il decreto scuola alla Camera, che va in questa direzione, ad iniziare dai compensi per i commissari dei concorsi dei docenti”.

“Dopo la sfida della flessibilità, che abbiamo portato in Europa, come ha detto il nostro premier, ora è il momento di investire in cultura e capitale umano”, ha concluso la responsabile Scuola Pd.

Misura nuovi compensi per commissari

da tuttoscuola.com

Concorso docenti
Misura nuovi compensi per commissari
Ipotesi di Tuttoscuola in attesa del decreto interministeriale

Otto milioni, dunque, da aggiungere allo stanziamento previsto nel bilancio del Miur (497.705 euro), costituito essenzialmente dalle entrate dei diritti di segreteria (comma 112 della legge 107/15) versati dai partecipanti al concorso (10 euro per ogni procedura concorsuale) e ammontanti a circa 2 milioni e 300 mila euro. Con quegli 8 milioni che vengono aggiunti ai 2 milioni e 800 mila, quale sarà il nuovo compenso per i commissari?

“Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definiti i compensi per i componenti delle commissioni di esame del concorso”. 

La legge rimanda, dunque, ad uno specifico decreto interministeriale con cui verranno definite, entro 30 giorni (fine giugno), le nuove misure dei compensi.

Non sappiamo su quali voci il decreto ministeriale interverrà. Sono, infatti, almeno quattro le voci teoricamente modificabili: il compenso base del presidente e dei commissari, il compenso per la correzione dei singoli elaborati, il compenso per il colloquio dei singoli candidati ammessi all’orale, il rimborso per le spese di viaggio.

Vi sono quindi soluzioni diverse, a seconda della considerazione che l’Amministrazione vorrà attribuire a ciascuna di queste voci.

Tra le ipotesi possibili, Tuttoscuola ha sviluppato innanzitutto quella più semplice: l’aumento in proporzione uguale per le tre voci attualmente esistenti, non comprendendo la voce eventuale dei rimborsi per spese di viaggio (prevista, invece, per le commissioni di maturità).

Consideriamo innanzitutto che il fondo di 2,8 milioni costituto dai diritti di segreteria e dagli stanziamenti a bilancio sia stato calcolato per coprire gli attuali compensi e che gli 8 milioni aggiuntivi servano, quindi, per integrare quei compensi.

Quale rapporto percentuale c’è tra il vecchio fondo e quello aggiuntivo?

Gli 8 milioni sono circa tre volte lo stanziamento dei 2,8 milioni iniziali, cioè il 285,7%.

Se tutte le singole voci degli attuali compensi vengono maggiorate di quel valore percentuale, avremmo importi fino a 717 euro come compenso base e 1,43 euro per la correzione di ogni elaborato

Vecchi e nuovi compensi (ipotesi)

Componenti della Commissione Compenso base Correzione prove Colloquio candidati
Vecchio nuovo Vecchio nuovo vecchio Nuovo
Presidente 251,00 717,14 0,50 1,43 0,50 1,43
Commissario 209,24 597,83 0,50 1,43 0,50 1,43