Noi siamo come parliamo

Noi siamo come parliamo
“Dialetti lucani:poesia,folk e tradizioni a Picerno

di Mario Coviello

 

“ Noi siamo come parliamo e quando sentiamo il dialetto del nostro paese,sappiamo che siamo tornati a casa”, recita Gerardo de Carlo di Ruoti, uno dei poeti dialettali che a Picerno, nell’atrio dell’Istituto Tecnico “ E.Einstein”, sabato 28 maggio ha recitato i suoi versi nel corso una serata dedicata a “ Dialetti lucani:poesia, folk, e tradizioni. “.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione “ Donne 99” di Tito, che la sua presidente Luisa Salvia ha reso punto di riferimento delle attività culturali del territorio, dalla dottoressa Assunta Arte che lavora al CNR e ha creato un ponte tra le amministrazioni comunali di Picerno e Tito, comunità unite nell’area delle parlate galloitaliche.

I sindaci di Picerno Giovanni Lettieri e di Tito Graziano Scavone, con il dirigente scolastico dell’IIS Domenico Gravante, hanno sottolineato nei loro saluti la necessità che le comunità lavorino insieme per valorizzare culture e tradizioni preziose e uniche,utilizzando al meglio il grande volano di Matera 2019 che deve diventare “Basilicata 2019”.

Il pubblico numeroso e attento ha ripetuto nel proprio dialetto le espressioni che la professoressa Patrizia del Puente, glottologa dell’Università di Basilicata, ha sottolineato nella sua brillante relazione su “ Le colonie galloitaliche tra vecchie e nuove interpretazioni”.

Un pubblico che in piedi ha seguito i ritmi del gruppo folk dell’Associazione “ Miss 48” di Ruoti, guidati da Felice Faraone, che ha ricordato gli antichi corteggiamenti dei balli tradizionali con ritmi travolgenti e sguardi furtivi.

Il pubblico ha ascoltato le poesie di Maria Triani di Potenza,Luisa Salvia di Tito, Gerardo e Maria Pina De Carlo di Ruoti,Camilla Carriero e Crescienza Lucia di Avigliano, Antonietta Ielpo di Lauria, Mario Martone di Bella. I versi hanno evocato gli affetti familiari,le schermaglie amorose,il ciclo delle stagioni, i riti misteriosi, l’attaccamento alla terra, capace di donare frutti sudati.

Assunta Arte, Paolo Curcio e Matteo Capece hanno letto poesie di Mario Romeo, già sindaco, che è stato ricordato come studioso che ha ospitato proprio a Picerno il primo convegno sui dialetti galloitalici.

I giovani dell’ “ E. Einstein” hanno presentato il video “ Resilienza”, con il quale hanno vinto un concorso indetto dalla Provincia di Potenza. In esso hanno raccontato il linguista tedesco Gerhard Rholfs che, negli anni 20 del 900, è salito su una carrozza di terza classe e si è accorto, dopo la stazione di Picerno, che i contadini, gli artigiani parlavano un dialetto con tratti propri delle parlate settentrionali. Rholfs, girando per le campagne di Potenza, Avigliano,Tito, Picerno a dorso di mulo ha individuato queste zone come colonie gallo-italiche, avviando studi che la professoressa Del Puente porta avanti con “ Alba”.

Introdotta dal professor Paolo Curcio,docente e animatore delle attività dell’ITIS, studioso dei dialetti, la professoressa Del Puente ha spiegato che Alba sta per “Atlante Linguistico della Basilicata”, un progetto sostenuto e finanziato dalla regione Basilicata con fondi sociali europei che si propone di raccogliere, indagare e salvaguardare un patrimonio linguistico unico dei nostri territori. In anteprima, la professoressa Del Puente ha dimostrato nella sua relazione che accanto alle influenze gallo italiche nei dialetti dell’area ci sono influenze siciliane. Le popolazioni liguri che furono costrette a scendere al sud nel XII secolo a causa della riforma valdese andarono prima in Sicilia e da lì, cacciati delle invasioni degli arabi e dei saraceni, giunsero in Lucania.

“ La ricchezza dei fenomeni linguistici presenti sul territorio lucano è di interesse internazionale, perché la Basilicata, terra di transito di molti popoli, conserva nell’entroterra un patrimonio linguistico inesplorato”, sottolinea la professoressa Del Puente.

La lingua è uno degli aspetti più importanti della cultura dei popoli. Ai popoli sottomessi la prima cosa che si impone è la propria lingua. Combattiamo l’omologazione culturale della moderna società dei consumi. Distaccarsi dalla lingua significa non avere identità. E, al di là della lingua standard, necessaria per intendersi nei diversi contesti, la vera identità si trova nel dialetto. Pensiamo ai nostri lucani nel mondo da tre secoli, che si tramandano la lingua madre. Il dialetto è lingua perché racconta di ciascuno la propria storia,le proprie origini, la propria cultura. Conservare i dialetti significa salvare una memoria e una cultura nella quale il popolo si riconosce.

IL PTTI NON S’HA DA FARE!

IL PTTI NON S’HA DA FARE!

La notizia è apparsa, con apprezzabile tempestività, all’alba del 28 maggio sul sito dell’USR Puglia, che partecipa la nota dei Capidipartimento del MIUR, n. 1708 del 27 maggio 2016, secondo cui la data del 30 maggio 2016, quale termine per l’adozione dei piani triennali per la prevenzione della corruzione delle istituzioni scolastiche e per la trasparenza, è sospeso in attesa di acquisire dall’ANAC i chiarimenti richiesti dal MIUR relativamente alle modalità di coordinamento delle disposizioni normative con il recente decreto legislativo del 17 maggio, di prossima pubblicazione.

Che cosa avesse ed abbia da chiarire – e quando – la ministra della Pubblica istruzione resta un mistero, avendo ella concorso, nella seduta del Consiglio dei ministri del 16 maggio u.s., all’approvazione di un decreto legislativo che ha cancellato l’obbligo delle istituzioni scolastiche di predisporre e approvare il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI): adempimento peraltro richiedente, in via propedeutica, l’elaborazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC), di competenza di ogni USR ed entro la stessa data del 30 maggio, con cui i PP.TT.TT.II. devono raccordarsi.

Quel che resta certo è che i dirigenti scolastici non sono più in fibrillazione, sino a qualche ora fa stretti tra il convincimento di dover corrispondere ad un adempimento divenuto inutile e quello di non potersi compiutamente fidare della propria Amministrazione.

I primi passi nel SNV

La valutazione delle scuole vista da vicino
I primi passi nel SNV

di Mavina Pietraforte
ispettrice tecnica Miur

 

Il lato umano

Esperienza interessante, umana, prima di tutto, questa del coordinamento dei Nev[1], nell’ambito del SNV.[2]

L’incontro con le persone di scuola, ognuna con un approccio diverso secondo la propria indole, il proprio temperamento, i loro sguardi, le loro trepidazioni, i loro affanni e dedizione, è l’esperienza più toccante e formativa di questa primo giro conoscitivo all’interno della scuola italiana

I luoghi e le persone bastano a suggestionare: talora incantati paesini di montagna, con figure di presidi che si stagliano nella loro coerenza e fermezza, con vene malinconiche di intellettuali prestati alla dirigenza scolastica, oppure zone di pianura contigue ai grandi centri eppure isolate, con donne dotate di pragmatismo che cercano di dominare e dirigere l’ineffabile qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Con docenti volenterosi e capaci che sanno presto smontare quanto di poco convincente ci può essere in teorie didattiche calate dall’alto, o che invece si affannano a stringere certezze sempre uguali.

Ecco, tutto questo è misurabile? E’ misurabile la percezione che si può avere della scuola, di quella scuola? E’ esprimibile con un giudizio?

Forse sì, se necessario, e certamente lo si può e lo si deve ricondurre entro binari di una valutazione il più possibile oggettiva, ma la mente se ne appropria diversamente, inoltrandosi in sentieri di riflessione che non possono non andare oltre il rigido format Invalsi che si ha in dotazione.

La soluzione più immediata non può che essere quella di snellire le procedure, ridurre il carico formale di documenti che sta accompagnando questa prima fase di valutazione, e questo nel rispetto delle persone che lavorano dentro le istituzioni scolastiche, ma anche per una migliore riuscita del lavoro che si va a condurre.

Spesso ci si accorge che non sono le domande previste nella griglia a dare voce e corpo alle ansie e al desiderio di far bene dei presidi, dei docenti, ma semplicemente il loro bisogno di raccontarsi, di trovare conferma e soprattutto di non sentirsi soli.

Questo è l’orizzonte di senso della valutazione: raccogliere e ascoltare le testimonianze di chi ogni giorno è in classe, è in presidenza, è negli uffici, di chi come collaboratore scolastico coadiuva i ragazzi anche fuori le aule scolastiche in attività di socializzazione varie progettate dalla scuola.

O semplicemente accoglie il ragazzo con grave disabilità fisica, con la gioia di un inizio giornata a contatto con i suoi coetanei.

Si può dare un valutazione intesa come risultato a tutto questo questo? Non possiamo che essere consapevoli che ogni valutazione potrebbe non restituire tutta questa ricchezza umana.

 

Il lato documentale

Si potrebbe suggerire all’Invalsi di alleggerire il carico di documenti prima, dopo, durante, individuali e condivisi che ogni team deve ordinatamente compilare?

Si può far presente questo, come terza gamba del SNV? Terza gamba anzitempo definita corpo ispettivo autonomo ed indipendente , nella legge del 2011[3], ed era bello e buono crederci, e poi ridimensionata in un ridotto “contingente ispettivo”[4] nel dpr 80/13, ovvero quasi tutti quelli usciti dal concorso ispettivo bandito nel lontano 2008, ma anche qualcuno della vecchia guardia, al limitare della quiescenza, o se già in quiescenza come profilo A del team.Quasi tutti stiamo comunque dando vita al SNV.

Soffiandoci dentro un alito di capitale umano di conoscenza e competenza, di approccio empatico, tutti adottando lo sguardo dell’”amico critico”, come ama definirsi il nostro decano dirigente tecnico, G. Cerini, componente della Conferenza per il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione, e certamente non poteva che essere cosi.

Ma non basta: occorre che della nostra esperienza di valutatori si tenga conto e siano possibili e che trovino accoglienza i nostri suggerimenti.

Uno per tutti: ridurre lo spettro di indagine che la laboriosa Invalsi, sulla scorta delle sperimentazioni precedenti,[5] ha elaborato e ritenuto ineludibili, almeno in questa prima fase.

Nella complessa architettura del percorso di autovalutazione, sfociato nella proposizione del RAV alle scuole, sono state previste 5 sezioni,[6] corrispondenti a 4 parti, [7] e per ogni sezione vi è una dettagliata declinazione in area, sottoaree, indicatori (per un totale di 49) e descrittori.

Esempio: per la terza sezione del Rav, “processi, pratiche educative e didattiche”, l’area 3.2 ambiente di apprendimento, viene suddivisa in 3 sottoaree, la dimensione metodologica, organizzativa e relazionale, ciascuna con due indicatori.

Non è solo l’eccesso di analisi, che distoglie dal quadro d’insieme e sottrae tempo e risorse, ma disturba anche una certa sovrapposizione di concetti, che fa sì che vi sia una sorta di duplicazione di aree da indagare.

A mero titolo di esempio, basti considerare che aspetti inerenti sostanzialmente il ivello di rispetto delle regole di convivenza civile, ricadono nell’area dell’ambiente di apprendimento, dove appunto si trovano indicatori quali“azioni per contrastare episodi problematici”, e “ percentuale di studenti sospesi,” anziché in quella delle competenze chiave e di cittadinanza, che parrebbe più appropriata.

Ora, seppure l’area competenze chiave e di cittadinanza, inclusa nella sezione degli esiti, risponde alla logica di considerare i risultati di apprendimento in termini di competenze, è pur vero che lasciare quell’area senza indicatori ha consentito una lettura da parte delle scuole prevalentemente orientata verso l’analisi del rispetto delle regole e quindi del comportamento degli alunni. Così, per chi si trova a leggere il RAV, in vista del REV,[8] risulta di primo acchito una sovrapposizione che allontana dalla necessità di far chiarezza, nei limiti del possibile, nell’uso dei concetti pedagogici e didattici.

Meglio sarebbe stato,forse, considerare l’ambiente di apprendimento solo in termini di setting d’aula e di metodologia didattiche utilizzate, così come sarebbe stato più coerente inserire le competenze chiave nell’area del curricolo, della progettazione e della valutazione.

 

Per i futuri passi del SNV

Forse si potrebbe avviare, dopo questo primo step, un confronto produttivo tra le tre gambe del SNV, anche se una di queste non è proprio una gamba, ma piuttosto un piolo, che però ha la sua importanza per far presa e salire verso un sentiero di senso e di significato per il sistema di valutazione in todo, ma soprattutto per le scuole che hanno diritto alla valutazione, così come lo studente ha diritto ad un voto che attesti il suo livello di apprendimento, affinché sappia autovalutarsi e migliorare.

 


[1] Nucleo esterno di valutazione

[2] Sistema Nazionale di valutazione.

[3]Legge 26 febbraio 2011, n. 10

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225:

4-noviesdecies. Con regolamento da emanare, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è individuato il sistema nazionale di valutazione definendone l’apparato che si articola:

  1. a) nell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, con compiti di sostegno ai processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica;
    b) nell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, con compiti di predisposizione di prove di valutazione degli apprendimenti per le scuole di ogni ordine e grado, di partecipazione alle indagini internazionali, oltre alla prosecuzione delle indagini nazionali periodiche sugli standard nazionali;
    c) nel corpo ispettivo, autonomo e indipendente, con il compito di valutare le scuole e i dirigenti scolastici secondo quanto previsto dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

[4] DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2013, n. 80

Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione1. Ai fini del presente regolamento si applicano le seguenti definizioni:

  1. a) S.N.V.: Sistema nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, di cui all’articolo 2, comma4-undevicies, del decreto-legge 29 dicembre

2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10; b) Ministero: Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

  1. c) Ministro: Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
  2. L’S.N.V. è costituito dai seguenti soggetti:
  3. a) Invalsi: Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, di cui al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286;
  4. b) Indire: Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, di cui all’articolo 19, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111;
  5. c) contingente ispettivo: contingente di dirigenti di seconda fascia con funzione tecnico-ispettiva, appartenenti alla dotazione organica dirigenziale del Ministero, che svolgono l’attività di valutazione nei nuclei di cui all’articolo 6 del presente decreto.

[5] VALES e VM

[6]

1) Contesto e risorse;

2) Esiti;

3) Processi pratiche educative e didattiche;

4) Processi pratiche gestionali ed organizzative;

5) Priorità;

[7] descrittiva, valutativa, metodologica-riflessiva, proattiva.

[8] Rapporto esterno di valutazione

Stop amianto nelle scuole, scoppia la polemica a sinistra

da Corriere della sera

Stop amianto nelle scuole, scoppia la polemica a sinistra

Due emendamenti presentati da Sinistra italiana, e appoggiati da tutte le opposizioni, per bonificare gli oltre 2000 edifici afflitti dall’amianto, vengono bocciati in Aula da Pd e Ncd. Replica Malpezzi: «I fondi ci sono già»

Valentina Santarpia

L’ultima indagine accertata è del 2014: ed è il frutto di una ricerca del Censis che stimava in circa 2000 gli edifici scolastici afflitti dall’amianto. È da lì che è partita l’on. Annalisa Pannarale, Sinistra italiana, per presentare due emendamenti al decreto scuola appena approvato, chiedendo l’urgente bonifica delle scuole e l’aggiornamento dell’anagrafe scolastica in modo da mappare gli istituti a rischio. Una battaglia che è stata appoggiata da tutte le opposizioni, ma bocciata in Aula alla Camera da Pd e Ncd. Lo scontro si è acceso, e non solo per i contenuti, ma per i modi: in queste ore circola in rete un video con cui l’on.Simona Falvia Malpezzi (Pd) suggerisce ai sostenitori della proposta di andarsi a leggere il sito www.italiasicura.it per avere informazioni sul merito. Una risposta che non è piaciuta, e che ha scatenato i sostenitori della battaglia anti-amianto e in Cinque Stelle: «Ma cosa sta dicendo? Si faccia un tour con noi a Firenze Roma Savona Torino Oristano Bari Napoli Fabriano Trento… Anzi: venga il 29 giugno al tribunale di Firenze dove si apre il primo processo per un insegnante morto di amianto. L’aspettiamo. Noi ci saremo», scrivono Stefania Divertito e Luca Signorelli, autori del docufilm «Stop amianto a scuola» che sta documentando i casi di amianto nelle scuole italiane. Ma Malpezzi liquida la faccenda come un’inutile sovrapposizione: «Fondi già stanziati».

Il botta e risposta a distanza

In realtà non è la prima volta che Pannarale prova a presentare la sua proposta contro l’amianto a scuola: «Avevo già provato a inserire una modifica nella legge 107, ma non ci sono riuscita – spiega – Ci sono interventi strutturali molto importanti da attuare, e invece il governo continua a rimpolpare il fondo per le scuole belle: altri 64 milioni sono stati messi sugli interventi di decoro e pulizia. Che, per carità, migliorano l’aspetto delle scuole e permettono agli Lsu di continuare a lavorare, ma poi hanno sicuramente rischi minori rispetto alle gravi patologie che possono svilupparsi in ambienti contaminati dall’amianto. Parliamo di oltre 300 mila studenti coinvolti», sottolinea Pannarale, che promette di tornare alla carica. Ma il Pd non ci sta: «Abbiamo stanziato quattro miliardi e mezzo per l’edilizia scolastica, e loro hanno votato sempre contro. Le regioni nella graduatoria delle priorità possono decidere di valorizzare quegli interventi: la Lombardia lo ha fatto, tant’è vero che a Milano sono state bonificate quasi tutte le scuole». Il punto è che se invece le regioni non sono coì lungimiranti da usare quei soldi per correre ai ripari sulla priorità amianto, il problema finisce per essere ignorato. «Ci sono anche 550 milioni aggiuntivi stanziati, e altri 150 del decreto del fare», insiste Malpezzi. «Il governo dovrebbe scegliere le priorità», rimbalza Pannarale. Lo scontro è aperto. E intanto l’amianto continua a fare silenziosamente vittime.

I morti per amianto nelle scuole

Secondo il rapporto 2015 del registro nazionale mesoteliomi, con dati dell’Inail, sono state 63 le persone decedute a causa del tumore maligno causato dalla sostanza killer nell’ambito professionale dell’istruzione. Le più colpite? Le maestre delle scuole elementari (10), seguite da professori di scuola superiore (6), altre professioni intermedie nell’insegnamento (6), bidelli e simili (6), tecnici chimici (5), ricercatori, tecnici laureati e assimilati (3), professori di scuola media (3).Tutti avevano in comune un’esperienza di anni in aule e costruzioni imbottite di eternit, usato per coibentare le tubazioni o come isolante termico e antincendio. Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) sono almeno 2.400 le scuole italiane che registrano la presenza di amianto.

Dov’è nascosto l’amianto: da Firenze a Roma

In molti ricordano ancora il caso dell‘Istituto «Leonardo Da Vinci» di Firenze, dove erano esposti cartelli che invitavano a camminare con prudenza per non sollevare le fibre di amianto presenti sotto al pavimento. Ma l’amianto è anche nelle pareti e nei pavimenti della scuola Iti di Firenze, nella scuola media Grazia Deledda di Oristano, nella scuola elementare di Monteverde Il Melograno a Roma, nella Falcone di di piazzale Hegel, come denuncia l’inchiesta di Divertito e Signorelli. Se a Milano invece la situazione è in via di risanamento, è anche grazie all’inchiesta aperta tre anni fa dalla Procura sull’amianto nelle scuole materne e nei nidi della città. L’Ona nel capoluogo lombardo presentò un esposto, raccogliendo le preoccupazioni dei genitori, citando 22 casi, una relazione tecnica e varie testimonianze, che spinse i pm a chiedere alla Asl un’indagine per verificare la presenza dell’amianto negli asili della città. Dopo quest’indagine, il sindaco Pisapia affidò ad un responsabile amianto comunale l’incarico di monitorare e seguire la bonifica e il problema è quasi risolto. Ma Milano è, appunto, un’eccezione. A distanza di 24 anni dalla legge del ‘92 che affidava a ciascuna regione il compito di predisporre piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, smaltimento e bonifica, ancora oggi ci sono solo dati parziali e cifre incerte sul numero complessivo di edifici scolastici a rischio. E sui fondi e i tempi a disposizione per cancellare questi rischi.

Preside cieca contestata da personale e genitori: sospesa e licenziata senza preavviso

da La Tecnica della Scuola

Preside cieca contestata da personale e genitori: sospesa e licenziata senza preavviso

Un dipendente dello Stato, dirigente disabile, può essere licenziato senza preavviso? A quanto pare sì. È accaduto a Piacenza e la notizia è subito rimbalzata sui media nazionali.

Al centro del provvedimento, riportata da Piacenza Sera, è la preside del terzo circolo didattico di Piacenza: si chiama Maria Giovanna Forlani e dall’età di 7 anni è affetta da una grave forma di retinopatia che provoca la perdita progressiva della vista.

La donna, che ha insegnato per 20 anni storia e filosofia ed è preside da sei anni, era stata sospesa da quell’Ufficio scolastico regionale che ora l’ha messa alla porta. E, a leggere le cronache, davvero pochi pensavano che l’atto di sospensione dal servizio si tramutasse in un licenziamento.

“Il provvedimento – riporta il quotidiano locale – è stato notificato senza preavviso e porta la firma del direttore dell’ufficio scolastico regionale Stefano Versari”.

La preside licenziata, “nel 2010 ha vinto il concorso per dirigenti scolastici, ma in ogni scuola in cui ha svolto il proprio incarico, è sempre stata accompagnata da polemiche e contestazioni”. Perchè la donna avrebbe avuto problemi relazionali “al liceo classico Romagnosi a Parma, all’istituto comprensivo di Podenzano e, in ultimo, al terzo circolo didattico di Piacenza. Qui, dopo uno scontro duro con il personale e i genitori, è stata sospesa dall’incarico. Fino alla notifica del licenziamento, che contiene 4 pagine di motivazioni”.

Contro il provvedimento, la dirigente ha già fatto sapere che presenterà ricorso al tribunale del lavoro. Spetterà al giudice, quindi, verificare se la dirigente scolastica si sia meritata la sanzione disciplinare più severa che si possa adottare nella pubblica amministrazione. Contra la quale, vale la pena ricordarlo, sono diversi i casi di ricorsi accolti.

Dalla parte della preside ipovedente piacentina si è messa, intanto, l’Associazione dei Liberali Piacentini, sostenendo che””il licenziamento in tronco e senza preavviso di una disabile, il cui caso è già giunto all’attenzione della stampa nazionale e comunicato con atto a mezzo di ufficiale giudiziario, è un atto di una gravità inaudita”.

“Basti dire che la stampa nazionale ha sottolineato che ad una cieca (che cercava di fare il suo lavoro e di interessare ad esso i suoi collaboratori) sono stati negati persino i sussidi – così ha scritto sempre la stampa nazionale – previsti dalla legge”, concludono i Liberali Piacentini.

Esame di Stato: le prove Invalsi servono davvero?

da La Tecnica della Scuola

Esame di Stato: le prove Invalsi servono davvero?

Anche quest’anno le prove Invalsi avranno una parte importante nella valutazione conclusiva degli alunni che portano a termine il corso del primo ciclo di istruzione.

Da alcuni anni i test Invalsi fanno parte integrante delle prove finali dell’esame di “terza media”, ma le perplessità sulla loro reale validità sul piano docimologico continuano a permanere.
Per un certo periodo le prove erano obbligatorie ma le scuole erano libere di tenere conto dei risultati per definire la votazione complessiva da attribuire agli alunni.
Adesso, invece, il punteggio del test deve “fare media” con tutto il resto, e cioè sia con le restanti prove d’esame sia con gli esiti scolastici dell’anno in corso.
Rispetto alla soluzione attuale non mancano né i pro né i contro.
Per esempio chi è favorevole sottolinea che questo induce gli studenti a misurarsi con un esame “vero” il cui esito dipende anche da una prova “ad hoc”.
I contrari sottolineano che in questo modo si sminuisce l’importanza di un intero percorso scolastico; senza considerare che le prove Invalsi potrebbero indurre gli studenti a studiare per imparare a superare il test e non ad acquisire conoscenze e competenze

Trovare una via d’uscita che metta d’accordo favorevoli e contrari non è facile.
Forse il meccanismo dovrebbe garantire che la votazione “in ingresso” non possa comunque abbassarsi con l’esame che potrebbe servire, tutt’al più, a migliorare il punteggio iniziale. Un po’ come – di fatto – accade con la discussione della tesi di laurea che può servire in genere a migliorare la “media” con cui si conclude il cicolo di studio ma non a peggiorarla.

Mobilità 2016: proroga pubblicazione movimenti fase A primaria e nuova FAQ

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016: proroga pubblicazione movimenti fase A primaria e nuova FAQ

Il Miur ha comunicato che la pubblicazione dei risultati dei movimenti per la fase A della scuola dell’infanzia primaria, inizialmente prevista per il 26 maggio, slitta a lunedì 30 maggio 2016.

Segnaliamo anche la pubblicazione di una nuova FAQ (la n. 7), che va aggiungersi alle altre già pubblicate.

La FAQ è la seguente:

7. D. Nel compilare la domanda per le fasi B1 e B2 dei trasferimenti tra le sedi disponibili del primo ambito scelto compaiono anche quelle del CPIA locale situate in un’altra provincia, devo indicarle obbligatoriamente?
R. Sì, altrimenti la domanda non può essere inviata, tuttavia, dato che tale evenienza risulta discordante rispetto alle previsioni del CCNI, è possibile poi segnalare con apposita comunicazione da allegare alla domanda o da inviare in formato cartaceo all’ufficio territoriale incaricato della valutazione della domanda la propria indisponibilità a trasferirsi sulle sedi del CPIA situate in altra provincia.

Concorsone, elezioni e ponte accorciano la scuola

da tuttoscuola.com

Concorsone, elezioni e ponte accorciano la scuola
Poco tempo per recuperare, in particolare dove si vota domenica. E meno male che non si vota lunedì, come chiesto anche da Tuttoscuola

Manca poco più di una settimana alla fine della scuola (fissata quasi ovunque per l’8 giugno, ma i calendari sono regionali e a Bolzano le lezioni termineranno soltanto il 16 giugno) ma per la gran parte degli studenti italiani le fatiche sono quasi finite, con poche ora ancora da passare tra i banchi, complici le ultime due prove del concorso per i nuovi docenti di lunedì e martedì, tra il ponte del 2 giugno e l’election day del fine settimana. Tutto bene per chi non ha problemi di pagella, mentre la situazione diventa invece più difficile per gli studenti che devono tentare di recuperare.

Una situazione che preoccupa anche presidi e professori, alle prese con la necessità di garantire un numero adeguato di voti, prima degli scrutini finali. Primo ostacolo sono le prove del concorsone del 30 e 31 maggio: sono le ultime due giornate di un cammino iniziato un mese fa e sono attesi grandi numeri di partecipazione per l’esame degli aspiranti docenti della scuola primaria (74.830 candidati) a cui si sommano 73.508 candidati il giorno dopo per le prove per la scuola d’infanzia.

Considerato che le prove saranno fatte al computer, i candidati saranno smistati nelle aule di informatica di tante scuole, che nel migliore dei casi faranno entrare gli alunni soltanto dopo la seconda ora.

Giovedì, poi, aule chiuse per la festa della Repubblica, con tanti istituti che avevano già previsto nella loro autonomia di fare il ponte anche venerdì, soprattutto se la scuola è chiusa il sabato.

Dal 4 giugno, infine, inizierà l’allestimento dei seggi elettorali negli oltre 1.300 comuni chiamati ad eleggere il sindaco, di cui 149 superiori ai 15 mila abitanti e 1.194 mila inferiori. Tra questi ci sono 7 capoluoghi di regione – Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste – e complessivamente 26 comuni capoluogo per un totale di 13,4 milioni di cittadini chiamati alle urne.

Si voterà soltanto domenica, come chiesto con forza anche da Tuttoscuola, ma lunedì 6 le tante scuole sede di seggio resteranno chiuse. A questo punto in gran parte d’Italia rimarranno soltanto due giorni per chiudere l’anno scolastico.

Cdo, la norma sullo school bonus va cambiata

da tuttoscuola.com

Cdo, la norma sullo school bonus va cambiata
“C’è un freno per chi vuole sostenere le paritarie”

Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficale, lo “School Bonus”, previsto dalla legge della buona scuola, è diventato operativo. L’incentivo previsto per chi vuole erogare liberalità alle istituzioni scolastiche per interventi di nuova costruzione, manutenzione e potenziamento delle strutture, è significativo: le erogazioni incentivate possono arrivare fino a 100.000 euro e fanno maturare al donante un credito di imposta fino al 65%.

La norma prevede che possano essere destinatarie dello school bonus sia le scuole statali che quelle paritarie. Il donante, anche se vuole erogare la liberalità ad una scuola paritaria, deve versare le somme sul conto del Ministero dell’Istruzione, che è il gestore delle scuole statali e che trasferirà alla scuola destinataria il 90% della donazione.

E’ evidente – sostiene il Cdo-Opere educative – che tale procedura “frena” di fatto coloro che intendono sostenere le scuole paritarie. Anche il DM 8/4/2016 pare, come sempre, dimenticarsi delle paritarie, quando prevede l’obbligo della convenzione con gli enti locali (proprietari degli immobili che ospitano le scuole, ma solo di quelle “statali”) per realizzare gli interventi edilizi finanziati con queste liberalità. Se veramente si vuole che tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione possano fruire dello School Bonus occorre modificare la norma che, con le procedure attualmente previste, di fatto preclude alle paritarie di accedere a questo importante incentivo

Esame terza media: la prova Invalsi anticipata al 16 giugno

da tuttoscuola.com

Esame terza media: la prova Invalsi anticipata al 16 giugno

Con Ordinanza ministeriale del 23 maggio, il ministro Giannini ha disposto che La prova scritta a carattere nazionale nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione si svolge, per l’anno scolastico 2015/2016, per l’intero territorio nazionale e in sessione ordinaria, anziché in data 17 giugno 2016 in data 16 giugno 2016, con inizio alle ore 8:30.

La ragione principale del cambiamento è derivata dalla concomitanza delle elezioni amministrative che, in caso di ballottaggio per domenica 19 giugno, sarebbero andate a interferire con la data di venerdì 17 giugno, già fissata l’anno scorso nel calendario scolastico per lo svolgimento della prova nazionale (Invalsi) per l’esame di Stato di fine primo ciclo.

In effetti nell’Ordinanza si rileva che la coincidenza della data delle operazioni propedeutiche all’eventuale turno di ballottaggio delle predette elezioni con la data delle operazioni successive alla prova scritta a carattere nazionale nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, in sessione ordinaria, prevista per il 17 giugno 2016, ha determinato l’opportunità di anticipare di un giorno tale prova.

Lunedì e martedì prove di fuoco per primaria e infanzia

da tuttoscuola.com

Concorso
Lunedì e martedì prove di fuoco per primaria e infanzia
Quasi 150 mila candidati impegnati nella prova scritta

Tra lunedì 30 e martedì 31 si cimenteranno nella prova scritta del concorso per docenti circa 148.500 candidati, 74.926 per il concorso di posti comuni nella scuola primaria e 73.532 per  quello per l’infanzia: un vero e proprio esercito che ha richiesto un impegno organizzativo straordinario per assicurare il regolare svolgimento delle prove.

Molti candidati affronteranno l’una e l’altra prova, per cui le persone effettivamente impegnate saranno meno, ma sempre tante per mettere a dura prova l’organizzazione della prova scritta.

Poiché il concorso si svolge al computer, il Ministero dell’istruzione e gli Uffici scolastici regionali hanno dovuto allestire 4.375 aule informatiche per il concorso della primaria e 4.391 per quello dell’infanzia.

In palio ci sono 17.299 posti nel concorso di primaria e 6.933 in quello dell’infanzia.

Considerato l’elevato numero di candidati, si annuncia una dura selezione.

Nel concorso di primaria vi sono 57.627 candidati in più, pari al 77,9%. In quello dell’infanzia i candidati non vincitori saranno 66.599, pari al 90,6%.

Per il concorso della primaria in Sicilia sono previsti 9.936 candidati per 1.096 posti, con l’eccedenza di 8.840 (89%) candidati; In Lombardia vi saranno 9.422 candidati per 3.351 posti con una eccedenza di 6.071 (64,4%) candidati.

Per quanto riguarda, invece, la scuola dell’infanzia, in Campania sono previsti 12.615 candidati per 809 posti con eccedenza di 11.806 (93,6%) candidati, mentre in Sicilia sono attesi 10.442 candidati per 449 posti con eccedenza di 9.993 (95,7%) candidati;

Ora mi bocciano

ORA MI BOCCIANO di Umberto Tenuta

CANTO 667 Oddio, arrivano gli scrutini e gli esami!

Che paura!

Ora i miei alunni mi bocciano!

 

È onesta la Professoressa.

Ha paura.

Ora si approssimano gli scrutini e gli esami.

Lei lo sa bene che scrutini ed esami non riguardano gli alunni.

Gli alunni sono solo i testimoni della bontà della sua azione didattica.

Sa bene che la sua azione educativa e didattica è valida solo se ottiene risultati positivi in ciascuno dei suoi venticinque alunni, tutti diversi l’uno dall’altro, compreso l’alunno egualmente diverso.

E sa bene che non serve fare lezioni!

Se ascolto dimentico.

Se vedo ricordo.

Se faccio capisco.

Se amo, vado in capo al mondo!

Tutto questo Ella lo sa bene.

Ed ora ricorda bene che qualche volta ha parlato troppo.

Ed ora ricorda bene che molte volte si è gingillata a mostrare belle foto sulla LIM.

Ma soprattutto ora l’assilla il dubbio atroce di non avere amato abbastanza.

Scarso era stato il suo amore per Carlo Magno.

Fievole la sua passione per l’emisfero boreale.

Nullo il suo interesse per il futuro anteriore.

Ahimè!

Spesso lo confondeva con quello posteriore.

Che stupida!

Ora lo capisce che l’amore muove il sole e le altre stelle.

Figurati se non avesse mosso Antonia!

E Aldino.

E Mariolina.

Sì, ha amato poco.

Si è affidata troppo alla sua linguaccia.

Ha fatto spesso uso della LIM.

Ma gli alunni poco li ha impegnati a sporcarsi le mani.

Figurati che uso ha fatto dei piedi!

Ed ora?

Bene!

Perdindindirina, un rimedio c’è.

Promuoverà tutti!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

 

 

Nota USR Puglia 28 maggio 2016, AOODRPU9096/1

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia
Direzione Generale
Ufficio I – Funzione vicaria. Affari generali e gestione del personale dell’Amministrazione
Politica scolastica

Alle istituzioni scolastiche della regione Puglia
LORO SEDI
Ai dirigenti degli Ambiti territoriali dell’USR per la Puglia
LORO SEDI
al sito web

Nota 28 maggio 2016, AOODRPU9096/1

OGGETTO: Adempimenti leggi n.190/2012 e n.33/2013 – Comunicazione

Avviso USR Liguria 28 maggio 2016

Ufficio Scolastico Regionale Liguria

Oggetto: Applicazione alle istituzioni scolastiche delle disposizioni di cui alla Legge 6 novembre 2012, n.190 e al Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33

Si rende noto ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche che il MIUR, a seguito di un quesito posto dallo stesso MIUR all’ANAC, ha comunicato, con nota prot. n. 1708 del 27.5.2016, che il termine fissato al 30 maggio p.v. per l’adozione dei Piani Triennali per la trasparenza e l’integrità da parte delle Istituzioni scolastiche, previsto dalle Linee guida sull’applicazione alle istituzioni scolastiche delle disposizioni di cui alla legge 6.11.2012 n. 190 e al decreto legislativo 14.3.2013 n.33, E’ SOSPESO.

Il Direttore Generale
Rosaria Pagano