“Il mio voto conta”

da Superabile

“Il mio voto conta”: da Aipd una guida al voto per le elezioni amministrative 2016

Sono 40.000 le persone con sindrome di Down che vivono in Italia, il 60% delle quali è maggiorenne. Contardi (coordinatrice Aipd): “Vogliamo dimostrare che è possibile esercitare i propri diritti, è possibile capire e far capire cose apparentemente difficili che riguardano la nostra vita di tutti i giorni”

ROMA – Il 5 giugno 2016 in diversi Comuni italiani si terranno le elezioni amministrative. Per questa occasione l’Aipd, Associazione italiana persone Down, nell’ambito del progetto “Diritto ai Diritti” (finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con la L.383/2000) ha predisposto sul proprio sito la “Guida alle elezioni amministrative 5 giugno 2016”: l’obiettivo è quello di consentire alle persone con sindrome di Down di esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto. La guida è in alta leggibilità e spiega come votare e perché.

Un breve questionario finale, inoltre, invita a esprimere un parere sull’effettiva accessibilità della guida. “E’ intenzione infatti di Aipd – spiegano dall’associazione – proseguire nella promozione della cittadinanza attiva delle persone con disabilità intellettiva. Ricordiamo che delle 40.000 persone con sindrome di Down che vivono in Italia , il 60% è ormai maggiorenne”.

Spiega Anna Contardi, coordinatrice nazionale Aipd: “La maggioranza delle persone con disabilità intellettiva non esercita il proprio diritto di voto per mancanza di informazione, consapevolezza ed educazione al voto. Gli stessi familiari, amici e operatori di riferimento non conoscono i loro diritti o non hanno fiducia nelle loro capacità di esercitarli. Spesso le informazioni sono inaccessibili e non c’è attenzione da parte delle istituzioni nei confronti di questi cittadini. Vogliamo dimostrare che è possibile esercitare i propri diritti, è possibile capire e far capire cose apparentemente difficili che riguardano la nostra vita di tutti i giorni”. Facilitare il diritto al voto vuol dire anche rendere più comprensibile perché e come si vota e questa guida potrà aiutare molte altre persone, anche senza disabilità, ad essere cittadini consapevoli.

“Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”

Il 2 giugno, nell’Aula dell’Assemblea della Camera dei deputati, la presidente Laura Boldrini, con una cerimonia che ha visto gli interventi del presidente del Senato Pietro Grasso e del sottosegretario di Stato Luigi Bobba e la presenza di più di 500 tra studenti, docenti e presidi delle scuole partecipanti, ha proclamato vincitrici del concorso scolastico nazionale “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione” le seguenti istituzioni scolastiche:

Per la I Categoria: “Conoscenza e valorizzazione della Costituzione”:

I PREMIO: I.T.E. “Paolo Savi” di Viterbo. Elaborato: e-book “1, 5, 48, 24… la democrazia è in atto”.

Per la II Categoria: “Ricerca e rielaborazione culturale”:

I PREMIO: Liceo Scientifico “Ricciotto Canudo” di Gioia del Colle (BA). Elaborato: e-book “Costituzione contro corruzione. Dalla bancarotta morale all’esercizio della legalità”;
MENZIONE SPECIALE: I.T.E. “Adriano Olivetti” di Lecce. Elaborato: e-book “Ne vale la pena”.

Per la III Categoria: “Originalità ideativa e progettuale”:

I PREMIO: Liceo Classico “Torquato Tasso” di Roma. Elaborato: sito web “www.4rights23.it”.

Per la IV Categoria: “Efficacia didattica e comunicativa”

I PREMIO: I.I.S. “Bonaldo Stringher” di Udine. Elaborato: video “Articoli da cucina. Inserimento e integrazione dei disabili a scuola”;
MENZIONE SPECIALE: Liceo Scientifico di Trebisacce (CS). Elaborato: video “La Calabria nel Mediterraneo: limes o limen?”

PREMIO SPECIALE “MARTA GENOVIÈ DE VITA”:

Istituto Professionale “Galvani Iodi” di Reggio Emilia. Elaborato: sito web “Diritti, diritti… e i doveri?”.

PREMIO SPECIALE “ALESSANDRA SIRAGUSA”:

I.T.C. “Pier Fortunato Calvi” di Padova. Elaborato:  video “Cosa c’entro io con la mafia?”.

Borse di studio sul paesaggio

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Borse di studio sul paesaggio
è aperta la seconda edizione del bando promosso dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche

rivolto a laureati e post laureati

le domande devono pervenire entro il 31 agosto 2016

 

La Fondazione Benetton Studi Ricerche, nel quadro delle attività di ricerca sul paesaggio e la cura dei luoghi, sviluppate con il proprio Comitato scientifico, propone la seconda edizione delle borse di studio sul paesaggio intitolate rispettivamente a Sven-Ingvar Andersson (1927-2007), Rosario Assunto (1915-1994) e Ippolito Pizzetti (1926-2007), tre figure straordinarie, fondamentali per il lavoro scientifico della Fondazione fin dalla sua istituzione, la cui eredità culturale e professionale continua a ispirare e orientare gli studi e le ricerche sul paesaggio. Le borse di studio residenziali sono indirizzate alle tre aree tematiche che ne rappresentano il profilo culturale e il campo operativo: Progetto di paesaggio (Sven-Ingvar Andersson), Teorie e politiche per il paesaggio (Rosario Assunto), Natura e giardino (Ippolito Pizzetti).

I risultati della prima edizione, appena conclusa, saranno presentati entro la fine del 2016.

 

Nella seconda edizione, saranno due le borse di studio che verranno attivate, una relativa al tema Progetto di paesaggio (Sven-Ingvar Andersson) e una a Natura e giardino (Ippolito Pizzetti). I candidati sono invitati a presentare un solo progetto di ricerca, originale e costruito esplicitamente attorno a una delle due aree tematiche.

Le borse sono destinate a laureati (laurea magistrale) e post laureati italiani e stranieri, che non abbiano compiuto 36 anni alla data di scadenza del bando, fissata al 31 agosto 2016.

Il valore di ciascuna borsa è di 10.000,00 euro (lordi).

Il periodo di svolgimento sarà dal 1° dicembre 2016 al 30 maggio 2017 nella sede della Fondazione Benetton Studi Ricerche, a Treviso. Ogni borsista avrà un referente scientifico nominato dal Comitato scientifico, e potrà lavorare a contatto con la struttura, partecipando alle attività in programma durante il periodo di permanenza.

 

I candidati saranno selezionati sulla base della domanda di ammissione. Il bando è disponibile nel sito www.fbsr.it e può essere ritirato presso la segreteria della Fondazione (via Cornarotta 7, Treviso, aperta dal lunedì al venerdì, ore 9-13 e 14-18). La domanda con gli allegati dovrà essere inviata all’indirizzo fbsr@fbsr.it con oggetto “Borse di studio sul paesaggio 2016”, oppure fatta pervenire con altra modalità alla segreteria della Fondazione con la stessa scadenza.

 

Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche

Maria Teresa Andresen, Università di Porto; Giuseppe Barbera, Università di Palermo; Hervé Brunon, Centro André Chastel, Parigi, cnrs; Anna Lambertini, Università di Firenze; Luigi Latini (presidente), Università Iuav di Venezia; Monique Mosser, Scuola superiore di architettura di Versailles, cnrs; Joan Nogué, Università di Girona, Osservatorio del Paesaggio della Catalogna; Lionello Puppi, professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; José Tito Rojo, Università di Granada; Massimo Venturi Ferriolo, Politecnico di Milano.


Per informazioni: Fondazione Benetton Studi Ricerche, tel. 0422.5121, fbsr@fbsr.it, www.fbsr.it

 

 

 

 

Sven-Ingvar Andersson (1927-2007)

Nasce a Södra Sandby, un villaggio della Scania, a nord di Malmö.

Se il paesaggio della Scania, ultime ondulate propaggini dello “scudo baltico”, sarà un motivo costante della sua sensibilità di paesaggista, il clima socialdemocratico e il fervore professionale danesi segneranno, invece, le regole e gli strumenti del suo mestiere.

Nell’avvio dell’attività professionale risulta decisivo l’affiancamento alle figure più significative del paesaggismo della seconda metà del xx secolo. A seguito dell’esperienza a Stoccolma, negli anni 1955-1956, nello studio di Sven Hermelin e Inger Wedborn, apre nel 1959 un proprio studio professionale a Helsingborg, in Svezia, per trasferirsi nel 1963 a Copenaghen, dove opera sviluppando progetti in Danimarca e Svezia, oltre che in città straniere come Parigi, Vienna, Amsterdam.

L’attività universitaria lo vede prima assistente di Carl Theodor Sørensen presso la cattedra di paesaggismo all’Accademia Reale di Belle Arti di Copenaghen (1959-1963) e successivamente, dal 1963, titolare della stessa cattedra. Nel 1994 si ritira dall’attività di insegnamento con il titolo di professore emerito, dedicandosi maggiormente all’attività professionale e scientifica a livello internazionale.

Presenza europea cruciale per l’ispirazione scientifica e inventiva nel campo degli studi e dei progetti di paesaggio, ha costituito, negli ultimi decenni del Novecento, l’esempio più alto e compiuto della peculiare scuola scandinava di moderna arte del paesaggio.

Dal 2002 al 2005 è stato membro della Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, e membro onorario della stessa dal 2006 al 2007.

 

Ippolito Pizzetti (1926-2007)

Nasce a Milano ma vive a Roma fin da bambino.

Laureato in Letteratura italiana con Natalino Sapegno, coltiva una grande passione per il teatro, la musica, la letteratura, il cinema. Tuttavia il suo interesse principale si indirizza presto verso il mondo del giardino e del paesaggismo, temi attorno ai quali lavora intensamente tutta la vita, dedicandosi alla didattica ma anche alla professione, realizzando molti giardini privati, collaborando per progetti e concorsi nazionali e internazionali con tanti fra i più noti architetti italiani del Novecento, quali Costantino Dardi, Ludovico Quaroni, Gino Valle, Aldo Aymonino, Vittorio Gregotti, Luigi Snozzi, partecipando a moltissimi seminari, convegni, laboratori.

La sua riflessione e la sua battaglia di idee per il paesaggio e per il giardino si riflettono anche nella fittissima attività pubblicistica: a partire dagli anni settanta tiene rubriche giornalistiche e pubblica articoli e saggi su vari quotidiani e periodici nazionali. Fra i suoi scritti Il libro dei fiori (1968), Robinson in città. Vita privata di un giardiniere matto (1998), l’Enciclopedia dei Fiori e del Giardino (1998) e Naturale inclinazione. Divagazioni coerenti di un paesaggista ribelle (2006, nuova edizione 2011). Importantissima anche la sua attività di traduttore e curatore.

Nel 1989 inizia la collaborazione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche, come membro della Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino e, in generale, seguendo da vicino tutte le attività dedicate al paesaggio, fino ai suoi ultimi giorni. Nel 1992 dona alla Fondazione circa 4.000 pubblicazioni tra libri e riviste su paesaggio e giardino, ambiente, botanica, etologia, che ora costituiscono il Fondo Ippolito Pizzetti, disponibile alla consultazione nella sede della biblioteca, in una sala dedicata.

Dall’adultità dei genitori all’adolescenza dei figli

Dall’adultità dei genitori all’adolescenza dei figli

di Margherita Marzario

Abstract: L’Autrice ci racconta la ricchezza del rapporto tra genitori e figli, illustrandone le implicazioni e le dinamiche nel momento assai particolare in cui la maturità dei genitori si sperimenta e si confronta con l’adolescenza dei figli

 

Negli anni ’60 la psicologa Angiola Massucco Costa scriveva sull’adolescenza: “Fase di sviluppo che si estende fra i 13 e i 21 anni in media per le ragazze, e i 15 e i 21 per i ragazzi. Ha inizio con la pubertà o maturazione sessuale, ma continua parecchi anni dopo. È caratterizzata da comportamenti emotivi, sociali, intellettuali, quali irrequietezza, interessi eterosessuali, crisi religiose e morali, vivo sentimento personale, affermazione delle proprie tendenze, distacco dalla famiglia, ambizioni, spirito di riforma sociale, interesse per la cultura, scelta della professione, ecc. Può essere più o meno complicata e prolungata da pressioni familiari e sociali”. Negli anni duemila, invece, l’adolescenza è diventata sfumata e indefinibile anche perché tale è diventata la genitorialità. Sostenendo la genitorialità in questa particolare fase della vita dei figli si sostiene anche l’adolescenza affinché sia tale.

Innanzitutto bisogna evitare le prese di posizione, gli atteggiamenti bruschi. Lo psicologo e psicoterapeuta Fabrizio Fantoni scrive: “Spesso gli interventi contenitivi peggiorano la situazione. Occorre pensare ad atteggiamenti condivisi con il ragazzo, oltre che con il papà. Chiedendo all’adolescente di prendere le distanze, anche fisiche, magari uscendo di casa per far sbollire la rabbia. Oppure può essere l’adulto ad allontanarsi, in modo che l’adolescente sia messo di fronte alla propria responsabilità verso sé stesso e verso le cose. E se l’adolescente manca di rispetto al genitore, è necessario mostrare il nostro dispiacere con distacco, magari per qualche giorno, anche quando si siano accettate le scuse. Quando poi il ragazzo è tranquillo, è bene aiutarlo a riflettere sulle sue emozioni, perché capisca quale di esse è così intollerabile da provocare reazioni simili”. L’art. 1 della L. 4 maggio 1983 n. 184 “Diritto del minore ad una famiglia” è una delle prime disposizioni dell’ordinamento giuridico italiano in cui si parla di “diritto di crescere” e l’adolescenza è proprio il momento della crescita, il taglio definitivo del cordone ombelicale in cui gioca un ruolo rilevante il padre. La legge 184/1983 offre spunti alla genitorialità in generale, a cominciare dal dover considerare i figli dati in affidamento o adozione dalla vita e ciò emerge in maniera preponderante durante la loro adolescenza. I figli non vanno contenuti, ma abbracciati perché, prima o poi, l’abbraccio si apre per lasciare libera la persona di andare lungo la propria strada. I bambini non hanno bisogno tanto di educazione all’affettività quanto di esempio e coerenza. Essi hanno chiaro il linguaggio dell’amore, sono gli adulti che glielo rendono confusionario e torbido. La concordanza tra labbra, coscienza e cuore fanno dell’uomo la sua coerenza, la sua bellezza, la sua grandezza: in primis i genitori. I giovani di oggi, come quelli di ogni tempo, hanno tutti delle capacità (da “contenere”): qualità, quantità e modalità di sviluppo ed espressione dipendono in gran parte dagli adulti.

Il dott. Fantoni aggiunge: “Così il ragazzo scarica queste emozioni che non riesce più a pensare, trasformandole in azioni aggressive verso gli oggetti. Il suo nuovo corpo, più prestante, amplifica la portata di questi tsunami emotivi. Come se mettesse in guardia gli altri, e sé stesso, nei confronti del suo potenziale distruttivo. Occorre armarsi di molta pazienza. L’intervento educativo del genitore, anche se non ha risultati immediati, favorisce l’instaurarsi di modalità più controllate, meno agite e più pensate. Si può cercare di prevenire queste eruzioni, aiutando il ragazzo a riconoscerle in anticipo ed evitando che si raggiunga il livello di esplosione. Quando invece ciò avviene, non credo serva a molto frenarlo a ogni costo”. Prima di arrivare all’esplosione o all’implosione dell’età adolescenziale, all’isolamento e allo smarrimento di questa fase, sarebbe bene fornire al bambino tutti i mezzi adeguati (e non qualsiasi) di espressione ed espressività (una sorta di arteterapia preventiva). “Gli Stati parti devono rispettare e promuovere il diritto del fanciullo a partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione di adeguate attività di natura ricreativa artistica e culturale in condizioni di uguaglianza” (art. 31 par. 2 Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia). Gli Stati e, pertanto, tutti quelli che hanno ruoli di responsabilità devono riprendere coscienza di ciò per evitare i costi economici e sociali delle tante perdite esistenziali o fisiche di adolescenti.

Il dott. Fantoni soggiunge: “Che cosa possono fare i genitori? Prima di tutto considerare i videogiochi come forme di espressione della vita interiore del ragazzo. Ci si lamenta che molti parlano poco o per niente, ma per conoscere un adolescente bisogna guardarlo in azione nelle sue attività. Osservare le sembianze che egli assume nella finzione del gioco, per capire quali volti dell’adolescente esso incarna, per coglierne aspettative, desideri, timori, mancanze. Aprire una comunicazione partecipe sulle avventure, sulle prodezze, sulle vittorie o sulle sconfitte che incontra. Solo così si possono stabilire regoli comuni e condivise di utilizzo”. Condividere, conversare, comunicare e non comandare, per entrare in sintonia con i figli, soprattutto nell’età adolescenziale. Orientare e consigliare (anche nell’uso dei videogiochi o altre tecnologie), come si legge nell’art. 5 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.

Il dott. Fantoni precisa: “Occorre che le relazioni affettive siano lasciate all’iniziativa dei ragazzi, e non alle nostre, che confondono le acque e diventano intrusioni in cui forse proiettiamo sull’adolescenza dei figli desideri e mancate soddisfazioni di quando avevamo la loro età. Stiamone fuori, osserviamo senza facilitare troppo, evitiamo giudizi, sia positivi sia negativi verso le persone che i nostri figli scelgono. Interveniamo piuttosto solo per segnalare che ogni relazione implica un’assunzione di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri e quando pensiamo che questo atteggiamento responsabile venga meno”. “Nessuno potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella vita privata, la famiglia, il domicilio, la corrispondenza, né a lesioni dell’onore e della reputazione” (art. 12 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani). Si ha diritto alla propria vita privata indipendentemente dall’età, anzi si deve essere educati sin da piccoli a viverla bene nel rispetto di sé e degli altri.

Anche lo psicoterapeuta danese Jesper Juul afferma: “L’adolescenza di un figlio destabilizza, inquieta, provoca. E spesso trova i genitori impreparati. L’adolescenza non è una malattia e anziché sfuriate, minacce, pretese di obbedienza e punizioni si può – anzi si deve – usare sempre e comunque l’arte del dialogo con i propri figli. La chiarezza e la sincerità, insieme al tentativo di comprendere il punto di vista dell’altro, servono più di mille sgridate”[1]. Nel dialogo si trova sempre la soluzione e gli adolescenti, anche se inesperti di vita, sono traboccanti di vitalità che bisogna consentire loro di esprimere con l’esplosione tipica di quest’età e non reprimerla nell’implosione cui si assiste sempre più tristemente. Il legislatore della riforma del diritto di famiglia del 1975 era stato lungimirante prevedendo il coinvolgimento dei figli adolescenti nelle questioni di famiglia, ma purtroppo ciò è rimasto disatteso: “In caso di disaccordo ciascuno dei coniugi può chiedere, senza formalità, l’intervento del giudice il quale, sentite le opinioni espresse dai coniugi e, per quanto opportuno, dai figli conviventi che abbiano compiuto il sedicesimo anno, tenta di raggiungere una soluzione concordata” (art. 145 comma 1 cod. civ.). Il dialogo è un’arte rilevante da praticare con i propri figli, indipendentemente dall’età. L’arte è qualcosa che si coltiva, si affina nel tempo e che non si può improvvisare solo quando necessario.

Con gli adolescenti si può e si deve dialogare su tutto e con un linguaggio opportuno affinché quelle che sono le criticità adolescenziali non diventino patologia o altro. “Non aver mai vegliato un cadavere è una metafora di come la società del narcisismo abbia relegato nella rimozione educativa e culturale la malattia e la morte, rendendo osceno e inaccessibile il discorso sulla morte e sulle fantasie suicidali” (dal libro “Uccidersi. Il tentativo di suicidio in adolescenza” di Gustavo Pietropolli Charmet e Antonio Piotti). È necessario ed urgente preparare le nuove generazioni alla morte, come parte della vita e non come negazione della vita. “[…] occorre preparare appieno il fanciullo ad avere una vita individuale nella società, ed allevarlo nello spirito degli ideali” (dal Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia). “Appieno” comprende tutti gli aspetti della vita: gli adulti, quindi, coltivino la biofilia (amore per la vita) e non la necrofilia (amore per la morte, per cose morte come soldi, case, vestiti o altro).

Come ricorda lo scrittore Erri De Luca: “Ho lasciato da ragazzo la casa dei genitori. Mi staccai dalla città di origine, dall’avvenire apparecchiato. Partii a mosca cieca, biglietto di semplice andata. Scesi dal treno in un’altra città, cercai di dormire presso affittacamere intorno alla stazione, feci per campare il fattorino. Sperimentai la libertà, che non è un elenco di diritti da godere, ma uno sbaraglio. Se non è spesso un deserto, non è libertà”[2]. Ogni ragazzo va edotto e condotto, non indotto, a intraprendere la propria strada in cui sperimentare la sua vita (e non quella designata o disegnata da altri) e la libertà, che è ciò che piace, aggrada, si vuole (è questo il significato etimologico), ma fa provare anche quello che non piace, frustrazioni, fallimenti, scossoni, comunque emozioni attraverso cui si conosce e ci si conosce.

A proposito del lasciar cercare, trovare e provare la strada tra la libertà (ciò che si vuole fare) e la liceità (ciò che è permesso fare), bisogna tener conto della presenza assorbente della tecnologia nella vita dei ragazzi, nativi digitali: “I nuovi media fanno parte del nostro ambiente quotidiano di vita e, soprattutto, di quello dei bambini e dei ragazzi: fare come se le nuove tecnologie non esistessero non rispetta la loro essenza sociale ed è sbagliato. Tra l’altro sappiamo che ciò che è proibito o vietato rischia di attirare ancora di più l’attenzione, favorendo, in questo caso, un uso nascosto e senza regole. Vanno piuttosto integrati nell’educazione famigliare e gestiti con responsabilità, non sottovalutandone i rischi ma anche valorizzando le potenzialità” (Marco Deriu, esperto di media education). Si parla di “domestication”, cioè quell’insieme di processi attraverso cui la famiglia può “addomesticare” i nuovi media, un po’ come si fa con gli animali. Tramite questa attività le tecnologie vengono integrate nelle abitudini quotidiane del nucleo familiare, con un processo che avviene soprattutto a livello simbolico fra le mura di casa ma che è un ponte con la dimensione pubblica della famiglia (l’esperta di dinamiche familiari e media Maria Filomia). In famiglia i media non devono divenire oggetto di delega educativa, isolamento o dipendenza, ma mezzo di condivisione, emozione, comunicazione, anche per consentire ai genitori di conoscere meglio i figli, le loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni (mutuando le espressioni dell’art. 147 cod. civ.). Esemplare il caso, a Lecce (inizi 2016), di un padre che, da lavoratore dipendente, si è rinnovato professionalmente diventando imprenditore e dando vita ad una startup informatica col figlio adolescente studente liceale coniugando la sua esperienza e competenza di analisi e programmazione con la duttilità e la dimestichezza dei social network e dei più innovativi sistemi di comunicazione del ragazzo. L’adolescenza stessa è una startup, letteralmente “avvio, lancio”, tecnicamente “fase iniziale di avvio delle attività di una nuova impresa” e, per questo, ha bisogno del credito, della fiducia, dell’investimento da parte degli adulti.

Si possono desumere indicazioni per i genitori da un’attenta lettura degli articoli novellati del codice civile (per mezzo della legge 10 dicembre 2012 n. 219 “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali” e successivo decreto legislativo 28 dicembre 2013 n. 154), precisamente dagli artt. 147 “Doveri verso i figli” e 315 bis comma 1 “Diritti e doveri del figlio”, in cui i verbi “mantenere, istruire, educare e assistere” tracciano le tappe del percorso della relazione genitori-figli e in particolare l’assistenza morale è il supporto da dare agli adolescenti: assistere (letteralmente “stare presso, avanti”) significa anche ascoltare il silenzio e in silenzio e intervenire quando necessario. Ancor più emblematico è il contenuto dell’art. 315 bis comma 2 cod. civ. (che richiama l’art. 1 della legge 184/1983): “Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti”. Disposizione che non si riferisce solo ai diritti relazionali del figlio in caso di separazione/divorzio dei genitori, ma anche all’esigenza di costruire, lungo la sua infanzia, relazioni che rappresentino segni, pietre miliari durante la sua crescita, cui far riferimento, cui far ritorno. Necessità e obbligo dell’essere esempio da parte dei genitori e delle altre figure adulte che hanno responsabilità e cura dei bambini affinché siano, poi, veramente adolescenti vivendo la “loro” adolescenza (che non rilevi e non si riveli, invece, l’adultescenza degli apparenti adulti, la cosiddetta “sindrome di Peter Pan”).

Per i genitori di figli adolescenti non occorre un manuale, ma la capacità di discernere quando aprire o chiudere la mano, protendere o ritirare la mano.


 

[1] J. Juul, “Sono grande abbastanza! Stare accanto a un figlio adolescente”, Urra Edizioni 2011

[2] E. De Luca in “Variante di parabola” da “Il più e il meno”, Feltrinelli Editore, Milano, 2015, p. 12

Distacco: paure e rabbia distruttiva

Distacco: paure e rabbia distruttiva

di Adriana Rumbolo

A lungo si è pensato che un neonato  non rispondesse agli stimoli ambientali
Poi sicuramente  persone sensibili e intuitive hanno cominciato a nutrire dubbi che il neonato non potesse rispondere all’ambiente, ma dovevano arrivare i risultati delle neuroscienze a conferma,  con dati scientifici,  che sicuramente il bambino relaziona  continuamente con il mondo intorno con le emozioni primarie:paura , rabbia, angoscia da separazione, e che i piccoli hanno bisogno di imparare a modularle, a gestirle con l’abbraccio rassicurante, il contatto pelle ,pelle il suono della voce conosciuta della mamma che abbasserà il loro livello di ansia rassicurandoli nella loro identità annullando paure e angoscia da separazione,
I veterinari si raccomandano di non staccare i cuccioli dalla mamma prima dei tre mesi per permettere a lei di insegnare al cucciolo  , con la rassicurazione,  a modulare le emozioni
La stessa cosa , in un certo senso la possiamo notare  nei soggetti malati di alzheimer che si rasserenano  al nostro sorriso , a una nostra carezza a un tono di voce non aggressivo che risveglia  attimi della loro identità che si sta perdendo .
Quando la modulazione, nei neonati,  non avrà avuto buon esito , l’adulto,    rimasto bloccato nella gestione emotiva,   di fronte a un distacco, a una perdita sarà preda di una paura folle, incontrollabile di perdersi di non esistere più e reagirà con rabbia distruttiva verso la presunta  causa del pericolo e  ossessionato    la cancellerà definitivamente, uccidendola.
Poi annullato il pericolo tutto tornerà tranquillo e lui o lei penserà solo a difendersi  convinto/a purtroppo di avere agito per legittima difesa.

Concorso prof, Miur: prove regolari Ma un prof su 4 non si è presentato

da Corriere della sera

Concorso prof, Miur: prove regolari Ma un prof su 4 non si è presentato

Su base nazionale dovrebbe passare un aspirante su due ma in alcune province e per alcune classi di concorso, come sostegno e matematica e scienze alle medie, molti posti resteranno vuoti per mancanza di candidati

Il 31 maggio si sono concluse le prove scritte del concorso per insegnanti da 63.712 posti previsto dalla legge Buona Scuola. A fronte di oltre 165.000 domande presentate, fa sapere oggi il Miur, il tasso di presenza medio finale è stato del 76,23%. In altre parole, poiché un aspirante prof su quattro non si è presentato, alla fine dovrebbe passare un candidato su due. Ma tutto dipende dalle singole province e dalle diverse classi di concorso: per alcune vi sono molti più candidati che posti (è il caso della scuola primaria e dell’infanzia) per altre (sostegno ma anche matematica alle medie), scarseggiano i candidati, tanto che molti posti resteranno scoperti anche dopo il concorso. Non a caso il comunicato del ministero dell’Istruzione precisa che tra le prove più partecipate c’è proprio Matematica alle medie, Italiano e Spagnolo: tutte con un tasso del 96% . Mentre secondo Tecnica della Scuola per la primaria e l’infanzia il tasso di astensione si aggira fra il 30 e il 40 per cento. L’età media dei candidati – precisa ancora il Miur – è di 38,6 anni. In diversi ambiti disciplinari si scende sotto i 35: Greco (32,7 anni), Latino (33,4 anni), sostegno primaria (32,7 anni), sostegno infanzia (32,4 anni). Sono mediamente under 35 anche i candidati per l’insegnamento di diversi strumenti musicali.
Giannini: «Presto cominceranno gli orali»

«Le correzioni delle prove scritte sono già cominciate per poter avviare al più presto gli orali – assicura il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini -. La macchina amministrativa del Miur ha funzionato e ha consentito a migliaia di candidati di svolgere serenamente le prove». Resta però aperta la questione delle migliaia di ricorsi presentati dagli esclusi al concorso che era riservato ai soli abilitati. Il Miur precisa ancora che le prove scritte, che si sono svolte al computer, sono andate regolarmente. «Solo in pochi casi si sono verificati problemi di tipo tecnico (ad esempio per cadute di tensione della rete elettrica). I casi in cui si sono verificati inconvenienti temporanei, comunque risolti nell’arco della sessione di esame, sono stati meno di 50».

11 sindacalisti indagati per truffa: l’ultimo anno di servizio al sindacato per una pensione da nababbi

da La Tecnica della Scuola

11 sindacalisti indagati per truffa: l’ultimo anno di servizio al sindacato per una pensione da nababbi

Truffa aggravata ai danni dello Stato e appropriazione indebita aggravata a carico di dirigenti sindacali, docenti e dipendenti amministrativi oggi in pensione.

È la pesante accusa mossa dalla Procura di Brescia ad 11 sindacalisti indagati dal 2014.

“Tra i soggetti indagati – scrive l’agenzia Ansa – c’è anche il segretario generale del sindacato Snals (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori della Scuola), indagato per concorso in truffa aggravata, nonché il segretario amministrativo nazionale, responsabile dei reati di truffa aggravata e appropriazione indebita”.

Le indagini sono partite nell’ottobre 2014 ed hanno riguardato i dipendenti dello Snals di Brescia e della segreteria nazionale, a caasa di presunte “condotte illecite poste in essere al fine di poter illegittimamente fruire di un vantaggio economico in materia pensionistica”.

L’ipotesi di illecito aveva preso spunto da un servizio giornalistico d’inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene” del 17 settembre 2014, di cui si interessò anche La Tecnica della Scuola, in merito ad insegnanti e dipendenti del Miur residenti in provincia di Brescia, i quali, nel corso del loro ultimo anno di servizio, prima del collocamento in pensione, sono stati distaccati presso le sedi centrali e periferiche del sindacato.

Nel periodo considerato, spiega ancora l’agenzia di stampa nazionale, “oltre a percepire il regolare stipendio, gli stessi si sono anche visti riconoscere una retribuzione aggiuntiva, che oscillava dai 2.000 euro ai 4.000 euro lordi mensili, in realtà mai corrisposta”.

I numeri della mobilità fanno ben sperare i docenti della fase C

da La Tecnica della Scuola

I numeri della mobilità fanno ben sperare i docenti della fase C

Nel quartiere generale del Miur dove è presente il server che sta raccogliendo tutti i dati delle fasi B, C e D della mobilità, c’è grande riserbo sulla diffusione dei dati ufficiali delle mobilità 2016/2017.
Tra l’altro a causa della festa della Repubblica, che cade il 2 giugno in concomitanza con la scadenza delle domande della mobilità, al Miur hanno deciso di prorogare la scadenza di 24 ore. Per cui è stata prorogata al 3 giugno la scadenza delle domande di mobilità del personale docente, come per altro diffuso dal Miur sul suo sito web: “Si informa che le funzioni per la presentazione delle domande di mobilità delle fasi B, C e D sono prorogate sino al giorno 3 giugno con chiusura definitiva alle ore 24.00, dal momento che nella giornata del 2 giugno non saranno attive le funzioni di service desk”.

Tuttavia dal bunker del Miur, in modo riservato e ufficioso, arrivano i primi numeri della mobilità 2016/2017. È subito una sorpresa! I numeri sono molto più limitati di quanto era stato previsto. Siamo sotto, anche abbondantemente, alle 100 mila domande, quando invece si temevano numeri apocalittici. C’era chi temeva trasferimenti e passaggi fiume, tanto da pronosticare oltre 200 mila domande di trasferimento. Invece i numeri sono molto più piccoli: “92.286 domande inserite a sistema ma non inoltrate e invece 74.972 già inoltrate e messe in archivio delle istanze on line”.

Per la fase B della mobilità, riferita ai soli docenti entrati in ruolo entro il 2014, e che hanno chiesto trasferimento interprovinciale, dovrebbero essere state compilate 36.296 domande. Di queste 7.257 solo inserite ma non inoltrate e 29.039 già inoltrate e messe in archivio. Della fase B della mobilità, riferita ai neoassunti da concorso 2012 risulterebbero inserite 16.381 domande, mentre per la fase C della mobilità risulterebbero 36.609.
Il condizionale è d’obbligo, in quanto non si tratta di dati ufficiali, ma qualora dovessero essere confermati, questi numeri dicono qualcosa di veramente chiaro e preciso.

Che cosa dicono questi numeri di tanto chiaro? Dicono che il basso numero di trasferimenti interprovinciali dei docenti in ruolo entro il 2014, che tra le altre cose hanno chiesto, in alcuni casi, un solo ambito per non perdere la titolarità nella scuola, è essenzialmente dovuto al timore di finire triturati in una titolarità di ambito e soggetti alla chiamata diretta dei dirigenti scolastici.

A gongolare, se questi dati fossero confermati, sarebbero i docenti che hanno fatto domanda di mobilità in fase C.
Infatti la maggiore insidia per loro di finire in qualche ambito sperduto a livello nazionale, era dovuto alla quantità numerica dei trasferimenti interprovinciali della fase B, che a quanto sembra uscirebbe ridimensionato rispetto ai pronostici.
Adesso si attende la conferma dei dati su citati e di conoscere la loro distribuzione su classe di concorso.

Miur: comitati di valutazione formati regolarmente dovunque

da La Tecnica della Scuola

Miur: comitati di valutazione formati regolarmente dovunque

Resi noti dal Ministero i primi esiti del monitoraggio realtivo alla valorizzazione del merito dei docenti.

I dati sono ancora parziali  (ha risposto poco meno 40% delle scuole alla scheda  n.1  sulla composizione del comitato di valutazione e il 24% alla scheda n.2 sui criteri per l’attribuzione del bonus).
Qualche anticipazione viene fatta dall’Anp che segnala che “tra le scuole che hanno risposto, quasi il 100% ha nominato il comitato di valutazione e lo ha fatto con tutte le componenti”.
“In merito ai criteri scelti dai comitati
– aggiunge ancora Anp – la rilevazione indica che la quasi totalità delle scuole li ha elaborati in relazione a tutte le aree indicate dalla legge; sono pochissime, nell’ordine di qualche unità, le scuole che hanno lavorato privilegiando solo una o due aree”.

Un altro aspetto interessante riguarda le modalità con le quali sono state adottate le decisioni dei comitati: stando ai dati fin qui disponibili, quasi il 95% dei comitati ha assunto le proprie decisioni all’unanimità.
Le contestazioni e le prese di posizione del fronte no-legge 107 non sembrano quindi aver determinato particolari difficoltà nelle scuole, anche se per la verità è ancora presto per mettere la parola fine sulla vicenda.
La rilevazione non è ancora conclusa e un bilancio definitivo si potrà fare solo a fine agosto, quando il Miur comunicherà tutti i dati raccolti.

Mobilità: 20.000 domande da inoltrare

da tuttoscuola.com

Mobilità: 20.000 domande da inoltrare
Una nota della Uil scuola avverte: slitta al 3 giugno la scadenza per le domande della seconda fase della mobilità

92.286  domande inserite a sistema, 74.972 quelle inoltrate: sono questi i numeri della mobilità di giugno, quella delle fasi B, C, D che riguarda i trasferimenti interprovinciali e i neo immessi in ruolo.

Ne dà notizia una nota A della Uil scuola: sono dunque quasi ventimila le domande inserite nel sistema e non inoltrate. “Questo significa che ci sono almeno ventimila persone che, a distanza due giorni dalla nuova scadenza fissata dal Miur al 3 giugno, hanno la domanda ‘predisposta’ e non ‘inviata’.”

Un giorno in più, spiega il sindacato, “perché altrimenti l’invio doveva essere fatto entro domani e la  festa della Repubblica rischiava di trasformarsi in un click day. Domani, invece non saranno attive le funzioni di service desk.  Venerdì il completamento della procedura riguarderà una persona su cinque fra tutte quelle che hanno fatto domanda“.

Infine un promemoria con avvertenza: “All’appello mancano poi 339 domande di coloro che hanno vinto il concorso e 2.605 domande da parte di quanti sono nelle graduatorie ad esaurimento (GAE). Per questi ultimi, se non presenteranno la domanda scatterà il trasferimento d’ufficio con punti zero“.

Successo organizzativo del concorso guastato dalle prove suppletive degli ITP

da tuttoscuola.com

Successo organizzativo del concorso guastato dalle prove suppletive degli ITP

Con le prove scritte per la scuola dell’infanzia e per la lingua cinese si è conclusa ieri la prima e più  impegnativa fase del concorso docenti 2016.

Dal 28 aprile al 31 maggio si sono svolte le prove in computer based per 93 diverse tipologie di concorso, ospitate, per la prima volta, in aule informatiche.

Per gli ultimi due concorsi, quelli della primaria e dell’infanzia, sono state utilizzate oltre 4.300 aule informatiche, dotate delle necessarie postazioni con computer per ogni candidato.

In quelle aule erano attesi 230 mila candidati, ma circa l’8% ha gettato la spugna prima di cominciare e, in particolare, non ha risposto all’appello il 30% circa nel concorso di primaria e il 40% in quello dell’infanzia.

Si tratta, comunque, ancora di dati ufficiosi in attesa del probabile comunicato del Miur che fornirà un quadro completo delle prove.

Sotto l’aspetto organizzativo si è trattato indubbiamente di un sostanziale successo, accompagnato da qualche inevitabile discrasia di modesta entità come effetto fisiologico atteso.

Un successo reso possibile da uno sforzo organizzativo per l’Amministrazione che non ha precedenti e per il quale erano in molti a ‘gufare’, sperando in una debacle da utilizzare forse anche come strumento politico contro la Buona Scuola.

Ma al Miur non possono sedersi sugli allori e dovranno rinviare i festeggiamenti per quel successo, perché, inaspettata, è arrivata la coda avvelenata degli ITP non abilitati ammessi tardivamente al concorso da un’ordinanza cautelare del Tar.

Per loro dovranno dovranno essere riaperti i termini di presentazione delle domande e dovranno anche essere predisposte prove suppletive che potrebbero interessare ben 24 procedure concorsuali relative a laboratori ed esercitazioni.

I bandi avevano previsto per quelle classi di concorso una disponibilità complessiva di 7.235 posti per i quali avevano presentato regolare domanda di ammissione 16.685 docenti abilitati che nelle settimane scorse avevano regolarmente sostenute le prove.

Fino a quando le prove suppletive non si saranno svolte, le relative procedure concorsuali dovranno probabilmente segnare il passo.

Per quei concorsi si prospettano due rischi: un ritardo di nomine che potrebbe andare oltre il 15 settembre 2016 e un possibile contenzioso da parte di candidati abilitati scavalcati nelle nomine in ruolo dagli ITP salvati dal Tar.

Intesa Miur-Consiglio di Stato

Per il #2giugno Firmata intesa Miur-Consiglio di Stato
A Montecitorio premiazione del concorso “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola”

Il 2 giugno si festeggia anche e soprattutto con la scuole e nella scuola. E per il 70 anni della #FestadellaRepubblica, l’1 giugno, a Palazzo Spada, a Roma, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e il Presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, hanno sottoscritto una Carta di Intenti che prevede un programma pluriennale di attività da realizzare nell’ambito dell’insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”. In particolare saranno previsti percorsi di educazione alla legalità, alla giustizia e alla corresponsabilità, nel rispetto dei diritti e dei doveri del cittadino. Grazie all’accordo gli studenti avranno anche la possibilità di accedere alla storica sede del Consiglio di Stato a Roma e di visitare le sedi dei Tribunali Amministrativi Regionali che aderiscono incontrando i magistrati.
Mantenere viva la memoria della storia nazionale e educare i giovani ai principi della Costituzione repubblicana. Con questi obiettivi le rappresentanze di 53 scuole secondarie di II grado parteciperanno poi alla tradizionale parata del 2 giugno, a Roma, in via Dei Fori Imperiali. Studenti, docenti e dirigenti scolastici siederanno in tribuna con le massime autorità civili, religiose e militari dello Stato. Mentre nel pomeriggio saranno ospitati nell’Aula di Montecitorio, alla presenza del presidente della Camera, Laura Boldrini, e del presidente del Senato, Pietro Grasso, per la cerimonia di premiazione dei lavori che hanno prodotto per approfondire l’attualità della Costituzione italiana. Gli elaborati sono stati prodotti nell’ambito del concorso “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola – Lezioni di Costituzione”. L’evento della Camera sarà trasmesso in diretta su Rai 3 dalle ore 15. Il concorso, rivolto alle scuole secondarie di II grado, nasce dalla collaborazione del Miur con il Senato e la Camera dei deputati.