Ricostruzione di Carriera

Ricostruzione di Carriera – l’Anief vince a Torino: ingiustificabile da parte del MIUR il mancato riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo

Il Tribunale del Lavoro di Torino riconosce il pieno diritto dei docenti immessi in ruolo a vedersi riconosciuto immediatamente e per intero tutto il servizio prestato durante il periodo di precariato anche ai fini della ricostruzione di carriera. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi ottengono piena ragione per una nostra iscritta e la condanna del MIUR per palese discriminazione del lavoro precario e violazione di norme eurounitarie.

AMBITI TERRITORIALI, RICORSO DI TRE DOCENTI AL TAR LAZIO

AMBITI TERRITORIALI, RICORSO DI TRE DOCENTI AL TAR LAZIO

La Federazione Gilda-Unams ha notificato al Tar del Lazio il ricorso di tre docenti sugli ambiti territoriali. Il sindacato ha impugnato l’ordinanza ministeriale sulla mobilità relativamente all’articolazione degli ambiti che determina una disparità di trattamento tra insegnanti nell’assegnazione della sede di titolarità, destinando alcuni alle scuole e altri agli ambiti.

“Nel ricorso – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, responsabile dell’ufficio legale della Federazione Gilda-Unams – contestiamo l’inosservanza della direttiva comunitaria che tutela la parità di trattamento tra chi ha condizioni di lavoro uguali e la violazione dell’articolo 117 della Costituzione che stabilisce la partecipazione attiva delle Regioni, con potere di deliberare, in materie di legislazione concorrente come la definizione degli ambiti territoriali. Il Miur si è limitato a interpellare le Regioni e ha poi disegnato da solo la nuova geografia della mobilità docente estromettendo gli Enti locali”.

Maturità 2016, online tutti i nomi dei commissari d’esame

da Il Sole 24 Ore

Maturità 2016, online tutti i nomi dei commissari d’esame

di Alessia Tripodi

Maturità 2016, i nomi dei commissari d’esame sono online. Da ieri sul sito del Miur è possibile infatti consultare i nomi dei docenti che compongono le commissioni dell’esame che partirà il prossimo 22 giugno con il tema d’italiano. Basta cliccare sul sito istruzione.it e appare una schermata che permette di ricercare per tipologia di indirizzo di studio e istituto scolastico i nomi dei commissari esterni, tradizionalmente i più «temuti» dai ragazzi.
La notizia è stata diffusa dal Miur via Twitter con l’hashtag #nopanic: un invito ai candidati a mantenere la calma in vista dell’esame.

La maturità 2016
Le commissioni d’esame quest’anno saranno 12.554, esamineranno 24.991 classi per un totale di 503.452 candidati, di cui 487.476 interni e 15.976 esterni. La composizione rimane identica agli scorsi anni: 3 membri interni, 3 esterni e un presidente.

Le prove
La prima prova scritta, il classico tema d’italiano, si terrà mercoledì 22 giugno, a partire dalle ore 8.30. La seconda prova scritta d’indirizzo è in calendario il giorno successivo, giovedì 23 giugno, sempre dalle ore 8.30. La terza prova scritta, diversa per ciascuna scuola, si svolgerà lunedì 27 giugno, alle ore 8.30.

Chieste altre 30 mila cattedre

da ItaliaOggi

Chieste altre 30 mila cattedre

Ridurrebbero l’impatto dei trasferimenti lontano da casa. Viale Trastevere batte cassa con il Mef per l’organico di fatto. Decreto entro fine giugno

Alessandra Ricciardi

L’obiettivo è di portarlo a casa entro fine giugno. Così da stilare i nuovi organici da utilizzare subito, anche per le assegnazioni provvisorie dei neoassunti. Si tratta del decreto sul cosiddetto organico di fatto, che secondo quanto risulta a ItaliaOggi è stato inviato nei giorni scorsi dal ministero dell’istruzione al ministero dell’economia.

La richiesta è per 30 mila nuove cattedre, o poco più, delle quali 7 mila piene e le restanti frutto di sommatorie di spezzoni orari. Erano state circa 32 mila lo scorso anno. Il dicastero guidato da Stefania Giannini ha motivato la richiesta con le sopravvenute esigenze di didattica stimabili per il prossimo anno scolastico. Esigenze alle quali non potranno dare risposta i docenti che sono stati assunti e quelli che lo saranno proprio a decorrere dal prossimo anno scolastico in base al concorso che è in fase di svolgimento in queste settimane. Rispetto allo scorso anno, l’organico di diritto è stato incrementato, al netto del turn over, di 48 mila unità finali.

Non servono a rispondere alle esigenze prospettate, è il ragionamento del Miur, neanche quei docenti assunti sul potenziamento che una prima versione della legge della Buona scuola avrebbe voluto destinare a fare tutte le supplenze e che invece alla fine il governo ha deciso fosse opportuno utilizzare prioritariamente per potenziare e allargare la didattica. Di necessità, virtù, verrebbe da dire, vista anche la difficile corrispondenza tra i profli offerti e quelli richiesti dalle scuole.

Le 30 mila cattedre aggiuntive, che frazionate dovrebbero dare luogo a circa 50 mila contratti, potranno andare a supplenze oppure ad assegnazioni provvisorie.

Un’operazione, quella della Giannini, che se dovesse andare in porto consentirebbe dunque di dare una boccata di ossigeno ai docenti immessi in ruolo ma sbattuti lontano da casa e che per un anno, grazie alle assegnazioni, potranno invece asperare in un avvicinamento.

In questi giorni il confronto Miur-Mef si farà caldo anche sul fronte del pagamento delle supplenze di breve durata: entro 60 giorni la presidenza del consiglio dei ministri deve essere stilare il decreto che stabilisce le nuove regole, in base alle linee fissate con il decreto legge su scuola e università, di recente conversione, per garantire i pagamenti entro 30 giorni anche a chi ha contratti saltuari come docente, amministrativo, tecnico oppure ausiliario. Una norma fortemente voluta da Palazzo Chigi, e su cui infatti si deciderà con dpcm, per eliminare alla radice lo scandalo di accrediti effettuati a distanza di mesi se non, a volte, di anni.

Mobilità annuale, saranno favoriti i nuovi assunti che restano senza sede

da ItaliaOggi

Mobilità annuale, saranno favoriti i nuovi assunti che restano senza sede

Ipotesi Miur. Penalizzati i titolari di precedenza

Marco Nobilio

I docenti neoimmessi in ruolo nelle fasi B e C, che rimarranno senza sede all’esito delle operazioni di assegnazione provvisoria e utilizzazione, si vedranno assegnare d’ufficio l’ambito che avranno indicato per primo nella domanda di trasferimento. È questa l’ipotesi stata posta al vaglio del tavolo di contrattazione sulla mobilità annuale nella riunione del 31 maggio scorso. Insieme a questa, è stata avanzata anche la proposta di disporre i movimenti di durata annuale (assegnazioni e utilizzazioni) «solo sui posti di cui all’articolo 1, comma 69, della legge 107/2015». In pratica, solo sui posti aggiuntivi che dovrebbero essere assegnati in quello che una volta si chiamava organico di fatto. Novità anche per le precedenze previste da leggi speciali, come quella prevista per i disabili e per chi li assiste.

La priorità nell’assegnazione della sede avverrà sull’ambito e non sulla sede in senso stretto, come è avvenuto finora. Anche se dovrebbero esserci trattamenti differenti a seconda della data di immissione in ruolo. Secondo quanto risulta a Italia Oggi, infatti, anche i movimenti annuali avverranno in due fasi. La prima sarà dedicata ai docenti già in ruolo nel 2014/2015, che continueranno a mantenere il diritto ad avere una sede. Anche se solo per quest’anno. La seconda riguarderà, invece, i neoimmessi in ruolo nel 2015/2016, che potranno partecipare ai movimenti, ma solo tra ambiti. E poi c’è un’ulteriore novità: il diritto a scambiarsi le sedi, finora previsto solo tra coniugi, sarà esteso a tutti. E potrà avvenire anche tra province diverse. Ecco qualche dettaglio in più.

Docenti senza sede. I docenti neoimmessi in ruolo in fase B e C, che risulteranno in esubero dopo le operazioni di assegnazione agli ambiti, saranno assegnati in sovrannumero nel primo ambito che avranno indicato nella domanda di trasferimento. Il benefico, se approvato, riguarderà i docenti neoimmessi appartenenti alle classi di concorso in esubero sull’organico di diritto, ai quali sono stati assegnati posti di potenziamento. I posti che occupano provvisoriamente nel corrente anno scolastico, infatti, dal 1° settembre saranno assegnati ai docenti già in ruolo nel 2014/2015 che a quell’epoca risultavano in esubero. Ciò comporterà una saturazione di posti che, a sua volta, determinerà l’insorgenza di nuovi esuberi. Ma dal 1° settembre saranno i neoimmessi in ruolo ad andare in esubero e non più gli insegnanti della ex Dop (dotazione organica provinciale). Che nel frattempo saranno riassorbiti sui posti di potenziamento. Per i nuovi esuberi la soluzione ipotizzata dall’amministrazione è la messa a disposizione nell’ambito indicato per primo nella domanda di trasferimento. Paradossalmente, quindi, coloro che non otterranno l’assegnazione ad un ambito nella lotteria dei 100 ambiti e delle 100 province, otterranno un trattamento più favorevole. Sebbene per un solo anno. L’assegnazione al primo ambito dovrebbe avvenire in sede di assegnazione provvisoria o di utilizzazione.

Movimenti solo sui posti aggiuntivi. Nella sequenza operativa della bozza di contratto sulle assegnazioni e utilizzazioni ricorre l’espressione «solo sui posti di cui all’articolo 1, comma 69 della legge 107/2015». In pratica, l’intenzione dell’amministrazione sarebbe quella di ridurre il numero delle operazioni disponendo i movimenti annuali, nella maggior parte dei casi, solo sui posti aggiuntivi che saranno autorizzati in organico di fatto. Il comma 69, reiteratamente citato nella sequenza, dispone, infatti, che «all’esclusivo scopo di far fronte ad esigenze di personale ulteriori rispetto a quelle soddisfatte dall’organico dell’autonomia», si legge nel dispositivo, debba essere «costituito annualmente un ulteriore contingente di posti non facenti parte dell’organico dell’autonomia». Se questa tesi dovesse prevalere, il diritto alla mobilità annuale ne risulterà compresso e, in molti casi, addirittura posto nel nulla, diventando un beneficio per pochi. Resta il fatto, però, che la legge 107 non prevede queste limitazioni.

Precedenze. L’assoggettamento della mobilità annuale al sistema degli ambiti, che sembrerebbe ormai inevitabile, rischia di ingenerare un forte contenzioso, oltre che in via ordinaria, anche e soprattutto per gli effetti che determinerebbe sul sistema delle precedenze. In particolare per quanto riguarda le precedenze previste dalla legge 104/92 e dalla ex legge 100. Nel primo caso, la legge prevede che i portatori di handicap e chi li assiste abbiano diritto alla priorità nell’assegnazione della sede. Nel secondo caso, la legge dispone una precedenza in favore dei coniugi di militari. Precedenza che, in caso di indisponibilità di sedi, si traduce nel diritto ad essere messi a disposizione in una scuola nel comune di assegnazione del coniuge militare. La Suprema corte, peraltro, è costante nel ritenere che per sede debba intendersi la sede geografica dove il lavoratore assolve la prestazione. Di qui la probabile illegittimità di mere assegnazioni ad ambiti territoriali anziché a sedi scolastiche.

La metà delle aule è ancora senza internet. Giannini: ecco i soldi per connetterle

da La Tecnica della Scuola

La metà delle aule è ancora senza internet. Giannini: ecco i soldi per connetterle

Ci sono aule che non hanno ancora i servizi digitali, ma è questione solo di tempo: ormai “ci sono le risorse per condurre in porto questo obiettivo”.

A dirlo, il 7 giugno in occasione della firma di un protocollo nazionale del ministero dell’Istruzione con la Rai, è stato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.

Che ha anche quantificato l’entità dell’investimento: metteremo a disposizione “1 miliardo per 5 anni a partire da questo”, per centrare anche il target che ci siamo prefissati.

È bene sapere che le buone intenzioni del ministro, tuttavia, debbono essere corredate da un piano di potenziamento di primo livello.

Secondo i dati forniti di recente dall’Osservatorio Tecnologico del Miur, solo il 10,5% delle scuole di primo grado avrebbe una connessione veloce, percentuale che arriva al 23,1% nel caso delle superiori. Mentre in totale più del 53% delle aule sono completamente disconnesse.

Inoltre, per insegnare in modalità digitale servono competenze specifiche, che esulano dalla formazione base della maggior parte dei docenti.

Pochi mesi fa, La Tecnica della Scuola ha scritto, a proposito del livello tecnologico della scuola italiana: “cosa è oggi quindi la “scuola 2.0”? Dalle esperienze eterogenee ed individuali dei singoli Istituti, possiamo affermare sicuramente che essa somiglia ad un grande cantiere di idee e sperimentazioni, alcune di buon livello altre meno, in cui però, nella stragrande maggioranza di casi, si naviga a vista senza una programmazione omogenea e diffuso su tutto il territorio”.

Chiamata diretta: se ne riparla domani 8 giugno

da La Tecnica della Scuola

Chiamata diretta: se ne riparla domani 8 giugno

Come era facilmente prevedibile l’incontro odierno sulla questione della chiamata diretta fra Governo e sindacati si è concluso con un nulla di fatto.

Tutto è stato rinviato a domani “nel tentativo – rende noto Cisl Scuola –  di individuare ipotesi condivise in vista di un possibile nuovo incontro politico che, se ve ne saranno le condizioni, potrebbe aver luogo giovedì 9 giugno”.

All’incontro era presente anche il sottosegretario Faraone che, per l’ennesima volta, ha annunciato la volontà del Governo di portare a compimento il progetto contenuto nella legge 107 in materia di assegnazione dei docenti alle scuole.

Per parte loro i sindacati hanno ribadito la loro posizione: la chiamata da parte dei dirigenti deve essere attuata utilizzando criteri oggettivi e trasparenti, in pratica – sempre secondo i sindacati – si dovrà fare riferimento alle graduatorie.

L’idea di consentire ai dirigenti di effettuare le assegnazioni ricorrendo a colloqui o ad altre forme di selezione analoghe è da escludere nel modo più assoluto.
L’incontro di domani 8 giugno dovrebbe quindi essere risolutivo: se si troverà un punto di intesa si andrà avanti a discutere e a confrontarsi, in caso contrario la rottura sarà inevitabile, con conseguenze imprevedibili per l’avvio del nuovo anno scolastico.

Bonus docente: andrà rendicontato entro il 31 agosto… ma come

da La Tecnica della Scuola

Bonus docente: andrà rendicontato entro il 31 agosto… ma come?

Nel mese di ottobre i docenti hanno ricevuto nei propri cedolini 500 euro per la formazione. Il bonus, dal prossimo anno, diventerà una Carta elettronica che potrà essere utilizzata per gli acquisti.

Con la nota 15219 del 15 ottobre 2016, il Miur aveva emanato le indicazioni operative in applicazione del DPCM 23 settembre 2015, sull’istituzione della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, secondo quanto previsto dall’art.1 comma 121 della legge 107/2015 (“Buona Scuola”).

Il Ministero aveva spiegato che nel caso la documentazione fosse risultata non conforme, incompleta, presentata oltre il termine o non presentata, la somma sarà recuperata con l’erogazione riferita al 2016/17. Inoltre, i rendiconti dovranno essere messi a disposizione dei revisori per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile.

Con l’occasione, il Miur aveva annunciato l’emissione di una successiva nota, con la quale avrebbe fornito ulteriori dettagli riguardo all’attività di rendicontazione delle spese sostenute.

Di questa nota, ormai alla fine dell’anno scolastico, non c‘è alcuna traccia, nonostante le richieste di chiarimento dei Sindacati avanzate, da ultimo, nel mese di maggio.

Le scuole stanno quindi adottando procedure diverse: alcune hanno emanato circolari informative e predisposto modulistica ad hoc, altre hanno addirittura preparato piattaforme per l’inserimento dei dati direttamente dai docenti, altre ancora hanno lasciato tutto in standby in attesa di indicazioni operative dal Miur.

Ad ogni modo, per i docenti interessati, riepiloghiamo quali sono le spese ammissibili, meglio esplicitate in alcune Faq pubblicate dal Miur :

  • acquisto di libri, pubblicazioni e riviste, anche in formato digitale, e anche se non attinenti alla disciplina insegnata;
  • hardware, come i PC, i computer portatili o notebook, i computer palmari, i tablet;
  • software, come i programmi e le applicazioni destinati alle specifiche esigenze formative di un docente (programmi che permettono di consultare enciclopedie, vocabolari, repertori culturali o di progettare modelli matematici o di realizzare disegni tecnici, di videoscrittura e di calcolo);
  • corsi di formazione (anche on-line) organizzati dagli enti accreditati, dalle università, consorzi universitari e interuniversitari, Indire, Istituti pubblici di ricerca;
  • corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, corsi post lauream o master;
  • corsi destinati specificamente alla formazione degli insegnanti, purché inerenti al proprio profilo professionale;
  • corsi per lo studio di una lingua straniera all’estero, purché il corso venga erogato da uno dei soggetti di per sé qualificati per la formazione nella scuola, ovvero dagli “Enti culturali rappresentanti i Paesi membri dell’Unione Europea, le cui lingue siano incluse nei curricoli scolastici italiani”;
  • esame di certificazione di una lingua straniera, se l’esame è promosso da uno degli Enti certificatori delle competenze in lingua straniera del personale scolastico;
  • corso di formazione organizzato dalla propria o da altre scuole, purché coerente “con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione”;
  • rappresentazioni cinematografiche, ingressi ai musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, anche se non attinenti alla disciplina insegnata;
  • attrezzature per la scuola come LIM o libri, riviste o materiale didattico per la biblioteca scolastica.
  • corso insieme ad altri docenti esterno al piano di formazione della scuola.

Invece, non è possibile fare rientrare i seguenti acquisti:

  • smartphone, toner, cartucce, stampanti, pennette USB e videocamere;
  • abbonamenti per la linea Adsl;
  • acquisto di titoli di viaggio per la partecipazione a eventi o per viaggi culturali.

Per quanto riguarda gli smartphone, ormai del tutto assimilabili ai tablet, i Sindacati hanno chiesto chiarimenti al Miur, ma per ora non hanno ottenuto risposta.

Così come sono state richieste precisazioni su rappresentazioni cinematografiche, ingressi ai musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, i cui biglietti spesso non sono nominativi: verranno ugualmente accettati?

Esami di Stato: cos’è il “Supplemento Europass al Certificato”?

da La Tecnica della Scuola

Esami di Stato: cos’è il “Supplemento Europass al Certificato”?

Una delle novità della Maturità 2016 è rappresentata dal “Supplemento Europass al Certificato”, un documento un documento standard, diffuso e riconosciuto nell’Unione Europea, riferito a ciascun Indirizzo di studio, che contiene informazioni riguardanti il percorso ufficiale compiuto dallo studente per acquisire il diploma, il corrispondente livello EQF, le competenze generali e d’indirizzo e le attività professionali cui il diplomato potrebbe accedere, anche in contesti di mobilità transnazionale.

Si tratta in pratica di un documento che integra il diploma, ma non rappresenta una certificazione delle competenze acquisite dai singoli diplomati, e si aggiunge agli altri documenti del portafoglio Europass (Curriculum Vitae, Europass Mobilità, Passaporto delle lingue, Supplemento al diploma) previsti dall’Unione Europea per facilitare l’inserimento nel lavoro e la mobilità al di fuori del Paese.

Con la nota prot. n. 5952 dell’1/06/2016 il Miur ha illustrato le modalità di reperimento del documento da parte delle scuole e di rilascio agli studenti.

I Supplementi, distinti per istruzione liceale, tecnica e professionale, saranno gradualmente in visione alle scuole nella sezione dedicata agli Esami di Stato. A partire dal 20 luglio le scuole potranno usare le funzioni SIDI per la consegna del supplemento agli studenti, insieme al diploma e al certificato conclusivo. Le scuole non dovranno in alcun modo modificarlo, ma solo stamparlo e consegnarlo ai diplomati.

Intesa Miur-Cisco per educazione digitale 100.000 studenti

da tuttoscuola.com

Intesa Miur-Cisco per educazione digitale 100.000 studenti

L’amministratore delegato di Cisco Italia Agostino Santoni e il ministro per l’Istruzione Universitò e Ricerca Stefania Giannini hanno presentato oggi a Roma i contenuti della loro collaborazione volta a rafforzare la diffusione delle nuove competenze digitali, sempre più necessarie nel mondo del lavoro, nella scuola italiana. Lo rende noto Cisco Italia.

Il tema delle competenze digitali è un pilastro molto importante di Digitaliani – scrive l’azienda -, il piano di investimento da 100 milioni di dollari in tre anni per accelerare la digitalizzazione dell’Italia che Cisco ha annunciato nel gennaio scorso; quanto annunciato oggi rappresenta la declinazione di questo piano nei confronti del mondo della scuola“.

Nel quadro della collaborazione, Cisco si impegna “a raggiungere 100.000 studenti in tre anni, rafforzando la presenza del suo programma di formazione Cisco Networking Academy negli istituti superiori di tutta Italia, soprattutto istituti tecnici e professionali“.

Con l’inizio dell’anno scolastico 2016/2017 saranno disponibili per le scuole che sono sede di Cisco Academy nuovi percorsi di formazione Cisco dedicati alla cybersecurity e alle tecnologie per l’industria 4.0, che si affiancano ai corsi già esistenti dedicati alle tecnologie di networking.

Inoltre, saranno attivate azioni di formazione digitale in tutto il territorio nazionale verso personale docente, dirigenti scolastici e personale della scuola, con l’obiettivo di raggiungerne 5.000 nell’arco di tre anni.

Giannini, pensiero computazionale per un milione di studenti

da tuttoscuola.com

Giannini, pensiero computazionale per un milione di studenti

L’anno scolastico 2015/2016 si è chiuso oggi all’insegna del digitale con un evento, #DiarioDigitale, per fare il punto su “Generazioni Connesse”, il progetto finanziato dalla Commissione europea e guidato dal Miur per educare i ragazzi alla navigazione sicura in Rete, e su “Programma il Futuro”, l’iniziativa realizzata dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) per portare fra i banchi della scuola il pensiero computazionale e la programmazione informatica.

Un pomeriggio con gli “arrivederci 2.0” del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e del sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, che ha premiato le 34 scuole vincitrici del concorso Codi-Amo. Ai ragazzi è stato chiesto di realizzare storie, giochi e grafica con la programmazione. Hanno partecipato 790 scuole producendo oltre 1.800 elaborati (964 dalla scuola primaria, 714 dalla secondaria di I grado, 150 dalla secondaria di II grado).

Con il Piano Nazionale scuola Digitale – ha detto Giannini – abbiamo avviato un cambiamento culturale importante nella nostra scuola. Il digitale non è più solo lavagne interattive e apparecchi tecnologici, ma uno strumento per rinnovare profondamente la didattica e renderla più attrattiva per i ragazzi usando metodi e linguaggi vicini alle loro sensibilità“.

In due anni di sperimentazione“, ha aggiunto Giannini, “oltre 1 milione di studenti in tutta Italia è stato coinvolto in attività di programmazione informatica. L’obiettivo che ci eravamo prefissati a settembre è stato raggiunto. In totale sono state 8.654.100 le Ore del Codice svolte, con una media di 8,48 ore ad alunno. Prima d’ora non era mai stato portato il pensiero computazionale nelle nostre aule. Il successo dell’iniziativa ci spinge ad andare avanti e a prevedere un sempre maggior coinvolgimento di docenti e studenti, con particolare riferimento alle ragazze: il pensiero computazionale può essere una straordinaria forma di avvicinamento alle materie scientifiche da cui spesso le nostre studentesse restano lontane“.

Protocollo Miur-Rai. Nuovi strumenti per la didattica digitale

da tuttoscuola.com

Protocollo Miur-Rai. Nuovi strumenti per la didattica digitale

La promozione delle eccellenze della scuola, dell’università, della ricerca, la possibilità per le istituzioni scolastiche di utilizzare l’immenso patrimonio audiovisivo della Rai come strumento per la didattica. L’ideazione di progetti per la diffusione della cultura digitale. Sono i punti chiave del nuovo Protocollo Miur-Rai siglato questa mattina dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini e dal Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto.

Quella che sigliamo oggi – ha detto il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – è una vera e propria alleanza educativa, un cambio di paradigma culturale. I nostri giovani tornano al centro della narrazione e dell’interesse del servizio pubblico radio televisivo. La promozione del digitale e dell’uso delle tecnologie come strumento di supporto alla didattica, la diffusione della cultura scientifica e dei nuovi modelli di collaborazione fra scuola e lavoro rappresentano i capisaldi di un accordo che offre ai nostri studenti ulteriori, preziosi strumenti con cui affrontare in maniera più consapevole il futuro”.

Con questo Protocollo – ha sottolineato il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto – cambia il rapporto tra la Rai e il Miur nell’ottica di una collaborazione fattiva che consentirà di valorizzare l’immenso patrimonio rappresentato dalle nostre teche come strumento per la didattica e la ricerca. È molto importante che attraverso un accordo ufficiale il servizio pubblico radio televisivo si impegni a far emergere le storie positive e le eccellenze che caratterizzano i settori della formazione, dalla scuola all’università, senza dimenticare i Conservatori e le Accademie e senza tralasciare la prevenzione e il contrasto di fenomeni come il bullismo. Sono tutti temi su cui da oggi la Rai rinnova la sua alleanza con il Ministero per scommettere sulle nuove generazioni”.

Tre i macro obiettivi al centro del Protocollo. Il primo: valorizzare l’immagine sociale della Scuola, dell’Università e della Ricerca assicurando spazi di narrazione di storie, buone pratiche ed eccellenze, sia nell’ambito dei palinsesti già programmati e autonomamente realizzati dal Servizio Pubblico Radiotelevisivo, sia attraverso nuovi formati e soluzioni multipiattaforma pensati ad hoc per l’attuazione dell’accordo. Il secondo: mettere a disposizione delle scuole il patrimonio audio-visivo dell’azienda, con particolare riferimento alle divisioni Teche, Cultura, News, affinché possa essere fruito e rielaborato, senza oneri, dalla comunità scolastica, dell’università e della ricerca e opportunamente integrato nell’attività educativa e di insegnamento, ideando strumenti di esplorazione avanzata e originale elaborati per il mondo dell’i

struzione, dell’università e della ricerca. Il terzo: rendere disponibili e potenziare strumenti di didattica digitale. Il Protocollo d’Intesa ha la validità di tre anni dalla data di sottoscrizione e potrà essere rinnovato sulla base di successive intese scritte.

Poletti sul sistema duale: basta sperimentazione

da tuttoscuola.com

Poletti sul sistema duale: basta sperimentazione
Bobba, sottosegretario: il duale può risolvere due problemi: abbandono e disoccupazione per mancanza di competenze

Il sistema duale rappresenta un radicale cambiamento nel rapporto scuola-lavoro“, ma bisogna uscire al più presto dalla fase sperimentale. “Non sono uno che ama molto la parola ‘sperimentazione’, bisogna lavorare affinchè il sistema duale diventi uno strumento definitivo“. Lo dice Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, oggi a Roma ad una conferenza sul sistema duale, seguita dall’agenzia Dire.

Forse alle spalle abbiamo esperienze non esaltanti in questo senso – dice Poletti – ma possiamo fare davvero un cambiamento radicale per i nostri giovani” attraverso l’alternanza scuola-lavoro. “Se non viene percepito questo cambiamento, c’è il rischio di essere risucchiati nel vecchio modo di concepire queste sperimentazioni“.

Per Poletti il sistema duale può unire il sapere scolastico e la cultura dell’impresa, “che a volte manca nel nostro Paese. Si vede l’impresa come un male necessario, quando invece – termina – è un’infrastruttura sociale indispensabile. Insieme al Miur stiamo facendo un ottimo lavoro comune“.

Anche Luigi Bobba, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuto al convegno, torna sull’argomento: il sistema duale, che consente di acquisire titoli di studio attraverso l’alternanza scuola-lavoro, “dovrà diventare ordinario in Italia“.

Vogliamo trovare la via italiana al sistema duale – dice Bobba – per questo abbiamo avviato 300 agenzie formative e dato risorse aggiuntive alle Regioni“. La speranza, attraverso la sperimentazione in corso e lo sviluppo futuro, è di risolvere in un colpo solo due problemi. “Quello dell’abbandono scolastico che oggi si attesta al 17% e quello della disoccupazione per mancanza di competenze“, termina il sottosegretario.

ANCORA SULLA RESPONSABILITA’ DA ILLECITO AMMINISTRATIVO

ANCORA SULLA RESPONSABILITA’ DA ILLECITO AMMINISTRATIVO: E’ ASSICURABILE OPPURE NO?

In occasione di una conferenza di servizio indetta di recente dall’USR Puglia sul Piano triennale per la corruzione (PTC) e sul Piano triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI), presenti il Direttore generale e il Capodipartimento, dr.ssa Sabrina Bono, molti colleghi partecipanti, iscritti a DIRIGENTISCUOLA, ci hanno chiesto se è possibile tutelarsi, con la stipula di un’apposita polizza per la responsabilità professionale, contro le eventuali sanzioni inflitte al dirigente scolastico in violazione degli obblighi di trasparenza. Com’è noto, e come stato più volte sottolineato dagli illustri relatori, la materia è in attesa di un nuovo assetto, stanti le modifiche apportate alla normativa tuttora formalmente vigente dal decreto legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri il 17 maggio u.s. e in corso di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale. Dopodiché occorrerà verificare se e in quali termini – e anche tenuto conto dei problemi intertemporali per la diluita entrata in vigore della nuova disciplina – potranno configurarsi responsabilità del dirigente scolastico qualora venga confermata la sua sottoposizione agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni (D. Lgs. 33/13), tali essendo anche le istituzioni scolastiche (ex art. 1, comma 2, D. Lgs. 165/01). Con riserva di ritornare sull’intera problematica non appena saranno diramate le preannunciate nuove indicazioni ministeriali, proviamo qui a rispondere al quesito posto, che evidentemente interessa – può interessare – non solo i dirigenti scolastici pugliesi.
Attualmente, l’articolo 46 del menzionato D. Lgs. 33/13 prevede delle sanzioni per l’inadempimento degli obblighi di pubblicazione o per la mancata predisposizione del PTTI, involgenti la responsabilità dirigenziale (che si riverbera altresì sulla
retribuzione di risultato) e per danno all’immagine della P.A., se il dirigente non prova che l’inadempimento è dipeso da causa a lui non imputabile.
Il successivo articolo 47, rubricato Sanzioni per casi specifici, delinea ulteriori puntuali fattispecie inadempitive, che danno luogo a sanzioni amministrative pecuniarie da euro 500 a euro 10.000, precisando poi che trattasi di sanzioni irrogate dall’autorità amministrativa competente in base a quanto previsto dalla legge 24 novembre 1981, n. 689. Senonché, l’intero contenuto dell’articolo inerisce agli obblighi di pubblicazione dei componenti gli organi di indirizzo politico, loro compensi e altri rapporti e posizioni; che, di certo, non possono riguardare le istituzioni scolastiche: neanche a volerli riferire – con una buona dose di fantasia! – ai componenti dell’organo di indirizzo politico, quale potrebbe pure ritenersi, in senso lato, il Consiglio d’istituto ( beninteso, entro i limiti dell’autonomia funzionale attribuita alle istituzioni scolastiche). Ma, a scopo didascalico, possiamo pure assumere che gravi sul dirigente scolastico una responsabilità da illecito amministrativo, regolata dalla legge 689/81 di c.d. depenalizzazione: giusto perché questa sussiste – eccome! – per la violazione della normativa concernente la sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela della privacy, la materia antinfortunistica, la mancata comunicazione ai centri per l’impiego et similia, in cui egli riveste la qualifica giuscivilistica di datore di lavoro. Ebbene, per questa tipologia di responsabilità – e dunque in tutti i casi appena esemplificati – non esiste nessuna possibilità di tutelarsi ricorrendo alla stipula di polizze assicurative contro i rischi professionali o equivalenti, la cui funzione è quella di coprire i danni ingiustamente arrecati a terzi, vale a dire le conseguenze civilistiche (comprensive dei danni non strettamente patrimoniali e suscettibili di essere quantificati in una somma di denaro al momento della liquidazione), susseguenti anche ad un illecito penale, purché non commesso con dolo, nell’esercizio di attività professionali.
Viceversa, le sanzioni de quibus prescindono dal danno, esse configurando un reato di pericolo. E soprattutto – anche se, in prima istanza, irrogabili per via amministrativa – soggiacciono al principio della personalità, in quanto la loro radice resta di natura penale, ancorché esse siano derubricabili – a determinate condizioni – a illecito amministrativo, considerato il tenue grado di lesività arrecato all’ordine giuridico e volendosi altresì promuovere comportamenti attuosi, rendendoli sanabili con sanzione pecuniaria in capo al trasgressore.
Del resto, è intuitivo che se fossero assicurabili verrebbe meno lo scopo oggettivo prefigurato dall’ordinamento, ovvero l’effetto dissuasivo-deterrente per tutti i soggetti – di norma apicali – che, assumendo posizioni di garanzia, sono incisi da particolari doveri di attenzione.
Soggetti di garanzia sono il dirigente scolastico, titolare di organo-ufficio pubblico e nel contempo svolgente i suoi compiti di gestione con i poteri – e gli obblighi – del privato datore di lavoro; e, in ambito strettamente privatistico, l’imprenditore-datore di lavoro, che è tenuto a rispettare, e a far rispettare, la norma giuridica. Lo è anche lo stesso professionista nell’organizzazione della propria azienda (id est : del suo studio professionale) e nei confronti dei propri dipendenti ivi operanti, nonché delle persone che vi si trovino temporaneamente. Conclusivamente, è solo consentito avvalersi di una polizza di generale tutela legale, qualora il soggetto inciso voglia contestare la sanzione prefigurata/irrogata in via amministrativa e così decidere di sottoporsi al conseguente giudizio penale. Altro discorso – e altra fattispecie – è quello del nostro professionista (e/o del nostro dirigente scolastico) che ben può – o chi per lui – stipulare una polizza contro i rischi professionali nei rapporti di lavoro autonomo con il cliente o in una struttura organizzativa, pubblica o privata, o nei rapporti di lavoro subordinato o parasubordinato, come – giusto a puro titolo di esempio – in una clinica ospedaliera, in uno studio legale esterno, in un cantiere edile e, per l’appunto, in un’istituzione scolastica. Vale a dire che è possibile tutelarsi per i danni recati a terzi nell’esercizio della professione – propriamente, della funzione, per il dirigente scolastico – con una polizza che assicuri la responsabilità civile, ovvero la responsabilità patrimoniale se il soggetto leso è una pubblica amministrazione con cui è stato instaurato un rapporto d’impiego o di servizio. E quindi, nel caso di danno d’immagine alla pubblica amministrazione, di cui alla previsione del menzionato art. 46 del D. Lgs. 33/13, la copertura assicurativa può sussistere, nel mentre non lo può ex se per la responsabilità dirigenziale, né per quella disciplinare, parimenti attesa la loro natura personale e non configurandosi, tecnicamente, un danno risarcibile.
Naturalmente, agli iscritti a DIRIGENTISCUOLA è stato ricordato che è compreso nella quota associativa un pacchetto di polizze assicurative , incluse quelle sopra
menzionate, che garantisce la massima copertura consentita dalle disposizioni di legge, illustrate sul sito dirigentiscuola.org. E che in più è stato per loro costituito un fondo di solidarietà per contributi da erogarsi a parziale ristoro della sanzione pecuniaria subita, di importo commisurato all’entità della stessa.