Scuola. Maturita’, per i ragazzi dislessici computer e prove semplificate

DIRE del 16-06-2016

Scuola. Maturita’, per i ragazzi dislessici computer e prove semplificate

ROMA. La maturita’ e’ alle porte e l’ansia cresce per tutti, anche per i ragazzi dislessici che dovranno affrontate l’esame. Per loro, e’ bene ricordare che chi soffre di dislessia ha a disposizione strumenti speciali durante le prove: lo ricordano, in una nota, i rappresentanti del progetto “W la dislessia!”. “All’esame, sia di maturita’ che per gli altri livelli di studio inferiore, vale tutto quanto stabilito nel PDP (Piano Didattico Personalizzato) durante l’anno. I genitori devono quindi controllare con molta attenzione il PDP che firmano ad inizio anno, e verificare che venga rispettato. Deve essere chiaro come la stessa misura vada adottata anche durante gli esami di maturita'”, spiega Alessandro Rocco, co-fondatore di “W la dislessia!”.

“Ogni anno registriamo un netto miglioramento nel risultato finale. I ragazzi sono piu’ sereni e affrontano l’esame con molta piu’ tranquillita’- aggiunge Rocco- inoltre, gli studenti dislessici possono usufruire anche di una serie di sostegni in fase di esame- e conclude- la maggior parte delle famiglie che affianchiamo non sanno ad esempio, che, durante la prima prova, il figlio puo’ usufruire della lettura di tutte le tracce da parte di un componente della commissione”.

Allo studente dislessico e’ consentito l’uso del pc con il correttore ortografico e nella valutazione la commissione deve tener conto piu’ del contenuto e delle capacita’ lessicali ed espressive, e meno della forma (lo stesso vale per le lingue straniere). Durante la seconda e la terza prova, oltre al pc,i ragazzi dislessici hanno anche diritto a consultare mappe e riassunti e, se ne hanno bisogno,anche ad utilizzare la calcolatrice e i formulari.

Infine, i quesiti per la terza prova devono essere di numero uguale a quelli del resto della classe, ma possono essere ridotti in termini di complessita’.

Le stime diffuse dall’associazione parlano di circa 350mila studenti dislessici in Italia, che equivalgono a una percentuale fra il 3 e il 5% della popolazione scolastica. Nei Paesi di lingua anglosassone la percentuale dei bambini dislessici e’ del 17%, mentre in Francia e’ di circa l’8%. (DIRE)

21 giugno Giornata SLA, i 7 diritti dei malati in un Manifesto

da Panorama del 16-06-2016

21 giugno Giornata SLA, i 7 diritti dei malati in un Manifesto

MILANO. I malati di sclerosi laterale amiotrofica sono oltre 420 mila nel mondo, in crescita al ritmo di circa 14 mila all’anno: 384 al giorno. Solo in Italia le persone che soffrono di Sla sono stimate in 6 mila. Malati al momento orfani di cura, che in attesa dei progressi della ricerca devono poter ricevere la migliore assistenza possibile. E’ questo il primo dei 7 diritti fondamentali delle persone con Sla, racchiusi in un Manifesto lanciato da Aisla (Associa italiana sclerosi laterale amiotrofica) insieme alla Federazione internazionale delle associazioni dei pazienti (International Alliance of Als), in occasione del Global Day sulla Sla che si celebra il 21 giugno. Fra i punti del documento, approfondito in un testo dedicato, c’è anche il diritto di dire no a trattamenti vissuti come invasivi. Per esempio la tracheotomia.

Ecco i punti del Manifesto, sottoscritto da Aisla e da altre 21 associazioni di volontari e pazienti di tutto il mondo: 1) Le persone affette da Sla hanno il diritto di ricevere cure e trattamenti di alta qualità, messi a disposizione dai servizi sanitari di appartenenza; 2) Le persone affette da Sla hanno diritto a una corretta informazione e training sulla malattia che permette sia a loro stessi sia a chi si occupa di loro di giocare un ruolo attivo nell’aspetto decisionale su cura e assistenza; 3) Le persone affette da Sla hanno diritto di scelta in merito a: operatori sanitari e assistenziali che forniscono cure e consulenze sanitarie; il luogo dove essere assistiti; il tipo di cura o assistenza forniti, incluso il diritto di accettare, rifiutare o interrompere la cura nel rispetto delle leggi vigenti in ogni singolo Paese.

E ancora: 4) Le persone affette da Sla hanno la possibilità di fornire input al sistema sanitario e assistenziale, partecipando alle politiche decisionali, alle prestazioni sanitarie e all’attuazione di procedure e protocolli di ricerca medica; 5) Le persone affette da Sla hanno il diritto alla miglior qualità di vita, che comprende la tutela della propria dignità e la cura della persona, senza alcuna discriminazione; 6) Le persone affette da Sla hanno il diritto alla garanzia di riservatezza e di privacy in merito a referti e informazioni mediche; 7) Chi si prende cura di persone affette da Sla ha diritto al miglior supporto possibile, inclusi servizi di assistenza psicologica, anche in caso di lutto, servizi di sollievo e qualsivoglia benefit e diritto offerto dallo Stato.

“I nostri 300 volontari sono impegnati in tutta Italia al fianco delle persone con Sla con attività gratuite di assistenza – afferma Massimo Mauro, presidente di Aisla – La nostra esperienza ci dice che queste persone e i loro famigliari non devono essere lasciati soli davanti alla malattia e devono essere informati sui loro diritti. Per questo motivo crediamo molto nel Manifesto sui 7 diritti fondamentali, che lanceremo insieme alle associazioni di tutto il mondo in occasione del Global Day sulla Sla del 21 giugno. C’è la necessità di unirsi anche a livello globale per dare voce alle persone con Sla che hanno diritto di vivere nel miglior modo possibile”.

Il Manifesto – spiega una nota da Aisla – sarà al centro nei prossimi giorni di una campagna sui social network in cui le associazioni lanceranno appelli alla politica e alle istituzioni, perché si impegnino a garantire sempre il rispetto di questi diritti. “In Italia l’accento sarà posto su alcuni dei temi più importanti rimasti aperti, che riguardano ad esempio il riconoscimento della figura del caregiver, la persona che assiste a casa i malati di Sla, nella maggior parte dei casi un famigliare, che spesso per assistere il congiunto deve lasciare il lavoro senza le tutele adeguate”, evidenzia l’associazione.

“Un altro fondamentale diritto per le persone con Sla – prosegue – è poter essere informati e poter scegliere liberamente le terapie. La volontà dei malati deve essere ascoltata e rispettata, ad esempio quando si tratta di decidere se proseguire o sospendere trattamenti gravosi come la tracheotomia. Su questo punto la Commissione medico-scientifica di Aisla ha preparato un documento (‘Documento di consenso sulle scelte terapeutiche del paziente affetto da Sla’) per informare i malati sui loro diritti e sensibilizzare i medici sulla condizione dei pazienti e le cure palliative. L’associazione porterà avanti la campagna sui suoi profili Twitter (@aislaonlus) e sulla pagina www.facebook.com/AISLA/?fref=ts.

Disabilità, a settembre Firenze ospiterà la Conferenza nazionale

Disabilità, a settembre Firenze ospiterà la Conferenza nazionale

A tre anni dall’evento di Bologna, torna l’appuntamento organizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: in discussione il Programma biennale di azione che sarà poi approvato dall’Osservatorio sulla disabilità entro il mese di ottobre

da Redattore sociale
16 giugno 2016

Conferenza disabilità Firenze FIRENZE – Si terrà alla Fortezza da Basso il 16 e 17 settembre prossimi la V Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità alla quale parteciperanno Istituzioni, Enti del Terzo settore e organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La conferenza è organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, presso il quale è attivo l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in collaborazione con il Comune di Firenze e la Regione Toscana. L’obiettivo è favorire il confronto e lo scambio di buone prassi e metodologie a favore del settore, affinché dalla conoscenza reciproca possono emergere soluzioni e servizi utili da replicare.

Come accaduto nella precedente edizione del 2013, che si è tenuta a Bologna, la conferenza avrà come focus la discussione del Programma biennale di azione sulla disabilità, elaborato dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che sarà definitivamente approvato entro il mese di ottobre.

“Firenze è orgogliosa di ospitare l’evento che rappresenta una grande opportunità di confronto a livello nazionale sulle politiche legate alla disabilità e sulla promozione dei diritti e l’integrazione delle persone che ne sono affette – ha detto l’assessore al Welfare del Comune Sara Funaro -. Siamo felici che la conferenza si svolga nella nostra città a pochi mesi di distanza dell’approvazione da parte del governo Renzi della legge ‘Dopo di noi’, che introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono”. “Anche noi come amministrazione abbiamo posto il tema della disabilità al centro della nostra azione di governo – ha continuato Funaro – e la maratona dell’ascolto organizzato, che abbiamo messo in piedi con l’Azienda sanitaria in vista della conferenza, servirà non solo per prepararci all’importante appuntamento, ma anche per dare spazio e voce a tutte le varie realtà associative del nostro territorio, per poter così mettere in campo sempre più politiche e azioni ad hoc volte a dare autonomia a 360 gradi ai disabili”.

Sempre in tema di disabilità, il giorno prima la conferenza nazionale, sempre alla Fortezza, si terrà la Seconda Conferenza regionale sulla disabilità promossa dall’assessore alle politiche sociali della Regione Stefania Saccardi, in collaborazione con il Crid e con la Cooperativa Sociolab. “Le giornate di Firenze rappresenteranno un momento importante per fare il punto della situazione e indicare gli obiettivi futuri – ha detto l’assessore regionale per il Diritto alla salute e al Welfare Stefania Saccardi -. Da sempre la nostra regione pone le politiche sociali e l’attenzione verso chi è in difficoltà al centro delle proprie politiche. Ultimamente abbiamo assistito ad alcune scelte del governo che hanno rappresentato un deciso cambiamento di direzione, ovviamente in positivo. Mi piace pensare che le esperienze della nostra regione e di Firenze siano state decisive per questo risultato”.

A identificare la quinta edizione della Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità sarà il logo multicolore disegnato dai ragazzi con disabilità del centro L.I.N.A.R. (Laboratorio invalidi Nave a Rovezzano) gestito dall’associazione dei genitori e dalla cooperativa sociale Matrix. I ragazzi hanno giocato intorno al concetto di diversità: intrecciando forme e colori diversi hanno formato stilizzazioni di persone diverse tra loro (una persona seduta in carrozzina, un uomo e una donna), ma tutte derivanti dalle stesse origini.

La conferenza sarà corredata da eventi collaterali, che vedono il coinvolgimento delle varie Regioni che avranno degli stand alla Fortezza da Basso, e da eventi preparatori. La maratona dell’ascolto sulla disabilità, organizzata dall’assessorato al Welfare del Comune con l’Azienda sanitaria, si terrà il 5 luglio alle Murate dalle 17.30 alle 20.

I tavoli saranno sei e saranno incentrati sui seguenti temi:
1. L’autonomia: valorizzare dell’autonomia della persona disabile e l’inclusione nella società civile;
2. Le attività di aggregazione e socializzazione dei disabili: attività culturali, vacanze, tempo libero e sport per assicurare un’esigenza fondamentale per il processo di crescita, socializzazione e partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità ai fini della loro reale ed effettiva integrazione;
3. L’occupabilità e l’inclusione sociale: promozione di percorsi personalizzati e sostenuti per l’ingresso nel mondo del lavoro, per un’autonomia reale della persona con disabilità;
4. Il ‘Dopo di noi’: diffusione dei percorsi del ‘dopo di noi’ per emancipare e migliorare le opportunità di vita dell’individuo una volta venuti meno i principali caregivers;
5. L’autismo: avvio di percorsi di vita per mantenere la persona nel proprio ambiente di vita con la migliore autonomia e qualità di vita possibile;
6. La salute mentale: promozione del benessere mentale e la prevenzione dei problemi legati alla salute mentale e gli interventi contro l’esclusione sociale.

I Neuroni Specchio

NEUROSCIENZE
UN NUOVO PARADIGMA PER LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
I NEURONI SPECCHIO
una scoperta (da premio Nobel) che parla italiano

di Giuseppe Guastini

 

Apprendimento per imitazione; un pessimo luogo comune attribuisce a questa modalità di apprendimento una connotazione negativa derivante dall’uso inappropriato del termine “imitazione”, il quale induce a qualificare come passiva questa fondamentale linea di apprendimento.

Ma le neuroscienze dicono che le cose stanno in tutt’altro modo.

LE NEUROSCIENZE; UN CAMPO DI RICERCA NUOVO E RICCO DI PROSPETTIVE

In forma schematica il termine “neuroscienze” si potrebbe rendere con la formula “scienze del cervello”; in realtà si tratta di un territorio pluridisciplinare molto articolato che privilegia certamente la neurofisiologia ma si serve dei contributi della genetica, dell’antropologia, della psicologia, della paleontologia etc e persino dell’archeologia.
(per approfondimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Neuroscienze)

Le neuroscienze costituiscono un campo di ricerca giovane il quale, pur non avendo ancora prodotto ricadute immediatamente cantierabili in ambito didattico, fornisce uno sguardo nuovo nell’ambito delle scienze dell’educazione e una migliore comprensione del funzionamento della mente. L’impulso probabilmente più importante in questo settore della conoscenza è venuto dallo sviluppo di tecniche di neuroimmagine, come la PET (tomografia ad emissione di positroni) e la fRMI (risonanza magnetica funzionale), che permettono di osservare i neuroni praticamente in diretta (https://it.wikipedia.org/wiki/Neurone ) e in modo poco invasivo e rilevare quali di essi si attivano nelle varie funzioni cerebrali (percettive, motorie etc).

L’APPRENDIMENTO PER IMITAZIONE

“Una cosa per cui gli esseri umani effettivamente spiccano fra i primati è la capacità di imparare gli uni dagli altri. Siamo particolarmente bravi a imitare ciò che fanno gli altri.”
Dietrich Stout; antropologo

L’apprendimento cosiddetto per imitazione, diversamente da quanto questa inappropriata denominazione suggerisce (in realtà sarebbe più corretta la formula attivazione per interazione diretta), costituisce una strategia innata, comune a molti animali ma particolarmente sviluppata nell’uomo, di fondamentale importanza nello sviluppo delle competenze e che ha molto a che fare con una recente scoperta di straordinaria importanza sul funzionamento del cervello: i neuroni specchio (“mirror neurons”). In effetti molte evidenze scientifiche inducono a ritenere quello che la filosofia aveva scoperto già: molte forme  di apprendimento consistono in realtà nell’attivazione di schemi e modelli che il nostro cervello possiede già:

“Per quanto grande sia l’avidità della mia conoscenza, non potrò estrarre dalle cose nient’altro che già non mi appartenga, mentre ciò che possiedono gli altri resta nelle cose … In definitiva, nessuno può trarre dalle cose nient’altro che quello che sa già, chi non ha accesso per esperienza a certe cose, non ha neppure orecchie per udirle…….”
F. Nietzsche

Più precisamente si dovrebbero distinguere gli apprendimenti realizzati dalla specie (e dai precursori della specie in decine di migliaia o addirittura milioni di anni; pensate alla stazione eretta o alla capacità di riconoscere e localizzare una sorgente sonora) da quelli realizzati dagli individui nel corso della propria esistenza; pensate all’apprendimento della lingua, possibile grazie al fatto che la nostra specie ha già da tempo “imparato” ad analizzare una sorgente sonora e modulare l’emissione di molti schemi vocali e soprattutto ha imparato ad imparare una lingua orale attraverso la semplice esposizione all’ascolto dei suoni emessi dagli altri.
Eventuali innovazioni scoperte dai membri di una comunità (non soltanto) umana passano al vaglio della selezione naturale (per approfondimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Selezione_naturale) e, se siamo fortunati, in tempi che possono durare migliaia di anni, finire incorporati nel codice genetico della specie per essere trasmessi per via genetica.

 

L’IMPORTANZA DI STARE ERETTI

La stazione eretta è un bell’esempio di apprendimento “di specie”;  si tratta una conquista che ci ha permesso di utilizzare le mani per costruire utensili, scambiarci segnali, scrivere etc.
Ma mantenersi su due piedi, anche camminando, correndo etc non è per niente  semplice; si tratta di un complesso di azioni e reazioni dinamiche estremamente articolate e fondate su una nota legge della statica: un corpo resta in equilibrio fino a quando la verticale del suo baricentro cade entro la base d’appoggio (nel nostro caso l’area determinata dai nostri piedi). Il nostro cervello, in migliaia di anni di evoluzione, ha sviluppato la straordinaria capacità di eleborare contemporaneamente centinaia di informazioni provenienti dai canali semicircolari dell’orecchio interno (il nostro organo dell’equilibrio), da tutto il corpo e dalla vista e rispondere, nel tempo di frazioni di secondo, con meccanismi muscolari automatici (cioè senza l’intervento della volontà) in modo da compensare i movimenti e mantenere la verticale del baricentro costantemente entro la base d’appoggio dei piedi.
Potete verificare facilmente questa “abilità” innata quando, ad esempio,  portando un grosso peso in una mano, istintivamente, anche senza conoscere le leggi della statica, alzate l’altro braccio per equilibrare il  carico e spostare il vostro baricentro (il cervello è così bravo che, nella corsa, in curva, risponde molto bene anche per bilanciare gli effetti della forza centrifuga). La cosa straordianaria è che tutta questa sofisticatissima capacità di controllo statico, oltre che del tutto automatica, viene ereditata geneticamente e non richiede alcuno sforzo per apprenderla ed il bambino piccolo, non appena ha sviluppato la tonicità muscolare sufficiente, con pochi aiuti è già in grado di mantenersi in piedi. Ma non è tutto qui; siamo in grado di “educare” i network neuronali dell’equilibrio a funzionare ottimamente anche in attività non previste dal nostro statuto evolutivo, quali sciare, pattinare, andare in bicicletta, motocicletta etc.
Un’altro importantissimo apprendimento “di specie” sta nell’abilità di localizzare la posizione di una sorgente sonora (cosa che sanno fare anche i neonati).

LA SCOPERTA DEI NEURONI SPECCHIO

I neuroni specchio costituiscono una particolare classe di neuroni, scoperti agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso da un gruppo di ricerca di neuroscienziati dell’università di Parma, coordinato dal prof. Giacomo Rizzolatti, che sono responsabili di un’ampia gamma di (diciamo) relazioni esterne del cervello. Come svariate altre scoperte, quella dei neuroni specchio è un caso di serendipità (https://it.wikipedia.org/wiki/Serendipit%C3%A0), che consiste nello scoprire e comprendere un fenomeno inatteso mentre se ne sta indagando un altro; casi storici di scoperte per serendipità sono stati: la scoperta dell’America (o, se preferite, la scoperta degli Europei da parte dei nativi americani), gli antibiotici, il nucleo atomico e la radiazionne cosmica di fondo.

Il gruppo di Rizzolatti stava studiando l’attivazione dei neuroni responsabili del controllo motorio della mano di un macaco quando si accorsero che, anche restando perfettamente immobile, molti di quei neuroni si attivavano ugualmente quando il macaco vedeva uno sperimentatore prendere con la mano una banana. All’inizio i neuroscienziati pensarono ad un errore negli strumenti di rilevazione ma, dopo ulteriori controlli e la ripetizione delle osservazioni, si confermò l’attivazione neuronale nell’animale fermo che osserva un altro compiere i medesimi movimenti di cui il neurone ha il controllo.

I neuroni specchio hanno in effetti la particolare caratteristica di attivarsi selettivamente sia quando l’individuo compie una determinata azione sia quando l’individuo osserva altri compiere quella medesima azione (il termine “selettivamente” significa che ad ogni schema d’azione corrisponde un determinato gruppo di NS). Per approfondimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Neuroni_specchio

 

I CERVELLI SONO CONNESSI

La scoperta dei neuroni specchio conferma che i cervelli sono connessi; è da sottolineare il fatto che non si tratta di una connessione per effetto di semplice scambio di informazioni e dati ma di una vera fisiologia strutturale del cervello, mediata da questa speciale classe di neuroni.

Studi successivi hanno in effetti confermato che i neuroni specchio sono molto sviluppati nell’uomo e hanno un ruolo importante nella codifica e decodifica e nella comprensione delle azioni altrui.

E’ di particolare rilievo osservare che la comprensione riguarda sia lo “scopo” dell’azione che le singole sequenze; ciò significa che movimenti simili sono decodificati in modo diverso se gli scopi sono diversi; ad esempio afferrare per mangiare o afferrare per spostare implicano l’attivazione di sistemi di neuroni specchio diversi. I neuroni specchio ci permettono anche di prevedere gli effetti di un determinato modello motorio.

In pratica è come se gli uomini condividessero un medesimo “spazio d’azione” comune (una “kinesiosfera”) entro il quale le persone interagiscono.

Esistono studi che mettono in relazione l’autismo con problemi di funzionamento dei neuroni specchio.

 

NEURONI SPECCHIO E LINGUAGGIO

Esistono molte evidenze per le quali i neuroni specchio hanno un ruolo anche nello sviluppo, probabilmente in età paleolitica, del linguaggio; a questo riguardo vi consiglio la lettura dell’articolo “Racconti di un neuroscienziato del Paleolitico”, di Dietrich Stout, pubblicato sul numero 574 di giugno 2016 della rivista “Le Scienze” (www.lescienze.it ).
http://www.lescienze.it/ricerca?query=racconti+di+un+neuroscienziato+del+Paleolitico&x=17&y=10

CONCLUSIONI

Come si vede quanto solitamente ricomprendiamo nella formula “apprendimento per imitazione” costituisce in realtà uno dei più sofisticati sistemi di apprendimento che l’evoluzione ha consegnato alla nostra specie e si presta ad almeno due importanti conclusioni:
a) la centralità dell’insegnante quale mediatore nei processi di apprendimento;                                                                                                                      b) apprendere significa partecipare ad un’intelligenza comune; tanto come fruitori che produttori.

CSPI approva all’unanimità il parere sulla Direttiva MIUR sulla valutazione dei dirigenti

CSPI approva all’unanimità il parere sulla Direttiva MIUR sulla valutazione dei dirigenti

Lunga seduta ieri per il CSPI, riunito per esprimere il parere sulla Direttiva che reca gli indirizzi del Ministro per l’avvio del sistema di valutazione dei dirigenti della scuola a partire dal prossimo anno scolastico. Due sottocommissioni, quella per la Valutazione del sistema di istruzione (nella quale è presente un consigliere eletto nella lista ANP) e quella per il Personale della scuola, riunitesi in plenaria nelle settimane precedenti, avevano effettuato una ricognizione puntuale delle norme previste dal documento, predisponendo i lavori per la riunione plenaria del consiglio.

In premessa di parere il Consiglio Superiore, nell’inquadrare il provvedimento a valle del percorso storico e giuridico articolato che ha accompagnato i diversi tentativi di avvio della valutazione, prevista con l’istituzione della qualifica dirigenziale già nella L.59/97, esprime la convinzione che per la buona riuscita del processo di valutazione sia necessario ”garantire la terzietà e l’alta professionalità del nucleo di valutazione, la collegialità del nucleo nella formulazione dei giudizi finali da sottoporre ai direttori degli uffici scolastici regionali e la presenza nel nucleo di almeno un dirigente scolastico in servizio” insieme ad “un’effettiva partecipazione del valutato al procedimento di valutazione”. Tutto questo per “una valutazione equa, trasparente, attenta alla specificità del ruolo e in grado di riconoscere la funzione strategica della dirigenza scolastica nel governo della complessità del servizio nazionale di istruzione”.

Il Consiglio ha voluto richiamare il ruolo della Contrattazione integrativa regionale, previsto dal quadro normativo vigente, nella definizione dei riflessi della valutazione sulla retribuzione di risultato del dirigente. Ciò ha fatto affermando che il processo di valutazione, che prende l’avvio con l’assegnazione al dirigente di obiettivi che siano verificabili in termini di azioni messe in campo e di risultati conseguiti, anche con riferimento al contributo dell’azione dirigenziale al raggiungimento dei traguardi di miglioramento previsti dal RAV della scuola assegnata, si conclude con l’espressione di un giudizio direttoriale di valutazione della prestazione professionale articolato su livelli differenziati .

Ampia discussione si è avuta riguardo gli articoli della direttiva che prevedono la definizione del risultato dell’azione dirigenziale secondo distinti e diversificati livelli, norma per la quale l’ANP nelle varie sedi ha espresso la necessità di una modifica (Prosegue il confronto con l’Amministrazione sulla valutazione dei dirigenti) della terminologia, in modo che sia riferita effettivamente alla sola prestazione professionale e non riconduca a giudizi di valore sulla persona, e ha chiesto il riferimento esplicito a criteri generali di differenziazione delle retribuzioni secondo livelli che diano luogo ad una effettiva valorizzazione della funzione dirigenziale e siano garanzia di equità a livello nazionale. La sintesi delle diverse posizioni espresse dai consiglieri ha trovato luogo nella richiesta di semplificazione dell’articolato in modo da prevedere “livelli diversificati uniformemente definiti” a livello nazionale.

Unanime la condivisione della necessità che la procedura preveda per tutti i dirigenti un momento di contraddittorio col nucleo di valutazione al termine dell’istruttoria per il direttore e prima della conclusione del processo di valutazione.

Nelle prossime settimane i lavori procederanno con l’esame dello Schema di regolamento per il Concorso per il reclutamento dei nuovi dirigenti, trasmesso al Consiglio per il richiesto parere.

Concorso a Cattedra: il TAR Lazio ammette i candidati ITP non abilitati

Concorso a Cattedra – è pieno successo Anief: il TAR Lazio cambia orientamento e ammette i candidati ITP non abilitati.

È un successo tutto targato Anief quello che vede l’emanazione da parte del TAR del Lazio di ben due ordinanze (la n. 3251/2016 e la n. 3112/2016) di pieno accoglimento che confermano il diritto alla partecipazione alle prove concorsuali per Insegnanti Tecnico Pratici dei ricorrenti non in possesso di abilitazione all’insegnamento. A costringere il Tribunale Amministrativo a “cedere le armi” di fronte all’evidente diritto dei candidati non abilitati, sono state le precedenti decisioni già ottenute in Consiglio di Stato dai legali Anief che hanno portato “a più miti consigli” proprio quel Tribunale Amministrativo precedentemente sordo all’ammissione con riserva di questa particolare tipologia di docenti. Prospettata, anche, la predisposizione di prove suppletive riservate ai ricorrenti.

Il CdM contro i furbetti del cartellino: la pacchia è finita. Ridotti a 4 i comparti pubblici

da La Tecnica della Scuola

Il CdM contro i furbetti del cartellino: la pacchia è finita. Ridotti a 4 i comparti pubblici

Garanzie sì, ma contro i furbetti del cartellino rimane il pugno duro. Anzi, almeno a sentire il premier Matteo Renzi, sarà durissimo.

“Per chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene la pacchia è finita“, perché il decreto sui licenziamenti “cattivi ma giusti” è stato sottoscritto, ha detto il presidente del Consiglio, annunciando l’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri delle nuove regole per sanzionare chi “truffa lo Stato”.

Cosa c’è dietro alle nuove norme è chiaro: “Se mi freghi ti stango, se lavori bene premio il tuo lavoro”. Gli ultimi ritocchi hanno rafforzato l’efficacia della misura, dopo 48 ore la sospensione e entro 30 si chiude, stabilendo che “un vizio formale” non può bloccare il licenziamento, ha detto la ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia, che ha siglato il provvedimento.

La “stretta”, tra l’altro, non risparmia nemmeno i dirigenti, che ora, in caso di inadempienze gravi, rischiano sino al carcere.

Madia è convinta di avere approvato un provvedimento necessario: “Nel pubblico le norme sulle sanzioni devono essere più rigide che nel privato, per motivi etici, e nel Testo Unico sul pubblico impiego continueremo il lavoro sui procedimenti disciplinari per cancellare le aberrazioni”, basta un cavillo e si viene riammessi. Quindi le novità potrebbero essere estese anche ad altri comportamenti fraudolenti, colpendo non solo gli assenteisti ma anche, ad esempio, chi ruba.

Insomma, per i furbetti la possibilità di impugnare l’espulsione e ottenere la reintegra viene ridotta. D’altra parte nel privato l’operazione è stata ampia e generalizzata, come è noto la salvaguardia dell’articolo 18 è stata di molto circoscritta con la Fornero prima e il Jobs act dopo. Ora se nel pubblico la tutela dello Statuto dei lavoratori resta (la pronuncia della Cassazione in materia è giusto di qualche giorno fa) vengono però messi dei paletti al ‘ricorso facile’.

Per il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, viene “introdotta una norma che restringe il contenzioso e l’impugnativa”.

Ma per il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto “l’ansia del governo di assecondare la pancia della piazza si traduce in provvedimenti raffazzonati, sbagliati, vere e proprie follie”, come “il mancato annullamento del licenziamento anche in presenza di violazioni dei termini del procedimento, salvo che non risulti ‘irrimediabilmente compromesso’ il diritto di difesa”.

Ma il Cdm ha varato anche altre novità. Come l’accordo che riduce i comparti nel pubblico impiego, da undici a quattro, in linea con quanto chiesto anche dai sindacati maggiori.

“Viene data speranza ai dipendenti pubblici”, sottolinea Renzi, il passaggio sui settori, continua, “è condizione necessaria e sufficiente a riaprire una strada di dialogo per il rinnovo del contratto che è per noi un obbligo ma anche un impegno che prendiamo”.

Certo, ammette il premier, la cifra dello stanziamento per il rinnovo “dovrà essere valutata perché le richieste saranno superiori” e anche “i tempi saranno non semplicissimi”.

Bonus merito: docenti perplessi e ricorsi annunciati

da La Tecnica della Scuola

Bonus merito: docenti perplessi e ricorsi annunciati

I dati diffusi oggi da Cisl Scuola con il sondaggio sul tema della valorizzazione del merito in un buon numero di scuole forniscono un quadro inaspettato della questione.

Da quanto si può capire ora, non esiste nelle scuole una palese e pesante opposizione alle norme contenute nella legge 107 anche se per la verità non si può neppure parlare di consenso.
Il fatto è che, per il momento, gli esiti della procedura non sono ancora concretamente visibili.
E’ però possibile che quando i fondi assegnati alle scuole verranno effettivamente distribuiti fra i docenti, la musica cambi.

Per esempio è difficile prevedere ora cosa accadrà quando in molte realtà sarà chiaro che  decidere in “zona Cesarini”, a pochi giorni dal termine delle lezioni, i criteri per l’assegnazione del bonus non è certamente funzionale ad una distribuzione equa e trasparente.

Per non parlare della prassi, a quanto pare diffusissima, di affidarsi a procedure “autovalutative” che di oggettivo e affidabile non hanno assolutamente nulla.
A latere, il risultato del sondaggio potrebbe anche insinuare qualche dubbio sulla effettiva presa che la raccolta di firme per sottoporre a referendum alcune norme della legge 107, tra le quali anche quella sul merito, potrebbe avere sui docenti italiani.

In ogni caso, per capire se e quanto l’intero meccanismo potrà reggere in futuro bisognerà attendere le prime, inevitabili, pronunce di qualche giudice del lavoro che potrebbero riguardare non solo eventuali comportamenti illegittimi di qualche dirigente scolastico ma anche possibili “imprudenze” di comitati di valutazione che in alcuni casi hanno adottato delibere quanto meno poco “robuste” sul piano amministrativo.

Mobilità annuale, firmata intesa fra Miur e sindacati

da La Tecnica della Scuola

Mobilità annuale, firmata intesa fra Miur e sindacati

Ecco il comunicato unitario dei sindacati in merito all’intesa raggiunta in mattinata con il Miur sulla mobilità annuale.

“Firma a cinque per il contratto integrativo sulla mobilità annuale. A sottoscriverlo questa mattina al Miur tutti i sindacati scuola rappresentativi: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams.

Il contratto sottoscritto completa, ampliandoli e perfezionandoli ulteriormente, gli elementi di tutela del personale in tema di mobilità. Un altro passo in avanti che consentirà il massimo delle possibilità di spostamento dei docenti anche sui posti disponibili per un solo anno scolastico.

I provvedimenti di assegnazione provvisoria saranno tutti effettuati sulle singole scuole in cui vi siano posti disponibili.
Resta ora da affrontare il problema più importante e urgente: portare a soluzione negoziale il passaggio dei docenti titolari di ambito alle singole scuole. L’obiettivo è assicurare il massimo di obiettività e trasparenza a operazioni che riguarderanno migliaia di persone.

Servirà a tal fine un negoziato approfondito e serio con il MIUR per completare il quadro delle regole per la mobilità, dando certezza e continuità al personale, anche al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico. I nostri obiettivi: trasparenza, oggettività e omogeneità delle regole”.

Il 20 giugno partirà la “macchina” degli esami di Stato 2016

da La Tecnica della Scuola

Il 20 giugno partirà la “macchina” degli esami di Stato 2016

Manca poco all’avvio degli esami di Maturità. Riepiloghiamo la tempistica prevista dall’annuale ordinanza ministeriale.

Si incomincia con la riunione plenaria. Il Presidente e i commissari esterni delle due classi abbinate, unitamente ai membri interni di ciascuna delle due classi, si riuniscono, in seduta plenaria, presso l’istituto di assegnazione, il 20 giugno 2016 alle ore 8,30. La riunione si effettuerà il 21 giugno solo per le scuole sede dei seggi elettorali per il ballottaggio del 19 giugno.

Il calendario delle prove per l’anno scolastico 2015/2016 è il seguente:

  • prima prova scritta: mercoledì 22 giugno 2016, ore 8.30; (durata massima: sei ore)
  • seconda prova scritta, grafica o scritto-grafica, compositivo/esecutiva musicale e coreutica: giovedì 23 giugno 2016, . La seconda prova si svolge in un’unica giornata. La durata complessiva è di sei ore, salva diversa specifica previsione fornita contestualmente all’indicazione della prova. Nei licei artistici la durata massima della prova è tre giorni, per sei ore al giorno, con esclusione del sabato. Nei licei musicali e coreutici la prima parte della prova ha la durata di un giorno per massimo sei ore. La seconda parte nei licei musicali si svolge il giorno successivo e consiste nella prova di strumento, della durata massima di venti minuti per candidato. Nei licei coreutici la seconda parte si svolge il giorno successivo e consiste nella esibizione individuale della durata massima di dieci minuti per candidato. La sequenza delle operazioni è programmata dal presidente.
  • terza prova scritta: lunedì 27 giugno 2016, ore 8.30. Ogni Commissione, in relazione alla natura e alla complessità della prova, determina anche la durata massima della prova. Ciascuna commissione, entro il giorno di venerdì 24 giugno 2016, definisce collegialmente la struttura della terza prova scritta, in coerenza con il documento del consiglio di classe del 15 maggio. Contestualmente, il Presidente, ove necessario, stabilisce, per ciascuna delle commissioni, l’orario d’inizio della prova, dandone comunicazione all’albo dell’istituto o degli eventuali istituti interessati. Non va, invece, data alcuna comunicazione circa le materie oggetto della prova. Il 27 giugno 2016 ogni commissione, tenendo presente quanto attestato nel predetto documento del consiglio di classe, predispone collegialmente il testo della terza prova scritta sulla base delle proposte avanzate da ciascun componente; proposte che ciascun componente deve formulare in numero almeno doppio rispetto alla tipologia o alle tipologie prescelte in sede di definizione della struttura della prova. Per i licei artistici e, ove necessario, nei licei musicali e coreutici il Presidente stabilisce la data della terza prova scritta.
  • quarta prova scritta: martedì 28 giugno 2016, ore 8.30. Tale prova si effettua: nei licei ed istituti tecnici presso i quali è presente il progetto sperimentale ESABAC; nei licei con sezioni ad opzione internazionale spagnola, tedesca e cinese.

La prima prova scritta suppletiva si svolge nel giorno di mercoledì 6 luglio 2016 alle ore 8.30; la seconda prova scritta suppletiva nel giorno successivo 7 luglio 2016 alle ore 8.30, con eventuale prosecuzione, nei giorni successivi per gli esami nei licei artistici e nei licei musicali e coreutici; la terza prova scritta suppletiva si svolge nel secondo giorno successivo all’effettuazione della seconda prova scritta suppletiva. La quarta prova scritta suppletiva, per gli istituti interessati, si svolge nel giorno successivo all’effettuazione della terza prova scritta. Le prove, nei casi previsti, proseguono nei giorni successivi, ad eccezione del sabato; in tal caso, le stesse continuano il lunedì successivo.

L’eventuale ripresa dei colloqui, per le commissioni che li abbiano interrotti perché impegnate nelle prove suppletive, avviene il giorno successivo al termine delle prove scritte suppletive. Qualora tra due prove suppletive il giorno intermedio sia sabato, solo qualora non vi siano motivi ostativi, in tale giorno le commissioni riprendono i colloqui interrotti per l’espletamento della prova scritta suppletiva.

Le operazioni per la valutazione finale e la elaborazione dei relativi atti iniziano subito dopo la conclusione dei colloqui di ciascuna classe/commissione.

Mobilità annuale, firmato il CCNI. Più tutele al personale

da tuttoscuola.com

Mobilità annuale, firmato il CCNI. Più tutele al personale
Comunicato stampa dei cinque sindacati rappresentativi

Firma a cinque per il contratto integrativo sulla mobilità annuale. A sottoscriverlo questa mattina al Miur tutti i sindacati scuola rappresentativi: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams.

Il contratto sottoscritto completa, ampliandoli e perfezionandoli ulteriormente, gli elementi di tutela del personale in tema di mobilità. Un altro passo in avanti che consentirà il massimo delle possibilità di spostamento dei docenti anche sui posti disponibili per un solo anno scolastico.

I provvedimenti di assegnazione provvisoria saranno tutti effettuati sulle singole scuole in cui vi siano posti disponibili.

Resta ora da affrontare il problema più importante e urgente: portare a soluzione negoziale il passaggio dei docenti titolari di ambito alle singole scuole. L’obiettivo è assicurare il massimo di obiettività e trasparenza a operazioni che riguarderanno migliaia di persone.

Servirà a tal fine un negoziato approfondito e serio con il MIUR per completare il quadro delle regole per la mobilità, dando certezza e continuità al personale, anche al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico. I nostri obiettivi: trasparenza, oggettività e omogeneità delle regole.

Roma, 15 giugno 2016

 

Domenico Pantaleo (Flc Cgil), Maddalena Gissi (Cisl Scuola), Giuseppe Turi (Uil Scuola), Marco Paolo Nigi (Snals Confsal), Rino Di Meglio (Gilda Unams)

OK CIG in deroga per ex LSU e appalti storici

da tuttoscuola.com

OK CIG in deroga per ex LSU e appalti storici

Accordo fatto per gli addetti ex Lsu e dei cosidetti appalti storici impiegati nei servizi di pulizia e decoro delle scuole. Come si legge in una nota, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti, le associazioni datoriali Federlavoro e Servizi Confcooperative, le rappresentanze delle imprese e dei Consorzi, hanno siglato al ministero del Lavoro, alla presenza della direzione generale del Miur, l’intesa sull’accesso alla cassa integrazione in deroga che coinvolgerà più di 13mila addetti per tre mesi da domani 16 giugno fino al 15 settembre 2016.

Il trattamento di integrazione salariale a carico dell’Inps -continua la nota del sindacato- sarà anticipato dalle imprese; l’intesa prevede il ricorso al meccanismo della banca delle ore per i periodi di non utilizzo dell’ammortizzatore sociale“. I sindacati, “pur apprezzando l’evoluzione della vertenza, chiedono che vengano attuate tutte le misure utili e urgenti per mettere a disposizione le risorse per completare il piano ‘Scuole Belle’, prorogato fino al 30 novembre 2016“.

E’ necessario definire quanto prima la ripartizione delle risorse finanziarie attribuite ai servizi di decoro e ripristino della funzionalità scolastica“, hanno sottolineato le tre sigle.

La misura della cig in deroga -hanno spiegato i sindacati- è sicuramente uno strumento utile ma non sufficiente a risolvere il problema del reddito per i lavoratori per i quali è urgente individuare una soluzione strutturale per dare certezze a tutte quelle lavoratrici e ai lavoratori che da anni continuano a sostenere sulle proprie spalle il peso di una condizione di precariato“.

Con l’accordo il Miur si è formalmente impegnato, continuano i sindacati, “a convocare entro il 15 luglio un tavolo tecnico finalizzato a definire i criteri di riparto dei 40milioni residui per il periodo 15 settembre – 30 novembre, ‘al fine di consentire una tempestiva assegnazione delle risorse alle istituzioni scolastiche e una adeguata programmazione degli interventi’, misura indispensabile per i sindacati per garantire l’occupazione, il reddito degli oltre 17mila addetti coinvolti e l’erogazione dei servizi almeno fino alla scadenza del piano del governo“.

Giannini raccomanda: studiare, studiare, studiare

da tuttoscuola.com

Giannini raccomanda: studiare, studiare, studiare

I temi della maturità saranno belli, saranno attuali, saranno anche l’occasione per una riflessione su cose che pensate spesso nelle vostre vite“. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in un’intervista video all’Adnkronos, alle studentesse che stanno effettuando l’alternanza scuola-lavoro al palazzo dell’Informazione.

C’è una sola raccomandazione -ha aggiunto il ministro, che non ha mai nascosto di considerarsi una ‘secchiona’ – studiare, studiare, studiare“.

Falsi diplomi. Ma davvero spetta al dirigente scolastico controllare?

da tuttoscuola.com

Falsi diplomi. Ma davvero spetta al dirigente scolastico controllare?
Una legge a maglie larghe per la semplificazione amministrativa non ferma i falsari

Dopo il servizio della RAI3 “Un paese da zero in condotta” che nei giorni scorsi ha smascherato un diplomificio in un paesino pugliese dove si confezionavano diplomi (taroccati) di specializzazione per il sostegno, ci si è chiesto: chi deve vigilare per scoprire il falso e, soprattutto, per evitare di danneggiare gli alunni con disabilità?

C’è stata già una risposta tanto sbrigativa quanto non appropriata, secondo la quale spetta ai dirigenti scolastici accertare la frode. Ma le cose non stanno così.

Da quando la legge ha disposto che nelle Amministrazioni pubbliche i cittadini, anziché presentare i titoli di accesso in cartaceo, possono rilasciare dichiarazioni sostitutive, i controlli sono diventati difficili e inefficaci per smascherare l’eventuale falso.

Per quanto riguarda le supplenze nella scuola i docenti precari interessati presentano domanda di iscrizione agli Uffici scolastici provinciali a cui rilasciano anche la dichiarazione sostitutiva attestante il possesso del titolo richiesto.

Da notare che questa dichiarazione viene rilasciata all’Ufficio scolastico provinciale, non alla istituzione scolastica dove c’è il dirigente scolastico.

Chi dovrebbe controllare? L’ufficio scolastico che ha ricevuto la dichiarazione sostitutiva oppure il dirigente scolastico che alcuni mesi dopo, a graduatoria definita, si troverà a conferire la supplenza?

Altra domanda? Come si effettua il controllo?

L’art. 71 (Modalità dei controlli) del DPR 445/2000 e successive integrazioni  (Testo unico sulla documentazione amministrativa) prevede che “1. Le amministrazioni procedenti sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive …

2. I controlli riguardanti dichiarazioni sostitutive di certificazione sono effettuati dalla amministrazione procedente … consultando direttamente gli archivi dell’amministrazione certificante ovvero richiedendo alla medesima, anche attraverso strumenti informatici o telematici, conferma scritta della corrispondenza di quanto dichiarato con le risultanze dei registri da questa custoditi.

I controlli, dunque, si fanno a campione (uno ogni dieci?) con la conseguenza che a maglie larghe i falsi sfuggono a qualsiasi controllo.

Il controllo è anche possibile quando sorgono ‘fondati dubbi’. Ma cosa significa ‘fondati’ dubbi?

Visto che il controllo a posteriori risulta molto labile, perché al momento della presentazione delle dichiarazioni sostitutive l’ufficio scolastico non provvede all’immediato controllo attraverso gli archivi delle amministrazioni certificanti, disponendo l’immediata esclusione e denuncia dei falsari?

PNSD Emilia-Romagna

#PianoScuolaDigitale
Il Ministro Giannini e il Presidente Bonaccini hanno firmato al Miur

il Protocollo per l’attuazione in Emilia-Romagna

Lo sviluppo delle competenze digitali di docenti, studenti e cittadini in laboratori per l’innovazione. La diffusione di nuovi ambienti per la didattica. Progetti per sensibilizzare genitori, docenti e ragazzi all’uso corretto di Internet. Percorsi di orientamento per eliminare pregiudizi e paure che tengono le ragazze lontane dalle facoltà a carattere tecnico e scientifico (discipline STEM).

Sono i principali obiettivi contenuti nel Protocollo d’intesa firmato oggi dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, per l’attuazione del Piano Nazionale della Scuola Digitale in Emilia-Romagna.

“Oggi chiudiamo un accordo strategico con una delle Regioni più dinamiche e produttive, una Regione trainante nell’agenda digitale. Lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese passa anche dall’investimento sull’educazione digitale. È questa la convinzione che sta alla base del Protocollo – ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini -. Attraverso il Piano Nazionale Scuola Digitale il Miur ha già investito più di 18 milioni di euro in Emilia-Romagna, per portare nuovi ambienti digitali in circa 300 scuole, per aprire 120 atelier creativi e 4 laboratori territoriali per l’occupabilità dei giovani, palestre per l’innovazione dove si faranno alternanza scuola lavoro e formazione in ambienti altamente innovativi. A questi interventi va aggiunta la costruzione di 5 scuole innovative che finanzieremo con altri 20 milioni di euro del capitolo edilizia. La sinergia e l’alleanza con le Regioni rappresenta un fattore essenziale per vincere questa sfida e oggi con l’Emilia-Romagna assumiamo impegni precisi di cui vedremo molto presto i risultati”, ha aggiunto il Ministro.

“Dopo essere entrati nel gruppo delle prime sei Regioni dove partiranno gli interventi per la realizzazione della banda ultra larga, 334 Comuni dell’Emilia-Romagna interessati grazie a un investimento pubblico di 255 milioni, 180 milioni messi dal governo i restanti da fondi regionali, questo Protocollo rappresenta un altro impegno concreto sul fronte delle competenze digitali, in un settore fondamentale come la scuola – ha commentato il Presidente Stefano Bonaccini -. Integrando azioni nazionali e interventi locali vogliamo offrire le migliori opportunità agli studenti delle nostre scuole, ai docenti e in generale alle comunità emiliano-romagnole, vedendo nelle tecnologie anche strumenti per ridurre le distanze e i disagi per studenti e famiglie che risiedono in aree isolate. Il nostro obiettivo, fissato nella nuova Agenda Digitale, è di collegare, entro i prossimi quattro anni, tutte le scuole dell’Emilia-Romagna in banda ultra larga, un’opportunità che vogliamo garantire anche nelle aree montane. Per noi sviluppo e occupazione sono priorità assolute e continueremo per questo a investire su formazione, innovazione e nuove competenze, le infrastrutture cognitive su cui basare le opportunità di crescita sociale ed economica della nostra regione”, ha sottolineato il presidente.

Il Protocollo prevede anche la progettazione e realizzazione, entro il 2017, grazie ad uno stanziamento di 30 milioni di euro da parte della Regione, di dieci laboratori per l’innovazione, che nasceranno in altrettante città dell’Emilia-Romagna. Spazi in cui sarà possibile sperimentare, apprendere, entrare in contatto con tecnologie e competenze diverse, punti di incontro tra ragazzi, makers, giovani imprenditori, cittadinanza attiva e pubblica amministrazione per trasferire competenze e trasformare digitalmente le città. Sul fronte formazione, infine, sono stati stanziati dal Miur circa 1,5 milioni di euro per 16 snodi e almeno 400 percorsi formativi nei quali saranno coinvolti circa 540 animatori digitali, docenti referenti per l’attuazione del Piano Digitale sul territorio, e circa 1.500 docenti del Team per l’innovazione.