Illegittimo escludere i docenti di ruolo dal concorso

Il Consiglio di Stato conferma le tesi Anief: illegittimo escludere i docenti di ruolo dal concorso, ora valuterà la Corte Costituzionale.

Il Consiglio di Stato dà nuovamente torto al MIUR e respinge il suo appello contro il favorevole pronunciamento ottenuto dall’Anief presso il TAR del Lazio. Confermato il diritto dei docenti di ruolo a partecipare al concorso a cattedra da cui erano stati esclusi e il vizio di costituzionalità del relativo comma 110, art. 1, della Legge 107/2015. Vittoria piena dell’Anief che con l’Ordinanza n. 1685/2016 del TAR Lazio, e la successiva Ordinanza Collegiale n. 4343/2016, aveva ottenuto per la prima volta la rimessione alla Corte Costituzionale della contestata Legge denominata “Buona Scuola”: escludere dalla selezione pubblica i docenti di ruolo della scuola statale viola palesemente gli articoli 3, 4, 51 e 97 della nostra Carta Costituzionale.

Geografia, l’appello per la reintroduzione e il potenziamento delle ore alle superiori

da La Tecnica della Scuola

Geografia, l’appello per la reintroduzione e il potenziamento delle ore alle superiori

Per essere “maturi”, la geografia serve: la conferma è arrivata con le recenti tracce agli esami di Stato della secondaria, con riferimenti diretti alla disciplina.

L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, in rappresentanza di oltre quattromila insegnanti di geografia nelle scuole di ogni ordine e grado, ha quindi posto una breve riflessione sulle tracce per gli esami di Stato.

“Come accaduto più volte nel corso degli ultimi anni – si legge nella nota -, le tracce 2016 usano temi, concetti e problemi che sono parte essenziale degli studi geografici. Il riferimento in particolare è:

–          al concetto di confine e di muri, alle migrazioni e ai movimenti di persone, merci e informazioni;

–          al valore del paesaggio;

–          alla valutazione critica dei parametri finanziari sulla ricchezza – come il Pil – rispetto alla società.

Non si tratta di un omaggio alla geografia, che da anni è quasi completamente esclusa dai percorsi della scuola secondaria di secondo grado, quanto dell’imbarazzante e involontaria ammissione della sua indispensabilità per ragionare di attualità e capire i problemi del mondo contemporaneo”.

Puntualizza il Prof. Gino de Vecchis, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG): “cogliamo questa occasione per chiedere ai decisori politici e ai dirigenti del MIUR di reintrodurre lo studio della geografia generale ed economica nelle scuole superiori, in particolare nel triennio finale, con un programma che sia finalizzato a sviluppare competenze geografiche per analizzare il mondo contemporaneo e i suoi problemi, a promuovere il territorio e i valori territoriali, a preparare alla competizione internazionale e a sviluppare il senso civico, la cura dei luoghi e la cittadinanza attiva e responsabile”.

 

Bonus merito, ancora nubi sui criteri di distribuzione

da La Tecnica della Scuola

Bonus merito, ancora nubi sui criteri di distribuzione

Stanno per essere recapitati ai docenti i criteri adottati dai comitati di valutazione per l’assegnazione del bonus annuale del merito. Sono molti i docenti che, raccontando la propria esperienza, evidenziano le criticità dei criteri selettivi per distribuire i fondi del bonus.

Al momento, gli esiti della procedura non sono ancora concretamente visibili. E’ però possibile che quando i fondi assegnati alle scuole verranno effettivamente distribuiti fra i docenti, si potranno fare valutazioni più concrete e (forse) di segno opposto.

E’ difficile prevedere ora cosa accadrà quando in molte realtà sarà chiaro che  decidere a pochi giorni dal termine delle lezioni, i criteri per l’assegnazione del bonus non è certamente funzionale ad una distribuzione equa e trasparente.

Altra questione sollevata da molti docenti sembra essere la prassi, a quanto pare diffusissima, di affidarsi a procedure “autovalutative” che di oggettivo e affidabile non hanno assolutamente nulla.

Dai primi risultati emersi tramite un sondaggio della Cisl Scuola, in 1.500 scuole, in tre istituti su quattro i docenti si dicono perplessi o contrari rispetto ai 23mila euro, di media, che il Miur sta assegnando proprio in questi giorni ad ogni istituto.

Per fare chiarezza e per capire se e quanto il meccanismo potrà reggere in futuro bisognerà attendere le prime, inevitabili, pronunce di qualche giudice del lavoro che potrebbero riguardare non solo gli eventuali comportamenti illegittimi di qualche dirigente scolastico ma anche possibili “imprudenze” di comitati di valutazione che in alcuni casi hanno adottato delibere quanto meno poco “robuste” sul piano amministrativo.

Chiamata diretta “mitigata”, ovvero come complicare tutto ancora di più

da La Tecnica della Scuola

Chiamata diretta “mitigata”, ovvero come complicare tutto ancora di più

Secondo le ultime “voci”, peraltro accreditate anche dal quotidiano Italia Oggi, il Ministero starebbe per “cedere” sulla questione della chiamata diretta.
L’idea che si sta facendo strada potrebbe piacere ai sindacati ma non è detto che serva a semplificare il lavoro delle scuole, anzi potrebbe accadere esattamente il contrario.
Secondo queste voci il meccanismo potrebbe essere molto simile ad una sorta di “concorso per titoli” aperto a tutti i docenti del medesimo albo territoriale.
In pratica ciascuna scuola potrebbe “bandire” un concorso per coprire i posti liberi e al concorso potrebbero partecipare i docenti dell’albo. I docenti verrebbero graduati in base ai titoli posseduti e al servizio già svolto; il dirigente avrebbe la facoltà di svolgere colloqui “selettivi”  ma il “punteggio” del colloquio sarebbe solo una parte di quello complessivo.
In sostanza della chiamata diretta prevista dalla legge 107 rimarrebbe molto poco, quasi nulla.
Si creerebbe in compenso un carico di lavoro molto complesso per le scuole, per le segreterie e per i dirigenti scolastici.
Senza considerare che la gestione pratica non sarà per nulla semplice: per esempio, come potrà l’insegnante X di scuola primaria presentarsi ai diversi colloqui nelle diverse istituzioni scolastiche per le quali intende concorrere? Le scuole dovranno concordare un calendario per i colloqui in modo da garantire a tutti i docenti la più ampia partecipazione possibile?
E chi volesse partecipare al “concorso” in scuole di ordini diversi (per esempio in una primaria e in un liceo)?
Insomma la soluzione ideata da Miur e sindacati (se fosse davvero questa) potrebbe rappresentare una ulteriore incombenza burocratica per tutti.
Se la chiamata diretta deve essere questo, allora sarebbe decisamente meglio lasciare le cose come stanno: sarebbero certamente tutti più contenti, docenti, sindacati e dirigenti scolastici.

Concorso docenti, docenti “obbligati” a fare i commissari?

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, docenti “obbligati” a fare i commissari?

Una forma di precettazione? Forse. Sta di fatto che ormai partecipare come commissari agli esami per il concorso a cattedra appare più una punizione che un privilegio, una sorta di scelta a caso piuttosto che un merito per il servizio prestato e per le capacità acquisite con l’esperienza.

E infatti nasce da qui la lettera che un gruppo di docenti pugliesi ci invia per denunciare le bizzarrie del Miur che poi tali non appaiono a chi le subisce, anzi vere e proprie forme precettive che per lo più fanno male.

Ecco i “fatti”, scrivo i docenti, strani in vero e che si riferiscono al concorso per il “reclutamento del Personale docente per posti comuni dell’organico dell’autonomia della Scuola dell’Infanzia e Primaria” e a motivo del quale “vengono nominate le sottocommissioni relative alla procedura concorsuale in parola”.

Tutto bene? Neanche a parlarne perché la stranezza della nomina sta nel fatto che tutti i “componenti di dette sotto commissioni, poiché le prove orali si terranno presso una scuola di Bari, siano tutti di Bari: come dire, se sei della provincia di Bari sei pronto a fare il commissario per la Primaria e se sei della provincia di Lecce sei bravo a fare il commissario per la scuola dell’Infanzia (perché anche per l’Infanzia questo è successo!)”

Ma non finisce qui, in base agli elenchi “degli aspiranti a componenti le commissioni concorsuali della Scuola Primaria per la Puglia e dei nominativi degli aspiranti scelti quali commissari” si evince che i titoli per lo più sono simili, per cui non si capisce  “quali siano i criteri che portano alla scelta dei commissari: se, appunto, sia preferenziale la distanza dalla sede di Bari o di Lecce, o, come speriamo siano, i titoli culturali e professionali posseduti. Perché, se l’ultimo requisito descritto fosse il vero criterio seguito, sembra strano che solo in provincia di Bari ci siano docenti con tutti i titoli richiesti; solo in questa provincia, tra tutta la Puglia, ci sono docenti validi per tale incarico? Ebbene, sembrerà strano all’USR Puglia, ma, per esempio, gli scriventi, come crediamo tanti altri colleghi delle altre province pugliesi, oltre che ad essere abilitati con concorso ordinario per titoli ed esami e oltre ad aver conseguito chi la Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e chi la Laurea in Lingue e Letteratura Straniere, sono in possesso dei titoli culturali e/o professionali richiesti, nonché dei criteri di precedenza previsti, così come dichiarato in sede di presentazione di domanda e nel curriculum ad essa allegato”.

Il Miur, pare di capire, invece di procedere secondo una logica di coerenza, cammina con regole tutte da capire e scoprire e “senza precisare quali siano i criteri adottati e per conoscere i curricula dei docenti nominati”.

In altre parole al Miur interessa svolgere, con meno spese possibili e alla meglio, anche raffazzonando, il concorso a cattedra, tentando pure, ove gli è possibile, di condizionare la disponibilità dei docenti, mentre una gran parte dei dirigenti scolastici sarebbe stata quasi precettata per svolgere il ruolo di presidenti o commissari nel concorso, requisendo talvolta perfino le scuole dotate di un minimo di strutture tecnologiche.

Brexit, inglesi fuori dall’Erasmus

da tuttoscuola.com

Brexit, inglesi fuori dall’Erasmus

“La Brexit è un danno concreto e d’immagine per tutti gli studenti universitari d’Europa. La “generazione Erasmus”, nata e cresciuta in Europa, ora vedrà venir meno la sua componente inglese. Un vero peccato”.

Così Mario Panizza, rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, commenta l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

“Dalle prime analisi, emerge che i giovani hanno votato ‘no’ all’uscita, testimoniando la netta distinzione tra le generazioni che hanno vissuto prima e dopo il varo del Progetto Erasmus. Così come hanno votato ‘no’ più le città cosmopolite, che pure avrebbero dovuto risentire maggiormente del fenomeno migratorio, rispetto alle zone rurali”.

Il rettore Panizza sottolinea inoltre che “grazie anche all’esperienza internazionale europea si è determinata una maggiore facilità negli scambi e una forte riduzione dei costi. Con Erasmus non hanno più viaggiato per l’Europa solo i ricchi. E il programma per la ricerca e l’innovazione europea Horizon 2020 ha liberato una quantità di risorse destinate alla ricerca incomparabile con quella di cui avrebbe potuto disporre ciascun singolo stato membro. Anche di questo i giovani inglesi non potranno più beneficiare. Da oggi la “generazione Erasmus”, che anche grazie alla mobilità intereuropea si è conquistata negli anni posti di rilievo in ambito culturale, scientifico e nella gestione della cosa pubblica, avrà una componente in meno: i giovani britannici. Allo stesso tempo non sarà più consentito agli studenti europei di avere scambi con i loro colleghi inglesi. Brexit determinerà un depauperamento in termini culturali e scientifici”.

Madia convoca i sindacati

da tuttoscuola.com

Madia convoca i sindacati
Pantaleo (Cgil), ok, ma servono risorse

Positiva la convocazione dei sindacati per i primi di luglio, negativa l’assenza di un impegno sulle risorse. E’ questa, in sintesi, la posizione espressa dal segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, dopo le dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, in materia di rinnovo dei Contratti dei settori pubblici.

Non può che essere salutato positivamente l’annuncio di convocazione dei sindacati, benchè vada ricordato che essa giunge con un gravissimo ritardo, anche rispetto alle sentenze del 2015 sia della Corte costituzionale sia del Giudice del lavoro di Roma adito dalla Flc, che si sono pronunciate contro l’atteggiamento assenteista e dilatorio del Governo in materia di rinnovi contrattuali. E tuttavia – osserva il sindacalista – risultano regressivi e invasivi delle prerogative del tavolo contrattuale i contenuti di indirizzo politico che, senza nulla dire sulle risorse necessarie a recuperare il perduto potere d’acquisto, in media 200 euro mensili per i lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca, stabiliscono criteri di utilizzo delle stesse che devono essere invece riservate alla libera scelta dei tavoli contrattuali. E’ il caso degli incrementi retributivi per i livelli più bassi, misura contenuta anche nelle nostre piattaforme contrattuali, ma che sembrano escludere incrementi per gli altri livelli. Inaccettabile!“.

Aiutatemi a realizzare il mio successo

AIUTATEMI A REALIZZARE IL MIO SUCCESSO di Umberto Tenuta

CANTO 685 <<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>[1].

  «Ascoltate: il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. 5 Un’altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; 6 ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. 7 Un’altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. 8 Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno». (MATTEO, CAP. 13)

 

Ogni bimbo comincia a realizzarsi sin dal primo giorno del suo concepimento.

La prima cellula vivente si moltiplica e si diversifica.

Presto assume le sembianze di un uomo.

Ma, al momento della nascita, si presenta solo con le sembianze umane.

Non è ancora una uomo.

È solo un candidato alla condizione umana.

Uomo diventerà solo attraverso l’educazione.

È l’educazione che fa l’uomo.

L’uomo è figlio della sua educazione.

Egli sarà quello che lo farà divenire la sua educazione.

Tutto egli apprende.

A stare eretto, a camminare, a saltare, a ballare, a nuotare…

A parlare, a cantare, a suonare, a dipingere…

Ad amare il vero, il bello ed il bene.

Ad essere un successo…

Nelle mani dei genitori e degli educatori è il suo successo!

Educano i genitori, educa la società, educa la Scuola.

La Società educante.

C’è da far tremar le vene e i polsi.

Oh quale immensa responsabilità!

Nelle aule di ogni grado di scuola ci sono i Santi, i Presidenti, gli Scienziati, gli Artisti, i Professionisti, le Madri e i Padri…

All’ultimo banco c’è Samantha!

Maestri, docenti, professori, a voi il destino di questo Paese, di questo Continente, della Terra!

Sappiatelo, o voi genitori!

Sappiatelo, o voi docenti!

Sappiatelo, o voi che governate questo Paese!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

https://www.facebook.com/utenuta/posts/10208519934589217?pnref=story

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[1] FAURE EDGAR, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249.