Il “Dopo di Noi” e’ Legge: l’ANFFAS sollecita gli atti applicativi

da Superando.it del 01-07-2016

Il “Dopo di Noi” e’ Legge: l’ANFFAS sollecita gli atti applicativi

«Continueremo a vigilare attentamente, insieme alla nostra Fondazione Nazionale “Dopo di Noi”, affinché ciascuna delle azioni previste da questa Legge venga adeguatamente e correttamente messa in pratica, ad ogni livello, per garantire a migliaia di persone con disabilità e alle loro famiglie il diritto a un futuro di maggiore serenità, progettando il “Dopo di Noi” nel “Durante Noi”, nel segno della de-istituzionalizzazione e del diritto, sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, di poter scegliere dove vivere, come vivere e con chi vivere».
Lo dichiara in una nota Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dopo l’entrata in vigore, nei giorni scorsi, coincidente con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, della nuova norma sul “Dopo di Noi”, ovvero della Legge 112/16 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), che «entrando nel nostro sistema giuridico di protezione e promozione delle persone con disabilità – come viene sottolineato dall’ANFFAS – inserisce un nuovo e importante tassello nella costruzione del loro percorso di vita».

«Secondo quanto disposto dalla Legge stessa – prosegue la nota diffusa dall’Associazione di Speziale – occorre adesso porre in essere tutta una serie di azioni attuative ai vari livelli di governo, con modalità e tempi già prestabiliti. In particolare, la prima azione che chiediamo è che la Presidenza del Consiglio, così come prevede l’articolo 7, avvii, al più presto, idonee campagne informative, in modo che le persone con disabilità e i loro familiari ricevano corrette informazioni su come cogliere al meglio le opportunità offerte dalla legge».
«Forti dell’esperienza maturata in quasi sessant’anni di vita associativa – conclude la nota – e del trentennale lavoro della nostra Fondazione “Dopo di Noi”, rappresentiamo oggi in Italia oltre 30.000 persone con disabilità intellettive e i loro familiari, e in tal senso intendiamo continuare nella nostra opera di tutela, monitoraggio e informazione, che hanno caratterizzato il nostro impegno, lungo l’intero iter che ha portato all’approvazione della Legge».
A dare ulteriore sostanza e concretezza a queste parole, l’ANFFAS ha anche predisposto un’utile tabella riepilogativa (disponibile cliccando qui), delle azioni da porre in essere e della relativa tempistica, per rendere totalmente operativa la nuova Legge 112/16. (S.B.)

Ricordiamo ancora la disponibilità della tabella riepilogativa sulla Legge 112/16, predisposta dall’ANFFAS. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale).


Governo e Parlamento

 

Dopo di noi’. Anffas prepara la road map per l’attuazione della legge entrata in vigore il 25 giugno

L’associazione è “in pista per sollecitare gli atti applicativi e informare disabili e loro familiari”. Anffas concentra ora l’attenzione sull’effettiva messa in atto di  tutta una serie di azioni attuative ai vari livelli di governo, con modalità e tempi già prestabiliti. “La prima azione che chiediamo è che la Presidenza del Consiglio, così come prevede l’art. 7 della legge avvii, al più presto, idonee campagne informative”.

01 LUG – A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno scorso, la legge 112/2016 contenente “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” è entrata nel nostro sistema giuridico di protezione e promozione delle persone con disabilità, costruendo un nuovo ed importante tassello nella costruzione del loro percorso di vita.

Secondo quanto disposto dalla legge, occorre adesso porre in essere tutta una serie di azioni attuative ai vari livelli di governo, con modalità e tempi già prestabiliti. La prima azione che chiediamo è che la Presidenza del Consiglio, così come prevede l’art. 7 della legge avvii, al più presto, idonee campagne informative in modo che le persone con disabilità ed i loro familiari ricevano corrette informazioni su come cogliere al meglio le opportunità offerte dalla legge.

Anffas Onlus e la sua Fondazione Nazionale Anffas “Dopo di Noi”, che rappresentano in Italia oltre 30.000 persone con disabilità intellettive e loro familiari, intendono continuare nell’opera di advocacy, monitoraggio ed informazione che hanno caratterizzato l’impegno associativo lungo l’intero iter che ha portato alla approvazione della legge. Anffas, spiega in una nota che “manterrà alto il livello di attenzione sia a livello nazionale sia a livello regionale e locale, anche attraverso la propria articolata struttura e mettendo a frutto il patrimonio di esperienza maturato in quasi sessant’anni di vita associativa ed in oltre 30 anni di attività della Fondazione, affinché la legge venga correttamente e concretamente attuata”.
A tal fine Anffas ha predisposto una tabella riepilogativa, delle azioni da porre in essere, e relativa tempistica, per rendere totalmente operativa la legge.

L’Associazione e la fondazione, dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, continueranno a vigilare attentamente, affinché ciascuna di queste azioni venga adeguatamente e correttamente messa in pratica, ad ogni livello, per garantire a migliaia di persone con disabilità e loro famiglie il diritto ad un futuro di maggiore serenità progettando il “dopo di noi” nel “durante noi” nel segno della de-istituzionalizzazione e del diritto, sancito dalla Convezione ONU, di poter scegliere dove vivere, come vivere e con chi vivere.

Articolo della legge Tempistica Contenuti Atti ed istruzioni deputate ad emanarle
2 comma 1 Non definita Sono definiti i livelli essenziali delle prestazioni nel campo sociale da garantire ai destinatari della legge Non definiti
2 comma 2 Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge (nelle more della definizione dei LEP) Sono definiti gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare ai destinatari della legge nei limiti delle risorse disponibili a valere sul Fondo Decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Unificata
3 comma 2 Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge Sono individuati i requisiti di accesso alle misure di assistenza, cura e protezione a carico del Fondo e sono ripartite le risorse del Fondo tra le regioni Decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, da emanare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro della Salute, previa intesa in sede di Conferenza Unificata
3 comma 3 Non definita Le regioni adottano indirizzi di programmazione e definiscono i criteri e le modalità di erogazione dei finanziamenti, le modalità per la pubblicità dei finanziamenti, le modalità per la pubblicità dei finanziamenti erogati e per la verifica dell’attuazione delle attività svolte e le ipotesi di revoca dei finanziamenti connessi Regioni
4 comma 2 (ultimo periodo) Non definita Le attività di programmazione prevedono il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità (sia a livello nazionale che regionale)
6 comma 11 Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge Sono definite le modalità di attuazione dell’articolo inerente i trust, vincoli di destinazioni e fondi speciali Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
8 comma 1 Entro il 30 giugno di ogni anno Relazione alle Camere sullo stato di attuazione della legge e sull’utilizzo delle risorse, illustrando altresì l’effettivo andamento delle minori entrate Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali

 

Chiamerò Riforma

Chiamerò Riforma

di Claudia Fanti

 

Si vuole una riforma che sia una Riforma? Allora la si faccia veramente. Si cerchi di pensare in grande, di rispettare le età evolutive della vita di bambini e ragazzi, di spingerli ad amare la vita, non perpetuiamo l’odore di stantio di quel mondo scolastico in cui tanti di noi sono stati rinchiusi da piccoli. Tanti di noi prima sono stati scolari in aule anguste, pigiati con decine e decine di compagni, ognuno nel suo banco con le sue piccole cose stipate in ristretti piani d’appoggio e poi ciò che è seguito alla nostra esperienza non è cambiato di molto se non per una lim che trionfa bianchissima, appiccicata a una parete, se non per la volontà di insegnanti che hanno limitato la lezione frontale cercando di motivare gruppi di studenti tramite l’apprendimento collaborativo e condiviso, ascoltandoli di più, conversando, favorendo sempre maggiore autonomia, ma…

Il ma è enorme.

Sì perché oggi, anche insegnando al meglio delle proprie possibilità, non si può non accorgersi di ciò che manca, che bambini e bambine chiederebbero se avessero voce in capitolo.

Tanto tempo fa, ricordo che scrissi qualcosa a proposito della scuola dei sogni, oggi a quelle righe, aggiungerei molto altro.

Tutti noi vorremmo salvare essere umano e ambiente, eppure stiamo crescendo persone che vivono al buio psicologico, senza mai mettere mani e piedi, corpo e mente, dentro alla vita che le circonda. Ore e ore tra quattro pareti, in un movimento circoscritto nel migliore dei casi, ferme al proprio banco nel peggiore. Esattamente il contrario di ciò che agognerebbero: ambienti esterni ricchi di stimoli e di spazi aperti incolti da modificare, studiare e coltivare. Oggi perfino apprendere

il ciclo delle stagioni è riservato a pochi fortunati nati in zone lontane da traffico e smog. I nostri bambini devono accontentarsi di illustrazioni, di un’uscita rara (quando qualche compresenza di maestre e maestri ancora resiste e quando essi credono ancora nel valore dell’esperienza diretta).

Ho visitato un nido, di quelli che applicano l’outdoor, e sono rimasta piacevolmente coinvolta fino al punto di dirmi che è profondamente ingiusto relegare tutti gli altri bambini in strutture troppo organizzate per la sicurezza e con minuscoli ambienti esterni a cui accedere soltanto col bel tempo. Ingiusto e dannoso arginare il mare con poco personale, spesso inviperito perché privo dello spazio vitale e dell’aria per respirare.

Ci sono ormai tanti filoni pedagogici che ci parlano di orti, uscite, giardini da creare, campagna da fruire, tuttavia le politiche scolastiche non ne tengono mai conto. Anzi, si definiscono riforme cose che assomigliano a elenchi della spesa, a bilanci della massaia.. Per favore, non chiamiamole riforme. Chiamiamole elucubrazioni mentali di adulti frustrati: controllo su controllo, orari rigidi e tagliati, formazione in direzione di livelli standard di produzione, gerarchie per l’organizzazione interna e per i rapporti col territorio, esperti che entrano nelle aule al posto degli insegnanti per addivenire ad apprendimenti che tengano conto dei codici formali delle materie ben separate le une dalle altre, strumentazione bell’e confezionata, magari il più tecnologica possibile…

In tale clima ciò che dà cuore alla ricerca e alla creativa risoluzione di problemi è totalmente annientato. Stiamo creando soldatini che passeranno al servizio della produzione o al massimo alla guida della produzione, ma stiamo dimenticando totalmente l’essere umano.

Chiamerò Riforma quella che mi darà spazi, verde, fango, neve e pioggia, pozzanghere per giocare ed esplorare, spazi in cui tanti e tante maestri possano darsi il cambio e condurre bambini e bambine alla scoperta della vita, alla ricerca sulle cose e sugli altri esseri viventi, in cui i collaboratori scolastici siano numerosi e formati per il ruolo che occupano di vitale importanza per sostenere un’organizzazione “disorganica”, per scelta, che accetti gli imprevisti e non li maledica.

Chiamerò Riforma quella che lascerà libere le maestre e i maestri di entrare e uscire dalle aule, di soffermarsi, con tutto il tempo che ci vuole, su domande e risposte su qualsiasi argomento emerga nelle classi, senza voti e scalette di varia tipologia, quella che aiuterà gli insegnanti a lasciare il segno ricercando insieme con bambine e bambini, a farli pensare con calma, senza alcun eccesso, senza le prove Invalsi e senza crocette, sostituendole con l’argomentazione e la conversazione, con le camminate pedagogiche, con la possibilità di rallentare i ritmi, quella che ripristini le compresenze, piani orari rispettosi dei bambini e delle bambine e non soltanto del monte ore delle materie e dell’alternanrsi di docenti nell’arco di un tempo ristretto o allungato fino all’inverosimile la mattina per chiudere la scuola il pomeriggio.

Chiamerò Riforma quella che rende seriamente autonome le scuole, affinchè esse possano scegliere e sperimentare modalità di valutazione che non imbriglino le persone in griglie, scalette, sistemi inflessibili.

Chiamerò Riforma quella che lascerà libertà ai Collegi di valorizzare i diversi modi di approcciare discipline e persone, affinchè i docenti possano liberare creatività e originalità, competenze capacità, le quali, come ben sa chi fa l’insegnante, si arricchiscono nel tempo soltanto con il provare e il riprovare, tramite il confronto con altre modalità di lavorare di colleghi e colleghe.

Chiamerò Riforma quella che eliminerà il vecchio e ammuffito utilizzo della competizione fra adulti e studenti come stimolo al risultato, per porre invece sul tavolo della discussione, l’uso di strumenti quali la ragione, il sentire, l’agire, l’ascoltare e il ripensare azioni didattiche e pedagogiche, formazione in servizio, rivalutazione delle discipline del corpo e del loro essere mezzo per rilassare e disporre la mente ad apprendimenti formali.

Chiamerò Riforma quella che darà dignità allo studio della lingua madre come veicolo di espressione del sè in situazione di apprendimento, fuori e dentro gli edifici scolastici, e gli darà dignità riproponendo al centro della formazione iniziale dei docenti, così come di quella dei bambini più piccoli, quegli strumenti cognitivi che permettono di saper leggere, scrivere, studiare, esprimere qualsiasi sfumatura dell’io in situazioni sempre mutevoli, a volte conflittuali, altre serene, altre ancora formali. La lingua dovrà tornare ad essere strumento di pensiero per tutti e per tutte, ciò per consentire di difendersi o aggredire costruttivamente il reale senza subirlo o accettarlo per quel che viene detto che sia.

Chiamerò Riforma quella che favorirà il tempo del dialogo/ incontro fra vecchi e nuovi insegnanti, quel tempo che ora è in modo sovrabbondante dedicato alla “non vita”, a documenti, relazioni, compilazioni, a criteri scritti accanto ai giudizi per giustificarli, spiegarli senza mai raggiungere alcuna meta di significato.

La scuola per essere appetibile, profumata, odorosa di vita e saperi, deve diventare un continuo incontro fra esseri in apprendimento libero, ricerca costante, dialogo fra persone imparanti e insegnanti, deve essere qualcosa di mai conchiuso e concluso, un outdoor di corpo e anima, per riportare a indoor tanti sè ricostruiti, rigenerati, pronti a costruire riflettendo sui processi e i procedimenti dei vissuti e delle esperienze, siano esse le più formali o informali.

La scuola deve, per esistere, essere vita, prova, coraggio di affrontare gli imprevisti, volontà di capirli, di rifiutarli o accoglierli.

Diamo una vera autonomia agli istituti e la scuola italiana sarà la migliore, perchè essa ha già in sè infinite risorse, proposte,differenze, gente che lavora nonostante i limiti asfissianti e soffocanti imposti da un sistema di controlli sulle persone e gli ambienti. Non si voglia che la vita si fermi al Nido per diventare poi brutta copia della vita.

In ultimo: non si faccia che vicende come quella del “bonus” umilino sia chi lo accetta, sia chi lo rifiuta, costringendo gli insegnanti a sprecare energie psichiche (preziose se impegnate a insegnare e a dare a tutti e a tutte la possibilità di avvicinarsi ai propri sogni) in direzione di una continua ed estenuante lotta a favore o contro assurdità depistanti! Torniamo a parlare di insegnamento/apprendimento, per favore. Personalmente non mi pare ci sia nulla di “importante” nelle ultime tristi vicende riformistiche, nulla che cambi verso, nulla che entusiasmi…permane il non senso, la non vita, trionfa l’indoor più piccolo e angusto, quello della persona-insegnante ridotta a piccolo salvadanaio soprammobile in cui far cadere la mancetta domenicale, premio per il comportamento conforme alle richieste dell’autorità.

Finanziati 58 Laboratori Territoriali

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Buona Scuola, finanziati 58 Laboratori Territoriali
On line la graduatoria finale
Giannini: “Saranno modello per il Paese sul rapporto
tra educazione e occupazione”

Sono 58 i progetti finanziati nell’ambito del bando dedicato ai ‘Laboratori Territoriali’ previsto dalla legge Buona Scuola. Oltre 500 i progetti presentati alla scadenza del bando, 151 quelli ammessi, a febbraio, alla seconda fase della selezione e 58 quelli risultati finanziabili. La graduatoria è stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Istruzione all’interno del pagina dedicata al bando: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/prog-laboratori-territoriali.shtml.

I Laboratori Territoriali, come indicato anche dal nome, sono laboratori promossi da partenariati innovativi tra scuole e attori del territorio e aperti anche a quest’ultimo. Si tratta di spazi innovativi in cui gli studenti, ma non solo, potranno sviluppare competenze e avvicinarsi concretamente all’innovazione attraverso la pratica, per migliorare, attraverso specifici percorsi, le proprie condizioni di occupabilità.

Fra le proposte presentate, ristoranti “digitali” nei quali studiare come ottimizzare il servizio utilizzando strumenti innovativi, officine tecnologiche, poli per la robotica e la meccanica aperti agli studenti, ma anche ai giovani NEET, quelli che non studiano né lavorano, per reinserirli in percorsi di formazione. I laboratori saranno operativi entro il prossimo dicembre.

“Con un investimento pubblico di 45 milioni, abbiamo sostenuto la creazione di questi luoghi di connessione tra scuola e territorio, davvero necessari per una scuola aperta – commenta il Ministro Stefania Giannini -. La partecipazione al bando è stata elevata e i progetti pervenuti sono stati di altissima qualità, con partnership di rilievo con istituzioni pubbliche e realtà private. Questo è il modello di scuola che vogliamo: alleanze educative e progettuali che innovano la scuola anche per rispondere a esigenze e specificità locali. I laboratori saranno un incubatore di energie del territorio, utili per combattere la dispersione scolastica e la disoccupazione, con un forte orientamento allo sviluppo di conoscenze pratiche e competenze trasversali”.

Duemila docenti e dirigenti scrivono al ministro: “No al cellulare in classe”

Duemila docenti e dirigenti scrivono al ministro: “No al cellulare in classe”

Tra i firmatari la scrittrice Paola Mastrocola, il linguista Luca Serianni, Giovanni Belardelli, storico e editorialista del “Corriere della Sera”, Adolfo Scotto Di Luzio, storico della pedagogia, il politologo Vittorio Emanuele Parsi, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

 

Alcuni giorni fa il sottosegretario Faraone ha preannunciato che verrà “liberalizzato” l’uso del cellulare in classe, superando il divieto stabilito nel 2007 dal ministro Fioroni. Continuare a insistere su questa misura sarebbe addirittura “luddismo”. Meglio insegnare “un uso consapevole” di questi strumenti. Ma conoscendo la realtà della scuola, moltissimi sono convinti che questo incauto provvedimento, se attuato, farà molti danni, rendendo più facile copiare, distrarsi durante lezioni e magari perseguitare un compagno o una compagna di classe.

Per questo oltre duemila fra insegnanti e dirigenti (per la precisione 2066, tra cui anche alcuni cittadini non docenti interessati alla serietà della scuola) hanno deciso di sottoscrivere la seguente lettera al Ministro dell’istruzione Stefania Giannini:

Gentile Ministro,

nei giorni scorsi il sottosegretario Faraone ha annunciato che sarà abolito il divieto di usare il cellulare il classe, una misura del ministro Fioroni, che giustamente si preoccupava di evitare motivi di distrazione e di disturbo. Un divieto che oggi è più che mai attuale data la diffusione tra i ragazzi degli smartphone, tanto più attraenti dei cellulari di allora. Tutti abbiamo avuto modo di constatare quanto essi possano monopolizzare la loro attenzione; e non c’è alcuna seria motivazione didattica o educativa per un cambio di rotta che costituirebbe un forte incentivo alla distrazione e all’uso improprio di questi strumenti (copiare, giocare, praticare il bullismo via internet, schernire un docente). D’altra parte, per l’uso didattico dell’informatica, è bene usare strumenti assai più indicati come i tablet e le Lim.

Riteniamo quindi indispensabile che il vigente divieto venga mantenuto (e rispettato) nell’interesse degli stessi studenti e del lavoro degli insegnanti.

 

Tra i firmatari segnaliamo (in ordine alfabetico)

 

ADOLFO SCOTTO DI LUZIO, docente di storia della pedagogia;

ADRIANO PROSPERI, docente di storia moderna e collaboratore di “Repubblica”;

GIORGIO ALLULLI, dirigente dell’ Isfol, esperto di formazione professionale;

GIOVANNI BELARDELLI, storico e editorialista del “Corriere della Sera”;

GIULIO FERRONI, docente di letteratura italiana;

LORENZO STRIK LIEVERS, docente di didattica della storia, già senatore della Repubblica;

LUCA SERIANNI, linguista e accademico dei Lincei;

MARCELLO DEI, docente di sociologia e autore di Ragazzi si copia. A lezione di imbroglio nella scuola italiana;

MICHELE ZAPPELLA, docente di neuropsichiatria infantile;

PAOLA MASTROCOLA, insegnante, scrittrice e collaboratrice del “Sole24Ore”;

PAOLA TONNA, coordinatrice dell’Apef (Associazione Professionale Europea Formazione)

PAOLO CARETTI, docente di diritto costituzionale;

PAOLO PADOIN, già Prefetto di Firenze;

PIER VINCENZO ULERI, docente di Scienza della politica;

RENZA BERTUZZI, Responsabile di redazione di “Professione Docente”, organo della Gilda degli insegnanti;

RINO DI MEGLIO, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti;

ROBERTO TRIPODI, presidente dell’Associazione Scuole Autonome della Sicilia;

VITTORIO EMANUELE PARSI, politologo e editorialista del “Sole24Ore”.

 

1° Luglio 2016

 

Per il Gruppo di Firenze

Giorgio Ragazzini

gruppodifirenze@libero.it

Cacciabulli

BULLISMO, le voci e le storie degli adolescenti nella rubrica autogestita “Cacciabulli”
ogni sabato a ‘Si può fare’ su Radio 24

A Radio 24 e Radio Immaginaria la testimonianza di un bullo: “Non mi piace fare a rissa perché so che non mi controllo e qualche volta faccio del male. Ora tutti mi considerano un bullo”.

“In paese mi considerano un bullo, ma io non lo sono. Lo pensano perché qualche volta ho fatto rissa a causa di offese. Non erano scherzi, (quel ragazzo) mi ha offeso di brutto. Io gli ho detto che non voglio fare a rissa davanti a tutti, non mi piace. Non mi piace fare a rissa perché so che non mi controllo e qualche volta faccio del male ma non mi piace. Ora tutti mi considerano un bullo”. Si racconta così un adolescente a Radio 24 durante l’ultima puntata di “Cacciabulli”, l’iniziativa frutto della collaborazione tra Radio 24 – Il Sole 24 Ore  e Radio Immaginaria, la web radio realizzata totalmente da adolescenti.

Uno spazio gestito direttamente dai ragazzi per dare voce a chi ha subito o è stato protagonista di storie di bullismo in onda ogni sabato all’interno del programma condotto da Alessio Maurizi con Carlo Gabardini “Si può fare” che ha offerto la possibilità di ascoltare direttamente  e senza intermediazioni  il  loro punto di vista  sulle “ordinarie” storie di bullismo che troppi ragazzi sono costretti a subire. Ma anche quelle degli adolescenti che si trasformano in bulli, incapaci di gestire le relazioni con i coetanei o le emozioni, a volte anche forti, tipiche di questa età. E difficilmente consapevoli degli effetti a lungo termine che questi comportamenti hanno sulla loro vita sociale.

“Mi dicono “Non vieni con noi perché fai dei danni, non vogliamo girare insieme a te”. Quindi qualche volta mi escludono. Io lo capisco, le voci girano, si dice che io picchio, ma è sempre per qualche motivo. A me piacerebbe tanto cambiare ma ci sono delle persone che non cambiano”: prosegue così la storia del giovane bullo a Radio 24. Una riflessione che suona come una condanna, troppo precoce per un ragazzo che sta ancora crescendo. Che forse avrebbe bisogno di un aiuto, in primo luogo dall’ambiente scolastico.

Ma purtroppo è proprio la scuola il contesto dove molti episodi si svolgono, senza un intervento adeguato da parte degli insegnanti, come ha raccontato un altro giovane ospite del programma: “Alle medie purtroppo ero vittima di bullismo, i ragazzi di terza media mi prendevano in giro, mi facevano gli sgambetti, mi buttavano giù dalle scale, cose di questo genere. Le cose sono degenerate sino a quando un giorno alcuni ragazzi della squadra di basket a scuola dopo l’allenamento mi chiusero nello spogliatoio, mi placcarono, mi tolsero i pantaloni e mi strapparono le mutande facendomi girare per lo spogliatoio nudo. Le cose non sono migliorate perché il professore non fece nulla di rilevante per punirli tanto che nei giorni seguenti loro non mi sono parsi dispiaciuti per quello che avevano fatto e nemmeno gli insegnanti hanno preso dei provvedimenti severi. Alle superiori le cose non cambiarono, dalle violenze fisiche si passò alle violenze verbali tanto più che un giorno non ci vidi più e tirai un pugno in faccia ad uno di questi ragazzi. Lui smise di parlarmi, non mi guardò più, però c’erano tantissimi altri bulli in questa classe, non potevo prendere a cazzotti in faccia tutti. Quindi in quinta superiore capii che forse questi insulti forse dovevo vederli più come degli scherzi e scherzai con loro. E’ la prima volta che ne parlo e penso di essermi tolto un peso”.

Sabato 2 luglio alle 9.30 “Si può fare” ospiterà un gruppo di giovani di Radio Immaginaria che hanno partecipato all’iniziativa per tracciare un bilancio di quanto emerso nel corso dei due mesi di Cacciabulli.
La collaborazione tra Radio 24  e Radio Immaginaria prosegue, all’interno di Si può fare e di altre trasmissioni del palinsesto, con l’obiettivo di allargare i temi su cui coinvolgere gli adolescenti, per ascoltare il loro punto di vista sui temi dell’attualità.

Si può fare va in onda ogni fine settimana, il sabato dalle 7.30 alle 10 e la domenica dalle 8.30 alle 11.00.
Tutte le informazioni sull’iniziativa su www.radio24.it. Per ascoltare l’ultima puntata di Cacciabulli http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/paese-migliore/brexit-popolo-deciso-170858-gSLAuO8hhB

Una lettura per l’estate

Una lettura per l’estate
Lettera firmata di una studentessa di quindici anni

di Adriana Rumbolo

Batten_-_Europa'sFairyTalesCara dottoressa, come può vedere ho seguito il suo consiglio e le ho scritto questa lettera, se così si può chiamare!!!
Prima di esporle il mio problema, però, le vorrei fare un quadro di me stessa: sono una ragazza di 15/16 anni, alta, fisicamente, anche se sono a dieta, non mi lamento, mi accetto e vengo abbastanza accettata.
Nel rapporto con gli altri, ho un mio “metodo”:io, non mi sono mai fidata di nessuno.
Poi . naturalmente, andando avanti nel conoscersi, capisco se questa persona è fidata o meno.
In famiglia sono abbastanza chiusa:a differenza di alcune mie amiche, io non considero mia madre come una delle mie migliori amiche, alle quali vado a dire i miei problemi e a chiedere consigli.
Naturalmente non la estraneo totalmente dalla mia vita, ma mi limito a non raccontarle i miei fatti personali, le mie esperienze, perchè penso che ognuno debba fare le proprie scelte con la propria  testa, senza dipendere da altri: ho paura, infatti, che alla fine,  raccontando tutto a mia madre, i suoi consigli si trasformino in obblighi e questo non mi andrebbe giù!!!
Arrivando  al “nocciolo” della questione, il mio problema nasce da una situazione per me stupenda:sto insieme ad un ragazzo…., da sei mesi, ma non riesco mai a dirgli quello che sento.
A dirle la verità, all’inizio non ero sicura, ma adesso sono più che convinta di AMARLO: è una certezza, glielo assicuro!!!
Eppure la frase che vorrei dire non è complicata: TI AMO!!!
Che c’è di complicato in due parole?!?!
Non riesco a capire il perchè  di questo blocco!!!
Ed è per questo che le ho scritto queste righe, per chiederle se lei poteva darmi sia una spiegazione che un consiglio su questo argomento: non so veramente come superare questo ostacolo!!!
Se non le è di troppo disturbo potrebbe rispondere?
La ringrazio infinitamente e la prego  di non parlare in classe di questa lettera

Della lettera naturalmente non ho parlato ma del “blocco” si.
L’educazione educativa  inizia soprattutto dal corpo.
La carezza, l’abbraccio che tante volte i bambini hanno cercato invano secondo i loro tempi e bisogni , la mancata condivisione di percezioni primordiali, le punizioni corporali, la gabbia dei pregiudizi, la carenza del contatto con la natura,  il corpo a macchie sporche.
Tutti i lacci delle emozioni imprigionate ricordano chi ha scritto: se Freud  avesse conosciuto le scoperte delle neuroscienze, avrebbe detto:l’inconscio sta nel corpo.
E l’educazione sofferta dal corpo che sembra si fermi lì, potrebbe  pericolosamente e pesantemente disorientare la sicurezza, la stabilità del Sè nel futuro
Piano , piano, mentre la natura preme perchè il corpo possa esprimere la sua crescita in ogni suo centimetro piano, piano, sembra un paradosso, il soggetto ne  perde la percezione.
L’educazione vuole che tu ignori il tuo corpo perchè solo così sarà meno pericoloso e più sottomesso.
Sottolineo il famoso sogno di molte adolescenti di partorire un figlio  senza alcuna partecipazione o dolore.
Lo chiamano “Il complesso della Madonna” perchè  ispirato dalla figura femminile più adorata per la sua perfezione.
Allora quando arriverà la pubertà e tutto il corpo sarà percorso da percezioni nuove e coinvolgenti, il soggetto spaventato potrebbe rifugiasi  in un forte controllo razionale che potrebbe esprimersi in rigidità,  sublimazione dei sentimenti molto pericolosi perchè potrebbero allontanare il soggetto  dalla realtà  con sofferenze psicosomatiche, disordini alimentari e a volte anche con disordini comportamentali.
Infatti è per questo che proprio nella pubertà si manifestano i disturbi psicologici  più gravi e meno comprensibili perchè spesso  la loro causa è da ricercare nella lontana prima infanzia.
Forse la studentessa ha solo bisogno di tempo e di buone informazioni sulle emozioni , sull’unione mente-corpo  da elaborare per dire con tutta se stessa le due parole , ti amo,  che diventeranno facili quando avrà più coscienza del proprio corpo e alla rigidità difensiva avrà sostituito la flessibilità che appartiene naturalmente al corpo.
Così come nella favola “La bella e la bestia” la  protagonista nel lungo e forzato soggiorno,  prigioniera nel castello dell’orribile mostro,  piano, piano comprenderà per la gentilezza e l’amore in cui lui l’avvolge(l’importanza della corte) a non avere  più paura dell’amore inteso nella sua completezza e allora vedrà bello ciò che prima le sue paure, le sue incertezze la sua rigidità avevano mostrato come minaccioso e disgustoso.
Le favole sanno come spiegarci con la fantasia realtà molto complesse.

Bonus malum magnum

690 BONUS MALUM MAGNUM di Umberto Tenuta

CANTO 690 UN ORRIBILE MALUM SI AGGIRA PER LE SCUOLE D’ITALIA

Il BONUS!

 

Non si comprende come al Ministero dell’istruzione non si comprenda che il BONUS è il male peggiore che poteva capitare alla Scuola.

È l’arretramento di un secolo!

Il ritorno alla riforma liberale di Giovanni Gentile.

E la cosa più strana è che questa riforma sia fatta da un Governo a presidenza democratica.

La prima domanda che viene da porsi è a quali alunni saranno destinati i docenti non bonificati.

E, poi, ce la immaginiamo una scuola classista?

Le classi coi docenti bonificati e le classi coi docenti non bonificati.

I figli del dottore in quali classi andranno?

Questo è il problema!

Il primo problema.

E poi nel collegio dei docenti quanto conteranno i docenti non bonificati?

Suvvia, non facciamo piangere!

Non facciamo piangere gli alunni coi docenti non bonificati.

Non facciamo piangere i docenti non bonificati.

Non facciamo piangere i genitori degli alunni dei docenti non bonificati.

Non facciamo piangere…

Non facciamo piangere questo Paese!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Nota 1 luglio 2016, Prot. n. 5369

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Nota 1 luglio 2016, Prot. n. 5369

AVVISO PUBBLICO prot. AOODGSIP n. 3380 del 19-04-2016 Giovani e Legalità Percorsi di rientro in formazione dei minori/giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali

Comunicazione di avvenuta individuazione dei Soggetti risultanti aggiudicatari

Con riferimento al punto 13 dell’Avviso pubblico in oggetto, si comunica che, in considerazione del numero rilevante delle proposte progettuali pervenute e della complessità delle stesse, si comunica che l’elenco dei soggetti aggiudicatari del finanziamento sarà pubblicato entro mercoledì 20 luglio p.v.

Le modalità di pubblicazione saranno le stesse previste dal richiamato art. 13.

I risultati verranno pubblicati sul sito del Miur www.istruzione.it nella sezione “Amministrazione trasparente”, pertanto tale pubblicazione vale quale mezzo di notifica dei risultati dell’istruttoria e degli adempimenti previsti dalla normativa, anche ai fini del rispetto di eventuali termini.

Il Direttore generale
Giovanna Boda

Avviso 1 luglio 2016, AOODGRUF 9469

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie

Oggetto: Procedura per il conferimento di incarico dirigenziale ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001 e successive modificazioni ed integrazioni – Ufficio VII della Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie.

 

Si rende noto che, a decorrere dall’11 luglio p.v., sarà vacante il posto di funzione dirigenziale non generale dell’Ufficio VII della Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie. L’incarico di direzione di tale Ufficio, le cui competenze e livello retributivo sono di seguito riportate, verrà conferito, secondo il contingente stabilito con D.M. prot. 527/2016, in corso di registrazione, ai sensi dell’art. 19 comma 6, D.L.gs. 165/01 e in base ai criteri in esso contenuti.

Ufficio VII – Coordinamento della previsione e della gestione del

Bilancio e monitoraggio dei flussi finanziari

LIVELLO RETRIBUTIVO: B

COMPETENZE (di cui al DM 26 settembre 2014, n.753)

Rilevazione del fabbisogno finanziario mediante i dati forniti dalle direzioni generali, dai dipartimenti e dagli Uffici scolastici regionali.

Predisposizione degli atti per l’assegnazione delle risorse agli Uffici scolastici regionali in base ai rispettivi fabbisogni.

Consulenza e assistenza nelle materie giuridico-contabili.

Operazioni per l’avvio, la gestione e la chiusura dell’esercizio finanziario. Supporto all’attività finalizzata alla predisposizione del rendiconto.

Attività di supporto alla definizione della politica finanziaria del Ministero e cura della redazione delle proposte per il documento di decisione di finanza pubblica.

Predisposizione delle relazioni tecniche sui provvedimenti normativi, anche sulla base dei dati forniti dagli uffici competenti.

Cura della predisposizione dello stato di previsione della spesa del Ministero, delle operazioni di variazione e assestamento, della redazione delle proposte per la legge di bilancio e per la legge di stabilità, dell’attività di rendicontazione al Parlamento e agli organi di controllo in attuazione delle direttive del Ministro e in coordinamento con i Dipartimenti.

 

Gli interessati potranno partecipare alla procedura comparativa compilando il modello allegato alla presente (allegato 1) e trasmettendolo, esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC), unitamente al proprio curriculum vitae dettagliato, aggiornato e sottoscritto, entro e non oltre le ore 23.59 dell’8 luglio p.v. all’indirizzo: DGRUF@postacert.istruzione.it.

 

Il Direttore Generale
Jacopo Greco


Allegato 1

Al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca

Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie

DGRUF@postacert.istruzione.it

 

 

Oggetto: Manifestazione di disponibilità al conferimento d’incarico ai sensi dell’art. 19, comma 6, d.lgs 30 marzo 2001 n. 165.

 

Il/La sottoscritto/a ……………………………….. nato a ………….. il ……………….. codice fiscale………………………,

in relazione all’avviso di disponibilità del posto di funzione dirigenziale non generale dell’Ufficio VII della Direzione generale per le risorse umane e finanziarie,

 

MANIFESTA

 

la propria disponibilità al conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale presso l’Ufficio VII della Direzione generale per le risorse umane e

finanziarie

 

Dichiara in proposito, ai sensi e per gli effetti della vigente normativa in materia di autocertificazioni (cfr. DPR 445/00) e consapevole delle responsabilità di carattere penale derivanti dalle dichiarazioni mendaci di:

 

  • aver conseguito la laurea in …………. presso l’Università degli studi di ….. il giorno…….
  • di non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali [in caso contrario indicare quali].

 

Allega curriculum vitae aggiornato e documento di riconoscimento in corso di validità.

 

Autorizza il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca al trattamento dei dati personali, ai sensi del decreto legislativo del 30 giugno 2003 n. 196.

 

 

 

 

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