CARTA DEL DOCENTE, DAL MIUR NESSUNA CIRCOLARE CHIARIFICATRICE

CARTA DEL DOCENTE, DAL MIUR NESSUNA CIRCOLARE CHIARIFICATRICE

“Tra due giorni scadrà il termine per la rendicontazione delle spese di aggiornamento che i docenti devono presentare alle scuole e siamo ancora in attesa che il Miur emani una circolare dettagliata per dirimere i tanti dubbi sull’utilizzo della Carta del Docente”. A dichiararlo è la Gilda degli Insegnanti che il 26 maggi scorso aveva chiesto formalmente chiarimenti circa l’applicazione della normativa su cui il ministero si è finora limitato a pubblicare faq che non hanno alcun valore giuridico.

“Il mancato intervento chiarificatore del Miur – afferma la Gilda – lascia alle scuole margini di interpretazione che, in assenza di una circolare specifica, possono essere anche arbitrari. Nelle faq, per citare qualche esempio, non venivano considerate spese professionali quelle per l’acquisto di una stampante, delle cartucce di inchiostro, degli smartphone tanto decantati come strumenti per la didattica innovativa. Mancano inoltre delucidazioni circa l’autocertificazione degli ingressi a musei, cinema e teatri che non hanno biglietto riconducibile ad una persona fisica specifica”.
“Come spesso accade – conclude la Gilda – chi deve applicare una legge confusa ha la paura di assumersi la responsabilità formale degli atti applicativi. E’ una malattia che colpisce troppo spesso i funzionari e i dirigenti pubblici in Italia provocando disfunzioni e inefficienze”

Sistema dei conservatori

Di Vincenzo Presidente Finas: Giannini intervenga su sistema dei conservatori, quasi 50mila studenti attendono regolamenti attuativi

“I conservatori italiani che accolgono più di 49000 studenti, aspettano da 17 anni i regolamenti attuativi, il Ministro Giannini intervenga per tutelare questa eccellenza didattica italiana che il mondo ci invidia.” Queste le parole di Vittorio Di Vincenzo presidente nazionale Finas che prosegue: “La Buona Scuola ha valorizzato l’istruzione musicale, ma il sistema educativo deve essere valutato nella sua complessità, valorizzando le eccellenze didattiche con investimenti mirati.”

EMERGENZA TERREMOTO

ALLA SIGNORA MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA PROFESSORESSA STEFANIA GIANNINI

OGGETTO: EMERGENZA TERREMOTO E RICADUTE SUL SISTEMA SCOLASTICO E SUI LAVORATORI

In seguito al tragico sisma del 24 agosto, diversi Istituti scolastici danneggiati non potranno avviare
l’anno scolastico o potranno solo in parte.
In questi giorni, al centro del dibattito politico, così come riscontrabile dalle dichiarazioni di diversi
esponenti del Governo, emerge l’esigenza e l’impegno della ricostruzione degli edifici, ma anche
delle comunità colpite dal terremoto.
In quest’ottica, il mantenimento integrale del sistema scolastico quale presidio fondamentale di una
comunità e del sistema democratico risulta condizione imprescindibile.
Inoltre, queste comunità sono state colpite mortalmente nelle possibilità economiche; elemento che
richiede un impegno profondo per il mantenimento dei livelli occupazionali anche nella scuola.
Per quanto premesso, il Sindacato Generale di Base – settore Scuola
CHIEDE GARANZIA
1) Che nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto vengano attivate in tempi ragionevolmente
brevi strutture che garantiscano l’avvio delle lezioni;
2) Che vengano confermati gli organici di diritto e di fatto previsti per l’anno scolastico 2016-
2017 così come il numero dei punti di erogazione del servizio, indipendentemente dalle classi
che sarà possibile attivare;
3) Che vengano comunque stipulati i contratti di incarico annuale nel numero previsto per i posti
di docenti e ATA anteriormente al sisma, anche nei casi in cui non vi siano i numeri di norma
necessari o nei casi in cui il personale, essendo rimasto senza abitazione, sia stato costretto a
spostarsi in zone lontane dalle sedi di lavoro;
4) Che al personale docente ed ATA costretto a risiedere temporaneamente in zone lontane dalle
usuali sedi di lavoro venga consentito di prestare servizio in sedi vicine all’attuale luogo di
dimora.
Tali richieste non richiedono un aggravio di spesa per l’amministrazione e permetterebbero di dare
una prospettiva di futuro per gli studenti e per il personale di ruolo e non di ruolo e le loro famiglie.
Non abbiamo d’altronde dimenticato che, in occasione del terremoto che colpi L’Aquila, il Governo
di allora soppresse molti posti, superando addirittura i tagli previsti dal piano Gelmini-Tremonti.
Certi nell’accoglienza delle nostre richieste che riteniamo rispondenti al comune sentire del Paese,
restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti e porgiamo cordiali saluti.

Tra ricorsi, ritardi e bocciature la scuola al via senza un prof su sei

da La Stampa

Tra ricorsi, ritardi e bocciature la scuola al via senza un prof su sei

Un docente su due respinto al Concorsone, pioggia di cause sui trasferimenti
nadia ferrigo

torino

Per i dirigenti scolastici le vacanze sono già finite da un pezzo, e gran parte dei professori è impegnata tra le carte bollate dei ricorsi, gli scatoloni per il trasloco e la seconda prova del Concorsone. Uno su due è stato bocciato agli scritti, e mancano ancora gli orali. Il tutto si dovrebbe concludere entro il 15 settembre, ma ora l’unica certezza è che alla prima campanella mancheranno all’appello insegnanti e supplenti. Stessa solfa per il personale scolastico, e in alcune Regioni non bastano i presidi: in Emilia Romagna un istituto su quattro è ancora senza. Secondo le prime stime, almeno 90mila posti sui 600mila di ruolo saranno assegnati a supplenti. Ma come – e soprattutto quando – verranno nominati?

DOCENTI «A CHIAMATA DIRETTA» 

A sentire i presidi italiani, l’attesa della prima campanella somiglia più a un album di figurine. Italiano? Ce l’ho. Matematica e inglese? Dovrebbe. Informatica? Manca. I tempi sono strettissimi. Secondo il calendario scolastico, il primo giorno di scuola è in tutta Italia tra il 12 e il 15 settembre. Alcuni istituti però hanno deciso di anticipare: molti studenti entreranno in classe una settimana prima. Con la riforma della Buona Scuola, i dirigenti scolastici hanno la possibilità della «chiamata diretta» dei docenti. Una volta individuati i ruoli vacanti, con un avviso i dirigenti scolastici possono cercare gli insegnanti secondo loro più adatti. In alcuni casi c’è stato il tempo di fare anche un colloquio, in altri no. Secondo le tabelle del Miur, per le «secondarie di II grado», cioè istituti tecnici e licei, la scadenza per la pubblicazioni degli avvisi delle scuole era il 18 agosto, mentre gli insegnanti interessati potevano condividere i loro curriculum sulla piattaforma «Istanze On Line» dal 16 al 19. La fase di competenza delle scuole si è chiusa lo scorso 26 agosto. Ai selezionati con questo meccanismo andrà un incarico triennale.

IL CONCORSONE DEI RICORSI

La chiamata diretta non è però sufficiente per riempire tutte le cattedre. E chi manca, da dove si pesca? Dal Concorsone. Altra nota dolente. Le assunzioni previste per quest’anno erano 32mila, metà dalle graduatorie, metà per i vincitori del concorso. A oggi oltre 300 commissioni su 800 non hanno completato la correzione degli scritti. Secondo l’analisi della rivista «Tuttoscuola», tra i 71.488 candidati già esaminati, solo 32.036 sono stati promossi. Più della metà non ce l’ha fatta. In Lombardia gli ammessi all’orale sono circa il 30 per cento, in Toscana il 45 per cento, in Piemonte più del 50 per cento. Le regioni migliori? Marche, Umbria, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. Alle bocciature, come da copione, seguono i ricorsi. Alcuni sono già stati respinti, ma è troppo presto per sapere come ancora finire: d’altra parte, non ci sono ancora tutte le correzioni.

DA SUD A NORD

E i professori ripescati dalle graduatorie? Peggio mi sento. Solo in Campania le liti in corso tra insegnanti che non si vogliono trasferire e il Ministero sono 4mila. Orientarsi tra la giungla di graduatorie è complicato, ma quest’anno c’è di mezzo l’algoritmo, cioè il meccanismo usato per assegnare i docenti alle scuole. La procedura, in quattro fasi, ha coinvolto 100mila persone. Più della metà, sono professori del Sud Italia che si dovranno trasferire a Nord. Senza tenere conto di età, anni di servizio e situazione familiare. Sempre secondo i dati di «Tuttoscuola», nella scuola primaria sono stati trasferiti in una regione diversa dalla propria circa il 65 per cento degli insegnanti, il 54 per cento per le secondarie di primo grado e il 44 per cento per il secondo grado.

«Per i primi giorni a Roma ho preso un albergo – racconta Silvana Rosaria Di Paola, 64 anni, insegnante di educazione artistica a Palermo e provincia da quasi trenta, sempre precaria -. Lo scorso anno mi è stato assegnato un tutor per un anno di prova, superato con i complimenti della preside. Tutto inutile». Il primo settembre ci sono i consigli dei docenti, ma ancora non è saggio prendere casa: manca l’«ambito», altro criterio nell’assegnazione delle cattedre. La prof Di Paola ha accettato, anche se a malincuore, di cambiare città, ma ancora non sa in quale – o forse, in quali – scuole insegnerà. Per decidere questo e qualche altro migliaio di casi, c’è ancora una settimana di tempo.

Terremoto, Giannini: «Al via task force per avvio regolare dell’anno scolastico»

da Il Sole 24 Ore

Terremoto, Giannini: «Al via task force per avvio regolare dell’anno scolastico»

di Al. Tr.

«Abbiamo centinaia di bambini e ragazzi nei comuni più colpiti dal sisma» e «a chi è sopravvissuto dobbiamo dare subito i segnali della speranza e della fiducia che si può ritornare alla normalità. Il primo segnale sarà proprio l’avvio regolare
dell’anno scolastico» Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sul suo profilo Facebook ha annunciato la messa in campo di una task force per garantire l’inizio delle lezioni nelle zone del centro Italia colpite dal sisma.

Fondi per verifiche su sicurezza edifici
«Aarà attivata al Miur una task force per sostenere i nostri docenti e i dirigenti scolastici, perchè nessuno deve restare solo – ha scritto Giannini – e ai ragazzi e alle loro famiglie dico che stiamo lavorando in collaborazione con Regioni ed Enti locali perché tutti possano riprendere le lezioni. Per garantire una scuola a chi non l’ha più. E per agevolare e velocizzare le verifiche sulla sicurezza degli edifici. Abbiamo 3 milioni di euro nel nostro bilancio che metteremo a disposizione degli enti locali per le verifiche sulle strutture e altri 20 milioni per gli interventi di adeguamento antisismico».
E «lavoreremo in contatto costante con la Presidenza del Consiglio e la Protezione Civile – ha concluso il ministro – perché il primo motore della ripresa non potranno che essere le istituzioni scolastiche».

Giannini: voglio la verità sul crollo della scuola. Il Miur parte civile

da La Tecnica della Scuola

Giannini: voglio la verità sul crollo della scuola. Il Miur parte civile

«Questo istituto”, dice Giannini riferendosi al  Copernico di Amatrice, “ era stato ristrutturato di recente, inaugurato nel 2012, con lavori importanti e una ingente quantità di fondi spesi. Non è compito della politica l’accertamento delle responsabilità. Ma della magistratura. Noi vogliamo chiarezza e verità. Vogliamo sapere come sia potuto accadere. Che tipo di lavori siano stati fatti e in che modo. Ci vorrà del tempo ma se verranno accertate delle responsabilità dirette e sarebbe molto grave, valuteremo, la costituzione del Miur come parte civile in un eventuale processo. Ma ora non è questa la priorità».

«È una decisione politica” invece quella di investire l’autorità anticorruzione, spiega la ministra nel corso di una intervista rilasciata al Mattino di Padova. “Cantone ha espresso la sua posizione. L’Anac credo che debba fare l’Anac. L’azione dell’unità di missione presso la presidenza del Consiglio per l’edilizia scolastica sta lavorando in maniera molto positiva”

Le famiglie devono sentirsi sicure quando lasciano i figli in classe e “non da oggi, ma dal 2014 la sicurezza degli edifici pubblici e in particolar modo della scuola è stata ed è al centro dell’azione del governo. Il tema dell’edilizia scolastica è stato affrontato in maniera serissima, sistemica e con risposte concrete. Cinquecento interventi di adeguamento alle norme antisismiche, uno stanziamento di 240 milioni di euro. L’istituzione dopo anni di vacatio dell’anagrafe dell’edilizia scolastica. I controlli a tappeto che certo non si possono chiudere nello spazio di poco tempo ma che vengono effettuati”

Tuttavia, prosegue Giannini  “ Non si può allo stato attuale sostenere la tesi che sia crollata per i materiali con i quali è stata costruita e ristrutturata o se comunque non avrebbe potuto resistere per il violento sisma, pari a quello dell’Aquila. Occorre sempre cautela quando si tocca il tema della sicurezza”.

«Il dato circa la presenza di ventimila scuola insicure  non è corretto. Non si tratta di edifici insicuri ma di scuole che si trovano in zone a rischio sismico. E non va dimenticato che il 50 per cento del territorio nazionale è a rischio sismico. Noi abbiamo messo in campo tutti gli strumenti per affrontare questo capitolo per decenni abbandonato. Questo è il primo governo che si fa carico di responsabilità che per alcuni aspetti dovrebbero appartenere solo ed esclusivamente agli enti locali».

Per ora, dice ancora la ministra, la “nostra priorità sono i 700 alunni. Mercoledì sarò ad Amatrice dove abbiamo convocato una riunione proprio per affrontare questo aspetto” con la task Force che è entrata in funzione”. Esiste un piano, “un punto di partenza. Ci sono numerose scuole profondamente lesionate. E abbiamo delle ipotesi sulle quali ci confronteremo con i direttore scolastici regionali, i dirigenti scolastici e ovviamente la Protezione civile e gli enti locali”. Nel contesto, dice Giannini,  “si stanno valutando varie opzioni. Abbiamo un obiettivo forte e preciso. La scuola deve essere il simbolo e anche la risposta concreta a questo senso di angoscia e paura. Il simbolo che la comunità c’è e riparte lì dove è sempre esistita. I bambini di tutti i comuni devono tornare in classe e dovranno avere tutto il necessario. Le strutture, le attività che fanno parte della normalità. Per questo ci sono dei fondi specifici. Tre milioni e mezzo di euro”.

Ma c’è anche da «Affrontare la paura, spiegarla, riprendere un percorso di vita normale. I docenti saranno appositamente formati. Si sta pensando anche a questo. Scuole per studiare e formazione per ripartire da dove ci si è fermati. Sono a disposizione quattro milioni di euro. In totale i fondi investiti, i primi, ammontano complessivamente a sette milioni e mezzo di euro. Ci vorrà del tempo per cancellare la paura. Ma Casa Italia è anche questo, mettere la scuola al centro. Ripartire».

Trasferimento al Nord, per evitarlo ora tutti vogliono il sostegno pur senza specializzazione

da La Tecnica della Scuola

Trasferimento al Nord, per evitarlo ora tutti vogliono il sostegno pur senza specializzazione

Può essere la copertura di tutti i posti di sostegno in deroga, circa 30mila in tutta Italia, a salvare i docenti del Sud dal trasferimento nelle regioni del Nord?

Il precedente, adottato nelle grandi Isole ed in alcune altre regioni, attraverso l’assegnazione provvisioria ha innescato la richiesta di medesimo trattamento da parte dei decenti delle altre regioni: “riteniamo inaccettabile la difformità riscontrata nella stipula dei contratti decentrati regionali concordati dai vari USR e le OOSS in merito alla deroga utile per consentire ai docenti – che abbiamo chiesto e non ottenuto assegnazione provvisoria- di poter rientrare nella propria provincia di residenza mediante utilizzo su posti di sostegno compresi in organico di fatto, anche senza titoli”, ha scritto il Coordinamento Nazionale Docenti Fase C.

“Sicilia, Sardegna, Lombardia ed Emilia Romagna hanno già agito in questa direzione trovando una soluzione che riteniamo utile e vantaggiosa e che occorre venga adottata da tutte le amministrazioni sul territorio nazionale, dando la possibilità in modo analogo ai docenti di godere delle stesse opportunità. Attendiamo pertanto un tempestivo intervento centrale tale da consentire una gestione uniforme delle assegnazioni provvisorie”, conclude il Coordinamento.

Il problema è che il 99 per cento dei docenti destinati agli ambiti territoriali del Nord, circa 8mila complessivi, non hanno conoscenze approfondite di disabilità. Né, tantomeno, sono specializzati nell’insegnamento ad alunni con problemi di apprendimento.

Il “particolare”, non certo trascurabile, è stato fatto presente anche dai sindacati regionali della Sardegna Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda. I quali dopo aver sottolineato che questo tipo di contratto integrativo regionale “permette, a coloro che hanno avuto un’assegnazione della sede di servizio eccessivamente lontano dal proprio domicilio, di essere utilizzati in una sede meno disagiata”, attenuando “i disagi provocati da una Legge che le Organizzazioni Sindacali hanno duramente contestato”, si soffermano sul dato che questa decisione “solleva un problema la cui soluzione si impone con forza”: la mancanza di competenze di questi insegnanti sul fronte della disabilità.

Però, è anche vero che la maggior parte di quei posti andrebbero, comunque, a docenti privi di specializzazione sul sostegno. Solo che si tratterebbe di precari. E in molti casi anche loro non specializzati. Allora, tanto vale, dicono i sindacati, metterli a disposizione di chi deve subire il trasferimento forzato.

Il punto è che mancano docenti formati sul sostegno: “l’Università sarda – scrivono i sindacati – da due anni non li organizza e, conseguentemente, quindi, aumentano le difficoltà per cui i docenti titolati sono insufficienti a coprire i posti in organico”, fanno notare ancora i sindacati dell’Isola. Che ora chiedono “con decisione sia all’Università che alla Regione perché questo gap nei confronti delle altre regioni venga superato al più presto e che vengano attivati al più presto i corsi di formazione”.

Specializzati o no, qui si sta facendo un “uso strumentale del sostegno”, ribattono i Coordinamenti Docenti Specializzati di Sostegno, di ruolo e non.

I quali, a loro volta, chiedono invece il “ritiro immediato del procedimento di conferimento delle assegnazioni provvisorie su posti di sostegno e revoca della proposta di percorsi abilitanti speciali sul sostegno per il personale docente già di ruolo”

Per i coordinamenti, l’accordo sottoscritto in alcune regioni, ad iniziare dalla Sardegna, “non risulta conforme a quanto stabilito in materia di contrattazione nazionale. Il CCNI 2016-17, infatti, limita la contrattazione regionale decentrata a disciplinare esclusivamente le operazioni di utilizzazione e stabilisce come legittime leassegnazioni provvisorie sul sostegno per non specializzati solo se questi ultimi si trovano in situazione di esubero”.

Gli specializzati sul sostegno chiedono, allora, “il ritiro immediato del procedimento per sua natura – continuano – è ‘illegittimo’ e, di conseguenza, della proposta sindacale dei corsi di preparazione, o veri e propri corsi PAS, per i neoassunti impiegati sul sostegno che, seppur mascherati dalla necessità di supplire alla mancata preparazione dei docenti assegnati sulle tematiche dell’inclusione, assumono le sembianze di veri e propri corsi di riconversione, al di fuori di quelli legalmente stabiliti del Decreto 30 settembre 2011”.

Per i specializzati, con cui si è schierato l’Anief che li vorrebbe subito di ruolo anziché supplenti su cattedre di fatto, i “veri” corsi di specializzazione prevedono invece tre prove di accesso a fronte di posti limitati e definiti regionalmente dal MIUR sulla “base della programmazione regionale degli organici”, a cui segue “un faticoso iter formativo da conseguire in non meno di otto mesi attraverso 60 cfu di esami, laboratori, tirocinio di 5 mesi ed una prova finale”.

Mentre si starebbero profilando dei “meri corsi di riconversione, che oltretutto rappresenterebbero solo un ripiego dei docenti neoassunti per evitare il trasferimento e non una scelta, come nel caso dei docenti specializzati che si sono sottoposti anche ad una procedura selettiva per acquisire questa professionalità”. Con l’aggravante che tanti “docenti che hanno superato le prove” si ritroveranno “fuori delle graduatorie di merito, a causa degli esigui posti messi a bando”, perché quelli liberi sono stati assegnati ai trasferiti su ambiti territoriali”.

Insomma, concludono gli specializzati, si fanno fuori coloro che hanno “l’esperienza maturata” e la formazione ad hoc, per lasciare “il posto a docenti che poco sanno di didattica né tanto meno di ‘didattica speciale’”. Il tutto per “rimediare alle storture della mobilità e di chi non vuole partire e ha scelto volontariamente di aderire ad un piano di assunzioni che prevedeva la mobilità nazionale”.

Assegnazione su posti di sostegno senza specializzazione: il dibattito

da tuttoscuola.com

Assegnazione su posti di sostegno senza specializzazione: il dibattito
L’accordo siciliano fa salvo l’accantonamento dei posti per supplenti annuali specializzati

Continua con toni accesi sui media e sul web la polemica sulla possibilità di assegnare su posti di sostegno docenti privi di specializzazione.

La possibilità, come è noto, è stata prevista da intese intervenute tra sindacati e Uffici scolastici regionali della Sicilia e della Sardegna.

Anche Tuttoscuola è intervenuta sulla questione parlando di una deregulation pericolosa.

Ci è stato fatto notare che l’accordo siciliano prevede tale possibilità come residuale rispetto al prioritario utilizzo di docenti locali specializzati con contratto a tempo indeterminato e determinato.

“Nell’ambito delle assegnazioni provvisorie interprovinciali, i Dirigenti degli Uffici scolastici territoriali potranno attribuire posti di sostegno a docenti titolari su posto comune che non abbiano ottenuto l’assegnazione provvisoria su posto comune, dopo aver accantonato un numero di posti corrispondente ai docenti specializzati aspiranti a rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato”.

In passato, quando si esaurivano le graduatorie dei supplenti specializzati, si nominava un supplente non specializzato per assicurare comunque il sostegno all’alunno disabile.

In tutta Italia si continuerà a far così, se si presenta la necessità, mentre in Sicilia e in Sardegna gli eventuali posti non coperti da supplenti annuali con specializzazione verranno dati in assegnazione provvisoria a chi, non specializzato, viene da lontano, anziché assegnarli a supplenti locali non specializzati.

Terzo comandamento: apprendere nei laboratori

TERZO COMANDAMENTO APPRENDERETE NEI LABORATORI di Umberto Tenuta

CANTO 713

STUDENTI, D’ORA INNANZI APPRENDERETENEI LABORATORI!

È FINITA LA SCUOLA DELLE AULE, DEI BANCHI, DELLE CATTEDRE, DELLE LAVAGNE.

È NATA LA SCUOLA DEI LABORATORI DI RICERCA.

 

Caro Alfredo, tu ne sei stato l’antesignano (1).

La scuola come CENTRO DI RICERCA.

Non più aule!

Non più tre file di banchi biposti.

Non più lavagne di ardesia e LIM.

E soprattutto non più cattedre dalle quali sciorinare le quotidiane lezioni!

LABORATORI!

Al posto delle dieci aule dieci laboratori.

LABORATORIO DI LINGUA ITALIANA

LABORATORIO DI LINGUA CINESE

LABORATORIO DI MATEMATICA

LABORATORIO DI STORIA

LABORATORIO DI GEOGRAFIA

LABORATORIO DI MUSICA

LABORATORIO DI PITTURA

LABORATORIO DI DANZA

Secondo apposito orario, gli alunni vanno nei laboratori per fare le loro attività artistiche e le loro attività di ricerca/riscoperta/invenzione/costruzione linguistiche, matematiche, storiche…

Laboratori attrezzati con materiali:

-concreti comuni e strutturati;

-digitali

-iconici

-simbolici.

I materiali saranno utilizzati dai singoli alunni o, preferibilmente, da piccoli gruppi di alunni.

Alunni come piccoli ricercatori: piccoli geografi, piccoli storici, piccoli matematici…

I docenti delle singole discipline stimolano, incoraggiano, confortano, ma mai suggeriscono!

Occorre far vivere ai giovani la gioia della scoperta, delle loro scoperte!

In fondo, le discipline sono costruzioni che gli uomini hanno fatto nel corso dei millenni.

Gli alunni rifanno queste invenzioni, scoperte, costruzioni.

L’ontogenesi ripete la filogenesi!

(Legge biogenetica di HAECKEL).

Solo così gli alunni ­-tutti gli alunni­- capiscono, comprendono, imparano.

Imparano i saperi (conoscenze).

Imparano le capacità (competenze).

Imparano gli atteggiamenti (motivazioni, interessi).

Acquisiscono gli strumenti per continuare ad apprendere durante tutto il corso della loro vita (lifelonglearning).

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

https://www.facebook.com/utenuta/posts/10208519934589217?pnref=story

 

M. Missiroli, Atti osceni in luogo privato

“Atti osceni in luogo privato”, un romanzo di Marco Missiroli
Universale economica Feltrinelli, 2015

di Mario Coviello

 

missiroliAvevo letto recensioni positive di questo romanzo e l’ho comprato approfittando dell’offerta estiva della Feltrinelli che propone due libri di successo a dieci euro nella sua gloriosa collana ” Universale economica”, quella del Gattopardo di Tommasi di Lampedusa.

Ho divorato questo romanzo di 249 pagine durante i primi tre giorni del mio viaggio in Sicilia.

Come mi accade per tutti gli incontri fortunati mi sono ritrovato in Libero il protagonista e nel suo spasmodico desiderio di esserci, capire,crescere,confrontarsi.

“Atti osceni in luogo privato” attrae e imbarazza il lettore fin dalla copertina con la riproduzione di “Holy Cross (in hoc signo vinces)” di Erwin Blumenfeld.

Libero Marsell si racconta senza pudori in cinque capitoli, Infanzia, Adolescenza, Giovinezza, Maturità, Adultità e Nascita. Si racconta nel rapporto con il padre, eterno fanciullo,vivo,avido e leggero, con la madre che scopre adultera a undici anni,una donna determinata, avida di vita, capace di decidere quando morire.

Il romanzo è ambientato a Parigi nei primi tre capitoli e poi a Milano. E chi conosce queste due città ne ritrova il fascino e le diversità,gli umori, le atmosfere.

Marco Missiroli ha la capacità leggera di coinvolgere il lettore e di fargli trovare echi della sua infanzia,adolescenza..maturità e soprattutto della sua maturazione sessuale e affettiva. L’affascinante, doloroso percorso di tutti gli uomini nel loro incontro con l’altra metà del cielo. Dopo la morte improvvisa del padre che avviene mentre sta leggendo Rodari, Libero vive molte vite. Va alla ricerca tormentata della sua “vocazione”.Prima studia da avvocato e lavora in uno studio per difendere gli ultimi, e poi si scopre insegnante quando aiuta Anna, la donna che sposera’ e cambia facoltà..Affida i suoi pensieri ad un quaderno di Lupin , ama gli indiani e si sente “straniero”,inadatto,”invisibile” a lungo.

“Atti osceni in luogo privato” è un romanzo di case. Case dei genitori e di Libero, a Parigi e a Milano.Case vissute, con libri, cucine, cibo, pranzi preparati con gusto e amore. Spazi di vita che raccontano i protagonisti.

Libero matura e si innamora di Lunette e Selma e poi di Anna, leggendo l’Amante”della Duras che confronta con i romanzi Arthur Miller. E a pagina 90, quando finalmente a venti anni perde la verginità,si chiede “….E allora era questo l’amore? Una prima persona plurale?…si… capii che era anche questo…”.

E Libero cade e risorge perché sa ritrovare, come dice a pagina 90, il “colibrì….il battito d’ali più’ rapido e impercettibile che l’animo maschile compie per riavvicinarsi al sodalizio con Venere”.

E Missiroli sa sorprendere con la scostumata leggerezza delle “imprese” del suo protagonista che impara la vita dai tanti romanzi che legge e sottolinea con furia e andando al cinema con le donne che incontra. Racconta così il suo amore per Camus, Faulkner e Orwell,Buzzati, Calvino, Somerset Maugham e Walt Witman. E con loro Fellini e Scola con Sergio Leone,Truffaut , “Balla con i lupi” e” Il grande freddo”. E non manca la musica quella di Edith Piaf , Guccini, Dalla e De Gregori e di tanti altri.

I suoi maestri sono la bibliotecaria Marie e Giorgio il proprietario del bar sui Navigli dove lavora.

Il romanzo è il racconto di innamoramenti feroci ed essenziali, senza falsi pudori e reticenze.

È il racconto del rapporto di un figlio con la madre,il padre,gli amici. E Libero matura,vince le sue paure,le incertezze,goffaggini. Muore disperato e risorge e invita tutti noi lettori a non arrenderci, a non perdere “la scintilla”, a imparare l’arte dell’attesa. A pagina 191 cita Whitman :

” Se subito non mi trovi non scoraggiarti/Se non mi trovi in un posto cercami in un altro/In qualche posto mi sono fermato e ti attendo.”

Rendicontazione Carta Docente

La Nota 29 agosto 2016, AOODGRUF 12228, fissa le modalità di rendicontazione delle spese sostenute dal personale  docente per finalità formative e di aggiornamento mediante l’utilizzo del bonus di 500 euro – “Carta del docente” – nell’anno scolastico 2015-2016 e proroga al 15 ottobre il termine ultimo per la consegna dei documenti giustificativi e dell’apposita dichiarazione (Modello A).

Entro il 31 ottobre gli uffici amministrativi delle istituzioni scolastiche comunicano agli USR gli esiti delle verifiche (Modello B).


Carta del docente

Bonus docenti, spese rendicontabili fino al 15 ottobre

Le spese sostenute dai docenti destinatari del bonus di 500 per l’aggiornamento professionale si potranno rendicontare quest’anno fino al 15 ottobre prossimo. Lo prevede una nota esplicativa inviata oggi alle scuole che proroga il termine inizialmente fissato al 31 agosto per dare a insegnanti e scuole più tempo per mettere insieme documentazioni di spesa e dichiarazioni di rendicontazione.

I docenti potranno presentare come documenti che provano le spese sostenute entro il 31 agosto:
· lo scontrino fiscale;
· la ricevuta fiscale;
· la fattura;
· la ricevuta di bonifico bancario;
· il biglietto per la partecipazione agli eventi di cui all’articolo 4, comma 1 lettere d) ed e) del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 settembre 2015. Può essere presentato un solo biglietto per evento

Sono ammessi anche acquisti on-line purché sia possibile produrre la documentazione comprovante l’acquisto. Non sono riconosciute spese sostenute in Paesi nei quali non sono previsti strumenti di rendicontazione della spesa.

La documentazione delle spese sostenute dovrà essere consegnata in originale o in copia dichiarata conforme all’originale all’Istituzione scolastica di ultima titolarità. Il Ministero mette anche a disposizione un modello per la rendicontazione inviato sempre oggi alle scuole. Nella nota si specificano anche le tempistiche per gli Uffici amministrativi delle scuole che dovranno inviare la documentazione relativa alle spese agli Uffici scolastici regionali.

Nota 29 agosto 2016, AOODGRUF 12228

Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche Statali
LORO SEDI

Ai Direttori Generali degli Uffici scolastici Regionali
LORO SEDl

Nota 29 agosto 2016, AOODGRUF 12228

OGGETTO: “Carta del docente” – Modalità di rendicontazione delle spese sostenute dal personale  docente per finalità formative e di aggiornamento mediante l’utilizzo del bonus di 500 euro  nell’anno scolastico 2015-2016. Indicazioni operative. Art. 1 commi 121, 122 e 123 legge n. 107/2015 — Dpcm 23 settembre 2015.