Assegnato il fondo di funzionamento

Scuola, assegnato il fondo di funzionamento

Giannini: “Con la Buona Scuola risorse raddoppiate in modo stabile e tempi certi per le erogazioni”

Al via Help desk e formazione per le scuole
Assegnate alle scuole le risorse per il funzionamento. Oggi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha comunicato ai dirigenti scolastici l’importo per l’intero anno scolastico e fatto partire la prima tranche del finanziamento. Si tratta dei fondi che servono per sostenere le spese correnti e quelle per la didattica.
“Con la Buona Scuola abbiamo aumentato i fondi per il funzionamento, che sono più che raddoppiati passando da 110 a 235 milioni all’anno – ricorda il Ministro Stefania Giannini -. Ma soprattutto abbiamo stabilito tempi certi per la loro assegnazione. Conoscere all’inizio dell’anno scolastico le risorse di cui si disporrà per far funzionare la propria scuola è un elemento essenziale per consentire ai dirigenti di lavorare bene e di pianificare spese e interventi. Si tratta di un’informazione essenziale anche per la programmazione dell’offerta formativa che avviene proprio in queste settimane. Abbiamo interrotto una prassi durata per troppi anni che lasciava gli istituti per mesi nell’incertezza. Le scuole ora sanno da subito quanto potranno spendere non solo per l’anno in corso, ma anche per i prossimi anni: l’incremento, infatti, è stabile. È quindi possibile una programmazione pluriennale dell’offerta”.
La riforma ha anche previsto la revisione dei parametri di assegnazione delle risorse, con una maggiore attenzione alla presenza nelle scuole di alunni diversamente abili e ai contesti socio-economici. Mentre è in corso di lavorazione il decreto che semplificherà gli adempimenti contabili, alleggerendo il carico di lavoro di segreteria e dirigenza. È stato poi attivato per la prima volta un help desk amministrativo-contabile per fornire assistenza alle scuole e nei prossimi mesi il personale di segreteria e i dirigenti saranno coinvolti in specifici percorsi di formazione.
“Alle maggiori risorse – chiude il Ministro – stiamo affiancando strumenti di lavoro più agili e la necessaria formazione per accompagnare il personale e supportarlo in una gestione sempre più efficace ed efficiente delle nostre scuole”.

Lettera aperta al Presidente dell’Anticorruzione

Al Presidente dell’ANAC
Cantone Raffaele
Al Presidente del Consiglio
Renzi Matteo
Al Ministro dell’Istruzione
Giannini Stefania

L’Unione Sindacale di Base nei mesi scorsi ha denunciato con forza, tra i processi a maggior rischio corruttivo riguardanti le Istituzioni Scolastiche, la “chiamata diretta” dei Dirigenti Scolastici, l’attribuzione del “bonus premiale” e l’assegnazione dei docenti all’organico dell’autonomia.
La stessa Autorità Nazionale Anticorruzione, con Delibera n. 430 del 13 aprile 2016 (Linee guida sull’applicazione alle istituzioni scolastiche delle disposizioni di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190 e al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33), oltre ad individuare questi tre processi come tra quelli a maggiore rischio corruzione, ha colto come noi le complessità e i rischi insiti nella Legge 107/2015 tanto da ritenere necessario che “anche per le Istituzioni Scolastiche Statali debbono essere individuati il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) e il Responsabile della Trasparenza (RT)”.
L’assenza di norme chiare sull’attribuzione del bonus premiale (le FAQ ministeriali non hanno valore normativo), l’emanazione di circolari vacue e confuse in relazione all’assegnazione dei docenti all’organico dell’autonomia e l’assenza di qualsiasi controllo da parte degli Uffici Scolastici Regionali sui bandi delle singole scuole e le modalità di assunzione diretta dei docenti, hanno confermato le nostre peggiori previsioni, determinando:
1) l’arbitrio del Dirigente Scolastico nell’assegnazione del “bonus premiale”, con Istituzioni Scolastiche che non hanno pubblicato criteri adottati, i nominativi dei docenti “meritevoli” e la distribuzione delle quote premiali ai singoli docenti, violando le più elementari norme di trasparenza negli atti delle Pubbliche Amministrazioni. Ancora più grave è la denuncia, da parte di migliaia di colleghi, dell’assenza di qualsiasi risposta in forma scritta, da parte dei Dirigenti Scolastici, alle continue sollecitazioni dei docenti che chiedevano di comprendere le ragioni della mancata attribuzione del bonus, pur rientrando gli stessi nei criteri individuati dai Comitati di valutazione;
2) la mancanza di controllo sulle scelte dei Dirigenti Scolastici in relazione all’assunzione diretta dei docenti, con gli Uffici scolastici regionali che non hanno monitorato i bandi delle singole scuole e non hanno emanato indicazioni valide per tutte le istituzioni scolastiche al fine di evitare fenomeni di assunzioni clientelari;
3) il mancato rispetto delle indicazioni contenute nei PTOF, delle scelte didattiche operate dai Collegi Docenti, delle delibere dei Consigli d’Istituto e del criterio della continuità didattica, in relazione all’assegnazione dei docenti alle classi e al potenziamento, con Dirigenti Scolastici che hanno determinato uno “spezzatino” orario ed usato molto spesso lo spauracchio del potenziamento (cioè dello svilente servizio “tappabuchi”) per silenziare i Docenti più combattivi che rivendicano i diritti della categoria.
La Scuola Pubblica Statale Laica e Democratica, nata dalle lotte resistenziali e baluardo nell’Educazione alla Legalità, per noi resta ancora una comunità in cui si operano scelte condivise da parte di tutte le componenti, dove i processi decisionali nascono all’interno degli Organi Collegiali e dove tutte le scelte effettuate dai Dirigenti Scolastici devono essere caratterizzate dai canoni della trasparenza e correttezza. La Scuola Pubblica Statale non può trasformarsi in un una nave con un uomo solo al comando che assume, distribuisce denaro e controlla i Docenti, affiancato da uno staff di presidenza pronto ad eseguire le indicazioni del comandante, spezzando qualsiasi legame con il corpo dei Lavoratori e la componente studentesca.
In quanto Organizzazione Sindacale che in questi anni ha lottato per una Scuola Pubblica Statale Libera, Ugualitaria e Democratica, chiediamo un intervento immediato al fine di difenderla dai fenomeni corruttivi e clientelari che si stanno annidando nelle “ampie” maglie della legge 107/15, per consentire ai nostri studenti di continuare a vivere in un luogo di socialità condivise in cui si educa alla dignità e al rispetto degli altri, partendo da coloro che amministrano le Scuole e che in nessun modo possono mortificare proprio quelle professionalità che hanno contribuito alla formazione di intere generazioni di studenti.

Sottoscritto il Contratto integrativo del personale amministrativo

MIUR, sottoscritto il Contratto integrativo del personale amministrativo

Giannini-Faraone: “Riconoscimento doveroso e atteso da tempo”

Dopo oltre sei anni di attesa è stato sottoscritto oggi dalle Organizzazioni Sindacali e dall’Amministrazione centrale il Contratto nazionale integrativo che definisce i criteri e le modalità di impiego di una parte del Fua, il Fondo unico di amministrazione per il 2016, con il quale verranno finanziate le progressioni economiche per il personale degli Uffici scolastici regionali e dell’amministrazione centrale del Miur.
“Si tratta di un provvedimento atteso da tempo”, sottolinea il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. “Siamo soddisfatti della chiusura del Contratto che rende merito all’impegno del personale amministrativo centrale e periferico per garantire il funzionamento del sistema scolastico”.
“Finalmente un doveroso riconoscimento economico a chi ha lavorato in maniera infaticabile per far sì che la Buona Scuola venisse attuata”, commenta il Sottosegretario Davide Faraone. “Oltre a questo stiamo lavorando per incrementare il fondo degli straordinari: siamo fortemente convinti che il merito e l’impegno serio vadano premiati. Il cambiamento radicale che stiamo realizzando nel nostro sistema di istruzione è il risultato dell’azione responsabile di tutta la comunità scolastica e delle strutture ministeriali. E tutti devono vedere riconosciuta la propria professionalità”.
Grazie a uno stanziamento di 4 milioni di euro, circa il 60% del personale potrà percepire un incremento stipendiale. I passaggi di fascia saranno l’esito di una selezione basata sulla valutazione del lavoro dei dipendenti in base a criteri meritocratici.

Risorse per il rinnovo contrattuale nei settori pubblici?

Il governo intende stanziare risorse per il rinnovo contrattuale nei settori pubblici? Le promesse di Renzi sembrano evaporare

La nota di assestamento di bilancio emanata dal Consiglio dei ministri conferma i timori del mondo della conoscenza: non ci sono risorse per la firma del rinnovo del contratto nazionale. È l’ennesima presa in giro di questo governo che non garantisce ai lavoratori e alle lavoratrici del Pubblico impiego, e in particolare a quelli del comparto della conoscenza migliori condizioni salariali e valorizzazione delle professionalità. Per queste ragioni servono immediatamente l’atto di indirizzo per l’apertura delle trattative, risorse adeguate nella legge di stabilità e il superamento della legge Brunetta. Occorre estendere e rendere esigibile la contrattazione decentrata per migliorare la qualità dei servizi e dell’offerta formativa. Il nostro obiettivo è quello di innovare i contratti nazionali affermando parità di diritti e di retribuzioni tra lavoratori precari e a tempo indeterminato per riunificare il lavoro in tutti i comparti della conoscenza.

Il rinnovo dei contratti nazionali nel pubblico impiego non è una cortesia che il premier e il suo governo fanno ai lavoratori e alle lavoratrici. È un impegno preciso che deriva dalla necessaria e immediata applicazione di una rigorosa sentenza della Corte Costituzionale, che lo impone all’esecutivo. Ogni tentativo di dilazionamento o addirittura di rinuncia del rinnovo contrattuale, non solo danneggia centinaia di migliaia di lavoratori della conoscenza e le loro famiglie, che in questi anni hanno perso salario, ma contravviene a una specifica sentenza della Suprema Corte.

Valutazione: tra realtà e schizofrenia

Valutazione: tra realtà e schizofrenia

di Maurizio Tiriticco

 

Con la Buona scuola, la Legge 107, il Nuovo governo e la Nuova ministra, la valutazione è diventata una sorta di girandola! Tutti valutano e tutti sono valutati! Un tempo gli insegnanti valutavano gli alunni; ora gli insegnanti sono valutati dai dirigenti scolastici, i dirigenti dagli insegnanti, e poi arrivano le prove Invalsi, redatte con criteri docimologici “avanzati” – potremmo dire – che né gli insegnanti né gli alunni conoscono, per cui, se la fortuna, il copio copias, l’aiutino vengono a mancare, sono dolori! Per non dire dei Pdm, dei Rav e delle altre diavolerie che l’attuale amministrazione inventa ed impone giorno dopo giorno. Per non dire poi che presto avremo cinque letterine e non più dieci numeri per misurare e valutare i compiti degli alunni e gli stessi alunni. E speriamo che i meno e i più non si moltiplichino e che spariscano per sempre!

Quel benedetto – o maledetto – articolo 3 della legge 53/2003 (ministro pro tempore Letizia Moratti) “valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo di istruzione e formazione” ha avuto progressivamente ricadute non indifferenti sulle nostre scuole, per cui, mentre nel buon tempo antico i valutati erano solo gli alunni, nel buon tempo moderno, valutati sono tutti, alunni, insegnanti, dirigenti in un andirivieni di scartoffie che richiederanno fatica e tempo per essere redatte. Per non dire delle piccole invidie e delle ripicche personali che non so quanto peseranno nella formulazione dei giudizi che produrranno i loro effetti, oppure che nessuno mai leggerà… se non quando si tratta di prendere in castagna un povero Ds o un Insegnante sfortunato!

Che bello il buon tempo antico, quando l’insegnante aveva sempre ragione ed era l’unico responsabile del processo valutativo: con tutti i limiti di sempre, con quei meno e quei più e quei mezzi – non previsti da alcuna norma – ma che agli insegnanti piacciono tanto. E come faranno tra breve quando avranno a che fare con cinque letterine? Come in America, si dice! Il rischio è che il valutare, o meglio il valutare tutto e tutti, diventi una sorta di ossessione.

Eppure il problema c’è ed è grande, ma l’amministrazione non ne sembra pienamente cosciente. Da anni dico e predico che la valutazione è una disciplina che va studiata come la matematica o la filosofia! Invece? Succede che ciascuno valuta come crede, o meglio come crede che sia docimologicamente corretto! Ma non è così. Eppure di valutazione si sono occupati anni fa studiosi di vaglia, a cominciare dal compianto Mario Gattullo (Didattica e docimologia, misurazione e valutazione nella scuola, Armando, Roma 1967) e, a seguire, Michele Pellerey, Benedetto Vertecchi (ricordo il suo Manuale della valutazione, analisi degli apprendimenti, pubblicato nel lontano 1984 per i tipi degli Editori Riuniti), Roberto Maragliano, Luigi Calonghi, Francesco De Bartolomeis. Si tratta, però, di testi che oggi “non vanno di moda”! E da sempre insistiamo sulla differenza che corre tra il misurare e il valutare: per non dire della nuova operazione valutativa, il certificare. Si tratta di criteri e di procedure che gli insegnanti non possono non conoscere. Tra l’esito quantitativo dato da una griglia di correzione e l’espressione di un giudizio valutativo c’è un’enorme differenza. Due soli esempi: Gianni, sempre somarello, in un compito in classe prende un otto tondo tondo, e Pierino, sempre un ottimo Pierino, prende un quattro! Il commento dell’insegnante: “Gianni ha copiato. Pierino quel giorno aveva un gran mal di pancia”, L’effetto alone produce i suoi… effetti!

Insomma, valutare gli alunni e i loro compiti è sempre stato e sempre sarà un’operazione non facile. Ma ora, con le nuove disposizioni, abbiamo una sorta di bulimia valutativa. I ds valutano i docenti, i docenti valutano i ds, le istituzioni scolastiche devono autovalutarsi. Ma chi valuta le iniziative, non sempre provvide, di una Giannini o di un Faraone? Insomma, chi comanda ha sempre ragione e chi obbedisce deve sempre dimostrare che le scelte operate sono andate a buon fine? E guai a sbagliare!

Mah! Chi ci salva dalle ricadute di quella legge 107 in cui il valutare costituisce un vero e proprio tormentone? Il termine valutazione ricorre ben 45 volte! Sembra che il valutare sia più importante del progettare, del programmare, del fare formazione, dell’apportare i necessari correttivi in itinere. Insomma chi comanda ha sempre ragione, e chi è tenuto a ubbidire ha sempre torto! Per cui è bene, anzi doveroso, metterlo sull’attenti e… perché no? Redarguirlo in anticipo! Tanto, comunque, sbaglierà.

Eppure, in materia di valutazione abbiamo le chiare indicazioni del Regolamento sull’autonomia nonché la legge 169/2008 e il dpr 122/2009! Ma non sono sufficienti! Ogni ministro vuol dire la sua e vuole lasciare la sua impronta!

Rispetto del lavoro precario anche per le procedure di mobilità

Tribunale di Ravenna: MIUR condannato al rispetto del lavoro precario anche per le procedure di mobilità

Si abbatte sul MIUR anche la decisione delTribunale del Lavoro di Ravenna, che, con un’ordinanza emanata d’urgenza, dà piena ragione al nostro sindacato, e dichiara palese la discriminazione posta in essere dal Ministero dell’Istruzione quando nega la possibilità di computare il servizio svolto durante il periodo di precariato ai fini del trasferimento da posto di sostegno a posto comune. L’Ordinanza, infatti, riconosce il diritto di una nostra iscritta a “partecipare alle procedure di mobilità per l’anno scolastico 2016/2017 su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia e al riconoscimento, a tale fine, del servizio da ella prestato sul ruolo di sostegno precedentemente all’assunzione a tempo indeterminato” ordinando all’Amministrazione scolastica di adottare tutti gli atti conseguenti. Gli Avvocati Ida Mendicino, Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono per il nostro sindacato una nuova vittoria che riconosce l’illegittimità del mancato riconoscimento del servizio pre-ruolo già prestato sul medesimo posto ai fini del superamento del quinquennio di permanenza su posti di sostegno prima di poter richiedere il trasferimento su posti di tipo curricolare.

Domani a Sondrio “Tutti a scuola 2016”, inaugurazione del nuovo anno scolastico col presidente Mattarella

da Il Sole 24 Ore

Domani a Sondrio “Tutti a scuola 2016”, inaugurazione del nuovo anno scolastico col presidente Mattarella

Conto alla rovescia per “Tutti a Scuola 2016”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che quest’anno si terrà a Sondrio, domani 30 settembre, dalle 11, presso il Campus scolastico di via Tonale. Alla cerimonia saranno presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, che rivolgeranno agli studenti e ai docenti di tutta Italia il loro messaggio di augurio per il nuovo anno.

Alunni mobilitati
Spettatori d’eccezione circa 1.800 alunni provenienti dagli istituti di tutto il territorio nazionale, selezionati dagli Uffici scolastici regionali. Le loro scuole hanno infatti realizzato percorsi e progetti didattici di eccellenza – nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 – sui temi dell’inclusività, del rispetto e del valore della diversità, dell’intercultura e dell’integrazione, dell’educazione alla legalità, della lotta ai fenomeni del bullismo e della partecipazione alla vita scolastica. Sul palco si esibiranno gli alunni dell’istituto professionale “Da Vinci–Nitti” di Cosenza, del liceo “Michelangiolo” di Firenze e degli istituti comprensivi “Santa Lucia” di Siracusa, “S. Giovanni Bosco” di Isernia, “Serafini–Di Stefano” di Sulmona, della Comunità montana “Mont Rose-Pont-St. Martin” (Ao). Sul palco anche l’Orchestra dei conservatori d’Italia, diretta dal maestro Leonardo De Amicis, che eseguirà l’inno nazionale con l’accompagnamento degli allievi delle Accademie militari “Nunziatella” di Napoli e “Pietro Teulié” di Milano, della Scuola navale militare “Francesco Morosini” di Venezia e della Scuola militare dell’aeronautica “Giulio Douhet” di Firenze. L’inno sarà inoltre eseguito da una delegazione di studenti dell’istituto comprensivo “Luigi Pirandello” di Lampedusa e Linosa e degli istituti comprensivi “Giovan Battista Valente” e “Goffredo Petrassi” di Roma.
Alla cerimonia interverranno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della società civile. Nel corso dell’evento sarà realizzato un collegamento in diretta dalle scuole di alcune delle zone colpite dal sisma dello scorso 24 agosto.
“Tutti a Scuola 2016” sarà trasmessa dalla Rai, in diretta tv, su Rai Uno, a partire dalle ore 11. Il ministero seguirà la manifestazione in diretta anche attraverso il proprio profilo Twitter @MiurSocial.

Buona scuola, anche i prof valuteranno i loro presidi. E i dirigenti si dividono

da la Repubblica

Buona scuola, anche i prof valuteranno i loro presidi. E i dirigenti si dividono

Polemiche per il quizzone che giudicherà l’operato dei presidi. Una dozzina le domande a cui tutti i docenti dovranno ripondere, quattro i livelli di apprezzamento. Uil E Cgil prendono le distanze, Cisl e Andis non bocciano la proposta

Salvo Intravaia
La macchina è appena partita ma il questionario sull’operato dei presidi all’interno della scuola fa già discutere e divide i dirigenti scolastici in pro e contro. A compilarlo saranno i docenti, che potranno esprimere il loro giudizio sul proprio capo, ed è previsto dalla Buona scuola. Non si scappa. Anche il resto di quella che viene denominata “comunità scolastica” – genitori, studenti e operatori del territorio – verrà interrogata ma solo con domande più generali sulla scuola. Non sul preside in maniera specifica. Per il momento, i risultati del quizzone peseranno relativamente poco sulla valutazione complessiva del capo d’istituto ma in futuro la loro importanza potrebbe aumentare. E determinare una fetta più cospicua di retribuzione.

Intanto, negli Uffici scolastici regionali si cerca di comporre i Nuclei di valutazione, che dovranno passare in rassegna e assegnare gli obiettivi per il prossimo triennio – il 2016/2018 – gli oltre 7mila presidi in servizio. Ma per i capi d’istituto, allo loro prima valutazione, la parte più hot di tutta la procedura è proprio il questionario sull’apprezzamento del loro operato che compileranno tutti i docenti della scuola. Il documento è super segreto perché il ministero dell’Istruzione ha voluto evitare fughe di notizie su un argomento così delicato. Ma immaginare il tenore delle domande non è difficile, visto che sull’argomento la stessa legge 107 si dilunga abbastanza. Il giudizio che gli insegnanti attribuiranno ai loro presidi è condensato in una dozzina di domande in cui è previsto una valutazione su quattro livelli di apprezzamento.

Prendendo spunto dal comma 93 della legge 107, che delinea le aree di valutazione dei capi d’istituto, ecco alcune delle domande cui dovranno rispondere i docenti: Qual è il clima in cui si lavora in questa scuola? Il dirigente scolastico valorizza il lavoro degli insegnanti? Le sembra efficace e trasparente il modo in cui il preside dirige la scuola? L’esito del questionario peserà sull’intero processo di valutazione per il 10 per cento. Le competenze gestionali e organizzative avranno un peso pari al 60 per cento e la capacità del preside di valorizzare il personale della scuola conterà per il 30 per cento. Alla fine di ogni anno, in base ai progressi misurati dai Nuclei in relazione agli obiettivi declinati dal Miur e dagli Uffici scolastici regionali per ogni singolo dirigente, il direttore regionale assegnerà un giudizio ad ogni preside.

Quattro i livelli previsti dal processo: Pieno raggiungimento degli obiettivi, Avanzato raggiungimento degli obiettivi, Buon raggiungimento degli obiettivi e Mancato raggiungimento degli obiettivi. Coloro che incappassero in quest’ultima bocciatura rischiano di finire la propria carriera in ufficio o di essere licenziati, se la bocciatura si ripetesse. In ballo la retribuzione di risultato, legata al giudizio finale, pari a circa il 5 per cento dell’intero stipendio annuo: circa 3mila euro.

Ma la categoria appare abbastanza divisa. I sindacati confederali, che tesserano circa metà dei capi d’istituto, sono piuttosto critici. “Siamo contrari su tutta la valutazione non solo sul questionario”, tuona Pino Turi, della Uil scuola. “Troppa burocrazia che cozza con la scuola dell’autonomia. Una valutazione eterodiretta che dovrebbe essere ricondotta all’interno della scuola. In questo modo si valuta il burocrate non il dirigente scolastico. E’ un’idea di dirigenza che non è la nostra”, spiega. Anche la Flc Cgil boccia la valutazione tout court. E sul quizzone dice: “L’apprezzamento del dirigente scolastico, effettuato con un questionario somministrato solamente ai docenti, appare – dice Domenico Pantaleo – del tutto parziale e incongruo per il peso attribuito nella valutazione, rispetto a quanto previsto dalla legge 107. Il 4 ottobre chiederemo al ministro un netto cambio di direzione sulla valutazione dei dirigenti scolastici”.
La Cisl scuola “non è contraria alla valutazione dei dirigenti in sé”, spiega Lena Gissi. Ma “quello che si sta verificando sulla scelta degli obiettivi da parte degli uffici scolastici regionali ci lascia perplessi”. L’Associazione nazionale presidi promuove la procedura. Dello stesso avviso è l’Andis. “Se uno è bravo – dice Paolino Marotta – non ha motivo di avere paura della valutazione e delle risposte del questionario che verrà somministrato a docenti,

genitori e studenti. Anche perché – prosegue il capo dell’Andis – se emerge qualche criticità non accade nulla. Tutto sommato, quello avviato dal governo per la valutazione dei dirigenti scolastici mi sembra un buon processo. Un buon avvio”.

Turi a Renzi: ognuno deve andare dove gli spetta. Viviamo in un stato di diritto

da La Tecnica della Scuola

Turi a Renzi: ognuno deve andare dove gli spetta. Viviamo in un stato di diritto

“Ognuno deve andare dove gli spetta. Viviamo in un stato di diritto” – è la risposta di Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola all’affermazione di questa mattina del Presidente del Consiglio Renzi che, a proposito dei trasferimenti del personale della scuola, ha detto che “non tutte le ciambelle riescono con il buco”.

I trasferimenti vanno rifatti perché ci sono troppe ingiustizie. Vanno ripristinate le posizioni giuridiche di ogni persona. Ovviamente ciò ora per allora. L’anno scolastico per noi è sacro, le famiglie hanno diritto ad avere certezze. Ormai è partito così e non si tocca. Ecco perché chiederemo di mettere a posto le situazioni.

Non lo facciamo per spostare le persone in corso d’anno – ha detto ancora Turi intervenendo all’ assemblea interregionale della Uil Scuola a Bologna – ma per ripristinare la situazione giuridica delle persone  l’anno prossimo. Così si restituisce il diritto a chi ce l’ha.  Con questa impostazione andremo dal Ministro. Ci sono stati troppi pasticci che di certo non creano un ambiente sereno e danno adito ai ricorsi. La magistratura non può essere chiamata a gestire una simile fase, è compito del Governo.  Vediamo se c’è la volontà politica di ripristinare i diritti delle persone”

Una scuola per tutti, a partire dal costo standard di sostenibilità per studente

da La Tecnica della Scuola

Una scuola per tutti, a partire dal costo standard di sostenibilità per studente

Il tema del costo della pubblica istruzione si presenta, alla riapertura dell’anno scolastico, particolarmente caldo.

Tra le questioni in gioco vi è la realizzazione compiuta di un vero sistema pubblico e aperto a tutti, senza distinzione di censo o potere di spesa familiare. “La palese discriminazione che emerge dall’attuale sistema scolastico italiano nei confronti delle famiglie meno abbienti è stata denunciata più volte anche da noi”, dichiara Azzolini – Presidente Nazionale A.Ge. – Associazione che riunisce i genitori di studenti delle scuole italiane. “Infatti, continua Azzolini, mentre la Costituzione garantisce in astratto la “libertà educativa dei genitori nei riguardi dei figli” (art. 30), in concreto solo i più abbienti possono permettersi di pagare le tasse comuni a tutti ed in più le rette per la frequenza delle scuole paritarie, pubbliche pure loro. Nel caso della scuola la Repubblica non adempie all’impegno di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà (art. 3)”. “Prendendo in esame gli studenti italiani, più di uno su dieci frequenta una scuola paritaria, mentre la spesa sostenuta dallo Stato per scuole paritarie è di circa un centesimo”. Tenendo conto di tutto, anche dei costi di manutenzione dei giardini, degli accantonamenti, della perdita dei crediti delle famiglie, degli interessi passivi sui prestiti, dei margini ottenibili sui buoni pasto o dalle attività non curriculari, se venisse applicato il sistema del costo standard di sostenibilità per studente avremmo 17 miliardi di risparmio per le casse statali e un sistema di istruzione nazionale davvero plurale, fatto da scuole statali e paritarie, comunque veramente pubbliche. In un momento così delicato della nostra Nazione, credo, continua Azzolini, che un simile risparmio sia essenziale e di grande aiuto per tutto il popolo italiano.

“E con la possibilità di riequilibrare sotto il profilo territoriale anche il corpo docente, per rispondere  ad un tema discusso proprio in queste settimane”. È quanto illustra Suor Anna Monia Alfieri, Presidente Fidae Lombardia, membro e coordinatore del Tavolo Permanente sulla Parità, Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro, Regione Lombardia e coautrice assieme a Marco Grumo e Maria Chiara Parola del saggio “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento.  Ed.  Giappichelli 2015”.

Il saggio analizza il tema del costo standard di sostenibilità per studente del sistema scolastico italiano. “Quello che emerge – aggiunge Suor Anna Monia – è un sistema in cui effettivamente la spesa dello Stato è molto superiore, anche per la scuola statale, rispetto ad un sistema in cui le scuole paritarie godono di un effettivo riconoscimento di pubblico servizio. Col risultato attuale di un sistema effettivamente discriminatorio fra famiglie abbienti e meno abbienti”.

Sembra che in questo nostro Stato non si voglia mai accettare ciò che propone la base ma che si debba accettare sempre quello che viene proposto dall’alto, chiosa Azzolini facendo appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro MIUR Stefania Giannini perché vogliano, sempre più, far tesoro di ciò che propongono i cittadini.

Valutazione dei Dirigenti scolastici, nelle linee guida la tempistica dell’intero processo

da La Tecnica della Scuola

Valutazione dei Dirigenti scolastici, nelle linee guida la tempistica dell’intero processo

Sono state pubblicate oggi, in attuazione della Direttiva n. 36 del 18 agosto 2016, le attese linee guida per la valutazione dei Dirigenti scolastici.

“Si tratta di un processo atteso da 15 anni che ha lo scopo di investire sul miglioramento della professionalità dei nostri dirigenti, figure chiave dell’autonomia scolastica – ha sottolineato il Ministro Giannini -. Il sistema di valutazione a cui abbiamo lavorato è un sistema leggero, che si basa sui documenti e gli strumenti di pianificazione e programmazione che le scuole già utilizzano. Nessun appesantimento burocratico. Si parte dall’autovalutazione dei dirigenti che saranno poi accompagnati nel miglioramento del loro lavoro. La valutazione che parte oggi è un processo di supporto a tutto il sistema scolastico”.

La direttiva definisce passaggi e tempistica del processo:

  • entro settembre 2016: definizione degli obiettivi da parte del Direttore dell’USR. Gli obiettivi vengono inseriti nell’incarico del Dirigente e permangono per il triennio di vigenza; possono essere aggiornati annualmente, ma per situazioni particolari e previo accordo 2016 con l’interessato.
  • entro dicembre 2016: formulazionedella proposta di “Piano regionale di valutazione” da parte del Coordinatore regionale del servizio ispettivo e adozione da parte del Direttore.
  • gennaio/maggio 2017: autovalutazione annuale da parte del Dirigente attraversmune sulle azioni realizzate e i risultati ottenuti con riferimento a dati ed evidenze a sistema ed eventuali richieste di integrazioni da parte del Nucleentale e punto di riferimento per l’autovalutazione e la documentazione delle azioni del Dirigente è il Portfolio, compilabile in progress fino a maggio).
  • entro agosto 2017: valutazione di prima istanza da parte del Nucleo ed eventuale visita presso l’Istituzione scolastica sede di servizio del Dirigente (ogni Dirigente sarà comunque oggetto di una visita ali’interno del triennio di incarico). Valutazione finale da parte del Direttore, con riferimento alla valutazione di prima istanza del Nucleo. Il Direttore può discostarsi dalla valutazione del Nucleo previa motivazione scritta.
  • entro dicembre 2017: restituzione dei riscontri della valutazione da parte del Direttore, obbligatoria in caso di “mancato raggiungimento degli obiettivi”, a richiesta dell’interessato in caso di valutazione positiva. Il Direttore comunicherà comunque i dati generali sui risvolti della valutazione annuale a tutti i Dirigenti in una dimensione di orientamento e sviluppo della professionalità.

Punto di partenza del processo è l’autovalutazione del Dirigente, attraverso un modello comune di riferimento a livello nazionale con dati ed evidenze controllabili, così come è già avvenuto per il procedimento di valutazione delle Istituzioni scolastiche. Riferimento finale per la valutazione è il riscontro annuale sull’azione dirigenziale e gli obiettivi perseguiti e raggiunti. Per quanto riguarda questi ultimi determinante sarà la tendenza annuale verso i traguardi previsti a livello triennale all’interno del RAV.

Docenti trasferiti, Renzi: non tutte le ciambelle riescono col buco

da La Tecnica della Scuola

Docenti trasferiti, Renzi: non tutte le ciambelle riescono col buco

Il premier Renzi torna sui trasferimenti dei docenti da una regione all’altra, attraverso ambiti territoriali.

Parlando il 28 settembre ai microfoni di Rtl 102.5, il presidente del Consiglio ha detto che sulla scuola “abbiamo preferito trovare le soluzioni per i professori che avrebbero dovuto muoversi”.

Per fare questo, ha continuato il premier, “abbiamo permesso ad alcuni, soprattutto al Sud, di restare e abbiamo scoperto alcune cattedre al Nord: non tutte le ciambelle riescono con il buco. Se fossimo stati più bravi a gestire questa vicenda sarei stato più contento”, ha concluso Renzi ammettendo anche che qualcosa non è andato come previsto.

Il riferimento del premier, però, è ai tanti docenti che, anche a seguito delle domande di conciliazione e di assegnazione provvisoria, non sono stati e non verranno accontentati. Come dire: ci dispiace, ma più di questo non si poteva fare.

Spezzoni fino a 6 ore settimanali, vanno dati solo a chi è provvisto di specifica abilitazione

da La Tecnica della Scuola

Spezzoni fino a 6 ore settimanali, vanno dati solo a chi è provvisto di specifica abilitazione

Come ogni inizio d’anno scolastico, è utile fornire precise indicazioni sul conferimento degli “spezzoni” d’insegnamento fino a sei ore.

Prendiamo quindi volentieri spunto da alcune FAQ prodotte dalla Uil Scuola, una parte delle quali dedicate proprio alle ore settimanali d’insegnamento pari o inferiori a sei settimanali, che non concorrono a costituire cattedra o posti.

Ora, premesso che restano nella competenza della scuola, il preside le assegna, con il loro consenso, ai docenti in servizio nella scuola: questi insegnanti, però, devono essere forniti di specifica abilitazione (non basta il titolo di studio, come nel caso del “potenziatori” supplenti temporanei).

La priorità d’assegnazione delle ore residue, va data, come prassi, “ai supplenti che hanno titolo a completare l’orario e, successivamente, al personale con contratto ad orario completo – prima a quello di ruolo poi al personale supplente – come ore aggiuntive all’orario d’obbligo e fini al limite di 24 ore settimanali”.

 

‘Tutti a Scuola 2016’, ecco il programma

da tuttoscuola.com

‘Tutti a Scuola 2016’, ecco il programma
Mattarella e Giannini inaugurano il nuovo anno scolastico a Sondrio con 1.800 studenti di tutta Italia

Conto alla rovescia per ‘Tutti a Scuola 2016’, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che quest’anno si terrà a Sondriovenerdì 30 settembre, dalle ore 11.00, presso il Campus scolastico di via Tonale. Alla cerimonia saranno presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, che rivolgeranno agli studenti e ai docenti di tutta Italia il loro messaggio di augurio per il nuovo anno.

Parteciperanno alla cerimonia circa 1.800 alunni provenienti dagli istituti di tutto il territorio nazionale che sono stati selezionati dagli Uffici Scolastici Regionali. Le loro scuole hanno infatti realizzato percorsi e progetti didattici di eccellenza – nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 – sui temi dell’inclusività, del rispetto e del valore della diversità, dell’intercultura e dell’integrazione, dell’educazione alla legalità, della lotta ai fenomeni del bullismo e della partecipazione alla vita scolastica.

Sul palco si esibiranno gli alunni: dell’Istituto professionale “Da Vinci–Nitti” di Cosenza, del Liceo “Michelangiolo” di Firenze e degli Istituti Comprensivi “Santa Lucia” di Siracusa, “S. Giovanni Bosco” di Isernia, “Serafini–Di Stefano” di Sulmona, della Comunità Montana “Mont Rose-Pont-St. Martin” (Ao). Sul palco anche l’Orchestra dei Conservatori d’Italia, diretta dal Maestro Leonardo De Amicis, che eseguirà l’Inno nazionale con l’accompagnamento degli Allievi delle Accademie Militari “Nunziatella” di Napoli e “Pietro Teulié” di Milano, della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” di Venezia e della Scuola Militare dell’Aeronautica “Giulio Douhet” di Firenze. L’Inno sarà inoltre eseguito da una delegazione di studenti dell’Istituto comprensivo “Luigi Pirandello” di Lampedusa e Linosa e degli Istituti comprensivi “Giovan Battista Valente” e “Goffredo Petrassi” di Roma.

Alla cerimonia interverranno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della società civile. Nel corso dell’evento sarà realizzato un collegamento in diretta dalle scuole di alcune delle zone colpite dal sisma dello scorso 24 agosto.

“Tutti a Scuola 2016” sarà trasmessa dalla Rai, in diretta tv, su Rai Uno, a partire dalle ore 11.00. Il Ministero seguirà la manifestazione in diretta anche attraverso il proprio profilo Twitter @MiurSocial.

Valutazione dirigenti, pubblicate le linee guida

da tuttoscuola.com

Valutazione dirigenti, pubblicate le linee guida

Sul sito del Miur sono disponibili le Linee guida per la valutazione dei dirigenti scolastici. Il documento rende operativa la direttiva firmata nei mesi scorsi dal ministro Stefania Giannini.

Si tratta di un processo atteso da 15 anni che ha lo scopo di investire sul miglioramento della professionalità dei nostri dirigenti, figure chiave dell’autonomia scolastica – sottolinea il ministro -. Il sistema di valutazione a cui abbiamo lavorato è un sistema leggero, che si basa sui documenti e gli strumenti di pianificazione e programmazione che le scuole già utilizzano. Nessun appesantimento burocratico. Si parte dall’autovalutazione dei dirigenti che saranno poi accompagnati nel miglioramento del loro lavoro. La valutazione che parte oggi è un processo di supporto a tutto il sistema scolastico“.

Le Linee guida individuano la tempistica del processo, i documenti e le procedure che saranno utilizzati per valutare i dirigenti, le dimensioni professionali che avranno un peso nel giudizio formulato dai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali attraverso la valutazione elaborata dai Nuclei preposti.

Prima scadenza, gli obiettivi da assegnare ai presidi: già in questi giorni i Direttori degli USR li stanno  definendo ed assegnando ai dirigenti scolastici. Gli obiettivi da raggiungere, coerenti con il Rapporto di autovalutazione e il Piano di miglioramento e formativo delle scuole, saranno validi per tre anni. Entro dicembre saranno formulati i Piani regionali per la valutazione. Mentre fra gennaio e maggio i dirigenti scolastici saranno coinvolti in un processo di autovalutazione attraverso una piattaforma on line simile a quella utilizzata per la produzione del Rapporto di autovalutazione da parte delle scuole.

Cosa faranno i dirigenti? Il comunicato del Miur così si esprime: Scatteranno la fotografia del loro operato. Dovranno evidenziare, fra l’altro, le modalità organizzative messe in atto nella loro scuola, le modalità di gestione del personale, le azioni messe in campo per promuovere la partecipazione della comunitaà scolastica e il rapporto con le realtà del territorio e come hanno promosso il raggiungimento degli obiettivi che hanno ricevuto. Entro agosto 2017 ci sarà una valutazione di prima istanza da parte del Nucleo regionale con possibili visite nelle scuole. Successivamente arriverà la valutazione finale da parte del Direttore dell’USR. La restituzione dei riscontri della valutazione da parte del Direttore avverra’ entro dicembre 2017.

L’azione del Dirigente sarà valutata su tre diverse dimensioni professionali: Direzione unitaria, promozione della partecipazione, competenze gestionali e organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati (a quest’area viene attribuito un peso pari al 60% nel risultato finale); Valorizzazione delle risorse professionali, dell’impegno e dei meriti professionali (avrà un peso del 30%); Apprezzamento dell’operato all’interno della comunità professionale e sociale (avrà un peso del 10%).

La valutazione avrà cadenza annuale e inciderà sulla retribuzione di risultato dei dirigenti scolastici. Quattro  i livelli di raggiungimento degli obiettivi previsti: “pieno raggiungimento”, “avanzato raggiungimento”,  “buon raggiungimento”, “mancato raggiungimento”.

Sulle Linee guida, e soprattutto sulla gestione delle procedure valutative da parte degli USR, i sindacati avanzano riserve, come già segnalato.