Disabili vittime di bullismo a scuola e in rete

Redattore Sociale del 06-10-2016

Disabili vittime di bullismo a scuola e in rete: le associazioni corrono ai ripari

L’inchiesta nel numero di ottobre di SuperAbile Inail. Tra gli altri servizi: le atlete di danza in carrozzina, il portfolio sulla Lingua dei segni, il portiere elettronico, progetti di servizio civile che accolgono anche giovani con disabilità, infografica sui disabili alla guida.

ROMA – Affronta la piaga del bullismo nei confronti dei ragazzi disabili l’inchiesta del numero di ottobre del mensile SuperAbile Inail. Cinque casi noti di prepotenze o vessazioni ai danni di persone con disabilità si sono verificati nei primi otto mesi di quest’anno; i più colpiti sono i ragazzi con problemi intellettivi o relazionali, mentre la scuola e i social network sono gli ambienti piu` a rischio. E se universita` e sociologi cercano di studiare il fenomeno, le associazioni corrono ai ripari; di recente a Salerno sono stati presentati gli esiti di un’indagine sulle “Relazioni tra disabilità e bullismo”, condotta dall’Università del Sannio di Benevento, in collaborazione con l’Anffas della città campana.

Nell’intervista in questo numero, Eleonora Delnevo si racconta: in carrozzina dopo essere precipitata da una parete in Trentino nel 2015, “Lola” è pronta a sfidare la vetta californiana di El Capitan dopo l’incidente e sta tentando di conquistarla proprio in questi giorni. Ma la sfida più grande e` quella di ogni giorno, con se stessi. “La mia vita e` questa, con obiettivi e progetti da realizzare. E` il mio modo di ‘tirarsi fuori dalla buca'”, dice.

Fra i servizi, l’esperienza di Elena Raisa, che a Marzabotto (Bologna) sta dando una mano in Comune in uno dei progetti di servizio civile che accolgono anche giovani con disabilità. Il bando nazionale infatti è aperto a tutti, anche se l’Emilia-Romagna l’ha specificato nel nuovo bando regionale, incentivando maggiormente la partecipazione di ragazzi disabili. Ancora, al Liceo Carducci di Pisa è arrivato il portiere elettronico per persone con disabilità motoria. Realizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’informazione, il portiere elettronico – ribattezzato El.Go. (Electronic Goalkeeper) – è un emulatore di portiere da calcetto controllabile da remoto mediante un’interfaccia adatta a persone con disabilità motoria e, a differenza di altri dispositivi analoghi, permette alla persona con disabilità motoria di partecipare attivamente al gioco.

Nel portfolio gli scatti di Giacomo Albertini, fotografo sordo, che ha realizzato una mostra sulla Lis. Foto dei sordi che “parlano” per dimostrare la differente interpretazione di ogni persona, come succede agli udenti che possono avere tono e timbro vocale diversi, notando la differenza nel modo di interpretare la Lis attraverso le mani e le espressioni facciali. Nelle pagine di sport, il passaggio del testimone fra le atlete italiane di danza in carrozzina. Infine, l’infografica affronta il tema delle persone disabili alla guida: il 51,7% del totale, percentuale che tra i non disabili è del 76,8%. Tra gli uomini il dato è più elevato: guida l’88,1% dei non disabili e il 72,4% dei disabili. È più basso invece tra le donne: solo il 36,2% delle donne con una disabilità guida contro il 65,8% di quelle non disabili. Andando a distinguere in base all’età, la percentuale di chi ha una disabilità e guida è maggiore tra i 18-64, mentre cala tra gli over 65. Tra chi ha un’età compresa tra 18 e 44 anni guida il 76,5% dei disabili (80,2% tra i non disabili). nella fascia di età 45-64 la percentuale dei disabili che guida è del 72,5% (81,1% tra i non disabili). Tra gli over 65 la percentuale di chi guida si abbassa, molto di più tra i disabili che tra i non disabili: guida il 33,1% dei disabili e il 57,6% dei non disabili. A questo link si può scaricare l’intera rivista in formato pdf . (lab)

Bari: trasferimento errato

Bari: trasferimento errato, USB ottiene giustizia

Un’altra importante vittoria ottenuta da una docente trasferita dall’algoritmo del Miur dalla Puglia alla regione Lazio. Si tratta di un’insegnante di educazione artistica di Bari che ha presentato ricorso al Tribunale del capoluogo pugliese, avvalendosi del sostegno dell’USB.
Il Giudice del Lavoro ha accolto la sua richiesta decretando l’illegittimità del programma informatico predisposto dal Ministero dell’Istruzione. Il ricorso era stato presentato d’urgenza in seguito ad un’inaccettabile proposta di conciliazione, formulata dal Miur nei confronti della docente, per effetto della quale la professoressa si sarebbe dovuta trasferire in un altro ambito della regione Lazio, per di più (beffa delle beffe) ancora più disagevole.
“Dopo altre sentenze a favore dei lavoratori di Trani e di Taranto, anche a Bari i giudici danno ragione ai docenti che ricorrono contro l’algoritmo del Miur” dice Giuseppe D’Ambrosio dell’Esecutivo nazionale Scuola dell’Usb, “Algoritmo previsto da una sequenza contrattuale sulla mobilità sottoscritta da CGIL, CISL, UIL e Snals e che ha disposto il trasferimento forzato di chi in passato ha sempre lavorato nella propria città”.
“Non ci resta che continuare la nostra battaglia contro la 107 con lo sciopero generale del 21 ottobre a cui aderiremo compatti e la manifestazione del 22 ottobre a Roma contro le politiche del governo Renzi”

Il difficile confronto con il Governo su scuola, università e ricerca

Il difficile confronto con il Governo su scuola, università e ricerca

Il 4 ottobre si è svolto l’atteso incontro del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini con i sindacati della scuola, sull’avvio dell’anno scolastico con molti temi sul tavolo. Il Ministro a seguito dell’insistenza dei sindacati sull’annoso e ancora irrisolto problema del precariato, ha riconfermato la richiesta inoltrata al MEF per un ulteriore piano di stabilizzazioni per il personale docente ed ATA. Ha inoltre richiesto al MEF l’investimento necessario a colmare il divario tra organico di diritto e organico di fatto, comunicando che la risposta sarà data attraverso la prossima legge di stabilità. Il Ministro Giannini ha anche indicato alcuni temi sui quali intende intervenire: trovare le opportune soluzioni degli intoppi nelle operazioni di mobilità; favorire l’apertura della stagione del rinnovo contrattuale; scrivere la circolare sul conteggio dei 36 mesi di servizio; garantire la triennalità della valenza del concorso a cattedre; interloquire con le università che, ad oggi, non hanno ancora bandito il corso di specializzazione per il sostegno e procedere nell’attivazione del III ciclo di TFA; bandire il concorso per i DSGA, atteso da 15 anni. Tuttavia, alcune domande altrettanto importanti non hanno avuto risposta: in particolare la richiesta di modifica degli istituti del bonus premiale e della chiamata diretta e le altre questioni aperte sul precariato di docenti e ATA. Abbiamo accolto come positiva l’apertura manifestata a una ripresa di corrette relazioni sindacali ma ribadiamo che proseguiremo la battaglia contro gli effetti della legge 107/15. Il resoconto completo dell’incontro.

L’intervento della FLC CGIL prosegue anche nel mondo della ricerca: il 29 settembre scorso ha avuto finalmente risposta la richiesta di audizione presentata insieme a CISL e UIL nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca. Alla commissione è stato illustrato un documento introduttivo e sono stati espressi i principali punti critici del provvedimento. La nostra attività continua con la presentazione di emendamenti sui diversi temi e con l’attivazione del percorso di mobilitazione, con le assemblee negli enti, necessario a garantire che le modifiche proposte siano recepite.

Anticipazioni preoccupanti trapelano sull’università e riguardano i “superprofessori” annunciati dalla legge di stabilità dello scorso anno, la cui norma di riferimento doveva essere contenuta in un DPCM. Dopo 10 mesi sembra che questo decreto sia in fase di emanazione ma non senza intoppi. Sembra infatti che il MIUR sia stato espropriato dalla gestione di questa vicenda: niente concorso e i commissari (che sceglieranno i “superprofessori”) saranno nominati direttamente dal Presidente del Consiglio. Se dovesse rivelarsi vero si tratterebbe di un inaccettabile strappo delle regole in materia di reclutamento della docenza universitaria di fronte al quale non rimarremo passivi e boicotteremo l’iniziativa in tutte le sedi possibili. Il nostro commento.

Lettera aperta a Tullio De Mauro

Lettera aperta a Tullio De Mauro

di Maurizio Tiriticco

 

Caro Tullio! Non ti sento da tanto tempo e, se mi dai un cenno di risposta, sono felice. Io, dopo sei mesi di ospedali e di rincoglionimento, sono più o meno azzoppato! Per questo non c’ero in Campidoglio alla bella iniziativa sulla… ignoranza degli italiani, direi, che tu denunci da sempre, ma che… non ha mai una risposta efficace! Altro che Buona scuola! L’ignoranza a noi italici, più che italiani – che è un’altra cosa – ce piace tanto, perché… ce piaciono il pallone e i selfie. Che fare a fronte di tale disagio che nessun italico avverte? Poco o nulla.

Ricordo un tuo volume, “La cultura degli italiani”, se non erro! Forse un altro titolo, l’ignoranza degli italiani, avrebbe provocato qualche risposta più mirata. Che fare? Anche l’Ocse ci penalizza, ma gli italici non recepiscono. A che serve la ricerca linguistica, di cui tu sei maestro, se tutti pensano che la lingua sia quella cosa carnosa che abbiamo in bocca e che ci permette di deglutire? Penso che le tue ricerche siano più note all’estero che da noi! Mah! Dante – quale poeta, quale maestro – Machiavelli, Leopardi e via dicendo, gli italici se li meritano? A mio vedere, no! In effetti sono solo uno strazio degli anni di scuola!!! La ricerca letteraria e quella linguistica non sono cose di casa nostra.

A volte penso che i nostri grandi sono nati e/o sono stati prodotti nei piccoli staterelli in cui la penisola (non chiamiamola Italia, espressione geografica, diceva qualcuno e forse aveva ragione) era divisa! Forse saggiamente divisa! Sarà una bestialità, ma… questo strano Risorgimento non so quanto ci abbia giovato. Ci sono autori, di cui non ricordo il nome, che vedono l’Unità del Regno (non tanto dell’Italia), come un’occupazione più che come una liberazione! Altro che Risorgimento degli italiani (che non sono mai esistiti, tranne quei pochi sognatori che abbiamo studiato fin dalle elementari), ma una occupazione sabauda! Un piccolo Regno che “occupa”, anche con l’aiuto di sognatori come un Mazzini o un generale come Garibaldi e con l’avallo della Francia… e la disperazione del Papa! La questione meridionale non è nata per caso. E’ stata artatamente costruita dai conquistatori! Altro che liberatori! E lo stesso cosiddetto brigantaggio non era forse una forma di resistenza contro l’occupazione sabauda?! I partigiani contro gli occupanti!!! Una resistenza violenta e decisa, certamente! I bersaglieri mobilitati contro i “briganti”! Per non dire dell’eccidio di Bronte (la patria dei pistacchi! Chebbuoniii!!!). Altro che “Saluto il Re l’Italia”! Avrebbe dovuto dire, ma forse lo pensava: “Saluto l’occupatore del Regno delle Due Sicilie che io ho conquistato e liberato”. Teano ha segnato la fine dell’Eroe dei due mondi! E, con molta umiltà – così dicono i libri di storia – il nostro eroe se ne tornò a Caprera con un sacco di fagioli. “Tòrnatene a casa, che non servi più”: questa era la realtà! Tant’ è vero che qualche anno dopo l’Eroe dei Due Mondi venne impallinato dai fucilieri del medesimo Re d’Italia. E’ nota la canzonetta: “Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba. Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion”. Ma quale battaglione!!! Il Re d’Italia, con la erre maiuscola, ovviamente, non aveva più bisogno dell’Eroe dei due mondi.

Come sappiamo, il Regno dei Borboni era molto più avanzato del Regno Sabaudo. Ed era anche un Paese industriale! Lo abbiamo saputo molto dopo, però!!! Quando andavo a scuola, i Borboni erano veramente dei Birboni, così mi diceva la maestra! In effetti, un regno distrutto e occupato non poteva essere destinato che a creare un “problema”! La questione meridionale, appunto, la bella toppa che i Savoia hanno messo sulla realtà di un’occupazione vera e propria. Una questione inventata ad arte! La questione meridionale – quanti studi sono stati fatti… Gaetano Salvemini, “La questione meridionale e la costruzione dello Stato nazionale democratico”, intervento al decimo Congresso del Partito Socialista Italiano (1908). Per non dire del Gattopardo… la questione meridionale di fatto è stata creata! Per avallare un’occupazione, altro che liberazione! Non è nata per caso! La scuola obbligatoria del Coppino, la leva obbligatoria, tutte operazioni per fare gli Italiani – come disse qualcuno – o per creare dei sudditi ubbidienti?

E i re sabaudi dovevano far presto! Il nuovo Regno si doveva misurare con Regni ed Imperi altri, che da sempre dominavano in Europa! Con un alto prezzo da pagare: la distruzione di quegli “staterelli” che invece, da sempre, avevano prodotto quella Cultura (lettere, arti, ricerche, teatro) di cui la storia della nostra letteratura è piena ed orgogliosa! Conoscerai senz’altro il triestino Fabio Cusin, scomparso prematuramente nel 1955, autore, tra l’altro, di quell’ “Antistoria d’Italia“, del 1948, nella quale analizza la piaga del centralismo che ha sempre caratterizzato la nostra storia. Insomma, l’Italietta doveva farsi sentire e la lezione del Cavour aveva fatto veramente… lezione! Quindi la corsa per mostrare al mondo che l’Italia (I’Ittagliaaa, come avrebbe detto il Duce) era una Nazione, anche se il siciliano e il friulano non si sarebbero mai capiti. Ma l’obbligo scolastico (legge Coppino del 1877) e l’obbligo militare (la coscrizione obbligatoria di tutti i cittadini di sesso maschile fu sancita da una legge del 1875) cominciarono a dare i loro frutti. Insomma, siamo veramente una Nazione, abbiamo un Patria? Mah! Ce ne ricordiamo solo quando vinciamo al pallone in partite internazionali o una medaglia olimpica. Non credo che il Romano o il Friulano o il Siciliano vadano oltre la loro Regione! Per questo, costituzionalmente riconosciamo cinque Regioni a Statuto speciale. Mah! Qualcuno disse: “L’Italia è fatta! Ora bisogna fare gli Italiani”. In effetti nessun governante e re ci ha mai provato! Ci ha provato Mussolini… Sole che sorgi, libero e giocondo… Alme Sol possis nihil Urbe Roma visere maius, per dirla con Orazio, il Carmen Saeculare…Ma è andata com’è andata! Così va il mondo, direbbe qualcuno. Così va l’Italia, direi io! I trinariciuti di Guareschi di fatto non erano e non sono solo i comunisti… che poi non esistono più! Siamo un Paese di trinariciuti? Io non vorrei, ma… a volte, quando mi faccio la barba, le narici me le conto… non si sa mai!

Comunque, ogni tanto dalla nostra scuola esce qualche buon cervello che poi, però, scappa via a gambe levate! E giustamente! Per evitare che gli nasca la terza narice! Forse non siamo un popolo, anche perché non lo siamo mai stati! E non lo saremo mai più perché, con i rivolgimenti che sono in atto – spostamenti di intere popolazioni, quindi modi di vivere diverse, religioni e attese diverse – patria e nazione da concetti forti risorgimentali, diventeranno sempre più parole vuote!

Un abbraccio forte! Maurizio

INTERNET FESTIVAL 2016

L’edizione 2016 è un viaggio nel futuro
RITORNO AL FUTURO A PISA PER INTERNET FESTIVAL 2016
Dal 6 al 9 ottobre torna Internet Festival: 200 eventi in tutta la città dedicati a un viaggio nel tempo proiettato nel futuro. Dagli anni ’80 al 2048: cosa è successo e come saremo?

#IF2016

Come eravamo (senza internet), come siamo (con la rete) e come saremo (nel prossimo futuro) è il viaggio nel tempo che terrà unita l’edizione 2016 di Internet Festival dal 6 al 9 ottobre a Pisa. “Tessuti digitali” è il tema comunicativo, scelto come metafora del mondo virtuale e delle regole che lo circondano. La nuova edizione del festival esplorerà le forme di futuro seguendo le trame di un tessuto digitale sempre più pervasivo. Oggetti che diventano nodi, segnali che si trasformano in legami e che ridefiniscono l’economia, la tecnologia, l’arte, i media, l’educazione, persino l’identità personale: saranno loro il filo conduttore di #IF2016. “La Rete come telaio – spiegano gli organizzatori – che intreccia e connette dati, concetti e relazioni è la grande protagonista della nuova edizione di Internet Festival”.

L’edizione 2016 sarà una specie di “ritorno al futuro” dove gli anni ’80 saranno il ponte con il prossimo futuro, il 2048, passando per l’oggi: un viaggio itinerante scandito da oltre 200 eventi in vari luoghi della città. Quattro giorni di dibattiti, incontri, workshop e laboratori, che si aprono proprio con un evento che ha come protagonista la timeline “in base 16”. tra anni ’80, attualità e futuro prossimo venturo. Un “come eravamo” per raccontare il contesto politico, sociale, economico e tecnologico che ha permesso il decollo – negli anni ’80 – della rivoluzione digitale così come la conosciamo oggi, con tanto di sottofondo musicale e televisivo ad hoc.

Tra i partecipanti al dibattito, che avrà intermezzi musicali e live sketching, Lucia Annunziata, Paolo Barberis, Antonella Di Lazzaro Dino Amenduni, Andrea Di Benedetto, Massimo Giacon, Cecilia Laschi, Valerio Pagliarino. Conduce Matteo Bordone con playlist musicale a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo.

Il 2016 è l’anno della celebrazione dei 30 anni dalla prima connessione italiana a Internet, avvenuta proprio a Pisa grazie ai ricercatori del CNUCE CNR: l’anniversario è stato celebrato lo scorso 29 aprile con l’Internet Day in tutta Italia e verrà ripreso durante IF nell’evento “30 anni da 30 e lode: come Internet ci ha cambiato la vita e come ce la cambierà ancora”, organizzato da Riccardo Luna, con Carlo Ratti, Stefano Quntarelli, Joshua Held, Anna Masera, Davide D’Atri, Federico Bastiani, Benedetta Arese Lucini e Ivana Pais; a seguire verrà proiettato il documentario di Alice Tomassini e Riccardo Luna “Login. Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet”, introdotto dagli autori.

Sempre più ricco il programma della quattro giorni: a partire dal focus sul tema della Cybersecurity che si apre, venerdì 7, con il convegno “Sicurezza e privacy ai tempi dell’Internet delle cose” e i due incontri che avranno per protagonisti Franco Gabrielli e Marco Carrai, intervistati dalla giornalista Claudia Fusani. Sabato 8 si prosegue con gli interventi di Raoul Chiesa (“Dall’hacking alla Cyberwar, passando per l’Information Warfare e il Cyber Espionage”), Steven Le Comber (“La profilazione geografica al servizio dell’indagine. Da Bansky al caso Gestapo 1940”), la testimonianza di Umberto Rapetto e l’atteso incontro “Apple vs FBI” che vedrà confrontarsi sul palco: Fabio Chiusi, Fabio Massa, Luca Tremolada e Claudia Vago. A chiudere Carola Frediani con “Hacking di Stato, tra sorveglianza, spionaggio e cyberwarfare”.

Ampio spazio sarà poi dedicato al tema dei migranti, affrontato domenica 9. Da non perdere i keynote speech di Donatella della Ratta sulla primavera araba che vedrà la testimonianza di Sami Ben Gharbia, blogger tunisino e cofondatore della piattaforma “Global Voices”. Loredana Lipperini presenterà il concetto di straniero da nuovi punti di vista, insieme a Suleman Diara della Cooperativa Sociale Barikamà. A seguire, una serie di incontri affronteranno il rapporto tra innovazione digitale e solidarietà coinvolgendo, in un’interessante tavola rotonda coordinata da Donata Columbro, Bashkim Sejdiu, ideatore della app Infostranieri; Germana Lavagna, del progetto Refugees Welcome e Fabio Massimo Abenavoli, fondatore della Ong Emergenza Sorrisi. Ci sarà poi modo di riflettere sull’avvento delle nuove schiavitù legate al progresso tecnologico, grazie alla testimonianza diretta di John Mpaliza; e di affrontare da vicino il tema dell’accoglienza, con il medico simbolo Pietro Bartolo in collegamento da Lampedusa, il prefetto Mario Morcone, il sindaco di Riace Domenico Lucano e l’assessore ai Sistemi informativi e alla Partecipazione della Regione Toscana, Vittorio Bugli . Al tema migranti e odio in rete sarà dedicata la ‘Lercio Magistralis’ di Andrea Michielotto e Mattia Pappalardo, due voci rappresentative della testate web più dissacranti in circolazione. La giornata si concluderà con la premiazione dei vincitori del contest dedicato al tema dei flussi migratori, “La Satira naviga: con la marea nel Mediterraneo”. Da non perdere le mostre fotografiche di Antonio Zambardino e Francesco Malavolta entrambe allestite su Ponte di Mezzo e visitabili dal 6 al 9/10.

Riflettori puntati poi sul mondo dello sport e sulle conseguenze che l’avvento di prodotti innovativi ha significato per il settore, in particolare nelle discipline sportive del ciclismo, della pallavolo, della scherma, del tennis e del calcio. Presenti: aziende che producono tecnologia wearable o legate al settore del data science, ricercatori, giornalisti e sportivi come Gianni Clerici, Andrea Giani, Salvatore Sanzo (sabato 8). Al tema sport e innovazione si lega la corsa notturna City Track Run, in programma venerdì 7 (ore 20). Ogni team, composto da 10 persone, dovrà certificare il passaggio su tutti i waypont segnalati; vincerà chi lo farà nel minor tempo. Una app monitorerà in tempo reale la posizione dei partecipanti e proietterà le linee di corsa delle squadre su un maxischermo.

Le trasformazioni del mondo del lavoro alla luce dei progressi della robotica e delle nuove implicazioni etiche saranno al centro della giornata di sabato 8, con una sessione di incontri in cui si parlerà del rapporto tra robot e lavoro, con uno sguardo all’etica della robotica. Presenti, tra gli altri, Maria Chiara Carrozza, Susanna Camusso, Riccardo Staglianò e Robin Hanson. Costante poi l’attenzione al mondo dell’economia, con gli approfondimenti della sezione Scena digitale dedicati al digital marketing e alla digitalizzazione delle PMI (giovedì 6 e domenica 9), e all’ecosistema delle startup, con la finale della quinta edizione della startup competition .itCup Registro .it (venerdì 7), e il Bootstrap a cura di Startupitalia e Registro .it (sabato 8).

Ritornano poi gli appuntamenti dell’area Gaming, con la novità della Kids Game Jam, una maratona per creare un videogioco che aiuti altri bambini in difficoltà (sabato 8); i più recenti progressi in materia di mobilità cittadina e il focus sull’innovazione in ambito alimentare. Per l’area cultura, riflettori puntati sul mondo dei musei – da segnalare l’evento “Dalla O alla A” con protagoniste due macchine storiche come la P101 e l’Apple I (sabato 8, ore 15, Museo degli Strumenti per il Calcolo) – e dell’editoria digitale, alle prese con importanti sfide di rinnovamento e dei media digitali. Tante le novità nello spazio T-Tour, interamente dedicato alle attività educative e divulgative sulla cultura digitale (vedi scheda). Focus anche sull’Agenda digitale, un autentico “stato dell’arte” con i protagonisti istituzionali nazionali.

Tra gli ospiti di #IF2016: Lucia Annunziata, Geert Lovink, Mario Calabresi, Paolo Barberis, Matteo Bordone, Donatella Della Ratta, Robin Hanson, Carlo Ratti, Mauro Felicori, Domenico Lucano, Ester Viola, Stefano Quintarelli, Joshua Held, Riccardo Luna, Steven Le Comber, Biancoshock, Raoul Chiesa, Gianni Clerici, Andrea Giani, Susanna Camusso, Ilaria Cucchi, David Gerrold, Francesco Strazzari, Pietro Bartolo, Mario Morcone, Loredana Lipperini, Daniele Ciprì, Marco Carrai, Iaia Forte, Milena Vukotic, Anna Meacci, Raul Pelaéz, Marco Pratellesi, Franco Gabrielli, Maria Chiara Carrozza, Giulio Giorello, Marino Sinibaldi, Carola Frediani, Umberto Rapetto, Fabio De Caro, Jacob Collier.

Internet Festival si conferma il più importante evento nazionale sulla Rete e l’innovazione. Un’occasione unica per sperimentare connessioni e tracciare rotte in grado di disegnare nuove geografie e delineare spazi sempre più complessi da governare. Un viaggio che da Pisa continua a esplorare il mondo delle tecnologie più innovative, delle nuove forme di comunicazione, della digitalizzazione e dei suoi effetti nei più svariati ambiti (dal food alla musica, dalla cultura ai conflitti internazionali, dal marketing alle imprese, dai big data alla Pubblica Amministrazione, dal teatro allo sport), senza dimenticare il tema dell’innovazione sociale, le giovani generazioni e l’ecosistema delle startup.

Internet Festival è promosso da Regione Toscana, Comune di Pisa, Registro.it e Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore insieme a Camera di Commercio di Pisa, Provincia di Pisa e Associazione Festival della Scienza. Il direttore del Festival è Claudio Giua, presidente di Fondazione Sistema Toscana. L’organizzazione è affidata ad Adriana De Cesare per Fondazione Sistema Toscana. Anna Vaccarelli (IIT-CNR) e Gianluigi Ferrari (Università di Pisa) coordinano rispettivamente il comitato esecutivo e scientifico.

Internet  Festival, 6 – 9 ottobre 2016, Pisa   www.internetfestival.it    #IF2016

Passioni umane

PASSIONI UMANE LA BUONASCUOLA COLTIVA di Umberto Tenuta

CANTO 731

COLTIVARE LE PASSIONI PER IL BELLO IL VERO IL BENE

Sono queste le passioni che la BUONA SCUOLA deve coltivare.

 

Gioventù perduta!

Umanità perduta!

E tu BUONASCUOLA che fai?

Le guerre tra i popoli.

Le guerre tra gli uomini.

Le guerre contro se stessi.

Ronzio di un’ape dentro un bugno vuoto!

Chiusa nelle sue malconce pareti, la scuola recita le sue scialbe lezioni di Storia, di Geografia, di Grammatica…

Ammorbati, inchiodati nei banchi, assenti i giovani fingono di ascoltare.

Sono cose che ormai, meglio dette, trovano nei loro cellulari.

Escono assetatati d’amore.

Fuori li aspettano i surrogati dell’amore.

La violenza.

La droga.

L’erotismo.

La BUONASCUOLA non li protegge.

Li ammorba di nozioni.

Riempie le loro teste.

Ma non tocca i loro cuori.

Non li innamora.

Ed una scuola che non innamora non è una scuola buona.

Lo studio è amore (dal latino studium, amore).

I giovani imparano le date, le battaglie, i morti…

Ma non imparano a ripercorrere le vicende dei loro padri, le loro origini, le loro testimonianze.

I giovani imparano i nomi delle città, dei fiumi, dei laghi…

Ma non imparano ad esplorare i monti, i fiumi, i mari…

I giovani studiano la botanica e la zoologia, ma non imparano a coltivare le piante e ad allevare gli animali.

I giovani imparano a tradurre in italiano il PARADISO PERDUTO, ma non imparano a godere la mesta melodia della poesia:

né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,

quanto i giovani imparano a scuola no cambia la loro vita.

Non genera amori.

Eppure la scuola dovrebbe soprattutto coltivare passioni.

La Geografia e la passione dell’andare per cieli, per terre e per mari vicini e lontani.

La Storia e la passione della ricerca del nostro passato per i vicoli del proprio paese.

La Botanica e la passione per le foreste, per i fiori e per le piante da coltivare nel proprio giardino.

La Zoologia e l’amore per i serpenti.

La Storia della letteratura e l’amore per la lettura…

La Storia delle arti e la passione per la pittura, per la scultura…

…ed anche per il ballo!

Oh, una scuola che coltivasse l’amore per la danza, l’amore per la pittura, per la scultura…!

Amori, amori, amori…, signori!

Sono gli amori che cambiano la vita.

Sono le passioni che la Buonascuola deve coltivare se vuole combattere i furti, la violenza, la droga!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

 

 

Aiutate i giovani a crescere

DOCENTI AIUTATE I GIOVANI A CRESCERE IN VIRTUTE E CANOSCENZA di Umberto Tenuta

CANTO 730

È DOVERE DEI DOCENTI AIUTARE I GIOVANI A CRESCERE IN VIRTÙ E CONOSCENZA

 

Venticinque giovani figli di donna sono stati affidati a te, Fiorellina.

Le madri li hanno partoriti immaturi.

Erano cresciuti assai e il grembo materno non li conteneva più.

Da soli hanno cercato la porta e sono venuti fuori immaturi.

Candidati alla condizione umana!

Uomini diverranno solo nel nuovo grembo.

Il grembo della società educante.

È tutta la società che educa.

Educa la famiglia, educa la città, educa il mondo.

Educa soprattutto la scuola.

Tutti escono dalla scuola: genitori, lavoratori, governanti.

È il cane che si morde la coda!

Se i governanti non governano bene la scuola, la responsabilità è della scuola che non ha saputo formarli.

Se i genitori non educano bene i loro figli, la responsabilità è della scuola che non ha saputo formarli.

Se i docenti non garantiscono il successo formativo a tutti i loro alunni, la responsabilità è della scuola che non ha saputo formarli.

Qualcuno deve rompere questo circolo vizioso.

Vizioso assai!

Siccome gli interventi della scuola sono intenzionali e sistematici, spetta alla scuola la responsabilità di cambiare questa situazione.

Incombe agli uomini di scuola la responsabilità di formare uomini ricchi di virtù e conoscenze, come diceva Ulisse.

Il figlio di donna diventa uomo attraverso l’acquisizione di conoscenze, capacità e atteggiamenti.

Sapere, saper fare, saper essere.

Innanzitutto, saper essere.

Le conoscenze e le capacità sono al servizio della volontà, dei desideri, degli amori.

Si sa e si fa quello che si desidera fare.

La BUONASCUOLA si occupa degli atteggiamenti, dei sentimenti, degli amori dei giovani?

Oppure grava ancora su di essa, e pesantemente, l’illuministico nozionismo?

Nozioni, informazioni, date, battaglie, fiumi, città, regole, mappe concettuali.

Oddio, le mappe concettuali!

Ve le danno prestampate.

Che scandalo!

La bimba chiede: Maestra, fammi pensare!

La piccola mocciosetta vuole imparare a pensare?

A scuola pensa solo la maestra.

È lei che decide tutto.

Anche quando tu, bimba, devi andare al wc!

A scuola non si impara a pensare con la propria testa.

La grande testa della maestra pensa a tutto.

Docenti cari, lasciate pensare i vostri alunni!

Fate venire fuori le loro domande, i loro perché, i loro problemi.

E soprattutto fate venir fuori i loro amori.

Aiutateli a innamorarsi.

 

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