Relazione monitoraggio settore Istruzione e Formazione Italia 2016

file-07-11-16-19-18-27Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2016

Istruzione e formazione Italia

La riforma Buona Scuola  e il sistema nazionale di valutazione sono in fase di attuazione e potrebbero migliorare i risultati delle scuole. Il tasso di abbandono scolastico è in costante diminuzione. Per i bambini di età compresa tra i quattro e i sei anni si registra un’elevata partecipazione all’educazione della prima infanzia. Ed è prestata un’attenzione maggiore alla qualità dell’istruzione superiore, mentre negli ultimi anni il quadro per l’assegnazione dei finanziamenti pubblici alle università è nettamente migliorato. Sono i dati relativi al nostro Paese pubblicati oggi dalla Commissione Ue nel Monitoraggio sul settore dell’istruzione.
Lucie e ombre emergono dal report che evidenzia come il tasso d’istruzione terziaria dell’Italia sia il più basso dell’UE per i giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni. Mentre l’ingresso nel mondo del lavoro è difficile, anche per le persone altamente qualificate, e dà luogo al fenomeno della “fuga dei cervelli”. Ma si parla anche dell’”ambizioso” Piano Scuola Digitale lanciato dal Miur che stanzia oltre 1 miliardo per fare innovazione a scuola e delle ultime leggi di Stabilità che stanno invertendo la rotta in materia di finanziamenti destinati ai settori della conoscenza.

DIDATTICHE.2016

 

arenadigitaleDIDATTICHE.2016: LA SCUOLA DEL FUTURO PARTE DA QUI

2000 insegnanti provenienti da tutta Italia e 120 relatori si danno appuntamento a Rimini l’11 e 12 novembre al Convegno Erickson Didattiche.2016 per raccontare, parlare e discutere dell’innovazione all’insegna della Buona Scuola

Trento, 7 Novembre 2016 – Il Centro Studi Erickson, con la partecipazione di Rizzoli Education, Oxford University Press e Fondazione Mondo Digitale, organizza il primo Convegno Internazionale Didattiche.2016 dedicato alla scuola con il focus sull’innovazione nella didattica. Oltre 2.000 insegnanti provenienti da tutta Italia si incontrano al Palacongressi di Rimini per una due giorni dedicata a esplorare nuove forme di didattica: 120 i relatori presenti, 6 flipped workshop, 5 aule simulate, 32 laboratori, 1 arena digitale, 20 workshop tematici e 4 question time trasmessi anche in streaming sulla pagina Facebook delle Edizioni Centro Studi Erickson. Al centro, la scuola del futuro: immaginare, sperimentare, innovare sono le parole chiave.

“Didattiche.2016 è l’evento chiave per re-inventare una scuola capace di ideare e attivare metodologie didattiche innovative, nuovi ambienti di apprendimento in cui gli alunni possano sviluppare il proprio potenziale e gli insegnanti possano mettere in gioco competenza e passione” – afferma Dario Ianes, co-fondatore delle Edizioni Centro Studi Erickson, docente di Pedagogia Speciale e coordinatore scientifico del Convegno – “Come si può vedere dagli esempi virtuosi già esistenti, è possibile tracciare una carta geografica dei modelli didattici innovativi in Italia: questi casi eccellenti possono fungere da esempio e stimolo per l’intero Paese”.

Efficacia e innovazione disciplinare; valutazione e didattica per competenze; neuroscienze e didattica; modelli di scuole innovative; etica e responsabilità globale; digitale per l’innovazione didattica sono le sei aree tematiche al centro del convegno. I temi rappresentano aree in continuo sviluppo e di strettissima attualità in vista anche dell’imminente settimana del #PNSD (25-30 novembre) e a un anno dal lancio del Piano Nazionale Scuola Digitale, che ha visto un investimento di 500 milioni di Euro per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, il potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali, la formazione dei docenti.

Didattiche.2016 vuole fare il punto su dov’è la scuola e dove andrà, insieme a esperti di modelli educativi rivoluzionari come, Linda Liukas, programmatrice, narratrice e illustratrice oltre che fondatrice di Rails Girls, una community senza fini di lucro sorta per insegnare i principi fondamentali della programmazione a più di 10.000 donne, Alfonso Molina, co-fondatore e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale, Marco Orsi ideatore delle scuole Senza Zaino, Franco Lorenzoni, coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che fa ricerca su temi ecologici, interculturali e di inclusione. E poi ancora 5 aule simulate, dai Lapbook Lab alle aule 3.0, dall’aula Montessori all’aula senza zaino fino ai Tinkering Lab, e una Arena Digitale in cui si parlerà di tematiche sperimentali come “IPAD come strumento per accessibilità e inclusione scolastica”, “costruire un robot con il kit progettato dalla scuola di robotica”, “I-Theatre_ laboratorio di creazione narrativa multimediale per l’infanzia”, “tecnologie di fabbricazione digitale, tra cui le stampanti 3D e il taglio laser, e strumenti per il disegno digitale”.

Una due giorni di confronto e sperimentazione con un obiettivo ben preciso: cambiare verso, andare controcorrente, sentirsi liberi di immaginare e di pensare una quotidianità didattica diversa dall’ordinario imposto, di conoscere e approfondire sistemi di scuola differenti, metodologie didattiche, spazi, tempi, strumenti diversi o usati diversamente dall’ordinario.

La scuola del futuro parte da qui:

Imparare il coding è come Alice nel Paese delle Meraviglie – Linda Liukas, programmatrice, narratrice e illustratrice ha scritto Hello Ruby (in uscita a Febbraio 2017), una sorta di Alice nel Paese delle Meraviglie dove il Paese delle Meraviglie è il coding. Liukas è anche la fondatrice di Rails Girls, una community senza fini di lucro sorta per insegnare i principi fondamentali della programmazione a più di 10.000 donne, e oggi attiva in oltre 230 città in tutto il mondo. È stata nominata Commissario UE per l’Agenda digitale.

La Scuola senza Zaino – Marco Orsi è ideatore delle scuole Senza Zaino: togliere lo zaino è un gesto reale, infatti gli studenti delle scuole sono dotati di una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule e i vari ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e dotati di una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali. Ma togliere lo zaino ha anche un significato simbolico in quanto vengono realizzate pratiche e metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità. Si tratta di realizzare una scuola diversa da quella tradizionale che è normalmente impostata sull’insegnamento trasmissivo e standardizzato impartito nei tipici ambienti definiti cells & bells (celle e campanelle), unidimensionali, dove aule spoglie sono ammobiliate con le consuete file di banchi posti di fronte ad una cattedra, cui fanno da riscontro disadorni atri e vuoti spazi connettivi.
La scuola parentale di Peio – ScuolaPeioViva nasce nella primavera del 2011 quando un gruppo di genitori del paese di Peio, dopo la soppressione della scuola primaria del paese alla quale erano iscritti 22 bambini, dà vita alla prima esperienza di scuola parentale del Trentino. La scuola è guidata da volontari e genitori e ha la propria sede in un’abitazione privata messa a disposizione da un concittadino. L’attività scolastica, che prevede quasi sempre la presenza simultanea di un insegnante e un genitore, si svolge tutte le mattine dal lunedì al venerdì con due pomeriggi settimanali e si fonda esclusivamente sul volontariato.

I social network entrano in aula. E non fanno (più) paura – Appassionarsi alla lettura con Twitter? Si può. Lo spiega e lo insegna con Ipad e Twitter Paola Mattioli, docente di cinese all’Istituto Marymount di Roma. Con il metodo TwLetteratura è possibile leggere e commentare collettivamente opere letterarie e artistiche attraverso Twitter e trasformarle in tweetbook. TwLetteratura è il nome del metodo con cui, attraverso l’esperienza interattiva e la riscrittura mediata da Twitter, viene proposta la lettura di opere della letteratura, delle arti e della cultura e la loro divulgazione. Questa metodologia è stata sperimentata a partire da gennaio 2012 da Paolo Costa, Edoardo Montenegro e Pierluigi Vaccaneo, attorno ai quali si è aggregata una comunità vasta e fidelizzata di diverse migliaia di appassionati e alcune centinaia di ‘riscrittori’ regolari. Sulla stessa scia si colloca l’uso dei social network nell’ambito della flipped classroom. A questo tema è dedicato l’intervento di Maurizio Maglioni che spiega come con la metodologia dell’insegnamento capovolto l’insegnante fornisce agli studenti materiali didattici appositamente selezionati (video, risorse multimediali, libri o e-book): in questo approccio rientrano anche i social network. Conoscerne le regole e l’utilizzo – attraverso un docente – diventa un insegnamento di grande valore nell’epoca del cyberbullismo.

Casa-laboratorio di Cenci – Franco Lorenzoni, coordinatore dal 1980della casa-laboratorio di Cenci, ad Amelia, in Umbria, riflette i: “I pensieri infantili sono sottili. A volte sono così affilati da penetrare nei territori più impervi arrivando a cogliere, in un istante, l’essenza di cose e relazioni. Ma sono fragili e volatili, si perdono già nel loro farsi e non tornano mai indietro. Così alla maggior parte delle bambine e dei bambini non è concesso il diritto di riconoscere la qualità dei propri pensieri e rendersi conto della loro profondità. A molti non è concesso neppure di arrivare ad esprimerli, perché un pensiero che non trova ascolto difficilmente prende forma e respiro”. Con la Casa-laboratorio di Cenci, Lorenzoni prova a dare ascolto, e forma, e sostanza ai pensieri dei bambini partendo dalla logica del contrario: “E se vogliamo liberarci o perlomeno attenuare il malocchio assai concreto di chi ci vuole solo veloci consumatori dissennati o fruitori compulsivi di giochi che immergono per troppe ore in schermi d’ogni dimensione i bambini, fin dalla più tenera età, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e, da adulti, proporre a figli o allievi di indossare a rovescio qualche abito mentale, sin dai primi anni.”

Imparare la matematica senza odiarla – Fin dai primi anni della scuola primaria, l’apprendimento della matematica pone i bambini di fronte ad alcune difficoltà che, se trascurate, possono portare a una serie di fallimenti e insuccessi che determinano perdita di autostima e totale disamore nei confronti della materia. La narrAzione propone una strada alternativa per aggirare tali ostacoli: i bambini amano ascoltare le storie, soprattutto se i protagonisti sono principi, maghi o ragazzini come loro, e proprio i racconti diventano qui un’efficace strategia per introdurre e chiarire in modo divertente alcuni concetti matematici

Lapbook e metodo Montessori – Un lapbook è un’aggregazione dinamica e creativa di contenuti. Si presenta sotto forma di cartelletta che può essere di varie dimensioni, secondo l’uso e la necessità. Al suo interno sono raccolte, in diversi minibook o template, le informazioni essenziali e specifiche riguardo a un argomento scelto.  L’obiettivo finale è quello di realizzare una mappa tridimensionale e interattiva di ciò che si è studiato e appreso, mediante un lavoro concreto e personalizzato. Molto conosciuto all’estero, questa modalità di insegnamento sta avendo un successo sempre maggiore anche in Italia, così come continua a rimanere un punto di riferimento un altro metodo didattico italiano che ha fatto scuola nel mondo, il Metodo Montessori.

Come promuovere la “cultura del libro” a scuola – Scegliere libri interessanti, di qualità e che sappiano catturare l’attenzione di bambini e ragazzi non è affatto semplice. Silvia Blezza Picherle, tra le massime esperte di Letteratura per l’infanzia e Pedagogia della lettura, considera l’albo illustrato come un elemento chiave per promuovere la lettura al fine di “costruire lettori” maturi e consapevoli per l’oggi e il domani. Lettori che scelgono i loro libri, che leggono abitualmente, che cercano i significati profondi delle loro letture, che gettano ponti di senso verso l’illustrazione e i media.

Le neuroscienze a scuola – Oggi abbiamo a disposizione conoscenze sul cervello e sui meccanismi di apprendimento che sarebbero state impensabili fino a pochi anni fa. Giorgio Vallortigara, professore di Neuroscienze presso il Centre for Mind-Brain Sciences dell’Università di Trento, affronterà il legame tra neuroscienze e apprendimento, spiegando gli ultimi sviluppi del rapporto tra le scienze cognitive e le scienze dell’educazione.

Pioggia di risarcimenti in Piemonte

Pioggia di risarcimenti in Piemonte: il MIUR dovrà risarcire 32 precari “storici”

Palese disparità di trattamento nei confronti dei docenti precari e discriminazione, questo quanto emerge dalle 24 sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Torino, Vercelli e Ivrea che vedono il Ministero dell’Istruzione soccombente per violazione di norme comunitarie nei confronti di 32 docenti precari cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi – che da anni tutelano con successo in tribunale i diritti dei lavoratori della scuola – ottengono la condanna del MIUR al pagamento di circa 150.000 Euro tra risarcimento danni e condanna alle spese di giudizio. Il rispetto dei diritti dei lavoratori precari e la loro immediata stabilizzazione sono alcuni dei punti-chiave dello sciopero nazionale organizzato dall’Anief per il prossimo 14 novembre con manifestazione a Roma presso Piazza Monte Citorio.

Formazione docenti

Formazione docenti, corso MIUR per referenti/coordinatori su disabilità e inclusione

Il Ministero ha pubblicato una nota con la quale si dà avvio alla formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell’inclusione. Seconda annualità. Priorità 4.5 del Piano per la formazione docenti 2016-2019.
L’iniziativa formativa che si propone nel presente avviso, vede come destinatari i 10.000 docenti che hanno partecipato positivamente al percorso formativo dello scorso anno scolastico. E’ consentito il subentro di un nuovo docente debitamente incaricato dal dirigente scolastico di svolgere la medesima funzione nell’istituto.

Sicurezza, i presidi Cgil contro Comuni e Province: le nostre denunce diventano lettere morte

da La Tecnica della Scuola

Sicurezza, i presidi Cgil contro Comuni e Province: le nostre denunce diventano lettere morte

I presidi sono nelle condizioni per verificare i rischi dell’istituto da loro diretto? Per il Coordinamento Regionale Dirigenti Scolastici Flc-Cgil Roma e Lazio sì, ma il punto è un altro.

Con una nota, hanno ricordato che “con l’emergenza terremoto, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha chiesto ai dirigenti scolastici di effettuare una valutazione che segnalasse attraverso una check list precompilata la presenza di eventuali crepe o lesioni all’interno e all’esterno degli edifici”.

Tuttavia, i presidi ogni anno ripetono all’ente locale responsabile delle strutture scolastiche (il comune per per le scuole del primo ciclo e le medie, le province per le superiori) la comunicazione delle criticità, delle documentazioni mancanti o incomplete, delle esigenze di intervento.

Dopo aver rammentato che “qualcuno (il riferimento è forse all’Anp? n.d.r.) ha commentato che ‘i presidi’ non sono ‘esperti di statica’ e le loro segnalazioni non sono affidabili per quanto riguarda la sicurezza degli edifici”, i dirigenti scolastici laziali della Flc-Cgil sostengono che “se hanno la formazione richiesta, con il supporto del RSPP se lo hanno nominato, possono e devono effettuare l’aggiornamento della valutazione dei rischi, anche in situazioni di emergenza come quella dei giorni scorsi quando bisognava verificare se le scosse del sisma che ha colpito il centro Italia avevano prodotto danni agli edifici scolastici”.

Quello che contestano i ds che fanno capo ai lavoratori della Conoscenza della Cgil“è che le segnalazioni e le denunce che quotidianamente e ripetutamente i dirigenti scolastici inoltrano agli enti competenti sullo stato precario dell’edilizia scolastica restano per lo più senza risposta e che non bisogna aspettare le scosse di terremoto per preoccuparsi dell’incolumità di alunni e personale della scuola”.

Quindi, continuano, “gli enti locali avevano ed hanno tutti gli elementi informativi necessari per individuare le priorità e per programmare e realizzare gli interventi necessari. Per l’ennesima volta registriamo che invece di costruire un efficiente sistema di monitoraggio e di controllo i sindaci rincorrono le emergenze caricando di responsabilità i dirigenti e le scuole”.

Pertanto, concludono i ds della Flc-Cgil, “superata questa fase, nella quale l’attenzione di tutti deve essere rivolta a garantire la sicurezza delle alunne e degli alunni delle nostre scuole, si dovrà non solo parlare dei problemi degli edifici scolastici, si dovrà risolverli”.

Permessi retribuiti e per la formazione sono un diritto dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Permessi retribuiti e per la formazione sono un diritto dei docenti

Ci sono ancora casi di dirigenti scolastici che non concedono ai docenti il permesso retribuito per motivi personali o il permesso per la formazione.

Bisogna sapere che non si tratta di permessi che devono essere concessi a discrezionalità del dirigente scolastico, ma sono diritti contrattuali che spettano ai docenti. Il dirigente scolastico deve soltanto valutare la correttezza burocratica della richiesta e di conseguenza dare il suo relativo assenso.

Infatti ai sensi dell’art.15 comma 2 del CCNL scuola, il dipendente ha diritto di fruire, a domanda, nell’anno scolastico, di tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Inoltre per gli stessi motivi e con le stesse modalità, vengono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all’art. 14, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma.

I giorni suddetti, se regolarmente chiesti con domanda scritta e firmata e con relativa certificazione o anche con semplice autocertificazione, devono essere obbligatoriamente “concessi”.

I docenti hanno anche diritto alla fruizione di cinque giorni, per ogni anno scolastico, per la formazione e l’aggiornamento. Anche in questo caso il dirigente scolastico non ha il potere di negare, fatti salvi giustificati motivi oggettivi, tali permessi. Infatti è utile ricordare che ai sensi dell’art. 64 c. 5 del Ccnl Scuola 2006/2009, i docenti possono chiedere di partecipare, con diritto alla sostituzione fino a cinque giorni nell’arco dell’anno scolastico, a corsi di aggiornamento promossi da soggetti qualificati per la formazione ai sensi dell’art. 67 Ccnl 06/09. Il docente ha l’obbligo di indicare nella richiesta di partecipazione, dove si terrà il corso di formazione, quale è il titolo dello stesso e la sua durata in termine di ore o giorni. Infine nella stessa richiesta il docente si impegna a produrre, una volta rientrato a scuola, la necessaria attestazione di partecipazione.

Infine è consigliabile, visto il comportamento ostativo, o addirittura antisindacale di alcuni dirigenti scolastici, di scrivere in calce alla domanda di permesso per motivo personale o per la formazione, la seguente frase: “In caso di diniego a fruirne, i motivi di servizio ostativi devono essere comunicati per iscritto allo/a scrivente ai sensi degli artt. 2 e 3 della Legge 241/90, come integrata dalla L. n. 15/2005”.

Tremano i furbetti della L. 104. Il sottosegretario Faraone: li stiamo smascherando

da La Tecnica della Scuola

Tremano i furbetti della L. 104. Il sottosegretario Faraone: li stiamo smascherando

I permessi e i trasferimenti legati alla L.104/92 ma concessi con leggerezza, non riguardano solo Agrigento: le istituzioni stanno stanando chi non ne aveva diritto.

L’annuncio arriva dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, durante il collegamento con “L’Arena”, il programma di RAI 1 condotto da Massimo Giletti: parlando dell’inchiesta della Procura di Agrigento sull’uso illecito della legge 104, con alcuni docenti tra gli indagati di cui si è detto nei giorni scorsi, il rappresentante del Governo ha spiegato che “il sistema è malato e patologico, non soltanto ad Agrigento ma ci sono anche altre province dove questo fenomeno è diffuso”.

“Fino a qualche tempo fa – ha aggiunto – non c’era stato nemmeno un controllo rispetto a quante persone avevano chiesto la 104 e nemmeno controlli su chi l’aveva chiesta. Finalmente, grazie al Miur, alla Procura della Repubblica, all’Inps e alle Asl stiamo smascherando tutti coloro che hanno richiesto uno strumento che non gli era dovuto. Noi la nostra parte la faremo e stiamo lì con la guardia alta”.

Secondo Faraone, infatti, non siamo più “all’anno zero. Per tanti anni si è stati fermi rispetto a questa schifezza: un sistema in cui ci sono insegnanti che dovrebbero istruire e insegnare alla cittadinanza e invece utilizzano uno strumento di civiltà come la 104 per scavalcare chi ha effettivamente bisogno. Rispetto a questo noi abbiamo finalmente messo in campo un monitoraggio serio”.

Un monitoraggio che potrebbe far tremare tanti lavoratori della scuola, che in non pochi casi hanno illecitamente fruito della Legge 104/92, sia per ottenere le precedenze trasferimenti sia per attuare una piccola forma di part time a stipendio pieno. D’altronde, ricordiamo che ci sono delle scuole dove i tassi di personale che ne fruiscono sono talmente alti da mettere in serio pericolo la funzionalità del servizio scolastico.

Ovviamente, lo sottolineiamo, tutto questo non riguarda tutti coloro che, invece, fruiscono dei permessi e degli avvicinamenti a casa per motivazioni reali e per far fronte a vere patologie.

La prof modello è donna, del sud e insegna alle superiori

da La Tecnica della Scuola

La prof modello è donna, del sud e insegna alle superiori

Si delinea il profilo del candidato modello al Premio Nazionale Insegnanti lanciato lo scorso 29 maggio dalla Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che fa il paio al Global Teacher Prize, meglio conosciuto come il Nobel dei docenti, che riguarda tute le Nazioni. Da qualche giorno quasi tutte le agenzie mettono in primo piano questa iniziativa ministeriale che ha lo scopo di  valorizzare il ruolo degli insegnanti, sperando di sensibilizzare la gente, mettendo in primo piano le esperienze di quei docenti che sono riusciti ad orientare i propri studenti, favorendone e promuovendone la crescita come cittadini attivi, e che hanno prodotto un cambiamento rilevante nella comunità scolastica di appartenenza.

Sono infatti quasi 11.000 i profili arrivati al Ministero, anche perché era possibile candidarsi o essere candidati, mentre una commissione tecnica del Ministero vaglierà le candidature individuando i primi 50 docenti che dovranno produrre un elaborato. Una

una giuria composta dalla Presidente della Rai Monica Maggioni, dallo scrittore e insegnante Eraldo Affinati, dallo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, dal professore e Presidente onorario di `Libera´ Nando Dalla Chiesa, e dall’attrice Cristiana Capotondi, individuerà i 5 finalisti. I vincitori saranno decretati nel mese di dicembre.

Al primo finalista andrà un premio pari a 50.000 euro, gli altri quattro riceveranno 30.000 euro ciascuno. Il premio in denaro verrà assegnato alle scuole dei docenti vincitori per la realizzazione di attività e progetti promossi e coordinati dagli insegnanti premiati.

«Dal Premio emergeranno storie di ordinario impegno quotidiano e straordinaria potenza educativa. Storie capaci di lasciare un segno e trasmettere valore – sottolinea Giannini -. Gli insegnanti appassionati, bravi e carismatici non esistono soltanto nei film e con questa iniziativa abbiamo voluto promuovere un vero e proprio racconto della realtà. È un primo successo che due candidature su tre dei docenti siano arrivate da famiglie, studenti, dirigenti e colleghi: la scuola è la prima comunità creativa di ogni società».

Questi i numeri complessivi: 7.426 docenti sono stati proposti dai propri alunni, dalle famiglie o da persone che fanno parte della loro comunità scolastica, i rimanenti 3.372 si sono autocandidati.

Nella maggior parte dei casi, circa il 67%, si tratta di docenti donne, mentre è la Campania la regione con il maggior numero di candidature (12,3%), seguita dalla Lombardia (12,1%), dal Lazio (11,8%) e dalla Puglia (10,4%).

Il 43% dei candidati lavora in aree a rischio, il 35% insegna ad alunni con disabilità, il 32% opera in scuole di aree socio-economiche disagiate e il 20% in scuole di aree interne.

La fascia d’età 50-59 è quella più rappresentata (38%), seguita immediatamente da quella 40-49 (37%). Oltre la metà dei candidati (53%) insegna in scuole secondarie di II grado, il 24% nell’infanzia e nella primaria e il 23% in scuole secondarie di I grado.