Disabilità, un corso per non vedenti sull’uso dello smartphone

Redattore Sociale del 21-11-2016

Disabilità, un corso per non vedenti sull’uso dello smartphone

MODENA. Sta per partire, a Modena, il corso dedicato ai disabili visivi per imparare a gestire tutte le funzionalita’ dello smartphone senza l’aiuto della vista. L’appuntamento è per sabato dalle 14.30 alle 18.30, e per il 3 dicembre dalle 9 alle 13 nella sede dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Modena, in via Don Milani 54, e per prenotarsi c’è tempo fino a domani. Oggi, spiegano in una nota gli organizzatori, “telefonare, mandare sms, conversare in chat, scrivere e-mail e farsi sentire sui social network, navigare in internet usando lo smartphone o il tablet, quando la vista non c’è o è gravemente compromessa, e’ possibile grazie alle tecnologie inserite di default nei dispositivi Apple”. Ma per imparare rapidamente e facilmente a utilizzare queste funzionalità può essere utile seguire i consigli di un ‘esperto’. Questo lo scopo del corso, in cui gli allievi saranno aiutati da Vainer Broccoli, non vedente e da anni impegnato nella conduzione di corsi di informatica per disabili visivi, oltre che utente esperto delle tecnologie assistive in ambiente Windows e Ios. Per frequentare il corso occorre essere soci Uici e versare un contributo di 40 euro. Per maggiori informazioni si puo’ visitare il sito www.uicimodena.it, scrivere a modena@irifor.eu

Divagazioni un po’ folli, ma non troppo!

Divagazioni un po’ folli, ma non troppo!

di Maurizio Tiriticco

 

Noi veniamo forse da un pianeta di pazzi? O un dio pazzo ha costruito dal nulla questo mondo in cui ciascun vivente, se vuole sopravvivere, vive solo della morte altrui? Eppure da piccolo mi hanno insegnato che “Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra”. Ma non poteva creare una terra un po’ meno cattivella? E poi che ci facciamo con il libero arbitrio? Niente, perché l’uomo – il maschio soprattutto – è l’animale più cattivo di tutti! E lui lassù che guarda e si diverte?! E ci dice pure: colpa vostra! Io vi ho detto di non mangiare la mela! Ma Adamo ed Eva… nun se potevano magnà ‘na pera? O un grappolo d’uva? Insomma, sembra che sia meglio un supermercato che un giardino dell’Eden! Solo mele? O magni ‘sta minestra, o te butti dalla finestra! Come diciamo a Roma. Ma i nostri progenitori, secondo il creatore tanto tanto tanto buono che dovevano fare? Morire di fame? Certamente no, sennò come si faceva ad inventare questa cosa che si chiama religione? Allora, niente mele!

Ma leggetevi ‘sto libro! Si chiama Bibbia, tutto ispirato da Dio, quello Vero, ovviamente! E in altre parti del mondo ciascuno si costruiva il suo dio unico e solo! E si scriveva il suo libro sacro! Ma se questo dio è così buono, come dicono le religioni tutte, perché permette che ciascuno di noi sopravviva solo mangiando un altro vivente? Mi fanno ridere i vegani! Niente ciccia, tutta erba! Ma credono che una bella insalatina non abbia sofferto, a modo suo, quando è stata tagliata e ben condita? Troppo facile credere in un “aldilà” salvifico! Ai cattolici spetta un empireo con tutti i cori angelici! Sai che palle! E per l’eternità! Forse il Purgatorio, o meglio il “fuoco purgatorio”, è più vivacetto! Menomale che qualcuno lo ha inventato! Pare nel Concilio di Lione del 1274. Altrimenti o Paradiso o Inferno! O magni ‘sta minestra o ti butti dalla finestra!

Poi un papa si è inventato che un peccatore, se voleva andare in Paradiso, poteva acquistare l’indulgenza divina! Il papa era Leone X, un Medici! Quelli sì che di quattrini se ne intendevano! Erano i banchieri di tutta Europa! Che pacchia per la chiesa di Roma! Ne nacque un vero e proprio supermercato! Venivano da tutta Europa a comprarsi l’indulgenza! “Chissà se ho i soldi sufficienti! Ho scannato mia moglie! Ma tu, questa indulgenza quanto l’hai pagata?”. “Io ho ammazzato mio padre per pigliarmi l’eredità! Chissà quanto costa l’indulgenza per questo peccato!”. Che festa per papa Leone X! Quel pecca fortiter, sed crede fortius di S. Agostino divenne un passpartout per tutti i peccatori europei! Facevano la fila a Roma, e gli abitanti di Borgo tutti felici! Da tutta Europa portavano scudi, ducati, zecchini, dovevano dormire, dovevano mangiare! Tutta Roma viveva sempre delle invenzioni dei suoi papi! Ma l’invenzione di un papa Medici fu tra le più azzeccate. Indubbiamente Dante l’avrebbe infilato all’inferno tra i più cattivi dei cattivi! Comunque, allora fu una gran festa! Che Chiesa! Che Papi! Ma… forse… non va meglio per i mussulmani? Se mi faccio esplodere, mi attendono tante vergini vogliose di essere scopate!

E diciamocelo… le religioni monoteiste sono state una grande fregatura! Hai voglio a litigà!!! Quante Crociate!!! Otto o nove, non ricordo, dal 1095 al 1274!!! Insomma, per 180 anni – quasi due secoli – in Europa non si pensava ad altro! Altro che i campionati di calcio europei!!! E tutti facevano a gara per liberare i Luoghi Santi dal dominio turco… mussulmani! Infedeli… per i cristiani… e, ovviamente, viceversa! Figlio mio, che farai da grande? Il crociato! Figlio mio, che farai da grande? L’anticrociato! Insomma, quello dei crociati pro o contra era diventato un mestiere! Ora… copio da google, come sempre: “In effetti dietro il motivo religioso si nascondevano anche altri interessi: il desiderio di controllare il proficuo commercio con l’Oriente e la volontà della Chiesa di pacificare l’Europa, soggetta a continue lotte tra le case regnanti”.

E giù botte! Il Vero Dio, con tanto di maiuscole, è quello mio! No! Quello Vero è il mio! E giù a sbudellarsi! Che bello ammazzare un infedele e morire per il Mio Dio, quello Vero!!! Ma non era meglio il paganesimo politesita? Almeno dei e dee vivevano dei nostri stessi sentimenti… e come parteggiavano per Ulisse o per Achille! E Giove quante ne ha inventate per farsi le donne più belle della terra? Non gli bastava Giunone, la sposa ufficiale… mah! Faccio un po’ di conti: Danae, Antiopo, Callisto, Ganimede… ma questo è un maschietto… che importa? Meglio! Bel mondo quello pagano! Bel mondo quello del politeismo! Che orrore un solo dio. Quante guerre di religione abbiamo conosciuto? E che dire poi del Cuius regio, eius religio? Quando intere popolazioni dovevano passare da una religione a un’altra a seconda dei capricci del principe. No! Che dio ci salvi dalle religioni!!! Per la miseria! Ci sono caduto anch’io! Ho invocato dio!

Insomma, pare proprio che il sentir religioso faccia parte della nostra natura! Mah!? Io ci capisco poco! Chi mi illumina?

 

Roma, 21 novembre 2016 – Ricorrenze: Maria viene presentata al Tempio; Sant’ Agapio di Cesarea, martire; San Gelasio I, papa; San Mauro di Cesena, vescovo; San Mauro di Parenzo, vescovo e martire; San Rufo.

 

Maurizio Tiriticco… più martire che vergine!

Il valore dell’indipendenza

image002Martedì 22 novembre, alle ore 10.30 presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, Roma, viene presentata alla stampa la quindicesima edizione di Più libri più liberi, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, in programma al Palazzo dei Congressi di Roma dal 7 all’11 dicembre. La conferenza si aprirà con una conversazione tra il Direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, il Vicedirettore de “L’Espresso” Marco Damilano e la scrittrice Michela Murgia sul valore dell’indipendenza.

A svelare tutti i dettagli dell’edizione 2016, cinque giorni di fiera per scoprire l’infinita varietà di autori e storie proposti dai piccoli e medi editori, saranno: Lidia Ravera, Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, Luca Bergamo, Assessore alla Crescita culturale di Roma Capitale, Flavia Cristiano, Direttrice del Centro per il libro e la lettura, Fabio Del Giudice, Direttore di Più libri più liberi, e Antonio Monaco, Presidente del gruppo Piccoli editori AIE.

Bonus docenti: a rischio l’erogazione per colpa delle decisioni MIUR

Bonus docenti: a rischio l’erogazione per colpa delle decisioni MIUR

Abbiamo appreso dalle scuole che il MIUR, da un lato assegna solo l’80% del bonus docenti 2015/2016 e, dall’altro, che esso verrà erogato solo se le segreterie riusciranno a inserire i dati, in una vera e propria corsa contro il tempo e contro le disfunzionalità del sistema informativo ministeriale, entro il 22 novembre 2016.

Noi, che già non vedevamo ragioni sufficienti (i ricorsi pendenti) per erogare il 20% in meno di quanto spetta ai docenti, ancora di più adesso riteniamo inaccettabile che si operi in tal modo: dandone comunicazione alle scuole nel tardo pomeriggio del venerdì ed essendo il sistema informatico non funzionante, ancora a metà giornata del lunedì 21 novembre, ai fini della trasmissione dati per cui le scuole sono tuttora bloccate nella loro operatività specifica.

Non si pensi di scaricare, con questo modo di operare, indeciso dilatorio burocratico, le responsabilità sulle segreterie scolastiche.

Chiediamo fin da subito che alle scuole sia concesso di lavorare in tranquillità e che si creino le condizioni affinché in ogni caso sia garantita la remunerazione spettante ai docenti scongiurando il pericolo che si prospetta, e cioè che con l’impossibilità di effettuare pagamenti dopo il 22 novembre i docenti, per i meccanismi di finanza attualmente previsti, debbano percepire il salario accessorio del bonus a marzo o aprile dell’anno prossimo.

Reinserimento in GaE

Reinserimento in GaE: l’Anief vince ancora a Trapani e Taranto

Ancora una volta l’Anief ottiene una dichiarazione di illegittimità della definitiva cancellazione dei docenti che non avevano prodotto domanda di aggiornamento/permanenza delle Graduatorie a Esaurimento: stavolta sono i tribunali del lavoro di Trapani e Taranto a dare pieno accoglimento alle tesi patrocinate dal nostro sindacato e a ordinare al MIUR l’immediato reinserimento di due nostri iscritti. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo, Maria Adamo e Massimo Menenti ottengono due sentenze impeccabili che impongono al Ministero dell’Istruzione il pieno rispetto della gerarchia delle fonti e, dunque, della normativa primaria che prevede la possibilità, per i docenti cancellati, di essere reinseriti nelle Graduatorie d’interesse all’atto dell’aggiornamento successivo a quello di cancellazione.

Don Milani, il priore di Barbiana alla fine ha avuto ragione

da Il Fatto Quotidiano

Don Milani, il priore di Barbiana alla fine ha avuto ragione

don Milani – In “Processo all’obbedienza” la vicenda drammatica di un prete contrastato dalla Chiesa
Poco prima di morire, in uno dei suoi concitati rapporti con il cardinale Ermenegildo Florit, don Milani a un certo punto se ne uscì con questa battuta: “Sa quale è la differenza, eminenza, tra me e lei? Io sono avanti di cinquant’anni…”. Mezzo secolo dopo, papa Francesco ha pareggiato il conto. Il 10 maggio 2014, in piazza San Pietro, in un discorso al mondo scolastico, sottolineando che il segreto della scuola è “imparare a imparare” per educare i giovani a essere aperti alla realtà, ha detto: “Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: don Lorenzo Milani”. Per la prima volta il nome del priore di Barbiana, che la Chiesa fiorentina esiliò in una sorta di Siberia ecclesiastica e che il suo vescovo minacciò di spretare, ha risuonato nella piazza simbolo della cristianità. E qualche settimana prima papa Francesco aveva sottratto Esperienze pastorali, il primo libro di don Milani, dal cassetto dei testi proibiti per restituirlo al popolo di Dio come vangelo vissuto nelle strade operaie e comuniste di San Donato di Calenzano. Michele Gesualdi, uno degli allievi più vicini al priore, ha raccontato di aver chiesto a quattro papi di abolire il decreto del Sant’Uffizio su Esperienze pastorali: ma nessuno ha voluto dare ascolto al grido di amore e dolore dei ragazzi montanari di don Milani. Colpisce nel riconoscimento di Bergoglio la preminenza del ruolo civile di don Milani: “Un grande educatore italiano”. (…) Come san Francesco, anche don Milani ha rinunciato alle vesti del privilegio culturale ed economico per abbracciare l’eresia di Gesù Cristo. Questa a noi pare la vera storia di don Milani. Basta passare in rassegna le sue tre opere principali, per cogliere in Milani il tratto di profeta religioso e civile. Con Esperienze pastorali, uscito nel 1958, anticipò la riforma religiosa poi realizzata dal Concilio Vaticano II. Con L’obbedienza non è più una virtù (1965) affrontò con i suoi ragazzi i grandi temi della pace, in un mondo allora sull’orlo del conflitto atomico, della disobbedienza civile e del primato della coscienza. Infine, con Lettera a una professoressa (1967), colse il clima che sfociò nel ’68 denunciando il carattere classista della scuola e affermando la funzione cruciale della cultura e della formazione per la costruzione di una società più giusta. Sul filo della ricostruzione del processo a don Milani per la lettera scritta ai cappellani militari, questo libro cerca di offrire una chiave interpretativa, uno sguardo nuovo, sulla vita del priore di Barbiana: il processo all’obbedienza come conformità e acquiescenza al potere dominante nella Chiesa e nella società. Come sottrazione di responsabilità. Ma anche la disobbedienza diventa mero esercizio di sottrazione di responsabilità, se non presuppone l’obbedienza ad un’istanza superiore. Ai giudici del processo don Milani spiegò che la scuola “siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico”. Il processo all’obbedienza svela così il senso profondo della vita e della proposta religiosa e civile di don Milani. Come anima segreta del progresso spirituale, culturale e politico dell’umanità.

LA SCUOLA INCLUSIVA, BUONE PRASSI E LORO ATTORI

L’associazione Genitori Tosti In Tutti posti ONLUS organizza il convegno ”LA SCUOLA INCLUSIVA, BUONE PRASSI E LORO ATTORI”
Sabato 26 novembre 2016, Verona – Sala Civica Tommasoli, via Perini 7 – 37131 Verona
Programma:
h.9.40 Saluti e presentazioni
interventi:
LA SCUOLA INCLUSIVA : cos’è, com’è – Dott. Flavio Fogarolo – FISH Gruppo Scuola Veneto (Vicenza)
LE BUONE PRASSI – Dott. Giovanni Barin, rappresentante Regione Lombardia Genitori Tosti (Lodi)
GLI ATTORI: i genitori – le associazioni – Alessandra Corradi, presidente Genitori Tosti
GLI ATTORI: assistenti all’autonomia e alla comunicazione – Dott. Matteo Pasetto (Cooperativa Socioculturale) Dott.ssa Maddalena Mossini  (Cooperativa Socioculturale – Genitori Tosti)
Gli ATTORI: Operatori Socio sanitari – Dott. Flavio Magarini – Presidente Cittadinanzattiva Veneto
11.30 – 12.30 Tavola rotonda
Il convegno è gratuito e aperto a tutti
Info : genitoritosti@yahoo.it – 3392118094
Iscrizione obbligatoria su Eventbride https://www.eventbrite.it/e/biglietti-la-scuola-inclusiva-buone-prassi-e-loro-attori-28896977638
Incontro pubblico per informare, specialmente i genitori, su come dovrebbe essere e come si può fare per concretizzare l’inclusione scolastica, quel processo che coinvolge più attori contemporaneamente e, grazie alle buone prassi, si attua per permettere agli alunni con disabilità di accedere realmente all’istruzione e allo studio, l’anticamera, poi, del mondo del lavoro.
In attesa della pubblicazione della delega alla riforma del sostegno, attesa in cui, da mesi, tutti, dal mondo della scuola a quello dell’associazionismo si stanno cimentando in proposte, proteste, analisi e previsioni, i genitori Tosti vogliono porre l’accento, finalmente, dal punto di vista dei genitori, figure che, in questo processo formativo, sono i principali attori, purtroppo spesso ignorati, non considerati o peggio.
Ai più attenti non sarà sfuggito che in questo convegno si parla di tutti ma non dei docenti di sostegno, perché appunto non è un convegno sulla didattica speciale ma sull’inclusione. Non è in questa sede interessante elencare i nudi dati o l’elenco normativo oppure tratteggiare l’archetipo del docente di sostegno in un sistema “ideale”, bensì è utile ragionare sulle buone pratiche da attivare, sulle possibilità che il nostro sistema offre tenendo conto dell’enorme potenziale insito nella creatività umana
Per la prima volta si affronta la tematica di due figure specialistiche, previste a scuola,  dalla legge 104/92, ma non dipendenti dal MIUR, che sono basilari per la realizzazione del processo inclusivo, due figure che spesso vengono confuse tra loro mentre hanno formazioni e ruoli ben differenti.
Si raccomanda l’iscrizione, gratuita ma obbligatoria.
La sala Tommasoli , sita in via Perini 7 (una traversa di via Montorio) è completamente accessibile. ‘E previsto il servizio di interpretariato LIS.
A seguire i brevi cenni bio dei relatori

Flavio Fogarolo -Ex referente disabilità presso l’Ufficio Scolastico di Vicenza, formatore e autore per la casa editrice Erickson di Trento sui temi della didattica inclusiva, membro del Gruppo Scuola Veneto della FISH.
Giovanni Barin, architetto. Cerco di vivere la disabilità con serenità e curiosità, sebbene sempre più spesso da quella finestra sul sociale, aperta grazie a mia figlia, arrivino grandi arrabbiature nell’osservare il progressivo allontanamento delle persone dal concetto di “comunità”. Ho approfondito le dinamiche della scuola all’interno del sistema socio-economico che viviamo cercando di (ri)costruire la partecipazione dei genitori in questo ambito cruciale per i nostri figli. Con i Genitori Tosti siamo riusciti a mantenere con orgoglio una linea di pensiero “fuori dal coro”, oggigiorno realtà più unica che rara.
Alessandra Corradi veronese, classe 1971. Catapultata nel mondo della disabilità grazie al suo primogenito, nato nel 2005. Nel 2008 ha avviato il progetto di gruppo dei genitori di tutt’Italia, poi chiamatosi Genitori Tosti In Tutti I Posti e dato vita al blog omonimo. Nel 2009 ha aperto il forum online dei genitori, nel 2010 la pagina dedicata, sul social network Facebook. Nel 2011 ha ufficializzato il gruppo, registrando l’associazione di promozione sociale con la qualifica di ONLUS di cui ricopre la carica di presidente. Nel 2013 ha aperto la pagina FB dedicata alla figura dell’assistente alla comunicazione, coinvolgendo non solo i genitori ma anche gli operatori, i docenti, gli educatori, gli editori di libri speciali e quanti operino nel campo della comunicazione dedicata agli studenti con disabilità.
Maddalena Mossini nata nel 1985, laureata in Filosofia presso Università degli Studi di Verona nel 2010. Attualmente frequenta la Facoltà di Scienze dell’Educazione presso la medesima Università. Membro dell’Associazione Genitori Tosti dal 2014. Ha frequentato un Master di specializzazione come Educatore Esperto per la disabilità sensoriale presso Università degli Studi di Verona e un Master di specializzazione come Assistente all’Autonomia e Comunicazione presso Italian University Line. Dal 2012 lavora come Assistente alla Comunicazione a Verona affiancando alunni disabili sensoriali, dal 2014 alle dipendenze della Cooperativa Socioculturale
Dott. Pasetto Matteo, assistente sociale, componente dell’equipe di coordinamento della cooperativa Socioculturale onlus, gestore del “servizio di integrazione socio-didattica a favore di alunni non vedenti e non udenti della Provincia di Verona”.
Flavio Magarini, per anni presidente di Cittadinanzattiva Veneto, genitore

Spese scolastiche, lo sconto aumenta già da quest’anno

da Il Sole 24 Ore

Spese scolastiche, lo sconto aumenta già da quest’anno

di Cristiano Dell’Oste

 Raddoppierà nei prossimi tre anni lo sconto fiscale del 19% sulle spese per la frequenza scolastica, fino ad arrivare a una detrazione massima di 152 euro per alunno. Lo prevede il disegno di legge di bilancio ora all’esame del Parlamento, che aumenta gradualmente l’importo su cui si può calcolare il 19%, da 400 euro (nel 2015) fino a 800 euro (nel 2018). E c’è una ricaduta da considerare già adesso, perché la spesa detraibile sarà innalzata a 640 euro fin dall’anno d’imposta 2016. Perciò – se il Ddl sarà approvato in questa forma dal Parlamento – le famiglie che stanno pagando le spese scolastiche in questi giorni avranno una detrazione fino a 121,60 euro anziché 76 nel modello Unico o 730 che presenteranno l’anno prossimo.

Il perimetro

Le spese detraibili sono quelle relative a scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado. In pratica, le vecchie materne, elementari, medie e superiori, per un totale di 8,8 milioni di alunni (dati Istat) di cui 1,6 nella scuola dell’infanzia e 2,8 nella primaria.

L’agevolazione, infatti, vale anche per le scuole pubbliche. E questo nonostante la relazione tecnica al Ddl – così come le schede di lettura di Camera e Senato – citino solo le scuole paritarie. Non dovrebbero esserci dubbi, visto che la manovra si limita ad aumentare le cifre contenute in una norma (la lettera e-bis dell’articolo 15 del Tuir) riferita al sistema nazionale di istruzione regolato dalla legge 62/2000, in cui ricadono sia le scuole statali, sia quelle paritarie private e degli enti locali.

È probabile allora che il costo dell’incremento del bonus per l’Erario si riveli superiore ai 45,3 milioni di euro stimati nella relazione tecnica per il 2016 e ai 75,5 milioni dal 2018, visto che il calcolo è parametrato sui circa 994mila alunni che nell’anno scolastico 2013/14 hanno frequentato una scuola paritaria.

I dati del Caf Acli su un campione di 1,2 milioni di dichiarazioni presentate quest’anno permettono di avere un primo ordine di grandezza: la detrazione, infatti, è presente nel 4,5% dei modelli. Il che, proiettato sui circa 28 milioni di Unico e 730 inviati al fisco, corrisponde ad almeno 1,2 milioni di detrazioni. Se tutte fossero al massimo, con le dichiarazioni dell’anno prossimo sui redditi del 2016 si arriverebbe a 146 milioni di euro di minor gettito, di cui 55 derivanti dall’aumento della spesa agevolabile. Certo, bisognerebbe considerare che alcune famiglie possono aver speso meno del massimo o aver diviso il bonus tra i due genitori, ma – per contro – vanno contati i nuclei con più figli.

Le istruzioni

A chiarire cosa si intenda con «frequenza scolastica», nei mesi scorsi sono intervenute due circolari delle Entrate (la 3/E e la 18/E) e una risoluzione (la 68/E). Sono agevolabili le tasse, i contributi obbligatori o volontari e le erogazioni liberali deliberati dagli istituti scolastici e finalizzati alla frequenza scolastica, a patto che abbiano obiettivi diversi dalle donazioni alle scuole dirette all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica o all’ampliamento dell’offerta formativa (per le quali c’è un’altra detrazione, sempre del 19%, senza massimale di importo agevolabile). Perciò, tra le spese per la frequenza rientrano la tassa di iscrizione o frequenza e la spesa per la mensa scolastica, anche quando il servizio è reso dal Comune o da altri soggetti, compresa l’assistenza al pasto e il pre e post scuola. È escluso, invece, lo scuolabus, così come l’acquisto di cancelleria e testi per la scuola secondaria.

Se per le scuole paritarie la voce principale è la retta, nel caso delle scuole statali spesso l’unica spesa agevolabile è quella relativa alla mensa. Di conseguenza, con l’aumento del massimale chi frequenta gli istituti pubblici potrà sfruttare a pieno la detrazione. Anzi, già nel 2015 ricadevano in questa situazione le famiglie con riduzioni tariffarie perché meno abbienti e o con più figli nella stessa scuola.

La spesa per la frequenza scolastica può essere documentata con la ricevuta del pagamento (bollettino postale o bonifico) o anche – in caso di acquisto di buoni mensa – con un’attestazione della scuola, del Comune o della società esterna che ha incassato l’importo.

Essendo un bonus riservato alle persone fisiche, la spesa sarà detraibile “per cassa”. Quindi, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 si potranno detrarre con il nuovo limite tutte le spese pagate quest’anno, comprese quelle versate nei giorni scorsi per l’anno scolastico 2016-17.

Dai robot alle macchine sportive: così si fa alternanza nelle pmi

da Il Sole 24 Ore

Dai robot alle macchine sportive: così si fa alternanza nelle pmi

di Claudio Tucci

Dai robot iper-tecnologici, alla macchine sportive. Passando per la progettazione di componenti meccanici, alla partecipazione ai laboratori di chimica, alla realizzazione di progetti culturali di sviluppo del territorio, fino ad arrivare a veri e propri corsi di formazione “on the job” mirati all’integrazione degli alunni disabili.

I numeri
L’alternanza scuola-lavoro, da settembre, è entrata nel secondo anno di obbligatorietà; e la risposta delle imprese e degli istituti scolastici (licei compresi) inizia a vedersi: prima della legge 107 l’esperienza di studio e di pratica sul campo interessava il 54% di scuole (essenzialmente tecnici e professionali), coinvolgendo appena il 9% dei ragazzi; adesso, con il raddoppio delle ore nell’ultimo triennio (fino a 400 nei tecnici e professionali, 200 nei licei) si è passati al 96% di istituti e a circa il 90% degli studenti del terzo anno (nel 2015/2016 l’obbligo è scattato infatti nelle classi terze delle superiori, con l’obiettivo, a regime, di salire a 1,5 milioni di alunni coinvolti).

Le aziende
Ad aumentare a doppia cifra (+41%) sono state, parallelamente, anche le strutture ospitanti (hanno raggiunto la cifra record di 149.795 unità); e una fetta consistente sono proprio imprese, a cui viene finalmente riconosciuto, dopo anni di boicottaggi più o meno espliciti, un fondamentale ruolo educativo nello sviluppo e aggiornamento delle competenze dei ragazzi. In questi mesi ad aprire le porte agli studenti non sono state solo grandi aziende, da Eni a General Electic, da Ibm a Intesa Sanpaolo, da Bosch a Poste Italiane, solo per citarne alcune. A costruire (o ad aver consolidato) un dialogo stretto con le scuole ci sono anche tante piccole e medie imprese: è il caso di «Illy Caffè» a Trieste, che fa “testare” ai ragazzi le conoscenze apprese sui banchi. Ma in prima fila ci sono anche «Dallara», in Emilia, attiva da tempo con gli istituti del territorio, e a ospitare regolarmente giovani in alternanza sono pure «Bawer», a Matera, «Agsm Energia» e «La Rosa Energy», entrambe a Verona, «Maxfone», Villafranca, e «Humana», a Venezia. C’è poi il «Gruppo Loccioni» in provincia di Ancona (ogni anno nei suoi locali passano più di mille studenti di scuole superiori e università) o «Scuotto impianti elettrici e tecnologici», a Pozzuoli, Napoli, che tanto crede nella formazione “on the job” da promuovere la collaborazione tra istituti e imprese in giro per l’Italia.

I nodi da risolvere
Certo, le difficoltà non mancano: spesse volte il tutor aziendale coincide con lo stesso imprenditore; ci sono poi una serie di adempimenti e obblighi amministrativi da smaltire; e anche la collaborazione con i docenti va costruita con cura (e ciò richiede tempo e fatica, soprattutto se si vuole realizzare un valido progetto formativo a vantaggio dei giovani – e non risolvere le settimane di alternanza in un mero adempimento burocratico).

La strada è ormai tracciata: i primi risultati di questa “nuova via italiana” al sistema di formazione duale verranno svelati alla 26esima edizione di «Job&Orienta», il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, in calendario da giovedì 24 a sabato 26 novembre alla Fiera di Verona, alla presenza del governo (sono attesi i ministri dell’Istruzione, Stefania Giannini, del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente di Anpal, Maurizio Del Conte) e dei vertici di Confindustria.

I casi concreti
Il filo rosso delle tre giornate è far vedere che nel nostro Paese «Imparare lavorando» adesso si può: «Vogliamo fare alternanza e la vogliamo fatta bene, indietro non si torna», spiega il sottosegretario Gabriele Toccafondi; l’obiettivo è «anticipare il contatto con il mondo del lavoro – aggiunge il vice presidente per il Capitale umano di Confindustria, Giovanni Brugnoli -. Ed è importante che i ragazzi inizino a sentire, fin dai banchi, l’odore della fabbrica». E i risultati sono sotto gli occhi: gli studenti del «Carlo Anti» di Villafranca (Vr) hanno vinto le olimpiadi mondiali di informatica; i ragazzi del «Fermi» (Ascoli Piceno) il prestigioso «Youth science competition»; e sono considerate scuole d’eccellenza, nei progetti d’alternanza, anche il «Duni» di Matera, il «Gioberti» di Roma, il «Berenini» di Fidenza (Pr); e l’«Enrico Fermi» di Padova. Il perchè è presto detto. Basta guardare le attività realizzate dagli studenti, che spaziano da una tuta protettiva in caso di incidente motociclistico, a un modellino di automobile da corsa, a un progetto di robotica, a un bastone da passeggio “intelligente” per gli anziani, che, con un sms di allarme al cellulare collegato, avvisa la famiglia su eventuali cadute.

Il rimpianto di Renzi sulla scuola «3 miliardi ma sono tutti arrabbiati»

da Corriere della sera

Il rimpianto di Renzi sulla scuola «3 miliardi ma sono tutti arrabbiati»

Il bilancio amaro del premier sui primi 1000 giorni: «Ho tanti rimpianti, uno è la scuola. Abbiamo messo 3 miliardi ma siamo riusciti a fare arrabbiare tutti. Bisogna essere bravi per riuscirci. Evidentemente qualcosa non ha funzionato»

A differenza dei governi precedenti, abbiamo messo tre miliardi nella scuola. Nonostante questo siamo riusciti a fare arrabbiare tutti. Bisogna essere bravi per riuscirci. Evidentemente qualcosa non ha funzionato». Non ha usato mezzi termini ieri sera, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, Matteo Renzi durante la presentazione dei mille giorni dell’esecutivo, per esprimere il suo disappunto su come è stata gestita la riforma della scuola. E lo ha ripetuto poche ore dopo su La7, ospite di Lilli Gruber. «Ho tanti rimpianti, uno è la scuola».
Ciambelle senza il buco

Non è la prima volta che il presidente del Consiglio parla con amarezza della legge 107 che, nata con l’intento di stabilizzare quasi 100 mila precari storici e porre fine alla cosiddetta «supplentite», si è tradotta in una mobilitazione senza precedenti del mondo della scuola. I sindacati arrabbiati per essere stati bypassati dal governo con quei 500 euro in più per l’aggiornamento professionale che aggirano la questione centrale del rinnovo del contratto. Per non parlare del bonus ai docenti più «meritevoli» la cui assegnazione da parte dei dirigenti ha suscitato non pochi malumori dentro le scuole. I precari stessi delusi e amareggiati perché molti dei neo assunti venivano dal Sud ma hanno trovato un posto al Nord e sono stati costretti a lasciare casa e famiglia. Per non parlare di quelli che sono stati tagliati fuori, anche se avevano un’abilitazione in tasca: a loro è toccato affrontare un concorso che, per come era stato concepito, ne ha bocciati buona parte (anche se poi molti sono rientrati a scuola quest’anno come supplenti). Poi ci sono i presidi alle prese con i buchi nell’organico causati dal combinato disposto della mobilità straordinaria e delle assegnazioni provvisorie concesse ai docenti meridionali per non costringerli a fare le valigie. E naturalmente le famiglie perché, centomila assunti dopo, mancano ancora insegnanti di matematica e di sostegno, di lingue e di laboratorio. Con buona pace della fine della supplentite promessa dal governo.

Giro di poltrone

Era stato lo stesso Renzi poco più di un mese fa a riconoscere, durante un’intervista radiofonica, il pasticcio commesso con i posti rimasti scoperti al Nord: «Abbiamo preferito trovare le soluzioni per i professori che avrebbero dovuto muoversi, abbiamo permesso ad alcuni, soprattutto al Sud, di restare e abbiamo scoperto alcune cattedre al Nord: non tutte le ciambelle riescono con il buco. Se fossimo stati più bravi a gestire questa vicenda sarei stato più contento». Poi di nuovo ci era tornato su in tv da Vespa, tanto che il ministro Stefania Giannini, sentendosi chiamata in causa, aveva risposto ai giornalisti:«Per quanto mi riguarda, più che gli errori credo che ci sia una complessità della legge». Scintille, quelle fra premier e ministro, che non sono rimaste inosservate. Tanto che da settimane a Montecitorio si rincorrono voci sul fatto che in caso di rimpasto post-referendario la prima testa a saltare potrebbe essere proprio quella della titolare dell’Istruzione. In pole per sostituirla, la deputata pd Simona Malpezzi.

Cyberbullismo, arriva Kiva: il programma che fa prevenzione

da La Tecnica della Scuola

Cyberbullismo, arriva Kiva: il programma che fa prevenzione

Si chiama KiVa ed è un innovativo programma anti-bullismo sviluppato dall’università di Turku in Finlandia.

Il suo avvio si deve al finanziamento ottenuto dal ministero Finlandese per l’educazione e la cultura, che si avvale da oltre dieci anni di studi da parte di esperti di settore.

Gli obiettivi principali del programma è sia la prevenzione sia l’applicazione di strumenti e di azioni pratiche nei casi di bullismo già conclamati.

Il terzo aspetto fondamentale del programma, è l’azione costante di monitoraggio della situazione nelle scuole e dei cambiamenti che avvengono nel tempo; reso possibile grazie agli strumenti online inclusi nel programma KiVa che offrono un feedback relativo ai risultati ottenuti con il programma.

Il progetto si realizza a scuola, partendo da dati di ricerca relativi al bullismo e ai suoi meccanismi di spiegazione.

L’obiettivo è mettere a disposizione dei ragazzi gli strumenti necessari per affrontare casi già conclamati.

Kiva include sia delle azioni universali che indicate. Le azioni universali, sono indirizzate a tutti gli studenti della scuola e si focalizzano prevalentemente sulla prevenzione del bullismo tramite giochi, corsi e lezioni on line.

Le azioni indicate sono invece da usare quando è già in atto un azione di bullismo e sono indirizzate specificatamente ai bambini e adolescenti che sono stati coinvolti nel bullismo come autori o come vittime, ma anche ai compagni di classe che sono invitati a dare supporto alla vittima con l’obiettivo di porre fine al bullismo stesso.

Dalla prime valutazioni di questo programma è emerso che dove è stato applicato correttamente i casi di bullismo sono diminuiti notevolmente. Il programma è stato testato al momento in Finlandia, nei Paesi Bassi, in Estonia, in Italia e nel Galles e si compone di tre unità.La prima è creata per i bambini con una fascia di età trai 6 e i 9 anni.

La seconda unità è indirizzata ai bambini tra i 10 e i 12 anni mentre la terza è per i ragazzi più grandi.

Il programma Kiva prevede inoltre, materiale per gli insegnanti, per gli studenti e per i genitori : include dei manuali per gli insegnanti, dei video, dei giochi online, dei questionari per gli studenti KiVa e per il personale scolastico, dei poster, delle spille e una guida online per genitori ed è disponibile in diverse lingue .

Fondamentale per comprendere l’importanza di tutto questo la sintesi che si trova sul sito ufficiale del programma: KiVa non è concepito come un progetto che dura un anno scolastico, ma come parte del continuo impegno della scuola contro il bullismo.

Un impegno che deve essere sempre più forte da parte delle istituzioni, delle scuole e dei media, perché è importante non abbassare mai l’attenzione davanti a questo fenomeno che per anni purtroppo ha risentito invece del silenzio di tanti.

 

Valutazione docenti, Renzi: non si torna indietro, si può discutere solo sui criteri

da La Tecnica della Scuola

Valutazione docenti, Renzi: non si torna indietro, si può discutere solo sui criteri

È sicuramente la valutazione dei prof, con bonus del merito annesso, introdotto dalla Legge 107/15 uno dei maggiori motivi di protesta contro il Governo.

Lo sa bene il premier. Che domenica 20 novembre, attraverso un video su Fanpage.it, ha ricordato la circostanza: “sulla valutazione – ha detto Renzi – abbiamo individuato una soluzione sui primi 200 milioni di euro che ha fatto arrabbiare tante persone”.

Per il capo di Governo, però, il cruccio non è l’aver approvato la noma sul merito: la nuova linea, che prevede l’assegnazione di una quota premiale ad una cerchia di docenti, non si discute. Si poteva, ma forse si può ancora, anche attraverso le leggi delega, andando a mettere mano ai criteri di scelta dei docenti più meritevoli.

Criteri che, però, ricordiamo, sono stabiliti da ogni istituto, attraverso le decisioni e le priorità indicate dalla commissione nominata da organi collegiali, oltre che dal dirigente scolastico.

“Personalmente – ha sottolineato il presidente del Consiglio – penso che si può discutere dei criteri per decidere la valutazione, ma non impedire che si valutino i professori: quelli più bravi devono prendere di più, quelli meno bravi devono prendere di meno”.

Renzi ha anche parlato del bonus da 500 euro ai diciottenni: questa assegnazione “è un benvenuto nella comunità degli adulti, investendo in cultura, libri, teatro. È la nostra identità e una delle idee più importanti di questo governo. C’è una registrazione digitale e oltre 40mila persone che nei primi dieci giorni hanno già fatto la registrazione e un sistema che permette ai giovani di essere orgogliosi cittadini dell’Europa oltre che di questo Paese”. Si poteva fare diversamente? “È la prima volta che si fa”, taglia corto Renzi.

Supplenti senza stipendio: inefficienza o mancanza di soldi?

da La Tecnica della Scuola

Supplenti senza stipendio: inefficienza o mancanza di soldi?

Tornano le lamentele sugli stipendi dei supplenti: molti precari dicono che non hanno ancora visto nulla in busta paga.
Nonostante il decreto legge di qualche mese, ed il recente decreto ministeriale applicativo, ci sono ancora supplenti che non ricevono lo stipendio con regolarità.
Questa primavera, nel tentativo di mettere fine una volta per tutte ai ritardi nella liquidazione degli stupendi ai precari, il Governo aveva adottato un provvedimento di legge che – si diceva – avrebbe “inchiodato” dirigenti e uffici alle loro responsabilità.
In tal modo gli stipendi sarebbero stati erogati con puntualità svizzera.
In realtà le cose stanno andando un po’ diversamente.
Non conosciamo i dettagli della vicenda e quindi per ora possiamo solamente limitarci a formulare qualche ipotesi.
Il fatto è che va detto con chiarezza che i ritardi nei pagamenti sono dovuti solo in parte alla inefficienza degli uffici periferici; il problema è legato soprattutto al fatto che, soprattutto a fine anno, sul capitolo di spesa destinato ai pagamenti delle supplenze brevi e temporanee non sono più disponibili i fondi necessari.
Da tempo, infatti, il Governo risolve il problema con soluzioni tampone: con un decreto per aumentare la dotazione del capitolo oppure con il rinvio dei pagamenti all’anno successivo in modo da utilizzare le risorse disponibili sull’esercizio finanziario nuovo.
Non ne siamo sicuri, ma temiamo che anche quest’anno stia accadendo la stessa cosa.
Ed è ovvio che se non ci sono soldi non c’è decreto che tenga.

Nota 21 novembre 2016, Prot. n.18013

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie

Al Gabinetto del Ministro
All’Ufficio Legislativo
All’O.I.V.
Alla Segreteria Particolare del Ministro
Alle Segreterie Particolari dei Sottosegretari di Stato
Agli Uffici del Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali.
Al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca
Alla Direzione Generale per le Risorse Umane e finanziarie
Alla Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica
Alla Direzione Generale per l’Edilizia Scolastica
Alla Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore
Alla Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione superiore
Alla Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca
Alla Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione.
Alla Direzione Generale per il personale scolastico
Alla Direzione Generale per lo Studente, l’integrazione e la partecipazione
Alle OO.SS. Loro Sedi
All’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio
Via Ribotta n. 41 00144 ROMA
All’AVIS Comunale di Roma
Via Imperia n. 2 00161 ROMA
e, p.c. All’AVIS Nazionale
Via F. Forlanini n. 23 20134 MILANO
Al MINISTERO della SALUTE
Lungotevere Ripa n. 1 00153 ROMA

OGGETTO: Decima giornata della donazione del sangue nel MIUR – Roma, 20 dicembre 2016

Si rende noto a tutti gli Uffici in indirizzo che nel quadro del Benessere Organizzativo e della Tutela della Salute il giorno 20 dicembre p.v. si svolgerà la “Decima Giornata Nazionale della Donazione del Sangue nel Miur”.

L’iniziativa promossa d’intesa con l’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) intende collaborare a far fronte alla grave emergenza ematica che colpisce Roma e le altre Province del Lazio e che ha subìto un ulteriore aggravamento per le recenti drammatiche vicende sismiche.

Al riguardo non è superfluo rammentare che, grazie ai donatori del Miur nelle precedenti giornate, è stato possibile venire incontro in modo significativo alle esigenze di strutture sanitarie quali l’Ospedale “San Raffaele”, l’Ospedale “Santo Spirito” e l’Ospedale “San Camillo-Forlanini” di Roma.

L’autoemoteca dell’AVIS stazionerà, come di consueto, nel cortile interno del Ministero (lato Via Morosini) dalle ore 7,30 alle ore 11,30.

Gli interessati potranno inviare la loro adesione comunicandola con le coordinate di contatto (e-mail, recapito telefonico, eventuale cellulare) al seguente indirizzo di posta elettronica: giacomo.fidei@istruzione.it – info 06 5849 2333 – 06 5849 2903 – 06 5849 7825 per ragioni organizzative entro il 15 dicembre p.v.

Considerata la valenza etico-sociale dell’iniziativa, si invitano tutti gli uffici a promuovere la massima diffusione della presente nota fra il personale delle rispettive strutture.

Si autorizza la pubblicazione sulla rete Intranet e Internet.

Il Direttore Generale
Jacopo Greco