Nuovo Nomenclatore: entrano i propulsori di spinta

Disabili.com del 22-11-2016

Nuovo Nomenclatore: entrano i propulsori di spinta; le carrozzine superleggere negli ausili di serie

E’ partito l’iter parlamentare che porterà alla definizione di nuovi Lea e Nomenclatore Tariffario. Ci sono voluti oltre 15 anni perché l’aggiornamento delle cure e prestazioni assicurate in maniera gratuita nel nostro Paese vedesse la luce (17 per l’elenco delle protesi e degli ausili). Dopo l’ok delle Regioni e della Ragioneria Generale dello Stato, da ieri è iniziato finalmente l’esame, nelle commissioni parlamentari Affari costituzionali e Bilancio, dello schema di Dpcm che aggiorna i Lea esistenti. Le commissioni devono esprimersi entro 30 giorni, e dopo questo parere, con firma di Premier e Ministri di Salute ed Ecnomia, viene infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale. I nuovi Lea si avranno quindi nel 2017, dopo di che bisognerà applicarli, sulla base delle risorse disponibili – 800 milioni intanto del Fondo Sanitario Nazionale, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016.

Tra le novità più spinose che interesseranno le persone con disabilità, l’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili per disabili, di cui più di una volta abbiamo parlato, e che tiene col fiato sospeso cittadini ma anche operatori del settore.

NUOVI AUSILI. Per quanto riguarda l’assistenza protesica, vengono introdotte nel Nomenclatore Tariffario alcune prestazioni innovative, soprattutto nel settore delle tecnologie informatiche e di comunicazione, a favore dei disabili con gravissime limitazioni funzionali (cosiddetti ausili ICT), l’introduzione degli apparecchi acustici a tecnologia digitale. Vengono poi inseriti modelli attualmente non prescrivibili, come:
-apparecchi per l’incentivazione dei muscoli respiratori,
-la barella per doccia,
-le carrozzine con sistema di verticalizzazione,
-lo scooter a quattro ruote,
-il kit di motorizzazione universale per carrozzine (propulsori di spinta per carrozzine),
-i sollevatori fissi e per vasca da bagno,6
– i sistemi di sostegno nell’ambiente bagno (maniglioni e braccioli),
-i carrelli servoscala per interni.
Altri vengono invece eliminati, quali le “scarpe ortopediche di serie” e i “plantari di serie” destinati a soggetti con deformità lievi e lievissime che frequentemente sono oggetto di iperprescrizione.

LE CARROZZINE SUPERLEGGERE TRA AUSILI DI SERIE. Tra le novità più importanti del Nomenclatore, il trasferimento di alcuni ausili dall’attuale elenco dei dispositivi su misura all’elenco dei dispositivi di serie, con il conseguente passaggio dal regime tariffario a quello che prevede l’adozione delle ordinarie procedure di acquisto (gara pubblica). Da sottolineare che viene introdotta nei capitolati di gara non solo la fornitura del dispositivo ma, anche quella della prestazione professionale di adattamento/personalizzazione del tecnico abilitato, oggi remunerate a tariffa.
Tra gli ausili trasferiti da un regime all’altro, le carrozzine leggere e superleggere, che rappresentano una quota vicina al 30% del totale delle prescrizioni di ausili con l’esclusione dei dispositivi monouso. “Tale trasferimento – si legge nello schema di decreto – dovrebbe comportare un risparmio tale da poter coprire i costi derivanti dall’inserimento di nuovi ausili sopra citati”.

RAZIONALIZZAZIONE DEI COSTI. Nel Dpcm si segnala che l’entità del risparmio deriverà anche dal tentativo di adeguamento dei costi degli ausili, che attualmente rappresentano in alcuni casi (più volte segnalati) una voce di spreco impressionante. In particolare nello schema di decreto si segnala che è stato verificato, ad esempio, che la carrozzina superleggera (oggi inclusa nell’elenco 1 dell’attuale Nomenclatore) è tariffata (senza aggiuntivi) 1.608 euro, mentre il prezzo medio di listino (a costo pieno) delle aziende distributrici è di circa il 15% inferiore. Analoghe considerazioni – riporta sempre il documento – valgono per gli altri ausili trasferiti, per i quali il differenziale tariffa/prezzo di listino arriva anche al 50%. Altra leva di risparmi, viene indicato, deriva dal mettere a gara non solo l’ausilio da fornire, ma anche la prestazione professionale di adattamento/personalizzazione da parte del tecnico abilitato (oggi remunerata a tariffa dell’elenco 1).

I NUOVI ELENCHI DI AUSILI. Il Nomenclatore Tariffario riporta, per ciascuna prestazione o tipologia di dispositivo, il codice identificativo, la definizione, la descrizione delle caratteristiche principali ed eventuali condizioni o limiti di derogabilità. Le protesi, ortesi, ausili tecnologici vengono quindi suddivisi in questo modo: oltre all’Allegato 2, che elenca gli ausili monouso, gli elenchi degli ausili sono così organizzati
Allegato 5 – Elenco 1: dispositivi su misura, fabbricati appositamente in base a prescrizione redatta da un medico specialista;
l’Allegato 5 – Elenco 2a: ausili di serie che richiedono la messa in opera da parte del tecnico abilitato;
l’Allegato 5 – Elenco 2b: ausili di serie pronti per l’uso
La procedura di erogazione è regolata dall’art 3 l’articolo 3 dell’Intesa Stato-Regioni di approvazione dello schema di aggiornamento dei LEA approva il documento recante “Modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e dei dispositivi medici monouso” , che dell’Intesa è l’allegato A.
Si articola nelle seguenti fasi:
-formulazione del piano riabilitativo-assistenziale individuale
-prescrizione
-autorizzazione
-erogazione
-collaudo
-follow-up

IL PIANO RIABILITATIVO-ASSISTENZIALE INDIVIDUALE. Alla base della fornitura dell’ausilio vi è, quindi, il piano riabilitativo- assistenziale individuale che viene formulato da un medico specialista – in possesso di specifiche competenze per la prescrizione di protesi, ortesi e ausili tecnologici – in collaborazione con l’équipe multidisciplinare. Le regioni possono prevedere l’istituzione di elenchi regionali o aziendali dei medici prescrittori.
Per quanto riguarda i dispositivi monouso, la prescrizione, su ricettario standardizzato SSN, deve riportare la specifica menomazione e disabilità, i dispositivi necessari ed appropriati inclusi nel Nomenclatore (Allegato 2 allo schema in esame) e i relativi codici identificativi, nonché la quantità indicata fino al periodo intercorrente la successiva visita di controllo e comunque per un periodo non superiore ad un anno.

MOBILITA’: NON PARTECIPIAMO AD ALTRI INCONTRI TECNICI

MOBILITA’, GILDA: NON PARTECIPIAMO AD ALTRI INCONTRI TECNICI

Slitta la trattativa sulla mobilità e si allungano i tempi per definire il nuovo contratto che disciplinerà i trasferimenti dei docenti nell’anno scolastico 2017/2018.

Da parte del Miur non è giunta ai sindacati alcuna convocazione per un incontro politico, così come era stato richiesto durante l’ultima riunione, per discutere in merito ai nodi fondamentali del tavolo negoziale: mobilità su ambiti o scuole e deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di assunzione.

Invece di convocare un incontro politico, l’Amministrazione ha indetto per questa settimana altre due riunioni tecniche, di cui una fissata per oggi pomeriggio, alle quali la Fgu – Gilda degli Insegnanti non parteciperà.

Progetti individuali e ausili per la vita indipendente

Superando.it del 22-11-2016

Progetti individuali e ausili per la vita indipendente

UDINE. Non multa sed multum, ovvero “non molte cose, ma molto”: è questo il messaggio di concretezza lanciato al Convegno Nazionale 2016 del CNOPUS (Coordinamento Nazionale Operatori Professionali Unità Spinali), intitolato appunto Non multa sed multum. Innovazione e complessità in Unità Spinale, e tenutosi a Udine durante una tre giorni dove si è voluto porre innanzitutto l’attenzione ai progetti individuali che vedono il loro sviluppo dai primi momenti in Unità Spinale al rientro a casa.

Durante l’incontro, ampio spazio è stato dato ai nuovi ausili usati nel cammino terapeutico dei pazienti con lesioni midollari. In tale àmbito, tuttavia, le competenze professionali e lo sviluppo di un progetto individuale si scontrano con le normative, che non sempre consentono e sostengono la realizzazione di questi percorsi di riabilitazione e indipendenza, determinando una serie di limiti sociali che le persone devono sopportare.
Su questi temi è intervenuto a in Friuli anche Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici) e presidente della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), soffermandosi su un percorso di condivisione e valutazione delle normative rispetto ai diritti alla vita indipendente.

La valutazione è passata poi attraverso gli ausili e le soluzioni integrate nelle carrozzine, con la presentazione di Triride, innovativa apparecchiatura che in pochi secondi trasforma la carrozzina manuale in uno scooter elettrico, favorendo lo spostamento in autonomia della persona e consentendo anche di superare dislivelli impegnativi.
Il modello è stato ideato e realizzato da un vero utilizzatore, Gianni Conte, imprenditore da trent’anni in carrozzina a causa di un incidente durante una gara di moto enduro, che ha spiegato: «Questa è un’ulteriore conferma del fatto che il bisogno aguzza l’ingegno. Triride, infatti, altro non è che un ausilio creato da un utilizzatore, per la necessità di una mobilità più snella, più facile e veloce e utile per le persone con disabilità che usano una carrozzina manuale. Esso è stato collaudato da un giovane tetraplegico, all’insegna di un “test diretto”, con una partecipazione attiva tramite il proprio ausilio. Con Triride ci si muove più liberamente, praticamente dimenticando di utilizzare una carrozzina, con una vera sensazione psicologica di libertà».

Anche Falabella ha commentato con entusiasmo la presentazione di Triride: «Molte volte – ci ha detto – si fa distinzione tra autonomia e concetto di vita indipendente tra le persone con disabilità, nel caso di specie alle persone con lesioni al midollo spinale. Oggi, con questo ausilio, i due concetti sono strettamente legati tra loro, dal momento che possiamo parlare davvero di uno strumento indispensabile per la vita quotidiana delle persone».
«Per poter eliminare le barriere – ha quindi aggiunto – ci vuole tempo, con interventi strutturali delle Istituzioni, dei Comuni e quant’ altro, in un investimento economico importante e lungo nel tempo. Questo, invece, è uno strumento concreto, che parte dalla condivisione di quelle che sono le esperienze quotidiane delle tante persone con disabilità, con un progetto condiviso con l’intera comunità. Io stesso ho potuto finalmente condividere con mia figlia le cose della quotidianità, come andare a prenderla a scuola, senza aver bisogno di farsi accompagnare in auto. Poter uscire soli, in libera autonomia, è un nuovo modo di vivere la vita, per un percorso verso l’autonomia».

Positivo, infine, è stato anche l’incontro con le Istituzioni Regionali, alla presenza di Falabella e di Giampiero Licinio, presidente della FISH Friuli Venezia Giulia, il cui risultato è stato soprattutto l’impegno, da parte della Regione, di avviare l’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, come entità di partecipazione indispensabile per le future politiche nel territorio.
«Questa tre giorni – ha sottolineato Licinio – ci ha permesso di condividere le nuove frontiere sulle soluzioni tecnologiche, ma anche di confrontarci con le Istituzioni locali e costruire un futuro Tavolo di Lavoro per l’Osservatorio, tra Regione e Comitati, la Consulta e le Associazioni, promuovendo il recepimento dei temi fondamentali contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
(Laura Sandruvi)

Al piano straordinario di immissioni in ruolo dovevano partecipare anche i diplomati magistrale

K.O. Del MIUR in tribunale: al piano straordinario di immissioni in ruolo dovevano partecipare anche i diplomati magistrale.

Il Tribunale del Lavoro di Siena accoglie uno dei ricorsi pilota promossi dall’Anief in favore dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 e dichiara il pieno diritto di una docente, inserita per effetto di sentenza nelle Graduatorie a Esaurimento 2014/2017 a far data dalla prima pubblicazione delle stesse, alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo indetto con la Legge 107/2015, con conseguente dichiarazione del suo diritto all’immissione in ruolo con decorrenza dal 1° settembre 2015. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Simona Fabbrini vanno nuovamente a segno in Tribunale e, con la professionalità che da sempre li contraddistingue, mettono letteralmente K.O. il MIUR, ottenendo un provvedimento d’urgenza che impone al Ministero dell’Istruzione il rispetto degli ordini giudiziali e dei diritti dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante. Maldestre le difese del MIUR, totalmente soccombente, che incassa una pesante sconfitta e la conseguente esemplare condanna al pagamento delle spese di giudizio quantificate in oltre 4.500 Euro.

La Costituzione e il salvagente di cemento

LA COSTITUZIONE E IL SALVAGENTE DI CEMENTO

di Vittorio Zedda

 

Attenzione. La nuova formulazione dell’art. 117 della “reformanda” Costituzione Renzi-Boschi pone una serie di vincoli e di condizioni alla potestà legislativa dello Stato. Ovvio il primo : il rispetto della Costituzione. Ci mancherebbe. Non del tutto innovativi e apparentemente logici ,ma meno ovvi, gli altri due, :
1-Il rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea
2-Il vincolo derivante dagli obblighi internazionali.
Se si voleva cambiare, su questi due punti c’era molto da fare. E certo non era facile . Vediamo il perché.

Rispetto al primo va chiarito che l’ Europa non è uno Stato e nemmeno un Superstato,né una federazione o una confederazione. E’ un ‘unione sul cui valore e significato giuridico-istituzionale sembra non si sia discusso abbastanza.O forse si è preferito non farlo. C’è l’unione monetaria, c’è una vacillante permeabilità delle frontiere interne ed esterne, ci sono accordi sovranazionali circa il funzionamento degli organi dell’unione, ma non c’è una politica estera comune, né una difesa comune, né tante altre forme e strutture politico- giuridiche tipiche di una forma statuale unitaria o almeno coesa, cui peraltro la UE non corrisponde. Può succedere , ed è successo, che alcuni stati UE entrino in guerra contro qualcuno (vedi il caso Libia), che altri paesi europei si dissocino o si defilino o facciano il minimo possibile per salvare o simulare un’apparente unione. Ma quella guerra ha evidenziato conflitti di interessi fra gli stessi stati membri della UE, e non è cosa da poco per un’ “unione”. Infatti, che unione è questa ? E forse è meglio che non lo sia.

Inoltre la UE non ha una vera e propria Costituzione, ma è solo riuscita faticosamente a formulare un documento propedeutico, detto Trattato Costituzionale che però non riveste, né può rivestire compiutamente, la funzione di Costituzione, e infatti non ne assume la denominazione, in assenza di una vera e propria entità statuale di riferimento. Costituzione di che e di chi e legittimamente formulata ed emanata da chi e su quali basi di diritto ?

Per ancorare una Costituzione nazionale ad un ordinamento costituzione di superiore livello , occorrerebbe almeno che in termini di diritto fossero state istituite e sancite inequivocabilmente sia la “nuova entità statuale politico-territoriale continentale sovranazionale” sia la relativa, e necessaria, Costituzione. Non esistono in modo formale e definitivo né l’una né l’altra, che peraltro dovrebbero essere intimamente legate ed interdipendenti.

Quale connessione giuridica e gerarchica ci può essere fra entità o inconsistenti o indefinite o perlomeno incompiute e imperfette ?
Come porre e anteporre in Costituzione il rispetto di vincoli ad ordinamenti della UE che in termini di diritto ordinamenti veri e propri non sono, ma solo accordi o trattati sovranazionali? Accordi o trattati che poco o nulla hanno a che fare con una vera e propria “ingegneria costituzionale” europea ( il Trattato Costituzionale) che se non definitivamente abortita è quanto meno riferibile tutt’al più ad una incerta gestazione, non ben diagnosticata ?

In questo quadro a quali obblighi internazionali si può fare riferimento , non appare affatto chiaro .Già il termine obblighi suscita perplessità : altro sarebbe parlare di reciproci impegni assunti ,di trattati bilaterali o di quadri di riferimento internazionali meno generici e indefiniti. Certo è che l’UE come entità giuridica appare più un rompicapo che una solida costruzione istituzionale. E infatti tende a perdere pezzi. Ancorarsi ulteriormente e più rigidamente ad una realtà così malamente strutturata ,se non pericolante,e ad una ipotetica futura produzione giuridico-ordinamentale “ de iure condendo”mi sembra quanto meno opinabile. Mancano dati fondamentali di certezza. E l’impressione che mi dà, fa rabbrividire : è come gettare ad un naufrago (l’Italia) un salvagente di cemento armato. Pensiamoci bene.

Un atto di indirizzo senza direzione

Un atto di indirizzo senza direzione

di Giovanni Fioravanti

 

Sperare che l’atto di indirizzo sulle priorità politiche per il 2017 del MIUR contenesse elementi di ravvedimento forse era troppo. Ma inquieta che si possa continuare a parlare di sistema formativo nel nostro paese senza avere uno sfondo ed un orizzonte di riferimento.

Pare che i tempi in cui si lamentava la distanza della scuola dalla società non siano poi nei fatti mai tramontati. Nell’atto di indirizzo mancano due soggetti che oggi dovrebbero costituire le premesse di ogni discorso sulla formazione e la riforma del nostro sistema di studi, vale a dire l’istruzione permanente e il territorio. Sembrano i convitati di pietra che si ha timore ad evocare, perché se questi non divengono le chiavi di volta della formazione difficilmente si può parlare di riforma del sistema scolastico oggi.

Siamo in Europa e nonostante i documenti, le prese di posizioni dalla Lisbona del 2000 agli obiettivi per il 2020, nel nostro paese non si riesce a fare dell’istruzione permanente l’asse portante intorno al quale rivedere il nostro sistema della formazione. Il Miur la ignora, come ignora l’apporto dell’apprendimento informale e non formale. Pare che il tempo per la nostra scuola si sia fermato, che al di fuori delle aule scolastiche non esista istruzione, formazione, sapere, che quell’immenso bacino di conoscenza che è la rete di internet esista solo se ricondotto nell’alveo degli istituti scolastici attraverso i programmi per il digitale.

Si apprende dalla culla alla tomba, ma con questo non ci si confronta, la realtà dell’apprendimento è solo scolastica, per cui va bene la tradizionale scansione dello studio per classi e per età, per corsi e gradi di studio, tutto il resto non esiste, se esiste continua a non riguardare il nostro sistema scolastico, che è sistema tendenzialmente solitario, a se stante, scuola-centrico.

Ma se non si riconosce che si può apprendere anche al di fuori della scuola, si rischia di sprecare risorse anziché massimizzarle, si rischia di non dare risposte adeguate al disagio che produce i precoci abbandoni scolastici di cui il nostro paese è campione, si continua a lasciare fuori dal circuito scolastico chi vi potrebbe rientrare se vedesse riconosciute in modo compiuto le esperienze di apprendimento non formale e in formale, come l’Europa ci chiede e il nostro paese si era impegnato a fare con la legge Fornero del 2012.

Ma di tutto questo non c’è tratta nell’atto di indirizzo del ministero ricco più di auspici che della capacità di guardarsi intorno, di fare i conti con una realtà che ha profondamento cambiato i modi e i luoghi dell’apprendimento, in cui cultura e saperi sono diffusi come mai nel passato, tanto che l’Unesco ha un sito dedicato alla rete delle learning cities, delle città che apprendono. Con questa realtà di apprendimento diffuso come dialoga la scuola, come cambia se stessa? Non è dato di sapere, perché questa realtà dagli indirizzi ministeriali è semplicemente oscurata.

Dagli indirizzi del Miur sono scomparse anche le scuole aperte, non se ne parla come impegno per il 2017. Eppure quelle scuole aperte offrivano uno spiraglio al territorio, grande escluso di questi indirizzi. Non territorio da usare solamente per le opportunità che offre ma da integrare, nella vecchia idea che ormai pare abbandonata di integrazione scuola-territorio, di cui nessuno ormai parla più.

Se l’istruzione è permanente il territorio è il luogo dove essa abita, perché il territorio è un grande bacino di apprendimenti non formali e informali che chiedono di integrarsi ai curricoli scolastici, che chiedono non solo di essere occasioni, ma anche di essere riconosciuti nel portfolio di ogni alunno, nella somma dei suoi crediti. Ma questa è ancora la scuola del faccio tutto io, tutto deve avvenire all’interno del mio grande corpo per essere riconosciuto, dalle discipline come l’educazione motoria, la musica, l’arte che meglio sarebbero sviluppate se svolte negli spazi ad esse propriamente dedicati sul territorio, dai centri sportivi ai laboratori musicali ed artistici, fino alla educazione alla legalità, alla lotta alle dipendenze dalla droga e dall’alcool e altro ancora.

Se non si mettono insieme istruzione permanente e territorio è assai difficile oggi ripensare la scuola ed ogni sua riforma sarà sempre e solo autoreferenziale, fuori dal tempo. Le scuole aperte saranno tali solo per prolungare la permanenza dei loro alunni negli spazi scolastici, ma non certo per allargarne gli orizzonti, i luoghi dell’apprendimento, del conoscere e del sapere oltre l’angustia delle classi e delle aule scolastiche.

Istruzione permanente e territorio sono sacrificati al grande Moloch che è il nostro sistema scolastico, ipertrofico e invecchiato, fagocitato dal cortocircuito del reclutamento del suo personale. Una scuola che al di là dell’intenzioni resta culturalmente chiusa al nuovo che si agita intorno e che i responsabili politici per primi continuano a non saper vedere.

Dall’Inail 100 milioni all’edilizia scolastica

da Il Sole 24 Ore

Dall’Inail 100 milioni all’edilizia scolastica

di Cl. T.

Il governo presenta un pacchetto di nuovi emendamento al disegno di legge di Bilancio all’esame in commissione Bilancio alla Camera: in uno di questi emendamenti si prevede che l’Inail metterà a disposizione 100 milioni di euro per costruire nuove scuole.

In discussione il rifinanziamento agli Its
Da quanto si apprende, l’esecutivo starebbe pensando anche a recuperare il taglio ai finanziamenti agli Its. Con un emendamento specifico si punta a incrementare il fondo, proprio al fine di rispondere alla crescente domanda di partecipazione al sistema di istruzione e formazione tecnica superiore. L’idea allo studio è aggiungere tra i 10 e i 13 milioni, arrivando così al raddoppio delle risorse (oggi lo Stato stanzia 13 milioni annui).

L’incremento del fondo è destinato prioritariamente a finanziare la crescita del sistema ed è assegnato alle fondazioni Its in relazione all’aumento percentuale dei percorsi rilevato nell’anno precedente, con riferimento al limite di costo previsto dalla normativa vigente.

Piano nazionale scuola digitale, per l’anniversario tre giorni di rassegna a Caserta. Da ieri via alle iscrizioni

da Il Sole 24 Ore

Piano nazionale scuola digitale, per l’anniversario tre giorni di rassegna a Caserta. Da ieri via alle iscrizioni

Scuole aperte al territorio, laboratori, dibattiti e tre giorni di eventi speciali alla Reggia di Caserta. È il programma della Settimana del Piano nazionale scuola digitale, dal 25 al 30 novembre. In occasione del primo compleanno del Piano (#PNSD), il Miur invita studenti, insegnanti, presidi e innovatori a condividere quanto fino ad ora realizzato e a lavorare per il prossimo anno di attuazione.

La partecipazione
La partecipazione alla Settimana è aperta a tutte le scuole che potranno sviluppare liberamente le proprie attività. Previsto anche un concorso per ragazzi, #ilmioPNSD, al termine del quale le migliori cinque attività o i migliori eventi realizzati e documentati attraverso un videoclip riceveranno un contributo da utilizzare per la realizzazione di un ambiente per la didattica digitale integrata o per la laboratorialità creativa.
Per agevolare l’organizzazione delle attività, alle scuole è stato inviato un kit con una mini-guida pensata per l’occasione.
Da ieri sono poi aperte le iscrizioni (qui il link http://www.settimanapnsd.it/) alla tre giorni di eventi, dal 25 al 27 novembre, presso la Reggia di Caserta, che si trasformerà in un grande laboratorio digitale. Oltre 45 ore fra workshop e laboratori, più di 50 scuole coinvolte nella presentazione di progetti, 2 hackathon, 6 spazi per la condivisione di esperienze, questi i numeri della manifestazione. Aprirà i lavori, venerdì pomeriggio, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

La rassegna
Al piano terra saranno esposti gli ambiti di applicazione e le azioni messe in campo grazie al #PNSD. Nell’area Workshop sarà possibile approfondire alcune delle nuove competenze che il progetto sta portando nelle scuole italiane: logica e pensiero computazionale, educazione ai media, Stem e robotica educativa, innovazione didattica, arte e cultura digitale, innovazione nella progettazione degli ambienti. Nell’area Esperienze sarà possibile organizzare dimostrazioni e confronti sui progetti già realizzati. Nell’area Hackathon, oltre 300 ragazzi saranno coinvolti in competizioni di idee sull’innovazione.
Una sala dedicata permetterà anche di condividere e discutere le buone pratiche che le scuole italiane stanno già realizzando o hanno sviluppato in questo anno, e mettere a confronto modelli e approcci sui temi chiave del #PNSD.
Da ieri pomeriggio è possibile iscriversi agli eventi in programma alla Reggia di Caserta attraverso il sito: http://www.settimanapnsd.it/.

Scuola-lavoro con obbligo formativo per gli alunni

da Il Sole 24 Ore

Scuola-lavoro con obbligo formativo per gli alunni

di Mauro Pizzin

 La copertura assicurativa degli studenti impegnati in progetti di alternanza scuola-lavoro sarà garantita – come per le altre attività degli studenti delle scuole o istituti di istruzione – mediante il sistema della gestione per conto dello Stato nel caso degli iscritti agli istituti statali e tramite il versamento di un premio speciale unitario (di cui si sta valutando «l’aggiornamento anche in relazione all’andamento infortunistico») per gli iscritti agli istituti non statali. L’infortunio dello studente in alternanza scuola-lavoro – a cui andrà erogata la formazione – dovrà essere denunciato dal dirigente scolastico.

I chiarimenti arrivano dalla circolare 44/16 dell’Inail, pubblicata ieri, che detta le regole da seguire sul fronte assicurativo-infortunistico per gli studenti di età compresa fra i 15 e i 18 anni chiamati a seguire la nuova metodologia didattica inserita nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado, come parte integrante dei percorsi d’istruzione, dalla legge 107/15.

Si ricorda che attualmente gli studenti godono della copertura assicurativa Inail soltanto se svolgono esperienze tecnico-scientifiche ed esercitazioni pratiche di lavoro; attività di educazione fisica nella scuola secondaria; attività di scienze motorie e sportive, nonché attività di alfabetizzazione informatica e di apprendimento di lingue straniere con l’ausilio di laboratori nella scuola primaria e secondaria; viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo. Resta invece escluso dalla tutela l’infortunio in itinere occorso nel normale tragitto di andata e ritorno dal luogo di abitazione alla sede della scuola presso cui lo studente è iscritto.

Nel caso degli studenti impegnati in attività di alternanza scuola-lavoro bisogna invece distinguere fra eventi verificatisi nell’ambito scolastico vero e proprio, per i quali viene confermata l’attuale copertura assicurativa poco sopra elencata (compresa l’esclusione della tutela dell’infortunio in itinere) e gli eventi occorsi durante i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro. Per quest’ultimo ambito – chiarisce l’Istituto – premesso che questi percorsi non costituiscono rapporti di lavoro, l’attività svolta dagli studenti è sostanzialmente assimilata a quella dei lavoratori presenti in azienda in quanto esposti agli stessi rischi lavorativi, ragion per cui tutti gli infortuni in «ambiente di lavoro» sono indennizzabili, intendendo per tale non solo lo stabilimento aziendale ma anche un eventuale cantiere all’aperto o un luogo pubblico, purché in essi si svolga un progetto di alternanza scuola lavoro. Vengono inoltre ammessi a tutela gli infortuni occorsi durante il tragitto tra la scuola presso cui è iscritto lo studente e il luogo in cui svolge l’esperienza di lavoro in quanto «prolungamento dell’esercitazione pratica, scientifica o di lavoro». Resta scoperto, invece, l’eventuale infortunio in itinere che accada nel percorso dal luogo di abitazione a quello in cui si svolge l’esperienza di lavoro e viceversa.

Un altro corollario della sostanziale assimilazione degli studenti in alternanza scuola-lavoro ai lavoratori è costituita dall’obbligo di erogare loro la formazione secondo quanto previsto dal Dlgs 81/08 con modalità in presenza o e-learning.

Dopo aver ricordato le principali prestazioni garantite in caso di infortunio e chiarito che gli studenti non hanno diritto all’indennità per inabilità temporanea assoluta, a meno che non siano studenti lavoratori, l’Istituto sottolinea, infine, che l’obbligo di effettuare le denunce ricade sul dirigente scolastico (salvo che sia diversamente stabilito in ambito convenzionale), a cui l’assicurato è tenuto a comunicare l’infortunio occorsogli.

Legge di Stabilità, la commissione Bilancio si è espressa sugli emendamenti della scuola

da La Tecnica della Scuola

Legge di Stabilità, la commissione Bilancio si è espressa sugli emendamenti della scuola

Il pacchetto degli emendamenti alla Legge di Stabilità 2017 è stato esaminato nella giornata di lunedì 21 novembre dalla Commissione Bilancio della Camera.

A riferirlo sono i cronisti delle agenzie di stampa. Al momento, tuttavia, non sono stati resi noti gli esiti delle tante richieste di modifica, in particolare sul trattamento da riservare ai tanti precari della scuola abilitati ma non inseriti nelle GaE e sui fondi da assegnare al rinnovo del contratto bloccato da sette anni. E non è nemmeno accertato che l’esame degli emendamenti sia terminato.

Per il momento, si sa solo che il 21 novembre è stato “esaminato anche il pacchetto scuola-università”. A proposito del contenuti, l’unica notizia che trapela, confermata peraltro da più fonti, è l’accoglimento di una proposta che consente all’Inail di finanziare la costruzione di nuovi edifici scolastici: a tale scopo, sarebbero stati approvati 100 milioni di finanziamenti.

Oltre agli articoli, con modifiche, sugli enti locali (con le misure in stand by in attesa dell’esito dell’interlocuzione con il governo), quelli sulla previdenza con l’accantonamento degli emendamenti su opzione donna e ottava salvaguardia sui quali il governo però ha aperto a possibili modifiche.

La commissione si riunirà di nuovo il 22 novembre, dalle 10.30. Alle 11 scadrà il termine per la presentazione dei subemendamenti alle proposte del governo: ma su 16 emendamenti presentati dall’esecutivo tre intanto, sempre il 21 novembre, sono stati dichiarati inammissibili e uno è stato ritirato.

Otto anni fa moriva Vito Scafidi a Rivoli, torna la Giornata Nazionale per la Sicurezza

da La Tecnica della Scuola

Otto anni fa moriva Vito Scafidi a Rivoli, torna la Giornata Nazionale per la Sicurezza

“Scuole sicure, adeguate sismicamente, spazi decorosi, sostenibili e al passo con i tempi. Ma non solo”.

Inizia così un lungo comunicato stampa del Miur, pubblicato esattamente a otto anni di distanza dall’assurda e ingiusta morta del liceale Vito Scafidi, travolto da alcuni pesanti tubi dimenticati per anni nel controsoffitto dell’aula dove il giovane di Rivoli si trovava per prepararsi alla vita. E non per perderla.

Dopo la sua morte, il livello di sicurezza nelle scuole italiane è sembrato un po’ più alto. Almeno, nelle intenzioni. Da fare, però, c’è davvero tanto. Basti pensare che una scuola su due pecca in diverse certificazioni, ad iniziare da quelle antisismiche. E che sono venute fuori tutte dopo i recenti terremoti di Amatrice di fine agosto e dell’Umbria e Marche di qualche settimana fa.

Anche da parte del Miur, la sensibilità verso il tema della prevenzione infortun è decisamente aumentata.

Il ministero dell’Istruzione, per la ricorrenza, ha emesso il comunicato, all’interno del quale si parla di “una diffusa cultura della sicurezza, tra gli studenti, ma anche in tutta la comunità scolastica che ogni giorno vive e lavora negli istituti”.

Lo proponiamo, per intero, ai nostri lettori.

Sono questi i temi della prima Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole che si terrà in tutti gli istituti italiani domani e che a Roma verrà celebrata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dal Ministro all’Istruzione Stefania Giannini, e dal Sottosegretario Davide Faraone, a partire dalle 10.30 presso l’Istituto “Pablo Neruda” di Roma, un istituto nuovo finanziato grazie alla misura dello Sblocco del Patto di stabilità prevista dal Governo tra i filoni di intervento di edilizia scolastica.

Per l’occasione il Presidente Matteo Renzi, il Vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti Dario Scannapieco, e Fabio Gallia, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), firmeranno un Protocollo di intesa per l’erogazione di nuove risorse per l’edilizia scolastica. Verranno poi premiate le scuole che si sono distinte nell’anno scolastico 2015/2016 per progetti sui temi della sicurezza.

“L’edilizia scolastica è stata da subito una nostra priorità – ricorda il Ministro Stefania Giannini – ed è un lavoro che stiamo portando avanti attraverso stanziamenti importanti, ma anche attraverso un lavoro fatto con le scuole, le associazioni, le istituzioni coinvolte sul fronte della formazione, dell’educazione dei ragazzi e della prevenzione. Quella di domani sarà una Giornata intensa in tutta Italia, avremo migliaia di scuole coinvolte in laboratori, dibattiti, iniziative sul tema della sicurezza”.

“La Giornata Nazionale di domani (martedì 22 novembre ndr) fa del ricordo, quello delle vittime della mancanza di sicurezza, un momento di azione e di consapevolezza. E la cosa di cui, come Governo, siamo soddisfatti è che lo fa in una dimensione di grande collaborazione e sinergia: istituzioni, scuole, associazioni, enti locali, tutti insieme per un unico obiettivo, tutti determinati a fare la propria parte per garantire ai nostri ragazzi edifici in cui studiare e crescere senza timori. E non è un’azione che si conclude qui perché il lavoro dell’Osservatorio, che portiamo avanti con costanza ed efficienza, continua nell’ottica della programmazione di risorse in maniera mirata e strategica”, dichiara il Sottosegretario Davide Faraone.

La Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole è stata istituita con la legge Buona Scuola e la data è stata scelta in ricordo del tragico incidente avvenuto nel 2008 al liceo “Darwin” di Rivoli. La Giornata prevede il ricordo di tutte le vittime della mancanza di sicurezza.

L’iniziativa è promossa dal Miur in collaborazione con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio per il coordinamento e impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); Protezione Civile; Cittadinanzattiva; Fondo Vito Scafidi; Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL); Banca europea per gli investimenti; Legambiente; Consiglio Nazionale dei Geologi; Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire); Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDiS); Associazione Vittime della scuola. Anche la Cassa depositi e prestiti è coinvolta nelle azioni e iniziative per garantire la sicurezza.

Già a partire da oggi e fino al 23 tutte le scuole italiane hanno potuto prendere parte a questo momento di riflessione, organizzando attività didattiche, incontri, occasioni di confronto e di sensibilizzazione sui temi della sicurezza e della prevenzione dei rischi, durante le attività scolastiche ed extra scolastiche e in sinergia con i propri territori di appartenenza.

Dal 25 al 30 novembre scuole aperte al territorio per il Piano Nazionale Scuola digitale

da La Tecnica della Scuola

Dal 25 al 30 novembre scuole aperte al territorio per il Piano Nazionale Scuola digitale

Scuole aperte al territorio, laboratori, dibattiti e tre giorni di eventi speciali alla Reggia di Caserta. Questo il programma della Settimana del Piano Nazionale Scuola Digitale in programma dal 25 al 30 novembre. In occasione del primo compleanno del  Piano (#PNSD), il Miur invita studenti, insegnanti, presidi e innovatori a condividere quanto fino ad ora realizzato e a lavorare per il prossimo anno di attuazione.

La partecipazione alla Settimana è aperta a tutte le scuole che potranno sviluppare liberamente le proprie attività. Previsto anche un concorso per ragazzi, #ilmioPNSD, al termine del quale le migliori cinque attività o i migliori eventi realizzati e documentati attraverso un videoclip riceveranno un contributo da utilizzare per  la realizzazione di un ambiente per la didattica digitale integrata o per la laboratorialità creativa.

Per agevolare l’organizzazione delle attività, alle scuole è stato inviato un kit con una mini-guida pensata per l’occasione.

Da oggi sono poi aperte le iscrizioni (qui il link http://www.settimanapnsd.it/) alla tre giorni di eventi, dal 25 al 27 novembre, presso la Reggia di Caserta, che si trasformerà in un grande laboratorio digitale. Oltre 45 ore fra workshop  e laboratori, più di 50 scuole coinvolte nella presentazione di progetti, 2 hackathon, 6 spazi per la condivisione di esperienze, questi i numeri della manifestazione. Aprirà i lavori, venerdì pomeriggio, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini.

Al piano terra saranno esposti gli ambiti di applicazione e le azioni messe in campo grazie al #PNSD. Nell’area Workshop sarà possibile approfondire alcune delle nuove competenze che il progetto sta portando nelle scuole italiane: logica e pensiero computazionale, educazione ai media, STEM e robotica educativa, innovazione didattica, arte e cultura digitale, innovazione nella progettazione degli ambienti. Nell’area Esperienze sarà possibile organizzare dimostrazioni e confronti sui progetti già realizzati. Nell’area Hackathon, oltre 300 ragazzi saranno coinvolti in competizioni di idee sull’innovazione.

Una sala dedicata permetterà anche di condividere e discutere le buone pratiche che le scuole italiane stanno già realizzando o hanno sviluppato in questo anno, e mettere a confronto modelli e approcci sui temi chiave del #PNSD.

Da questo pomeriggio è possibile iscriversi agli eventi in programma alla Reggia di Caserta attraverso il sito: http://www.settimanapnsd.it/.

Referendum del 4 dicembre: riepiloghiamo le norme sui permessi

da La Tecnica della Scuola

Referendum del 4 dicembre: riepiloghiamo le norme sui permessi

In prossimità del Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, riproponiamo le regole riguardanti permessi e riposi compensativi per i votanti e per i componenti di seggio, oltre alle agevolazioni di viaggio previste.

Permessi per esercitare il diritto di voto

Non esistono permessi specifici per andare a votare in comune diverso rispetto a quello in cui si presta l’attività lavorativa, quindi i lavoratori interessati potranno utilizzare i permessi o le ferie previste dal CCNL.

Fanno eccezione i dipendenti trasferiti di sede nell’approssimarsi delle elezioni, nel caso in cui abbiano richiesto, nel prescritto termine di 20 giorni, il trasferimento di residenza, ma non abbiano ancora ottenuto l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio. In questa ipotesi, deve essere riconosciuto il permesso retribuito per l’esercizio del diritto di voto; in particolare:

  • un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;
  • due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.

Permessi per i componenti di seggio e riposi compensativi

Ai sensi della legge 361/57 l’attività prestata presso i seggi elettorali è equiparata all’attività lavorativa.

Ai lavoratori dipendenti (a T.I. e a T.D.), chiamati a svolgere funzioni presso i seggi elettorali, è riconosciuto il diritto di assentarsi per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio. Il beneficio spetta ai componenti del seggio elettorale (presidente, scrutatore, segretario) e ai rappresentanti di lista. Analogo diritto spetta ai lavoratori impegnati a vario titolo nelle operazioni elettorali (vigilanza o altro).

Ai componenti del seggio elettorale o rappresentanti di lista o comunque impegnati in operazioni connesse, spetta anche il diritto di recuperare le giornate non lavorative di impegno ai seggi con giorni di recupero da concordare con il datore di lavoro, in rapporto anche alle esigenze di servizio.

Inoltre, il lavoratore ha diritto al recupero delle giornate festive (la domenica), o non lavorative (il sabato, nel caso di settimana corta e cioè di intero orario settimanale prestato dal lunedì al venerdì), destinate alle operazioni elettorali, nel “periodo immediatamente successivo ad esse”. Salvo diverso accordo con il datore di lavoro, i dipendenti hanno pertanto diritto a restare a casa retribuiti nei due giorni successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo), o nel giorno successivo (se il sabato è lavorativo).

Se le operazioni di scrutinio si dovessero protrarre oltre la mezzanotte della domenica, il lunedì sarà considerato come giorno dedicato alle operazioni elettorali e pertanto le giornate di diritto al riposo dovrebbero essere il martedì ed eventualmente il mercoledì.

Agevolazioni tariffarie per i viaggi ferroviari, via mare e autostradali

Con circolare n. 25 del 13 maggio 2016 il Ministero dell’Interno ha comunicato che, in occasione delle consultazioni elettorali, gli elettori che si recheranno a votare nel proprio comune di iscrizione elettorale potranno usufruire delle agevolazioni di viaggio che verranno applicate da enti o società che gestiscono i relativi servizi di trasporto.

In estrema sintesi, per i viaggi ferroviari:

A) La società Trenitalia S.p.A., per gli elettori residenti nel territorio nazionale, rilascerà biglietti nominativi esclusivamente per viaggi di andata e ritorno in seconda classe e livello Standard dei Frecciarossa, con le seguenti riduzioni:

  • 60% del prezzo del biglietto sui treni regionali;
  • 70% del prezzo Base per i treni di media-lunga percorrenza nazionale (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity, IntercityNotte e Espressi) e per il servizio cuccette.

B) La società Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A.” (NTV) applicherà, nelle regioni in cui effettua servizio commerciale, una riduzione a favore degli elettori pari al 70% del prezzo del biglietto.

L’agevolazione potrà applicarsi esclusivamente sui biglietti ferroviari nominativi di andata e ritorno acquistati per viaggiare in ambiente Smart e Extra Large, con le offerte Flex e Economy.

C) La Società Trenord s.r.l., operante in Lombardia, applicherà una riduzione del 60% sulle tariffe regionali n. 39 per il rilascio di biglietti nominativi di andata e ritorno, in seconda classe (con esclusione dei treni del servizio aeroportuale Malpensa Express).

Per i viaggi via mare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha diramato alla Società “Compagnia Italiana di Navigazione S.p.a” (che effettua il servizio pubblico di collegamento con la Sardegna, la Sicilia e le Isole Tremiti) le direttive per l’applicazione, nell’ambito del territorio nazionale e negli scali marittimi di competenza della Società medesima, delle consuete agevolazioni a favore degli elettori residenti in Italia e di quelli provenienti dall’estero che dovranno recarsi a votare nel comune di iscrizione elettorale.

In particolare:

  • ai biglietti di tali elettori verrà applicata di norma una riduzione del 60% sulla “tariffa ordinaria”;
  • ai biglietti degli elettori che abbiano diritto alla tariffa agevolata in qualità di residenti, le biglietterie autorizzate applicheranno sempre la “tariffa residenti” tranne che la “tariffa elettori” risulti più vantaggiosa.

Infine, sono previste delle agevolazioni autostradali, ma solo per gli elettori residenti all’estero.

L’uovo di Colombo di Renzi: col tempo pieno al Sud, più scuola e tanti prof tornano a casa

da La Tecnica della Scuola

L’uovo di Colombo di Renzi: col tempo pieno al Sud, più scuola e tanti prof tornano a casa

Si allunga la lista degli impegni che sta prendendo il premier Renzi con il mondo della Scuola: l’ultimo, il più probante, riguarda il tempo pieno al Sud.

Anche perchè rimanere a scuola sino attorno alle ore 16.00 comporterebbe, oltre che un incremento dell’offerta formativa, anche il ritorno a casa (o molto più vicino di ora) di tanti docenti meridionali, costretti oggi a svolgere servizio in altre province o regioni d’Italia. Oppure a tornarvi, dopo aver ottenuto quest’anno in extremis l’assegnazione provvisioria.

Parlando, lunedì 21 novembre, in diretta su Facebook, Renzi lo ha detto a chiare lettere: rispondendo a una domanda sui tanti docenti costretti a lasciare la loro terra di origine per prendere servizio in scuole di altre province, il presidente del Consiglio ha detto che “la cosa fondamentale è venire incontro alle esigenze studenti e non a quelle degli insegnanti”.

“Però – ha aggiunto – in un contesto in cui abbiamo messo tre miliardi in più per la scuola, e nonostante ciò molti si lamentano, la soluzione migliore è il tempo pieno al Sud, in particolare in alcune zone. Lì c’è un problema per gli insegnanti ma anche per gli studenti, e noi vogliamo combattere le difficoltà degli studenti”.

Ora, ben venga il piano annunciato da Renzi. Nutriamo più di qualche dubbio su come si possa introdurre il tempo pieno, almeno nel breve periodo, senza adeguate coperture finanziarie: per realizzarlo, infatti, servirebbero diverse migliaia di docenti. La cui assunzione deve necessariamente partire da un piano governativo che passa per il vaglio del ministero dell’Economia o comunque dei parlamentari che gestiscono le finanze pubbliche.

Non a caso, questi ultimi stanno ponendo più di qualche dubbio al progetto ministeriale, accolto nella Legge di Stabilità attraverso 140 milioni e poi altri 400 milioni di fondi dal 2018 in poi, sulla trasformazione di 25mila cattedre dall’organico di fatto a quello di diritto. Cosa potranno dire onorevoli e senatori dinanzi alla richiesta di allargamento del monte orario in tante scuole del Sud?

Legge di stabilità: altri 100 milioni per la scuola

da La Tecnica della Scuola

Legge di stabilità: altri 100 milioni per la scuola

Per la scuola arrivano altri 100milioni di euro, grazie ad un emendamento del Governo alla legge di bilancio.
La somma è destinata alla costruzione di nuovi edifici scolastici e verrà messa a disposizione dall’Inail.
L’emendamento è già stato approvato in Commissione Bilancio e contribuirà ad aumentare gli stanziamenti già previsti per il sistema scolastico.
Ma il nodo vero sulla scuola riguarda le somme disponibili per il contratto, atteso da quasi un milione di docenti e Ata.
Per il momento risulta stanziata una cifra di poco inferiore a due miliardi che però riguarda tutto il pubblico impiego (poco più di 3 milioni di dipendenti). A conti fatti la scuola potrebbe contare su una somma pari a 6-700 milioni di euro, non molto distante dagli 800 milioni che l’onorevole Silvia Chimenti ha rivendicato pochi giorni fa, ma lontanissima da quella richiesta dai sindacati che parlano di non meno di 3-4 miliardi di euro.