L’ANAC fornisce indicazioni relative alla pubblicazione dello stato patrimoniale dei dirigenti pubblici

L’ANAC fornisce indicazioni relative alla pubblicazione dello stato patrimoniale dei dirigenti pubblici

Come avevamo prospettato nel corso del webinar del 1° dicembre scorso dal titolo “I nuovi obblighi di pubblicità e il diritto di accesso civico”, l’ANAC ha pubblicato in data odierna, e posto in consultazione pubblica fino al 12 gennaio 2017, lo schema di Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione dell’art. 14 del d.lgs. 33/2013 «Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali» come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016.

La versione definitiva delle Linee guida sarà successivamente approvata dall’ANAC e pubblicata in Gazzetta ufficiale. Possiamo però già trarre alcune informazioni molto rilevanti per la categoria dei dirigenti delle scuole:

1) gli obblighi di pubblicazione di cui all’art. 14 del d.lgs. 33/2013 – come modificato dal d.lgs. 97/2016, ovviamente – sono confermati per tutti i dirigenti pubblici;

2) tali obblighi devono essere assolti pubblicando, sul sito istituzionale dell’istituzione scolastica, nella sezione “Amministrazione trasparente”, sottosezione di primo livello “Personale”, sottosezione di secondo livello “Dirigenti”, i numerosi documenti e dati previsti dall’art. 14, c. 1:

a) il provvedimento di incarico
b) il curriculum
c) compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione dell’incarico; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici
d) i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti
e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti
f) le dichiarazioni di cui all’articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge

3) i componenti del Consiglio di Istituto non sono sottoposti ad alcun obbligo di pubblicazione in quanto tale incarico è svolto a titolo gratuito (art. 14, c. 1-bis);

4) gli obblighi di pubblicazione coinvolgono anche i soggetti destinatari di delega ex art. 17, c. 1-bis del d.lgs. 165/2001;

5) i titolari di posizioni organizzative – l’unico caso di interesse scolastico riguarda il DSGA – sono tenuti alla pubblicazione del solo curriculum;

6) la pubblicazione deve avvenire facendo uso dell’apposito modello predisposto dall’ANAC (allegato 2 alle Linee guida) ed aggiornata con cadenza annuale (allegati 3 e 4 alle Linee guida);

7) gli obblighi di cui alla lettera f) riguardano anche il coniuge non separato nonché “i nonni, i genitori, i figli, i nipoti in linea retta (figli dei figli), i fratelli e le sorelle” del dirigente, fatta eccezione per coloro che non forniscono al dirigente il relativo consenso;

8) se un parente non presta consenso, sussiste solo l’obbligo di pubblicare tale decisione e il legame di parentela con il dirigente (es. “coniuge”, “fratello”, “sorella”, “figlio” ecc.) ma non deve essere pubblicata alcuna informazione idonea ad identificarlo personalmente;

9) non sussiste alcun obbligo di acquisire agli atti dell’istituzione scolastica l’eventuale diniego di consenso;

10) tenuto conto della novità che l’adempimento comporta per i dirigenti (per i politici si tratta di obblighi già in vigore da tempo), l’ANAC ritiene che il termine temporale per assolvere agli obblighi in questione sia il 31 marzo 2017 per quanto riguarda tutte le informazioni previste dall’art. 14, c. 1 tranne quelle di cui alla lettera f), per le quali si deve provvedere entro un mese dalla scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 2016.

L’ANP invierà all’ANAC, quanto prima, la richiesta di esentare i dirigenti delle scuole dall’obbligo di pubblicare i dati relativi ai delegati ex art. 17, c. 1-bis del d.lgs. 165/2001.

Educazione all’essere bambina

Educazione all’essere bambina

di Margherita Marzario

Abstract: L’Autrice propone una breve lettura interdisciplinare di un documento, forse poco conosciuto ma tanto importante, sui diritti della bambina.

 

“Bambina”, nome comune di persona, singolare, di genere femminile, relativo all’età della fanciullezza. Affinché ogni bambina possa godere di diritti comuni a tutte, della sua individualità, della sua personalità e della sua fanciullezza, esiste la “Carta dei diritti della bambina” (con l’aggiunta, nel titolo, dell’enunciato “La bellezza della diversità”), un atto a livello regionale (e non universale), breve e non vincolante (perché non emanato da organi istituzionali), approvato a Reykjavik (Islanda) nel 1997, come frutto soprattutto dell’associazionismo femminile. Tra l’altro, offre tracce per un percorso di “educazione alla e della femminilità”, scevra da pregiudizi e stereotipi, rivolto principalmente a istituzioni e neogenitori. La nuova versione della Carta, approvata il 30 settembre 2016, ha aggiunto degli elementi testuali che invitano ancor di più alla riflessione e alla conseguente applicazione di quanto enunciato.

Significativo è già l’incipit “Ogni bambina”, che sottolinea la singolarità e l’unicità di ogni persona di sesso femminile, perché è diverso dal dire “le bambine” o “la bambina”. Ogni bambina ha il diritto di vivere la sua età, la sua natura femminile, il suo crescere e il suo differenziarsi dagli altri e da altro, rispetto alle altre bambine, agli altri bambini e agli adulti.

Nell’art. 1 (della formulazione originaria) si parla di “rispetto”, che etimologicamente significa “guardare dietro, guardare di nuovo”. Quello sguardo di cui ha bisogno ogni bambina, dall’inizio e sempre. Quel rispetto che richiede educazione dello sguardo e allo sguardo, educazione alla corporeità. Componenti su cui si basa tutta la Carta dei diritti della bambina sino alla sua chiusura nell’art. 9 in cui si disciplina la pubblicità, così onnipresente nella quotidianità. Il circolo virtuoso della Carta, in termini di coerenza ed essenza, dovrebbe diventare “magna charta” nella realtà, che è purtroppo lontana dalle sempre fattuali e progettuali disposizioni della Carta.

Ogni bambina ha diritto a una “Formazione educativa ai problemi economici e politici che le permetta di diventare una cittadina a tutti gli effetti” (art. 5 Carta dei diritti della bambina). Ogni donna deve imparare a essere padrona (dal latino “domina”) di se stessa per esserlo della vita che può donare. La femminilità è una ricchezza e, in quanto tale, non deve essere né venduta né svenduta ma amorevolmente offerta; di questo sono responsabili tanto la donna quanto l’uomo. In una coppia l’unica norma imprescindibile è il rispetto reciproco, tutto il resto può essere anormalità (rispetto alle convenzioni sociali o alle abitudini diffuse): il miglior modo per regolare la propria vita è regalare la propria vita. Femminilità è fonte di felicità, è educazione alla vera felicità. Come scrive la storica Lucetta Scaraffia: “Oggi le donne hanno compiuto molti progressi, sono più autonome, meno condizionate dai giudizi altrui. Ma a volte rischiano di dimenticare che la felicità non sta in una vita piacevole e protetta, bensì nell’amore che si sa dare agli altri dimenticando se stessi e i propri interessi”.

Ogni donna deve essere educata al vero senso della femminilità ricordando che letteralmente “femmina” è “quella che allatta, che nutrisce” e che, pertanto, è un carattere vitale che ha in sé e con sé e bisogna esprimere (“premere per fare uscire” da sé), in modo costruttivo per sé e per gli altri, per non “sterilizzarsi”. In tal senso la Carta dei diritti della bambina e in particolare l’art. 6 in cui si legge: “Informazione e conoscenza su tutti gli aspetti della salute, compreso quelli relativi alla salute sessuale e riproduttiva, che le permettano di godere di una maternità responsabile”.  Lo psicologo e psicoterapeuta Fulvio Scaparro sostiene: “Come il salmone che, attraverso inaudite fatiche e pericoli, risale il fiume controcorrente per assolvere al compito che la natura gli ha dato, ossia essere fertile, anche una donna senza figli ha un compito: lasciare in questa vita un segno, se non un figlio, una piccola o grande opera dell’ingegno e della fantasia, un po’ di bene per chi ne ha bisogno. In altre parole, tanto amore per se stessa e per gli altri”.

Lo psicologo e psicoterapeuta Fabrizio Fantoni precisa: “Le vicende amorose sono talvolta paragonabili alla forza misteriosa del nucleo dell’atomo. Una rottura può provocare un’emissione di energia inaudita, che si esprime in tempeste di emozioni e in gesti difficili da capire. Soprattutto se la rottura viene da una sola parte, e dopo pochi mesi di relazione. Quando cioè si è ancora nella fase dell’innamoramento, in cui predominano gli aspetti idealizzanti: tutto è bello, l’altra persona è la migliore che si potesse trovare, stare insieme è ogni volta bellissimo. È il tempo che consente di equilibrare questa visione con i limiti e i difetti che si riscontrano gradualmente nell’altra persona, e con la consapevolezza della difficoltà, oltre che della bellezza, dello stare insieme”. È questa l’educazione sentimentale, ancor prima di quella sessuale, in cui bisogna far crescere gli adolescenti, in particolare le ragazze per il rispetto del loro corpo e del loro essere, anche per evitare gravidanze o aborti in età adolescenziale o altri esiti peggiori. Si tenga conto dell’art. 7 della Carta dei diritti della bambina: “Sostegno positivo a scuola e a casa per affrontare serenamente i cambiamenti fisici ed emotivi della pubertà”.

Ogni bambina ha il diritto di “Non essere bersaglio della pubblicità che promuove il fumo, l’alcool e altre sostanze dannose” (art. 9 Carta dei diritti della bambina): può essere dannoso anche il culto dell’immagine e del corpo. Come afferma la scrittrice Michela Murgia: “Molto spesso le donne, ma non solo, per essere accettate sono costrette ad adeguarsi a canoni di omologazione che non rispettano l’identità di persone uniche e irripetibili. L’unica speranza è, invece, quella di poter essere amati per quello che si è veramente, oltre i chili di troppo o l’eccessiva magrezza, al di là delle rughe o dell’abito che si porta”.

Ancor più incisivo è il nuovo testo dell’art. 9 della Carta: [Ogni bambina ha il diritto] “Di non essere bersaglio, né tanto meno strumento, di pubblicità per l’apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità”. La donna, sin dalla tenera età, deve conoscere e cogliere la sua integrità e la fecondità delle sue differenze psicofisiche. Per essere donne non conta l’apparenza, l’immagine, il piacere e compiacere agli uomini, quello che si mostra, ma quello che si rivela e che si porta dentro e oltre: la vita, la potenzialità di vita. E in questo hanno un ruolo fondamentale i genitori, in particolare le mamme, che non devono far adottare alle bambine abbigliamento e atteggiamento da adulte. La femminilità non è uno strumento né deve essere strumentalizzata: è essere, è modo d’essere, di comunicare e di vivere.

Lo scrittore Kahlil Gibran già si chiedeva: “Verrà il giorno in cui la donna riunirà in sé la bellezza e conoscenza, versatilità e virtù, delicatezza fisica e forza d’animo?”. La donna torni a essere se stessa affinché ogni uomo (dal figlio della vita al compagno di vita) divenga se stesso: educare in tale direzione ed emozione ogni bambina (e ogni bambino), come si ricava pure dalla Carta dei diritti della bambina.

Secondo alcuni etimologi il significato di “carta” deriva da “scolpire, incidere”: affinché la Carta dei diritti della bambina consenta una vita libera e dignitosa e una convivenza sana e serena alle piccole donne e ai piccoli uomini di oggi e di ogni tempo, occorre che la Carta sia concretamente impressa nei piccoli gesti di ogni giorno, a cominciare da quello che si guarda in televisione o che si dice e si fa in famiglia, anche mentre si sta insieme a tavola.

Erasmus+ per gli studenti delle scuole superiori

Erasmus+ per gli studenti delle scuole superiori

A Firenze oggi e domani un incontro dedicato a questa opportunità per gli alunni

Firenze, 20 dicembre 2016 – Vivere un’esperienza Erasmus già dalle scuole superiori, studiando per circa tre mesi in un istituto scolastico in un altro paese europeo. E’ la mobilità di lungo periodo per gli alunni delle scuole, una delle opportunità meno conosciute tra quelle offerte da Erasmus+ e sarà al centro di un incontro formativo in programma oggi e domani a Firenze, presso l’ITI Leonardo da Vinci. Protagonisti del seminario i 30 studenti di 8 scuole italiane che poco meno di un anno fa sono partiti alla per realizzare questa in Spagna, Francia, Germania, Svezia, Finlandia, Portogallo, Lituania e Belgio, ma anche i nuovi alunni Erasmus+ in partenza in questi mesi.

L’evento si colloca nel lavoro svolto dall’Agenzia Erasmus+ Indire per la promozione della qualità dei progetti delle scuole finanziati con il duplice obiettivo di promuovere la buona gestione dei progetti, in vista della scadenza per presentare candidature il 29 marzo 2017, e di facilitare la preparazione degli studenti pronti a partire e dei docenti che faranno loro da tutor.

Il personale dell’Agenzia Erasmus+ e un team di psicoterapeuti lavoreranno assieme ai ragazzi e docenti per affrontare le aspettative, le possibili situazioni di difficoltà, il contratto formativo, la valutazione dopo il rientro e su come vivere al meglio questa esperienza.

Cos’è la mobilità di lungo periodo per gli alunni: Come l’Erasmus per l’Università, questo tipo di mobilità permette agli studenti delle scuole superiori di frequentare una parte dell’anno scolastico presso un istituto europeo partner per un periodo da 2 a 12 mesi, sulla base di un contratto formativo tra la scuola di provenienza e l’istituto ospitante, volto a concordare il programma di studio e il riconoscimento dell’esperienza al rientro in Italia. La mobilità di lungo termine degli alunni, ma esiste anche quella dei docenti, è organizzata tra scuole coinvolte in un Partenariato strategico, ovvero un progetto di cooperazione fra scuole europee. Fino al 2013 i dati della partecipazione mettevano l’Italia ai primi posti in Europa con oltre 75 scuole coinvolte in tutto il territorio nazionale, 289 alunni italiani che hanno vissuto l’esperienza di mobilità e 286 alunni provenienti da vari paesi europei ospitati nelle scuole partner italiane.

Diploma magistrale linguistico

L’Anief chiude la partita sul diploma magistrale linguistico: vittoria piena in Consiglio di Stato

I docenti in possesso di diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico avevano pieno diritto a partecipare, in quanto abilitati, al concorso a cattedra 2016; questo quanto emerge dalla sentenza ottenuta in Consiglio di Stato dai legali Anief Sergio Galleano e Vincenzo Di Michele rendendo finalmente giustizia a questa particolare categoria di docenti. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) “Ancora una volta il MIUR credeva di poter agire illegittimamente e, ancora una volta, l’Anief ha avuto ragione in tribunale tutelando i diritti di centinaia di lavoratori precari della scuola. Queste sono le nostre migliori soddisfazioni”.

D. Goleman e P. Senge, A scuola di futuro

A scuola di futuro. Manifesto per una nuova educazione
di Daniel  Goleman  e  Peter  Senge

di Luigi  Manfrecola

 

UN’EDUCAZIONE AL PASSO COI TEMPI

Esiste un’emergenza educativa oggi?

Certamente sì, come peraltro è sempre avvenuto.

In effetti, l’educazione dovrebbe dare, in ogni epoca,  una qualche  risposta alle esigenze dei tempi assumendo una concreta connotazione storica.

Ebbene, GOLEMAN , il celebre sostenitore della “intelligenza emotiva”, si è recentemente voluto interrogare al riguardo e lo ha fatto scrivendo il  saggio a quattro mani – “A scuola di futuro” –  con il collega Peter  Senge al quale resta affidata una parte importante delle conclusioni : quella in cui si sottolinea   (nel 4° capitolo – “Comprendere il mondo nel suo insieme” )  la necessità di sviluppare nei nostri giovani un “pensiero sistemico” che li ponga in grado di cogliere le interconnessioni che legano un mondo divenuto sempre più complesso e tale da  farci smarrire ogni possibile chiave di lettura.

 

IL PARADIGMA CULTURALE FONDATIVO

Ma è veramente possibile leggere  una tale complessità??

Il dinamismo  di una società mutante e frenetica, iper-tecnologizzata  e globalizzata, è sotto gli occhi di tutti ed ha sollecitato molteplici riflessioni, non sempre e non solo di segno laudativo.

Basti qui ricordare l’insistenza di un  Bauman che si è fatto testimone della mutevolezza magmatica della nostra società “liquida” ; una  società nella quale il corso degli eventi non si  mostra più come un fiume lento ed inesorabile nel suo fluire, ma piuttosto come una serie frammentata di pozzanghere e di  piscine, nel segno della discontinuità. Riuscire a percorrere questo territorio sociale costruendo ponti e rintracciando “percorsi di senso” diviene dunque un’emergenza culturale, esistenziale ed umana. Un tal  genere di riflessione non è cosa nuova quando si dia per scontato, come troppi  fanno,  che ogni parte è sempre parte di un tutto e che occorre saper vedere e rintracciare il filo che lega fra loro gli eventi, rammendarne  la tela utilizzando, ciascuno, il proprio gomitolo di cotone colorato e capire che non è importante la tinta ma l’ordito complessivo. Occorre  stare nel sistema, capire il sistema , “fare SISTEMA”.

I lettori più avveduti non faticheranno a ravvisare in questa concezione la CORRENTE FILOSOFICA  e CULTURALE  che caratterizza la nostra epoca, scivolata dallo Strutturalismo alla visione “sistemica” di un Luhmann :  esemplare testimonianza di un  pensiero POST-MODERNO rischiosissimo, a giudizio di chi scrive,in quanto conduce inesorabilmente  alla frontiera della ERMENEUTICA in cui viene a sfumarsi ogni VERITÀ! Ci piace usare il carattere maiuscolo per sottolineare la nostra distanza dalla deriva relativista che si nasconde in questa visione e non a caso abbiamo utilizzato la nostra metafora dei fili di diverso colore onde segnalare il messaggio ultimo della filosofia sistemica per cui  il mondo, nella sua complessità inquieta ,finisce per  prestarsi ad infinite  interpretazioni, sempre soggettive e tali da rispecchiare il personale interesse , la particolare angolatura visuale e la cultura di chi vi si rapporta.

 

PENSIERO ED INTELLIGENZA SISTEMICI

Ebbene, queste nostre personali riflessioni  critiche non appartengono a Peter Senge  (docente del Massachuttes Insittute of Tecnology)che, con pragmatico fare anglosassone, si limita a porsi il problema di dover  fornire ai giovani la capacità di essere presenti nell’ epoca odierna  guadagnando la capacità di collegare fra loro i fatti e di interagire  con l’ambiente circostante fornendo risposte ” efficaci”. Siamo alla solita teorizzazione della “learning  organization” secondo cui le aziende imparano dai loro membri e dalla società che esprime precise ma mutevoli richieste. Trasferendo il discorso sul piano pedagogico, ciò induce l’Autore a raccomandare che   i nostri ragazzi siano messi  in grado di riflettere sulle conseguenze a lungo termine delle loro azioni ,  individuando le connessioni  che corrono fra se stessi  e il mondo, ma anche esplorando e le proprie  mappe mentali ed affettive,  fino a sentirsi di in sintonia con gli altri e consapevoli della propria INTERIORITA’. Fino a  PERCEPIRE SE STESSI COME UN SISTEMA COMPLESSO IN CUI VANNO A SOMMARSI LE DIMENSIONI INTELLETTIVE , SOCIALI, AFFETTIVE ED EMOTIVE. Noi tutti rappresentiamo un sistema, così come ciascuna  “classe” di studenti  secondo lui è un sistema, immerso in un ambiente ed in un orizzonte cognitivo complesso e  centrifugo  . Affermare che  la classe sia essa stessa un sistema vale a dire che  ciascun allievo può farsi e si fa guida per i compagni quando si punti sull’insegnamento cooperativo. Prestare attenzione all’orizzonte cognitivo in cui siamo immersi  vuol dire fare  riferimento   anche ad Internet   ed al circo mediatico che ci assedia. Tuttavia, a giudizio di Senge,un grosso  problema è rappresentato dal  cosiddetto “ritardo temporale” col quale si manifestano le conseguenze inattese  di certe nostre azioni;  il  che ostacola la capacità di  riuscire a cogliere le relazioni causa-effetto  (pag. 56) . Situazione che si aggrava per effetto della complessità sociale  che viaggia sempre in tandem con la complessità dinamica (temporale) , sfidando il nostro sviluppo cognitivo ed emotivo (Pag. 59).

Conclusivamente Peter Senge  ritiene di poterne  trarre  alcune indicazioni di carattere pedagogico,   per generare negli alunni le “abitudini del pensatore sistemico”.

Occorre che  l’allievo :-cerchi di  comprendere sempre il quadro complessivo;  si sforzi di osservare come in un sistema gli elementi cambino nel tempo;  riconosca che sono  le strutture di un sistema a  generare  sempre un suo comportamento;  si abitui a cambiare prospettiva per aumentare la comprensione; sia indotto ad esaminare a fondo ciascun problema , rifiutandosi di giungere ad una conclusione rapida; si abitui a ad  identificare le relazioni fra causa ed effetto; faccia emergere e sappia mettere alla prova le ipotesi  …e  così via  dicendo…(pag.72).

 

GOLEMAN: educazione alla CONSAPEVOLEZZA di sé  ed alla EMPATIA

Ebbene,  viene così a prospettarsi  un’educazione  intellettiva non più sterilmente individualista, rinchiusa in una dimensione riflessiva di carattere analitico ed isolazionistico,sviluppata entro  a comparti culturali fissi e stagnati,  ma una ginnastica mentale flessibile ed onnicomprensiva  scandita dal problem solving. In ogni caso , un’educazione da fondare a 360 gradi per riavviare, secondo le parole di GOLEMAN , “un’educazione alla VITA (Cap.1”) ,da realizzare imparando a  “Concentrarsi su se stessi” (Cap. 2) ed a “Sintonizzarsi sugli altri”(Cap.3).  Il messaggio che emerge da questa visione della questione educativa non è né semplicistico né scontato. Non si limita a valorizzare l’intelligenza emotiva come componente essenziale dell’educazione emotiva ed affettiva, da porre a base dell’educazione sociale. La tesi che si vuol fare affiorare va molto oltre le stesse più recenti raccomandazioni OCSE e della OMS. Queste ultime, come è noto, prendono atto della solitudine e dell’egocentrismo dei giovani d’oggi, divenuti individualisti e violenti per effetto d’una società massificante e parametrata  al possesso ed all’autoaffermazione consumistica: una società dell’Avere di  frommiana memoria. Il che induce a raccomandare una maggiore attenzione allo sviluppo di un atteggiamento di apertura sociale, ancor più importante quando si pensi che l’organizzazione attuale presuppone, anche a livello professionale, il lavoro di squadra e l’attitudine a lavorare in team. Da qui, come è scontato , la più recente attenzione attribuita  , anche nella legislazione nazionale, all’Educazione alla Convivenza civile. Ebbene, secondo gli Autori, questa prospettiva va corretta poiché la capacità riflessiva, l’attitudine a guardarsi dentro per conquistare l’autoconsapevolezza di  sé, un sé  chiamato ad interagire ed a confrontarsi con un SISTEMA di emozioni e di flussi interiori , ma anche di connessioni e di  relazioni sociali esterne, non può che contribuire ad uno sviluppo globale della personalità. Vale a dire che  vedersi  e  comprendersi  come esseri posti al centro di un mondo fisico, umano e  sociale – come  parte di un  SISTEMA complesso  – presuppone ed alimenta uno sviluppo armonico fondato sulla coincidenza della formazione sociale con quella  intellettiva . Aprire la mente vuol dire, insomma, aprirsi alla comprensione del mondo, di se stessi e degli altri (una sorta di eudemonismo socratico). Con riferimento a concrete esperienze innovative in tal senso sviluppate in molte scuole d’oltreoceano, Goleman afferma che ” la relazione tra gli effetti dell’educazione sociale ed emotiva, il comportamento e il rendimento scolastico costituì  un’enorme piacevole  sorpresa” e che  “la triplice attenzione (interiore, verso gli altri e verso l’esterno) può preparare al meglio i ragazzi per il futuro”   (Cap. 1)

In conclusione , “sono cinque i punti che costituiscono ora le abilità fondamentali  insegnate nell’educazione sociale ed emotiva, per come è venuta sviluppandosi in America: autoconsapevolezza, autogestione, empatia, abilità sociali e buon decision making” (pag. 5)

Se questa è la struttura essenziale del  libro  in esame, la presente recensione non basta ad esaurirne i pregi, da vedere nella scorrevolezza e nella semplicità di un testo rapido e breve, ma ricco di contenuti che varrà la pena di analizzare in maniera più approfondita, come l’intero pensiero del  Goleman al quale  ci proponiamo di dedicare esaustiva attenzione in una prossima occasione.

Alunni in vacanza senza compiti

ALUNNI IN VACANZA SENZA COMPITI di Umberto Tenuta

CANTO 753 E’ NATALE ANCHE PER GLI STUDENTI!

NESSUN DOCENTE DEGNO DI QUESTO NOME ASSEGNA COMPITI PER LE VACANZE!

 

È una grande gioia prendere atto che nessun docente degno di questo nome assegnerà compiti per le vacanze!

Ben sa il docente meritevole che le vacanze sono vacanze per tutti.

Per i docenti e per gli studenti.

Vacanze!

Tempo libero da ogni impegno.

Libero dall’impegno di andare a scuola.

Libero dagli impegni di studio.

Libero dall’esecuzione di compiti scolastici!

Tempo dedicato a festeggiare la Nascita del Bambino Gesù!

Tutto il tempo dei docenti e degli studenti è riservato al Bambino Gesù.

Festa grande per Te, Bambino Gesù, quest’anno !

Docenti ed alunni Ti festeggiano, dedicandoti tutto il loro tempo.

Tempo per preparare i Presepi!

Tempo per suonare le zampogne.

Tempo per cantare.

Tempo per amare.

Tempo per perdonare.

Ed ancora!

Tempo per educare.

Tempo per educare ad amare il prossimo come si ama se stessi.

PRIMO E SOMMO COMANDAMENTO:

ama il prossimo tuo come te stesso

Il tempo di Natale per educare i giovani ad amare il prossimo come si ama se stessi!

Cari amici Docenti, se questo è un compito, assegnatelo pure!

Solo questo, però.

E’ NATO! ALLELUIA! di Guido Gozzano

E’ nato il sovrano bambino,

è nato! Alleluia, alleluia!

La notte che già fu sì buia

risplende di un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaie

suonate! Squillate, campane!

Venite, pastori e massaie,

o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,

ma come nei libri hanno detto

da quattromill’anni i profeti,

un poco di paglia ha per letto.

Da quattromill’anni s’attese

quest’ora su tutte le ore.

E’ nato, è nato il Signore!

E’ nato nel nostro paese.

Risplende d’un astro divino

la notte che già fu sì buia.

E’ nato il Sovrano Bambino,

è nato! Alleluia, alleluia!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Incontro con la Ministra Valeria Fedeli

Incontro con la Ministra Valeria Fedeli

Nel pomeriggio del 19 dicembre una delegazione della FLC CGIL guidata dal Segretario generale Francesco Sinopoli ha incontrato la neo Ministra Valeria Fedeli, nell’ambito di un giro di consultazione che la titolare del dicastero dell’istruzione ha avviato con le organizzazioni sindacali rappresentative della scuola.

Tre i temi sui quali è avvenuta la discussione: mobilità, deleghe legge 107/15 e atto di indirizzo per avviare le trattative sul rinnovo del contratto di lavoro. Il Segretario generale della FLC CGIL, oltre ai temi sopra richiamati, ha anche posto all’attenzione della Ministra altre due cruciali questioni che necessitano di essere affrontate con estrema urgenza: il precariato e il personale ATA.

Nota 20 dicembre 2016, AOODGOSV 14767

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
➢ Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
➢ Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
➢ Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
➢ All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
➢ All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Oggetto: Concorso nazionale “Giovanni Virgilio Schiaparelli” – VII Edizione A.S. 2016-2017

La Società Astronomica Italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Osservatorio Astronomico di Brera, in collaborazione con la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione promuovono la VII edizione del Concorso nazionale dedicato alla figura di Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo e storico della scienza.

Il concorso è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e la data di scadenza per l’invio degli elaborati è il 25 gennaio 2017.

La tematica e ulteriori informazioni sono reperibili nel Regolamento allegato.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo


Concorso GIOVANNI VIRGILIO SCHIAPARELLI
VII EDIZIONE – A. S. 2016-2017

Bando di Partecipazione

Nell’ambito del Protocollo di Intesa MIUR-SAIT, la Società Astronomica Italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Osservatorio Astronomico di Brera, in collaborazione con la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione – MIUR, promuovono la VII edizione del Concorso nazionale dedicato alla figura di Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo e storico della scienza.
Il Concorso, nato nel 2010 in occasione delle celebrazioni per l’astronomo e scienziato Giovanni Virginio Schiaparelli nel centenario della sua scomparsa, è rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo e storico della scienza, è noto in particolare per i suoi studi sul pianeta Marte, per i quali oggi è considerato il padre della geografia marziana (l’areografia). Tuttavia il suo contributo scientifico si allarga allo studio dei corpi del sistema solare, dalle comete e meteore, di cui ha determinato l’origine, alle misure della rotazione di Mercurio, rimaste valide fino alle misure ottenute da satellite. E’ stato anche un grande studioso di lingue orientali antiche, che usava per leggere i testi in originale, e un fautore della divulgazione scientifica. Per i suoi meriti di studioso fu anche senatore del Regno d’Italia, membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino e del Regio Istituto Lombardo, e ricevette molti premi e onorificenze nazionali ed internazionali.

Il tema individuato per la VII Edizione del Concorso è :

Recentemente i primi corpi celesti in cui sarebbe possibile la formazione della vita sono stati identificati e rivelati in posizioni sempre più vicine alla Terra (come i satelliti dei pianeti giganti e Proxima B). Quale forma di vita ci possiamo immaginare su questi pianeti?

Introduzione al tema del concorso

Sono ormai migliaia i pianeti extrasolari scoperti intorno ad altre stelle della nostra galassia, ma pochissimi finora si sono rivelati pianeti gemelli della nostra terra e ancor meno mostrano caratteristiche che li rendano almeno in teoria abitabili da noi umani. La recente scoperta di Proxima B, un pianeta che dista solo 4 anni luce da noi, ha però di recente acceso l’interesse verso possibili mondi non solo abitati ma anche abitabili dall’uomo e colonizzabili in un futuro non troppo lontano. Come potrebbe essere la vita su un pianeta extraterrestre? Quale tecnologia dovrà essere inventata per poter adattare la vita umana alle caratteristiche dei pianeti come Proxima B?
Il tema vuole stimolare gli studenti a documentarsi su quali siano le condizioni necessarie per lo sviluppo della vita e sui mezzi a disposizione degli astronomi per verificare la loro presenza nei sistemi planetari finora scoperti.

Destinatari
Alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado

Modalità di partecipazione

Gli elaborati dovranno essere redatti unicamente in formato elettronico. Si richiede di utilizzare un carattere facilmente leggibile (ad es. “Arial” o “Tahoma”, alla grandezza minima di 12 punti). Gli elaborati potranno avere una lunghezza massima di quattro pagine. Nelle prime due righe del testo si dovranno indicare: cognome, nome, data di nascita e scuola frequentata. Si consiglia di non ricopiare il testo del tema nell’elaborato. È possibile allegare all’elaborato due pagine supplementari contenenti fono a un massimo di otto figure. Le figure dovranno essere corredate di didascalie. Il riferimento a ciascuna delle figure dovrà essere indicato con chiarezza nel testo, inserendo, per esempio, la scritta (figura 1) nel punto del testo che fa riferimento alla figura 1. Le dimensioni massime del file, testo più eventuali figure, non dovrà superare 3MB. La Giuria non prenderà in considerazione gli elaborati che non rispondono alle indicazioni date.

Gli elaborati devono essere originali e non copiati da siti web e/o da libri/riviste. Potranno comprendere citazioni riportate da libri o siti consultati, che dovranno essere chiaramente indicati come fonte dell’informazione, pena l’esclusione dal Concorso.

Modalità di sottomissione.

Gli elaborati dovranno essere inviati per via telematica collegandosi al sito www.sait.it e seguendo le istruzioni riportate nel sito. La sottomissione dovrà essere effettuata entro le ore 12:00 del 25 gennaio 2017.

I lavori devono essere individuali. E’ ammessa una sola composizione per alunno partecipante.

Commissione giudicatrice

Una commissione, composta da esperti individuati congiuntamente dalla SAIt e dall’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera sceglierà, a suo insindacabile giudizio fino a tre elaborati per ciascun ordine di scuola per la premiazione. Gli elaborati presentati non verranno restituiti.

Premi assegnati ai vincitori

Ai vincitori saranno assegnati dei premi consistenti in strumenti astronomici e libri. I migliori lavori potranno essere pubblicati sul “Giornale di Astronomia” della Società Astronomica Italiana, a giudizio insindacabile del Direttore della Rivista.

Premiazione

I vincitori verranno premiati nel mese di Aprile 2017 a Cremona in concomitanza con la finale nazionale delle Olimpiadi Italiane di Astronomia.