Incentivi Inail per il reinserimento dei disabili

Italia Oggi del 06-02-2017

Incentivi Inail (fino a 95 mila euro) per il reinserimento dei disabili

Dall’Inail 21 milioni di euro per il reinserimento e l’integrazione lavorativa dei disabili. Per l’anno 2017, infatti, i datori di lavoro potranno chiedere un contributo fino a 95 mila euro per l’abbattimento di barriere architettoniche (rampe, scale, ascensori, bagni, porte ecc.); fino a 40 mila euro per interventi di adeguamento delle postazioni di lavoro (arredi, dispositivi informativi, attrezzature lavoro ecc.); e fino a 15 mila euro per la formazione dei lavoratori disabili. Gli incentivi sono previsti all’art. 1, comma 166, della legge Stabilità 2015 (legge n. 190/2014) e attuati dall’Inail con circolare n. 51/2016. L’Inail ha previsto un’attuazione graduale della norma, regolamentando per adesso solo gli interventi per la conservazione del posto di lavoro presso lo stesso datore di lavoro per cui il lavoratore (assicurato all’Inail) svolgeva attività al verificarsi dell’infortunio o malattia professionale o al momento del relativo aggravamento che l’hanno portato alla disabilità. Gli interventi hanno la finalità «di dare sostegno alla continuità lavorativa degli infortunati e dei tecnopatici»: 1. prioritariamente con la stessa mansione alla quale il lavoratore era adibito prima del verificarsi dell’evento lesivo o dell’aggravamento e nell’ambito della stessa azienda/datore di lavoro; 2. ovvero con una mansione diversa, sempre nell’ambito della stessa azienda/datore di lavoro, laddove il disabile non possa più svolgere la precedente mansione. Il datore di lavoro coinvolto quale parte attiva ai fini della realizzazione degli interventi è quello dell’unità produttiva presso cui il disabile svolgeva abitualmente attività lavorativa al verificarsi dell’infortunio o malattia professionale o al manifestarsi di un aggravamento. Viene richiesto il possesso di alcuni requisiti, tra cui l’essere assoggettato e in regola con il Durc e non aver riportato condanne con sentenza passata in giudicato per reati sulla sicurezza del lavoro (art. 61, comma 1, dlgs n. 81/2008). Il regolamento individua tre tipologie d’interventi: a) interventi di superamento e di abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro, con un contributo massimo erogabile fino a 95 mila euro. Si tratta, ad esempio di: inserimento di rampe o di dispositivi di sollevamento verticale (piattaforma elevatrice, servoscala ecc.); adeguamento dei percorsi orizzontali e dei corridoi di accesso alla postazione di lavoro; modifica del locale ascensore o inserimento di un nuovo ascensore; modifica dei servizi igienici o inserimento di un nuovo servizio igienico accessibile dalla postazione di lavoro; modifica o automazione delle porte o degli infissi; adeguamento dei terminali degli impianti; interventi domotici con conseguente adeguamento impianti; b) interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro, con un contributo massimo erogabile fino a 40 mila euro. Si tratta, a titolo di esempio, di arredi, di strumenti quali ausili o dispositivi a supporto di deficit sensoriali o motori, di strumenti di interfaccia macchina-utente; c) interventi di formazione, con un contributo massimo erogabile fino a 15 mila euro.

Privare dell’insegnante di sostegno e’ discriminazione

Redattore Sociale del 06-02-2017

Privare dell’insegnante di sostegno e’ discriminazione: ordinanza del Tribunale

Ad un’allieva di una scuola superiore sono stati assegnati docenti curricolari appartenenti all’organico dell’autonomia e del potenziamento, ma il Tribunale chiarisce: “L’alternanza di docenze curricolari è una forma di discriminazione indiretta per l’alunno disabile, che viene posto in una posizione di svantaggio nell’accesso all’istruzione”.

ROMA. Gli alunni disabili hanno diritto all’insegnante di sostegno: assegnare docenti curricolari o di potenziamento costituisce discriminazione indiretta. Questo il messaggio di una recente ordinanza del Tribunale di Livorno (30 gennaio 2017), arrivata a dirimere una controversia tra la famiglia di una ragazzina ed una scuola superiore. Questo il caso: l’alunna a settembre del 2016 rientrava a scuola e, come previsto dal Piano educativo individualizzato (Pei), avrebbe dovuto essere supportata da un docente di sostegno per 18 ore settimanali; invece ad accoglierla c’erano i docenti curricolari appartenenti all’organico dell’autonomia e del potenziamento (figure introdotte dalla Legge n. 107/2015 cosiddetta “Buona scuola”).

Questa alternanza di docenze ha sacrificato fortemente il diritto alla continuità educativo-didattica, come riconosciuto dal Tribunale, privando la discente della possibilità di seguire una programmazione strutturata, cosa fattibile soltanto se il docente è assegnato ad un alunno con una certa continuità. Negli alunni con patologie di tipo relazionale il danno che può essere arrecato è ancora più grave, tenuto conto che in questi casi il livello minimo di empatia tra alunno e docente lo si raggiunge faticosamente dopo mesi di incontri. Inoltre, il docente di sostegno è stato nominato alla metà di novembre e fino a quel momento l’alunna ha dovuto confrontarsi con una soluzione organizzativa non poco penalizzante. L’amministrazione scolastica ha difeso le proprie scelte organizzative, escludendo che ciò comportasse una forma discriminatoria, ma l’ordinanza ha ritenuto il contrario: l’alternanza di docenze curricolari è una forma di discriminazione indiretta per l’alunno disabile, che viene posto in una posizione di svantaggio nell’accesso all’istruzione.

Ciò che è innovativo di questo pronunciamento, come mette in evidenza l’avvocato Silvia Bondi su Orizzonte Scuola, è che interviene a ridosso della sperimentazione della Legge 107/2015, evidenziandone le prime criticità. “Non è un caso infatti che il Governo sia proprio in questi giorni a lavoro – ricorda Bondi – per rimettere mano ad alcuni aspetti colpiti da un vuoto normativo, tra cui la formazione e il ruolo dei docenti di sostegno affinché si proceda concretamente verso la reale inclusione degli alunni con bisogni speciali”. (ep)

L’eredità culturale e metodologica di Tullio De Mauro

Tullio De Mauro, Fedeli: “Sua eredità culturale
sarà approfondita nelle scuole. La lingua
strumento per colmare le disuguaglianze”
La circolare ad un mese dalla scomparsa dell’ex Ministro

Studiare, comprendere e mettere a frutto l’eredità culturale e metodologica di Tullio De Mauro all’interno della scuola, l’istituzione al servizio della quale l’ex Ministro si è sempre posto, con semplicità e profonda competenza.

Ad un mese dalla scomparsa del celebre linguista, su indicazione della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, oggi sarà diramata alle istituzioni scolastiche una circolare che invita le docenti e i docenti, con il sostegno degli Uffici Scolastici Regionali, a coinvolgere studentesse e  studenti in iniziative e momenti di approfondimento dedicati alle opere e al pensiero dell’ex Ministro dell’Istruzione e Professore emerito di Linguistica generale.

Un patrimonio di studi e di idee da tradurre in attività didattiche, per accrescere le competenze linguistiche dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, e favorire un effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza; per contrastare le disuguaglianze sociali, che la mancanza di padronanza linguistica aggrava; per combattere l’analfabetismo di ritorno di tanti adulti; per assicurare ai giovani le basi per il plurilinguismo, autentica nuova frontiera della cittadinanza europea.

“La scuola italiana deve molto a Tullio De Mauro e credo che il modo migliore per ricordarlo sia farlo conoscere il più possibile alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, diffondere i suoi studi, le sue idee, le sue riflessioni e le sue tante proposte didattiche. È a loro, alle studentesse e agli studenti, che guardava il lavoro di De Mauro, teso a fare dell’educazione linguistica uno strumento decisivo per colmare le diseguaglianze. Il giorno della sua scomparsa ci siamo ripromessi al Ministero di lavorare per rendere ancora più viva la sua eredità a beneficio delle nuove generazioni, affinché la sua passione e il suo impegno non vengano mai dispersi”, dichiara la Ministra Valeria Fedeli.

“Vogliamo stimolare un ricordo attivo che risponde anche all’esigenza espressa in questi giorni da 600 firmatarie e firmatari dell’appello al Governo promosso dal Gruppo di Firenze. Appello che ci chiede di porre maggiore attenzione alle competenze di base dei nostri ragazzi. In particolare quelle linguistiche – prosegue Fedeli -. Non è la prima volta che il mondo universitario lancia allarmi del genere, che non possono rimanere inascoltati. Ne va del futuro delle nuove generazioni. Ma va anche detto che ciascuno deve fare la propria parte, non solo la scuola. Il tema sollevato riguarda l’intera società e anche le stesse università”.

La circolare emanata oggi “invita a fare una riflessione e ad attivarsi in questo senso. Azioni concrete saranno messe in campo anche grazie ai 180 milioni del Pon per la Scuola per il rafforzamento delle competenze di base. Un bando che abbiamo annunciato appena una settimana fa consapevoli dell’urgenza di intervenire su questo fronte. Nell’ambito delle audizioni per la costruzione dell’avviso pubblico sulle competenze di base sentiremo anche chi ha lanciato l’appello”, prosegue la Ministra.

“Non siamo comunque all’anno zero – spiega Fedeli – le rilevazioni annuali degli apprendimenti degli studenti sono spunto di riflessione del nostro Ministero che ha attivato competizioni come le Olimpiadi di italiano proprio per stimolare un dibattito e per mettere alla prova le competenze e le conoscenze linguistiche dei ragazzi e delle ragazze. Olimpiadi che vedono una partecipazione sempre più consistente da parte delle scuole. Anche degli istituti tecnici e professionali”.

I progetti e le iniziative più significative che emergeranno a seguito della circolare emessa oggi in ricordo di De Mauro saranno valorizzati, diffusi e condivisi attraverso future iniziative del Miur. Nel frattempo, in collaborazione con Rai Radio3, il Ministero promuoverà il prossimo 31 marzo, giorno in cui Tullio De Mauro avrebbe compiuto 85 anni, una giornata radiofonica, interamente dedicata alla sua figura e al valore del suo insegnamento.

Durante la finale delle Olimpiadi di italiano, che si svolgerà a Torino il 5, 6 e 7 aprile 2017, la figura di Tullio De Mauro verrà ricordata con una tavola rotonda sui suoi contributi più significativi e attuali al rinnovamento della cultura, della linguistica e della scuola italiana.

Giù le mani dalle Indicazioni nazionali

Al Ministro dell’Istruzione e della Ricerca

In risposta alla lettera-appello del gruppo dei 600

Giù le mani dalle Indicazioni nazionali

Il problema delle competenze linguistiche inadeguate sollevato dal gruppo dei 600, deriva da una politica ministeriale sulla formazione in servizio che non è stata mai centrata sugli aspetti fondamentali della riqualificazione del fare scuola reale, quali quelli di garantire competenze linguistiche significative a tutti gli studenti. Stupisce il documento scritto dal “Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità” dal titolo: “Saper leggere e scrivere: una proposta contro il declino dell’italiano a scuola”. In questo documento, inviato come lettera-appello al Presidente del Consiglio, alla Ministra dell’Istruzione e al Parlamento, si denuncia la presenza di gravi carenze linguistiche negli studenti universitari e si indicano quali primi responsabili la scuola primaria e le nuove Indicazioni nazionali, senza fare alcun cenno alle responsabilità della scuola secondaria di I e II grado, dove da anni si perpetuano i vecchi programmi. Anzi, quest’ordine di scuola è chiamato addirittura a visionare l’operato della scuola primaria, che dovrebbe invece essere valorizzata per la sua capacità di ascolto e maggiore sensibilità pedagogica. L’appello si conclude con l’obsoleta richiesta di più grammatica (.. sintassi e lessico). Non intendiamo entrare nel merito della richiesta, poiché rimanda a un dibattito antico che investe molteplici piani d’indagine. Concordiamo invece con le puntuali osservazioni di Silvana Loiero, aggiungendo tuttavia alcune considerazioni. La prima riguarda le Indicazioni nazionali rispetto alle quali occorre notare che l’impianto è basato sullo sviluppo delle competenze di cittadinanza europee per tutti gli allievi e non soltanto per alcuni, come nei programmi gentiliani. Fra queste, le competenze della madrelingua sono centrali e trasversali. Ciò che reclamano gli estensori della lettera è nel Documento della primaria abbondantemente presente (riflessione sulla lingua, elementi di grammatica esplicita, espansione del lessico, ortografia). Lo troviamo anche arricchito da passaggi che esaltano tratti metalinguistici e metacognitivi per la promozione delle abilità linguistiche (ascolto, orale, lettura, scrittura). Quindi ci viene il dubbio che non vi sia stata del
Documento una lettura approfondita, che potrebbe aiutare a cogliere lo spessore teorico e didattico delle Indicazioni, nonché i riferimenti aggiornati sul piano epistemologico e psicopedagogico. La seconda considerazione si basa su una semplice riflessione: per scrivere una lettera-appello alle Istituzioni bisognerebbe esser sicuri di conoscere concretamente la realtà scolastica. Chiariamo subito che tale conoscenza implica l’aver praticato ricerca e sperimentazione didattica, aver stabilito contatti con le scuole e con i docenti, l’aver osservato attentamente le prassi operative o aver svolto indagini statistiche in questo settore. Altrimenti si rischia di cadere in errore, come nel caso in questione. Dall’esterno potrebbe difatti non essere così evidente che le Indicazioni nazionali non sono state da gran parte delle scuole applicate (nella primaria e secondaria di I e II grado sono frequentemente sconosciute o comunque disattese). Questa situazione non dipende principalmente dai docenti, quanto dalle scelte politiche e gestionali a livello ministeriale, che orientano su tematiche “alla moda”. Per realizzare la scuola delineata dalle Indicazioni nazionali è necessario studio, riflessione, acquisizione di consapevolezze, rielaborazione teorica e operativa, ecc.; abilità che si acquisiscono con una formazione in servizio mirata (ricerca e sperimentazione nell’ambito specifico) distesa nel tempo. Mentre la politica scolastica e la direzione delle scuole indirizzano verso altro (clil, digitale, robotica, coding, ecc.). Indicativo dell’indirizzo della politica ministeriale per la formazione in servizio è il fatto che recentemente, durante il convegno sugli animatori digitali organizzato dal Ministero, sono stati annunciati dal capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur, 70 milioni di fondi PON con l’obiettivo di inserire il coding nella scuola primaria. Quando per la formazione sulle nuove Indicazioni del 2102 per il primo ciclo le risorse utilizzate, nell’arco di due anni scolastici, per tutte le discipline scolastiche, sono state di circa 4 milioni di euro. Senza un investimento umano ed economico risulta difficile dar vita a una scuola di cittadinanza per tutti. Un simile progetto richiede una formazione permanente per i docenti che operano nella scuola; ciò è attuabile essenzialmente in Laboratori stabili di ricerca e sperimentazione, di monitoraggio, valutazione e di documentazione finale, guidati da esperti-tutor individuati autonomamente dalle scuole. Nel piano di formazione nazionale purtroppo si sta verificando tutto il contrario. Si ignora il problema e si privilegiano argomenti che non hanno niente a che vedere con il fare scuola, nel nostro caso, col fare linguistico quotidiano. Da ciò consegue che le Indicazioni nazionali, essendo nella scuola del primo ciclo, e non solo, praticate in minima parte, non possono causare alcun danno.

Roma 6 febbraio 2017

Giuseppe Bagni
Presidente nazionale del Cidi

Istituti, diritto allo studio e assegnazione del personale: i compiti di Stato, Regioni ed Enti locali

da Il Sole 24 Ore

Istituti, diritto allo studio e assegnazione del personale: i compiti di Stato, Regioni ed Enti locali

di F. Port.

Il nuovo decreto sull’inclusione scolastica prevede compiti diversi per Stato, le Regioni e gli Enti locali nel processo di inclusione scolastica. In particolare l’articolo 3 determina le prestazioni per l’inclusione scolastica per ciascun ente istituzionalmente preposto a garantire il diritto-dovere all’istruzione degli alunni e degli studEnti con disabilità.

Stato
Lo Stato deve assegnare, tramite l’amministrazione scolastica, i docEnti di sostegno e il personale ausiliario per lo svolgimento dei compiti di assistenza previsti dal profilo professionale. Deve definire l’organico del personale Ata, tenendo conto della presenza di alunni e di studEnti con disabilità certificata presso ciascuna Istituzione scolastica statale, anche in deroga ai vincoli numerici. E’ prevista, inoltre, l’assegnazione alle scuole paritarie di un contributo economico, in funzione del numero degli alunni e degli studEnti con disabilità certificata frequentanti.

Regioni
Alle Regioni, invece, compete assicurare la progressiva uniformità su tutto il territorio nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza educativa e all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale, anche attraverso previsione di specifici percorsi formativi propedeutici allo svolgimento dei compiti assegnati.

Enti locali
Agli Enti locali, competono: l’assegnazione del personale dedicato all’assistenza educativa e all’assistenza per l’autonomia e per la comunicazione personale, i servizi per il trasporto per l’inclusione scolastica, l’accessibilità e la fruibilità degli spazi fisici delle istituzioni scolastiche statali.

Prestazione comune
E’ prevista una prestazione comune, a ciascuno degli Enti istituzionalmente preposti alla garanzia dell’ inclusione scolastica, nell’ambito della strumentazione didattica. In particolare è determinata la garanzia in capo allo Stato (istituzioni scolastiche), alle Regioni (diritto allo studio) e agli Enti locali (erogazione dei sussidi didattici) dell’accessibilità e della fruibilità di strumentazioni tecnologiche e digitali nell’ambito della didattica, oggi indispensabili per l’apprendimento degli alunni e degli studEnti con determinate tipologie di disabilità, quali, ad esempio, quelle sensoriali. Attraverso questo decreto sono dunque ridefinite le competenze in continuità con quanto previsto dalle norme precedenti. Come definito dal vigente Titolo V della Costituzione, la norma focalizza quanto spettante allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali sul solco delle normative che disciplinano il supporto all’inclusione scolastica intesa come un elemento concorrente alla realizzazione del “Progetto di vita” della persona disabile. La legge 104 del 1992, è stato il primo intervento legislativo di carattere organico che ha interessato la persona disabile, dalla nascita alla vecchiaia, nei diversi ruoli della vita: alunno, studente, lavoratore e altri. La legge 328 del 2000 aveva disegnato un sistema locale dei servizi integrati in rete disciplinato legislativamente, da ciascuna Regione, per realizzare il coordinamento e l’integrazione dei servizi sociali, sanitari e all’istruzione.

Licenza media, stop ai disabili «Un colpo basso dal governo»

da Corriere della sera

Licenza media, stop ai disabili «Un colpo basso dal governo»

Valentina Santarpia

Arriva lo sbarramento per gli studenti disabili alle prese con l’esame di terza media: «licenziarsi» non sarà più così semplice come in passato per i circa 70 mila studenti con handicap che frequentano le scuole secondarie di primo grado. Sul piede di guerra 68 associazioni a tutela dei disabili e centinaia di insegnanti di sostegno: «Un colpo basso all’inclusione». Il nodo sta in due parole contenute nello schema del nuovo decreto sulla valutazione, che ora è al vaglio delle Commissioni parlamentari, e che introduce il concetto di «prove equipollenti». Come si legge nel testo, «agli alunni con disabilità per i quali sono state predisposte dalla sottocommissione prove non equipollenti a quelle ordinarie, viene rilasciato un attestato di credito formativo», si legge nel testo. Viene dunque abolita la possibilità agli alunni con disabilità di conseguire il diploma di licenza media sostenendo prove differenziate e introdotto il concetto di equipollenza, finora valido solo nella scuola secondaria di secondo grado. «Di fatto, si elimina la possibilità, per disabili intellettivi, autistici e pluri minorati, di conseguire il diploma», sintetizza Flavio Fogarolo, componente della gruppo scuola della Fish Veneto (Federazione italiana per il superamento dell’handicap).

Le prove differenziate

Le prove differenziate, nello schema del nuovo decreto, sono sì previste, ma «hanno valore ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma finale» solo se «equipollenti a quelle ordinarie». Spiega bene il concetto l’avvocato Chiara Garacci, che tutela diverse associazioni: «Con la normativa antecedente tutti i ragazzi disabili potevano avere prove differenziate, anche facilitate, per raggiungere l’obiettivo della licenza. Ora le prove potranno essere differenziate solo in senso metodologico, ad esempio testi in Braille per i ciechi, ma non dal punto di vista didattico». In caso contrario, agli studenti con handicap verrà rilasciato un attestato che gli permetterà sì di frequentare la scuola secondaria di secondo grado ma chiaramente senza avere alcuna chance di diplomarsi a tutti gli effetti: «La programmazione per loro era finora identica a quella degli studenti normodotati, ma procedeva per obiettivi minimi: ora invece rischiano di seguire un percorso di formazione di livello inferiore».

«Non sono pietre miliari»

In sostanza viene modificato il principio del DPR 122/09, che invece vedeva l’esame di primo ciclo per i disabili come la conclusione di un percorso di formazione che l’alunno con disabilità ha seguito in modo personalizzato. «Ormai da oltre vent’anni i ragazzi con disabilità che sono in grado di sostenere una prova d’esame, anche se adattata alle loro capacità, conseguono un regolare diploma- spiega Fogarolo – Invece così viene modificata radicalmente la stessa filosofia dell’inclusione». Il risultato? «Ciechi, Down, e molte altre categorie di disabili che fino ad oggi potevano trovare un lavoro facilmente, grazie alla licenza media, ora resteranno con un attestato che non serve a nulla- sottolinea Daniela Costabile, insegnante di sostegno dei Partigiani della Scuola pubblica- Solo un fatto simbolico, che non li aiuterà ad inserirsi nella società». Ma non tutto è «perduto»: secondo Simona Flavia Malpezzi, deputata Pd che segue le deleghe sulla scuola, «le deleghe potranno essere modificate, non sono pietre miliari: la riflessione è aperta- assicura – e sono previste audizioni di associazioni, neuropsichiatri, esperti, proprio per valutare tutti gli aspetti critici».

Visite fiscali, si cambia: a casa meno ore di reperibilità, ma il medico potrà tornare

da La Tecnica della Scuola

Visite fiscali, si cambia: a casa meno ore di reperibilità, ma il medico potrà tornare

Cambiano ancora le regole sui controlli dei lavoratori in malattia, ad iniziare dagli orari delle visite fiscali.

Dopo la “stretta” degli ultimi anni, derivante dalla riforma Brunetta del pubblico impiego, a giorni dovrebbe essere approvato il decreto a firma del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia: si tratta, anticipa l’Ansa, di un polo unico della medicina fiscale in capo all’Inps, che si occuperà di statali e non solo di privati.

E proprio l’allineamento dei due settori – con l’obiettivo di rafforzare l’efficacia degli accertamenti grazie al ‘cervellone’ informatico dell’Inps, in modo da realizzare verifiche mirate – dovrebbe “favorire” i circa tre milioni di dipendenti statali.

Perché uno degli obiettivi da raggiungere con la riforma, sarà quello di armonizzate le fasce orarie di reperibilità in cui i dipendenti hanno l’obbligo di farsi trovare presso il domicilio dichiarato.

Ad oggi, ricordiamo, le fasce orarie di reperibilità sono decisamente sproporzionate: nel pubblico sono di 7 ore complessive (la mattina tra le ore 9.00 e le ore 13.00, il pomeriggio tra le 15.00 e le 18.00); nel privato, invece, le ore di reperibilità in caso di malattia sono solo 4 (dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00).

A dire il vero, con il decreto legislativo 150/09 le ore di controllo dei dipendenti pubblici dovevano essere ancora di più, tanto da far scattare vibranti proteste per una sola ora “d’aria” tra i due raggruppamenti mattutini e pomeridiani.

Poi si è scesi 7 ore. Ora, però, l’armonizzazione dell’ennesima riforma della PA, potrebbe ridurre ulteriormente il numero di ore: difficilmente si ridurranno a 4, probabilmente si scenderà a 5 ore complessive. Con gli orari ancora da definire.

Ma le novità non riguardano solo la reperibilità: si parla insistentemente anche di “verifiche ripetute”, con il medico fiscale che (a differenza di oggi che nell’arco della stessa malattia non può passare più volte) potrebbe avere licenza di tornare a visitare più volte lo stesso ammalato per la medesima malattia. L’obiettivo è massimizzare il ‘tasso di rendimento’ delle visite.

Per saperne di più, comunque, non c’è da attendere molto. Per vedere il decreto di riforma non dovremmo attendere solo una decina di giorni.

Fedeli: “le scuole tengano viva la lezione di De Mauro sulla lingua italiana”

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: “le scuole tengano viva la lezione di De Mauro sulla lingua italiana”

Lettera al “Corriere della Sera” del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, a un mese dalla morte del celebre linguista Tullio De Mauro.

Ecco il testo integrale.

 

Caro direttore,

è passato un mese da quando il linguista ed ex Ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro è mancato. La sua figura illustre ci ha lasciato in eredità una ricchezza che non deve restare confinata nelle pagine dei suoi volumi, ma va fatta rivivere tra i banchi di scuola.

Le studentesse e gli studenti devono poter beneficiare dei suoi anni di lavoro e di ricerca per comprendere quanta identità e quanta cittadinanza risieda nella nostra lingua, l’italiano. E quanto impegno costante ci è richiesto per non disperdere una parte fondamentale di noi. La lingua, come De Mauro ci ha ricordato con chiarezza, è una risorsa che dobbiamo usare con cura, per essere cittadini del mondo e per comunicare gli uni con gli altri al meglio. 

Per questo motivo, così come promesso nel giorno della sua scomparsa, come Ministero ci impegniamo concretamente nel tenere viva la sua memoria. Domani invieremo alle scuole una circolare con cui inviteremo tutta la comunità docente, le studentesse e gli studenti, in autonomia o in rete, a celebrare l’eredità del linguista.

Partendo dalle idee e dalla lezione di De Mauro, chiederemo alle scuole di cercare di capire cosa la scuola possa fare per migliorare l’inclusione sociale delle ragazze e dei ragazzi, per ridurre le disuguaglianze. O ancora come tradurre in azioni didattiche concrete l’esigenza di accrescere la padronanza linguistica di studentesse e studenti. Anche nel corso delle Olimpiadi di italiano, una delle competizioni di maggior successo fra quelle organizzate dal Ministero, dedicheremo una riflessione approfondita al nostro ex Ministro e celebre linguista.

Vogliamo stimolare un ricordo attivo – e non la memoria muta – di Tullio De Mauro, attraverso lo studio puntuale e approfondito dei suoi scritti. Affinché le scuole possano offrire alle nuove generazioni occasioni di riflessione sull’importanza di conoscere la propria lingua e di aggiornare continuamente questa conoscenza per combattere l’analfabetismo di ritorno di tanti adulti e per assicurare alle giovani e ai giovani le basi per il plurilinguismo, autentica nuova frontiera della cittadinanza europea. Non può esserci, per l’Italia, un futuro di crescita se non c’è conoscenza del nostro Dna culturale. Dna che De Mauro, attraverso lo studio della lingua, ha saputo valorizzare, facendoci capire che è la base fondante del sentirsi comunità.

Il 7 febbraio la 1ª Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo

da La Tecnica della Scuola

Il 7 febbraio la 1ª Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo

“Be the change: unite for a better internet” è lo slogan del Safer Internet Day 2017, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea che, giunta alla sua XIV edizione, si celebra quest’anno il 7 febbraio, in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo. Obiettivo dell’evento: far riflettere le ragazze e i ragazzi non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuna e ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro.

In Italia l’evento collegato al #SID2017 si terrà a Roma  dove sarà allestita una vera e propria cittadella messa a disposizione di studentesse e studenti per dialogare con istituzioni ed esperti.

In concomitanza con il Safer Internet Day, quest’anno, si terrà la prima Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”. Un’iniziativa lanciata dalMinistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo. Le studentesse e gli studenti, gli istituti scolastici e i partner che aderiscono all’iniziativa condivideranno e rilanceranno attraverso i loro canali di comunicazione il “nodo blu”, simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo. La Giornata sarà anche l’occasione per presentare le migliori proposte didattiche in tema di prevenzione e contrasto del bullismo.

La Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli parteciperà all’evento di Roma insieme ad oltre mille fra studentesse e studenti e ai rappresentanti di aziende, associazioni e istituzioni.

Tutte le iniziative del #SID2017 si svolgeranno sotto l’egida di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre Italiano, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal MIUR.

Secondo una ricerca effettuata con ragazzi tra 1i 14 e i 18 anni 40% dichiara di trascorrere on line più di 5 ore al giorno. Whatsapp si conferma il gigante degli scambi social fra gli adolescenti (80,7%), seguito da Facebook (76,8%) e Instagram (62,1%).

Per quanto riguarda il controllo della veridicità delle notizie on line, il 14% degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa, un comportamento – mette in evidenza la ricerca – che rende i ragazzi “facilmente preda di titoli sensazionalistici e ‘bufale’ che possono fomentare reazioni poco ragionate e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio”.

Altro dato da evidenziare è quell’11% di ragazze e ragazzi che dichiara di approvare insulti rivolti a personaggi famosi in virtù di una più generale “libertà di esprimere ciò che si pensa” e un 13% a cui è capitato di insultare un personaggio famoso on line. Stesso discorso si può fare sui commenti pesanti rivolti ai coetanei dove si conferma l’effetto di disinibizione dello “schermo” nel facilitare comportamenti che non verrebbero messi in atto così facilmente se si fosse di fronte all’altra persona.

La giornata di martedì 7 si aprirà con i saluti istituzionali della Ministra Valeria Fedeli e la presentazione del nuovo spot televisivo contro il bullismo, ideato con la collaborazione delle studentesse e degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “S. Pertini” di Alatri, che sarà in onda proprio dal 7 febbraio sulle reti Rai, Sky, Mediaset, Mtv, Discovery e La7. Sul palco insieme alla Ministra ci saranno le studentesse e gli studenti protagonisti dello spot.

A seguito degli interventi messi in programma dal Piano Nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola e della relativa “Call To Action” per l’anno scolastico 2016/2017, sono stati finanziati progetti per 2 milioni di euro per l’elaborazione di interventi di sensibilizzazione per la promozione di un uso consapevole della rete e la costituzione di una rete nazionale di istituzioni scolastiche per il contrasto del bullismo.

La prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ancora, sarà una delle linee prioritarie delle attività previste dal Piano Nazionale di Formazione dei docenti del MIUR che, a partire da quest’anno scolastico, vedrà il coinvolgimento di circa 16mila docenti.

Attraverso il progetto Safer Internet Centre Italia, inoltre, sono state realizzate diverse attività di formazione, online e in presenza, che hanno interessato circa 200mila studentesse e studenti e 20mila docenti in più di 2.500 scuole nell’anno scolastico 2015-2016.

Durante la kermesse di martedì 7 febbraio si potranno visitare gli stand espositivi rivolti alle studentesse e agli studenti, coordinati dai rappresentanti del Consorzio e dell’Advisory Board di Generazioni Connesse, che presenteranno le attività fino ad ora svolte nell’ambito della prevenzione del cyberbullismo e dell’uso sicuro della rete e proporranno attività e laboratori di sensibilizzazione per i più giovani. In quest’area saranno anche presentate le ultime novità in termini di tutela della privacy e uso sicuro di Internet, con particolare attenzione al target studenti e docenti.

Per accrediti stampa:  uffstampa@istruzione.it

Iscrizioni online 2017: problemi con la registrazione? Ecco come fare

da Tuttoscuola

Iscrizioni online 2017: problemi con la registrazione? Ecco come fare

Sono obbligatorie nelle scuole statali di ogni ordine e grado e riguardano i bambini che devono entrare nelle classi prime della scuola primaria e i ragazzi che invece dovranno fare il loro ingresso nelle prime medie e superiori. Parliamo delle iscrizioni online 2017/18 che possono essere presentate dalle ore 8:00 del 16 gennaio 2017 alle ore 20:00 del 6 febbraio 2017. Dalle ore 9:00 del 9 gennaio 2017 è possibile avviare la fase della registrazione sul sito web www.iscrizioni.istruzione.it . Tuttoscuola ti spiega come fare la registrazione per le iscrizioni online 2017.

>> Le iscrizioni online sono aperte, ecco come fare per inviare la tua 

Per potersi registrare bisognerà accedere al sito www.iscrizioni.istruzione.it dalle 9:00 del prossimo 9 gennaio 2017. Sottolineiamo che il giorno di invio della propria iscrizione online (a partire quindi dal 16 gennaio 2017) non darà precedenza nell’accoglimento della domanda stessa. 

Se si è in possesso di un’ identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è possibile accedere con le credenziali del gestore che ha rilasciato l’identità;

Come registrarsi
Nella pagina “Registrati” occorre seguire un breve percorso:
– prima viene chiesto di inserire il proprio codice fiscale e di selezionare la casella di sicurezza “Non sono un robot”
– Nel passaggio successivo viene chiesto di compilare una scheda con i dati anagrafici e l’indirizzo e-mail (da digitare due volte per sicurezza).
– Completata la scheda, è possibile visualizzare il riepilogo dei dati inseriti. Se i dati sono corretti, si deve selezionare “conferma i tuoi dati” per completare la registrazione; altrimenti cliccare su “torna indietro” per tornare al passaggio precedente ed effettuare le correzioni necessarie.

Successivamente si riceve una mail all’indirizzo che è stato indicato, in cui è riportato un link sul quale si dovrà cliccare per confermare la registrazione.

A questo punto, verrà inviata una seconda e-mail con le credenziali (nome utente e password) per accedere al servizio Iscrizioni on line. Al primo accesso al servizio viene richiesto di cambiare la password che è stata inviata via e-mail. La password modificata deve essere di almeno 8 caratteri e deve includere: un numero, una lettera maiuscola e una lettera minuscola.

Sempre al primo accesso, l’applicazione chiede anche di confermare o integrare i dati di registrazione (abilitazione al servizio). Una volta inseriti e confermati i dati è possibile procedere con l’iscrizione.

Iscrizioni online: 6 febbraio ultimo giorno, scopri come inviare la domanda in 5 mosse

da Tuttoscuola

Iscrizioni online: 6 febbraio ultimo giorno, scopri come inviare la domanda in 5 mosse

Ci siamo, le iscrizioni online sono aperte. Dallo scorso 16 gennaio e fino al 6 febbraio sarà infatti possibile inviare le iscrizioni online. Poco più di una ventina di giorni, molto meno rispetto al mese e mezzo a disposizione le volte precedenti, per poter iscrivere i tuoi figli alle scuole primarie o secondarie (I e II grado). Tuttoscuola spiega come fare l’iscrizione online passo per passo.

1. Registrati
Non l’hai ancora fatto? Le registrazione è fondamentale per poter poi inviare la propria iscrizione online. Qui abbiamo spiegato come fare.

2. Accedi al servizio
Una volta effettuata la registrazione devi poi andare sul portale del Miur dedicato alle iscrizioni (www.iscrizioni.istruzione.it) e cliccare sul pulsante “Accedi al servizio” digitando le tue credenziali.

3. Presenta la tua domanda di iscrizione
A questo punto sei dentro all’applicazione e puoi cliccare sulla voce “Presenta una nuova domanda di iscrizione“. Inserisci il codice identificativo e le tue credenziali.

4.  La domanda online
Il modello di domanda online è composto da due sezioni. Nella prima ti è richiesto di inserire i dati anagrafici dell’alunno e altre informazioni necessarie per l’iscrizione. Nella seconda invece informazioni di specifico interesse della scuola prescelta (utili per esempio all’accoglimento delle domande o alla formazione delle classi). Alcuni dati richiesti sono obbligatori, in quanto necessari per l’iscrizione (prima sezione), altri facoltativi (seconda sezione). Inserite le informazioni richieste, puoi visualizzare la domanda per controllare che tutti i dati siano corretti.

5. Invia la domanda
Ultimo passo per completare la tua iscrizione online: arrivato a questo punto puoi inoltrare il modulo alla scuola cliccando su “Invia la domanda” e il gioco è fatto.  Una volta inviata alla scuola, la domanda non potrà più essere modificata. Se proprio ti sei accorto che nel modulo è presente qualche errore, puoi però sempre contattare la scuola destinataria alla quale è stata inoltrata la tua iscrizione che provvederà a restituirtela cosicché tu possa apportare tutte le modifiche del caso. L’istituto, inoltre, può sempre essere contattato anche per ricevere assistenza in caso di problemi con l’iscrizione online.

Da questo momento in poi riceverai via mail gli aggiornamenti sullo stato della tua domanda relativa alle iscrizioni online.L’iter della domanda può essere seguito anche attraverso il servizio di Iscrizioni on line cliccando sulla voce “Visualizza Situazione Domande“. La domanda può risultare quindi:

Inoltrata. Vuol dire che è stata ricevuta dalla scuola che provvederà a valutarla una volta che le iscrizioni saranno chiuse.
Accettata. Significa che la domanda di iscrizione online è stata accolta dalla scuola.
Smistata. In breve, vuol dire che in caso d’indisponibilità di posti o in assenza dei requisiti indicati nei criteri di accoglimento delle domande, la tua richiesta di iscrizione è stata inoltrata all’istituto che hai scelto come soluzione alternativa.
Restituita alla famiglia. Appare quando la scuola, appunto, restituisce la domanda relativa alle iscrizioni online alla famiglia che vuole modificarla.

Nota 6 febbraio 2017, AOODGOSV 1166

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Segreteria

Ai Direttori generali degli UU. SS. RR. per l’Abruzzo, il Lazio, le Marche
Al Dirigente preposto all’USR per l’Umbria
Ai Dirigenti degli Ambiti territoriali delle Province terremotate
Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche statali e paritarie dei Comuni terremotati
Ai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria
Ai Presidenti delle Province terremotate
Ai Sindaci dei Comuni terremotati
LORO SEDI

e, p.c., al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
al Capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
al Gabinetto dell’On. Ministro
all’Ufficio legislativo
all’Ufficio Stampa
SEDE

al Coordinamento tecnico della IX Commissione della Conferenza delle Regioni
Via Parigi
ROMA

Oggetto: Proroga delle iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado delle zone terremotate per l’anno scolastico 2017-2018. Validità anno scolastico 2016/2017.

Proroga Iscrizioni per l’anno scolastico 2017/2018

Si fa seguito alla nota di questo Ufficio n° 284 del 13 gennaio 2017 e alla circolare ministeriale n° 10 del 15 novembre 2016 – relative alle iscrizioni alle sezioni di scuola dell’infanzia e alle classi prime della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado per l’anno scolastico 2017/18 – per disporre la riapertura della procedura delle iscrizioni on line dal 13 febbraio al 7 marzo 2017, limitatamente ai Comuni delle zone terremotate delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e ai Comuni dell’Abruzzo colpiti dagli eccezionali eventi atmosferici di gennaio.

Possono usufruire della riapertura del termine delle iscrizioni i genitori degli alunni residenti o domiciliati nei Comuni individuati dal decreto legge 17 ottobre 2016, n° 189, convertito con modificazioni dalla legge 15 dicembre 2016, n° 229 e nei Comuni dell’Abruzzo colpiti dagli eccezionali eventi atmosferici di gennaio. Resta inteso che i genitori che avessero già presentato la domanda nel termine del 6 febbraio 2017, mediante la procedura on line, non dovranno rinnovare l’iscrizione.

Per quanto concerne la disciplina e le modalità delle iscrizioni, si fa rinvio a quanto stabilito dalla circolare ministeriale del 15 novembre 2016 n° 16, che detta le specifiche disposizioni per ogni ordine e grado di istruzione.

Le istituzioni scolastiche e gli Uffici periferici dell’Amministrazione Scolastica dei territori interessati continueranno a garantire il necessario supporto e assistenza, nonché metteranno a disposizione le strumentazioni informatiche per i genitori che ne fossero sprovvisti.

Validità dell’anno scolastico 2016/2017

Al fine di assicurare la regolarità del corrente anno scolastico nelle zone terremotate, con decreto legge adottato il 3 febbraio u.s. dal Consiglio dei Ministri, in corso di pubblicazione, si è stabilito che nelle scuole dei Comuni individuati dal decreto legge 17 ottobre 2016, n° 189, convertito con modificazioni dalla legge 15 dicembre 2016, n° 229, l’anno scolastico mantiene la validità anche se non sono stati effettuati 200 giorni di lezione, in deroga a quanto stabilito all’art. 74, comma 3, del d.lgs 16 aprile 1994, n° 297.

Inoltre, nel suddetto decreto legge, in deroga agli articoli 2, comma 10, e 14, comma 7, del d.p.r. 22 giugno 2009 n°122, è stabilito che i Consigli di Classe possono procedere alla valutazione finale degli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado anche se non hanno raggiunto la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato.

Infine, il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca è stato autorizzato ad emanare, in caso di necessità, un’Ordinanza Ministeriale per derogare alle vigenti disposizioni in materia di scrutini ed esami e di rilevazioni esterne degli apprendimenti.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo

Nota 6 febbraio 2017, AOODGCASIS 300

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica

Ai Dirigenti/Coordinatori delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie e ai Referenti dei CFP Regionali aderenti alle IOL
e, p.c. Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Al Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Nota 6 febbraio 2017, AOODGCASIS 300

Oggetto: Iscrizioni on line – adempimenti delle scuole per la gestione delle domande.