Contro la Malascuola

Contro la Malascuola renziana  Invito a tutte le realtà di Bologna contrarie alla Legge 107 per la costruzione dello sciopero della scuola del 17 marzo

Come sapete l’emanazione delle deleghe governative delle legge 107, che attualmente sono in discussione in parlamento, ha determinato un’accelerazione nella definitiva applicazione della Malascuola renziana. Il quadro è reso anche più critico dalla attuale palese complicità dei sindacati concertativi che, illudendosi di riacquistare un po’ di potere di contrattazione, hanno barattato un accordo temporaneo sulla mobilità con l’accettazione totale della deriva aziendalista e autoritaria imposta dalla legge.

Invitiamo, pertanto, tutti coloro che non si sono rassegnati e pensano sia ancora necessario opporsi a discutere con noi il giorno Mercoledì 1 marzo, alle ore 17.30, presso il Centro Costa in via Azzo Gardino 44, per costruire insieme un’iniziativa comune da mettere in campo a Bologna il 17 marzo.

La penna e la tastiera

La penna e la tastiera

di Maurizio Tiriticco

 

Da un po’ di anni la tastiera si dà tante arie! Non era così una volta, quando nacque alla fine del 1800 quando un tale inventò la macchina per scrivere! Ora queste macchine non ci sono più, ma per molti anni hanno fatto la loro bella figura in tutti gli uffici! E qualcuno l’aveva pure in casa, uno scrittore, ad esempio. E c’erano anche quelle portatili, più leggére, che un giornalista portava sempre con sé per scrivere i suoi articoli.

A quei tempi la maggior parte di noi scriveva con la penna e con la carta. Anche a scuola la maestra ci insegnava a tenere bene la penna in mano… la destra, sempre, altrimenti erano bacchettate… perché potessimo scrivere nel modo più chiaro possibile!

– Perché poi – ci diceva – c’è un’altra persona che deve leggere e, se non si scrivono chiaramente tutte le letterine, chi legge fa una fatica bestiale!

A quei tempi la tastiera era molto modesta! Sapeva che era solo uno strumento che scriveva letterine tutte eguali e invidiava la penna perché era sempre maneggiata con cura e ogni letterina scritta era sempre diversa da un’altra! E con la penna poi si facevano disegni, scarabocchi e tante altre cose ancora, e la tastiera moriva di invidia! Non era capace di tanto!

Ma poi qualcuno nel secolo scorso ha inventato un’altra macchina, più potente e più veloce, il computer. Sa fare tante cose e sa anche scrivere… ma come? Sempre con una tastiera! Così diversa dalla prima! Sa scegliere i caratteri, anche tutti diversi tra loro, li sa fare piccoli e grandi, anche a colori! E con la tastiera si può anche disegnare, navigare, in quel mondo meraviglioso che si nasconde dietro il video!

E questa tastiera, così rinnovata e perfezionata ha messo su una gran boria! E prende in giro la penna!

– Cara penna! Ora la pianterai di darti tante arie! Io so fare mille cose e tu no! E i bambini imparano presto ad usarmi! Ormai fin da piccoli sono armati di cellulari e di Ipad e con un colpo di polpastrello scrivono tutto quello che vogliono! E tu? Rimani sempre chiusa al buio dentro un astuccio e ne esci solo quando qualche maestra si ricorda che esisti, insieme con matite e pennarelli! Una volta i bambini si macchiavano con l’inchiostro! Era una disperazione per le maestre e per le mamme! Ora non più! Io sono pulita e tu? Sei la porcacciona di sempre! Fanno bene a metterti da parte!

– Hai proprio ragione, piagnucolò la penna! Nessuno più mi cerca! Non ho più futuro! Io ho a che fare solo raramente per qualche appuntino e tu, invece, navighi in ogni parte del mondo! Sai fare mille cose! Sono molto triste!

Ma un foglio bianco che stava lì vicino intervenne un po’ arrabbiato!

– Ma quale tristezza! La tastiera è solo una macchina! E si dà tante arie! Ce l’ha con le penne e anche con me! Vuoi sapere come mi trattano? Mi infilano in una risma appiccicato con centinaia di altri disgraziati come me! Poi ci infilano tutti insieme dentro un’altra macchina, che si chiama stampante: entro bianco e in un attimo esco tutto nero di inchiostro e non capisco nulla di quello che c’è scritto! E così per tutti gli altri disgraziati come me! Che bello, invece, quando ero scelto da una mano, poggiato su una scrivania, carezzato da te, penna mia! Mi scrivevi, mi cancellavi, poi riscrivevi e facevi pure qualche scarabocchio, qualche disegnino e mi divertivo tanto a giocherellare con te! Insomma io e te parlavamo, ci confidavamo! Io ti dicevo quando eri giunta alla fine della pagina e quando dovevi prendere una mia sorellina per continuare il tuo lavoro! Era bello, penna mia! Era bello! E sempre con tanta leggerezza! Ora sono tutto impacchettato con altri fogli e sapessi che dolore poi quando mi stracciano e mi buttano via! Se la tastiera ha sbagliato o la stampante è impazzita! Bei tempi, penna mia, quando ci carezzavamo io e te con tanta delicatezza!

– Allora, posso essere serena! Mi stai rincuorando! Non è finito il mio tempo!

– Non pensarci neanche! Non morirai mai! E sarai ricercata come una cosa rara e preziosa! Vedo già una bambina che ti cerca… ecco… ti prende leggermente tra le dita… comincia a scrivere! Che bello! Tra poco ogni parola, ogni lettera saranno carezze per me! Attenta però, bambina mia, quando metti i punti! A volte fanno male! Preferisco il solletico delle virgole!

 

La penna… per imparare a scrivere… e a pensare!

Scuole Belle, confermati 18.500 addetti

da Il Sole 24 Ore

Scuole Belle, confermati 18.500 addetti

di C.Cas.

Lo sblocco dei finanziamenti previsti per il progetto Scuole Belle consentirà il prosieguo del rapporto di lavoro per 18.500 addetti ex lsu e dei cosiddetti appalti storici. Il progetto, nato molti anni fa, prevede interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili scolastici.

La notizia arrivata ieri è che la Corte di Conti ha registrato il decreto del ministero dell’Istruzione sullo stanziamento delle risorse accantonate per il 2017 per complessivi 128 milioni di euro. Fino al 31 marzo 2017 sarà inoltre attiva sul sito del dicastero la rilevazione sui fabbisogni di interventi ulteriori finalizzati al decoro scolastico.

In attesa dello sblocco dei fondi, intanto, nei giorni scorsi, i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltrasporti, hanno siglato con le rappresentanze delle imprese gli accordi di proroga sul ricorso al Fis, il fondo di integrazione salariale, definendo l’anticipazione dei ratei di quattordicesima e tredicesima mensilità, su richiesta dei lavoratori, fino a concorrenza del reddito perso.

Dopo lo sblocco dei fondi, come spiega il segretario nazionale della Fisascat Cisl Davide Guarini, «sarà necessario tenere alta l’attenzione sul parere Anac sugli effetti della risoluzione della Convenzione Consip sui contratti attuativi e sulla possibilità di stipulare atti aggiuntivi per la realizzazione degli interventi di decoro, come anche sui lotti per i quali non sono ancora state assegnate le risorse». In prospettiva, invece, i sindacati si preparano a chiedere l’apertura di un tavolo di monitoraggio dove si possa ragionare su una soluzione strutturale per assicurare stabilità ai lavoratori impiegati negli appalti di pulizia delle scuole italiane.

Carta docente 500 euro, giornali e riviste tagliati fuori dagli acquisti

da La Tecnica della Scuola

Carta docente 500 euro, giornali e riviste tagliati fuori dagli acquisti

Il principio base di una somma annuale per l’aggiornamento professionale era buono.

Visto che gli stipendi dei docenti italiani sono fra i più bassi d’Europa, almeno paghiamo loro le spese per corsi, libri, riviste, materiali, musei, spettacoli, che contribuiscono ad arricchire l’esperienza professionale e le ricadute sulla didattica.

Leggiamo invece sulla stampa che la carta del docente con i 500 euro da spendere è un flop. Finora gli iscritti alla piattaforma cartadeldocente.istruzione.it sono il 40%. I motivi sono diversi. In primo luogo la procedura complicata, con vari passaggi che sembrano studiati apposta per dissuadere. In secondo luogo la scelta molto limitata dei possibili acquisti da fare tramite emissione di buoni.

Non è che gli insegnanti siano ancora poco digitali e quindi restii, come qualcuno sostiene. Ormai a scuola tutte le procedure sono online, dal registro ai verbali, alle pratiche più varie. Quasi tutti i docenti usano gli strumenti tecnologici anche nella pratica didattica. Tutti sanno usare le app del telefonino, imparando spesso dai propri figli.

Quello che proprio non va è la procedura del cosiddetto “borsellino elettronico”. Prendiamo una semplice visita al Museo. Una volta entrati con le proprie credenziali SPID, bisogna vedere se il Museo che si vuole visitare è nella piattaforma, e già in questa fase il perimetro si restringe. In secondo luogo, il buono una volta generato per Musei, Monumenti e aree archeologiche, non è più annullabile, anche se non viene utilizzato, perché questi “seguono un diverso percorso di validazione dei buoni” come spiega una faq del Miur.

Ma non sarebbe stato più semplice stabilire che i docenti non pagano l’ingresso senza tante complicazioni? Perché dover seguire una procedura macchinosa, per acquistare un titolo che comunque consente l’accesso gratuito? E perché sono del tutto esclusi i Musei all’estero? L’anno scorso invece, quando i 500euro erano accreditati direttamente nello stipendio, era possibile scegliere qualsiasi Museo, pagando in contanti oppure online. Quest’anno no.

Ma uno degli aspetti più incredibilmente limitativo è la mancanza di “pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale”, che non si trovano nel menu dei possibili acquisti. La voce è teoricamente prevista dalla legge 107/2015, comma 121, ma la scelta è praticamente impossibile: non c’è alcun giornale o rivista che sia acquistabile nella piattaforma.

L’anno scorso invece, quando i 500euro erano accreditati direttamente nello stipendio, molti docenti hanno potuto scegliere e sottoscrivere degli abbonamenti a qualsiasi giornale o rivista di interesse, “non necessariamente attinente alla disciplina insegnata” come precisato dal Miur, e anche on line, con un semplice bonifico.

A questo punto una domanda sorge spontanea: le tante difficoltà create quest’anno corrispondono ad una scelta studiatamente finalizzata? a che scopo?

Furbetti del cartellino, ok decreto bis: licenziamenti lampo, pure per scarso rendimento

da La Tecnica della Scuola

Furbetti del cartellino, ok decreto bis: licenziamenti lampo, pure per scarso rendimento

Disco verde da parte del Consiglio dei ministri ai decreti Madia bis sul taglio delle partecipate e il licenziamento lampo per i ‘furbetti del cartellino’.

Sono i provvedimenti correttivi dei testi originari, già in vigore, che il Governo ha deciso di varare dopo la sentenza della Consulta sulla riforma della PA. Pronuncia che ha imposto l’intesa con le Regioni.

Sulle modifiche del decreto nato per stanare i furbetti del cartellino cambia pochissimo rispetto alla precedente versione: solo l’ampliamento dei termini per l’azione contro il danno d’immagine. Resta quindi confermato tutto l’impianto: sospensione in 48 ore e licenziamento entro un mese per chi viene colto a strisciare il badge e andare poi a casa.

Viene anche responsabilizzata la figura del dirigente: chi si gira dall’altra parte, rischia a sua volta il licenziamento.

Saranno poi anche più chiari i casi di licenziamento: da quelli per scarso rendimento, fino alla cronica condotta illecita, qualora ci sia anche da evidenziare un profilo penale dell’accaduto.

I tempi per arrivare a decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre mesi e a un mese per tutti i casi di flagranza.

Solo per gli statali resta tuttavia intatto l’articolo 18, con reintegra e risarcimento nei casi di ingiusta espulsione. Tuttavia, la sanzione massima non potrà essere annullata, come avveniva sino ad oggi, in presenza di vizi formali o cavilli giuridici.

Sempre nel decreto bis, viene introdotto “l’obbligo di comunicazione dei provvedimenti disciplinari all’Ispettorato per la funzione pubblica entro 20 giorni dall’adozione degli stessi”, ha spiegato palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il provvedimento.

Tutti i dati saranno così raccolti in un ‘cervellone’ informatico ad hoc che consentirà di controllare in modo accurato l’andamento delle sanzioni, dai richiami ai licenziamenti, passando per le sospensioni.

La novità, si spiega, ha l’obiettivo di “consentire il monitoraggio sull’attuazione della riforma, anche per adottare ogni possibile strumento che ne garantisca la piena efficacia”.

Nella stessa giornata, è stato reso pubblico lo stato dell’arte in materia di licenziamenti nella PA allo scoccare delle nuove regole sui ‘furbetti del cartellino’: gli ultimi dati della Funzione Pubblica ci dicono che le amministrazioni hanno messo alla porta 280 dipendenti su oltre otto mila azioni disciplinari avviate.

Sul totale dei procedimenti aperti i licenziamenti rappresentano, però, ancora una fetta assai esigua (3,4%) e forse incide il fatto che per gli enti territoriali non è obbligatorio comunicare i dati sulle sanzioni.

Ma anche su questo la riforma Madia interviene. Dalle cifre emerge come la maggior parte dei licenziamenti (il 39%) sia dovuto ad assenze ‘irregolari’ mentre non si registrano casi di espulsione per scarso rendimento.

C’è invece un licenziato per mancata reperibilità alla visita fiscale: quest’ultimo è un altro tema caldo che sarà affrontato nel nuovo Testo Unico della PA.

Quanto alla riforma degli statali, con novità dalla valutazione alle assunzioni, i testi sono attesi, sempre per il via libera preliminare, nel CdM della prossima settimana, probabilmente il prossimo giovedì 23 febbraio.

Alternanza scuola-lavoro, le aziende rifiutano gli stage. Farli d’estate? Fedeli: si può

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola-lavoro, le aziende rifiutano gli stage. Farli d’estate? Fedeli: si può

Nelle scuole superiori sta presentando più di qualche problema il potenziamento delle attività scuola-lavoro previste dal comma 33 della Buona Scuola.

Soprattutto nei licei e al Sud, gli istituti trovano difficoltà ad organizzare gli stage. Anche quando le aziende sono disponibili ad accogliere gli studenti, i tutor scolastici fanno spesso fatica a trovare una sede. Perché i periodi richiesti delle scuole si accavallano: il “posto” risulta quindi occupato.

Ecco, che allora spunta l’idea di spostare nei mesi estivi le date di svolgimento del periodo di formazione in “loco”.

Quella di anticipare o posticipare (rispetto alle lezioni) l’attività di alternanza all’estate “è una possibilità, se è una scelta condivisa ed efficace non ho obiezioni. Basta sapere quali sono i fini didattici della scelta“, ha detto anche il ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, nel corso di un’intervista realizzata per Repubblica da alcuni studenti che partecipano a un’iniziativa pilota promossa dal quotidiano.

Del resto, l’eventualità di svolgere l’alternanza in estate è prevista anhe dal comma 35 della Legge 107/15, il quale prevede che “l’alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata”.

Rimane, tuttavia, il problema di chi segue gli studenti nel periodo estivo. Alle superiori, infatti, un alto numero di docenti è impegnato negli esami di maturità: una percentuale non indifferente viene anche spostata anche in altre scuole, perché nominati come presidenti o commissari esterni.

Poi, sempre d’estate, ci sono le ferie da fruire. E anche i periodi di chiusura delle aziende da mettere in conto.

Alcuni istituti hanno ovviato il problema concentrando le attività ad inizio settembre, quando il corpo insegnante è quasi al completo.

Il problema, però, sembra che sia anche relativo alle aziende. Che non sembrerebbero gradire i giovani liceali, privi di competenze professionali.

Su questo punto, tuttavia, sul fatto che le imprese preferirebbero studenti da istituti tecnici e professionali piuttosto che da licei, Fedeli sembra non essere d’accordo: “Le aziende che preferiscono questo genere di conoscenze cercano professioni medie e istantanee, la formazione di un liceo può offrire possibilità lavorative più ampie. Nel mondo anglosassone si sta discutendo molto di questo e ci invidiano i licei“.

Riguardo, invece, alla riluttanza ad aderire alle richieste da parte delle realtà lavorative del Meridione, il ministro ammette: “è un problema reale“, probabilmente “dovuto anche alla diversa presenza di imprese tra Centro-Nord e Sud. È già stata prevista tuttavia la possibilità di svolgere l’alternanza in sedi pubbliche, e pensiamo di aprire anche ai beni culturali, come biblioteche, musei, archivi“, ha detto ancora responsabile del Miur.

Che poi ha concluso parlando di come il processo si stia evolvendo: “Il passaggio dalla fase sperimentale a quella strutturale è positivo, sia per numero di ore, virtuoso rispetto al resto d’Europa, sia per risorse investite. Anche l’aumento del numero di ragazzi e scuole partecipanti – ha concluso Fedeli – è incoraggiante, ma è un fenomeno che si dovrà consolidare e nel tempo”.

Accordi USR-INPS: per le segreterie nuove molestie burocratiche in arrivo

da La Tecnica della Scuola

Accordi USR-INPS: per le segreterie nuove molestie burocratiche in arrivo

La FLC CGIL dà notizia che alcuni Uffici Scolastici Regionali e INPS stanno sottoscrivendo dei protocolli d’intesache prevedono un carico di lavoro aggiuntivo per le segreterie scolastiche.

È infatti prevista una formazione ad hoc, per affidare agli amministrativi i compiti istruttori relativi alla posizione assicurativa del personale del comparto scuola. Lo strumento operativo da utilizzare, secondo gli accordi, dovrebbe essere quello delle reti stabili di scuola (comma 72, art. 1 legge 107/2015). Questo per via, secondo gli USR, della “sensibile diminuzione del personale amministrativo operante presso gli Uffici scolastici territoriali”.

Per tale ragione i Sindacati del Comparto Scuola hanno richiesto un incontro urgente con il Ministero, evidenziando che “i protocolli d’intesa sottoscritti tra alcuni USR e INPS, relativi ai compiti istruttori su posizioni assicurative del personale del comparto Scuola, senza peraltro, alcun coinvolgimento né informativa sindacale, si configurano come un’ingerenza nell’autonomia della scuola”.

Le OO.SS. hanno inoltre ricordato che “i dati relativi alle posizioni assicurative del personale del comparto scuola si possono ottenere diversamente da ciò che è previsto dai protocolli di intesa, magari tramite interscambio col sistema Sidi, come, peraltro, precisato nella stessa nota Miur prot. n. 36646 del 7/12/2016”. E che “ogni nuova azione, se dovesse rientrare tra i compiti di istituto, meriterebbe un’attenta forma di progettazione e di adeguata formazione e in quanto materia contrattuale deve conoscere il necessario confronto con le Organizzazioni sindacali”.

Arrivano i licenziamenti lampo nella P.A.

da La Tecnica della Scuola

Arrivano i licenziamenti lampo nella P.A.

Sospesi entro 48 ore ed entro 30 giorni licenziati, al termine del procedimento disciplinare, i dipendenti pubblici che timbrano e poi si assentano dal posto di lavoro : a dirlo il Decreto legislativo in attuazione della riforma Madia approvato dal Consiglio dei ministri proprio oggi.

Il provvedimento, che era all’ordine del giorno del Cdm, contiene Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 20 giugno 2016, n.116, apporta infatti modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di licenziamento disciplinare.

Sul decreto dovranno essere acquisiti l’intesa della Conferenza Unificata e i pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

Per chi viene colto in flagrante con telecamere o altri strumenti che registrano l’accesso in ufficio, oltre a venire sospeso immediatamente in via cautelare rimarrà senza stipendio, fatto salvo il diritto all’assegno alimentare, “senza obbligo di preventiva audizione dell’interessato. La sospensione è disposta dal responsabile della struttura in cui il dipendente lavora, entro 48 ore dal momento in cui viene a conoscenza del fatto.

La violazione di tale termine comunque “non determina la decadenza dall’azione disciplinare ne’ l’inefficacia della sospensione cautelare, fatta salva l’eventuale responsabilità del dipendente cui essa sia imputabile”.

Tra le principali novità introdotte nei correttivi “si prevede un maggior termine per esercitare l’azione di risarcimento per i danni di immagine alla PA provocati dalle condotte fraudolente punite dal licenziamento” si legge nel comunicato di Palazzo Chigi diramato dalle agenzie di stampa. “La denuncia al Pubblico Ministero e la segnalazione alla competente Procura regionale della Corte dei conti avverrà, ora, entro 20 giorni (non più 15) dall’avvio del procedimento disciplinare in modo da evitare un eccessivo accavallamento dei termini e delle procedure poste a carico delle pubbliche amministrazioni”.

“Lo stesso avverrà per il caso in cui la Procura della Corte dei conti, quando ne ricorrono i presupposti ed entro 150 giorni (non più 120) dalla conclusione della procedura di licenziamento, potrà procedere per danni di immagine della PA nei confronti del dipendente licenziato per assenteismo. La finalità è di garantire maggiore certezza e una più netta separazione tra il procedimento disciplinare a carico del dipendente (che si svolge presso l’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari) e il conseguente procedimento per danni di immagine alla PA (che si svolge presso la Procura generale della Corte dei conti)”.

Infine, “si prevede l’obbligo di comunicazione dei provvedimenti disciplinari all’Ispettorato per la funzione pubblica entro 20 giorni dall’adozione degli stessi: ciò, al fine di consentire il monitoraggio sull’attuazione della riforma, anche per adottare ogni possibile strumento che ne garantisca la piena efficacia”.

Card del docente: 3 insegnanti su 5 non hanno utilizzato il bonus. Troppi problemi con la procedura?

da Tuttoscuola

Card del docente: 3 insegnanti su 5 non hanno utilizzato il bonus. Troppi problemi con la procedura?

Siamo entrati ufficialmente nel secondo quadrimestre, mancano appena quattro mesi alla fine dell’anno scolastico. E a oggi, secondo quanto riporta Repubblica, circa 3 insegnanti su 5 non hanno ancora usufruito del bonus di 500 euro a loro dedicato. La Card del docente ha fatto un flop? Sembrerebbe proprio di sì visto che fino ad ora sono stati spesi appena 50 milioni dei 381 stanziati. Ma qual è il problema?

Cerchiamo di capire. L’anno scorso i 500 euro del bonus sono stati versati direttamente in busta paga e, forse, questo aveva reso le cose più facili. Quest’anno, invece, la procedura è stata completamente digitalizzata. Bisognava prima possedere un’identità digitale SPID, poi ci si poteva registrare sul portale nel quale scegliere, tra gli enti accreditati, il modo in cui poter usufruire della Card del docente. Ma tanti, soprattutto all’inizio, si sono fermati allo SPID e non sono più riusciti ad andare oltre.

Il secondo problema starebbe poi proprio nell’offerta limitata di fornitori ed enti di formazione presenti sulla piattaforma. In parole povere, nell’offerta. A segnarlo sono diversi utenti sui social. Per esempio su Facebook una ragazza scrive: “Figlia di un’insegnante, ho constatato con i miei occhi che, dopo esserti impiccato per riuscire ad ottenere l’identità digitale richiesta ai fini dell’ottenimento del bonus docenti, sono pochi gli esercenti accreditati presso cui usufruirne e pure fuori mano… Ma non sarà una presa in giro?“. E di post come questi ce ne sono diversi sui social.

A conferma di queste parole il pezzo pubblicato qualche giorno fa in cui Il Fatto Quotidiano citava come esempio il caso di TicketOne, il noto circuito di vendita online di biglietti per eventi di musica, spettacolo, sport e cultura. Al Miur risulta essere presente nella piattaforma della Card del Docente, ma è Giorgio Lauretta, amministratore delegato di Ticketone.it, a smentire questa notizia: “Stiamo sviluppando l’interfaccia ma non siamo ancora pronti. Credo che lo saremo per fine mese“, ha detto.

Chi invece ha usufruito della Card del docente ha scelto di farlo soprattutto acquistando pc. Infatti, il grosso dei 50 milioni di euro a cui abbiamo accennato è stato impegnato per l’acquisto di computer e software, mentre il 10%, circa 5 milioni di euro, sono stati utilizzati per l’acquisto di  libri e testi di vario genere.

Contratti: ritorna il potere di disapplicare le leggi

da Tuttoscuola

Contratti: ritorna il potere di disapplicare le leggi

La bozza di decreto legislativo di riforma del Testo Unico del Pubblico Impiego che oggi arriverà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione, recepisce, in materia di contrattazione, l’accordo tra Governo e Sindacati confederali del 30 novembre scorso che prevede, tra l’altro, “Il Governo si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro per i dipendenti di tutti i settori, aree e comparti di contrattazione, per una ripartizione efficace ed equa delle materie di competenza e degli ambiti di azione della legge e del contratto”.

Riequilibrio significa che nel rapporto di lavoro talune norme legislative, definite a suo tempo dal Parlamento, dovranno essere restituite al potere di contrattazione.

Ed ecco come l’accordo è stato definito nella bozza di decreto, tenendo presente quanto attualmente previsto. Il vigente decreto legislativo 165/2001 (Testo Unico) prevede(va) all’art. 2, comma 2 che “Eventuali disposizioni di legge che introducono discipline dei rapporti di lavoro … possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili, solo qualora ciò sia espressamente previsto dalla legge”.

La bozza del nuovo decreto ora prevede “Eventuali disposizioni di legge che introducono discipline dei rapporti di lavoro … possono essere derogate nelle materie affidate alla contrattazione collettiva ai sensi dell’art. 40, comma 1, e nel rispetto dei principi stabiliti dal presente decreto, da successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili.”

Quel rinvio al nuovo art. 40, comma 1 è importante, perché precisa che la contrattazione nazionale per le sanzioni disciplinari, la valutazione delle prestazioni per il trattamento accessorio e la mobilità è consentita nei limiti previsti dalle norme di legge.

Ritorna, insomma, quel potere di disapplicare le leggi tramite contratto nazionale su materie che riguardano il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici (compresi quelli del comparto scuola); potere che a suo tempo il Governo Berlusconi con il ministro Brunetta aveva fortemente ridimensionato (solo qualora ciò sia espressamente previsto dalla legge) e che il premier Renzi nella Buona Scuola, al comma 196, aveva del tutto escluso (“Sono inefficaci le norme e le procedure contenute nei contratti collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente legge”).

La bozza di decreto non include, tra le norme abrogate, quel comma 196 della legge 107/2015: dimenticanza? O esclusione del potere di deroga sulla Buona Scuola?

Il nodo non è solo giuridico.

18 Febbraio Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger

Mi-Lorenteggio.com del 15-02-2017

18 Febbraio Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger

MILANO. Il 18 febbraio è la giornata dedicata a livello mondiale alla Sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento. Spesso associata a nomi di personaggi famosi come Einstein, Mozart e Steve Jobs, la Sindrome nasconde in realtà un vissuto molto difficoltoso e “invisibile”, perché la fatica degli Aspie a mettere in atto comportamenti che appartengono alla normalità del vivere quotidiano non viene immediatamente percepita generando incomprensioni e isolamento, che possono sfociare in episodi di bullismo a scuola e di mobbing nel mondo del lavoro. ASA Italia – Associazione Sindrome di Asperger dedica alla Sindrome una cena di Gala il prossimo 18 febbraio a Milano presso la Società Umanitaria, che ospita la sede dell’Associazione. Il ricavato andrà a finanziare le attività svolte dall’Associazione per
migliorare la qualità della vita degli Aspie, prima fra tutte l’esperienza di Casa Riccardo a Vailate, un luogo speciale dove ASA organizza weekend su misura per adolescenti e giovani adulti con Sindrome di Asperger e autismo ad alto funzionamento con la presenza di educatori specializzati, offrendo loro la possibilità unica di condividere esperienze di vita in comune e sperimentare con i coetanei il piacere di raggiungere l’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana al di fuori del proprio nucleo familiare. “La nostra Associazione si impegna con passione per l’informazione e la formazione sulla sindrome di Asperger, gli unici reali strumenti che possono fare la differenza per migliorare la qualità della vita degli Aspie – afferma Milena Polidoro, presidente di ASA Italia. Vogliamo offrire servizi concreti, che sappiano mettere in relazione tutte le competenze per poter dare adeguato supporto a chi vive un disturbo dello spettro autistico”. La cena raccoglierà fondi per i progetti dell’Associazione, principalmente focalizzati sulla formazione di personale qualificato. Ultima iniziativa in ordine di tempo è stata l’apertura di uno Sportello d’Ascolto, con l’obiettivo di accogliere e comprendere il bisogno degli utenti aiutandoli a decidere quale potrebbe essere il percorso migliore da seguire. Durante la cena verranno premiate alcune personalità che più di tutte in quest’anno hanno speso energie e risorse per progetti legati alla Sindrome di Asperger, allo scopo di far conoscere questa realtà e offrire aiuto concreto agli Aspie e alle loro famiglie.

Tablenciclopedia

TABLENCICLOPEDIA di Umberto Tenuta

CANTO 786

IL TABLET SOSTITUISCE LE ENCICLOPEDIE?

FORSE DOMANI!

 

TABLET dei miracoli!

No.

TABLET miracoloso?

Sì.

Miracoloso.

Fa cose da vedere, da ammirare, da guardare con gran compiacimento.

È l telefono, è il fotografo, è il videoregistratore, è il libro, è l’enciclopedia, è la videoenciclopedia.

Quale strumento!

Quale risorsa per la scuola!

Fuori dalla scuola, dopo la scuola, per l’educazione permanente.

E tu, Maestrina dalla penna rossa, lo hai ben compreso!

Il TABLET, lo strumento meraviglioso dei tuoi studenti.

I tuoi studenti scrivono, leggono, fotografano, videoregistrano, ricercano sui loro Tablet.

La scuola non finisce mai: Lifelong learning!

I docenti educano i giovani a utilizzare gli strumenti per continuare ad imparare fuori e dopo la Scuola.

Il principale strumento per continuare a imparare fuori e dopo la scuola è la Ricerca.

Se ieri bastavano, oggi non bastano più le lezioni ed i libri di testo.

Oggi la scuola deve insegnare e soprattutto deve educare a ricercare.

I giovani devono imparare a ricercare perché vogliano e possano imparare durante tutto il corso della loro vita.

Non basta che i giovani sappiano.

Occorre che essi amino e sappiano imparare per tutto il corso della loro vita.

Per rispondere a questo suo profondo bisogno, l’uomo ha fatto ricorso prima alla sua memoria e poi agli strumenti della scrittura.

Oggi ha inventato gli strumenti digitali.

Così come ieri la scuola insegnava a leggere e a scrivere sulle pergamene e sulla carta, oggi insegna a leggere e a scrivere sui Tablet.

I libri e le enciclopedie di tutte le biblioteche del mondo sono disponibili sui tablet di tutti gli studenti della BUONASCUOLA.

A condizione che in qualche CATTIVA SCUOLA i docenti e i dirigenti non vietino agli studenti l’utilizzo dei TABLET.

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”