Proclamazione stato di agitazione dei dirigenti scolastici

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Alla Ministra per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca
Alla Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
LORO SEDI

Oggetto: proclamazione stato di agitazione dei dirigenti scolastici.

Questa Associazione ha più volte portato all’attenzione delle SS.LL., nel corso degli ultimi mesi, la situazione di grave difficoltà vissuta dalla categoria dei dirigenti scolastici.
In primo luogo, essi hanno subito – insieme ai colleghi delle altre amministrazioni – una grave lesione delle loro prerogative professionali a seguito della politica governativa, con particolare riferimento all’intesa del 30 novembre 2016 che ha restituito ai sindacati il controllo sulla gestione del personale ed ha subordinato la legge agli accordi contrattuali.
Inoltre, perdura a danno degli stessi dirigenti una inaccettabile situazione di sperequazione retributiva con i colleghi, di pari livello, in servizio presso le altre amministrazioni pubbliche. Per sanare tale iniquità è necessario reperire risorse economiche aggiuntive per finanziare il futuro contratto collettivo nazionale della categoria e, conseguentemente, disporre l’immediata apertura del tavolo contrattuale.
Infine, ma non certo ultimo, gli adempimenti connessi all’esercizio della funzione stanno conoscendo un incremento abnorme e senza precedenti, spesso connotato da scarsa connessione con gli obiettivi triennali assegnati a ciascun dirigente.
Per tali ragioni, l’ANP proclama lo stato di agitazione della categoria.
Si allega alla presente il testo della petizione già sottoscritta da migliaia di colleghi.

Distinti saluti.
Il Presidente Nazionale
Giorgio Rembado

DELEGA CULTURA UMANISTICA IN CDM IL 7 APRILE

La ministra Valeria Fedeli ha dichiarato ieri di voler portare al Consiglio dei Ministri del 7 Aprile la delega riguardante la cultura umanistica, una delle 8 deleghe della “Buona Scuola” redatte in fretta e furia dal Ministero.
Giammarco Manfreda, Coordinatore della Rete degli Studenti Medi dichiara:” È inaccettabile la leggerezza con la quale la stessa ministra pare aver dimenticato la discussione complessiva sugli 8 decreti legislativi che dovrebbero completare il disegno di riforma della legge 107. Le deleghe dovevano essere approvate dal CdM il 17 Marzo scorso ma come se nulla fosse i testi dei decreti non sono stati adottati.”
“Reduci dall’esperienza di confronto assolutamente negativa sulla Buona Scuola”- Continua Manfreda-” avevamo sin da subito chiesto che la stesura delle deleghe fosse il frutto di una condivisione larga con chi come noi vive la scuola tutti i giorni ma ciò non è stato possibile. Il dialogo successivo è stato scarso, timido e soprattutto non risolutivo rispetto alle tante problematiche che ponevano i testi dei decreti. Se c’è ancora tempo, come dimostra questa eccessiva dilazione, vogliamo essere ascoltati immediatamente e vogliamo ridiscutere dei progetti di riforma. Vogliamo avere voce in capitolo sulle briciole lasciate al Diritto allo studio, sulle scelte miopi riguardo la valutazione. Lo chiedono le studentesse e gli studenti di tutto il paese.”
Dello stesso avviso Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Il posticipo dell’approvazione delle deleghe, avvenuto senza alcun atto ufficiale che lo legittimi, è lo specchio di come il tema delle deleghe non stia rappresentando una priorità del governo. Questo è maggiormente aggravato dal fatto che, in nome dell’urgenza, il confronto con noi studenti e con le parti coinvolte, sia stato estremamente ridotto. L’esempio che più ci riguarda da vicino è il tema dell’accesso all’insegnamento su cui molti studenti attendono risposte chiare. Siamo stanchi di essere presi in giro, a questo punto chiediamo che il confronto sia riaperto”

Nelle scuole italiane il 9,2% di alunni stranieri, 6 su 10 sono nati in Italia

da Il Sole 24 Ore 

Nelle scuole italiane il 9,2% di alunni stranieri, 6 su 10 sono nati in Italia

di Al. Tr.

Sono quasi 815mila le alunne e gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, vale a dire il 9,2% del totale della popolazione scolastica. Sono i numeri contenuti in un Focus sugli alunni stranieri del Miur, che sottolinea come 6 di questi alunni su 10 sono nati in Italia. L’indagine – scaricabile dal sito istruzione.it – si riferisce all’anno scolastico 2015/2016. È stata pubblicata in occasione del Seminario nazionale “Costruttori di Ponti”, in corso a Reggio Emilia.

Alunni stranieri, presenza «ormai strutturale»
Secondo il ministero, la presenza di alunni stranieri è «ormai strutturale e pressoché stabile”: rispetto al precedente anno scolastico le studentesse e gli studenti sono lo 0,1% in più. Circa un quarto (203.979) degli stranieri si trova in Lombardia. Mentre sono Romania, Albania e Marocco le nazionalità maggiormente rappresentate. In crescita anche quelle asiatiche, in particolare la Cina e le Filippine. Aumenta, poi, la quota delle alunne e degli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese: sono quasi il 60% del totale degli stranieri. Negli ultimi cinque anni – dal 2011 al 2016 – l’incremento delle seconde generazioni è stato del 43,2%.

Più numerosi nella primaria
È tra i banchi della primaria che si ha il maggior numero di presenze, spiega il ministero, anche se sono sempre più le ragazze e i ragazzi che scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma di scuola media. L’81,1% delle neodiplomate e dei neodiplomati, infatti, ha optato per i percorsi di scuola secondaria di secondo grado, l’8,7% per quelli della formazione professionale regionale.

Fedeli: «Scuola e università motori dell’accoglienza»
«Siamo determinati a fare della scuola e dell’università motori dell’integrazione e dell’accoglienza della diversità”, ha detto la ministra Valeria Fedeli nel saluto inviato in occasione del seminario di Reggio Emilia. «Proprio in questi giorni – ha ricordato la ministra – stiamo lanciando il bando che destina 50 milioni di euro di fondi Pon affinché gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, anche in orario extrascolastico e di concerto con i territori e con le associazioni, potenzino le politiche di integrazione, promuovendo la conoscenza del fenomeno migratorio, sviluppando approcci relazionali e interculturali, creando nuove occasioni di socializzazione».

Pronti 80 milioni per il rafforzamento della cittadinanza europea

da Il Sole 24 Ore 

Pronti 80 milioni per il rafforzamento della cittadinanza europea 

Esperienze di studio all’estero per le studentesse e gli studenti del triennio della scuola secondaria di II grado. Potenziamento linguistico con esperti madrelingua. Approfondimento della conoscenza dell’Europa, dei suoi valori e della sua identità culturale, dei principi che la animano, delle sue istituzioni, delle sfide e delle prospettive future.
Sono le attività che le scuole potranno realizzare grazie agli 80 milioni di risorse stanziate dall’avviso Pon per il potenziamento della Cittadinanza europea , il settimo pubblicato dal Miur nell’ambito del Bando Pon Scuola da 840 milioni di euro, lanciato lo scorso gennaio dalla ministra Valeria Fedeli per una scuola più aperta, inclusiva e innovativa.

L’obiettivo dell’Avviso
Contribuire alla conoscenza che studentesse e studenti hanno dell’Unione Europea, per permettere loro di prendere parte al dibattito con consapevolezza e fornire la possibilità di costruire il futuro in cui vogliono vivere. «Contribuire alla conoscenza che studentesse e studenti hanno dell’Unione Europea è fondamentale affinché le nostre ragazze e i nostri ragazzi rafforzino la loro conoscenza e consapevolezza della Cittadinanza europea, intesa come appartenenza ad una cultura, a determinati valori, ad una storia e ad un percorso comuni», ha dichiarato Fedeli.

Gli ambiti
Le attività progettuali potranno focalizzarsi su definizione e contenuti della Cittadinanza europea, status di cittadino europeo, diritti fondamentali della UE, le quattro libertà fondamentali sancite dall’Unione europea: libera circolazione delle persone, delle merci, dei capitali e libera prestazione dei servizi. Potranno essere proposti approfondimenti sulla storia contemporanea e del ‘900 e sul raffronto tra il “prima” e il “dopo” la costituzione dell’Ue. Gli approfondimenti potranno riguardare anche elementi di geografia, ambiente e territorio, mobilità e flussi migratori.

Gli alunni coinvolti
Le esperienze di studio all’estero, per le studentesse e gli studenti del triennio della scuola secondaria di II grado, coinvolgeranno fino a un massimo di 18.000 ragazze e ragazzi e potranno riguardare l’approfondimento dei temi legati alla Cittadinanza europea o essere finalizzate all’acquisizione di una certificazione di competenze linguistiche rilasciata da enti certificatori riconosciuti a livello internazionale.l

Bonus strumenti musicali, nel 2017 sconti fino a 2.500 euro

da Il Sole 24 Ore 

Bonus strumenti musicali, nel 2017 sconti fino a 2.500 euro 

Bonus strumenti musicali nuovi, pronta la guida delle Entrate. Con la circolare n. 6/E di oggi, l’Agenzia completa il kit delle istruzioni già fornite con il provvedimento dello scorso 14 marzo e illustra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2017. In particolare, rispetto alla versione 2016, si amplia la categoria dei soggetti che possono accedere al beneficio e viene innalzato il tetto massimo del contributo, che passa da 1.000 a 2.500 euro. L’agevolazione si applica sotto forma di sconto sul prezzo di vendita praticato dal rivenditore o produttore, che potrà successivamente recuperare la somma tramite credito d’imposta attraverso una procedura online, disponibile dal prossimo 20 aprile.

Più istituti riconosciuti, più studenti che possono accedere allo sconto
Nel 2016 l’agevolazione era riservata agli studenti iscritti ai corsi di strumento del triennio e del precedente ordinamento dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati. Quest’anno, invece, il via libera è per gli iscritti a tutti i corsi dei conservatori e degli istituti musicali pareggiati, a licei musicali e coreutici (sezioni musicali), alle istituzioni di formazione musicale e coreutica autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica ai sensi dell’articolo 11 del regolamento di cui al Dpr n. 212/2005, limitatamente ai corsi riconosciuti dal Miur. Per godere del contributo, gli studenti devono essere in regola con il pagamento delle tasse e dei contributi dovuti per l’iscrizione all’anno 2016-2017 o all’anno 2017-2018. Sono ammessi al beneficio anche gli studenti che avevano fruito del bonus l’anno scorso, ai quali può essere riconosciuto un contributo al netto dell’importo già fruito.

Il bonus 2017 sale fino a 2.500 euro
Il tetto massimo di sconto passa quest’anno da 1.000 euro a 2.500, che può coprire fino al 65% del prezzo finale dello strumento, comprensivo di Iva. Per ottenerlo, lo studente deve richiedere all’istituto un certificato di iscrizione che riporti alcuni dati principali (cognome, nome, codice fiscale, corso e anno di iscrizione, strumento musicale coerente con il corso di studi) che consegnerà al rivenditore all’atto dell’acquisto. A questo proposito, la circolare specifica che sia i certificati di frequenza rilasciati dagli istituti musicali agli studenti sia le richieste presentate da questi ultimi sono esenti da imposta di bollo. In ogni caso, chi ha chiesto il certificato lo scorso anno deve chiederne uno nuovo per beneficiare dello sconto nel 2017.

Anche il piatto della batteria è scontato
Nel bonus rientra l’acquisto di un solo strumento musicale nuovo o anche di un singolo componente, come per esempio il piatto di una batteria, mentre sono esclusi i beni di consumo, come corde o ance.
In ogni caso, per usufruire del beneficio lo strumento deve essere coerente, “affine” o “complementare” con il corso di studi, in base alle indicazioni contenute nell’Allegato 2 del Provvedimento o, in mancanza, alla valutazione di coerenza tra il corso di studi frequentato e lo strumento agevolato attestata dall’istituto.

L’Agcom apre le sue porte a 24 ragazzi in alternanza

da Il Sole 24 Ore 

L’Agcom apre le sue porte a 24 ragazzi in alternanza

Per la prima volta un Authority apre le sue porte all’alternanza scuola lavoro. Grazie alla convenzione che l’Agcom ha sottoscritto con l’Istituto Tecnico Economico Statale “Enrico Caruso” di Napoli e che le consentirà di aprire le porte a 24 studenti in regime di formazione on the job.

La convenzione
L’accordo prevede per ciascun allievo un percorso formativo personalizzato coerente con il profilo educativo, culturale e professionale dell’indirizzo di studi dello studente. L’iter sarà progettato, elaborato e verificato congiuntamente da un tutor appartenente all’istituzione scolastica e un altro all’Agcom. In particolare, il referente dell’Autorità delle Comunicazioni garantirà l’inserimento dello studente nel contesto operativo mediante affiancamento ed assistenza durante l’intero percorso formativo e pianificherà le attività anche grazie al raccordo con altre figure professionali presenti nella struttura.

I due tutor
Si coordineranno costantemente al fine di assistere e guidare lo studente nel corso del programma di alternanza scuola lavoro: saranno loro a garantirne il corretto svolgimento, che monitoreranno le attività svolte risolvendo le eventuali criticità, che valuteranno e valorizzeranno gli obiettivi raggiunti e le competenze progressivamente sviluppate. Al termine del percorso verrà inoltre elaborato un report sull’esperienza svolta e sulle acquisizioni di ciascun allievo: documento che concorrerà alla valutazione e alla certificazione delle competenze da parte del Consiglio di classe dell’Istituto.

La scuola anti bufale

da la Repubblica

La scuola anti bufale

Dalle elementari ai licei, inizia in classe la battaglia contro le notizie false

Gli strumenti per verificare i fatti e dichiarare guerra alle bufale e alle notizie false ora entrano nelle scuole. Anche grazie alla prima giornata internazionale del fact-checking, promossa dall’Ifcn (International fact-checking network) che ha sede presso il Poynter Institute di St. Petersburg, in Florida, proprio con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico sempre più ampio nella battaglia contro la disinformazione e le notizie false. Oggi ci sono 115 progetti attivi in 47 Paesi e, pur se la lotta alle notizie false è massima soprattutto nel mondo dell’informazione, la parte più importante del primo “fact-checking day” è rivolta a insegnanti e studenti, con iniziative ludiche e didattiche scaricabili dal sito dell’evento e del Poynter Institute.

«Anche la scuola si deve fare carico di educare alla verifica dell’enorme mole di dati disponibili online» osserva Alexios Mantzarlis del Poynter Institute. «Le competenze di base per affrontare con spirito critico lo studio non bastano più di fronte a ciò che si trova sui motori di ricerca o sui social». È un’esigenza riconosciuta anche dall’Ocse, che ha anticipato nei giorni scorsi l’intenzione di inserire nei test Pisa (Programma per la valutazione internazionale dell’allievo) “abilità globali” inerenti la capacità di verifica dei fatti. «Con il materiale didattico messo a disposizione sul nostro sito» continua Mantzarlis «puntiamo a raggiungere più docenti possibile e, con effetto moltiplicatore, un buon numero di studenti. La risposta è stata buona ancor prima dell’evento: con 658 download da 23 Paesi potremmo aver già raggiunto 40mila studenti».

Tra i gruppi promotori della giornata c’è l’italiano “factcheckers.it”, che ha già avviato il lavoro didattico in alcune università e scuole. «In collaborazione con i docenti della Bicocca di Milano Stefano Moriggi e Paolo Ferri» spiega Gabriela Jacomella «abbiamo elaborato un pacchetto di cinque lezioni da adattare a esigenze diverse, consapevoli che non basta essere millennial per sapersi districare nella disinformazione.

La prova che i nativi digitali hanno scarsissime competenze di fact-checking il gruppo di esperti italiani l’ha avuta anche da un test compiuto in via sperimentale con l’Università di Padova. «Anche se il campione è troppo ridotto e non possiamo considerarlo davvero rappresentativo» avverte Jacomella.

«Per il nostro test abbiamo sottoposto a 38 studenti universitari sei contenuti informativi, di cui quattro falsi e due veri. I risultati mostrano che 1 su 2 non sa individuare l’attendibilità di una fonte; più di 4 su 10 non sanno identificare l’origine di un video; 7 su 10 non conoscono l’esistenza dei “profili verificati” su Facebook e quasi 9 su 10 non sono consapevoli del fatto che esistono strumenti per accertare da dove viene davvero una foto e quando è stata scattata».

Registro elettronico: la compilazione in tempo reale è un obbligo

da La Tecnica della Scuola

Registro elettronico: la compilazione in tempo reale è un obbligo

La compilazione del registro elettronico deve essere effettuata dal docente in tempo reale e in tutte le sue parti, per evitare possibili sanzioni disciplinari.

Alla prima ora di lezione e, durante tutta la giornata scolastica, a qualsiasi cambio di ora, il docente ha il dovere di aggiornare in tempo reale il registro elettronico di classe e quello personale della materia dell’insegnante.

Diciamo subito che l’utilizzo del registro elettronico da parte dei docenti delle scuole in sostituzione del vecchio registro cartaceo non è obbligatorio fintantoché verrà approvato, dal Garante per la privacy, il piano di dematerializzazione. Tuttavia la stragrande maggioranza delle scuole, in seno ai Collegi dei docenti, ha deliberato l’adozione del registro elettronico di classe e personale del docente, rendendo il suo utilizzo in tempo reale obbligatorio.

Quindi se il Collegio dei docenti ha deliberato il registro elettronico come unico sistema di rilevazione delle presenze e assenze degli studenti, di annotazioni del diario di classe, in cui si segnalano ritardi e uscite anticipate degli alunni, argomenti delle lezioni, compiti assegnati per casa, letture delle circolari, note disciplinari, valutazioni delle prove scritte e di quelle orali, esiste l’obbligo di compilazione in tempo reale e in tutte le sue parti sia del registro di classe e sia del registro personale dell’insegnante.

Non è consentito dalla legge firmare e compilare il registro elettronico prima o addirittura dopo la lezione, in quanto la firma sul registro di classe è un atto amministrativo ufficiale che fa parte degli obblighi di servizio dei docenti, e che quindi deve poter essere espletato in classe durante l’ora di lezione.

In buona sostanza il docente deve firmare digitalmente, registrare le assenze degli alunni, mettere i voti delle valutazioni scritte e orali in tempo reale, compilando il registro di classe e quello personale della materia, proprio per il fatto che la legge impone al pubblico ufficiale, nell’esercizio delle sue funzioni, di documentare tempestivamente i fatti e gli atti, che nel caso dell’insegnante sono quelli che accadono nella classe durante la lezione.

Il Dirigente Scolastico ha la possibilità di avere sotto controllo la situazione sintetica aggiornata delle presenze, assenze, ritardi e uscite di tutte le classi, quindi è nelle condizioni di conoscere se un docente compila o meno il registro elettronico.

Per i docenti che vengono scoperti a non compilare il registro elettronico in tempo reale può scattare la sanzione disciplinare che nei casi più gravi può sconfinare ad essere un reato del codice penale, in quanto, come abbiamo detto il registro di classe è un atto amministrativo ufficiale da tenere aggiornato in tempo reale.

Decreti L.107/15, venerdì 7 aprile si chiude sulla cultura umanistica: delega in CdM

da La Tecnica della Scuola

Decreti L.107/15, venerdì 7 aprile si chiude sulla cultura umanistica: delega in CdM

La ministra dell’Istruzione è stata di parola: a poche ore dell’annuncio dell’imminente via libera ai decreti legislativi della L.107/15, arriva l’annuncio ufficiale sulla prima delega.

Inaugurando al Miur, domenica 2 aprile la mostra ‘Miur Art’, che raccoglie una selezione delle opere della prima Biennale nazionale dei Licei artistici, la Ministra Valeria Fedeli ha detto che  “al Consiglio dei ministri del 7 aprile, spero con il più ampio consenso possibile, porteremo la delega sulla cultura umanistica”.

Il riferimento è al decreto legislativo recante norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività (Atto 382).

“E’ una scelta – ha spiegato Fedeli – che considero molto importante e che amplia la possibilità per le nostre scuole di ogni ordine e grado di valorizzare tutto ciò che riguarda la cultura umanistica e le arti”.

Parlando della mostra, la ministra ha detto che “è molto importante far conoscere all’esterno la capacità che le scuole hanno di valorizzare il talento dei nostri ragazzi. Oggi portiamo qui al Ministero dei veri e propri gioielli che siamo felici di mostrare alla cittadinanza”.

A due giorni dal Consiglio dei Ministri, quindi, si ha quindi la certezza solo sull’approvazione del primo decreto legislativo. Resta da capire, ora, se in quella sede saranno discussi e valutati anche gli altri sette decreti.

Oppure, se il Governo si è preso qualche altro giorno per decidere su diversi aspetti controversi. In particolare, sul sostegno, su formazione e reclutamento, sulla valutazione degli alunni, sulla riforma dell’età 0-6 anni.

Il tempo, tuttavia, non sarà molto: applicando la normativa sulla loro approvazione, si evince che la data off limits è il 17 aprile. Che però cade nel giorno di Pasquetta. Quindi, a meno di improbabili slittamenti, motivati e supportati da provvedimenti formali, il Governo dovrà chiudere i “giochi” sull’attuazione della Buona Scuola entro venerdì 14 aprile. Appena una settimana dopo l’approvazione del primo testo sulla cultura umanistica.

Non dimenticare Barbiana: a 50 anni dalla ‘Lettera a una professoressa’ dei ragazzi di Don Milani

da Tutto scuola

Non dimenticare Barbiana: a 50 anni dalla ‘Lettera a una professoressa’ dei ragazzi di Don Milani

È trascorso mezzo secolo da quando, guidati da don Lorenzo Milani, i ragazzi di Barbiana hanno scritto la famosissima ‘Lettera ad una professoressa’. Era il 1967. Da allora, come il nostro Paese, la nostra scuola è profondamente cambiata. Com’era l’Italia a quel tempo? Com’era la nostra scuola?

La professoressa, incarnazione di una scuola sulla difensiva

Ormai lontani dagli anni immediatamente seguenti il dopo guerra, dopo aver conosciuto il boom economico, anche l’Italia stava sperimentando quella che Richmond ha chiamato ‘l’esplosione dei numeri’ e ‘l’esplosione delle attese’, e cioè una grande crescita demografica e, conseguentemente, un accesso alla scuola di un numero imponente di alunni. L’istruzione era vista come la strada indispensabile per l’emancipazione dalla miseria, il miglioramento sociale ed economico, il conseguimento di uno status più elevato. Inoltre non ci si accontentava di frequentare la scuola elementare, si aspirava a proseguire gli studi e fu soprattutto la scuola media ad essere investita dall’onda demografica in ascesa. Il sistema scolastico di allora non era preparato a questa invasione. La scuola italiana riposava su un ordine consolidato nei decenni, che prevedeva solo per pochi l’accesso all’istruzione superiore, per pochissimi all’università. Questi pochi e pochissimi erano – è facile capirlo – quelli che avevano avuto il privilegio di nascere in famiglie agiate, nelle quali non solo non c’erano preoccupazioni economiche, ma un benessere anche culturale. Un sistema fatto a misura delle classi sociali benestanti si sentiva minacciato dai nuovi barbari che premevano ai suoi confini e cercò di difendersi, con l’arma della selezione. La ‘professoressa’ destinataria della lettera era l’incarnazione di questo tipo di scuola che sta sulla difensiva e che, incapace di rinnovarsi, combatte con le bocciature l’onda di piena che la sta investendo.

Una scuola che boccia

Don Milani raccoglie nella sua scuola di montagna gli scarti, gli ultimi, quelli che la scuola pubblica ha espulso, i bocciati. Propone loro una scuola severa, da viversi in un apprendistato faticoso, ma sempre meno duro che stare a sgobbare dall’alba al tramonto al lavoro nei campi, da sfruttati, riproducendo un ciclo della miseria che sembra- va impossibile da spezzare, fatto di ignoranza e dipendenza, senza potere e senza speranze.

La scuola della selezione

Perché la scuola pubblica li ha respinti? Perché non sono riusciti a rispondere alle richieste che veni- vano fatte, e che erano a misura di quelli che la scuola ce l’hanno già in casa (i ‘Pierino figlio del dottore’), che non devono certo faticare per imparare parole che già possiedono, che non hanno necessità di ricevere un libro di testo gratuito, perché nel loro salotto i libri non mancano, che non hanno paura dei voti, perché la sorte è stata gene- rosa con loro, li ha fatti nascere nell’agio e in ambienti ‘di cultura’ e i brutti voti non li riguardano. Il voto è lo strumento utilizzato per quello che la scuola del tempo lo sa fare molto bene: selezionare. Via via il percorso scolastico diventa un sentiero sempre più stretto, ma a differenza della parabola evangelica sono i ricchi a passare per la cruna dell’ago della selezione.

Barbiana, una scuola alternativa

La scuola di Barbiana è una esperienza di scuola alternativa, che, mentre critica il sistema esistente, propone un diverso modello pedagogico e dimostra con i fatti  che anche per chi è svantaggiato dalla sorte è possibile raggiungere il successo scolastico, conquistarsi il diploma e la laurea. La condizione passa attraverso un profondo cambiamento, che riguarda prima di tutto la cultura pedagogica, poi e conseguentemente, la didattica e l’organizzazione scolastica.

VIRTUALE SARAI TU

VIRTUALE SARAI TU NON CERTAMENTE IO di Umberto Tenuta

CANTO 806 VIRTUALE È BELLO

MA REALE È UN’ALTRA COSA.

 

Tutto virtuale!

Didattica virtuale.

Strumenti didattici virtuali.

Insegnante virtuale.

Amore virtuale.

Prendilo tu!

Io lo voglio reale!

Concreto, reale, manuale, sensuale io lo voglio il materiale didattico!

Sono froebeliano, agazziano, montessoriano.

Prima che virtuale.

Non mettete il bimbo in un utero virtuale.

Non date al bimbo una madre virtuale.

Non fate vivere il bimbo in un mondo virtuale.

Prima degli occhi, il bimbo utilizza le mani ed i piedi nel grembo materno.

Scalcia e gratta.

Appena nato, il suo nasino sente odore di latte.

Fa la pipì umida.

Fa la cacca odorosa.

Le manine, che tenere manine!

Il ditino, che dolce ditino tra le sue labbrucce!

E finitela!

Finitela cu stu vurtuale!

C’è tempo.

Aspettate.

Temporeggiate.

Lasciate tempo al reale.

A Sua Maestà REALE.

Mammina, dagli il tuo lattuccio saporito.

Papà carino, dagli il sonaglino.

E tu commaretta, compragli una bomboletta.

Mettete una coperta per terra e fatelo ruzzolare, arrotolarsi, alzarsi, cadere, rompersi la testa.

Sì, le pietre, la sabbia, l’argilla, i gessetti colorati, la lavagna di ardesia, il quaderno di carta Fabriano, i barattoli di latta, le palle di gomma, le foglie di fico, i fili di lino, il girino, la capretta, l’agnellino…

Questo è il suo mondo.

Lasciate che tocchi, che assapori, che odori, che guardi incantato il volto divino del mondo reale.

Poi, solo poi, dategli il mondo virtuale!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Decreto Dipartimentale 3 aprile 2017, AOODPIT 256

Decreto Dipartimentale 3 aprile 2017, AOODPIT 256

Elenco dei soggetti esterni accreditati al fine di collaborare con l’Amministrazione scolastica per promuovere e realizzare procedure di confronto e di competizione, nazionali e internazionali, concernenti la valorizzazione delle eccellenze degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie