Sciopero 3 e 5 maggio 2017

Pronti 50 milioni per l’integrazione

da Il Sole 24 Ore 

Pronti 50 milioni per l’integrazione

di Cl. T.

Valorizzare le differenze, promuovere l’integrazione, il dialogo interreligioso e interculturale per costruire una maggiore coesione sociale. Sostenere lo sviluppo delle capacità relazionali delle ragazze e dei ragazzi e la partecipazione delle famiglie nella costruzione e nell’attuazione delle attività di scambio e confronto fra culture. È l’obiettivo del bando Pon pubblicato ieri che stanzia 50 milioni di euro per progetti di Inclusione sociale e Integrazione. Si tratta del penultimo dei bandi del piano da 840 milioni di euro lanciato a gennaio dalla ministra Valeria Fedeli, per una scuola più aperta, inclusiva e innovativa.

I finanziamenti
I finanziamenti puntano, da un lato, ad abbattere la dispersione scolastica e a sostenere alunne e alunni con cittadinanza non italiana con maggiore difficoltà, ma anche e soprattutto a fare dell’integrazione uno strumento prezioso di arricchimento dell’offerta attraverso momenti di formazione sul fenomeno delle migrazioni (dal punto di vista storico, geografico, politico), sulle culture e sulle religioni, e attraverso attività ed esperienze tese a sviluppare competenze interculturali, comunicative, linguistiche. Particolare attenzione viene data al coinvolgimento delle famiglie sia in fase di scrittura dei progetti che di loro realizzazione.

Le attività che potranno essere realizzate
Laboratori di lingua italiana, ma anche di musica, street art, teatro e attività motorie, per facilitare l’integrazione attraverso l’universalità del linguaggio dell’arte e dello sport. Corsi di insegnamento o mantenimento della lingua d’origine, anche in collaborazione con le associazioni delle comunità straniere. Programmi per lo sviluppo delle competenze digitali, come agente di inclusione sociale, e delle competenze legate all’imprenditorialità, come forma di orientamento al lavoro delle giovani adulte e dei giovani adulti. Sono alcune delle attività che potranno essere realizzate.

Il bando ha come destinatari alunne e alunni, giovani adulte e adulti con cittadinanza non italiana, ma non solo: si dovrà lavorare sempre in gruppi eterogenei per favorire una vera integrazione e un vero scambio. Le scuole e i Centri per l’istruzione degli adulti potranno partecipare per conto proprio o in rete. Le reti dovranno obbligatoriamente comprendere tre scuole e almeno un ente locale e un ente senza scopo di lucro competente sulle tematiche oggetto del bando. Ogni iniziativa dovrà inoltre prevedere un momento di condivisione con la cittadinanza, anche in sinergia con amministrazioni locali, società civile e altri soggetti, per una scuola aperta e che sia comunità educante di riferimento per il territorio.
I progetti potranno essere presentati da singole scuole statali, di ogni ordine e grado, che riceveranno un massimo di 30mila euro. Si sale a 110mila nel caso delle reti. Per i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) e le istituzioni scolastiche secondarie di II grado che hanno corsi di istruzione per adulti, comprese le sedi carcerarie, il finanziamento massimo potrà essere di 45mila euro.
Le scuole avranno tempo dalle ore 10 del 15 maggio 2017 alle ore 15 del 3 luglio 2017.

Alternanza scuola/lavoro, Toccafondi: vogliamo che il saper fare si accompagni al sapere puro

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola/lavoro, Toccafondi: vogliamo che il saper fare si accompagni al sapere puro

Ospite degli studi di Skuola.net, il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ha parlato dell’alternanza scuola/lavoro.

 

Per circa 50 anni in questo Paese abbiamo tolto ogni riferimento al mondo del lavoro nel percorso scolastico – sottolinea Toccafondi – attualmente però abbiamo 2.5 milioni Neet (ragazzi che non studiano e non cercano lavoro) e il tasso di abbandono scolastico è attorno al 15%. Nei professionali, in alcune zone d’Italia si arriva al 30%”. Una tendenza che va assolutamente invertita. Anche perché, parallelamente, qualcosa si muove: “Sono circa 60mila le aziende che cercano lavoratori da inserire subito ma non li trovano perché avrebbero bisogno di professionalità e competenze ben definite. Tutti i Paesi europei hanno un’esperienza concreta nel percorso scolastico. Noi siamo ancora indietro”.

Uno degli obiettivi dell’alternanza scuola lavoro è proprio quello di far avvicinare l’uscita dal mondo della scuola e l’ingresso in quello del lavoro. “Vogliamo fare entrare questo dialogo con la realtà – prosegue Toccafondi – perché ritentiamo che faccia bene agli studenti”. Anche se poi l’alternanza rimane scuola a tutti gli effetti. Un punto delicato che ha richiesto una profonda riflessione: “Non abbiamo voluto stravolgere l’impianto del sistema istruttivo. Storia, matematica e geografia continueranno ad esserci – ribadisce Toccafondi – Vogliamo però che il ‘saper fare’ torni ad accompagnare il sapere puro. Bilanciare la pratica senza far venire meno la parte teorica. Non dobbiamo ritornare alla scuola tecnica del dopoguerra e neanche svendere la scuola alle aziende. Vogliamo solo far fare esperienza ai ragazzi”.

Un passaggio così importante da essere stato inserito anche all’interno della Maturità del futuro, quella che partirà nel 2019. “L’alternanza – dice ancora Toccafondi – è scuola a tutti gli effetti, quelle ore non devono essere perse, devono essere inserite (anche) durante le ore di scuola. Un momento da valutare e il momento di valutazione massima è proprio la maturità”. Molti ragazzi si lamentano del fatto che stanno svolgendo il tirocinio ma che questo alla fine non sarà valutato, lo considerano una perdita di tempo. Ma il Sottosegretario rassicura anche loro: “L’esperienza resta nel curriculum”.

Certo, ci sono ancora molte cose da migliorare, non mancano le ombre. Ma i problemi vanno affrontati senza per questo tornare al punto di partenza. “Le scuole non hanno avuto problemi a comprendere che essendo a scuola a tutti gli effetti andava fatta bene. La problematica maggiore riguarda la risposta, i soggetti che accolgono, le aziende: o si aprono più porte o difficilmente si potrà accontentare il milione e 400mila ragazzi che l’anno prossimo si dovranno cimentare con l’alternanza”.

Per incentivare le aziende, il Miur ha pensato di coinvolgere anche le piccole e medie aziende, quelle che trovano più difficoltà ad accogliere i ragazzi per ragioni strutturali, prevendendo “percorsi di alternanza in filiera, con la possibilità di unirsi (fino a un massimo di cinque) per avviare percorsi di alternanza con un tutor unico”.

Il tutor – scolastico e aziendale – è una figura centrale per dare un’accelerazione decisiva al processo, per avere un costante feedback dai ragazzi su ciò che va e ciò che non va: “Chi ha difficoltà deve comunicarlo ai professori e ai dirigenti scolastici. Se un’esperienza di alternanza non va bisogna saperlo per regolarsi di conseguenza e capire dove sono le zone d’ombra. Deve essere un’esperienza utile ai ragazzi. Bisogna remare tutti dalla stessa parte. Dire di aver svolto l’alternanza non significa averla fatta bene. Se l’alternanza non funziona la scuola deve attivarsi per trovare una nuova azienda. Altrimenti resta un’opera incompiuta”.

Integrazione e abbandono, Miur stanzia 50 milioni: ad ogni scuola fino a 30mila euro

da La Tecnica della Scuola

Integrazione e abbandono, Miur stanzia 50 milioni: ad ogni scuola fino a 30mila euro

Valorizzare le differenze, promuovere l’integrazione, il dialogo interreligioso e interculturale per costruire una maggiore coesione sociale.

Ma anche sostenere lo sviluppo delle capacità relazionali delle ragazze e dei ragazzi e la partecipazione delle famiglie nella costruzione e nell’attuazione delle attività di scambio e confronto fra culture.

Sono questi gli obiettivi del bando Pon, pubblicato il 27 aprile, che stanzia 50 milioni di euro per progetti di Inclusione sociale e Integrazione.

Si tratta, spiega il Miur, del penultimo dei bandi del Piano da 840 milioni di euro lanciato a gennaio dalla Ministra Valeria Fedeli, per una scuola più aperta, inclusiva e innovativa.

I finanziamenti puntano, da un lato, ad abbattere la dispersione scolastica e a sostenere alunne e alunni con cittadinanza non italiana con maggiore difficoltà, ma anche e soprattutto a fare dell’integrazione uno strumento prezioso di arricchimento dell’offerta attraverso momenti di formazione sul fenomeno delle migrazioni (dal punto di vista storico, geografico, politico), sulle culture e sulle religioni, e attraverso attività ed esperienze tese a sviluppare competenze interculturali, comunicative, linguistiche. Particolare attenzione viene data al coinvolgimento delle famiglie sia in fase di scrittura dei progetti che di loro realizzazione.

Per presentare i progetti, le scuole avranno tempo dalle ore 10 del 15 maggio 2017 alle ore 15.00 del 3 luglio 2017.

Il bando ha come destinatari alunne e alunni, giovani adulte e adulti con cittadinanza non italiana, ma non solo: si dovrà lavorare sempre in gruppi eterogenei per favorire una vera integrazione e un vero scambio.

Le scuole e i Centri per l’istruzione degli adulti potranno partecipare per conto proprio o in rete.

Le reti dovranno obbligatoriamente comprendere tre scuole e almeno un ente locale e un ente senza scopo di lucro competente sulle tematiche oggetto del bando.

Ogni iniziativa dovrà inoltre prevedere un momento di condivisione con la cittadinanza, anche in sinergia con amministrazioni locali, società civile e altri soggetti, per una scuola aperta e che sia comunità educante di riferimento per il territorio.

I progetti potranno essere presentati da singole scuole statali, di ogni ordine e grado, che riceveranno unmassimo di 30mila euro.

Si sale a 110mila nel caso delle reti. Per i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) e le istituzioni scolastiche secondarie di II grado che hanno corsi di istruzione per adulti, comprese le sedi carcerarie, il finanziamento massimo potrà essere di 45mila euro.

“La velocità e la profondità dell’integrazione dipendono anche dalla scuola – dichiara la Ministra Valeria Fedeli -. È grazie al percorso che le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana fanno a scuola che il nostro Paese potrà contare anche sui loro talenti, sulle loro intelligenze”.

“È a scuola che studentesse e studenti, famiglie e comunità con storie diverse possono imparare a conoscere le diversità culturali e religiose, a superare le reciproche diffidenze, a sentirsi responsabili di un futuro comune. Le scuole possono diventare laboratori di convivenza e di nuova cittadinanza”, ha concluso la ministra.

Sono di diverse tipologie le destinazioni dei fondi. Laboratori di lingua italiana, ma anche di musica, street art, teatro e attività motorie, per facilitare l’integrazione attraverso l’universalità del linguaggio dell’arte e dello sport. Corsi di insegnamento o mantenimento della lingua d’origine, anche in collaborazione con le associazioni delle comunità straniere.

Ci sono anche programmi per lo sviluppo delle competenze digitali, come agente di inclusione sociale, e delle competenze legate all’imprenditorialità, come forma di orientamento al lavoro delle giovani adulte e dei giovani adulti. Sono alcune delle attività che potranno essere realizzate.

Gli Ata dimenticati: niente assunzioni, mobilità straordinaria, bonus. Emergenza Dsga: 1.700 vacanti

da La Tecnica della Scuola

Gli Ata dimenticati: niente assunzioni, mobilità straordinaria, bonus. Emergenza Dsga: 1.700 vacanti

Tornare a tutelare il personale tecnico e amministrativo della scuola: a chiederlo è l’Anquap, Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche.

Una delegazione del sindacato, il 27 aprile ha incontrato la presidente della commissione Cultura della Camera, Flavia Piccoli Nardelli.

“La recente legge di riforma della scuola – fa sapere l’associazione – non si è minimamente preoccupata dei servizi amministrativi e del relativo personale. Infatti, il piano di assunzioni straordinarie, la mobilità straordinaria, il bonus formativo (da 500 euro l’anno, ndr) e quello premiale hanno riguardato solo il personale docente”.

Il sindacato ricorda che non vi sono regole nemmeno “per il reclutamento dei Direttori SGA, mentre in tema di sostituzione degli stessi esistono solo parziali e inadeguate disposizioni. Al momento i posti vacanti e disponibili (come Direttore dei servizi generali ed amministrativi, ndr) sono superiori alle 1.200 unità, con sofferenze ‘enormi’ in alcune realtà regionali del centro-nord”.

Per l’Anquap, inoltre, la situazione dei Dsga è destinata ad aggravarsi: da settembre 2017, con l’inizio del prossimo anno, avremo circa 500 pensionamenti. Il che porterà l’ammontare delle ‘scoperture’ intorno a 1.700 unità, corrispondenti a oltre il 20% dei posti in organico di diritto”. L’emergenza tocca anche gli assistenti amministrativi: “la disciplina delle mansioni, compiti e profilo professionale degli Assistenti Amministrativi sono lontani anni luce dall’attività quotidiana che gli stessi sono chiamati a svolgere per far funzionare le scuole, con un livello di professionalità acquisito sul campo che non viene assolutamente riconosciuto e valorizzato“.

Ricordiamo che, mediamente, la categoria degli amministrativi e tecnici delle scuole percepisce stipendi attorno ai 1.200-1.300 euro netti. I collaboratori scolastici anche meno.

Dirigenti scolastici, arriva il portfolio on line per valutarli

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici, arriva il portfolio on line per valutarli

A poche ore di distanza dell’annuncio di una manifestazione nazionale proclamata dal primo sindacato dei presidi, l’Anp, il Miur risponde con un’iniziativa sulla loro valutazione.

Si tratta dell’attivazione elettronica del cosiddetto portfolio del dirigente scolastico: delle pagine on line che contengono informazioni che vanno dal curriculum, al bilancio delle competenze, agli obiettivi e alle azioni professionali.

Sempre il Miur – che ha inviato una Nota illustrative alle scuole italiane – spiega che il portfolio, avviato il 27 aprile, “consentirà alle dirigenti e ai dirigenti di analizzare i loro compiti e le loro competenze, di fare il punto sugli obiettivi di miglioramento. Sarà quindi uno strumento di supporto per il loro sviluppo professionale, ma anche uno strumento chiave per il processo di autovalutazione e di valutazione”.

Il portfolio si compone di quattro parti.

La prima (anagrafe professionale)raccoglierà informazioni professionali, dal titolo di studio agli incarichi ricoperti, sarà compilata dalle e dai dirigenti e sarà resa pubblica.

La seconda parte riguarderà l’autovalutazione e il bilancio delle competenze: ogni dirigente potrà compilarla (non è obbligatorio) analizzando la propria capacità di gestione, di valorizzazione del personale, di promozione della partecipazione, di monitoraggio e rendicontazione. Questa parte consentirà a ciascuna e ciascun dirigente di riflettere sui propri punti di forza e debolezza, nell’ottica del miglioramento della propria professionalità.

La terza parte, particolarmente rilevante ai fini della valutazione, sarà dedicata agli obiettivi e alle azioni professionali, sarà obbligatoria e pubblica, sarà compilata dalle e dai dirigenti che dovranno descrivere le azioni realizzate per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano di miglioramento della loro scuola.

La quarta parte, infine, sarà dedicata alla valutazionee agli eventuali consigli di miglioramento, sarà riservata al Nucleo di Valutazione, al Direttore dell’USR e al Dirigente scolastico.

Un primo video tutorial introduce ed illustra l’utilizzo del portfolio. Ci sarà tempo, per la compilazione, fino al 30 giugno.

Le dirigenti e i dirigenti hanno già avuto, l’8 febbraio scorso, una versione cartacea del portfolio per poter familiarizzare con lo strumento. La versione on line, intuitiva e di facile utilizzo, facilita la compilazione, che non richiede un investimento di tempo gravoso: si tratta di fare sintesi di informazioni e documenti già in possesso e soprattutto di evidenziare il proprio specifico professionale per il perseguimento degli obiettivi di miglioramento della scuola.

La valutazione delle dirigenti e dei dirigenti ha preso il via ufficialmente con la direttiva numero 36 dello scorso agosto.

Nel frattempo sono stati adottati e pubblicati i Piani regionali di valutazione da parte degli Uffici scolastici. Tra febbraio e marzo le dirigenti e i dirigenti sono stati abbinati ai nuclei di valutazione, nei cui confronti sono state svolte attività di informazione e formazione, che continueranno anche nei prossimi mesi.

Fino a giugno si procederà con la compilazione del portfolio. Fra l’estate e l’autunno ci sarà da parte dei nuclei la vera e propria fase di valutazione a partire dalla documentazione interna al portfolio.

Il Miur – che ha anche dedicato una pagina specifica al portfolio – annuncia, infine, che dall’anno scolastico 2017/2018 la retribuzione di risultato delle e dei dirigenti sarà legata al processo di valutazione. Quindi anche agli esiti del portfolio on line.

Bullismo, i segnali per capire se tuo figlio è una vittima

da Tuttoscuola

Bullismo, i segnali per capire se tuo figlio è una vittima

Bullismo e cyberbullismo, le cronache degli ultimi anni raccontano decine di casi di ragazzi vittime di coetanei. La storia di Vigevano, adolescenti presi di mira dal branco, uno in particolare addirittura violentato, raccontano l’urgenza di mettere mano al fenomeno anche da un punto di vista normativo, tenendo a mente che tutti i soprusi e le vessazioni di cui i nostri figli possono divenire vittime o carnefici vengono ampliate a dismisura da internet e dai social network.

Importante anche per i genitori e per gli insegnanti avere a disposizione gli strumenti per comprendere il bullismo, soprattutto capire quando dinamiche di quel tipo riguardano i ragazzi. Per questo è nata la guida del Telefono Azzurro “A prova di bullo”, sviluppata grazie al lavoro di ENABLE – European network against bullying in learning and leisure environments.

Al primo punto fra gli obiettivi, proprio quello di comprendere meglio cos’è il bullismo e riconoscerne i segnali. “Con il termine bullismo – si legge nel documento – si fa riferimento ad un comportamento volutamente violento, perpetrato nel tempo da parte di un individuo o un gruppo nei confronti di un altro individuo o gruppo. Il fenomeno è caratterizzato da uno squilibrio di potere – sia esso fisico o psicologico – tra chi compie l’azione e chi la subisce“.

Bullismo: i campanelli di allarme

Esistono dei segnali d’allarme da non sottovalutare che talvolta indicano che il ragazzo è vittima di episodi di bullismo:

• stress emotivo e senso di impotenza nell’affrontare la situazione e tentare di mettervi fine;
• maggior rischio di sviluppare disturbi mentali, come ansia o depressione;
• manifestazione di tendenze autolesioniste, o persino suicide;
• calo del rendimento scolastico e difficoltà a socializzare.

Le ripercussioni di simili episodi secondo gli studiosi si manifestano a lungo termine anche in età adulta. Una ricerca recente – il progetto EU NET ADB realizzato interpellando un campione rappresentativo di giovani europei di età compresa tra i 14 e i 17 anni – rivela che il 21,9% degli intervistati è stato vittima dei bulli.

Insomma, una vera e propria emergenza della quale anche Tuttoscuola ha deciso di occuparsi, diffondendo il messaggio di Telefono Azzurro e fornendo quindi una sorta di vademecum per genitori e docenti. Come capire se un ragazzo è vittima, come se è diventato carnefice, come insegnare ai ragazzi a navigare su internet in sicurezza.

Online portfolio del Dirigente Scolastico, ecco come si compila

da Tuttoscuola

Online portfolio del Dirigente Scolastico, ecco come si compila

Sta montando la protesta dei dirigenti scolastici per le responsabilità e i crescenti carichi di lavoro, e a farne le spese potrebbe essere il portfolio del dirigente, un oggetto sconosciuto (e forse proprio per questo temuto) che, andandosi ad aggiungere ad altri adempimenti a carico, è considerato un di più fastidioso. Per protesta contro lo stato di disagio della categoria, meglio non compilarlo, hanno detto alcuni rappresentati sindacali.

Il portfolio del dirigente scolastico

Tuttoscuola, che nei giorni scorsi aveva raccolto il grido di dolore dei dirigenti anche per l’arrivo di questo oggetto misterioso di cui molti favoleggiano in termini di onerosa compilazione, ha voluto capirne di più ed è riuscita ad entrare nelle segrete stanze del Miur e, in esclusiva, ha visto e provato il portfolio del dirigente scolastico presentato in una direttiva ministeriale oggi, 27 aprile, e messo in linea a breve successivamente.

Online portfolio del dirigente scolastico

Da oggi è infatti online sul sito del ministero dell’Istruzione la versione elettronica del portfolio del dirigente scolastico che conterrà informazioni che vanno dal curriculum, al bilancio delle competenze, agli obiettivi e alle azioni professionali. Con questo strumento, dichiarano dal Miur, la valutazione dei dirigenti “entra nel vivo”. Il portfolio consentirà agli stessi presidi di analizzare i propri compiti e competenze, di fare il punto sugli obiettivi di miglioramento. Sarà cioè uno strumento di supporto per il “loro sviluppo professionale, ma anche uno elemento chiave per il processo di autovalutazione e di valutazione”. Un primo video tutorial introduce ed illustra l’utilizzo del portfolio. Ci sarà tempo, per la compilazione, fino al 30 giugno.

Il parere di Tuttoscuola

Un primo sintetico giudizio: ci sembra abbastanza semplice da compilare, non richiede molto tempo per la compilazione (anche se i DS il tempo se lo devono strappare dai mille impegni di gestione), consente di scegliere risposte già predisposte (per fortuna) apponendo una semplice crocetta,  prevede l’impiego di documentazione già definita dal dirigente o dalla sua scuola. Il portfolio è accompagnato da un tutorial, un video della durata di pochi minuti che guida con buona efficacia il dirigente alla compilazione. Il portfolio vero e proprio (da compilare on line) si compone di tre parti: Anagrafe professionale, Autovalutazione e Obiettivi e azioni.

Portfolio del dirigente scolastico: l’anagrafe professionale

L’Anagrafe professionale riporta tutti i dati del dirigente già registrati a sistema e prevede la compilazione facoltativa per altri titoli di studio posseduti, per certificazioni (informatiche o linguistiche), per incarichi, per pubblicazioni, per altra documentazione meritevole d’attenzione. In diversi casi basta uno spunto per la scelta. L’anagrafe sarà aggiornabile annualmente.

Portfolio del dirigente scolastico: l’autovalutazione

L’Autovalutazione riguarda le dimensioni professionali previste dalla legge n. 107/15 e si focalizza sulle azioni che il Dirigente scolastico ha realizzato e/o favorito nell’istituzione scolastica per:

  1. la definizione dell’identità, dell’orientamento strategico e della politica dell’istituzione scolastica;
  2. la gestione, la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse umane;
  3. la promozione della partecipazione, la cura delle relazioni e dei legami con il contesto;
  4. la gestione delle risorse strumentali e finanziarie, la gestione amministrativa e gli adempimenti normativi;
  5. il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione.

L’obiettivo di questa parte è quello di consentire al Dirigente scolastico una riflessione sul suo ruolo e sui suoi punti di forza/debolezza, per lo sviluppo e il miglioramento della professionalità. Per ognuna delle cinque sezioni sopramenzionate è stata prevista una rubrica di riferimento. Il Dirigente scolastico è chiamato ad autovalutarsi su ciascun aspetto, attribuendosi un livello che va, in maniera decrescente, da A (aspetto eccellente) a D (aspetto critico) e, se lo ritiene opportuno, motivando il livello nell’apposito campo libero.

Il contenuto di ogni livello è predefinito: basta lo spunto o la crocetta per scegliere.

Una volta che il Dirigente ha provveduto ad attribuirsi un livello per ognuna delle rubriche di autovalutazione, il sistema genererà automaticamente un diagramma di Kiviat (o grafico radar), ovvero un grafico a cinque variabili (una per ciascuna delle dimensioni indagate), rappresentate su assi/raggi con la stessa origine, che rappresentano ciascuno una delle variabili contemplate dall’analisi. Il grafico assume una forma a stella, consentendo di identificare con immediatezza visiva punti di forza e punti di debolezza relativi alle dimensioni indagate.

Il portfolio del dirigente scolastico: obiettivi e azioni professionali

Obiettivi e Azioni professionali: questa parte del Portfolio può essere particolarmente rilevante ai fini della valutazione.

Una prima sezione (obiettivi) è relativa agli obiettivi inseriti all’interno della lettera di incarico: saranno precaricati gli obiettivi nazionali e gli eventuali obiettivi regionali.

Nella seconda sezione (azioni) il Dirigente scolastico deve indicare le azioni professionali da lui ritenute particolarmente significative (indicativamente due o tre) e direttamente riconducibili al suo operato.
La terza sezione (documenti) è riservata al caricamento di quei documenti (Ptof, Rav, Monitoraggi, ecc.) che il Dirigente ritiene necessari e opportuni per la consultazione da parte del Nucleo di Valutazione.

A tali documenti può essere aggiunta altra documentazione particolarmente significativa che il Dirigente riterrà necessario caricare e/o che il Nucleo di Valutazione richiederà al Dirigente di caricare nel Portfolio.

Anche per questa sezione è possibile utilizzare materiale pronto nel suo formato originario.

I documenti caricati sono riservati e consultabili solo dal Nucleo di Valutazione e dal Direttore dell’USR.

 Da giovedì 27 APRILE sul Portale del sistema nazionale di valutazione saranno aperte le funzioni per procedere alla compilazione del Portfolio. Termine ultimo per la compilazione 30 GIUGNO 2017.

Una considerazione finale

Se l’impegno che viene chiesto ai DS anche per la compilazione del Portfolio fosse accompagnato a livello politico e governativo anche da un concreto e immediato impegno a riconoscere la parità di trattamento economico con l’altra dirigenza pubblica in ragione degli incredibili carichi di lavoro e di responsabilità che gravano quasi a senso unico sulla dirigenza scolastica, se, insomma, l’equiparazione non fosse proclamata a parole ma realizzata davvero nei fatti, anche la compilazione del portfolio sarebbe cosa lieve. Se…

Spese scolastiche: detrazione e documentazione

Spese scolastiche: detrazione e documentazione
Certificazione della scuola e pubblicazione delle delibere

di Cinzia Olivieri

 

La Circolare Agenzia Entrate 4 aprile 2017, N. 7/E ha specificato con maggior dettaglio le spese di istruzione non universitaria, detraibili nella misura del 19 per cento calcolata su un importo massimo di euro 564 per l’anno 2016 per alunno o studente (Art. 15, comma 1, lettera e-bis, del TUIR, non cumulabili con le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado dell’Art. 15, comma 1, lettera i-octies, del TUIR).

I pagamenti vanno ovviamente documentati ed il contribuente deve esibire e conservare le ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti nel corso del 2016 e i dati dell’alunno o studente.

Nessun problema quindi per le tasse (di iscrizione e di frequenza) in quanto versate a mezzo conto corrente postale ed in genere per tutti i pagamenti effettuati a mezzo bollettino postale o bonifico bancario intestato alla scuola.

Per la mensa la Circolare precisa che la spesa può essere documentata mediante la ricevuta del bollettino o del bonifico intestata al soggetto destinatario del pagamento – scuola, Comune o altro fornitore del servizio – e deve riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, nonché sin dall’origine la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno, giacché tali dati non saranno integrabili successivamente.

In caso di pagamento in contanti o con altre modalità (ad esempio, bancomat) o acquisto di buoni mensa in formato cartaceo o elettronico, occorrerà attestazione (esente dall’imposta di bollo come la relativa istanza, purché indichi l’uso cui è destinata), rilasciata dal soggetto che ha ricevuto il pagamento o dalla scuola che certifichi l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno e i dati dell’alunno o studente.

Riguardo poi le spese per gite scolastiche, assicurazione della scuola e altri contributi scolastici finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberati, qualora il pagamento sia stato effettuato nei confronti di soggetti terzi (ad es.: all’agenzia di viaggio) occorre l’attestazione dell’istituto scolastico dalla quale si rilevi la delibera di approvazione e i dati dell’alunno o studente. Se le spese sono pagate alla scuola non è richiesta la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti.

Tanto comporta evidentemente una attività di documentazione dell’istituzione scolastica.

Si rafforza quindi la necessità di pubblicazione delle delibere del consiglio di istituto sul sito web.

A tal proposito è da ritenere ormai anacronistico e superato il termine di 10 giorni della durata della pubblicazione previsto dall’art. 13 comma 2 della CM 105/75 (da intendersi come spazio temporale minimo). Sarebbe opportuno che restassero pubblicate quanto meno per tutta la durata dell’anno scolastico.

Occorrerà peraltro a maggior ragione superare talune prassi che vedono i rappresentanti, specie laddove si tratta importi individuali di non rilevante entità per attività della classe, impegnati a raccogliere le somme per poi eseguire un unico versamento alla scuola. In tal caso, il pagamento è effettuato all’istituto ma solo una attestazione della scuola può ricondurlo al singolo studente, giacché il genitore è sprovvisto di ricevuta o quietanza propria.

Basta precariato. Contratto subito!

“Basta precariato. Contratto subito!”
il 6 maggio a Roma

Sabato 6 maggio tutta la CGIL si ritroverà a Roma in piazza San Giovanni Bosco a partire dalle ore 14 per proseguire la sfida per i diritti sulla “Carta dei diritti universali del lavoro”. Una grande manifestazione all’insegna della “riconquista del diritto alla reintegra” e per “contrastare la precarietà nel lavoro”.

Nella stessa giornata di mobilitazione (e di festa) si terrà anche una specifica iniziativa sui temi del precariato nei servizi pubblici e nei settori della conoscenza e sul rinnovo dei contratti di lavoro. Il sit-in organizzato da FLC CGIL, FP CGIL e NIdiL CGIL si svolgerà nella piazzetta adiacente a Palazzo Vidoni dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e vedrà la partecipazione del Segretario generale della CGIL Susanna Camusso.

Nota 28 aprile 2017, AOODGSIP 2229

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Direttore Generale per le risorse umane e finanziarie
SEDE
Alle Organizzazioni Sindacali Comparto Scuola

Nota 28 aprile 2017, AOODGSIP 2229

OGGETTO: Ipotesi Contrattazione Collettiva Integrativa Nazionale del Comparto Scuola – Art. 7 Norme incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica. Anno scolastico 2016/2017.

Ipotesi Contrattazione Collettiva Integrativa Nazionale del Comparto Scuola
Criteri per la ripartizione, per l’anno scolastico 2016/2017, delle risorse finanziarie destinate a retribuire gli istituti contrattuali di cui agli articoli 9, 30, 33, 47, 62, 84, 86, 87 del CCNL 2006/2009 del comparto scuola, come modificati dalle successive sequenze contrattuali (MOF)

Nota 28 aprile 2017, AOODGSIP 2239

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio quarto

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti responsabili degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano
BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della provincia di Trento
TRENTO
All’Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua ladina
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA
e p.c.
Al Capo Dipartimento per il Sistema di Istruzione e di Formazione
SEDE
Ai Direttori dei Dipartimenti di Scienze della Formazione della CUNSF
LORO SEDI
Ai Referenti per l’integrazione scolastica e l’intercultura degli UUSSRR
LORO SEDI
Ai Referenti per la formazione degli UUSSRR
LORO SEDI

Nota 28 aprile 2017, AOODGSIP 2239

Oggetto: “Piano pluriennale di formazione per dirigenti, insegnanti e personale ATA di scuole ad alta incidenza di alunni stranieri”, Programma nazionale FAMI, Obiettivo Specifico 2 “Integrazione e migrazione legale” – Obiettivo Nazionale 3 “Capacity building” – lettera K), Prog. n. 740.

Nota 28 aprile 2017, AOODGSIP 2228

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Uff.II

Ai Dirigenti scolastici delle scuole superiori di I e II grado
LORO SEDI

Oggetto: 15 maggio “Condivido”, il Manifesto di Parole O_Stili per gli studenti

L’istigazione all’odio, così come definita dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, è “espressione di tutte le forme miranti a diffondere, fomentare, promuovere o giustificare l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di odio fondate sull’intolleranza, tra cui l’intolleranza espressa sotto forma di nazionalismo aggressivo e di etnocentrismo, la discriminazione e l’ostilità nei confronti delle minoranze, dei migranti e delle persone di origine immigrata”.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al fine di promuovere nelle scuole azioni di sensibilizzazione e informazione sul tema dell’istigazione all’odio on line e dei rischi che esso rappresenta, promuove l’iniziativa “Condivido” del Comitato Parole O_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza in Rete per coinvolgere studenti e docenti su un tema importante e attuale.
E’ in questo contesto che il 15 maggio p.v., alla presenza della Ministra Valeria Fedeli, verrà presentato nelle scuole il Manifesto della Comunicazione non ostile, la carta elaborata dalla community di Parole O_Stili per ridurre, arginare e combattere i linguaggi negativi che si propagano facilmente in Rete. A Milano e in altre 3 sedi (Trieste, Cagliari e Matera) personaggi pubblici (tra gli altri un cantante, un calciatore e uno youtubber) presenteranno i 10 princìpi che compongono il Manifesto, stimolando i ragazzi ad una riflessione sugli stili della comunicazione digitale.
Si comunica alle Istituzioni Scolastiche interessate che l’evento potrà essere seguito in streaming dalle 10:00 alle 11:45 iscrivendo la scuola o le classi interessate nella sezione “Partecipa” del sito web “Parole O_Stili” progetto “Condivido”: www.paroleostili.com/condivido.
Si informa che per partecipare all’evento è necessario disporre di una sala con proiettore e di una connessione internet.
Il kit didattico allegato alla presente servirà a preparare l’incontro attraverso lo sviluppo di un dibattito con gli studenti.
Ulteriori informazioni possono essere richieste inviando una e-mail all’indirizzo scuole@paroleostili.it
Si ringraziano le SS.LL per la consueta disponibilità con la preghiera di dare la massima diffusione alla presente.

IL DIRIGENTE
Giuseppe Pierro