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BANDO PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI DI INSEGNAMENTO NELL’AMBITO DEI PERCORSI DI FORMAZIONE PER IL CONSEGUIMENTO DELLA SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DIDATTICO AGLI ALUNNI CON DISABILITÀ A. A. 2016/2017 ISTITUITI PRESSO L’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA MEDIANTE AFFIDAMENTO E IN SUBORDINE MEDIANTE CONTRATTO DI DIRITTO PRIVATO A TEMPO DETERMINATO (DR n. 579 del 15/05/2017)

BANDO PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI DI INSEGNAMENTO LABORATORIALE NELL’AMBITO DEI CORSI DI FORMAZIONE PER IL CONSEGUIMENTO DELLA SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO ISTITUITI PRESSO L’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA MEDIANTE CONTRATTO DI DIRITTO PRIVATO A TEMPO DETERMINATO (DR n. 580 del 15/05/2017)

Elenco dei vincitori del Concorso “CAPORETTO: OLTRE LA SCONFITTA”

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Elenco dei vincitori del Concorso “CAPORETTO: OLTRE LA SCONFITTA” indetto dal Miur in collaborazione con il Ministero della Difesa (nota prot.n. 12056 del 2-11-2016)

VINCITORI

Scuola Primaria
Primo premio: classi 5 A, B, C, D dell’I. C. “Pier Delle Vigne” di Capua, per l’ipertesto: “Caporetto…cado, mi rialzo e vinco!” con la seguente motivazione:
“Primo premio assegnato per la riflessione complessiva sugli avvenimenti di Caporetto e la Prima Guerra Mondiale e, nel contempo, per l’interessante attualizzazione sul tema della Terra dei fuochi”.
Docente Anna Maria Rosaria Fiorillo
Secondo premio: classe 5 B dell’I.C. “A. De Curtis” di Palma Campania (NA) per una composizione scritta dal titolo: “Una sconfitta può diventare un’occasione per reagire positivamente” con la seguente motivazione:
“Secondo premio assegnato per la buona analisi delle vicende che portarono alla sconfitta di Caporetto e per il messaggio di riscatto e di pace per tutti coloro che escono da situazioni difficili”.
Docente: Adelina Mauro
Terzo premio: alunni Francesca Dello Iacono, Alessandra Giugliano, Alessia Gragnaniello della classe 5 A dell’I.C. “A. De Curtis” di Palma Campania (NA) per la poesia: “Caporetto” con la seguente motivazione:
“Terzo premio assegnato per il componimento poetico che, partendo dalle vicende di Caporetto, si conclude con un messaggio di speranza e di ripresa”
Docente: Adelina Mauro

Scuola secondaria di primo grado
Primo premio: alunna Isabella Mauri della classe 3 B dell’I.C. “Divisione Julia” di Trieste per la composizione scritta: “Una sconfitta collettiva” con la seguente motivazione:
“La studentessa ha mostrato particolari doti di scrittura e capacità di comprensione dell’evento storico di Caporetto approfondito anche alla luce delle vicende storiche che hanno contrassegnato la sua città natale”.
Docente: Manuel Sichic
Secondo premio: alunni Sara Catalano, Valentina Gaeta, Armando Lagrasta, Pasquale Merotta, Luigia Sorrenti della classe 3 A dell’I.C. “Carella- Losito- Marconi” di Canosa di Puglia (BT), autori di un lavoro composito dal titolo: “Cara guerra…cara Italia” (plastico rappresentante la battaglia di Caporetto corredato da una raccolta di foto dell’epoca e da una rielaborazione di diari di guerra) con la seguente motivazione:
“Per l’interessante ricostruzione plastica della battaglia di Caporetto corredata da una apprezzabile documentazione diaristica”.
Docente: Giuseppe Casaletto, Maria Teresa Conte, Natalino Monopoli
Terzo premio: classi 3 D e 3 E dell’I.C. ‘E. Springer” di Surbo (LE) per: “Il diario di una crocerossina – La rinascita attraverso la determinazione unita al forte desiderio di aiutare”) con la seguente motivazione:
“Per la creatività stilistica del prodotto e per l’originalità con la quale il tema del concorso è stato elaborato e la capacità di presentare in maniera organica e unitaria i contenuti presentati”.
Docente: Antonella Passiante

Scuola secondaria di secondo grado
Primo premio: studenti Pierluigi Masucci e Luca Serafini della classe 4 A liceo classico della Scuola Militare “Teuliè” di Milano, per il lavoro multimediale dal titolo: “Il successo di una sconfitta” con la seguente motivazione:
“Il lavoro si caratterizza per l’approfondita ricostruzione storica degli eventi e per i collegamenti alle odierne problematiche a livello nazionale, europeo e internazionale, oltre che per l’efficacia mediatica del messaggio di riscatto, di rinascita e di unità di un popolo e di una comunità a seguito di una sconfitta”.
Docente: Marta De Grandi
Secondo premio: studenti Michele Gerardo, Alessio Russo, Silvia Sambuca, della classe 5 A del liceo scientifico “Giancarlo Siani” di Casalnuovo di Napoli (NA) per il video: “Il risveglio” con la seguente motivazione:
“Per l’efficacia comunicativa del filmato che attualizza i valori e gli ideali rappresentati dai protagonisti della battaglia di Caporetto e riconduce ai simboli della memoria e dell’identità nazionale”.
Docente: Giovanna Vittoria Spagnuolo
Terzo premio: studente Alessandro Taddei della classe 5 A del liceo classico della Scuola Militare “Teuliè” di Milano, per il lavoro multimediale dal titolo: “Ai figli che verranno” con la seguente motivazione:
“Per la capacità di comunicare e interpretare le vicende umane di un singolo protagonista e restituirne l’esperienza arricchendola con i valori universali di pace e unità”.
Docente: Marta De Grandi

MENZIONI SPECIALI
Sono state, inoltre, assegnate menzioni per lavori multimediali e composizioni scritte di buona qualità che, pur non rientrando nel novero dei progetti vincitori, presentano aspetti di qualità tecnica e compositiva che meritano di essere segnalati.

Scuola dell’infanzia
I bambini della scuola dell’Infanzia di Borgo d’Ale (VC) che hanno partecipato coralmente alla realizzazione del cartellone dal titolo: ”Bambini e cannoni” con la seguente motivazione:
“Per la grande forza comunicativa che il loro tratto artistico riesce a trasmettere, con una visione poetica di sé e del mondo di cui hanno esperienza dove tutto diviene gioia e amore per la vita”
Docente Elisa Antoniotti

Scuola Primaria
Alunni del Laboratorio di Cinema dell’I.C. di Verbania Trobaso, Scuola Primaria “G. Rodari” (VB) per il cortometraggio storico: “Memorie di guerra, memorie di pace” con la seguente motivazione:
“Per l’esaustività con cui il cortometraggio storico affronta le vicende della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, oltre che per l’elevata qualità della tecnica cinematografica utilizzata e per l’impegno corale mostrato”
Docente: Nives Cerutti

Scuola secondaria di primo grado
– Alunno Sebastian Tatar della classe 3 A dell’I. C. “Raffaello Sanzio” di Falconara Marittima (AN) per la poesia: “La luce della sconfitta” con la seguente motivazione:
“Per l’efficacia del linguaggio poetico e la capacità di rielaborare eventi e fatti che sono parte di un comune patrimonio europeo”.
Docente: Enrica Orsi
– I.C. “Fratelli Mercantini” di Fossombrone (PU) per il progetto didattico che ha coinvolto le classi 1, 2, 3 sezioni A, B, C, D, E nell’esecuzione della marcia sinfonica: “Caporetto: oltre la sconfitta” composta dal Maestro Marco Cervellini

Scuola Secondaria di secondo grado
– Studente Alberto Natalini della classe 3 C del liceo classico “Ennio Quirino Visconti” di Roma per il saggio dal titolo: “La moneta tra necessità ed emergenza: superare la crisi economica e guardare al futuro con speranza” con la seguente motivazione:
“Per l’originalità e l’interesse del tema prescelto e l’accuratezza della ricerca bibliografica compiuta”
– Studenti Giovanni Di Fiore, Gianraffaele Di Risi, Davide Fantino, Marco Monzo, Gennaro Romano, Vittorio Tesoro della classe 5 del liceo scientifico della Scuola Militare Nunziatella di Napoli per la composizione scritta dal titolo: “Caporetto, motore della metamorfosi italiana insito nella storia di ogni popolo” con la seguente motivazione:
“Per l’attenta e compiuta ricostruzione delle vicende di Caporetto, pregevole per lo sforzo di attualizzazione dell’episodio storico rispetto alle problematiche geopolitiche odierne.”
Docente: Aniello Pignataro
– Studente Giovanni Massimi della classe 4 B del Liceo classico “Lorenzo Rocci” di Passo Corese – Fara in Sabina (RI) per la composizione poetica dal titolo: “XXIV ottobre” con la seguente motivazione:
”Per la considerevole ricerca stilistica corredata da una apprezzabile conoscenza geografica e storica degli eventi trattati”.
Docente: Barbara Rinaldi

Italia responsabile Segretariato dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore

Università e AFAM, Processo di Bologna:
dal 2018 l’Italia responsabile del Segretariato
dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Nel 2020 ospiterà i 48 Ministri europei

(Roma, 24 maggio 2017) Designata per acclamazione all’unanimità dai 48 Paesi partecipanti al Processo di Bologna, questa mattina a Gozo (Malta) l’Italia ha ottenuto la presidenza del Segretariato del Bologna Follow-up Group (BFUG) dal 2018 al 2020, preparandosi così ad ospitare la riunione dei 48 Ministri dell’Istruzione Superiore nel 2020. La candidatura del nostro Paese al Segretariato del BFUG è stata presentata dalla Ministra Valeria Fedeli nel febbraio 2017.

Il 2020 rappresenterà un momento fondamentale del Processo di Bologna, che compirà 20 anni di attività nel 2019 e ad oggi è certamente uno dei più rilevanti processi globali di allineamento dei sistemi di Istruzione Superiore dei Paesi appartenenti al Consiglio d’Europa. Il Processo di Bologna riunisce al proprio interno 48 Paesi dell’area Pan-Europea del Consiglio d’Europa, con regole condivise in tema di mobilità, riconoscimento dei titoli e dei crediti formativi delle studentesse e degli studenti, allineamento della durata dei corsi di studio universitario sul ciclo 3+2.

Oltre a lanciare la propria candidatura, a Malta, l’Italia ha anche delineato alcune priorità per lo sviluppo futuro del Processo di Bologna:

  • inclusività dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, su scala globale, con particolare riferimento al tema dei migranti, visti come un’opportunità in termini di capitale umano;
  • attenzione ai temi della ricerca ed al terzo ciclo dell’Istruzione Superiore, con un riavvicinamento sostanziale dei processi nazionali ed internazionali e una maggiore connessione tra insegnamento e ricerca;
  • comprensione e miglioramento del contributo dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore all’agenda globale per la sostenibilità.

“Il segretariato italiano del Bologna Follow-Up Group tra il 2018 e il 2020 è una buona notizia per il mondo dell’Istruzione Superiore e della ricerca nazionale e internazionale. Un risultato che testimonia un’attestazione di fiducia nei confronti dell’Italia da parte dei 48 Paesi partecipanti al Processo di Bologna – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli – Abbiamo tante sfide da fronteggiare in questo settore e sono certa che potremo portare avanti delle proposte che rispecchino il valore aggiunto del nostro Paese: il completamento di uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore più inclusivo, che veda nei migranti un’opportunità e si apra al mondo con particolare riguardo al Mediterraneo e all’Africa; una rafforzata connessione e integrazione del mondo dell’istruzione con quello della ricerca; la messa a punto di politiche e interventi che tengano conto delle indicazioni dell’Agenda 2030 dell’ONU. Voglio ringraziare chi ha reso possibile questa designazione e, tra gli altri, la Commissione Europea che ha sostenuto la candidatura italiana con convinzione. Da oggi, si apre un importante momento di riflessione e miglioramento – conclude -. Sono sicura che riusciremo a collaborare in sinergia e con responsabilità per una società resa più equa e giusta attraverso il sapere e la conoscenza e grazie all’apporto del nostro straordinario capitale umano”.

La candidatura italiana è stata fortemente supportata dai rappresentanti  della Commissione Europea e dal BFUG, che hanno garantito il massimo supporto all’Italia in questo compito cruciale per il futuro dell’Europa, sostegno garantito anche dalla Francia quale attuale segretariato, dalla Presidenza maltese di turno dell’Unione e dagli altri Paesi presenti, sia europei che extra europei.

Richieste dal 17 luglio per il bonus asilo nido da mille euro

da Il Sole 24 Ore

Richieste dal 17 luglio per il bonus asilo nido da mille euro

di Matteo Prioschi

Le domande per il bonus asilo da mille euro relative al 2017 potranno essere presentate a partire dal 17 luglio. Per l’anno prossimo le modalità di richiesta saranno comunicate successivamente.

La nota delle Entrate
Con la circolare 88/2017, l’Inps ha fornito le istruzioni operative per richiedere il contributo, introdotto dalla legge di bilancio 2017, che prevede l’erogazione fino a mille euro all’anno, in undici rate mensili da 90,91 euro ciascuna, al fine di coprire in tutto o in parte la rata dell’asilo nido pubblico o privato, oppure per introdurreforme di supporto presso l’abitazione in favore di bambini che non possono frequentare l’asilo a causa di una grave patologia cronica.

Il diritto al bonus per i bambini nati o adottati vale dal 1° gennaio 2016, ma il contributo copre le spese sostenute dal 2017 e verrà erogato fino a esaurimento fondi (144 milioni di euro per quest’anno). La domanda potrà essere presentata solo tramite il sito internet o il contact center telefonico dell’Inps o attraverso i patronati. Nella richiesta si dovrà indicare se si sceglie l’opzione asilo nido o quella delle spese per l’assistenza a casa.

Nel primo caso il richiedente deve obbligatoriamente essere il genitore che paga la retta, onere che deve essere dimostrato indicando la relativa documentazione (per esempio bollettino bancario o postale, trattenuta in busta paga, ricevuta di pagamento). Si potranno incassare le 11 mensilità se il bambino nel 2017 ha già frequentato l’asilo nella prima parte dell’anno e continuerà a farlo da settembre in poi. Se, invece, la frequenza è limitata all’anno scolastico che sta per terminare o quello che inizierà, si riceveranno solo le relative mensilità.

Se il bambino frequenterà l’asilo da settembre, la domanda potrà essere presentata solo a fronte di prova dell’avvenuta iscrizione e del pagamento di almeno una retta. In tutti i casi le ricevute dovranno essere allegate entro la fine del mese di riferimento e comunque entro quest’anno.

Se la retta è di importo inferiore a 90,91 euro, verrà corrisposta la somma effettivamente spesa. Per i mesi già pagati, verranno riconosciuti gli arretrati.

Se, invece, si richiede il contributo per forme di supporto a casa, il genitore deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune. In questo caso il diritto al contributo nasce a fronte di una dichiarazione del pediatra che attesti una grave patologia cronica con conseguente impossibilità di frequentare l’asilo. L’impossibilità deve derivare dal fattore biologico e non per aspetti organizzativi della struttura che dovrebbe accogliere il bambino. In questa ipotesi non è prevista la presentazione di giustificativi di spesa e l’importo sarà pagato in unica soluzione.

La Buona scuola resta in pista

da ItaliaOggi

La Buona scuola resta in pista

Il decreto Madia ripristina i poteri contrattuali su alcune materie, dai diritti-doveri all’accessorio

I diritti e i doveri dei dipendenti pubblici continueranno a essere regolati dal contratto di lavoro. È quanto si evince dal decreto di riforma del testo unico dei dipendenti pubblici, decreto Madia, approvato dal governo in via definitiva il 19 maggio scorso. Il passo successivo sarà l’individuazione dei fondi da destinare alla riapertura del contratto di lavoro e l’emanazione dell’atto di indirizzo da parte del governo, che darà l’avvio alle trattative vere e proprie. Il testo del decreto dispone un parziale ripristino della contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici che, a seguito dell’entrata a regime della riforma Brunetta, era ormai limitata alle materie riguardanti la prestazione (attività di insegnamento e funzionali all’insegnamento) e la controprestazione (retribuzione ordinaria e permessi). Il ripristino è parziale perché, nel testo precedente alla riforma Brunetta si faceva espresso riferimento alla facoltà, per il tavolo negoziale, di derogare le norme di legge in tutto ciò che aveva per oggetto diritti e doveri dei dipendenti pubblici. Adesso, invece, l’ambito di applicazione è piuttosto ristretto.

Il decreto Madia, infatti, se in via generale definisce il perimetro dell’autonomia privata del tavolo negoziale facendo riferimento al rapporto di lavoro nel suo insieme (includendovi in via generale tutte le materie della prestazione e della controprestazione), introduce il vincolo del limite previsto dalla legge «nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, alla mobilità». In queste materie, dunque, più che introdurre vere e proprie deroghe, la contrattazione collettiva potrà prevedere integrazioni volte a riempire gli spazi lasciati vuoti dalla disciplina legale.

Per esempio, in materia di mobilità, la contrattazione collettiva non potrà disapplicare il sistema degli ambiti ripristinando totalmente e per via pattizia la disciplina delle titolarità di sede. Ma potrà introdurre delle eccezioni in via residuale, come per esempio già avvenuto con l’ultimo contratto sulla mobilità. Le regole contenute nel nuovo accordo, infatti hanno consentito ai docenti di chiedere di essere trasferiti in una delle cinque istituzioni scolastiche, eventualmente indiciate nella domanda, assumendone la titolarità. E al tempo stesso, in via generale, ha confermato il sistema degli ambiti e della chiamata diretta prevedendo, sempre per i docenti, la facoltà di esprime 10 preferenze in riferimento ad altrettanti ambiti territoriali. In ciò dando attuazione alla legge 107/2015 che assoggetta, in via generale, i docenti che intendono trasferirsi al sistema degli ambiti e della chiamata diretta. In buona sostanza, dunque, nelle materie dove «la contrattazione sarà consentita solo nei limiti previsti dalla legge» la contrattazione collettiva potrà aggiungere alle norme esistenti eccezioni e integrazioni, ma non potrà disapplicare totalmente ciò che dice la legge, in questo caso la riforma della Buona scuola.

Ciò vale per il sistema degli ambiti, per le sanzioni disciplinari, e per la valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio. Per le sanzioni disciplinari i margini di manovra del tavolo negoziale riguardano solo la disciplina sostanziale. Vale ai dire: il catalogo delle sanzioni e il loro collegamento alla casistica dei fatti antidoverosi. La disciplina procedurale e i relativi rimedi (compreso il ricorso al giudice del lavoro) sono attualmente regolati da norme di legge, peraltro contenute nello stesso testo unico del pubblico impiego.

Quanto al compenso accessorio collegato alla valutazione del merito, i margini di trattativa sembrerebbero più ampi, perché allo stato attuale la disciplina legale presenta maglie piuttosto larghe dove potrebbe innestarsi la contrattazione collettiva. Ma la disciplina di dettaglio è tutta da scrivere.

Nuovi organici al via con circa 15 mila posti di diritto in più Il tetto dei 27 alunni per classe? Non sarà tassativo, vale la media

da ItaliaOggi

Nuovi organici al via con circa 15 mila posti di diritto in più Il tetto dei 27 alunni per classe? Non sarà tassativo, vale la media

Il chiarimento nella circolare sulle piante organiche valide per il prossimo anno scolastico

Marco Nobilio

Sono 52 mila le immissioni in ruolo di docenti per il prossimo anno. È giunto a conclusione il lungo braccio di ferro sui numeri dell’organico di diritto tra il ministero dell’istruzione e il ministero dell’economia. L’accordo raggiunto la settimana scorsa tra Viale Trastevere e Via XX Settembre consentirà, in via preliminare, di coprire il turnover, pari a circa 21 mila posti e di coprire le disponibilità in organico di diritto pari a circa 16 mila cattedre. In buona sostanza, dunque, non tutti i 52 mila posti sono frutto di incrementi di organico. Anzi, 37 mila su 52 mila sono semplicemente coperture di posti che si renderanno vacanti per effetto dei pensionamenti oppure lo sono già.

I restanti 15 mila posti non copriranno, dunque, tutte le disponibilità dell’organico di fatto (che è pari a 30.262 posti) ma meno della metà. Dei 15 mila posti in più, peraltro, 2.212 saranno costituiti nei licei musicali dove, fino all’anno scorso, i posti venivano costituiti solo in organico di fatto. E serviranno, nell’ordine del 50% circa, a consentire le immissioni in ruolo dei vincitori del concorso a cattedre. In più, circa 3.600 posti saranno destinati alle stabilizzazioni dei docenti di sostegno.

Il ministero dell’istruzione, inoltre, ha anche emanato la circolare sull’organico il 15 maggio, il cui contenuto è stato anticipato da Italia Oggi (si veda il numero del 9 maggio scorso) e anche una nota di chiarimento sugli organici dei licei musicali (22.165 dl 19 maggio scorso). In particolare, per quanto riguarda questi ultimi, l’amministrazione centrale ha chiarito che, in riferimento al numero massimo di alunni per classe, autorizzabile non oltre i 27, tale limite dovrà essere inteso in modo non tassativo.

A questo proposito, l’amministrazione ha spiegato che il limite dei 27 alunni dovrà essere inteso come media calcolata su tutte 5 le classi del corso. Pertanto, tra una classe e l’altra sarà possibile disporre compensazioni. Per esempio, se in un prima classe vi saranno 24 alunni, nella seconda ve ne potranno essere 30 e viceversa. L’amministrazione ha chiarito, inoltre, che per costituire i posti in organico di diritto delle varie specialità musicali potranno essere utilizzate anche le cattedre di potenziamento. Ma questa misura potrà essere attuata solo ed esclusivamente nel caso in cui tali posti risultino vacanti e disponibili.

La normativa generale, infatti, preclude alle scuole la possibilità di modificare la classe di concorso della cattedra di potenziamento qualora sia coperta da titolare consentendolo solo a patto che la modifica non determini l’insorgenza di esuberi. L’amministrazione ha spiegato, inoltre, che sui posti di organico di diritto che saranno costituiti nei licei musicali dovranno essere disposti i passaggi di cattedra e di ruolo dei docenti che hanno insegnati nei licei musicali in questi ultimi anni.

Per questi soggetti, infatti, il contratto sulla mobilità prevede una vera e propria precedenza. Pertanto, i relativi passaggi saranno disposti secondo una graduatoria in cui avranno priorità i servizi già prestati in tali istituti e, solo a parità di punteggi, gli altri titoli previsti in via generale ai fini della mobilità professionale.

Le operazioni di mobilità dovranno terminare entro il 14 giugno. Così da consentire agli uffici scolastici di disporre i movimenti dei docenti di scuola secondaria di I grado utilizzando i posti che rimarranno liberi all’esito dei passaggi verso i licei musicali. Sugli spezzoni che risulteranno disponibili dopo i passaggi l’amministrazione disporrà le utilizzazioni dei docenti che non riusciranno ad ottenere il passaggio al liceo musicale e che presenteranno le relative domanda di utilizzazione.

Licei di 4 anni sotto vigilanza

da ItaliaOggi

Licei di 4 anni sotto vigilanza

Sì con riserva del Cspi al decreto. Serve un pool di esperti a livello regionale e nazionale

Marco Nobilio

Sì alla sperimentazione dei percorsi quadriennali di scuola secondaria superiore. A patto che ciò non si riduca a una mera compressione in 4 anni del curriculo ordinario. E che le scuole che aderiranno al progetto non vengano lasciate sole dall’amministrazione centrale. È un placet con riserva quello espresso dal Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), in sede di emanazione del parere sullo schema di decreto ministeriale sul piano nazionale di innovazione ordinamentale per la sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di II grado. Dunque, anche il governo Gentiloni prova a ridurre da 5 a 4 il percorso di studi delle secondarie di II grado. Riduzione che porrebbe la scuola italiana in linea con la maggior parte dei paesi europei. E che consentirebbe di ridurre il numero dei docenti di scuola superiore del 20%.

In passato si è tentato di colmare il gup con gli altri paesi introducendo la laurea triennale. Ma in molti casi si è sortito l’effetto contrario. Si pensi, per esempio, alla trasformazione di alcuni corsi universitari quadriennali da 4 a 5 anni a ciclo unico, con relativo aumento del numero degli esami. Per non parlare della previsione obbligatoria del successivo conseguimento di un ulteriore specializzazione biennale ai fini dell’accesso a concorsi importanti, prima accessibili con il possesso del mera laurea quadriennale. Uno per tutti: il corso di laurea in giurisprudenza, già quadriennale e ora quinquennale a ciclo unico e la successiva specializzazione ai fini dell’accesso al concorso in magistratura. Dunque, si ritorna al vecchio progetto della riduzione da 13 a 12 anni del percorso scolastico. E si riattiva la proposta della sperimentazione.

Che però ha messo in allarme gli addetti ai lavori. Perché la riduzione del ciclo da 5 a 4 anni determinerebbe, inevitabilmente, una corripondente riduzione degli organici, con insorgenza di esuberi strutturali e conseguente riduzione delle immissioni in ruolo e degli incarichi di supplenza. E ha destato perplessità anche sul piano culturale da parte del Cspi: «A parere del Consiglio», argomenta il collegio presieduto da Francesco Scrima, «va evitato che la proposta sperimentale, se non supportata da un solido impianto teorico e da una cornice di riferimento nazionale, possa concretizzarsi in soluzioni difformi rispetto alle finalità dichiarate e orientare scelte dell’utenza verso una mera abbreviazione dei percorsi di studi».

Nessun problema sulla necessità di adeguare l’ordinamento scolastico agli standard internazionali, prosegue il Cspi; a patto che ciò avvenga tenendo conto della necessità di coniugare questa finalità con quella di assicurare il mantenimento «degli irrinunciabili standard del profilo di uscita». Anche perchè, sempre secondo il parlamentino dell’istruzione, bisogna considerare il fatto che la realtà internazionale e assai diversificata rispetto alla durata dei percorsi di studi. In altre parole, la preoccupazione espressa nel parere dal Cspi va nel senso di evitare a ogni costo che la riduzione da 5 a 4 anni del percorso di studi si traduca in un mezzo per risparmiare denaro a tutto discapito della qualità dell’istruzione. Tanto più che i livelli di apprendimento degli alunni, a differenza che in passato, sono costantemente monitorati tramite le prove Invalsi. E il rischio che tali livelli si abbassino per effetto della quadriennalizzazione della secondaria di II grado appare più che concreto.

Per scongiurare o tamponare tali rischi, il Cspi ha proposto alcune modifiche al testo del decreto. In particolare, l’organo consultivo ha chiesto al ministero di modificare il testo del comma 4 dell’articolo 1 del decreto evidenziando gli strumenti didattici e metodologici che dovranno essere adottati per dare attuazione alla sperimentazione: contributo di comitati scientifici costituiti a livello nazionale e regionale, redazioni di curricula specifici e uguali per tutti gli studenti, didattica laboratoriale e utilizzo delle compresenze. In pratica un metodo di lavoro da applicare su tutto il territorio nazionale, nelle 100 scuole che saranno autorizzate ad adottare la sperimentazione, con l’aiuto di pool di esperti a livello centrale e periferico e una maggiore attenzione agli alunni che dovranno essere seguiti, se necessario, anche individualmente, dai docenti. Così da rimuovere gli ostacoli all’apprendimento veloce, necessario a garantire loro: «Il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze previsti al termine del quinto anno di corso, entro il termine del quarto anno». Insomma, una specie di corso accelerato, con sgravi sugli adempimenti, in favore della velocizzazione e l’efficientamento del processo didattico apprenditivo. Fermo restando che, se la sperimentazione dovesse andare male, secondo la proposta del Cspi: «Non potranno essere autorizzate nuove classi prime ma si potrà consentire il completamento del circolo sperimentale». Ora tocca al ministero guidato da Valeria Fedeli decidere quali osservazioni recepire nel decreto finale prima della firma. Si parte dall’anno scolastico 2018/19.

Maturità 2017, prove di riforma

da ItaliaOggi

Maturità 2017, prove di riforma

L’orale non dovrà partire dalla tesina. Decisiva la delibera del consiglio di classe

In attesa dell’avvio del nuovo esame di stato nel 2019, studenti e docenti potranno sperimentare già a giugno alternanza scuola-lavoro e il Clil, che con la riforma entreranno definitivamente nell’esame. L’ordinanza con date e indicazioni sulla maturità 2017 per i consigli di classe, le 12.675 commissioni e i circa 505.263 candidati oggi iscritti all’esame sottolinea che la commissione nella predisposizione della terza prova, in programma il 26 giugno, «tiene conto, ai fini dell’accertamento delle competenze, abilità e conoscenze, anche delle eventuali esperienze condotte in alternanza scuola-lavoro, stage e tirocinio, e della disciplina non linguistica insegnata tramite la metodologia Clil, così come descritte nel documento del consiglio di classe» (art. 19). Così come il colloquio orale potrà partire da eventuali esperienze condotte in alternanza o in tirocinio.

L’ordinanza a questo proposito precisa che la commissione «organizza il colloquio tenendo conto» di questi percorsi «opportunamente e dettagliatamente indicati nel documento del consiglio di classe (art. 21). Due aspetti caratterizzanti la riforma della maturità disegnata dalla delega della Buona Scuola, alternanza e Clil, di fatto sono già presenti nell’attuale esame di stato. L’ordinanza del Miur sulla maturità 2017 ribadisce, illustrandole in modo più esplicito, modalità di svolgimento della terza prova scritta e del colloquio orale già previste dal nuovo esame varato nel 1998.

In base al suo regolamento, contenuto nel dpr 323/1998, la terza prova scritta non è il cosiddetto quizzone, sebbene al Miur confermino che è la modalità scelta dalla maggioranza assoluta delle commissioni. Così come per il colloquio orale il regolamento non stabilisce che inizi con la tesina, ma «con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato», che «possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra indicazione» (art. 5, comma 7). La normativa vigente, quindi, già apre alla possibilità dell’alternanza e del Clil alla maturità. A orientare la commissione il documento che il consiglio di classe elabora entro il 15 maggio per la commissione d’esame sull’azione educativa e didattica realizzata nell’ultimo anno di corso, primo atto di avvio della maturità.

Nel documento del 15 maggio, spiega l’ordinanza, sono indicati, tra gli altri, tutti gli elementi utili e significativi per lo svolgimento degli esami, con specifico riferimento proprio alla terza prova e al colloquio, tenendo conto del Clil e allegandovi eventuali esperienze di alternanza, stage, tirocini. Per i candidati delle aree di Lazio, Marche, Umbria ed Abruzzo colpite dal terremoto commissioni composte da soli membri interni, validità dell’anno scolastico e studenti ammessi in deroga al limite di assenze.

Compensi FIS e bonus non vanno pubblicati

da La Tecnica della Scuola

Compensi FIS e bonus non vanno pubblicati

E’ legittimo il comportamento del dirigente scolastico che non pubblica i dati relativi ai compensi erogati ai docenti destinatari del “bonus premiale”.
Lo ha deciso il Tar del Veneto con la sentenza 463/2017 pubblicata il 10 maggio 2017.

La vicenda, resa nota dall’Anp, aveva preso avvio diversi mesi fa quando la Gilda di Treviso, richiamandosi alle disposizioni del cosiddetto “accesso civico”, aveva chiesto ad un dirigente scolastico di una scuola di secondo grado della provincia di avere in visione “il prospetto di liquidazione nominale del bonus premiale relativo all’a.s. 2015/2016 con indicata la cifra corrisposta a ciascuno, delle motivazioni che avevano giustificato l’individuazione dei nominativi e l’attribuzione dei singoli importi, i criteri stabiliti dal Comitato di valutazione e i compensi, nominativo per nominativo, dei beneficiari del FIS”.

Il dirigente della scuola aveva negato l’indicazione dei compensi attribuiti ad ogni singolo lavoratore e, per quanto riguarda il bonus docenti e i compensi del FIS, rendeva note esclusivamente le cifre aggregate.

Il TAR Veneto ha dato ragione al dirigente sottolineando i che “l’accesso civico non può essere usato per superare, in particolare in materia di interessi personali e dei principi di riservatezza, i limiti imposti dalla legge 241 del 1990” che all’art. 24 (c. 6 lett. d) stabilisce che l’Amministrazione possa escludere dall’accesso i documenti che riguardano la vita privata o la riservatezza di persona fisiche, persone giuridiche, gruppi, imprese e associazioni, con particolare riferimento agli interessi epistolare, sanitario, professionale, finanziario, industriale e commerciale di cui siano in concreto titolari: tutto ciò che concerne il trattamento economico/retributivo rientra in pieno in tale ipotesi di tutela di riservatezza.

“La sentenza del TAR – spiega l’Anp – richiama esplicitamente anche il parere del Garante della privacy del 13/10/2014 (l’accesso ai dati relativi ai compensi è ammesso solo se tali dati sono forniti in forma aggregata) e l’art. 20 del D. lgs. 33/2013 che prevede la pubblicazione dei dati riguardanti l’ammontare dei premi stanziati ed effettivamente distribuiti solo in forma aggregata”.

Ovviamente l’Associazione nazionale preside ricorda di aver sempre mantenuto una posizione chiara sull’argomento: i compensi del FIS e del bonus possono essere resi pubblici ma solo in forma aggregata e, in ogni caso, senza fare riferimento alla somma erogata a ciascun dipendente.

Dirigenti in sciopero della fame, alla ministra hanno detto che fermeranno la protesta

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti in sciopero della fame, alla ministra hanno detto che fermeranno la protesta

Valeria Fedeli ha incontrato al Miur una delegazione dell’associazione “Dirigenti scuola” che in segno di protesta stava portando avanti uno sciopero della fame.

Durante l’incontro, svolto lunedì 22 maggio, la ministra dell’Istruzione ha garantito che porrà attenzione alle questioni poste dall’associazione sindacale, invitando la rappresentanza ad interrompere la protesta: la delegazione avrebbe promesso di dare seguito all’invito della ministra.

La notizia è giunta il giorno dopo da fonti ministeriali, riportate dalle agenzie di stampa, a margine delle celebrazioni per il 25esimo anniversario dalle stragi di Capaci e via D’Amelio a Palermo.

A sentire però i dirigenti impegnati nella protesta, davanti al Miur, non sembra che abbiano intenzione di tornare sui loro passi: parlano di situazione “insostenibile” e di livello retributivo ridotto “all’assurdo: quattro diversi contratti e livelli di retribuzione differenti in base al concorso vinto”.

Inps, contributo di 1.000 euro per pagare le rette degli asili nido

da La Tecnica della Scuola

Inps, contributo di 1.000 euro per pagare le rette degli asili nido

A partire dal 17 luglio e fino al 31 dicembre 2017 sarà aperta la procedura per i genitori che vogliano presentare domanda per ottenere un buono di 1000 euro ”con riferimento ai nati a decorrere dal 1 gennaio 2016 per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonché per l’introduzione di forme di supporto presso la propria  abitazione  in favore dei bambini  al  di  sotto  dei  tre  anni,  affetti  da  gravi patologie croniche”.

Con la circolare n. 88 del 22 maggio 2017 l’Inps ha fornito indicazioni per la presentazione della domanda, che dovrà avvenire esclusivamente in via telematica mediante una delle seguenti modalità:

  • WEB – Servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo attraverso il portale dell’Istituto. Parimenti, il cittadino potrà utilizzare, per l’autenticazione, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • Contact Center Integrato – numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante)Enti di Patronato attraverso i servizi offerti dagli stessi.

Il beneficio verrà riconosciuto nel limite complessivo di:

  • 144 milioni di euro per l’anno 2017;
  • 250 milioni di euro per l’anno 2018;
  • 300 milioni di euro per l’anno 2019;
  • 330 milioni di euro a decorrere dal 2020.

Ape Sociale, domande entro il 15 luglio 2017

da La Tecnica della Scuola

Ape Sociale, domande entro il 15 luglio 2017

Le domande di accesso all’anticipo pensionistico sociale con i requisiti raggiunti entro il 2017 dovranno essere presentate entro il 15 luglio 2017.

Lo hanno stabilito i Decreti firmati nella serata del 22 maggio. Per coloro che raggiungeranno i requisiti nel 2018 la scadenza sarà invece il 31 marzo 2018.

L’APE Sociale, ricordiamo, è stato introdotto dall’art. 1, comma 179 e seguenti, della legge di bilancio 2017 e consiste in un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata.

Si tratta di una misura sperimentale in vigore fino al 31 dicembre 2018, intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati o in condizioni di disagio ed è soggetta a limiti di spesa.

L’APE spetta ai lavoratori, dipendenti pubblici e privati, autonomi e ai lavoratori iscritti alla Gestione separata che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • disoccupati che hanno finito integralmente di percepire, da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Lo stato di disoccupazione deve essere conseguente alla cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura obbligatoria di conciliazione prevista per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo (articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604);
  • soggetti che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave (articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104);
  • invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%;
  • dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso. Tra questi rientrano anche gli insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido.

Entro il 15 ottobre l’Inps comunicherà l’accettazione della domanda. Se le risorse non saranno sufficienti, avranno la priorità i lavoratori più vicini all’età per la pensione di vecchiaia.

Le medesime scadenze riguardano anche i lavoratori precoci, vale a dire coloro che hanno lavorato almeno un anno prima dei 19 anni: costoro potranno andare in pensione con 41 anni di contributi.

Anniversario stragi Capaci e via D’Amelio, Fedeli: ‘Nuovo patto per la legalità tra scuola, famiglia e società’

da Tuttoscuola

Anniversario stragi Capaci e via D’Amelio, Fedeli: ‘Nuovo patto per la legalità tra scuola, famiglia e società’

“Dobbiamo fare un nuovo patto fra scuola, famiglia e società, per l’educazione alla legalità”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante la commemorazione, nell’aula bunker dell’Ucciardone, del 25esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. La ministra ha premiato assieme al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quattro istituti vincitori del concorso per le scuole dedicato all’educazione al rispetto delle regole.

La scuola, ha insistito Fedeli, “ha un ruolo fondamentale per l’educazione alla legalità”. Ma “non vogliamo barriere tra la scuola e l’esterno”. “Coinvolgeremo le scuole” in questa battaglia e chiederemo alla società di sentirsi coinvolta.

Presente alla premiazione anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il PdR ha quindi premiato gli alunni di quattro scuole che hanno partecipato al concorso indetto dal fondazione Falcone insieme al ministero dell’Istruzione. Tutti gli studenti italiani sono stati invitati a riflettere sull’importanza dei tragici eventi delle stragi di Capaci e via D’Amelio, sul valore della loro memoria e dell’importanza della cultura e pratica quotidiana della legalità e della lotta alla mafia. Quest’anno hanno vinto il premio la scuola primaria Giovanni Falcone di Napoli, la scuola media Montegrappa-Sanzio di Palermo, il liceo classico Quintino Sella di Biella. Premio speciale per la scuola primaria Ugo da Como di Brescia.

Consolidati 15 mila posti: un passo verso la stabilizzazione del sistema

da Tuttoscuola

Consolidati 15 mila posti: un passo verso la stabilizzazione del sistema

Ottenuto finalmente l’ok per la stabilizzazione in organico di 15.100 posti (non i 25 mila come attesi dalla legge di stabilità 2017), il Ministero ha proceduto a definire il nuovo organico di diritto per tutti i gradi di scuola e per il sostegno.

Dei 30.262 posti articolati in spezzoni di cattedra di scuola secondaria che ancora quest’anno funzionavano in organico di fatto ne sono stati stabilizzati 11.500 (38%), cioè poco più di un terzo; ne sono rimasti da stabilizzare quasi 19 mila.

Se fossero stati autorizzati anche quei 20mila posti per accorpare gli spezzoni di cattedra di cui aveva parlato più volte la ministra Fedeli, sarebbe rimasto da stabilizzare un terzo degli spezzoni di cattedra, riducendo sensibilmente l’instabilità di questi settori.

La strada della stabilizzazione è comunque avviata; se quello di quest’anno non è stato un una tantum, forse si potrà replicare con gradualità nei prossimi anni, anche perché dai primi dati confermati dal Ministero gli spezzoni di cattedra l’anno prossimo non dovrebbero aumentare e, quindi, dovrebbe essere più facile consolidare gli esistenti.

Per gli altri 3.600 posti stabilizzati per il sostegno la questione però è diversa, sia perché la percentuale dei posti stabilizzati è stata molto bassa sia perché i posti di sostegno in deroga, vista la tendenza in atto, negli anni prossimi aumenteranno in quantità superiore alla quota dei posti stabilizzati.

Attualmente i posti di sostegno in deroga sono 41.021 ma ne sono stati stabilizzati in organico di diritto soltanto 3.600 (8,8%), lasciandone in deroga non stabilizzati circa 37.400.

Poiché con tutta probabilità anche nei prossimi mesi quei posti di sostegno in deroga tenderanno ad aumentare al ritmo di 7-9 mila unità all’anno, sarà necessario un piano di stabilizzazione che dia risposta al diritto degli alunni con disabilità.

Quei 15.100 posti stabilizzati (11.500 comuni e 3.600 di sostegno) sono comunque risorse preziose, in quanto offrono altrettante opportunità aggiuntive per i trasferimenti e per le immissioni in ruolo.

E, proprio per questo, non è secondario sapere dove sono stati assegnati. Vediamolo nella notizia successiva.

On line la piattaforma digitale Miur per la formazione degli insegnanti

da Tuttoscuola

On line la piattaforma digitale Miur per la formazione degli insegnanti

È aperta da ieri, 22 maggio, agli insegnanti la piattaforma digitale Sofia (Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento) dei docenti (sofia.istruzione.it), realizzata dal Miur per la gestione della formazione. Lo rende noto il ministero ricordando che “uno degli obiettivi cardine dell’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile riguarda l’istruzione di qualità” e “in questo ambito, diventa ancor più evidente la necessità di garantire la qualità della formazione delle docenti e dei docenti”.

Sofia consentirà di gestire l’offerta di formazione attraverso una procedura di accreditamento dei soggetti interessati, svolta completamente on line. Inoltre, la piattaforma permetterà di catalogare, a cura degli enti di formazione, le iniziative formative che si intende proporre al personale docente su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Direttiva n.170/2016. Gli insegnanti potranno iscriversi direttamente attraverso la piattaforma. L’elenco dei percorsi di formazione svolti da ogni docente costituirà una vera e propria “storia formativa” e sarà la base – si spiega nella nota – per la realizzazione di un portfolio professionale, cui saranno aggiunti, in seguito, gli ulteriori aspetti dell’anagrafe della professionalità, del bilancio di competenze e degli ulteriori elementi di documentazione della propria attività didattica. Il sistema darà la possibilità di gestire l’intero “ciclo di vita della formazione” e di comprendere come stia procedendo l’attuazione del piano di formazione docenti attraverso l’analisi in tempo reale di dati integrati, consentendo di definire azioni di miglioramento sulla base di rilevazioni oggettive.