Ricerca, convergenza Miur-IIT

Si è svolto il 25 maggio 2017 un incontro alla presenza della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Maria Elena Boschi al quale hanno partecipato la Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e i vertici dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT), il Presidente Gabriele Galateri e il Direttore Scientifico Roberto Cingolani.

Nell’incontro è stato convenuto di esplorare un comune percorso volto a impiegare risorse messe a disposizione dall’IIT, previo parere favorevole dei propri organi deliberativi, allo scopo di promuovere, su obiettivi strategici condivisi, progetti di ricerca di interesse nazionale per lo sviluppo del sistema economico del Paese, nonché azioni destinate all’ingresso di giovani nel modo della ricerca.

Scomparsa dello scienziato Giovanni Bignami

Fedeli: “Profondo cordoglio per la scomparsa
dello scienziato Giovanni Bignami”

(Roma, 25 maggio 2017) “Profondo cordoglio per la scomparsa dello scienziato Giovanni Bignami e immensa gratitudine per il patrimonio di conoscenza e sapere che ci ha lasciato in eredità”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli riguardo alla morte dell’astrofisico Giovanni Bignami.

Presidente della Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e del Cospar, il Comitato per la Ricerca Spaziale, “ha fatto tanto per la ricerca scientifica del Paese, in una dimensione nazionale e internazionale, e ha saputo coniugare – continua la Ministra – con estrema professionalità e grande passione l’attività di studio ai massimi livelli e la divulgazione scientifica attraverso libri, mezzi di informazione e trasmissioni televisive, per il pubblico più ampio ed eterogeneo. Diceva di essere scienziato per ‘vocazione’, che non avrebbe mai potuto fare altro nella vita: ha lavorato con dedizione e genio, orientato a fare della scienza un terreno di conoscenza alla portata di tutte e di tutti”.

“Se ne va uno scienziato brillante e visionario, un uomo amante della sua professione, della scoperta e della condivisione del sapere. Rimane a noi e alle nuove generazioni una lezione di apertura, di curiosità e di impegno che intendiamo rendere fonte d’ispirazione per il nostro agire nella vita di tutti i giorni. Esprimo vicinanza alla famiglia e mi unisco al loro dolore”, conclude la Ministra.

Noi difendiamo l’italiano ma il governo che fa?

Sabato 27 maggio, ore 10.30, Liceo classico TASSO
(Via Sicilia 168, Roma, tel. 06 1211 28 305)

Noi difendiamo l’italiano ma il governo che fa?

A quasi quattro mesi dall’appello-denuncia di oltre 600 docenti universitari del febbraio scorso sulle carenze linguistiche dei loro studenti, una rappresentanza dei firmatari e i promotori del Gruppo di Firenze incontrano la stampa per denunciare l’assenza di risposte del governo in merito a questo grave problema.

Nell’occasione saranno annunciate ulteriori iniziative e proposte e fornite precisazioni circa spirito e scopi della lettera-appello, in qualche caso fraintesi.

Saranno presenti, tra gli altri, il professor Lucio Russo, ordinario di Calcolo delle probabilità all’Università Roma 2, autore del libro sulla scuola Segmenti e bastoncini , e il professor Massimo Arcangeli,ordinario di Linguistica italiana all’Università di Cagliari e direttore del Festival della Lingua italiana di Siena.

Giorgio Ragazzini
(Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità)

Scatti di anzianità

Scatti di anzianità: anche in Corte d’Appello confermato l’abuso del Miur sui precari

Ancora condanne a carico del Ministero dell’Istruzione per abuso e discriminazione del lavoro precario in violazione della clausola 4 dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva 1999/70/CE. Anief: non ci fermeremo finché la contrattazione collettiva non sarà adeguata alla normativa comunitaria.

Continuano anche in Corte d’Appello le condanne a carico del Miur per l’illecita discriminazione posta in essere a discapito dei lavoratori precari cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le medesime progressioni di carriera previste per il personale di ruolo, nonostante i tanti anni di servizio con contratti a termine. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini ottengono ragione anche presso la Corte d’Appello di Bari con la conferma della condanna del Miur per violazione di norme comunitarie.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la normativa comunitaria è chiara e puntuale nello specificare che, per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. La nostra azione di tutela non si fermerà finché il contratto collettivo del comparto scuola non sarà adeguato ai dettami eurounitari e non riconoscerà piena parità di trattamento, anche stipendiale, ai lavoratori precari.

L’Anief ricorda che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuti i propri dirittie per ottenere uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche se con contratti a tempo determinato.

Lezioni di Costituzione

“Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”. Giovedì 25 maggio nel Palazzo dell’Istruzione e venerdì 26 maggio a Palazzo Madama le giornate conclusive del progetto didattico organizzato da Senato, Camera e MIUR
Due intense giornate al Ministero dell’Istruzione e al Senato per le scuole che hanno partecipato alla decima edizione del progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”, a conclusione delle attività svolte durante l’anno scolastico.Giovedì 25 maggio dalle ore 15 il Palazzo dell’Istruzione ospiterà, per la prima volta nella storia del Progetto, 240 studenti e docenti, in rappresentanza di 59 istituti scolastici del nostro Paese. Le delegazioni delle scuole, divise in due gruppi, incontreranno i rappresentanti del Ministero, della Camera e del Senato e potranno assistere a due lezioni su temi costituzionali ed europei. La prima, tenuta dall’On. Pino Pisicchio, su “Etica e politica in Italia e in Europa. L’esperienza dei codici di condotta dei parlamentari”; la seconda, tenuta dal Sen. Lucio Romano, su “Costituzione italiana e Unione europea: biopolitiche e biolegislazioni”. Per tutti i partecipanti inoltre porte aperte alle stanze più rappresentative del patrimonio storico artistico conservato nel Palazzo, in un percorso di visita guidata che comprenderà la Sala della Comunicazione, il Salone dei Ministri, il Memoriale ai caduti della Prima Guerra Mondiale, le Sale del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, gli Scaloni d’Onore gemelli, la Biblioteca (Centrale e Legislazione), il Cortile d’Onore e il Vestibolo.
Il percorso di visita sarà ripreso da Rai Cultura, che dedicherà una trasmissione al Progetto.

Il Senato della Repubblica ospiterà invece venerdì 26 maggio la cerimonia conclusiva con la premiazione dei lavori selezionati dalla giuria del Concorso. Inizio alle ore 11 nell’Aula di Palazzo Madama con l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso, che presiederà con il Vice Presidente della Camera Simone Baldelli.

L’iniziativa di formazione “Lezioni di Costituzione” è organizzata dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ed è rivolta alle scuole secondarie superiori di secondo grado. Obiettivi: sostenere l’insegnamento nelle scuole di “Cittadinanza e Costituzione”, avvicinare i giovani ai valori e ai principi della Carta costituzionale, favorirne la crescita civile, sviluppando il senso della legalità, l’impegno per la democrazia e la partecipazione.

Le sessanta scuole partecipanti  – selezionate fra oltre 100 progetti inviati agli Uffici scolastici regionali – hanno presentato  le loro ricerche e riflessioni sui principi costituzionali attraverso video, presentazioni multimediali, e-book, siti Internet, blog.

Gli elaborati sono stati quindi sottoposti a un Comitato di valutazione composto dalla Senatrice Questore Laura Bottici, dalla Senatrice Segretaria di Presidenza Silvana Amati, dai Senatori Paola Pelino e Lucio Romano, dal Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio, dalla Deputata Segretaria di Presidenza Caterina Pes, dal Deputato Pino Pisicchio, dal Dirigente Tecnico del Ministero dell’Istruzione Francesco Branca.

Il Presidente Grasso annuncerà in Aula i progetti vincitori, dando la parola ai rappresentanti degli Istituti. Oltre ai premi assegnati per le 4 categorie previste dal bando, saranno consegnati 3 premi speciali: in ricordo dell’Ispettrice del Miur Marta Genoviè De Vita, il secondo intitolato alla Deputata siciliana Alessandra Siragusa, prematuramente scomparsa nel dicembre 2013, e il terzo sull’articolo 11 della Costituzione con particolare riferimento alle Istituzioni delUnione europea, in occasione della ricorrenza del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma.

A conclusione, il Presidente del Senato e il Vice Presidente della Camera consegneranno le targhe ai giovani vincitori.
La cerimonia sarà trasmessa in diretta televisiva dalla Rai, a cura di Rai Parlamento.


Programma

Per la prima volta i presidi in piazza: salari più alti e poteri in linea con le responsabilità

da Il Sole 24 Ore 

Per la prima volta i presidi in piazza: salari più alti e poteri in linea con le responsabilità

di Claudio Tucci

Poteri commisurati alle responsabilità, via via cresciute nel tempo. Nuove risorse per rinnovare il contratto, scaduto dal 2010, e aumentare le buste paga distanti diverse decine di migliaia di euro da quelle degli altri dirigenti statali. Meno burocrazia e «inutili vessazioni amministrative». Subito il nuovo concorso per tamponare l’emergenza «reggenze», che a settembre interesserà circa 1.700 istituti.

La protesta
Per la prima volta dal varo della «Buona Scuola» i presidi italiani (7.273, quelli attualmente in servizio) hanno deciso di scendere in piazza: dopo mobilitazioni e iniziative di protesta in tutt’Italia di un pò tutte le sigle (a partire da Disal e Dirigentiscuola – Di. S.Conf) stamane a Roma toccherà al principale sindacato di categoria, l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, alzare la voce davanti a Miur e Montecitorio (sono attesi oltre 2mila “capi d’istituto”).

In mattina incontro con la Fedeli
In mattinata è previsto un faccia a faccia con la ministra, Valeria Fedeli, che nei giorni scorsi si è detta «attenta» alle rivendicazioni dei dirigenti scolastici, confermando per l’estate la pubblicazione del nuovo bando di concorso (è stata richiesta al Mef l’autorizzazione a mettere in palio 2mila posti).
«Sono 17 anni ormai che siamo dirigenti in tutto e per tutto – ha detto il numero uno dell’Anp, Giorgio Rembado – ma ci troviamo a dover rivendicare la perequazione con gli altri dirigenti delle amministrazioni pubbliche». E in più retribuzioni così basse non sono il linea con le accresciute responsabilità, che, ha aggiunto la vice presidente dell’Anp, Licia Cianfriglia, ora spaziano dalla sicurezza alla rappresentanza legale della scuola; dalla titolarità delle relazioni sindacali, all’altissima esposizione sociale veicolata dai numeri tipici delle scuole, in media mille studenti con mille famiglie. E senza contare gli ulteriori compiti introdotti dalla legge 107, chiamata diretta e indennità premiale ai docenti.

«C’aspettiamo un segnale dal governo – chiosano i presidi -. Vogliamo una scuola innovativa. Con in mano però gli strumenti per affrontare al meglio le nuove sfide».

Gli studenti italiani «rimandati» in economia. Ma non c’è solo la scuola

da Il Sole 24 Ore 

Gli studenti italiani «rimandati» in economia. Ma non c’è solo la scuola

di Pierangelo Soldavini

Dalla gestione del credito telefonico al modo in cui spendere la paghetta (in Italia decisamente scarsa), i ragazzi si trovano ogni giorno a prendere decisioni di carattere finanziario. I quindicenni iniziano a confrontarsi con le decisioni sulle priorità di spesa per il loro gruzzoletto o a familiarizzare con un conto corrente, così come ad affrontare potenziali frodi. E presto dovranno prendere decisioni di più lungo periodo.

Ma i ragazzi dei paesi sviluppati spesso non sono armati degli strumenti adeguati per potersi orientare in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Ancora di più in Italia, dove, nonostante i progressi dell’ultimo triennio, la cultura economico-finanziaria degli studenti risulta al di sotto della media dei Paesi Ocse, nonostante i miglioramenti dell’ultimo triennio. A sottolinearlo è il rapporto sull’alfabetizzazione finanziaria dell’Ocse, nell’ambito della rilevazione Pisa per la valutazione dell’efficacia dei sistemi scolastici. Che mette in chiaro fin dalle prime pagine che la competenza finanziaria «sostiene i singoli nel prendere le decisioni e nel sostenere la loro solidità finanziaria», ma allo stesso tempo ha l’effetto di «promuovere una crescita inclusiva e sistemi finanziari più resilienti».

In tutti i 15 Paesi che hanno partecipato alla rilevazione sono troppi gli studenti “ignoranti” dal punto di vista finanziario: quasi un quarto dei quindicenni (22%) – in Italia sono uno su cinque – è privo delle competenze di base per affrontare decisioni semplici di carattere quotidiano. Mentre solo uno su dieci a livello Ocse (11,8%) – e quasi uno su sedici in Italia (6,5%) – è a livello di eccellenza, in grado di gestire e risolvere problemi complessi. In generale l’Italia figura al nono posto con un punteggio di 483 – era a 466 nel 2012 -, al di sotto della media Ocse (489), su un livello ben distante dai 566 dei cinesi, ma non molto lontano dai 487 degli Stati Uniti.

Come anche per il resto del rendimento scolastico, l’Italia risulta molto squilibrata con un Nord-Est che si posiziona sui livelli dei migliori (520) e un Meridione decisamente insufficiente (440). In generale anche la competenza economica soffre dei difetti tipici del nostro sistema scolastico: «L’insegnamento dell’economia si basa su un approccio più gestionale, scarsamente collegato all’esperienza quotidiana – commenta la presidente Invalsi, Anna Maria Ajello -: la difficoltà di raccordo della scuola con la realtà non favorisce una comprensione articolata dei fenomeni economici nel loro complesso».

Un difetto tradizonale della scuola italiana, che si accompagna a un sensibile divario anche nella pratica quotidiana che i ragazzi hanno con il denaro. Tra i 15enni il 35% degli italiani è titolare di un conto corrente rispetto al 56% medio e chi ha un rapporto bancario ha un margine di 26 punti in più rispetto a chi non ce l’ha. In più in Italia l’83% degli studenti riceve doni in denaro da amici o parenti, in linea con la media Ocse, mentre il 35% riceve una paghetta (59% medio), il 21% guadagna facendo lavoretti saltuari e il 16% guadagna lavorando fuori dall’orario scolastico: in totale il 53% dei 15enni ha attività lavorative di qualche tipo contro una media del 64%. Anche le cifre sul risparmio non sono poi così confortanti, segno che la scarsa confidenza con il denaro si traduce in una scarsa capacità di gestirlo.

Come al solito viene in soccorso la famiglia: più di otto studenti su dieci (82%) discutono con i loro genitori di questioni legate al denaro, come spese e risparmi, almeno una volta al mese (il 22% ogni giorno).

La stessa Ocse sottolinea infatti che accanto all’apprendimento scolastico, l’istruzione finanziaria passa anche attraverso l’educazione informale. Ecco perché l’Ocse invita i policy maker a «rivolgersi ai genitori oltre che ai giovani», perché «i genitori hanno tradizionalmente avuto – e continueranno ad avere – un ruolo fondamentale nella trasmissione dei valori finanziari». Ma sollecita anche a «fornire ai giovani opportunità sicure per imparare attraverso l’esperienza diretta all’esterno dell’ambiente scolastico».

Anche perché una competenza finanziaria adeguata porta anche a investire sul capitale umano. A partire da se stessi.

Manovrina, fondo da 44 milioni per mense bio certificate a scuola

da Il Sole 24 Ore 

Manovrina, fondo da 44 milioni per mense bio certificate a scuola

di Alessia Tripodi

Arrivano le mense scolastiche biologiche certificate nelle scuole italiane. Saranno introdotte grazie a un emendamento alla manovrina presentato dal Governo promosso dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e condiviso con le ministre Maria Elena Boschi, Valeria Fedeli e Beatrice Lorenzin. L’obiettivo è promuovere e diffondere l’utilizzo di prodotti biologici nell’ambito dei servizi di ristorazione scolastica. A questo scopo viene creato un Fondo, gestito dal ministero delle Politiche agricole, da 44 milioni di euro per ridurre tra l’altro i costi a carico degli studenti.

Martina: proseguiamo lavoro iniziato con Expo
«Per la prima volta avremo mense scolastiche biologiche certificate» ha detto il ministro Martina, spiegando che si tratta di «un risultato importante che si inserisce nella nostra strategia per promuovere modelli agroalimentari più sostenibili e garantire ai nostri figli un’alimentazione più sana anche nelle scuole». «Il fondo che abbiamo previsto – aggiunge – sarà utile proprio a rendere più accessibili i servizi e a proseguire le azioni di educazione alimentare che abbiamo iniziato con Expo Milano. L’Italia è leader del settore biologico in Europa, con più di 60 mila operatori e 1,5 milioni di ettari coltivati. Con questo provvedimento – continua – dimostriamo di rappresentare un laboratorio di buone pratiche da condividere a livello internazionale».

In Italia oltre 1.200 mense bio
Con la norma si regolamenta un settore che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom. In Italia, infatti, sono censite ufficialmente oltre 1.200 mense che fanno uso di prodotti biologici, per un quantitativo di circa un milione di pasti serviti giornalmente. L’emendamento del Governo prevede ora che le scuole che vorranno attivare il servizio di mensa biologica dovranno inserire le percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, dei requisiti e delle specifiche tecniche fissate dal ministero delle politiche agricole insieme al ministero dell’Istruzione.

Fedeli: intervenire sugli ambienti apprendimento fa stare bene a scuola, spesi 7 miliardi

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: intervenire sugli ambienti apprendimento fa stare bene a scuola, spesi 7 miliardi

Gli interventi sulla sicurezza e sugli ambienti di apprendimento innovativi sono utili anche sulla formazione e sullo stare bene a scuola.

Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, nella seconda giornata di lavori del seminario internazionale “Space for learning: bridging innovation and safety in school buildings”, organizzato a Roma dal Ministero, in collaborazione con l’Ocse.

L’Italia, ha dichiarato, sta facendo “investimenti molto importanti in materia di edilizia scolastica. Stiamo investendo sulla sicurezza degli edifici, ma anche sulla creazione di ambienti di apprendimento innovativi, perché gli elementi architettonici influiscono sullo stare bene a scuola”.

Nel corso del suo intervento, la Fedeli ha riepilogato i dati relativi a investimenti e interventi. Sono oltre 7 i miliardi messi a disposizione in tre anni, tra fondi gestiti dal Miur e altri fondi; più di 7mila gli interventi per la messa in sicurezza finanziati con risorse gestite dal Ministero dell’Istruzione più altri 6.198 per le verifiche diagnostiche.

“La nuova governance integrata, con un Osservatorio Nazionale per l’edilizia scolastica dove si riuniscono tutti i soggetti interessati, e i nuovi strumenti per il finanziamento – il Fondo unico per l’edilizia scolastica, l’anagrafe dell’edilizia scolastica – hanno permesso di fare passi avanti importanti. Molto c’è ancora da fare, ma abbiamo imboccato la strada giusta”, ha dichiarato Fedeli.

Il seminario proseguirà mercoledì 25 maggio con una visita di studio dei delegati OCSE presso i comuni di Amatrice e Cittareale, nelle aree colpite dal sisma. I video del seminario saranno resi disponibili nei prossimi giorni sul canale YouTube del ministero dell’Istruzione.

Fedeli sulla protesta dei dirigenti: vanno valorizzati, parliamone

da La Tecnica della Scuola

Fedeli sulla protesta dei dirigenti: vanno valorizzati, parliamone

“Con i dirigenti scolastici il dialogo è aperto. Li ho già ascoltati e li ascolterò di nuovo”.  Così la ministra dell’Istruzione sulle proteste dei presidi del 25 maggio.

“Parlano di perequazione delle retribuzioni, di carichi di lavoro, di eccesso di burocrazia. Anche io sono per la semplificazione, ma dobbiamo ragionare insieme di queste cose” ha affermato la ministra aggiungendo che “ogni figura professionale della scuola, i docenti come i presidi, va valorizzata”.

“Per tanti anni non si è investito nella scuola sia dal punto di vista finanziario sia come valore sociale” ha ricordato Valeria Fedeli facendo riferimento anche agli otto anni di “non rinnovo” contrattuale.

“Ora abbiamo chiuso la delega sulla pubblica amministrazione, che era un presupposto imprescindibile. Il prossimo passo è l’atto di indirizzo dell’Aran e poi apriremo il confronto”, ha concluso Fedeli.

Duemila ds a Roma per protestare e ottenere risposte a molti problemi

da La Tecnica della Scuola

Duemila ds a Roma per protestare e ottenere risposte a molti problemi

Per la categoria dei dirigenti scolastici, quella del 25 maggio sarà una giornata storica.
L’Associazione nazionale dei presidi, infatti, ha indetto per domani una giornata di protesta con una manifestazione nazionale a Roma.

Dalla direzione dell’Anp fanno sapere che nella capitale arriveranno da tutta Italia 2mila dirigenti per far sentire la loro voce.
La manifestazione è prevista in Piazza San Cosimato di fianco al Ministero dell’istruzione, dalle 10 alle 14.
Contemporaneamente un presidio di alcune centinaia di dirigenti sarà in Piazza Montecitorio, per incontrare i Parlamentari e illustrare loro le ragioni della protesta che vengono così sintetizzate dal presidente Giorgio Rembado:  “Innanzitutto vogliamo ricordare che da 17 anni ormai siamo dirigenti in tutto e per tutto ma ci troviamo a dover rivendicare la perequazione retributiva con gli altri dirigenti delle amministrazioni pubbliche, rispetto ai quali il trattamento retributivo è molto inferiore”.

“Chiediamo inoltre  – continua il Presidente Rembado – poteri commisurati alle responsabilità che dobbiamo affrontare per raggiungere i risultati nel nostro lavoro e protestiamo contro le inutili vessazioni amministrative: ci fanno perdere tempo ed energie che invece dovremmo concentrare sulle attività scolastiche che richiedono fortemente il nostro impegno”.
E come non bastasse anche i dirigenti scolastici aderenti all’Udir protesteranno con uno sciopero dell’intera giornata.
E’ molto probabile che nella stessa mattinata del 25 maggio una delegazione dell’Anp venga ricevuta dalla ministra Fedeli dalla quale i dirigenti scolastici di tutta Italia attendono comunque qualche risposta sui numerosi problemi aperti.

Chiamata diretta: tanti collegi rifiutano di deliberare sui criteri

da La Tecnica della Scuola

Chiamata diretta: tanti collegi rifiutano di deliberare sui criteri

Sta parzialmente naufragando il meccanismo di gestione della cosiddetta chiamata diretta previsto dalla ipotesi di contratto sottoscritto 45 giorni da Ministero e sindacati.

A mettere sabbia nell’ingranaggio che Cgil, Cisl, Uil e Snals avevano costruito con il Miur sono stati soprattutto Cobas e Unicobas che fin dai primi giorni del mese sono impegnati a diffondere una proposta di delibera con la quale i collegi dei docenti dichiarano di non avere intenzione di definire alcun criterio per la chiamata.

Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, non usa mezzi termini:Il collaborazionismo che i quattro sindacati vorrebbero imporre ai collegi dei docenti non cambia di una virgola la sostanza della ‘chiamata diretta’, perché ciò che la rende inaccettabile è che sia il preside a scegliersi i docenti, nonché la triennalizzazione e precarizzazione del rapporto di lavoro”. “Si tratta dei quattro sindacati – aggiunge Bernocchi – di un grave, oltre che ridicolo, tentativo di coinvolgere i docenti, facendo legittimare dal collegio una norma così distruttiva e contestata”.

I Cobas mostrano l’elenco di almeno 120 scuole di tutta Italia (moltissime a Pisa, a Roma e in Sardegna) nelle quali i collegi si sono pronunciati contro la definizione dei criteri.

L’Unicobas parla di altre decine di scuole, soprattutto in Sicilia, Lazio e Toscana, in cui i docenti si sono espressi in modo analogo.

“La risposta che arriva dalle scuole – sottolinea il segretario nazionale Stefano d’Errico – è chiara: i docenti sono contro la chiamata diretta e non ci stanno a farsi prendere in giro dai sindacati pronta-firma che in realtà fin dall’inizio si sono mostrati interessati a cogestire con il Ministero una riforma sbagliata e dannosa più che a lavorare per cancellarla”.                                                    

“In diverse scuole – aggiunge poi Bernocchi – ci sono anche presidi che stanno già dichiarando di voler rinviare tutto all’Ufficio regionale che, come peraltro previsto dalla stessa ipotesi contrattuale, dovrà effettuare le chiamate dei docenti in caso di inerzia dei ds. Ben vengano tanti altri/e presidi inerziali”.

E forse siamo solo all’inizio, perché per il momento le delibere riguardano soprattutto i circolo didattici e gli istituti comprensivi. Nel mese di giugno dovranno pronunciarsi anche le scuole superiori.

Graduatorie d’istituto docenti: che fine ha fatto il decreto di riapertura?

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie d’istituto docenti: che fine ha fatto il decreto di riapertura?

C’è grande attesa per la riapertura delle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia.

Dopo gli incontri con le OO.SS. del 16 febbraio e del 22 marzo, si attendeva a breve l’emanazione del decreto, ma ad oggi tutto tace.

“È un silenzio preoccupante – scrive la Flc Cgil – perché riguarda il diritto dei docenti precari al nuovo inserimento o alla modifica dei punteggi e delle province, per coloro che sono già inseriti. Ma riguarda soprattutto il diritto degli studenti ad avere gli insegnanti in classe dal primo giorno di scuola, anche se precari”.

Come rileva lo stesso Sindacato, sono molte le province del Centro-Nord in cui le graduatorie di prima fascia sono esaurite. Per cui l’unica soluzione è accelerare i tempi di pubblicazione del bando.

“Il regolare avvio dell’anno scolastico 2017/2018 – conclude la Flc Cgil – passa anche attraverso la pubblicazione del bando per il rinnovo delle graduatorie. Il decreto correttivo delle classi di concorso è stato adottato, il CSPI ha espresso il proprio parere, ora non ci sono più motivi che impediscano la pubblicazione del Decreto.

Questo ritardo avrà ancora una volta effetti negativi sull’avvio dell’anno scolastico e sul lavoro delle segreterie, che ancora una volta dovranno affrontare queste complesse procedure durante i mesi estivi con il personale ancora più ridotto”.

Fedeli: ‘Crescono sempre di più investimenti su istruzione’

da Tuttoscuola

Fedeli: ‘Crescono sempre di più investimenti su istruzione’

“Abbiamo iniziato a risalire la china degli investimenti sulla scuola, sull’università e la ricerca, ma sono piccoli segnali: è necessario assolutamente andare avanti e implementare molto più la scelta coerente e consapevole con l’Agenda 2030 e quindi puntando sugli investimenti”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, intervenendo a ForumPA al convegno “Agenda 2030: una sfida per il paese, una sfida per la PA”.

Secondo Fedeli “questa scelta dovrebbe riguardare l’Italia ma anche il modo con cui si discute in Europa su quali sono gli investimenti che creano crescita, sviluppo, sostenibilità, superando le diseguaglianze, quindi anche la lettura complessiva che sta alla base dell’Agenda 2030 che è: se si va avanti come si è andati avanti finora noi non superiamo tutte le disuguaglianze e tutte le condizioni alla base dell’analisi che hanno portato alla determinazione dei 17 obiettivi”. “Il mondo in cui viviamo è uno solo per questo dobbiamo saperlo costruire insieme dentro questi cambiamenti”, ha concluso Fedeli.