Il panico ed i pericoli della mente durante le fughe improvvise

Il panico ed i pericoli della mente durante le fughe improvvise da spettacoli, cerimonie, feste, raduni, celebrazioni, convegni e meeting.

Accalcarsi, spingere, fuggire: sono comportamenti psicologici naturali che non puoi controllare ma solo prevenire.

 

di Gennaro Iasevoli

 

Una marea di spettatori agglomerati per godersi un evento è bella a vedersi durante la fase di calma, ma è già di per sé un pericolo se subisce una sollecitazione alla fuga; ogni suo movimento o spostamento comporta molte regole da rispettare: 1) sul piano pratico (rispetto delle prescrizioni logistiche), 2) sul piano comportamentale (psicologia antipanico).

Quando vi sono eventi piacevoli della vita sociale che interessano e coinvolgono la massa eterogenea delle persone, che hanno intenzioni di divertirsi e lasciare da parte un poco l’etichetta, per godere il presente in maniera libera, naturale ed istintiva, bisogna assolutamente a monte, cioè a livello tecnico-logistico-organizzativo, predisporre “le salvaguardie” e consentire la partecipazione senza pericoli, senza spegnere la felicità, la gioia e l’esultanza delle persone che hanno oggi, purtroppo, poche occasioni per farlo.

Gestire il rischio oggi non è poi un’impresa tanto difficile, se si applicano quelle poche regole, come avviene in Italia ed in moltissimi posti del mondo, quando si realizzano concerti o eventi cui partecipano milioni di persone in piena sicurezza.

C’è il vantaggio che la “gente di internet” oggi ha una “partecipazione psicologica intelligente” e più che mai rispetta sorprendentemente le regole per le adunate numerose; particolarmente i giovani girano continuamente per il mondo per partecipare a raduni affollatissimi e sono abituati a seguire, nel loro interesse, quelle piccole regole che di volta in volta vengono diramate dai comitati promotori; ad esempio seguono i percorsi stabiliti ed indicati da frecce per le entrate, per le uscite e per l’accesso ai servizi; portano bottigliette di plastica senza tappi, spesso sopportano impermeabilini antipioggia, cappellini parasole, ecc.. Oggi gli spettatori sono attenti ai preliminari diffusi anticipatamente anche attraverso i telefonini e anche se con lieve fastidio accettano di fornirsi di piccoli accorgimenti ed abbigliarsi in modo da resistere senza dover fuggire alla prima goccia di pioggia.

Bisogna capirsi intelligentemente e pazientemente tra gli specialisti dell’organizzazione di spettacoli, cerimonie, feste, raduni, celebrazioni, convegni e meeting, per individuare caso per caso quelle piccole prescrizioni, da comunicare in maniera breve, semplice e chiara a tutti i possibili partecipanti mediate tutti i mezzi di comunicazione.

Non devono sorgere mai problemi anche a fronte delle più drastiche evenienze; per essere veramente sicuri che tutto vada bene, ci vuole una sapiente regia del comitato organizzatore con i giusti attributi di cultura logistica e di esperienza, magari collaudata durante eventi precedenti, che faccia quattro calcoli di matematica, di fisica e di protezione civile e, per dirla in breve, è semplicemente pericoloso che qualcuno si inventi il ruolo di “mastro di feste” per mettere rovinosamente a rischio la vita di tante persone ignare del pericolo. Senza contare che le paure vissute possono rimanere dentro e portare a successive crisi di panico.

Il ruolo fondamentale della protezione civile e dei volontari nella prevenzione delle fughe disastrose delle maree di spettatori deve essere ancor di più valorizzato.