“Tocca a Te”, concorso nazionale dell’editoria tattile illustrata

AgenParl del 15-06-2017

Istituto Serafico di Assisi: Al via “Tocca a Te”, concorso nazionale dell’editoria tattile illustrata

ASSISI. Dal 16 al 18 giugno 2017, quasi 250 libri tattili gareggeranno per contendersi il titolo di Miglior libro italiano e accedere alla seconda fase del concorso, quella internazionale, con il Premio Typhlo & Tactus il prossimo ottobre, in Francia. E domenica, 18 giugno, alle ore 10.00, al Serafico di Assisi, proclamazione dei vincitori e esposizione di tutte le opere partecipanti al Concorso

Chi sa cos’è un libro tattile? Cosa legge una persona disabile e non vedente? La prima cosa che ci viene in mente è un testo in caratteri Braille. Ma quello che ancora in pochi conoscono è l’universo dei libri tattili. Ovvero, libri pensati per aiutare i soggetti con deficit visivo a associare la situazione descritta a un’esperienza reale. Si stima che in Italia siano stati pubblicati solo 40 titoli di libri tattili, riprodotti in pochissimi esemplari da un minimo di 50 a un massimo di 1000 copie a libro. Questi testi sono costituiti oltre che dalla doppia scrittura Nero – Braille, anche dalla presenza di immagini in rilievo create con diversi materiali che, attraverso il tatto, stimolano la curiosità del lettore potenziandone le sue capacità di analisi percettiva, di esplorazione tattile e anche motorie. Ecco perché i libri tattili vengono riconosciuti a tutti gli effetti come un valido strumento di apprendimento.

Proprio per sostenere e promuovere l’editoria tattile italiana, l’Istituto Serafico di Assisi, centro che si occupa di riabilitazione, cura ed educazione di bambini e ragazzi con gravi disabilità fisiche, dal 16 al 18 giugno 2017, ha organizzato laIV° edizione di “Tocca a Te!”, Concorso Nazionale di Editoria Tattile Illustrata, insieme alla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro ciechi Onlus, la Fondazione Robert Hollman, con il patrocinio del Comune di Assisi e della Regione Umbria, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Centro per i servizi Educativi del Museo e del Territorio, Istituto Nazionale di Ricerca, Formazione e Riabilitazione per la disabilità visiva – Consiglio Regionale Umbria, Biblioteca Comunale “Gianni Rodari” di Corciano, Gruppo Internazionale Typhlo & Tactus Francia, Belgio, Italia, Finlandia, Paesi Bassi, U.K., Rep. Ceca, Polonia.

Per l’edizione 2017 di Tocca a te!, partecipano in gara 246 bozzetti di libri tattili, provenienti da tutta Italia, che verranno esaminati e valutati, a porte chiuse, da due giurie: Senior, composta da 12 membri, tra esperti nazionali di disabilità visiva e di letteratura per l’infanzia; e Junior costituita da ragazzi al di sotto dei 18 anni, coordinati da un educatore dell’infanzia. Tra gli iscritti compaiono, tra gli altri, anche i nomi di alcune scuole italiane che hanno inviato un loro contributo e alcuni detenuti del carcere di Nuoro, che si presentano con 3 opere.

“Siamo orgogliosi di aver portato all’Istituto Serafico di Assisi il Premio dell’Editoria Tattile, un evento di respiro internazionale che, nel nostro Paese, ogni due anni vede la partecipazione di oltre 200 autori italiani. Inoltre, questo concorso ricorda anche lo spirito con cui è stato fondato l’Istituto, sorto proprio con l’intento di accogliere e fornire assistenza ai ragazzi non vedenti. Il nostro fondatore, San Lodovico da Casoria, voleva assicurare a tutti, anche a chi era affetto da una disabilità fisica, il diritto ad avere un futuro, cosa che implicava anche offrire un’educazione a chi era in difficoltà. Grazie ai libri tattili, un ragazzo con disabilità visiva, ma non solo, ha la possibilità di riconoscere oggetti, ambienti e situazioni anche lontani dalla sua esperienza concreta” ha dichiaratoFrancesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi. “I libri tattili si rivelano utili per lo sviluppo culturale dei bambini non vedenti e con disabilità e per la loro integrazione a scuola e in società. Sono dei validi strumenti anche nei percorsi terapeutici di ragazzi con altre tipologie di disabilità: in alcuni casi, infatti, si rivelano uno dei pochi mezzi con cui instaurare un tipo di comunicazione con loro” ha concluso F. Di Maolo.

Il concorso si concluderà domenica 18 giugno, con la cerimonia di premiazione, aperta al pubblico, durante la quale verranno consegnati 5 premi: “Miglior libro italiano”, “Miglior libro d’artista – Premio Mauro L. Evangelista”, “Miglior libro Giuria giovani”, “Miglior libro didattico – Premio I.Ri.Fo.R. Umbria”, “Miglior libro Primissima infanzia”. I vincitori di Tocca a Te! 2017 inoltre, accederanno automaticamente alla XIII edizione del concorso internazionale Typhlo & Tactus 2017, che dal 2013 ha esteso la competizione a tutti i paesi del mondo e che quest’anno si terrà a Dijon in Francia, dal 27 al 29 ottobre 2017. Al termine della cerimonia di premiazione, il pubblico presente avrà la possibilità di ammirare gli oltre 200 lavori in una mostra che resterà aperta fino alla tarda mattinata di domenica.

LIBRO CHE TOCCHI, EMOZIONI CHE SENTI.
Da oltre 150 anni il lavoro del Serafico di Assisi è orientato in attività di riabilitazione e educazione di persone affette da alterazioni sensoriali, fisiche e psichiche. Importante è il lavoro che porta avanti con i ragazzi con disabilità visive per cercare di ridurre il deficit e ottenere un miglioramento della qualità di vita. Grazie all’aiuto dei terapisti della riabilitazione visiva, gli ospiti del centro intraprendono un percorso che li aiuta, sin dall’inizio, a prendere confidenza con ciò che li circonda, a captare i segnali ambientali e, di conseguenza, a riconoscerli attraverso il tatto. Il libro tattile è un sussidio che viene utilizzato per sviluppare la capacità aptica, cioè la percezione tattile per cui gli oggetti toccati suscitano sulla pelle una sensazione (ad esempio, se una superficie è morbida o dura). In questo modo il non vedente o ipovedente identifica le cose intorno a lui. La difficoltà maggiore che si registra nelle prime fasi di riabilitazione, è data dal rifiuto al tocco da parte del non vedente perché impaurito da ciò che non conosce. Nei casi di ipovisione il lavoro è differente, si cerca stimolare l’abilità motoria di base per poi procedere a potenziare il residuo visivo. I terapisti e educatori del Serafico, in collaborazione con il centro tiflodidattico, si avvalgono di ausili ottici, elettronici e anche informatici come ad esempio MyTobii, un comunicatore vocale a controllo oculare che stimola la coordinazione visiva.

NON SI LEGGE SOLO CON GLI OCCHI.
Un libro tattile nasce grazie al lavoro creativo di autori, realizzatori del prototipo di stampa, illustratori, grafici, supervisori tecnici e assemblatori. La particolarità di questi testi è data dal fatto che sono di fattura artigianale che necessitano di manodopera specializzata e di una serie di materiali che proprio a causa dei costi non permettono la realizzazione di un numero elevato di copie. Il prezzo di un libro tattile può oscillare da un minimo di 30,00 fino a arrivare anche ai 200,00 euro. A ciò si aggiunge anche il tempo impiegato per la lavorazione, circa15 ore di lavoro per ciascun libro. Di conseguenza, il contributo maggiore viene da istituti per ciechi che possiedono collezioni di libri tattili illustrati; dai privati che finanziano la produzione di alcune copie; e da genitori o insegnanti che tentano di farne uno fai da te.

L’ISTITUTO SERAFICO DI ASSISI.
Il Serafico, fondato nel 1871, è un modello di eccellenza italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per trattamenti riabilitativi residenziali, semiresidenziali ed ambulatoriali, il Serafico accoglie e cura ogni giorno 150 pazienti, provenienti da tutto il territorio nazionale, per un totale di 10.895 trattamenti riabilitativi e 12.322 trattamenti educativi-occupazionali all’anno (dati 2015). In una superficie complessiva di circa 10.000 mq, posta su di un’area di 40.000 mq, sono disponibili 70 posti letto in regime residenziale, 20 posti letto in regime semi-residenziale, oltre ad un servizio ambulatoriale e di valutazione diagnostica-funzionale. Le persone al servizio degli utenti sono 267: circa 170 tra collaboratori e dipendenti e un centinaio di volontari, che mettono in campo non solo capacità e competenze, ma anche un “capitale di umanità” in grado di entrare in sintonia con i pazienti.

ANCORA TROPPI STUDENTI SENZA BORSA DI STUDIO

Claudia Pratelli (responsabile scuola e università Sinistra Italiana):

ANCORA TROPPI STUDENTI SENZA BORSA DI STUDIO

Nel nostro Paese è ancora in piedi lo scandalo degli idonei non beneficiari di borsa di studio universitario, checchè ne dica la Ministra Fedeli e nonostante le ripetute dichiarazioni di intenti. Come dimostrano i dati raccolti da Link coordinamento universitario* il diritto allo studio in Italia non è ancora garantito. Succede nel Paese penultimo in Europa per numero di laureati, dove, con un’inversione di tendenza drammatica e di portata storica, negli ultimi anni diminuiscono i giovani che si iscrivono all’università.

Lo afferma Claudia Pratelli, responsabile nazionale  scuola e università di Sinistra Italiana.

Il nostro paese continua insomma – prosegue l’esponente della sinistra –  a disincentivare l’accesso all’università, determinando, di fatto, una delle più odiose selezioni, quella basata sulla condizione economica. Alle diseguaglianze sociali si sommano quelle territoriali: è in particolare nel mezzogiorno del paese che i dati si fanno allarmanti e ci consegnano l’immagine di un’Italia spaccata in due. Questo Governo ha perso la scommessa di puntare sulla conoscenza, sulla ricerca e sulla formazione. Troppo timidi e non risolutivi gli interventi sul diritto allo studio e feroci le politiche dei tagli sulla ricerca.

Quella di un’università più piccola per pochi privilegiati è una strada che ci porta in un futuro ingiusto e più povero. Serve cambiare rotta e imitare i migliori esempi europei, come quello tedesco dove ormai da qualche hanno sono state abolite le tasse universitarie. La gratuità dell’istruzione, dall’asilo all’università, e un adeguato sistema di diritto allo studio rappresentano una delle battaglie su cui è impegnata sinistra italiana.

Siamo convinti  – conclude Pratelli – che la lotta alle diseguaglianze e per una società più giusta si incardini proprio qui, nella possibilità di accedere alla conoscenza dai primi ai più alti gradi del percorso di istruzione. Perché tutti possano accedere ai gradi più alti dell’istruzione e possano avere in questo modo più opportunità nel costruirsi un futuro migliore.

* L’associazione studentesca denuncia situazioni allarmanti: in Campania gli idonei non beneficiari raggiungono addirittura il 45%, in Calabria si attestano al 30% e in Sicilia oltre al 20%. Il Veneto ha annunciato pochi giorni fa il pagamento delle rate di dicembre e in Puglia vige ancora una situazione di incertezza.

42 mln per i dottorati innovativi negli atenei del Sud

Università, 42 mln per i dottorati innovativi negli atenei del Sud
Fedeli: “Occasione importante per le giovani e i giovani. Risorse aumentate.
Attenzione ai settori strategici, da big data a Industria 4.0”

Quarantadue milioni di euro per i dottorati di ricerca innovativi e di alto profilo internazionale. Li mette a disposizione il bando pubblicato sul sito del Miur nell’ambito del Programma Operativo Nazionale FSE-FESR “Ricerca e Innovazione 2014-2020”, che punta a promuovere una formazione post-laurea in stretta sinergia con le imprese e il mondo del lavoro. Il bando è rivolto alle Università delle otto Regioni del Mezzogiorno che potranno accrescere l’attrattività dei loro dottorati in collaborazione con aziende e soggetti internazionali di eccellenza.

“Si tratta di un’occasione importante per le nostre giovani e i nostri giovani, un’occasione molto qualificata che apre strade significative per il loro futuro e per lo sviluppo del Paese – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. Stiamo dando rapida attuazione al Programma nazionale per la ricerca, a partire proprio dalle misure che offrono possibilità e strumenti ai più giovani. Sui dottorati innovativi abbiamo incrementato le risorse e dato attenzione a settori strategici e innovativi guardando al tema dei big data e all’Industria 4.0”.

Il bando “Dottorati Innovativi con caratterizzazione industriale” stanzia, per l’anno accademico 2017/2018, 30 milioni in più rispetto all’anno scorso quando fu lanciato un primo avviso in cui si sperimentava la collaborazione con le imprese per questa tipologia innovativa di percorsi. I dottorati dovranno essere svolti all’estero per minimo 6 e massimo 18 mesi. Quest’anno si potranno presentare 5 domande per corso, contro le 3 del precedente bando. Sono inclusi nel bando gli specifici fabbisogni relativi alla strategia di trasformazione del manifatturiero di Industria 4.0 e relativi alla formazione nel settore dei “big data”, per quelle aree disciplinari a forte vocazione scientifico-tecnologica, maggiormente richieste, in termini di figure ad alta qualificazione, del mondo del lavoro nelle Regioni in ritardo di sviluppo e nelle Regioni in transizione, contribuendo al conseguimento di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Le domande dovranno pervenire da parte degli atenei, secondo le modalità indicate dal bando, entro e non oltre le ore 12.00 del 24 luglio 2017 e potranno essere presentate, a partire dal 3 luglio 2017, sul sito CINECA destinato al bando, all’indirizzo http://dottorati.miur.it.

Il bando:
http://www.miur.gov.it/web/guest/-/programma-operativo-nazionale-ricerca-e-innovazione-2014-2020

Organici ATA: dissenso totale dei sindacati

Organici ATA: dissenso totale dei sindacati
sugli “aggiustamenti” proposti dal MIUR

Lunedì 19 giugno proseguirà il braccio di ferro tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati sulle dotazioni organiche del personale ATA in vista del prossimo anno scolastico. L’ipotesi avanzata dall’amministrazione nel corso dell’incontro del 13 giugno scorso è stata fortemente contestata dalla FLC CGIL e dagli altri sindacati, che hanno manifestato il loro dissenso verso alcuni “correttivi” che sono stati proposti per fare in modo di non sforare il tetto di organico imposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Un’ipotesi di revisione degli organici condivisa con il sindacato potrà avvenire solo se ci sarà il ripristino dei 2.020 posti tagliati dalla finanziaria del 2015 e il superamento del blocco delle sostituzioni introdotto sempre nel 2015. Il sistema di distribuzione degli organici proposto, invece, non è neppure sufficiente a tenere aperti, in moltissimi casi, i plessi scolastici, figuriamoci se può far funzionare le scuole.

Coerentemente con questa ferma presa di posizione, abbiamo sospeso l’incontro e inviato al Miur una richiesta unitaria per l’attivazione del tavolo di concertazione.

La FLC CGIL, inoltre, il prossimo 21 giugno consegnerà alla Ministra Fedeli le firme della petizione #sbloccATA, raccolte per sbloccare organici e supplenze e misurerà concretamente la volontà e l’impegno politico da parte dell’amministrazione per la soluzione dei problemi.

IL PASTICCIO DELL’ALGORITMO SULLA MOBILITÀ

IL PASTICCIO DELL’ALGORITMO SULLA MOBILITÀ
Si fa luce sul mistero del software utilizzato dal Miur nelle operazioni di mobilità 2016/2017 e che ha provocato molti ricorsi da parte dei docenti vittime degli errori nelle assegnazioni agli ambiti territoriali. A fare luce è una perizia tecnica commissionata dalla Gilda degli Insegnanti, che per prima ha presentato ricorso al Tar Lazio per l’accesso agli atti negato dal ministero dell’Istruzione, a un pool di esperti informatici delle università di Tor Vergata e La Sapienza di Roma.
Confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante, elaborato in due linguaggi di programmazione differenti, di cui uno risalente alla preistoria dell’informatica, costruito su dati di input gestiti in maniera sbagliata. Sono questi i termini utilizzati dal pool di esperti informatici delle università di Tor Vergata e La Sapienza per descrivere l’algoritmo della mobilità 2016/2017 responsabile del caos nei trasferimenti dello scorso anno scolastico.
Su richiesta della Gilda degli Insegnanti e dell’avvocato Michele Bonetti, che ha curato il ricorso del sindacato al Tar del Lazio per ottenere l’accesso agli atti negato dal Miur, gli ingegneri Alessandro Salvucci, Maurizio Giorgi, Emilio Barchiesi e Matteo Scafidi hanno analizzato il codice sorgente fornito dal ministero dell’Istruzione dopo la sentenza di condanna nei suoi confronti da parte del tribunale amministrativo. Risultato dello studio è una perizia tecnica dalla quale emergono molte anomalie che lasciano ben poco spazio ai dubbi sulla responsabilità dell’algoritmo negli errori di assegnazione agli ambiti territoriali.
Nella relazione tecnica si legge che sono stati utilizzati due linguaggi di programmazione diversi: per la fase A della mobilità il COBOL, datato e ormai sostituito da nuovi e più performanti linguaggi di sviluppo, anche in termini di sintassi logico-aritmetica; per le fasi B, C e D, il linguaggio C.
“Salta subito all’occhio che non sono stati osservati i più basilari criteri di programmazione che notoriamente si applicano. Difatti – scrivono gli analisti nella perizia – anche alla luce della semplicità dell’operazione richiesta, non si comprende quali siano le ragioni che hanno indotto il programmatore a creare un sistema ampolloso, ridondante e non orientato alla manutenibilità, specie come nel caso della fase A dell’algoritmo. Ciò anche in considerazione del fatto che è statisticamente provato che un software che deve eseguire operazioni elementari dal punto di vista logico, se consta di un gran numero di righe di codice, ha più probabilità di presentare errori e malfunzionamenti al suo interno. L’aver articolato in tale maniera un algoritmo che doveva svolgere funzioni relativamente semplici  – sottolineano gli ingegneri – è anche sinonimo di un lavoro confuso e frammentario, più volte maneggiato nel tempo anche da parte di programmatori diversi che hanno osservato standard di descrizione differenti”.
La scarsa chiarezza del codice si evidenzia anche nella mancanza di alcune righe del listato.
Un altro aspetto rilevante messo in luce dall’indagine riguarda la mancanza di alcuni dati nel codice delle fasi B, C e D: non viene fornita, infatti, la documentazione che attesta la struttura e il formato del  database con cui si gestiscono le informazioni di input e output e necessaria per verificare la correttezza del programma.
“Altra importante zona d’ombra – si legge ancora nella perizia – si riscontra nelle modalità di predisposizione materiale dei dati di ingresso (graduatorie, dati insegnanti ecc.) sui quali è stata eseguita l’elaborazione; in particolare, data la carenza di tale documentazione, non si riesce a comprendere se tali dati siano stati ceduti alla società che ha sviluppato l’algoritmo e da essa elaborati o se, una volta predisposto l’algoritmo, questo sia stato ceduto al Miur che ne ha gestito il funzionamento (input e output dei dati) sino alla pubblicazione delle nomine dei docenti. È evidente che la mancanza di tali precisazioni, così come la mancanza dei file richiamati all’interno del codice, del database, dei file che il software utilizza in lettura e scrittura dei dati (non tanto nei contenuti quanto nella forma) nonché delle specifiche tecniche, configura una condotta poco trasparente, nonostante l’intervenuto ordine di ostensione dei dati e degli atti da parte del Tar, nei confronti del ministero. Tali omissioni inficiano in maniera irreversibile la possibilità di un completo controllo sulle concrete modalità di utilizzo dell’algoritmo e, quindi, sulle modalità che hanno determinato lo spostamento degli insegnanti sul territorio nazionale”.
“Ciò che emerge dall’analisi degli esperti informatici, unito alle numerose sentenze della magistratura che hanno condannato il Miur dando ragione ai ricorsi dei docenti, – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – dice chiaramente che l’algoritmo, così come è stato concepito, non poteva funzionare correttamente. Alla luce di quanto rilevato dalla perizia, chiediamo al Miur di spiegare perché nel codice mancano alcune parti e il motivo per cui sono stati utilizzati due linguaggi di programmazione diversi per le fasi della mobilità. Il ministero – conclude Di Meglio – farebbe bene anche a indagare se il costo sostenuto per l’algoritmo è congruo rispetto ai prezzi di mercato”.


Perizia tecnica preliminare

Alternanza scuola-lavoro, il sondaggio tra gli studenti: “Farla costa anche 400 euro”

da Il Fatto Quotidiano

Alternanza scuola-lavoro, il sondaggio tra gli studenti: “Farla costa anche 400 euro”

L’Unione degli Studenti ha presentato i dati raccolti grazie ad un’inchiesta fatta su un campione di quindicimila studenti. Sul percorso reso obbligatorio dalla cosiddetta Buona Scuola interviene anche la Federazione italiana pubblici esercizi: i ragazzi minorenni, infatti, non possono usare macchinari e coltelli, servire alcolici, e lavorare dopo le ore 22

Vaccini, prime stime: 7 milioni di certificati, 800mila minori da vaccinare e 150mln di euro per le dosi in più

da Il Sole 24 Ore

Vaccini, prime stime: 7 milioni di certificati, 800mila minori da vaccinare e 150mln di euro per le dosi in più

di Barbara Gobbi

Oltre 7 milioni di certificati di vaccinazione che saranno richiesti da bambini e giovani «regolarmente vaccinati». Sette-ottocentomila soggetti non vaccinati e quindi da sottoporrea profilassi, pena richiami e sanzioni. Centinaia di operatori sanitari dedicati al recupero degli inadempienti. Circa 150 milioni di euro per acquistare i vaccini necessari. Queste le prime cifre messe in fila dai tecnici delle Regioni e presentate alla riunione con ministero dell’Istruzione e Salute, richiesta dagli assessori per limare le criticità rilevate del decreto legge del governo sull’obbligo vaccinale.

La proposta delle Regioni
L’obiettivo è più che concreto: si tenta in ogni modo di arginare il rischio di pasticci organizzativi e l’ombra dello scaricabarile che incombe sulle famiglie, chiamate ad autocertificare o a dimostrare di essere in regola. L’idea delle Regioni è di definire al più presto – in una circolare organizzativa – una procedura snella che sgravi i genitori: spetterebbe alle scuole – propongono i tecnici regionali alle ministre Valeria Fedeli e Beatrice Lorenzin – inviare alle Asl gli elenchi dei propri iscritti. Su questa base, ogni singola azienda sanitaria procederebbe alla verifica: a spuntare i nomi dei bambini e dei ragazzi “in regola” e a contattare gli “inadempienti”. Si eviterebbe così uno stress inutile a nuclei familiari e servizi vaccinali, focalizzando l’attenzione su quel 10% circa che sia calcola sia in ritardoCifre che partono dalla stima del 10% dei “disobbedienti” sul morbillo: considerando che il decreto riguarda 15 generazioni e che ogni anno nascono in Italia circa 500mila bambini, si arriverebbe

Le stime
Le stime presentate dagli assessori a Miur e Salute partono dal 10% dei “non vaccinati” per il morbillo. Considerando i 500mila bambini che ogni anno nascono in Italia, che in 15 generazioni arrivano a 7,5 milioni di minori chiamati dal decreto Lorenzin a dimostrare di essere in regola, il recupero sul 10% dato per assunto porterebbe alla cifra di circa 7-800mila “under 16 da vaccinare”. Un numero certamente più gestibile dei milioni attesi, che implicherebbe – garantiscono i tecnici – uno sforzo immane e ingiustificato per la collettività. Certo è che la proposta delle Regioni parte da un presupposto: che le Asl siano in grado di ricostruire gli elenchi delle vaccinazioni fatte – o mancanti – ai propri iscritti. Situazione non scontta, se si pensa che anche per le politiche vaccinali l’Italia si presenta “a macchia di leopardo”. Asl e Regioni che già dispongono di anagrafi vaccinali, altre che ricorrono ancora ai faldoni. Ma non se ne esce: con numeri moltiplicati all’intera popolazione “papabile”, l’impegno sarebbe forse insostenibile. Il tutto, nell’anno di avvio del nuovo Piano nazionale vaccini, che sta mettendo alla prova servizi gravati da carenze di personale e difficoltà organizzative. Ciliegina sulla torta, scrivo i tecnici regionali in allerta, «i procedimenti amministrativi che saranno avviati in seguito alla segnalazione di mancato assolvimento degli obblighi e il contenzioso legale che ne deriverà».

I problemi sul tappeto
Attivazione delle procedure per il mancato adempimento. Certificazioni e attestazioni della prenotazione, applicazione delle sanzioni, comunicazione da concordare con le Regioni. Questi i nodi da «minimizzare», avvisano le Regioni, mettendo in fila la loro proposta, nella bozza presentata a Miur e Salute:
1. Contenimento delle certificazioni . Sarebbe auspicabile ridurre al minimo la necessità di acquisire ed emettere dichiarazioni e certificazioni sullo stato vaccinale dei soggetti
2. Avvio graduale delle procedure di invito . Per ovviare all’impatto organizzativo e alle carenze informative si potrebbe pianificare (in modo univoco su tutto il territorio nazionale) la partenza graduale degli inviti alla vaccinazione dei soggetti inadempienti iniziando dalle classi di età e dai vaccini che comportano i rischi sanitari più elevati
3. Armonizzazione della comunicazione . Per minimizzare i disagi alle famiglie e alle organizzazioni coinvolte sarebbe indispensabile il raccordo tra le iniziative di comunicazione organizzate dai Ministeri e i responsabili della sanità regionale
4. Standardizzazione degli interventi . Per facilitare l’organizzazione delle azioni di recupero e per ridurre il possibile contenzioso legale si ritiene opportuno che l’interpretazione dei vari aspetti applicativi del Decreto avvenga in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. A tal fine si suggerisce l’organizzazione di un gruppo di coordinamento permanente in cui siano adeguatamente rappresentate le varie organizzazioni e istituzioni coinvolte.

Le «incongruenze»
I riflettori dei tecnici regionali guardano anche ai contenuti del decreto, in termini di profilassi obbligatorie. Controllo di malattie infettive previste da programmi internazionali di eradicazione; vaccinazioni finalizzate a eliminare malattie infettive circolanti sul territorio nazionale; vaccinazioni mirate a proteggere gli individui da infezioni che costituiscono un rischio epidemiologico attuale; profilassi volte a proteggere gli individui da infezioni che costituiscono un rischio epidemiologico solo potenziale. Troppe, in un solo decreto legge, affermano le Regioni. Che scrivono: «L’introduzione indiscriminata della obbligatorietà per questi diversi scopi non appare immediatamente e coerentemente giustificabile. Soprattutto non appare possibile attribuire a tutte queste diverse patologie uno stato di “emergenza sanitaria” tale da richiedere l’adozione di misure preventive di tipo coercitivo». Ma sotto la lente è anche «l’incompletezza e l’incoerenza delle vaccinazioni indicate». Come l’antipneumococco – che non è stato inserito e Lorenzin ha già auspicato sia recuperato dall’ter di conversione del Dl in legge – o come l’antiHIb, reso obbligatorio pure per soggetti di età superiore a 5 anni e privi di fattori di rischio, «che – si legge ancora nel draft delle Regioni – non trova alcuna indicazione in letteratura»

Come sconfiggere l’ansia all’esame di maturità

da La Stampa

Come sconfiggere l’ansia all’esame di maturità

Il vademecum della psicologa
Studiare in maniera ordinata, senza ammucchiare troppo i temi, cercare di dormire evitando cibi pesanti e caffè la sera, dedicare tempo per se stessi, per attività all’aperto, per gli amici. L’esame di maturità fa da sempre rima con la parola “ansia”, e Paola Vinciguerra, psicoterapeuta presidente di Eurodap, Associazione Europea Disturbi da attacchi di Panico, fornisce alcuni consigli utili agli oltre 500mila ragazzi alle prese dal 21 giugno con la prova più temuta, per cercare se non di sconfiggere la paura almeno di tenerla a bada.
Tenendo conto, spiega, che «l’ansia interferisce con la memoria. È ovvio che non la si può eliminare completamente, ma bisogna imparare a gestirla grazie ad esercizi di respirazione profonda da ripetere durante la giornata». Magari evitando «di pensare continuamente a scenari catastrofici».

Sarebbe utile «scrivere un programma realisticamente sostenibile e non affrontare lo studio in maniera disordinata», organizzando lo studio «tenendo presenti le proprie caratteristiche (per esempio fare materie più difficili al mattino perché si è più attivi o viceversa)».

Inoltre, spiega la psicologa, è importante «rendersi consapevoli delle proprie capacità ricordando i successi già raggiunti», per evitare di sentirsi inadeguati.

Ma oltre alla testa, bisogna ricordarsi di lavorare anche sul corpo: «Dedicare almeno mezz’ora al giorno ad un’attività possibilmente all’aperto – prescrive Paola Vinciguerra – non studiare di sera o di notte, concedersi qualche ora di svago con gli amici, ma senza fare troppo tardi».

E ancora, «evitare di mangiare troppo o troppo poco e bere abbondantemente», e assolutamente «evitare di perdere preziose ore di sonno che servono al cervello per rifocillarsi».

Per fare ciò è opportuno tra le altre cose «cercare di studiare in un ambiente diverso da quello in cui si dorme, ci favorirà l’addormentamento». E se il sonno non arriva perché disturbato dai «cattivi pensieri», ecco il consiglio dell’esperta: «Se quando andate a letto vi sentite tesi o agitati, mettetevi supini con gli arti lontani dal corpo e respirate profondamente e lentamente; quando sentite la tensione allentarsi pensate ad un evento positivo della vostra vita e sicuramente riuscirete ad addormentarvi».

Infine, il consiglio più ovvio (e quello che probabilmente sarà più disatteso): «Spegnere cellulari e tutte le apparecchiature elettroniche mentre si studia, o comunque tenerle lontane dal luogo in cui si studia».

Assegnazioni provvisorie, lo spiraglio: concesse a docenti con figli fino a 12 anni?

da La Tecnica della Scuola

Assegnazioni provvisorie, lo spiraglio: concesse a docenti con figli fino a 12 anni?

Si inasprisce la protesta degli insegnanti del meridione sulla mancata volontà del Miur di concedere le assegnazioni provvisorie in deroga al vincolo triennale.

Il giro di vite per il prossimo anno scolastico, infatti, imporrebbe a migliaia di docenti il trasferimento al nord, salvo poi ritornare l’anno successivo nelle sedi di origine potendo richiedere l’assegnazione in virtù dell’inizio del nuovo ciclo triennale.

Il problema, almeno per diversi comitati e le associazioni di categorie, rappresenta una vera “emergenza sociale”, sfociata in una protesta che ha registrato martedì 13 giugno dei sit-in davanti le sedi Rai delle regioni del centro-sud.

I comitati fanno quindi fronte comune per contrastare quella che giudicano un’ulteriore disparità di trattamento tra gli immessi a ruolo.

Mercoledì 14 giugno, nel tardo pomeriggio, i rappresentati di alcuni movimenti si sono incontrati a Roma per spiegare la ragioni della protesta e incontrare in via ufficiosa le organizzazioni sindacali che sono in fase di contrattazione con il Miur. Se i dirigenti del Miur sembrano irremovibili, alcune rassicurazioni arrivano da parte dei sindacati: sembrerebbe, ma il condizionale è d’obbligo, che il Ministero possa rivedere qualcosa nei criteri per l’assegnazione provvisoria. La quale potrebbe essere concessa a quei docenti con figli fino ai 12 anni (attualmente il limite è 6 anni).

Le indiscrezioni non tranquillizzano, però, gli insegnanti interessati, perché vedono leso il diritto alla continuità didattica sia per loro che per gli studenti, soprattutto nel campo del sostegno.

“Migliaia di insegnanti di sostegno, assunti con la legge 107, saranno costretti a spostarsi al Nord perché il governo non intende trasformare in organico di diritto i circa 30.000 posti ‘in deroga’ che esistono al Sud, frutto anche dei ricorsi vinti dalle famiglie con figli disabili per ottenere l’assistenza che spetta loro di diritto”, ha spiegato Leonardo Alagna, dell’Osservatorio Diritti Scuola nella conferenza stampa del 14 giugno ospitata al Senato dall’onorevole Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana).
Alla conferenza erano presenti anche componenti degli altri comitati, creando per la prima volta un fronte comune e compatto: Francesca Carusi di Nastrini Liberi, Francesca Marsico di Nastrini Rossi Puglia, Francesca Pandolfi del Gruppo Fase C Roma, Nelly Fronterrè del Comitato 8000 Fase B (nella foto).
Tutti invocano l’intervento delle istituzioni locali e delle Regioni. Anche se sono già stati aperti tavoli di discussione, oltre ovviamente al coinvolgimento dei sindacati territoriali per dirimere quella che rischia di diventare una nuova “questione meridionale”.
“Possiamo dimostrare dati alla mano, che i posti al Sud ci sono e che ci sono soluzioni a costo zero che rispettano la vita delle persone sia al Nord che al Sud”, ha dichiarato ancora Alagna prima di lanciare una proposta.
“Bisognerebbe dare una nomina giuridica ai docenti precari in modo che tutti possano entrare in una graduatoria su base provinciale, dove varrebbero gli stessi criteri della vecchia graduatoria ad esaurimento. Questo potremmo consideralo come un ‘anno zero’ da cui ripartire l’anno successivo con un censimento per capire qual è l’organico che rimarrebbe fuori e solo allora fare un concorso per mandare liberamente gli insegnanti che lo vogliono al nord”. E la proposta, sembra, potrebbe essere stata già raccolta da alcune forze politiche.
“Auspico che si trovi una soluzione quanto più largamente condivisa per le distorsioni generate dal processo di assunzione della Legge 107 – ha detto il senatore Bocchino -, serve una soluzione che non faccia disparità tra i danneggiati dal provvedimento e che garantisca il ritorno alle precedenti regole. Per le quali, anzianità di servizio e titoli erano considerati un aspetto fondamentale nelle procedure di assunzione e mobilità”.

Graduatorie Istituto, disponibili le FAQ sul sito del Miur

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie Istituto, disponibili le FAQ sul sito del Miur

C’è tempo fino al 24 giugno per presentare la domanda di inserimento nelle graduatorie di istituto (l’ultimo aggiornamento risaliva al 2014).

Devono compilare il modello denominato A1 i docenti abilitati per la classe di concorso a cui vogliono accedere in fascia II o che volessero aggiornare la loro posizione in fascia II, ma che non sono inseriti per quella classe di concorso in GAE.

Devono compilare il modello denominato A2 i docenti non abilitati che presentano domanda di inclusione in graduatorie di III fascia esclusivamente per insegnamenti in cui erano già presenti nelle graduatorie del triennio scolastico 2014/2015, 2015/2016, 2016/2017, ovvero esclusivamente per nuovi insegnamenti.

Devono compilare il modello denominato A2 bis i docenti non abilitati che presentano domanda di inclusione in graduatorie di III fascia per insegnamenti in cui erano già presenti nelle graduatorie del triennio scolastico 2014/2015, 2015/2016, 2016/2017 e contemporaneamente per nuovi insegnamenti.

 

ATTENZIONE

Il Miur ha reso disponibile sul proprio sito all’indirizzo http://www.istruzione.it/graduatoriedistituto/faq.shtml delle utili FAQ per la compilazione della domanda

 

Tra i dati di recapito occorre indicare anche l’indirizzo PEC?

No, l’indicazione dell’indirizzo PEC è facoltativo. Occorre comunque indicare almeno un indirizzo di posta elettronica privato e/o istituzionale.

Gli aspiranti che intendono iscriversi in più classi di concorso/posti di insegnamento afferenti a diversi gradi di istruzione, possono presentare domanda ad un’unica istituzione scolastica?

Si, possono presentare la domanda a qualsiasi istituzione scolastica di un’unica provincia, non necessariamente di grado superiore, per tutti gli insegnamenti prescelti, con le seguenti eccezioni:

qualora tra gli insegnamenti richiesti vi siano discipline impartite nelle scuole speciali, la domanda dovrà essere indirizzata ad una scuola speciale

qualora tra le graduatorie richieste vi sia quella del personale educativo la domanda dovrà essere indirizzata ad un convitto/educandato

qualora tra le graduatorie richieste vi sia una graduatoria di lingua slovena la domanda dovrà essere indirizzata ad una scuola slovena.

Chi deve presentare il modello A1?

Il modello A1 deve essere utilizzato ai fini dell’inserimento in II fascia dagli aspiranti abilitati.

Per l’inserimento in III fascia, che differenza c’è tra il modello A2 e il Modello A2bis?

Il modello A2 deve essere presentato da chi presenta unicamente, per la prima volta, domanda di inserimento in III fascia, oppure da chi, già inserito nelle graduatorie dei passati trienni/bienni, intende, unicamente, aggiornare la propria posizione. Il modello A2 bis deve invece essere compilato da chi si trovi in entrambe le precedenti situazioni, ovvero, debba aggiornare i punteggi e contemporaneamente voglia inserire anche un nuovo insegnamento

In quali istituzioni sono presenti le graduatorie del personale educativo?

Le graduatorie del personale educativo sono presenti presso i Convitti e gli Educandati.

Dove sono reperibili i codici delle istituzioni scolastiche a cui presentare domanda?

Le sedi esprimibili sono visualizzabili nel menù di destra dello spazio informativo dedicato alle graduatorie d’istituto con la voce “Personale docente – sedi esprimibili”.

Coloro che aggiornano il punteggio devono comunque ridichiarare il titolo di accesso?

Il titolo di accesso non deve essere dichiarato dall’aspirante già incluso nelle graduatorie del precedente triennio, in quanto il punteggio già attribuito verrà riconfermato in automatico dal Sistema Informativo. Potrà invece essere rivalutato o sostituito con altro più favorevole, compilando l’apposita sezione del relativo modello (Sez. C2 del modello A1 e Sez. C3 dei modelli A2 e A2bis).

Il punteggio aggiuntivo di cui al punto A4) della Tabella di valutazione dei titoli di II fascia può essere attribuito anche per le classi di concorso di nuova istituzione (A023, A053, A055, A063, A064)?

No, in quanto le classi di concorso di nuova istituzione non costituiscono ambito disciplinare con le classi di concorso di vecchio ordinamento la cui abilitazione, in fase transitoria, è considerata requisito di accesso in II fascia per tali nuove discipline.

Nella sezione C dei modelli di domanda per la III fascia, si può inserire quale altro titolo l’abilitazione all’esercizio di una professione?

No, la relativa Tabella di valutazione non lo prevede.

L’attività di docenza presso i corsi di formazione regionali, è oggetto di valutazione?

Si, con i vincoli di cui al punto 1bis) delle note al punto D della tabella di valutazione di III fascia.

Nei modelli A2 e A2bis, rispetto al triennio precedente, non compaiono più le griglie riepilogative dei servizi. Come va pertanto dichiarato il servizio utilizzabile al 50%?

Con l’implementazione delle funzioni SIDI, non è più necessario compilare la griglia riepilogativa, che pertanto è stata espunta dal modello. L’aspirante deve dichiarare solo il servizio utilizzabile al 100% nella graduatoria corrispondente all’insegnamento svolto, mentre il Sistema informativo attribuirà in automatico il punteggio al 50% in tutte le altre graduatorie di III fascia. Tuttavia, il docente che abbia compilato il modello A2bis, in quanto ha sia graduatorie di nuova che di vecchia inclusione, dovrà dichiarare per le classi di concorso di nuova inclusione, anche i servizi già valutati nei trienni/bienni precedenti in altre classi di concorso/tipologie di posto in modo da ottenere la valutazione al 50% dei servizi valutati nel precedente triennio sulle graduatorie di vecchia inclusione.

Per le classi di concorso di nuova istituzione nei licei musicali, è sempre valutabile come specifico il servizio prestato dai docenti delle classi di concorso di vecchio ordinamento A031, A032 ed A077?

No, è considerato specifico solo nei casi in cui sia stato prestato presso i Licei Musicali per le discipline di cui all’allegato E del D.P.R. 89/2010. Pertanto l’istituzione scolastica che tratta la domanda dovrà verificare dove l’aspirante abbia prestato il servizio.

Cosa si intende, con la dicitura “Servizio da rivalutare rispetto al punteggio di … precedentemente attribuito nella classe di concorso di vecchio ordinamento” , presente nelle sezioni D1 e D2 dei modelli di domanda, ed in quale caso deve essere utilizzata?

La suddetta dicitura deve essere utilizzata in tutti quei casi previsti dal Decreto, in cui l’aspirante iscritto nelle graduatorie dei trienni/bienni precedenti abbia necessità di adeguare/correggere/sostituire/spostare/rettificare/rivalutare il punteggio precedentemente attribuito, per i casi di cui all’art. 4, comma 13 lettere b), d) ed e). A tal fine l’aspirante, dovrà dichiarare per ciascun anno scolastico che intende rivalutare, il punteggio precedentemente attribuito (anche su altra classe di concorso), affinché l’istituzione scolastica operante possa cancellarlo, per poi inserire il nuovo punteggio spettante.

Chi si trova inserito in GAE con riserva per effetto di provvedimenti cautelari, può aggiornare la propria posizione nella II/III fascia dove è inserito a pieno titolo oppure inserirvisi per la prima volta?

R: Si, anche se l’inserimento/aggiornamento in II e/o III fascia non produrrà alcun effetto in I fascia, in conseguenza di quanto disposto dall’art. 1 comma 10 bis della Legge 25 febbraio 2016 n. 21 che ha prorogato la l’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento e di conseguenza anche quelle di I fascia di istituto all’a.s. 2018/2019 per il triennio successivo.

 

Chi è inserito a pieno titolo in GaE e quindi anche in I fascia, ma possiede anche insegnamenti di II o III fascia, può cambiare provincia di Iscrizione?

No, in quanto essendo bloccato, per legge, l’aggiornamento della I fascia, nell’aggiornamento/inserimento della II e/o III fascia, si rimane vincolati alla provincia scelta nel 2014.

 

Cosa succede se la provincia di iscrizione cautelare in GaE è diversa da quella scelta nel 2014 per le graduatorie di istituto?

Qualora la provincia di inserimento in GAE ottenuta con il provvedimento cautelare sia diversa da quella di inserimento cautelare in I fascia, vale il vincolo di permanenza su quest’ultima provincia. La domanda di aggiornamento/inserimento per la II e/o III fascia va dunque indirizzata alla scuola competente del precedente triennio.

Chi è stato inserito in GAE con riserva tramite provvedimento cautelare, ma nel 2014 non si era inserito in alcuna graduatoria d’istituto, può comunque iscriversi nelle graduatorie di II e/o III fascia?

Si, potrà iscriversi per la prima volta nella II e/o III fascia di qualsiasi provincia, ma nelle scuole prescelte non figurerà in I fascia, a meno che non fosse già stato inserito nelle graduatorie d’istituto del precedente triennio dall’ufficio provinciale. In quest’ultimo caso, rimarrà vincolato, anche per la II e/o III fascia nella provincia e con le sedi inserite dall’ufficio provinciale.

Un insegnante con diploma magistrale ante 2001 che è stato inserito con riserva in I fascia e che deve aggiornare la II fascia, nel frattempo ha conseguito la laurea in Scienze della formazione primaria (per primaria e infanzia). E’ possibile utilizzare come titolo d’accesso per la II fascia la laurea in quanto più conveniente? E’ cioè possibile stare in I fascia col diploma e in II con la laurea?

Si. Il Decreto prevede la possibilità di sostituire (per la II e III fascia) il titolo di accesso con altro più favorevole.

Ero inserito nel triennio precedente in II fascia per strumento musicale nella scuola media. Nel compilare il modello A1, nella sezione B1 indico N.I. o P.I.?

Per la ex classe di concorso A077, ora A-56 in conseguenza delle nuove tabelle di II fascia, per la II fascia, si procede come per un nuovo inserimento ( N.I.) dichiarando nuovamente tutti i titoli e servizi ad eslcusione dei titoli artistici già dichiarati precedentemente a cui è possibile fare riferimento indicando la scuola di precedente inclusione ed il punteggio attribuito.

Sono abilitato nella ex A031, ex A032 o ex A077 ma non ho mai lavorato nei licei musicali. Posso presentare la domanda per la II fascia per le classi di concorso di nuova istituzione per i licei musicali?

Si purché in possesso dei titoli di accesso previsti per le varie classi di concorso nella colonna “note” di cui alla Tabella A allegata al DPR 19/16 come integrata dal DM 259/17. Tuttavia, non avendo servizi nei licei musicali, non sarà possibile far valere alcun servizio specifico sulle classi di concorso di nuova istituzione.
Analogamente, l’iscrizione in III fascia è possibile, per gli aspiranti in possesso dei titoli di accesso di cui al D.P.R. n. 19/2016 anche se non hanno mai insegnato in un liceo musicale.

Sono abilitato nella ex A031 e avevo presentato nel 2014 il modello B1 per i licei musicali. Ora intendo presentare la domanda per la II fascia anche per la A055. Compilo il modello A1 e, alla sezione B1, per la ex A 31 dovrò barrare N.I. o P.I.?

Alla sezione B1 indicherà: N.I. per la A055 e P.I. per la ex A031 se era già incluso nelle graduatorie di istituto della medesima classe di concorso.

Nel triennio precedente ero iscritto in III fascia per la ex classe A077 ed ero anche iscritto nelle graduatorie dei licei Musicali, avendo compilato il modello B1. Adesso intendo aggiornare la ex A077 e iscrivermi nella nuova A055. Quale modello devo compilare?

Dovrà essere compilato in modello A2bis, in quanto la ex classe A077 sarà trattata come precedente inclusione (da contrassegnare con P.I.), mentre la A055 sarà trattata come nuova inclusione (da contrassegnare con N.I.)

Sono inserito in graduatorie di II e III dal triennio precedente. Poiché non ho punteggio da aggiornare, verrò riconfermato in automatico?

No, dovrà comunque essere ripresentata domanda, senza dichiarare alcun nuovo titolo.

Ai fini dell’attribuzione in II fascia dei 3 punti previsti dalla Tabella A rettificata, in quale sezione del modello di domanda posso indicare il superamento di tutte le prove di un concorso per titoli ed esami?

Nel punto D2 della sezione C5 del modello di domanda A1.

Nel precedente triennio ero iscritto nella provincia autonoma di Trento. Adesso voglio trasferire la mia posizione in altra provincia. Come mi devo comportare?

Dovrà presentare domanda di nuovo inserimento, dichiarando nuovamente tutti i titoli, in quanto le tabelle di valutazione per la provincia autonoma di Trento sono diverse e quindi non è possibile la trasposizione automatica dei titoli e dei relativi punteggi a suo tempo dichiarati.

Per le abilitazioni a cascata conseguite con il TFA, dove indico nel modello A1 la scelta dell’attribuzione dei 6 punti?

I 6 punti verranno attribuiti in automatico dal sistema, qualora l’aspirante non barri l’apposita casella relativa ai bonus di 42 e 66 punti. Pertanto dovrà barrare soltanto la casella “N” TFA.

Chi ha conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno e l’ha notificato usufruendo delle finestre semestrali, ma senza caricare il punteggio, deve nuovamente dichiararlo?

SI, al fine dell’attribuzione del punteggio previsto al punto C1 della tabella di valutazione di II fascia e al punto C2 della tabella di valutazione di III fascia. Infatti, ai sensi dell’art. 2 comma 1 ultimo cpv del DM 326/2015, tale punteggio non è stato attribuito. A tal fine dovrà compilare l’apposita sezione del modulo domanda.

Attribuzione punteggio per le certificazioni linguistiche: nel decreto si specifica che, in caso si sia in possesso di più certificazione linguistiche per la stessa lingua, viene valutato solo il titolo più alto. Se un aspirante ha già dichiarato una certificazione linguistica nel precedente aggiornamento e nel frattempo ha acquisito una certificazione di livello più alto, cosa deve specificare nei moduli A1 e A2?

Dovrà richiedere la rivalutazione del titolo, indicandolo nella apposita sezione del modulo domanda, e allegare apposita dichiarazione in cui viene riportato il punteggio precedentemente attribuito.

Relativamente alle certificazioni informatiche, che hanno subito una rivalutazione al ribasso nella nuova tabella titoli, chi ha già dichiarato un titolo informatico nel precedente triennio avrà una decurtazione del punteggio relativo?

Il punteggio precedentemente attribuito, visibile al SIDI sullo storico dell’aspirante, verrà decurtato in automatico dalla scuola operante effettuando la rivalutazione dei titoli posseduti, semplicemente accedendo alla funzione di valutazione titoli.

I docenti inseriti in GAE con RISERVA, che NON hanno sedi di I fascia, possono presentare il modello di scelta delle sedi per insegnamenti di II e/o III fascia? E in quale provincia?

Coloro che sono iscritti in GaE con riserva e non hanno sedi in I fascia delle graduatorie di istituto, potranno scegliere le sedi per la II o III fascia in qualsiasi provincia, anche diversa da quella delle GaE, ma non compariranno in I fascia in nessuna scuola neanche se verrà sciolta la riserva in GaE.

I docenti iscritti a pieno titolo in GAE, che non hanno inserito le scuole per la I fascia possono presentare il modello di scelta delle sedi?

Si, possono scegliere le sedi per la II e/o III fascia, ma non compariranno in I fascia.

I titoli informatici: vanno dichiarati “di nuovo”, o il sistema procede automaticamente a ricomputarli?

Vengono ricomputati d’ufficio dalle scuole, in quanto compaiono dettagliatamente nella funzione di valutazione di titoli disponibile sul SIDI.

Per l’inserimento in III fascia, quali sono i titoli di studio necessari?

Per individuare il titolo di studio necessario all’inserimento in III fascia, occorre consultare sul sito internet del MIUR, nell’apposito spazio informativo, il D.P.R. n. 19/2016 e le Tabelle allegate al D.M. 259/2017.
Il principio generale è che queste normative non hanno carattere retroattivo. Per questa ragione, come precisa l’art. 5 del D.M. n. 259 del 9 maggio 2017, coloro i quali, all’entrata in vigore del D.P.R. n. 19/2016, erano in possesso di titoli di studio validi per l’accesso alle classi di concorso ai sensi del D.M. n. 39/98 e s.m.i. e del D.M. n. 22/2005 e s.m.i. devono far riferimento a quei titoli ivi previsti, e pertanto possono presentare domanda di inserimento nelle graduatorie di istituto per le corrispondenti nuove classi di concorso (come definite nelle tabelle A e B allegate al D.P.R. n. 19/2016) sulla base ed esclusivamente avvalendosi dei titoli posseduti ai sensi dei richiamati D.M. n. 39/98 e s.m.i. e D.M. n. 22/2005 e s.m.i..
Viceversa, gli aspiranti che hanno conseguito il titolo di studio dopo la data di entrata in vigore del D.P.R. n. 19/2016 dovranno possedere i titoli di studio  con i relativi requisiti come previsti dalle tabelle A e B del D.P.R. n. 19/2016; all’entrata in vigore del D.M. n. 259/2017, gli aspiranti dovranno possedere i titoli previsti dalle tabelle A e B del DPR 19/2016 come modificate dall’allegato A al  D.M. n. 259/2017.
Si precisa che le modifiche contenute nel D.M. 259/2017 non riguardano tutte le classi di  concorso, ma appunto solo quelle riportate nel citato allegato A.

Ai fini del rispetto dei termini di scadenza per la presentazione delle domande tramite raccomandata A/R fa fede il timbro postale?

Si, fa fede il timbro postale.

Considerato l’esiguo numero di Licei Musicali e coreutici in ciascuna provincia, è possibile, per i docenti delle discipline musicali e coreutiche di nuova istituzione presentare domanda anche in altre province?

No, la domanda di inserimento deve essere presentata in un’unica provincia, come avviene per tutte le altre classi di concorso/posti di insegnamento.

La FLC Cgil ha creato un’applicazione che ha lo scopo di aiutare l’aspirante docente nella visualizzazione delle classi di concorso a cui può accedere con il titolo di studio posseduto e dell’associazione tra vecchie e nuove classi di concorso e di abilitazione. Il riferimento formale è comunque il nuovo regolamento delle classi di concorso e relative tabelle.

Il modello o i modelli di domanda devono essere spediti, con unico plico, mediante raccomandata a/r ovvero consegnati a mano esclusivamente all’istituzione scolastica prescelta per la gestione amministrativa della domanda. In alternativa, il modello o i modelli di domanda possono essere trasmessi in formato digitale mediante PEC all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’istituzione scolastica prescelta, secondo quanto definito nell’art. 7, comma 1, lettera A) del D.M. 374 dell’1 giugno 2017.

Per la scelta dell’istituzione scolastica a cui inviare i suddetti modelli di domanda e/o successivamente (presumibilmente dal primo luglio al 20 luglio 2017) il modello B per la scelta delle 20 istituzioni scolastiche, appartenenti alla medesima provincia, con il limite, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria, di 10 istituzioni di cui, al massimo, 2 circoli didattici, è consigliabile utilizzare l’apposita applicazione del MIUR.

Contratto docenti, il lato oscuro: nuovi carichi di lavoro e addio scatti anzianità?

da La Tecnica della Scuola

Contratto docenti, il lato oscuro: nuovi carichi di lavoro e addio scatti anzianità?

Il rinnovo del contratto è in fase embrionale, ma comincia a delinearsi la linea del Miur, legata a doppio filo al merito (non quello in aula) e ad una mole di lavoro maggiorata.

La conferma a pieno titolo del decreto di riforma Madia della PA, con gli incrementi stipendiali più corposi destinati solo a chi garantisce maggiori performance lavorative, si coglie nelle dichiarazioni dei sindacati.

“A fronte di un aumento in busta paga che si prospetta irrisorio, appena 48 euro medi netti pro capite dopo 8 anni di mancato rinnovo contrattuale, sarebbe inaccettabile chiedere ai docenti ulteriori aumenti di carichi lavorativi”, dice Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, dopo l’incontro avvenuto il 14 giugno al Miur.

Dopo aver detto che “la perdita del potere di acquisto ammonta a circa 130 euro netti pro-capite, una cifra molto alta se si considera che gli stipendi degli insegnanti sono tra i più bassi del pubblico impiego”, il sindacalista autonomo invia un messaggio all’amministrazione: “come condizione minima, chiediamo che la partita del contratto si chiuda senza altri danni, ovvero senza un peggioramento degli istituti contrattuali vigenti e senza modifiche alla struttura della retribuzione. In altri termini, – spiega il coordinatore della Gilda – nessuno tocchi gli scatti di anzianità che rappresentano l’unica possibilità di incremento stipendiale per gli insegnanti. Ricordiamo che abbiamo già perso la progressione di carriera relativa al 2013 e che i neo assunti non godranno dello scatto intermedio”.

A minacciare la conferma degli scatti automatici è ancora una volta la scarsità di fondi che il Mef vuole mettere a disposizione della Scuola. La Gilda, però, ha già presentato delle proposte risolutive in merito.

“Per rimpinguare i fondi previsti per il rinnovo, durante la trattativa all’Aran chiederemo di destinare al rinnovo del contratto le risorse spesso sprecate della legge 107/2015, come quelle erogate per il bonus del merito”.

“Il contratto – conclude Di meglio – deve servire concretamente a valorizzare la funzione docente e a tutelarla dall’eccesso di burocrazia e dagli impegni impropri che la soffocano, per permettere agli insegnanti di dedicarsi all’attività didattica”

Più di una perplessità arriva anche da Pino Turi, leader Uil Scuola. Il quale si domanda: perché  un insegnante per fare carriera deve cambiare lavoro? Possibile che l’unica possibilità data ad un insegnante sia quello di diventare dirigente scolastico, che è un altro lavoro?”.

Anche il sindacalista Confederale, quindi, sembra far intendere che l’attuale miglioramento stipendiale automatico, da attuare ogni tre/otto anni, potrebbe non essere confermato nel nuovo contratto.

“Questo contratto – spiega Turi – dovrebbe dare un segnale di forte discontinuità rispetto al passato e rendere centrale la figura del docente. Vanno date indicazioni a livello contrattuale per definire il profilo e la valorizzazione della funzione docente, con una progressione economica e di carriera specifica, valorizzando il lavoro d’aula.  Ciò rappresenterebbe il perno su cui far ruotare l’intero contratto per riconoscere e valorizzare le diverse professionalità”.

Ora, il fatto che i sindacati rimarchino la necessità di premiare il lavoro svolto dai docenti in classe, fa pensare che il Miur sia orientato diversamente: perché, continua Turi, la “centralità educativa” è “quella che gli insegnanti hanno nel rapporto con la classe. Un lavoro che si fonda anche su una macchina organizzativa complessa ed una gestione efficiente, ma che non può più essere relegata  entro procedure burocratiche che ne sviliscono funzione e ruolo.  Si guardi al risultato e non alle procedure”, conclude Turi.

Meno critici, più positivi sull’esito del rinnovo contrattuale, si dicono Snals e Cisl Scuola. A breve ne sapremo qualcosa di più.

Progetti PON, disponibile Area modifiche per lan/wlan e ambienti digitali

da La Tecnica della Scuola

Progetti PON, disponibile Area modifiche per lan/wlan e ambienti digitali

Il Miur ha informato che è aperta la funzione “Area modifiche” del sistema GPU, relativa ai PON per la predisposizione di Reti Lan/Wlan e/o Ambienti digitali.

Le funzioni sono state create per consentire alle istituzioni scolastiche di modificare e/o integrare i dati e/o la documentazione relativa agli avvisi in oggetto oltre la data di chiusura degli stessi, sia su richiesta dell’AdG a seguito di controlli di I livello, sia su iniziativa degli istituti scolastici stessi.

In particolare:

  • Una funzione di richiesta di sblocco delle aree interessate alle modifiche “Area modifiche”
  • Una funzione per la gestione delle modifiche a seguito dell’apertura delle aree interessate “Gestione modifiche”.

L’avvio della funzione di sblocco renderà operative solo le richieste da parte dell’AdG sulla base dei controlli effettuati, mentre per le richieste da parte delle Istituzioni Scolastiche la specifica funzione sarà operativa a partire dal 22 giugno 2017 attraverso il TAB “Richiedi modifica” che sarà disponibile all’interno dell’Area modifiche, nella barra del menù funzioni.
Non saranno prese in considerazione le richieste delle Istituzioni scolastiche effettuate telefonicamente o via e-mail dopo la data del 12 giugno 2017, per cui le scuole dovranno attendere l’attivazione della funzione a loro dedicata.

Contratto: la Ministra rassicura tutti, trattativa imminente

da La Tecnica della Scuola

Contratto: la Ministra rassicura tutti, trattativa imminente

Concluso in tarda mattinata l’incontro fra la ministra Valeria Fedeli e i sindacati per l’avvio del prossimo contratto nazionale.
La prima notizia è che entro i primissimi giorni di luglio sarà pronto l’atto di indirizzo che – a seguito del riordino delle aree di contrattazione – riguarderà non solo il personale della scuola, ma anche quelle delle università, degli enti di ricerca e dell’Afam. A partire dalla prossima settimana saranno convocati tavoli separati per i diversi settori in modo da consentire all’Amministrazione di mettere a fuoco i nodi principali che dovranno poi essere affrontati con il contratto. Quindi a luglio potrebbe già partire la contrattazione vera e propria.
Ma i dubbi sono tanti, a partire dalle risorse economiche che – per ora – sono largamente inferiori alla fatidica soglia degli 85 euro medi pro-capite. Per garantire questo aumento, infattti sarebbero necessari almeno, 3miliardi e mezzo di euro mentre per adesso è disponibile solo la somma di 2,4 miliardi.  La differenza dovrà essere reperita con la legge di stabilità 2018 sulla quale però incombono non poche incertezze per la ben nota situazione politica generale. Senza dimenticare il nodo del nuovo modello contrattuale e del nuovo rapporto legge/contratto definito con decreto legislativo 75 da poco approvato e che entrerà in vigore proprio il prossimo 22 giugno.
La Ministra, comunque, ha espresso la “volontà politica” di chiudere rapidamente la trattativa e, anzi, ha lasciato intendere che al tavolo delle trattative potrebbe essere presente anche qualche referente politico, proprio per accelerare l’esame dei diversi problemi.

Vaccini: obbligatori solo per chi si iscrive a scuola?

da Tuttoscuola

Vaccini: obbligatori solo per chi si iscrive a scuola? 

La prossima settimana sarà emanata la circolare per i presidi riguardante l’obbligo dei vaccini per la frequenza a scuola. L0 ha annunciato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Nel decreto legge n. 73 sull’obbligo di vaccinazioni, entrato in vigore l’8 giugno scorso, vi sono alcuni passaggi che dovranno essere chiariti o modificati in sede di conversione in legge.

Tra gli altri, vi è un passaggio con una formulazione impropria che, se confermata, rischia di generare confusione e consentire l’evasione dall’obbligo di vaccinazione.

All’articolo 3 si prevede che il dirigente scolastico all’atto dell’iscrizione del minore di età compresa tra zero e sedici anni, è tenuto a richiedere ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori la presentazione di idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni.

La formulazione “all’atto dell’iscrizione” ha un senso preciso o va intesa in senso lato?

L’iscrizione viene effettuata, ogni anno, soltanto dalle famiglie degli alunni che iscrivono i propri figli per la prima volta ad una scuola (infanzia, primaria, secondaria di I e di II grado).

Per chi è già iscritto ad una classe intermedia non è prevista l’iscrizione e viene confermato d’ufficio, fatta salva l’eventuale richiesta di iscrizione ad altra scuola.

Se la formulazione viene presa alla lettera, sarebbero assoggettati all’accertamento dell’obbligo soltanto gli alunni che si iscrivono al primo anno, cioè poco più di due milioni di alunni.

Se, invece, come sembra più logico, il controllo riguarderà tutta la popolazione scolastica interessata, l’accertamento dell’obbligo riguarderà quasi 7 milioni di ragazzi.

Assegnazioni provvisorie: stallo dell’accordo

da Tuttoscuola

Assegnazioni provvisorie: stallo dell’accordo

È fermo il confronto a livello tecnico tra sindacati e funzionari del Miur per la definizione dell’accordo sulle assegnazioni provvisorie.

I punti di divergenza non sono di poco conto.

I sindacati vorrebbero la conferma delle regole dello scorso anno, quando, dopo i trasferimenti dei docenti (ricordiamo lo tsunami di migliaia di insegnanti e la contestazione dell’algoritmo), era stato consentito un’ulteriore possibilità di movimento a chi aveva motivi di famiglia. Quella eccezionale situazione di mobilità aveva anche compromesso in parte la continuità didattica.

Da parte sua il Miur sembra irremovibile su due punti: non consentire l’assegnazione provvisoria sia per chi si trova nel vincolo triennale di permanenza in sede sia per chi ha già ottenuto il trasferimento per l’anno prossimo.

Per questo ultimo niet si ritornerebbe al passato quando, diversi anni fa, chi otteneva il trasferimento a domanda era escluso dalla possibilità di ottenere anche l’assegnazione provvisoria.

I sindacati della scuola sembrano intenzionati a richiedere il tavolo politico per uscire dall’impasse.

Sarà interessante vedere se la Fedeli, che più volte ha ricordato l’obiettivo di difendere la continuità didattica fin dal prossimo anno scolastico, vorrà limitare la concessione delle deroghe alla 107 in fatto di trasferimenti (accordo del dicembre scorso) o estenderà le deroghe anche a questa fase dei movimenti.