Incontro al MIUR sulla dirigenza dell’Area Istruzione e Ricerca

Incontro al MIUR sulla dirigenza dell’Area Istruzione e Ricerca

 

Si è tenuto al MIUR questa mattina, inizio ufficiale dell’estate, il primo dei tre tavoli tecnici propedeutici alla stesura dell’atto d’indirizzo di area per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro 2016-2018.

Erano presenti tutte le sigle sindacali, e, per l’Amministrazione, in apertura dei lavori, la dott.ssa Capasso e altri due dirigenti.

Per DIRIGENTISCUOLA hanno partecipato Francesco G. Nuzzaci e Sandro Calabrese.

Mentre tutti, ragionevolmente, si attendevano una proposta dell’Amministrazione su cui discutere, è stato invece reiterato l’invito – ancora! – dell’ennesimo giro di tavolo per acquisire le posizioni dei sindacati, da tempo abbondantemente partecipate alla medesima e pubblicizzate sulla stampa.

Con queste premesse si è un po’ andati a ruota libera e ogni sigla ha replicato il proprio copione, con la CGIL ad insistere per un’intesa ad excludendum tra l’Amministrazione e le altre tre componenti della monolitica Quadriate, forte del 52% di rappresentanza della categoria e dunque padrona del contratto, che così potrebbe derogare alle norme di legge, anche se qualificate imperative!

In procinto di conclusione della seduta è arrivato il Capodipartimento dottoressa De Pasquale, che ha riproposto la questione del nuovo profilo del dirigente scolastico, lasciato intendere come imprescindibile condizione preliminare per un trattamento economico armonizzato con quello di tutte le altre dirigenze vere, cioè non aggettivate.

DIRIGENTISCUOLA ha preso subito la parola per ribadire che:

  1. La dirigenza nelle istituzioni scolastiche e formative è una dirigenza gestionale piena, difatti disciplinata dalle generali disposizioni del D. Lgs. 165/01, integrate dalla norma speciale dell’art. 25 e dalle pari disposizioni speciali figuranti nella legge 107/15. Semmai è una dirigenza più complessa rispetto all’archetipo della dirigenza amministrativa pura, in ragione del peculiare luogo di esercizio della funzione, non di certo assimilabile a un mero ufficio del ministero: dunque non c’è bisogno di (ri)definire nessun profilo, propedeutico all’atto d’indirizzo di area!
  2. Necessita, semplicemente, garantirle, da parte del suo datore di lavoro – e di scriverlo in cima all’atto di indirizzo! –, un trattamento economico che:
  3. a) come misura minima e immediata assicuri la stessa retribuzione di posizione fissa di cui godono i suoi normali dirigenti amministrativi e i suoi dirigenti tecnici peraltro non titolari, e dunque privi delle afferenti responsabilità, di una pur larvale struttura organizzativa;
  4. b) incrementi significativamente la retribuzione di posizione variabile media, collegata all’effettiva complessità di un’istituzione scolastica quale ente dotato di soggettività giuridica e preposto alla progettazione-erogazione-rendicontazione di un servizio pubblico tecnico-professionale, di rilievo costituzionale e di qualità non inferiore agli standard di sistema;
  5. c) renda esigibile una retribuzione di risultato seria e soprattutto non sperequata – 1700 euro annui lordi medi a fronte dei 30.000 euro annui lordi medi sempre dei dirigenti amministrativi e tecnici di pari fascia: ultimi dati ufficiali del 2014 –, costruendo un dispositivo di valutazione dirigenziale snello e in grado di funzionare, idoneo a riscontrare – e adeguatamente remunerare – le capacità organizzative e gestionali, nonché il grado di raggiungimento degli obiettivi previamente formalizzati nel provvedimento d’incarico.

Su tutto questo – o quasi – ci è parso che i nostri partner abbiano concordato: nessun profilo da riscrivere per chi già è doppiamente dirigente. E di sicuro non quello di un, più o meno surrettizio, Coordinatore didattico.

Così come – ci sembrerebbe aver compreso – hanno convenuto che:

  1. a) nella nuova area dirigenziale Istruzione e Ricerca le previste – peraltro come eventuali – sezioni speciali potranno ben regolare particolari istituti normativi che tengano conto di una sua strutturale disomogeneità, ma in nessun caso queste dovranno essere utilizzate per replicare quelle barriere retributive che proprio il dimezzamento delle aree contrattuali ha voluto quantomeno contenere;
  2. b) nell’atto d’indirizzo va rimarcato che una consistente quota delle risorse occorrenti per l’equiparazione retributiva è costituita da economie (sostanzialmente è un autofinanziamento), come dettagliato nella piattaforma contrattuale di DIRIGENTISCUOLA, non da ora resa pubblica e, ovviamente, consegnata all’Amministrazione;
  3. c) Il nuovo contratto, incluse le eventuali sezioni speciali, dovrà tradursi in un organico ed autoconsistente testo normativo, senza dover rincorrere per rinvio i diversi istituti sparsi nelle precedenti edizioni.

Vedremo nel prossimo e decisivo incontro del 28 giugno quanto, e come, sarà recepito di quel che si è discusso nella bozza dell’atto di indirizzo che l’Amministrazione si è impegnata a presentare, articolato in macro aree.

E verificheremo se i tanti emersi elementi di convergenza tra le storiche sigle e DIRIGENTISCUOLA troveranno conferma e, soprattutto, reali prospettive per una dirigenza non più figlia di un dio minore.

UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE

UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE, LA GILDA FIRMA IL CONTRATTO  
“Grazie a una trattativa serrata con il Miur e al nostro pressing, siamo riusciti a conquistare terreno sufficiente per decidere di siglare l’accordo sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie”. È quanto dichiara la Gilda degli Insegnanti dopo la firma del contratto avvenuta oggi pomeriggio al ministero dell’Istruzione.
Maria Domenica di Patre, vice coordinatrice della Gilda e capo della delegazione che ha partecipato a tutti gli incontri a viale Trastevere, spiega le ragioni del sì: “Abbiamo ottenuto la deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di titolarità e i trasferimenti dei docenti saranno effettuati sulle scuole e non sugli ambiti territoriali, come invece prevede la legge 107/2015. Grazie all’accordo raggiunto con il ministero, almeno una parte degli insegnanti trasferiti a centinaia di chilometri dalle proprie famiglie possono sperare di riavvicinarsi a casa”.  
È stata inoltre raggiunta un’intesa sull’opportunità di garantire una sede di servizio nel comune di residenza ai docenti con figli gravemente disabili.

Rinnovo contratto: avviato il confronto con il MIUR sull’Atto di indirizzo

Rinnovo contratto: avviato il confronto con il MIUR sull’Atto di indirizzo

Si sono riuniti stamattina MIUR e organizzazioni sindacali rappresentative dell’area dirigenziale per condividere le linee guida in vista dell’imminente formulazione dell’Atto di indirizzo, preliminare all’avvio della contrattazione collettiva nazionale.

L’Amministrazione ha chiesto alle organizzazioni sindacali di evidenziare le questioni ritenute più rilevanti per la redazione dell’Atto di indirizzo.

ANP ha preliminarmente chiarito che quel tavolo non poteva che essere considerato come il tavolo della dirigenza dell’Area C (Istruzione, Università e Ricerca), così come individuata dal CCNQ del 13 luglio 2016. Ha quindi ribadito con forza che nell’Atto di indirizzo deve essere prevista la piena perequazione retributiva dei dirigenti dell’area interessata dal rinnovo contrattuale.

Durante l’incontro è intervenuta anche la Dott.ssa R. De Pasquale, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, che ha invitato le delegazioni sindacali a esprimersi sul rapporto che deve intercorrere tra retribuzione e specificità del profilo del dirigente scolastico.

ANP ha ricordato che il ruolo del dirigente della scuola e il suo stato giuridico sono chiaramente definiti dalle previsioni normative e non sono materie contrattuali. Ruolo e stato giuridico non presentano per altro alcuna specificità rispetto a quelli delle altre dirigenze pubbliche: semmai specifiche sono le funzioni che il dirigente della scuola esercita quotidianamente nella sempre più complessa realtà delle istituzioni scolastiche. Proprio le responsabilità connesse al profilo e le funzioni, che non sono di certo inferiori a quelle di altre dirigenze, rendono ormai ineludibile la piena perequazione.  Del resto la questione perequativa era già stata posta nel 2010, alla sottoscrizione del contratto vigente, ed oggi si rivela ancor più urgente in considerazione della maggiore complessità delle competenze progressivamente attribuite alle Istituzioni scolastiche.

L’Amministrazione ha dichiarato che per il prossimo incontro, previsto per il 28 giugno 2017, proporrà alle organizzazioni sindacali un documento contenente le macroaree su cui potrebbe incidere l’Atto di indirizzo.

La protesta ANP continua.

Gruppo di lavoro per la riforma delle rappresentanze degli studenti e dei genitori

Scuola, al via Gruppo di lavoro
per la riforma delle rappresentanze degli studenti e dei genitori
A novembre la presentazione delle proposte

Elaborare proposte innovative per riformare la rappresentanza di studentesse, studenti e genitori e per rilanciare la loro partecipazione nella vita scolastica, coerentemente con le priorità indicate dalla Buona Scuola, è l’obiettivo del Gruppo di lavoro voluto dalla Ministra Valeria Fedeli nell’ambito delle azioni che il Ministero intende attivare per rafforzare la partecipazione di famiglie, ragazze e ragazzi nelle fasi di attuazione della riforma.

La partecipazione rappresenta, infatti, uno degli assi prioritari della legge: nella Buona Scuola l’istituzione scolastica è vista come comunità attiva, aperta al territorio, capace di aumentare l’interazione con le famiglie e la comunità locale.

Il Gruppo, costituito a titolo gratuito e per la durata, rinnovabile, di un anno, lavorerà dialogando con i Forum delle Associazioni studentesche e dei genitori per supportare il Miur nella revisione del DPR 567/1996 – che ha istituito le Consulte ed i Forum – e del DPR 235/2007 che ha istituito il patto di corresponsabilità Scuola-Famiglia. Il risultato dei lavori sarà presentato il 21 novembre prossimo nel corso della Giornata che il Miur dedicherà al decennale del patto di corresponsabilità.

Il Gruppo, composto da tecnici MIUR ed esperti di comprovata esperienza in tema di partecipazione, è integrato dai rappresentanti indicati democraticamente all’interno dei seguenti organismi di rappresentanza:

– due rappresentanti individuati tra i referenti regionali per le politiche giovanili e la partecipazione delle studentesse e degli studenti e delle famiglie, operanti presso gli Uffici Scolastici Regionali con almeno 4 anni di esperienza nel settore di riferimento;

– la studentessa o lo studente eletti portavoce dell’Ufficio di Coordinamento Nazionale delle Consulte Provinciali Studentesche;

– una o un rappresentante scelti all’interno del Forum delle Associazioni Studentesche;

– una o un rappresentante scelti all’interno del Forum delle Associazioni dei Genitori.

I lavori potranno prevedere audizioni di esperti del settore, rappresentanti del sistema associativo e del mondo dell’educazione.

Documento programmatico

Con il presente documento l’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici (A.N.Co.Di.S.) intende focalizzare l’attenzione sul mondo della Scuola a partire dall’A.S. in corso ma alzando lo sguardo allo scenario che si presenterà a partire da settembre 2017 relativamente alle problematiche – divenute ormai emergenziali – sulla governance delle II.SS..

Premesso che con la nostra esperienza associativa abbiamo deciso di mettere in rete, aggregare e sostenere quanti – I° e II° Collaboratore, Responsabili di plesso (da 3 a 7 in ogni Istituzione Scolastica) – nella gestione organizzativa delle Istituzioni Scolastiche coadiuvano i DS, che da soli non potrebbero organizzare e gestire i tanti impegni previsti dalle vigenti normative in materia scolastica (organizzazione del servizio e calendarizzazione degli impegni, prima gestione delle dinamiche interne al personale, rapporti con le famiglie, coordinamento e progettazione, sostituzione del DS in caso di assenza temporanea).

In seguito alla campagna di comunicazione, colleghi di diverse città italiane (Palermo, Siracusa, Catania, Messina, Trapani, Bologna, Firenze, Torino, Caserta, Napoli, Benevento, Enna, Ancona, Pisa, Treviso, Biella, Cosenza, Sassari, Nuoro, Venezia, Carbonia-Iglesias, Udine, Ferrara, Arezzo, Lecce, Verona, Parma, Cagliari, Reggio Emilia, Roma, Taranto, Bari, ecc) hanno chiesto con entusiasmo di aderire e poter diffondere l’Associazione nei loro territori.

Lo sviluppo delle problematiche sulla governance della scuola e l’evolversi dei processi gestionali e didattici impongono oggi l’individuazione di figure professionali intermedie tra docenza e dirigenza (middle management) che però sono vagamente riconosciute dall’ultima Legge 107 comma 83 sotto la voce “Staff del Dirigente” senza alcun riconoscimento giuridico e contrattuale.

L’art. 25 bis, comma 5 del D.Lgs. 59/1998 (Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi d’istituto delle istituzioni scolastiche autonome) ha sancito che «nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative, il dirigente può anche avvalersi di docenti collaboratori da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti».

Tale nomina, di natura prevalentemente fiduciaria, è finalizzata al coinvolgimento nella gestione della scuola di insegnanti che, a giudizio del dirigente, si fossero mostrati in possesso delle competenze richieste per il raggiungimento di particolari obiettivi e risultati.

Attualmente è previsto che il dirigente scolastico possa scegliere tra i propri collaboratori un docente che esplichi le funzioni vicarie che possa sostituirlo in caso di assenza o di impedimento per brevi periodi. L’esercizio della mansione da parte di quest’ultimo comporta di fatto l’assunzione delle funzioni del dirigente scolastico (ivi compresa la presidenza degli organi collegiali, deleghe a rappresentare l’I.S., ecc).

Il supporto alla leadership dei collaboratori vicari – con distaccamento o senza dalla funzione docente (quest’ultimo caso oggi in prevalenza!!) – di cui i Dirigenti Scolastici possono avvalersi ha subìto un duro colpo in seguito al taglio deciso dal legislatore nella Legge di stabilità 2015 che ne ha rinviato la disciplina alla legge di Riforma della Scuola 107/2015

In considerazione delle difficoltà rilevate dai collaboratori e tenuto conto delle tante criticità alle quali si trovano a far fronte (in particolare nelle tante scuole senza il DS titolare e/o in aspettativa) in questo anno scolastico, si propone di aprire un confronto serio e senza pregiudizi con quanti – Istituzioni, Associazioni, organizzazioni sindacali – hanno la consapevolezza della necessità di intervenire urgentemente e con ragionevolezza al miglioramento della Scuola Italiana in termini di qualità, credibilità, affidabilità.

A tal fine, si chiede che la VII Commissione di Camera e Senato valuti e prenda in considerazione le seguenti proposte:

MIDDLE MANAGEMENT La costituzione – in seno all’organico della scuola oltre i docenti ed i DS – di figure Quadro intermedie con una carriera separata al quale accedere con un concorso interno/esame di idoneità ed in un numero da definire sulla base della complessità dell’I.S.

Nella moderna scuola è importante il ruolo di quanti assumono posizioni intermedie tra il DS ed i docenti, tra la dimensione verticale e quella orizzontale.

E’ necessario sottolineare il ruolo chiave che queste figure hanno assunto progressivamente nella governance della scuola: sono le prime figure preposte all’attuazione del cambiamento!!

Senza di loro tutte le strategie elaborate e pianificate dal Dirigente Scolastico (mission e vision) NON potrebbero tradursi in termini operativi, tangibili, concreti.

Sono, infatti, i collaboratori del DS che, grazie al trinomio autoformazione/competenza/esperienza mettono in atto le strategie attraverso l’organizzazione di processi e di risorse.

Il collaboratore del DS non è un mero esecutore: attento valutatore del sistema in tutte le sue azioni, può fornire al DS puntuali elementi di valutazione per il miglioramento delle strategie e la revisione degli obiettivi.

Infatti, – per la specificità della funzione svolta – godono di una posizione di osservazione privilegiata che consente loro in tempo reale di suggerire possibili cambiamenti organizzativi e gestionali.

Si tratta, dunque, di docenti che vogliono dimostrare di possedere le competenze necessarie (idoneità) e decidono di farsi valutare.

Tra queste figure quadro, il DS sceglie i suoi collaboratori.

Per gli idonei deve essere previsto il distacco totale dalle attività di docenza a partire dal prossimo A.S.

 

FORMAZIONE La necessità ormai non derogabile di una formazione specifica di sistema per i collaboratori in tutti i settori ritenuti strategici per una Istituzione Scolastica.

Oggi è indubbio che la necessità della formazione ha caratterizzato quanti hanno accolto favorevolmente la proposta di collaborazione da parte del DS con un percorso certificato di formazione.

 

CARRIERA Nell’ambito delle procedure di ricostruzione della carriera professionale, è opportuno prevedere un riconoscimento adeguato a chi negli anni ha svolto il ruolo di Collaboratore assegnando un punteggio congruo per ogni anno di servizio prestato. Sarebbe un modo formale per distinguere chi ha svolto soltanto la carriera docente e chi, invece, ha anche assunto ruoli di collaborazione nell’ambito della gestione di una I.S..

 

I.S. SENZA DS TITOLARE e/o IN ASPETTATIVA Nel caso in cui in una I.S. esistesse lo stato giuridico di reggenza (purtroppo oggi in un numero crescente!!), si propone il riconoscimento giuridico-economico al I° Collaboratore.

Riteniamo opportuno pensare ad un provvedimento d’urgenza, rinnovabile ogni anno, che non lasci le scuole orfane o comunque affidate a reggenze impraticabili che rendono alquanto complicata la efficace ed efficiente governance sia nelle scuole di titolarità che in quelle affidate a reggenza.

Un riconoscimento per il ruolo che ricoprono in fase transitoria, dando la possibilità alle scuole di avere una guida a partire dal primo giorno di inizio anno scolastico.

Al Collaboratore reggente si affianchi un DS con compiti di tutor che possa monitorare e valutarne l’operato.

Il provvedimento d’urgenza potrebbe avvenire a costo zero per l’Amministrazione se si assegnasse ai docenti COLLABORATORI VICARI INCARICATI l’indennità di posizione (andando così a retribuire la posizione che verrebbero a ricoprire con l’incarico temporaneo) e ai DIRIGENTI TUTOR l’indennità di risultato che attualmente percepiscono, in cambio del lavoro di tutoraggio che si troverebbero a svolgere nei confronti dei DOCENTI INCARICATI.

Non molti anni fa (O.M: 39/2004) già è stato sperimentato l’istituto degli incarichi: è un istituto al quale è opportuno ripensare anche se in maniera diversa dal passato, ovvero non affidandolo più a docenti senza esperienza fuori aula, ma esclusivamente ai Collaboratori dei DS. Molti tra questi hanno avuto modo di ricoprire questo ruolo per diversi anni, sviluppando indubbiamente adeguate professionalità e capacità di organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche.

Sarebbe un modo per investire sulle risorse esistenti e garantire una guida efficace ad ogni istituzione scolastica che non è più possibile garantire con le reggenze!!

 

VICE DIRIGENZA E’ ormai ineludibile affrontare in sede legislativa la sostituzione del Dirigente Scolastico: è, infatti, inoppugnabile che l’Istituzione Scolastica autonoma non può rimanere senza un responsabile legale!

Infatti, in caso di assenza e/o impedimento del Dirigente Scolastico a qualsiasi titolo va individuato e nominato un sostituto, non essendo prevista dall’ordinamento una figura istituzionale che eserciti le funzioni sostitutive!

La Legge 135/2012 all’art.14, comma 22, chiarisce che “… La delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie…..”

E’ però indubbio che il DS deleghi dei compiti ai suoi collaboratori e che tale delega non costituisce in ogni caso attribuzione di funzioni vicarie o superiori: significa, in altre parole, che i collaboratori non possono esercitare funzioni proprie del Dirigente (funzioni Vicarie) e tanto meno lo possono sostituire quando non è in servizio a qualsiasi titolo (funzioni Superiori).

E’ il caso di ricordare che in caso di assenza superiore a due mesi del DS, l’USR può conferire la reggenza ad un altro DS.

Ma in caso di assenza inferiore? La scuola resterebbe bloccata finchè non rientra il DS poiché solo lui può firmare ai sensi della Legge 135/2012, art. 14, comma 22!!

Dopo la Legge 135/2012, la delega del DS ai suoi collaboratori riguarda solo la gestione interna e non può estendersi ad atti che impegnino l’I.S. nel confronti di terzi (attività negoziale).

 

Ecco, dunque, le ragioni dell’urgenza di un intervento legislativo che copra questo vulnus nella gestione delle I.S. autonome.

Il riconoscimento di fatto e di diritto della sostituzione del DS per quanti svolgono le funzioni di docente I° Collaboratore con funzioni vicarie ed il distaccamento ex lege dalle attività didattiche è ormai una necessità inderogabile e non più rinviabile!

In questo modo si valorizzerebbe molto tale funzione, acquisita sul campo, all’interno di un sistema complesso e delicato.

Svolgono di fatto – è noto a tutti DS, DSGA, Docenti, Genitori, Alunni – un ruolo necessario per la gestione della scuola autonoma, sostituendo il Dirigente in caso di assenza o impedimento, con un riconoscimento economico non adeguato, soggetto alla Contrattazione e non pensionabile (a differenza dell’art.2 e art.6 del personale Ata che una sorta di carriera interna ce l’ha, i collaboratori no!).

 

CONCORSO DS Riconoscimento adeguato nel prossimo bando del servizio reso nella qualità di Collaboratore del DS, per quanti – in possesso dei titoli

richiesti per l’accesso alla carriera dirigenziale nella P.A. – abbiano svolto almeno 36 mesi di incarico anche in analogia a quanto già previsto dagli organi europei.

Al termine della fase concorsuale, ai Collaboratori idonei dovrebbe essere riconosciuto il servizio di collaborazione svolto al pari di stage formativo certificato dal DS titolare della scuola nella quale il docente ha prestato la collaborazione.

Per l’assegnazione delle dirigenze scolastiche proponiamo il criterio del concorso sul 50% dei posti annualmente vacanti (procedura lunga, complessa e bersagliata dai ricorsi ma che dà chance a tutti), e il 50% dalle graduatorie degli incarichi di Presidenza: una sorta di doppio canale come si fa per le Gae dei docenti, con possibilità di accedere ad un corso concorso per chi ha svolto almeno 36 mesi di incarico.

Questa procedura adempirebbe al dettato costituzionale per l’immissione in ruolo, dopo aver formalmente superato un concorso.

 

Ecco, dunque, cosa A.N.Co.Di.S. propone ai propri interlocutori: un documento che intende evidenziare il nostro punto di vista, di donne e uomini di scuola, che hanno una posizione non “contro” qualcuno piuttosto “per“:

per contribuire a rendere il sistema scuola più organico ed efficiente attraverso la messa a ruolo di figure quadro intermedie tra Dirigente e docenti;

per favorire un processo di integrazione tra le sue diverse componenti;

per richiedere l’attivazione di percorsi formativi specifici da parte del MIUR;

per sostenere i colleghi che nelle loro I.S. si trovano ad affrontare situazioni problematiche e complesse (vedi in particolare le scuole con DS reggente);

per chiedere il riconoscimento formale e sostanziale degli anni prestati alla collaborazione;

per dichiarare la loro disponibilità a trovare soluzioni tempestive e risolutrici di problematiche complesse per le quali ritengono di proporre ragionevoli soluzioni.

In questi mesi abbiamo svolto formazione, incontrato organizzazioni sindacali, Anp ed, in ultimo, siamo stati ricevuti al MIUR per presentare le nostre idee e ragionare sulla possibile realizzazione (si allegano i comunicati stampa).

Pensiamo di essere sulla strada giusta, consapevoli delle difficoltà, ma forti della certezza che siamo parte integrante a pieno titolo della comunità educante nelle nostre I.S. e protagonisti del buon funzionamento delle stesse.

 

Desideriamo rivendicare il diritto all’esistenza riconosciuta per norma di legge, regolamentata nel prossimo CCNL, definita in una carriera di quadro intermedio – middle management – tanto dichiarata da più parti ma nei fatti ancora oggi non incanalata in una discussione seria che guarda alla scuola del 2020.

Chiediamo di aprire una riflessione seria e costruttiva sui problemi che ci troviamo ad affrontare nello svolgimento della nostra funzione; riteniamo ormai ineludibile il tema della tutela delle nostre professionalità che da anni si sono formate con grande impegno e spirito di servizio, con energie e risorse economiche (seppur modeste!!) che hanno favorito quotidianamente la costruzione delle moderne comunità scolastiche.

 

Ecco, dunque, il nostro punto di vista di docenti che conoscono la scuola, che vivono la scuola con tempi e modi non regolamentati dal CCNL, che sono in gran parte la memoria storica nelle proprie I.S. (spesso i ds cambiano ed i collaboratori permangono nel loro ruolo!!), che sono i primi ad intervenire in ogni situazione emergenziale tra docenti, non docenti, alunni, famiglie, che non usufruiscono mai pienamente delle ferie come ogni docente curriculare, che sono i primi ad arrivare e gli ultimi o penultimi ad andare!

Certamente Ministra e sindacati di categoria conoscono bene la nostra realtà e proprio per questo confidiamo in una ragionevole e moderna attenzione alla nostra condizione di lavoratori da parte di tutti.

 

                        Rosolino Cicero, Presidente Palermo

Renato Marino, Presidente Siracusa

Cristina Picchi, Presidente Pisa

Silvia Zuffanelli, Presidente Firenze

Mara Degiorgis, CODIS, Cuneo

BAOBAB E SCIMMIONI ALL’ESAME DI STATO

BAOBAB E SCIMMIONI ALL’ESAME DI STATO
Aveva scritto molto di meglio il povero Caproni rispetto ai “versicoli quasi ecologici” ammanniti ai candidati in questo caldissimo Esame di Stato. Ad esempio il “congedo del viaggiatore cerimonioso” col suo tono sommesso, con i suoi diffusi e gentili ossimori, con il suo leopardismo di fondo, rimane una perla per chiunque vi si accosti. Questa lirica è invece fastidiosamente “oratoria” già dal suo inizio: “Non uccidete il mare, / la libellula, il vento”. Sembra un altro Caproni, o è semplicemente un Caproni, quel giorno, abbandonato dalla musa. “Non soffocate il lamento/(il canto!) del lamantino. /Il galagone, il pino”. La paronomasia lamento/lamantino e la rima lamantino/pino meriterebbero citazione in un manuale di poesia, beninteso nel paragrafo “cose da evitare”. E così il testo procede fra altre espressioni enfatiche nella loro banalità (“profitto vile”, “non fatelo cavaliere del lavoro”) fino alla fine.
Ma questa orribile lirica ha innestato un “messaggio”, e dunque non fa niente se tradisce la migliore ispirazione del suo autore. Tale messaggio – peraltro espresso con la retorica insulsaggine che abbiamo visto – appare già a prima vista assai politicamente corretto, alludendo a palazzinari collusi col potere, liquami inquinanti, pesche abusive, ecomostri da abbattere, e tutti gli altri incubi che popolano le notti dell’ecologista doc. Ma leggendo con un po’ più di attenzione non ci si ferma qui: emerge, arrampicato sulle spalle di questo ecologismo banale, un ecologismo filosofico di natura nichilistica ben più  à la page: “come/ potrebbe tornare a essere bella/scomparso l’uomo, la terra”. Che grata prospettiva per la nostra umanità: una terra lussureggiante percorsa da tutte le specie animali ma priva dell’uomo, cioè della creatura che dell’universo è il fine ultimo, senza la quale la terra e il firmamento non hanno alcun senso e valore! E’ la concezione che Joseph Ratzinger chiamò in una sua allocuzione “idolatria della natura”: chissà se qualche candidato avrà avuto sufficienti intelligenza e coraggio per contestarla. Sarebbe, nella ferrea rete del conformismo scolastico, il montaliano “anello che non tiene”.           
Alfonso Indelicato
Responsabile del Dipartimento scuola della Lombardia
di Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale

Maturità al via per 500mila studenti: si parte oggi con la prova di Italiano

da Il Sole 24 Ore

Maturità al via per 500mila studenti: si parte oggi con la prova di Italiano

di Alessia Tripodi

Esami di maturità al via per oltre 550mila studenti, che oggi si cimenteranno con la prima prova, quella di Italiano, uguale per tutti gli indirizzi. I ragazzi avranno sei ore di tempo a disposizione per svolgere una prova a scelta fra analisi del testo, redazione di un articolo di giornale o saggio breve, tema di argomento storico, tema di ordine generale. Alle prese con gli esami anche gli studenti residenti nei comuni dell’Italia centrale colpiti dal sisma, che avranno commissioni con soli membri interni (e presidente esterno).

Plico telematico per le tracce
Per garantire la correttezza di tutte le operazioni, le tracce saranno inviate con il Plico telematico, che potrà essere decriptato con la password pubblicata stamattina sul sito Miur. Divieto assoluto per i cellulari, pena l’esclusione dalle prove. Ieri sera su Facebook il saluto di Valeria Fedeli ai maturandi: «Vi faccio un grosso in bocca al lupo, per questi giorni d’esame e per le vostre scelte future» ha scritto la ministra.

Esami per oltre 500mila studenti
Quest’anno saranno 12.691 le commissioni d’esame per 25.256 classi coinvolte. I candidati iscritti alla maturità sono 505.686, di cui 489.168 interni e 16.518 esterni. Il tasso di ammissione nazionale è del 96,3, con punte che superano il 97% in Veneto, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria. Il dato più alto è il 98, 5% della Basilicata.

Sì al vocabolario, no al cellulare
Durante la prova di Italiano i candidati potranno consultare il vocabolario, mentre resta l’assoluto divieto per l’uso di telefoni cellulari, smartphone, apparecchiature elettroniche. Chi sarà sorpreso a utilizzarli verrà escluso da tutte le prove. Lo stesso divieto vale anche per per presidenti e commissari d’esame, che avranno il compito di vigilare sugli studenti.

Fedeli: «Con campagna #NoPanic vicini agli studenti»
Nei mesi precedenti l’esame il Miur ha avviato sui social la campagna #NoPanic, pensata per parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, accompagnandoli all’esame, con video consigli, grafiche, post sulle principali scadenze. «Speriamo di aver fatto sentire ai ragazzi e alle ragazze il ministero come un’istituzione un po’ più vicina» ha detto la ministra Fedeli, che ieri sera su Facebook ha ricordato agli studenti di non poter dare «anticipazioni e indizi sul contenuto delle tracce», ma ha consigliato loro di riguardare sui canali Miur i video-consigli dati nei giorni scorsi dal linguista Luca Serianni, dall’astronauta Samantha Cristoforetti e dallo chef Alessandro Borghese.

Polizia Postale contro le fake news
Per vigilare sul corretto svolgimento degli esami anche quest’anno la Polizia Postale ha lanciato la campagna di sensibilizzazione «Maturità al sicuro», con l’obiettivo di combattere fake news, bufale e “leggende metropolitane” che corrono sul Web. Gli operatori del commissariato di Polizia on line saranno inoltre a disposizione dei maturandi, per rispondere a tutti i loro quesiti.

Bar e ristoranti cercano ma non trovano personale: «Formazione spesso inadeguata»

da Il Sole 24 Ore

Bar e ristoranti cercano ma non trovano personale: «Formazione spesso inadeguata»

di Francesca Malandrucco

Bar e ristoranti, alla disperata ricerca di cuochi, camerieri e barman, investono sull’alternanza scuola-lavoro per creare un canale privilegiato con gli istituti professionali e le scuole alberghiere. Secondo i dati forniti dalla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi che aderisce a Confcommercio, infatti, nel 2016 le aziende del settore hanno avuto problemi ad assumere personale qualificato. Sono stati ben 4.000 i posti di lavoro che sono rimasti vacanti, nel 31,5% dei casi per una carenza strutturale di candidati, ma nel 68,5% perché chi ha sostenuto i colloqui non aveva le adeguate competenze professionali. Ad aver bisogno di una maggiore formazione sono soprattutto i giovani se si considera che il 53,2% dei dipendenti dei pubblici esercizi ha meno di 30 anni. Si tratta di ben 309mila lavoratori, per il 49,2% di sesso femminile e per il 50,8% maschile.

«La scuola da una parte, e il mondo delle imprese dall’altra, possono e devono alimentare la nascita di una nuova politica strutturale a favore della crescita e formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro – ha spiegato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Competenze che non si possono insegnare in aula, ma vanno apprese direttamente sul campo. Per questo motivo l’alternanza scuola-lavoro, se ben organizzata, può diventare un’occasione per formare i giovani, creando nuove competenze professionali e dando una risposta alla difficoltà di trovare personale qualificato denunciata dalle aziende».

La Fipe, che si rivolge ad un universo di 300mila tra piccole e medie imprese, ha anche messo a punto un manuale operativo destinato a tutti i suoi associati, che raccoglie otto principali regole per la buona alternanza, dall’identikit dello studente modello, alle attività da fargli seguire, dal periodo migliore per accogliere i ragazzi in azienda, fino alla durata, ai vantaggi e alle risorse e coperture assicurative per avviare i tirocini.

«Nello stesso tempo abbiamo siglato due diversi protocolli d’intesa – ha aggiunto Stoppani – Il primo con la rete nazionale degli istituti alberghieri, il secondo con la direzione generale del Miur, per avviare un percorso strutturale e preferenziale con il mondo della scuola. Secondo i dati del Miur, nell’anno scolastico 2016/2017 sono 204.327 i ragazzi che hanno frequentato gli istituti professionali per l’enogastronomia e l’ospitalità. E’ a loro che le nostre aziende si devono rivolgere, coinvolgendoli in progetti qualificanti di inserimento al lavoro».

Un invito a ripensare il modello di formazione nei percorsi di alternanza è arrivato dall’Associazione professionale cuochi italiani. «Riteniamo che sia necessario anche formare meglio i formatori, sia i tutor che gli insegnanti – ha spiegato Sonia Re, direttore generale dell’Apci – affinchè siano veramente in grado di trasmettere competenze specifiche ai ragazzi durante i percorsi di tirocinio, evitando che le esperienze di alternanza diventino occasioni sprecate o nascondano sacche di lavoro nero».

Il Papa prega sulla tomba di don Milani, gesto dal valore immenso ma Barbiana non sarà un santuario

da La Tecnica della Scuola

Il Papa prega sulla tomba di don Milani, gesto dal valore immenso ma Barbiana non sarà un santuario

Ha suscitato reazioni a catena l’arrivo, in elicottero, di Papa Francesco nella chiesa di Barbiana, la parrocchia sopra a Vicchio, nel Mugello, dove visse don Lorenzo Milani.
La decisione del Santo Padre di pregare il 20 giugno, in forma strettamente privata, sulla tomba del sacerdote fiorentino, a 50 anni esatti dalla sua morte, non poteva del resto passare inosservata.
Al suo arrivo, Papa Francesco è stato accolto dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, e dal sindaco di Vicchio, Roberto Izzo.
Subito dopo aver pregato nel piccolo cimitero, il Papa ha raggiunto in auto la vicina chiesa, dove ha salutato alcuni discepoli di don Milani ed ex alunni.
Dopo un momento di preghiera personale, Francesco ha visitato, infine, i locali della canonica e della scuola, per poi tornare fuori e salutare tutti i presenti, un centinaio di persone, con un discorso sul prato davanti alla chiesa. Le cui campane hanno suonato a festa.
Il Papa ha spiegato la sua presenza nella chiesa di Barbiana, come una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioè che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale”. Quel gesto, ha detto Francesco, !oggi lo fa il Vescovo di Roma. Ciò non cancella le amarezze che hanno accompagnato la vita di don Milani, ma dice che la Chiesa riconosce in quella vita un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa”.
In tanti, si sono soprattutto chiesti se ora, dopo la visita del Papa, quel prete ‘scomodo’ che a Barbiana arrivò in ‘esilio’, possa essere considerato addirittura un santo.
“Per come l’ho conosciuto io, don Lorenzo Milani è santo. E il santo non è colui che ha meno difetti di tutti o che moralmente ha il profilo più alto di tutti. Questa è una concezione della santità un po’ superata. Il santo è uno che è vaccinato di Spirito Santo. E che rimane anche con il suo caratteraccio”, ha detto il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. Per poi aggiungere: “sarebbe difficile un processo di canonizzazione, e forse non ce n’è bisogno”.

Lo stesso Papa Francesco lo ha indicato ai preti come esempio, ma non ha mai usato la parola ‘santo’. L’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, non ha dubbi: “fino a quando ci sarò io non si aprirà alcun processo di canonizzazione. Barbiana non sarà mai un santuario”, ha detto a Vicchio, subito dopo la partenza del Pontefice.
Ancora Betori: “mi sembrerebbe di ingabbiarlo in un abito troppo stretto (tutto ecclesiastico); deve continuare a parlare a tutti. E ciò non significa sminuirne la statura eccezionale di uomo, di cristiano e di prete, come ci ha ricordato il Santo Padre, ma piuttosto riproporlo in libertà a tutti”.
Quindi un esempio che, per Betori, più che da imitare (“cosa che egli ha sempre sfuggito”) è da “ripensare”, o meglio sono da “ripensare le ragioni per cui non fu compreso nei sui giorni”, ha detto invitando a evitare “strumentalizzazioni ideologiche”.
Dello stesso avviso di Betori, si dicono gli ex allievi: “lui non deve avere un’aureola”, aveva detto Michele Gesualdi.
“Ci auguriamo che, al di là dello scalpore mediatico di questi giorni, d’ora in poi don Lorenzo sia un esempio da seguire, fuori e dentro la Chiesa”, hanno detto in una nota gli ex allievi di Calenzano e Barbiana di don Lorenzo Milani, al termine della visita di Papa Francesco.
“La visita privata di Papa Francesco e la sua preghiera sulla tomba del nostro priore rende onore a don Lorenzo, a Calenzano, a Barbiana, a tutti noi e ai suoi poveri. Abbiamo apprezzato che sua Santità abbia scelto il silenzio e il raccoglimento privato e che si sia inginocchiato sulla tomba del prete Lorenzo” conclude la nota degli ex allievi di don Milani.
Per Maddalena Gissi, leader Cisl Scuola, è “un gesto di immenso valore” quello di “papa Francesco raccolto in preghiera sulla tomba del Priore di Barbiana: colpisce e commuove quanto le parole da lui pronunciate e ci restituisce insieme ad esse una serenità nuova”.

#Maturità2017, il post della Fedeli: in bocca a lupo ragazzi! Grazie a docenti e Ata per il supporto

da La Tecnica della Scuola

#Maturità2017, il post della Fedeli: in bocca a lupo ragazzi! Grazie a docenti e Ata per il supporto

E’ la notte prima degli esami. Per quasi 500mila ragazzi domani è il giorno della prima prova scritta. Su Facebook, la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, fa l’in bocca a lupo ai maturandi.

Care ragazze e cari ragazzi, quello che vi aspetta domani è un giorno importante: cominciano gli Esami di Stato.

So che per molte e molti di voi queste sono ore di ansia e grandi emozioni. Ma sono sicura che, con impegno e dedizione, saprete affrontare questa prova al meglio.

Come sapete, non posso darvi anticipazioni o indizi sul contenuto delle tracce, ma posso consigliarvi di guardare su MIUR Social i suggerimenti di Luca Serianni, Samantha Cristoforetti e Alessandro Borghese che con grande disponibilità hanno voluto accompagnarvi in questo percorso fino alla Maturità.

Ne approfitto per ringraziare docenti, dirigenti e tutto il personale della scuola che in questi giorni sarà impegnato al vostro fianco.

Vi faccio un grosso in bocca al lupo, per questi giorni d’esame e per le vostre scelte future.

Contratti integrativi: ecco la banca dati di Aran e Cnel

da La Tecnica della Scuola

Contratti integrativi: ecco la banca dati di Aran e Cnel

In un unico portale sarà da ora possibile visionare tutti i contratti integrativi sottoscritti dalle pubbliche amministrazioni (scuole comprese) e i sindacati.

Infatti, l’Aran e il Cnel hanno reso disponibile una banca dati dei contratti integrativi delle amministrazioni pubbliche, raggiungibile all’indirizzo www.contrattintegrativipa.it

Ricordiamo che i contratti integrativi raccolti sono inviati da ogni amministrazione pubblica all’Aran ed al Cnel mediante la procedura telematica di trasmissione congiunta, attiva ormai dal 1° ottobre 2015.

Lo strumento messo a disposizione consentirà anche alle amministrazioni di ridurre i propri oneri informativi in materia di trasparenza. Infatti, le nuove norme introdotte con il cosiddetto FOIA sollevano le amministrazioni pubbliche dall’obbligo di pubblicazione dei contratti integrativi inviati alla banca dati, a partire dal prossimo 23 giugno.

 

Mobilità Infanzia: pubblicati i risultati delle procedure, soddisfatto circa il 47% delle richieste

da Tuttoscuola

Mobilità Infanzia: pubblicati i risultati delle procedure, soddisfatto circa il 47% delle richieste 

Sono disponibili dal 19 giugno i risultati della mobilità della scuola dell’infanzia, secondo la scadenza fissata e comunicata dal Ministero dell’Istruzione alle insegnanti e agli insegnanti.

Il Miur ha previsto, per il 2017, un cronoprogramma anticipato delle operazioni per l’avvio del nuovo anno scolastico, con l’obiettivo di garantire alle alunne e agli alunni continuità didattica e docenti in cattedra fin dal primo giorno di scuola.

Si ricorda che la mobilità è la procedura attraverso la quale le docenti e i docenti possono chiedere di cambiare sede di lavoro o il grado di istruzione in cui insegnano. La mobilità di quest’anno è ordinaria e su base volontaria. Le regole della mobilità sono state concordate dal Miur con i sindacati, come previsto dalla legge.

A livello nazionale sono state presentate 139.583 richieste di mobilità. Il Ministero dell’Istruzione ha inviato lo scorso 19 giugno agli Uffici scolastici territoriali gli elenchi dei trasferimenti della scuola dell’infanzia che sono in corso di pubblicazione sui relativi siti.

Per l’infanzia le domande sono state 15.994, di cui 12.814 per cambiamento di sede e 3.180 per passaggi in un diverso grado di istruzione. Il 46,6% delle richieste è stato soddisfatto, 1.012 docenti hanno potuto cambiare regione.

Card del docente: investimento per qualificare o soldi sprecati?

da Tuttoscuola

Card del docente: investimento per qualificare o soldi sprecati?

La legge 107/15 ha portato nel bilancio del Ministero della P.I. una dote annua di 381,137 milioni di euro per finanziare la card del docente a sostegno dell’aggiornamento: 500 di euro pro capite riservati ai 762.274 insegnanti di ruolo delle scuole statali.

Molti sindacati, fin dall’inizio, hanno guardato con una certa freddezza quel benefit non contrattato, calato dall’alto e che li ha un po’ espropriati del loro ruolo contrattuale; un benefit che sembrava volere bilanciare la reintroduzione dell’obbligo di aggiornamento che quindici anni prima in sede contrattuale gli stessi sindacati avevano cancellato, affermando l’esclusività del diritto – soltanto il diritto senza obbligo – all’aggiornamento.

Sarebbe interessante sapere se e come la categoria ha gradito la card inattesa o se la freddezza mostrata dal sindacato corrisponde in modo diffuso anche ai sentimenti dei docenti.

Il ministro Fedeli per il momento ha confermato la card, ma ha anche dichiarato che dovrà esserne valutata con franchezza l’efficacia per sapere se e in che misura l’obiettivo voluto dalla legge (“Al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”) è stato perseguito.

Alcuni, soprattutto tra i professori delle superiori, pensano che la carta del docente non era necessaria, soldi sprecati che sarebbe stato meglio investire in aumento di stipendio.

Dietro questo giudizio sommario si nasconde forse la convinzione (e qui la cultura del non obbligo ad aggiornarsi sembra avere messo le radici) che il professore non abbia bisogno di puntelli per la sua preparazione, possiede già quanto gli serve per la sua professione, l’esperienza di anni di insegnamento gli valgono più di un corso formativo.

Sentimenti in libertà o stati d’animo diffusi?

In vista del contratto scuola: precari senza card del docente

da Tuttoscuola

In vista del contratto scuola: precari senza card del docente 

Un giudizio positivo sulla card del docente (500 euro annui per l’aggiornamento personale) i sindacati non l’hanno mai espresso con convinzione, anche se la critica di qualche rappresentante sindacale per la mancata estensione di quel benefit ad altre categorie di personale (Ata, precari, dirigenti scolastici, docenti delle paritarie) suona implicitamente come valutazione positiva di quello strumento non contrattato.

In sede di rinnovo del CCNL sembra esserci poco spazio per contrattare interventi integrativi, considerato l’ampio dettaglio in merito già definito dalla legge 107/15.

L’ipotesi di estendere il beneficio della card ad altro personale escluso sembra di difficile attuazione, visto che potrebbe intaccare le annunciate scarse risorse a disposizione per gli aumenti stipendiali.

Se fosse possibile, comunque, estendere quel beneficio ad altra categoria di personale, su chi potrebbe cadere l’intervento? E come?

Rimanendo nell’ambito della legge che ha individuato nel personale docente della scuola statale il destinatario della card per l’aggiornamento, questa potrebbe essere prevista in qualche misura anche per i docenti con contratto a tempo determinato, annuale o fino al termine delle attività.

Nello stesso tempo la previsione della formazione obbligatoria in servizio prevista soltanto per i docenti di ruolo (“Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”comma 124) dovrebbe essere prevista ragionevolmente anche per i docenti con contratto a tempo determinato.

Dove trovare le risorse? Dalla stessa legge 107/15, comma 123, che prevede lo stanziamento annuo dei 381,137 milioni. Le somme attualmente non utilizzate potrebbero costituire il fondo per la card dei docenti precari, integrato anche dalle quote dei docenti che, a vario titolo (distaccati, comandati, ecc.) non esercitano la funzione nel corso dell’esercizio di competenza.

In caso di insufficienza di fondi, la card del precario potrebbe avere un valore dimezzato rispetto a quello del docente di ruolo. Sarebbe comunque un buon contributo all’aggiornamento professionale di docenti che in condizione di precarietà “tirano la carretta” della scuola italiana.

Prima prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 21 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Prima prova scritta Esame II Ciclo – 2017

I testi delle prove dal 1985 al 2016 sono disponibili nella rubrica Esami.


Giorgio Caproni è l’autore scelto per l’analisi del testo. “La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura” è lo spunto da cui parte la traccia di ambito artistico-letterario, quella di ambito socio-economico mette al centro il rapporto fra “Nuove tecnologie e lavoro”. “Disastri e ricostruzione” è la riflessione su cui punta la traccia di ambito storico-politico, mentre quella dell’ambito tecnico-scientifico verte su “Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro”. Il miracolo economico è l’argomento del tema storico. La traccia di ordine generale ha per oggetto il tema del progresso e sono state proposte a ragazze e ragazzi delle Linee orientative per sviluppare il loro testo.

Ha preso il via stamattina, con la prova di italiano, la Maturità 2017. Oltre 500.000 le candidate e i candidati alle prese con l’Esame.


Diario d’Esame A.S. 2016-2017
Una guida, passo per passo, al lavoro delle Commissioni
a cura di Dario Cillo

diario