Quella conoscenza “minuscola” della sindrome di Down

Blog Invisibili – Corriere della Sera del 22-06-2017

Quella conoscenza “minuscola” della sindrome di Down

Le parole sono importanti, lo sappiamo. Spesso su InVisibili si è scritto dei modi più corretti per parlare delle persone e delle loro disabilità. I punti fermi li abbiamo messi: la disabilità è solo un aspetto di un individuo, per quanto ingombrante, c’è tutto il resto del suo mondo nel suo essere persona. E una persona ha diritto di essere chiamata per nome, non liquidata con una metonimia. La rivoluzione è iniziata, non ci sono più «handicappati», «ritardati», «mongoloidi» (anche se qualche resistenza ancora fa capolino qua e là nel parlato della generazione dei quaranta/cinquantenni). Ci si sta più attenti, forse più per non offendere che perché sia stato davvero capito il senso di considerarli come persone e non come categorie aliene. Siamo dovuti passare anche attraverso le sabbie mobili del politicamente corretto, ma molta strada si è fatta.

Le parole sono importanti, lo sappiamo. Ma vale nell’orale come nello scritto. E qui iniziano i disastri. Vittime principali degli errori di ortografia sono le persone con sindrome di Down. Cosi corre l’obbligo di fare un annuncio pubblico, che potrebbe sconvolgere qualcuno: Down non è un aggettivo, è un nome. In italiano (e non solo) gli aggettivi si scrivono minuscoli e i nomi propri si scrivono maiuscoli. Si impara in prima elementare, ma si dimentica quando si inizia a orpellare con l’inglese per darsi un tono. Down (maiuscolo), quello di sindrome di Down, è il cognome del medico inglese John Langdon Down che nel 1866 descrisse per la prima volta il quadro della sindrome che poi sarà chiamata correttamente Trisomia 21 (sarà Jérôme Lejeune nel 1959 a individuare la causa di tale quadro nella presenza di una coppia extra del cromosoma 21). Mentre «down», avverbio e aggettivo, si scrive minuscolo e si usa per dire che il periodo è pessimo o il soggetto «sfigato», al contrario di «up» per dire che tutto gira alla grande. Ma -per strafare- talvolta qualcuno scrive anche che qualche applicazione è Down (maiuscolo invece che minuscolo), come capitato di leggere riguardo ai blackout di Skype. E olè, il cortocircuito tra significante e significati è fatto.

Ebbene, mai ci sogneremmo di dire di una persona «è un Tourette», è «uno Stoccolma», men che meno li scriveremmo minuscoli. Con la sindrome di Down invece lo slittamento semantico ha trascinato nel baratro l’ortografia e con lei i tanti sforzi per mostrare al mondo la vita piena e consapevole che le persone con la sindrome di Down vivono comunemente. Perché, puoi chiamarli come vuoi, ma, per i prigionieri del mondo scintillante della performance ad ogni costo, i Down sono down. E così vai di «sindrome d down» nei post sui social, nei messaggi distratti, ma pure sui titoli dei giornali. E ogni volta è una fucilata.

Leggere sindrome di «down» minuscolo è una secchiata gelata di realtà: il linguaggio è progredito ma la consapevolezza molto meno. Verrebbe voglia di chiamare quelli che sbagliano «ignoranti» (minuscolo, aggettivo), ma sappiamo che sono persone che sanno sicuramente molte cose e in modo approfondito, semplicemente non sanno nulla della sindrome di Down. Ed è un vero peccato, avrebbero molto da imparare. Se c’è una cosa che la disabilità insegna sempre è vedere le cose sotto nuove prospettive. A cominciare dal non definire gli altri dall’alto al basso.

Giovanna Volta

Camera e Senato non assumono disabili

Redattore Sociale del 22-06-2017

Camera e Senato non assumono disabili: la Procura apre un fascicolo

La denuncia è stata formalizzata da Luigi Bonifacio, padre di un ragazzo con disabilità cognitiva, insieme all’associazione “Tutti nessuno escluso”. Sotto accusa “le mancate assunzioni nei relativi concorsi di reclutamento di personale di Camera e Senato, banditi dopo l’entrata in vigore della legge”.

ROMA. Camera e Senato non applicano la legge 68/99, violando così il diritto delle persone con disabilità all’inserimento lavorativo: la denuncia arriva da Luigi Bonifacio, padre di un ragazzo con disabilità cognitiva, che solo dopo una lunga battaglia ha ottenuto per suo figlio l’impiego a cui aveva diritto presso il comune di Roma. Adesso Bonifacio torna all’attacco, insieme all’associazione “Tutti nessuno escluso”, reclamando per le persone con disabilità il diritto al lavoro, così come previsto dalla legge 68/99. Prima sotto forma di petizione al Senato, nel novembre 2016, poi sotto forma di denuncia alla Procura di Roma, Bonifacio ha contestato “le mancate assunzioni, nei relativi concorsi di reclutamento di personale di Camera e Senato, banditi dopo l’entrata in vigore della legge citata”.

Un atto formale e di una certa complessità, ci racconta Bonifacio, “visto che in Procura bisogna recarsi personalmente e compiere tutta una serie di passaggi burocratici e amministrativi. Ma non mi sono scoraggiato, sono arrivato fino in fondo e qualche giorno fa ho ricevuto la notizia che premia la mia tenacia e quella dell’associazione ‘Tutti, nessuno escluso’: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo nei confronti dei responsabili di Camera e Santo per violazione delle norme della legge 68/99. Il fascicolo (n. 65293/17) è stato per ora istruito contro ignoti. Spero con tutto il cuore che sia sanzionato questo reato grave ed odioso, che lede i diritti di cittadini in difficoltà e socialmente fragili. Ho visto quanto il lavoro abbia migliorato e valorizzato mio figlio, che finalmente, dopo una lunga battaglia, nel 1989 è stato assunto dal comune di Roma: è soprattutto questo che mi motiva a portare ora avanti questa battaglia a livello nazionale, evidenziando una contraddizione che non può perpetuarsi: le massime istituzioni dello Stato che violano le leggi che si sono date, a tutela dei più vulnerabili”. (cl)

Per una sinossi dell’idea di scuola

Per una sinossi dell’idea di scuola
Considerazioni a partire da un libro di Mavina Pietraforte

di Gabriele Boselli

 

Il vano succedersi delle Indicazioni

“ Si rade volte, padre, se ne coglie…..”. Raramente capitano libri così. Nel testo pietrafortiano dal lungo titolo “Il primo ciclo: il regolamento, le indicazioni e le prospettive” e dal non meno dettagliato ma centrato sottotitolo che per economia di digitazione riporto solo in parte “Per una sinossi dell’idea di scuola…” il dramma e la commedia della scuola italiana degli ultimi vent’anni sono adeguatamente rappresentate, senza il servo encomio in genere presente sulla letteratura ufficiosa. Ma anche senza oltraggio; del resto i testi ministeriali riescono a oltraggiarsi da soli.

Si parte da una analisi delle Indicazioni del 2004, individuando nel concetto di personalizzazione configurato dall’ispettore Giuseppe Bertagna il nucleo centrale. Tali Indicazioni non ebbero vita felice in quanto furono accompagnate e contratte da un durissimo piano di tagli alla spesa pubblica di cui fecero le spese soprattutto le scuole elementari, sino ad allora internazionalmente riconosciute come quelle le migliori. Peraltro in vari punti del libro si vedono gli effetti di come “tra il 2005 e il 2013 in area OCSE la spesa pubblica per l’istruzione sia cresciuta del 20% e in Italia diminuita del 13%”.

—Le successive Indicazioni del 2007 (a ogni ministero cambiavano) godettero formalmente dell’omaggio cerutiano alla Teoria della complessità di cui Mauro Ceruti era stato in Italia l’apostolo. Successe poi di fatto una forte dissociazione fra tale proclamato indirizzo epistemologico e quelle che avrebbero dovuto essere le conseguenti indicazioni pedagogico- didattiche. E’ mia impressione che Ceruti, recato in dono a Fioroni con la Premessa il prestigio di Morin suo maestro, si sia poi disinteressato del resto, consegnandolo agli abati e alle suorine in processione costante per i corridoi di trasteverini.

—La cosa avrebbe potuto avere un miglioramento con l’Atto di indirizzo del 2009 e l’idea ivi sostenuta della centralità del soggetto, quello che apprende e quello che insegna, uniti nei vissuti dell’atto educativo. Ma anche qui non ci fu seguito.

Con il 2012, ad avviso di questo recensore, viene a mancare anche l’ornamento teorico: si scade dagli illustri epistemologi di cui sopra a Rossi Doria, con il primato assoluto riconosciuto alle competenze sul conoscere. Ricadendo inesorabilmente in una versione banalizzata delle classiche discipline e senza alcuna unità progettuale e didattica. E facile constatare come “il diktat delle competenze e il risolversi delle competenze in contenuti per giusta estraneità dei docenti al modello aziendale” abbia mortificato molti docenti o almeno quelli che avevano sperato nel testo rossidoriano. Un ulteriore episodio della dissociazione tra il mestiere dei camerieri dei Supremi e l’intelligenza e l’intenzionalità dei lavoratori della scuola.

 

Scienza e Legge contro la cattiva retorica

Il libro parla poi di numerosi altri argomenti: la valutazione dei docenti (il bonus come punizione per gli esclusi; il processo di elementarizzazione della scuola secondaria di II grado; la riduzione del risultato della azione scolastica a quelli dei test standardizzati e l’egemonia OCSE PISA E INVALSI nella misurazione del livello degli apprendimenti; il non saper utilizzare i risultati delle operazioni valutative dagli insegnanti e delle scuole; il progetto Zerosei, il no dei docenti al referendum del 4 dicembre anche come reazione al progetto della “Buona scuola”.

Penso di aver trovato nel libro della giovane collega un ulteriore desiderato segnale di come vent’anni di cattiva retorica dei gruppetti che stanziano in viale Trastevere non siano riusciti a inibire lo sviluppo culturale, scientifico, pedagogico della scuola italiana e del corpo ispettivo in particolare. E’ un fatto che può investire tutti i servizi svolti dagli ispettori nelle pubbliche amministrazioni, pur dopo vent’anni di depotenziamento di questa funzione di ricerca e controllo malvista dai decisori.

 

Conclusione

Come sempre accade, queste mie considerazioni partono dal libro che io ho letto, non da quello che Mavina Pietraforte ha scritto. Il tradimento ermeneutico, pur involontario, è assai frequente.

Certo, il testo di questa ispettrice scolastica e provveditrice agli studi è molto serio e riesce a non essere un superficiale istant book come tanti: gli avvenimenti sono investigati nella loro genesi, i riferimenti culturali e tecnici riportati in dettaglio, le esperienze di lavoro (es. la partecipazione ai nuclei per la valutazione) riferite organicamente.

Si tratta invero di pagine assai puntuali sulle fonti primarie. Quest’ultimo aspetto è importante in un Paese -e soprattutto con una certa “elite” ministeriale– cui piace che la scuola si muova più in base a normative secondarie che primarie -“manierismo normativo” lo definisce la Pietraforte- che a dinamiche culturali o nello spirito della Costituzione. Questo rendeva difficilissima una vera sinossi (rappresentazione unitaria) dei documenti presentati, prodotti da alcuni scribacchini che non conoscevano leggi e circolari prodotte dai loro colleghi e firmate da ministri che probabilmente non leggevano nemmeno quello che firmavano. Il tutto ulteriormente problematizzato anche dal fatto che da molti anni in viale di Trastevere non alberga più alcuna idea di scuola.

Per fortuna, in periferia, molti insegnanti e ispettori e qualche dirigente un’idea di scuola la coltivano.


Il libro

M. Pietraforte Il primo ciclo: il regolamento, le indicazioni e le prospettive, ANICIA, Roma 2017

Libri di testo gratis per le alunne e gli alunni delle aree colpite dal terremoto

Scuola, accordo Ministero-Associazione Italiana Editori

Libri di testo gratis per le alunne e gli alunni delle aree colpite dal terremoto

Fedeli: “Da parte degli editori impegno importante”

Palumbo: “Con Miur collaborazione strutturata a sostegno sistema istruzione”

 

Libri di testo gratuiti, a settembre, per le studentesse e gli studenti delle aree colpite dal terremoto, per un totale di 140 Comuni coinvolti. Lo prevede la convenzione siglata tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Associazione Italiana Editori (AIE), sintetizzata in una circolare che sarà inviata nei prossimi giorni alle scuole con modalità e scadenze per accedere all’agevolazione. La distribuzione gratuita dei testi varrà per i prossimi due anni scolastici, il 2017/2018 e il 2018/2019.

 

Il nuovo accordo amplia quello siglato nell’autunno del 2016 per la fornitura di libri alle ragazze e ai ragazzi di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Acquasanta Terme, allargando l’iniziativa a tutte le alunne e gli alunni delle aree colpite da eventi sismici.

 

“Quello preso dall’Associazione Italiana Editori è un impegno importante. Ringrazio il Presidente del Gruppo Educativo AIE, Giorgio Palumbo, per la sensibilità mostrata e per aver voluto dare continuità ad un intervento che mette al centro le studentesse e gli studenti”, sottolinea la Ministra Valeria Fedeli. L’iniziativa Miur-AIE “si inserisce nel solco delle azioni che si stanno mettendo in campo per riportare alla normalità territori duramente colpiti – prosegue la Ministra -. Queste non sono iniziative scontate, ma il segno tangibile che unendo le forze si possono offrire soluzioni concrete e durature nel tempo”.

 

“La nostra disponibilità non è solo un gesto di generosità, ma conferma una strutturata collaborazione con il Miur a sostegno del sistema dell’istruzione”, ha detto Giorgio Palumbo, Presidente del Gruppo Educativo AIE. “Con questa donazione abbiamo voluto fare la nostra parte per consentire alle famiglie di non doversi preoccupare della dotazione libraria di cui le ragazze e i ragazzi avranno bisogno al rientro a scuola. Riteniamo fondamentale assicurare, in sinergia con le istituzioni, il diritto allo studio e un’opportunità alle studentesse e agli studenti che hanno vissuto molti disagi e che, nonostante tutto, hanno deciso di rimanere in quei luoghi con le loro famiglie con tutto quello che questa decisione comporta”.

 

Gli istituti scolastici delle aree interessate avranno tempo fino al 15 luglio per trasmettere l’elenco delle studentesse e degli studenti a cui assegnare i testi e l’elenco dei libri adottati per il nuovo anno scolastico. L’accordo Miur-AIE rientra tra le iniziative a favore del piano nazionale di interventi #RipartiamoDallaScuola lanciato dal Miur all’indomani del sisma. Un piano di aiuto a medio e lungo termine per sostenere le comunità scolastiche colpite dal terremoto.

W LA SEMPLIFICAZIONE!!!

Nuovo carico di lavoro gravoso e urgente per i dirigenti scolastici:
W LA SEMPLIFICAZIONE!!!

Nonostante il recente avvio dei tavoli tecnici di confronto tra MIUR e OO.SS. per la semplificazione delle procedure amministrative, l’Amministrazione insiste nel sovraccaricare le scuole e i dirigenti con richieste di lavoro improvvise, gravose e – come sempre – urgentissime.

Adesso si tratta della costituzione, per il triennio scolastico 2017/2020, delle graduatorie di II e III fascia per il personale docente ed educativo di cui al D.M. 374/2017.

Ma esaminiamo i fatti.

(1) Le domande di inserimento in graduatoria vanno presentate entro sabato 24 giugno; se inviate per raccomandata A/R, non perverranno alle scuole prima del 27 giugno.

(2) Molte istituzioni scolastiche ed educative – soprattutto quelle secondarie di secondo grado – devono provvedere alla valutazione di centinaia di domande e completare le operazioni di inserimento dei relativi dati entro il 30 giugno.

(3) Apprendiamo che il sistema informativo, come accade in ogni situazione di sovraccarico, sta accusando notevoli malfunzionamenti e risponde lentamente, allungando a dismisura la tempistica delle operazioni.

(4) In questo periodo, come è ovvio, sono in corso gli esami di Stato conclusivi del 2° ciclo e, di conseguenza, le segreterie e i dirigenti sono impegnati nelle relative operazioni. I dirigenti, in particolare, non sono presenti nelle sedi di servizio perché incaricati altrove della presidenza delle commissioni di esame.

(5) Qualora le operazioni di valutazione dei titoli fossero affette da errori per lo scarso tempo a disposizione, le scuole dovrebbero poi fronteggiare – dopo la pubblicazione delle graduatorie e durante il periodo di ferie del personale – innumerevoli ricorsi con elevata probabilità di soccombenza per l’Amministrazione e relative spese legali a carico del contribuente.

Dopo i fatti, un paio di commenti.

(A) Con nessun preavviso, l’Amministrazione ha imposto ai dirigenti – assistiti da personale del tutto insufficiente e spesso impreparato a svolgere questo compito – di valutare due/trecento domande e di digitarne gli esiti nell’arco di soli quattro giorni.

(B) Certo, – si dirà – i dirigenti impegnati in commissione d’esami, una volta terminato “il lavoro del mattino” (che in genere perdura fino al pomeriggio inoltrato), possono sempre recarsi nella scuola di titolarità nel tardo pomeriggio e rimanervi qualche ora, diciamo fino alle 22/23…

E poi, al MIUR, discutiamo di semplificazione?

Quello che serve è una riorganizzazione complessiva del sistema scolastico e delle sue procedure!

Quando si dice “BASTA!!!”, vuol proprio dire… “BASTA!!!”

COSI’ NON SI PUO’ PIU’ ANDARE AVANTI

CHIEDIAMO AL MIUR DI INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE E DI DISPORRE UNA PROROGA DELLE SCADENZE IN QUESTIONE

IN CASO CONTRARIO, NON POTREMO CHE SUGGERIRE AI COLLEGHI DI “LASCIAR PERDERE” VISTO CHE, RICORDANDO IL SANO BROCARDO, “AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR”

SE I DIRIGENTI “MOLLANO”, IL SISTEMA NON REGGE PIU’…

A QUANDO UNA RADICALE FORMAZIONE IN SERVIZIO IN MATERIA DI PROGRAMMAZIONE PER TUTTA LA P.A.?

Innovazione e lavoro sbarcano alla maturità 2017

da Il Sole 24 Ore 

Innovazione e lavoro sbarcano alla maturità 2017

di Claudio Tucci

Sarà stato il dibattito su Industria 4.0 e nuove competenze; o l’introduzione dell’alternanza obbligatoria operata con la riforma Renzi-Giannini; o, semplicemente, una rinnovata attenzione ai temi dell’occupabilità e della formazione, ora che l’Italia sta provando, lentamente, a uscire dalla crisi. Con le nuove tecnologie che avanzano rapidamente, rivoluzionando mansioni e società.

Sta di fatto che anche la Maturità 2017, iniziata ieri con la prova d’italiano, se ne è accorta ed è uscita, un pò, dagli schemi tradizionali valorizzando temi di estrema attualità, come l’innovazione e il lavoro: la traccia di ambito socio-economico (utilizzata dagli studenti per la redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale) ha messo al centro infatti il rapporto fra «Nuove tecnologie e lavoro». «Disastri e ricostruzione» è stata la riflessione su cui ha puntato la traccia di ambito storico-politico, mentre quella dell’ambito tecnico-scientifico ha toccato il tema «Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro».

Il miracolo economico è stato l’argomento del tema storico (finalmente si è posto l’accento su un periodo che va oltre la seconda guerra mondiale). La traccia di ordine generale ha avuto per oggetto il tema del progresso, e per rendere a portata di tutti, non solo dei liceali, ma anche dei maturandi degli istituti tecnici e professionali, sono state proposte delle «linee orientative» per sviluppare (al meglio) il testo. E così è passato un pò in secondo piano l’autore – poco conosciuto – scelto per l’analisi del testo, vale a dire il livornese Giorgio Caproni; e anche lo spunto per la traccia di ambito artistico-letterario «La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura».

Per la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, le tracce proposte ieri mattina agli oltre 500mila maturandi, scelte assieme alla struttura tecnica ministeriale su oltre 200 proposte, sono «molto attuali, in linea con le sfide che la società contemporanea pone ai cittadini sul piano dello sviluppo, del benessere da costruire, dell’innovazione, della relazione con l’ambiente e la comunità in cui viviamo».

Un cambio di passo (apprezzato pure dall’assessore lombardo, Valentina Aprea, specie sull’innovazione tecnologica) che è si visto anche nella scelta dei documenti inseriti nelle singole tracce d’esame; e che ha premiato IlSole24Ore, in particolare il lavoro di approfondimento della testata. Sono stati ben tre gli articoli estratti dalle pagine e dal sito del giornale. Il primo servizio tratto dal Sole è un brano di uno scrittore e storico dell’arte cubano, naturalizzato italiano, Alvar Gonzalez-Palacios, titolato «I piedi nel fango, la dignità in testa», pubblicato il 28 ottobre 2016 nelle pagine culturali (l’autore racconta l’alluvione di Firenze e il lavoro di Alvar e di altri giovani per recuperare i documenti seppelliti dalla furia dell’acqua nell’Archivio di Stato). Il secondo articolo targato Sole è del collega Enrico Marro «Allarme Onu: i robot sostituiranno il 66% del lavoro umano», pubblicato il 18 novembre 2016, in cui si evidenzia, proprio per fronteggiare le nuove tecnologie, la necessità di abbracciare la rivoluzione digitale, a partire dai banchi scolastici (per ridisegnare i sistemi educativi in funzione delle competenze necessarie a lavorare con le nuove tecnologie). Il terzo articolo estratto dal Sole è a firma di Alberto Magnani «Robot e intelligenza artificiale, i deputati Ue chiedono norme europee», pubblicato il 17 febbraio 2017, e che allarga l’analisi sottolineando la richiesta comunitaria di disciplinare l’ascesa di robot e intelligenza artificiale in Europa.

L’apertura del Miur a tematiche attuali è stata apprezzata dagli studenti: il 38,9% dei maturandi ha scelto la traccia di ambito socio-economico sul rapporto tra «Nuove tecnologie e lavoro» (questa traccia è stata preferita in tutti i percorsi di studio: è stata svolta dal 28% dai candidati nei licei, dal 50,2% negli istituti tecnici e dal 50,9% nei professionali). A seguire il tema di ordine generale sul progresso, preferito dal 17,3% dei ragazzi. Il 10,2% ha preferito l’ambito tecnico-scientifico con la traccia su «Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro». Il tema storico sul miracolo economico è stato scelto (purtroppo) da appena l’1,9% dei candidati.

Oggi i 505.686 maturandi si cimenteranno con la seconda prova, quella d’indirizzo (latino al classico, matematica allo scientifico, economia aziendale al tecnico, indirizzo «Amministrazione, Finanza e Marketing »). Poi sarà la volta del cosiddetto “quizzone”, la terza prova a carattere pluridisciplinare, elaborata dalle singole commissioni. Si finirà con il colloquio. Le commissioni disporranno di 45 punti per la valutazione delle tre prove scritte (all’orale il massimo sono 30 punti, 25 “pesa” invece il credito scolastico). La maturità si supera con 60 su 100; la “lode” è appannaggio dei più meritevoli (ma solo se in possesso di alcuni prerequisiti di ammissione agli esami, ossia aver ottenuto, nell’ultimo triennio, almeno “8” nel comportamento e in tutte le discipline).

L’attuale esame di Stato sarà così ancora un altro anno; dal 2018/2019 invece si cambia, come previsto dalla «Buona Scuola». Le prove scritte scenderanno a due (viene cancellato il “quizzone”), più l’orale. L’alternanza diventa requisito di ammissione alle prove, insieme allo svolgimento dei test Invalsi, che sbarcano quindi in quinta superiore (si continuerà ad essere ammessi con tutti sei). Cambierà la valutazione. Si da maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico inciderà fino a 40 punti, le due prove scritte fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti. La composizione della commissione d’esame resterà quella attuale: un presidente esterno più tre commissari interni e tre commissari esterni.

Maturità, oggi la seconda prova: Latino al classico, Matematica allo scientifico

da Il Sole 24 Ore 

Maturità, oggi la seconda prova: Latino al classico, Matematica allo scientifico

di Alessia Tripodi

Dopo la prova di italiano, oggi gli oltre 500mila maturandi saranno chiamati ad affrontare il secondo “scoglio” dell’esame di Stato, questa volta diverso a seconda degli indirizzi. Latino al liceo classico, Matematica allo scientifico, Economia aziendale per gli istituti tecnici e Tecniche professionali dei servizi commerciali per i professionali: queste alcune delle materie della prova di oggi, annunciate nei mesi scorsi in un video dalla ministra Valeria Fedeli. L’appuntamento, come di consueto, è per le ore 8.30.

La scelta delle materie
Per la scelta delle materie, spiega il Miur, è stato utilizzato in alcuni casi il criterio dell’alternanza, in altri, invece, si è preferito «il consolidamento della materia più rappresentativa del percorso di studi e maggiormente qualificante rispetto al profilo in uscita degli studenti». A differenza della prima prova – affidata quest’anno a commissari esterni – la seconda prova scritta è affidata a commissari interni.

Le altre materie: i licei
Ecco le materie per gli altri licei: Lingua straniera 1 al linguistico, Scienze umane al Liceo delle scienze umane, Diritto ed economia politica al liceo delle scienze umane – opzione Economico sociale, Discipline artistiche e progettuali, caratterizzanti l’indirizzo di studi all’artistico, Teoria, analisi e composizione al Liceo musicale e Tecniche della danza al liceo coreutico.

Gli istituti tecnici
Tra le materie scelte per i Tecnici – oltre al già citato Economia aziendale per l’indirizzo amministrazione – ci sono le Discipline turistiche e aziendali per il Turismo, Impianti energetici, disegno e progettazione per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia – articolazione Energia; Struttura, costruzione, sistemi impianti del mezzo per l’indirizzo Trasporti e Logistica e, infine, Topografia per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio.

I professionali
Gli studenti dei professionali, invece, dovranno cimentarsi con la prova di Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera (articolazione Enogastronomia), Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali, Tecniche di produzione e di organizzazione nell’indirizzo Produzioni industriali e artigianali (articolazione Industria) e Linguaggi e tecniche della progettazione e comunicazione audiovisiva per l’indirizzo Produzioni industriali e artigianali (articolazione Industria, opzione Produzioni audiovisive).

L’istruzione prescolare è fondamentale per il futuro. L’Ocse: «Investire meglio»

da Il Sole 24 Ore 

L’istruzione prescolare è fondamentale per il futuro. L’Ocse: «Investire meglio»

di Pierangelo Soldavini

Il futuro di una persona si costruisce sui banchi di scuola. Ma la formazione della personalità e delle competenze inizia ben prima. Un percorso educativo integrato fin  primi anni di vita risulta fondamentale per lo sviluppo socio-emotivo del bambino e delle sue capacità cognitive, ponendo anche le basi per una formazione permanente della persona, per una riduzioni delle disparità e per un miglioramento della mobilità sociale.

È per questo che le economie sviluppate continuano ad aumentare gli investimenti nell’educazione prescolare, finalizzata non solo alla preparazione alla scuola ma anche alla socializzazione e alla formazione fin dai primissimi anni. In media i Paesi Ocse stanziano lo 0,8% del Pil all’educazione e alla cura infantile, fondi per i tre quarti diretti all’istruzione prescolare. Proprio l’Ocse ha diffuso oggi il primo rapporto internazionale dedicato al tema nel tentativo di fornire una base di statistiche e di politiche per migliorare l’impatto di questi interventi sul lungo periodo.

Investimenti in aumento

Sulla base delle evidenze della ricerca neuroscientifica sull’importanza dei primi anni di vita, tutti i Governi stanno aumentando gli investimenti sull’istruzione prescolare. Nei due terzi dei paesi Ocse oltre il 90% dei bambini di quattro anni e il 70% dei bambini frequenta ambienti specializzati nell’educazione prescolastica.

Ma è in forte crescita anche la “scolarizzazione” dei più piccoli: nel 2014 circa un terzo dei bimbi al di sotto dei tre anni era coinvolta in istituzioni di “childcare” formali, con una crescita di oltre otto punti percentuali rispetto a dieci anni prima.

Aumentano anche gli sforzi per garantire l’accesso gratuito al sistema prescolare: la gran maggioranza dei paesi Ocse offre la frequenza gratuita almeno per l’ultimo anno prima dell’inserimento nel percorso scolastico vero e proprio.

Benefici anche per le mamme

L’investimento nella formazione prescolare ha un impatto non solo sulla formazione del carattere e delle competenze sul più lungo periodo, ma è anche un potente fattore di sviluppo della performance scolastica successiva. La rilevazione Pisa che valuta l’efficacia dei sistemi scolastici aveva già sottolineato nell’ultima edizione che la frequenza per almeno due anni a percorsi formativi in età prescolare garantiva una performance migliore a 15 anni, anche al netto delle differenze socio-economiche degli studenti e delle scuole.

Ma l’impatto positivo non riguarda solo il futuro dei bambini, ma anche l’inclusione delle loro mamme nel mercato del lavoro. Laddove è più alta la quota di bambini prescolarizzati (in paesi come Danimarca, Olanda, Portogallo, Slovenia, Svizzera), aumenta anche la percentuale di mamme lavoratrici.

Insegnanti più formati (ma meno pagati)

Di pari passo con la rilevanza dell’istruzione negli anni precedenti la scuola è cresciuto anche il livello di preparazione richiesto per gli educatori prescolari. In 27 dei 37 paesi che hanno partecipato alla rilevazione per insegnare è necessaria una laurea universitaria o titolo equivalente (non in Italia).

All’innalzamento del percorso formativo non ha corrisposto però un adeguamento corrispondente degli stipendi che rimangono al di sotto del livello medio dei dipendenti con formazione terziaria in buona parte dei paesi. : in media il loro stipendio è pari solo al 74% di quello di un laureato dipendente a tempo pieno. L’Italia è al di sotto della media Ocse: poco più di 30.000 dollari rispetto a 35.600 come stipendio medio annuo per un insegnate con 15 anni di anzianità.

Il miglioramento delle condiozioni lavorative e della formazione degli educatori è quindi una delle priorità indicate dall’Ocse per adeguare sempre di più l’istruzione prescolare alle esigenze dell’era della conoscenza, insieme a un coinvolgimento dei genitori nel processo educativo. Ma in primo luogo è fondamentale che i singoli paesi sviluppino strategie chiare e coerenti per l’allocazione efficiente delle risorse pubbliche, in modo da arrivare a un sistema integrato con il sistema scolastico.

Cruciale è infatti la transizione verso la scuola, tema a cui è dedicato un approfondimento apposito da parte dell’Ocse: il rischio è che i benefici dell’istruzione ricevuta nei primi anni vadano completamente perduti in assenza di continuità nel metodo e nella qualità. Perché, sottolinea il rapporto, bisogna «preparare la scuola ai bambini, non preparare i bambini alla scuola»

Papa Bergoglio: «Don Milani sia un esempio per me»

da Il Messaggero

Papa Bergoglio: «Don Milani sia un esempio per me»

Due pellegrinaggi ma un unico intento, fare mea culpa e recuperare il cuore del messaggio di entrambi, lucidarlo per bene e farlo brillare da lontano

BARBIANA Negli anni Cinquanta erano preti ribelli. Due comunisti perché difendevano contadini, braccianti, mezzadri. Primo Mazzolari scriveva che il povero non era una classe, ma l’uomo. Lorenzo Milani che l’uomo indipendentemente dal suo stato sociale era protagonista della sua storia e di quella collettiva. Dalle autorità ecclesiastiche furono messi in disparte. Milani fu spedito a Barbiana, nel Mugello, una canonica talmente sperduta che veniva chiamata la Siberia ecclesiastica, a circoscriverne la punizione quasi sovietica. In poche ore, ieri mattina, a mezzo secolo di distanza, il Papa argentino ha rimescolato i tasselli della storia. Prima a Bozzolo, nel mantovano, dove ha vissuto Mazzolari e poi, in elicottero, fino a Barbiana, sulla tomba di Milani. Due pellegrinaggi ma un unico intento, fare mea culpa e recuperare il cuore del messaggio di entrambi, lucidarlo per bene e farlo brillare da lontano. Non ha detto che sono santi, ma l’idea in fondo era quella. L’eredità nella la stessa idea «di Chiesa povera per i poveri», e che i poveri vanno amati come poveri, cioe come sono, senza far calcoli sulla loro poverta. Specchio del Magistero di Bergoglio. Sulle tombe è restato a pregare assorto, incurante del sole a picco, concentrato.
Milani riposa nel cimitero minuscolo di Barbiana, quattro tombe e un campanile di pietra che a mezzogiorno diffonde sulle foreste di querce i rintocchi. Una cartolina. Francesco percorre su una Panda la stessa stradina sterrata ripida che porta alla canonica, la leggendaria Scuola di Barbiana dove imparavano a leggere i figli dei mezzadri. La miseria allora era palpabile e la politica nelle azioni di don Milani non c’entrava granchè, nonostante le accuse conseguenti di voler turbare il clero fiorentino e avere fatto tabula rasa della storia italiana, salvando solo la Resistenza. In quei tempi c’era il tema caldo dell’obiezione di coscienza e chi rifiutava di indossare la divisa militare finiva in galera. Lo Stato, nelle campagne, era percepito come l’esattore delle tasse e la chiamata alla leva, togliendo braccia ai campi. Cinquant’anni viene fatta ammenda di quel periodo storico ormai appannato e lontano, appesantito da divisioni ideologiche e caccia alle streghe. «Fate che io prenda l’esempio di questo bravo prete» dice il Papa sotto un sole a picco. Ci sono gli ex allievi della scuola di Barbiana con i capelli incanutiti, un drappello di sacerdoti novantenni, i familiari di don Milani, il sindaco di Vicchio. Francesco riflette su quel periodo lontano, sull’eredità di Barbiana, sul significato della riabilitazione che sta per compiere. «Non posso tacere che il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta piu volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioe che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedelta al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale». Al suo fianco c’è il cardinale Betori, arcivescovo di Firenze, che una volta partito il Papa gela le aspettative di molti: «finché ci sarò io non ci sarà nessun processo di beatificazione. Barbiana deve restare com’è, non diventerà un santuario. Io non credo alla santità di don Lorenzo».
Franca Giansoldati

Assegnazioni provvisorie su sostegno, disco rosso per i non specializzati: boom di domande respinte?

da La Tecnica della Scuola

Assegnazioni provvisorie su sostegno, disco rosso per i non specializzati: boom di domande respinte?

C’è un punto importante del contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sottoscritto il 21 giugno su cui vale la pena soffermarsi.

Quello che preclude i tanti posti di sostegno vacanti sparsi per la penisola, oltre 40mila, a tutti i docenti di ruolo privi di specializzazione. Quindi, se è vero che è stata all’ultimo confermata la deroga al blocco triennale e ai neo-trasferiti, è altrettanto vero che per molti di questi docenti potrebbe tramutarsi in una vittoria di Pirro. Nel senso che non sarà facile spostarsi sugli spesso numericamente limitati posti liberi della propria disciplina. Molto più facile sarebbe stato farlo sulle cattedre libere destinate al sostegno agli alunni disabili. Come, appunto, è accaduto nel 2016.

Abbiamo sempre avuto il sospetto che, quando nei mesi scorsi, la ministra disse che quest’anno le assegnazioni provvisorie non avrebbero avuto la stessa numerosità dello scorso anno, si riferisse proprio a questi posti: nel 2016, del resto, rappresentarono un buon serbatoio per permettere migliaia di assegnazioni provvisorie.

Solo che nella stragrande maggioranza dei casi, il docente assegnato sul sostegno non era in possesso di specializzazione (giustificando l’operazione con il fatto che sarebbero comunque state affidate a supplenti anche loro non specializzati).

L’operazione, in ogni caso, non è piaciuta alle famiglie degli alunni disabili (come si poteva del resto immaginare). Che, infatti, si sono fatte sentire, lamentando l’affiancamento ai loro figli di personale senza alcuna competenza di didattica speciale.

Anche le associazioni dei disabili hanno storto la bocca e quando hanno incontrato la nuova ministra non si sono tenute per loro il malcontento. Ricevendo le rassicurazioni della responsabile del Miur. Che è stata di parola, riuscendo nell’impresa di accontentare i sindacati ma anche la tutela dei diritti degli alunni cosiddetti certificati.

Così, nel comunicato emesso dal Miur sull’accordo sottoscritto con i sindacati nella serata del 21 giugno, la Fedeli ha tenuto a fare scrivere che i posti di sostegno “non potranno essere dati in assegnazione provvisoria a personale non specializzato”.

Un particolare non di poco conto. Perché a fine agosto molti docenti si troveranno con la domanda respinta. E siccome sarà anche l’ultimo tentativo per avvicinarsi a casa, a quel punto dovranno pure mettersi l’anima in pace e rimanere dove li ha collocati (in modo poco chiaro e a volte pure errato) il discusso algoritmo ministeriale.

I minori ed i rischi del web: quanto si riducono con la nuova legge sul Cyberbullismo?

da La Tecnica della Scuola

I minori ed i rischi del web: quanto si riducono con la nuova legge sul Cyberbullismo?

Quanto si riducono i rischi per i minori con la nuova legge sul Cyberbullismo? Cosa cambia con la sua approvazione? Quali effetti avrà sulla società ed in particolare sulla scuola?

A questi interrogativi cercheranno di rispondere i relatori del convegno “La Nuova Legge sul Cyberbullismo N. 71: i minori ed i rischi nella rete”, in programma a Roma venerdì 23 Giugno – dalle ore 15.00 alle ore 18.00 – nella Sala Rossa del VII Municipio in Piazza Cinecittà, 11 – IV piano.

All’evento, organizzato con il patrocinio del Municipio VII e la collaborazione dell’Assessorato Scuola, parteciperanno alcuni legali, rappresentanti istituzionali, Ersilia Menesini, docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione all’Università di Firenze, e Mario Rusconi, presidente Anp Lazio.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato Elena De Santis Assessore M5S del VII MUNICIPIO capitolino alle Politiche della Scuola, Edilizia Scolastica, Cultura, Sport e Politiche Giovanili – è principalmente quello di approfondire le novità introdotte dalla normativa di recente pubblicazione e le relative applicazioni pratiche”.

Contratto assegnazioni provvisorie: la Ministra ne esce sconfitta

da La Tecnica della Scuola

Contratto assegnazioni provvisorie: la Ministra ne esce sconfitta

Dalla trattativa per il contratto sulle assegnazioni provvisorie, il Ministero e la ministra Fedeli in particolare escono sconfitti.

Ancora fino a una decina di giorni fa la ministra Valeria Fedeli continuava a dire che non sarebbe stata concessa nessuna deroga al blocco triennale previsto dalla legge.
D’altronde – ha sostenuto fino all’ultimo la Ministra – bisogna garantire innanzitutto la continuità didattica agli studenti.
Alla fine i sindacati l’hanno spuntata e forse ha giocato molto il clima pre-elettorale che ormai si respira nella scuola e non solo.
In serata dal Miur arriva anche un comunicato che chiarisce alcuni punti che non erano ancora emersi.
 “Il contratto siglato oggi, in coerenza e continuità con il contratto sulla mobilità – si legge nel comunicato – rappresenta un altro passaggio fondamentale nelle tappe di avvicinamento al nuovo anno scolastico: il Ministero ha previsto quest’anno un cronoprogramma anticipato per garantire un avvio ordinato e con tutte le insegnanti e gli insegnanti in cattedra fin dal primo giorno di lezione”.

L’accordo – sottolinea il Ministero – indica con chiarezza requisiti e priorità per l’accesso alle assegnazioni. E ha come obiettivo la tutela del diritto allo studio delle ragazze e dei ragazzi e della continuità didattica: sono previsti tempi certi per l’attribuzione di utilizzazioni e assegnazioni. Le operazioni dovranno essere concluse entro il 31 agosto per garantire un buon avvio dell’anno scolastico. Questo a differenza del 2016 quando le assegnazioni si conclusero ad anno scolastico già iniziato”.
Per la verità la chiusura di tutte le operazioni entro il 31 agosto è prevista da tempo, ma non si capisce perchè non si sia quasi mai riusciti a rispettare tale termine. Vedremo cosa capiterà quest’anno.
Ma nel comunicato c’è anche un’altra notizia importante: “Il contratto mette al centro anche i diritti di studentesse e studenti con disabilità: i posti di sostegno non potranno essere dati in assegnazione provvisoria a personale non specializzato”.
Lo scorso anno, come si ricorderà, questa regola venne derogata con contratti regionali in Sicilia e in Campania: anche su questo punto è bene aspettare gli eventi per capire se davvero le cose andranno come dichiara oggi il Ministero.

Firmata ipotesi contratto utilizzazioni 2017/2018, ecco alcune novità

da La Tecnica della Scuola

Firmata ipotesi contratto utilizzazioni 2017/2018, ecco alcune novità

Nel pomeriggio del 21 giugno 2017 è stata sottoscritta al MIUR il CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed ATA per l’anno scolastico 2017/2018.

Come avevamo detto in anteprima questa mattina non ci sarà il blocco triennale per neo assunti sulle assegnazioni provvisorie, inoltre sono state aumentate le tutele per le lavoratrici madri e per i genitori beneficiari delle precedenze legge 104/92 per l’assistenza ai figli.

Le assegnazioni provvisorie per il 2017/2018 saranno fatte su scuola e non su ambito territoriale. Per le assegnazioni interprovinciali si potrà scegliere una sola provincia esprimendo 20 preferenze per infanzia e primaria e 15 per la scuola secondaria di I e II grado.

L’assegnazione provvisoria provinciale può essere richiesta per alcune motivazioni particolari, come il ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario, il ricongiungmento al coniuge o alla parte di unione civile o al convivente, purché la stabilità di convivenza sia anagraficamente certificata, grave esigenza di salute comprovata da idonea certificazione sanitaria , ricongiungimento al genitore convivente qualora non ricorrano il ricongiungimento ai figli o al coniuge.

Nel caso dell’assegnazione interprovinciale, per cui si può richiedere solo una provincia, le motivazioni sono prevalentmente due. La prima quella dei docenti che hanno richiesto mobilità per l’anno scolastico 2017/2018 e non sono stati soddisfatti, oppure se ricorrono le motivazioni suddetti per l’assegnazione provinciale ed elencati nel comma 1 dell’art.7 dell’ipotesi di CCNI Utilizzazioni del 21 giugno 2017.

#Maturità2017, la traccia più gettonata Nuove tecnologie e lavoro. Pochi scelgono Caproni

da La Tecnica della Scuola

#Maturità2017, la traccia più gettonata Nuove tecnologie e lavoro. Pochi scelgono Caproni

È la traccia di ambito socio-economico sul rapporto tra “Nuove tecnologie e lavoro” la più scelta della prima prova della Maturità 2017.
A sceglierla sono stati il 38,9% delle maturande e dei maturandi. Lo comunica il Miur, nel giorno dell’avvio degli Esami di Stato conclusivi della secondaria di secondo grado.
In tutti i percorsi di studio, scrivono da viale Trastevere, la traccia preferita è quella di ambito socio-economico: è stata svolta dal 28% delle candidate e dei candidati nei Licei, dal 50,2% negli Istituti tecnici e dal 50,9% nei Professionali.
Tra le preferenze dei 505mila studenti che hanno partecipato alla prima prova della maturità, segue il tema di ordine generale sul progresso, preferito dal 17,3% delle ragazze e dei ragazzi.

Il 14% dei maturandi, invece, ha scelto l’ambito artistico-letterario, con la traccia “La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura”.
Solo il 12,4% si è orientato verso l’analisi del testo di Giorgio Caproni, anche perché erano davvero pochi gli studenti a conoscerne a fondo le peculiarità letterarie.
Appena il 10,2% degli studenti ha preferito l’ambito tecnico-scientifico con la traccia su “Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro”. La traccia di ambito storico-politico su “Disastri e ricostruzione” è stata scelta dal 5,2% delle studentesse e degli studenti. Infine, l’1,9% ha svolto il tema storico sul miracolo economico.

Graduatorie di istituto, dal 1° al 20 luglio la scelta delle sedi su Istanze on-line

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie di istituto, dal 1° al 20 luglio la scelta delle sedi su Istanze on-line

Ricordiamo che da sabato 1° luglio e fino al 20 luglio 2017 coloro che sono inclusi nelle graduatorie di istituto potranno scegliere le sedi scolastiche nelle quali sono interessati ad effettuare le supplenze.
Per la scelta delle sedi sarà disponibile l’apposito modello nella sezione dedicata “Istanze on line – presentazione delle Istanze via web – Inserimento mod. B”.
Nella scelta, non possono essere espresse succursali, sedi coordinate, sezioni associate. I codici esprimibili sono rappresentati dalle sedi principali (ottavo e nono carattere uguali a ’00’).
Tutte le sedi esprimibili sono comunque fornite in risposta dall’applicazione “sedi esprimibili”. I codici non presenti non possono essere espressi.

L’applicazione per la scelta delle sedi consente anche di visualizzare il dettaglio degli istituti superiori, al solo fine di conoscere la natura di ciascuna scuola componente l’istituto principale. Pertanto le suddette scuole di dettaglio rimangono comunque non esprimibili in quanto non sono sede di segreteria.
L’aspirante può richiedere un massimo di 20 istituzioni scolastiche, appartenenti alla medesima provincia, con il limite, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria, di 10 istituzioni di cui, al massimo, 2 circoli didattici.
Nell’ambito del numero delle scuole prescelte per l’inclusione nelle graduatorie di scuola dell’infanzia e primaria, gli aspiranti possono richiedere un massimo di 7 istituzioni scolastiche, col limite di 2 circoli didattici, in cui essere chiamati con priorità, con le particolari e celeri modalità d’interpello nei casi di supplenze brevi sino a 10 giorni.
L’aspirante può derogare al limite dei 2 circoli didattici nei casi in cui la provincia interessata figuri fra quelle che hanno disposto in tal senso, consultando, a tal fine, l’apposito elenco.