Liceo in 4 anni? Insegnanti e pedagogisti criticano la norma

Liceo in 4 anni? Insegnanti e pedagogisti criticano la norma.
Licei brevi, formazione o selezione? Cosa cambia veramente?
Spunti per una prima riflessione da parte della commissione scuola APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) in merito al recente decreto della min. Fedeli sulla sperimentazione dei “licei brevi”
Pur valutando positivamente una possibile equiparazione ai tempi dei percorsi scolastici  previsti in altri Paesi europei  – che li vedevano avvantaggiati rispetto alla durata della formazione scolastica – noi insegnanti della commissione scuola APEI ci chiediamo prioritariamente:
1 – Quali garanzie verranno fornite per assicurare le pari opportunità per tutti, sia rispetto alla tipologia dell’istituzione scolastica (licei, istituti tecnici e professionali) sia rispetto agli studenti ai quali viene offerta l’opportunità del percorso quadriennale (e, quindi, l’ingresso  “anticipato” nel percorso universitario e nel mondo del lavoro)?
2 – Con quali criteri verranno selezionati gli studenti nel caso ci sia un eccesso di richiesta: solo i più meritevoli dal punto di vista del profitto in uscita dalla scuola secondaria di 1 grado? Pensiamo che non sarebbe né equo né oggettivamente valido ai fini della valutazione del percorso quadriennale, in quanto non si terrebbe conto della reale composizione della popolazione scolastica.
3 – Come affrontare l’eventuale rischio del ripristino di una logica meritocratica e selettiva  e dell’ esclusione a priori, dalla sperimentazione, dei possibili “candidati” alla dispersione scolastica? Che ne sarà di quella politica dell’inclusione che ci vede, dal punto di vista normativo, i più avanzati in Europa, oltretutto nell’anno del 50° anniversario della morte di Don Milani, l’antesignano dell’inclusività non solo a livello nazionale?
4 – Come evitare che prevalga ancora la logica del risparmio e dell’adeguamento all’efficacia del modello competitivo europeo? Quale parte avrà la specificità italiana in ambito educativo-pedagogico anche in considerazione della dichiarazione UNESCO del 2000 – Dakar sul principio dell’educazione per tutti a partire dai primi ordini e gradi dell’istruzione scolastica,
per garantire il soddisfacimento dei bisogni educativi di tutti i giovani e degli adulti attraverso un accesso equo a programmi di istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita?
“Ogni persona – bambino, ragazzo e adulto – deve poter fruire di opportunità educative specificamente strutturate per incontrare i propri basilari bisogni di educazione”
Questi DIRITTI comprendono tanto i contenuti essenziali dell’apprendimento (dal linguaggio orale e scritto, alla matematica  alla capacità di risolvere i problemi) quanto gli strumenti della conoscenza, le competenze, i valori e lo sviluppo delle attitudini, cioè quanto richiesto ad un essere umano per sopravvivere, sviluppare in pieno le proprie capacità, vivere e lavorare dignitosamente, partecipare allo sviluppo, migliorare la qualità della propria vita, prendere decisioni informate, continuare ad apprendere.  (The Dakar Framework for Action, Art.1)
5 – Come è possibile riformare un ordine scolastico superiore senza rivedere il percorso precedente, in modo tale da introdurre quegli approcci socio-pedagogici e didattici che  attuando la personalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento, consentano l’accesso all’istruzione superiore quadriennale anche ai Gianni di Don Milani , in un ambito che attualmente vede, nel corso dei 5 anni, un aumento della dispersione e una strage fatta di bocciature? In effetti all’età di 13-14 anni, cioè al momento del passaggio alle scuole secondarie di secondo grado i “giochi” sono già fatti per i “Gianni” e per i “Pierini”.
6- Di quali criteri di valutazione pedagogica e scientifica si doterà il Comitato scientifico regionale e nazionale che valuterà gli esiti della sperimentazione? Saranno previsti docenti senior e pedagogisti di provata esperienza che inquadrino le problematiche della formazione tenendo presente che la qualità della formazione stessa dei futuri studenti  e cittadini  del mondo
inizia a 0 anni e non a 14 anni
deve essere orientata a migliorare tutti gli aspetti della qualità dell’istruzione e assicurare a tutti l’eccellenza affinché tutti possano raggiungere  risultati visibili e valutabili, specialmente nel leggere, scrivere e contare e in altre abilità essenziali per vivere?.
La Commissione Scuola APEI

CONCLUSO IL REVOLUTION CAMP

RETE STUDENTI: CONCLUSO IL REVOLUTION CAMP, IL 13 OTTOBRE MOBILITAZIONE PER UNA SCUOLA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE

Oggi si conclude il Revolution Camp 2017, il villaggio studentesco più grande del Paese, svoltosi a Montalto Marina nella sua settima edizione. Durante queste due settimana migliaia di studenti da tutta Italia si sono confrontati sull’attualità, la condizione studentesca e giovanile e su come ridare spazio ad una generazione che per la prima volta si vedrà più povera dei propri genitori.

In chiusura del campeggio, si è svolto il Coordinamento Nazionale della Rete degli Studenti Medi, dove studenti da tutto il paese hanno ribadito la necessità di rimettere al centro della nostra azione politica l’istruzione e la formazione, che devono tornare ad essere luoghi di ascensione sociale e dare gli strumenti di rilancio per una società differente, che punti a ridurre povertà e diseguaglianze.

“Per queste ragioni – dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – ci mobiliteremo dal primo giorno di scuola per chiedere la realizzazione di un’altra idea di scuola, che riparta dagli investimenti, dai livelli essenziali di prestazione per un diritto allo studio reale, per un’alternanza scuola-lavoro di qualità che valorizzi la didattica alternativa e che sia in grado di incidere nella società per riscoprire il valore della formazione anche al di fuori del contesto scolastico.”

“Il 13 ottobre mobiliteremo tutti gli studenti del Paese – conclude Manfreda – perché crediamo che l’istruzione e la formazione debbano essere strumenti di inclusione e di mobilità sociale, per rispondere alle diseguaglianze, alla povertà e allo sfruttamento. Perché vogliamo cambiare la scuola per cambiare il mondo.”

IMMISSIONI IN RUOLO: RICHIESTA INCONTRO URGENTE AL MIUR

IMMISSIONI IN RUOLO, GILDA CHIEDE INCONTRO URGENTE AL MIUR
Sulle immissioni in ruolo la Gilda degli Insegnanti chiede al Miur la convocazione di un incontro urgente. 
In una lettera inviata venerdì scorso al Capo Dipartimento per il sistema educativo di formazione e istruzione, Rosa De Pasquale, il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, punta l’attenzione sulle problematiche riscontrate nelle immissioni in ruolo, in particolare sulla situazione dei ricorrenti inseriti con riserva nelle Graduatorie ad Esaurimento in seguito a una sentenza cautelare del giudice o del Tar. 
“Ogni Ufficio scolastico regionale – rileva Di Meglio – sta procedendo in maniera diversa rispetto a questi casi e ciò genera differenze di trattamento che rischiano di ripercuotersi sulla validità delle assunzioni. Chiediamo dunque al ministero di indicare una procedura univoca da seguire, che non dia adito a interpretazioni diverse da parte delle amministrazioni periferiche e che garantisca un’omogeneità di trattamento per tutti i docenti”. 

Al via le iscrizioni ai corsi di laurea IUL

Università, al via le iscrizioni ai corsi di laurea IUL

Il DG Bizzocchi: «Nel 2017 nuove sedi in tutta Italia e molte novità nell’offerta formativa»

Sono aperte le iscrizioni ai corsi di laurea dell’Ateneo telematico IUL per l’anno accademico 2017-18. L’offerta formativa comprende l’intero ciclo di studi universitari nelle discipline pedagogiche, con il corso di laurea triennale(classe L19) in “Metodi e tecniche delle interazioni educative” e il corso di laurea magistrale in “Innovazione educativa e apprendimento permanente” (classe LM57).

Come nello scorso anno, nel 2017-18 gli insegnanti potranno coprire parte dei costi di iscrizione utilizzando il bonus della Carta del Docente.

«Con il nuovo anno accademico – dichiara Massimiliano Bizzocchi, Direttore Generale della IUL –abbiamo introdotto molte novità nella didattica e nell’organizzazione della parte amministrativa. Da quest’anno, infatti, un nuovo sistema informatico permetterà di gestire, in modo più semplice e automatizzato, le fasi di immatricolazione e di invio della documentazione. Non solo, nel 2017 abbiamo attivato diversi poli tecnologici in Calabria, Sardegna, Molise, Campania e Marche, dove i nostri studenti potranno sostenere gli esami e ricevere supporto nelle attività didattiche».

I corsi di laurea propongono un’offerta formativa con docenti e tutor all’avanguardia nel panorama didattico nazionale, potendo contare sulla specifica esperienza dei due soci pubblici del Consorzio IUL: l’Indire, istituto nazionale di ricerca educativa che fa capo al Miur, e l’Università degli Studi di Firenze.

I corsi di laurea forniscono, a diversi livelli, conoscenze teoriche e competenze pratiche per operare nei contesti formativi ed educativi, con una particolare attenzione all’uso delle nuove tecnologie per l’apprendimento. La metodologia didattica proposta pone lo studente al centro del percorso formativo, grazie a un ambiente di apprendimento in grado di offrire le più avanzate soluzioni per la condivisione e la comunicazione online.

Sul sito www.iuline.it è possibile scaricare il Manifesto degli Studi e seguire le procedure di iscrizione. Gli esami potranno essere sostenuti presso una delle sedi presenti sul territorio nazionale. Per informazioni è possibile scrivere a segreteria@iuline.it o telefonare ai numeri 055 2380568/385.

CONFERMATO: FREGATA IN PIENO LA DIRIGENZA SCOLASTICA!

CONFERMATO: FREGATA IN PIENO LA DIRIGENZA SCOLASTICA!

 

Il Generale Agosto ha decretato il rompete le righe deludendo chi si attendeva una lieta novella, ma consegnando alla ripresa autunnale delle finte trattative per il rinnovo del nostro contratto una flebile speranza, sebbene tutta da verificare.

L’attesa della lieta novella è stata frustrata dall’interpretazione autentica della segretaria generale della CISL Scuola del primigenio solenne proposito della sempre più defilata ministra Fedeli – la perequazione retributiva della cruciale dirigenza scolastica con tutte le altre dirigenze pubbliche – progressivamente derubricato in armonizzazione, poi graduale armonizzazione, infine in progressiva armonizzazione della retribuzione di posizione parte fissa.

E, parlando a nome della sua Segreteria nazionale e, presumibilmente, della Trimurti, si è subito peritata di dichiarare che trattasi di un buon punto di partenza, utile ad avvicinare le posizioni prima ancora che si avvii il tavolo negoziale. Dove sarà inesorabilmente formalizzato l’ultimo passaggio mancante, riprendendosi in fotocopia la dichiarazione congiunta apposta a chiusura del CCNL dell’Area V, Secondo biennio economico 2008-2009: che, in relazione all’obiettivo della equiparazione retributiva dei dirigenti della (ex) Area V con la restante dirigenza pubblica, in coerenza con quanto stabilito dall’ordine del giorno della Camera dei Deputati (A.C. 1746 bis – A), le parti concordano di rinviare al prossimo rinnovo contrattuale, nel rispetto delle autonome determinazioni del comitato di settore, l’ulteriore esame delle connesse problematiche e la definizione delle più opportune soluzioni, nella direzione del suddetto riallineamento retributivo.

Ma ci sarebbe la flebile speranza, costituita dalla dichiarazione della collega segretaria generale dello SNALS, che pure fin qui ha sottoscritto tutti i comunicati congiunti con CGIL-CISL-UIL, sulla firma non scontata del prossimo CCNL a fronte delle posizioni minimaliste, quasi rassegnate, che sembrano aleggiare nell’area dei sindacati confederali: esattamente gli stessi – e i soli – che hanno stipulato l’Intesa del 30 novembre, quella degli 85 euro lordi mensili medi pro-capite, da impiegare prevalentemente per i salari più bassi nella galassia del pubblico impiego e per salvaguardare il bonus degli 80 euro mensili di chi percepisce retribuzioni inferiori ai ventiseimila euro lordi annui.

Cosicché, dopo essersi ufficialmente registrata – alla buon’ora – l’indisponibilità dell’ANP a sottoscrivere un contratto che non realizzi l’equiparazione retributiva, alla finora granitica Quadriate mancherebbero i numeri per decidere le sorti della propria controparte datoriale.

Ma, naturalmente, la firma ci sarà. Però dopo il 31 dicembre 2017, data di scadenza del conteggio dei numeri concernenti la rappresentatività sindacale per il triennio 2019-2021. E firmare prima il nuovo contratto costituirebbe un autentico suicidio.

La categoria protesterà? Ma sino alla prossima rilevazione della rappresentatività ci saranno tre anni di tempo per dimenticare!

Sarebbe allora quanto meno un atto prudenziale quello dei colleghi iscritti ai sindacati che finora hanno stipulato tutti i precedenti deteriori contratti della dirigenza scolastica, di costringere le loro OO.SS. ad adoperarsi per ottenere gli stanziamenti necessari e in primis rilasciando una dichiarazione ufficiale che mai più sottoscriveranno un contratto che, come obiettivo minimo ed indilazionabile:

-non renda disponibili le risorse aggiuntive per sanare le sperequazioni retributive interne alla categoria e proceda poi alla perequazione con la retribuzione di posizione fissa nell’importo percepito da tutte le altre dirigenze pubbliche non generali, inclusi i dirigenti dell’Università e della Ricerca, ora collocati, insieme ai dirigenti delle istituzioni scolastiche, nella medesima Area;

– non provveda parimenti ad armonizzare le retribuzioni di posizione variabile e di risultato, tramite la cancellazione di un sempre più micragnoso FUN, come autonoma e distinta identità, facendolo confluire nel più generoso FUA, Fondo unico dell’Amministrazione, da cui attingono le dirigenze non scolastiche; che a giudizio di tutti i maggiori studiosi giuslavoristici, più che essere correlato all’effettiva complessità delle strutture organizzative della P.A., è il lascito di negoziazioni strappate in posizioni di forza ovvero dell’affiliazione politica e delle relazioni amicali. Dunque, non si tratta di diritti acquisiti bensì di privilegi, in ordine ai quali il menzionato D. Lgs. 75/17 prescrive, per l’appunto, un’armonizzazione.

Subito, però. Perché passata la festa gabbato lo santo.

Come? Nell’unico modo che possa costringere le OO.SS. a fare il loro dovere, quel dovere cui non hanno adempiuto in tutti questi anni, riducendo la dirigenza scolastica al rango di pezzente, in più vessata da decine di molestie burocratiche e sommersa di responsabilità.

L’inversione di tendenza dipenderà solo dalla categoria. Che, finalmente, ha aperto gli occhi e che ci si augura pronta a presentare il conto, previa consapevolezza dei meccanismi appositamente studiati per confondere le idee ai non addetti ai lavori.

DIRIGENTISCUOLA, subito dopo la risposta che darà l’ARAN nel già programmato incontro del 28 p.v. e la verifica delle promesse della ministra Fedeli, pubblicherà la propria argomentata e motivata proposta, che permetterà ai diretti interessati di decidere del proprio destino.

Scuole sicure…

SCUOLE SICURE O CAPRI ESPIATORI ASSICURATI?

di Carmela De Marco

 

Anticamente il capro espiatorio era un capro utilizzato durante i riti con cui gli ebrei chiedevano il perdono dei propri peccati nel Tempio di Gerusalemme.

Nel giorno designato per l'espiazione (kippūr), il sommo sacerdote caricava tutti i peccati del popolo su un capro e poi lo mandava via nel deserto.

È quello che succede nel nostro Paese ai dirigenti scolastici, da quando sono stati riconosciuti datori di lavoro.

Dal giorno in cui firmano il contratto di incarico triennale, ai dirigenti scolastici vengono affidate tutte le responsabilità e le problematiche che riguardano le strutture scolastiche, di cui la scuola e, per essa, il MIUR, non sono proprietari.

A differenza del capro espiatorio dei peccati del popolo di Gerusalemme, i dirigenti scolastici, in seguito all'affidamento dell’ incarico triennale di una istituzione scolastica, invece di essere mandati nel deserto, hanno due possibilità :

o risolvere "magicamente" ogni problematica che i proprietari degli edifici (Comuni o Province) in tantissimi anni non hanno risolto, oppure vivere, incrociando le dita, il serio rischio di essere imputabili sia a livello civile che penale.

In effetti ci sarebbe una terza possibilità: chiudere le scuole non a norma e che versano in condizioni di serio rischio e pericolo.

Ma quest'ultima possibilità non sarà mai presa in considerazione, poiché, anche in tal caso, i dirigenti incorrerebbero nel penale, interrompendo un pubblico servizio.

Ai dirigenti scolastici il TUSL (testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), contenente un complesso di norme emanate con il D.Lgs. n. 81 /2008, ha affidato responsabilità di immensa portata.

In sostanza, oltre a provvedere a tutto ciò che riguarda la gestione e l'organizzazione della sicurezza nonché alla formazione del personale dipendente, oltre a richiedere all'Ente locale proprietario di trasmettere ogni certificazione necessaria e di effettuare gli interventi di messa a norma dei locali e degli impianti, i dirigenti scolastici rispondono in toto di ogni incidente o infortunio che possa verificarsi negli edifici scolastici e negli spazi esterni degli stessi edifici.

Lo conferma la recente sentenza a danno di una dirigente scolastica, condannata in primo grado ad un mese di reclusione, con sospensione condizionale della pena, perché ritenuta colpevole dell'infortunio occorso ad uno studente del liceo, appena diplomatosi, che, mentre erano in corso gli esami di maturità, cadde nel cortile interno dell’edificio scolastico in seguito al cedimento di un lastrico che avrebbe dovuto essere inaccessibile. Il ragazzo ferito fu soccorso e ricoverato all’ospedale.

La bidella, dichiarata inidonea al servizio e posta in pensione, non è stata indagata. L’ente proprietario, tenuto alla manutenzione, è stato assolto.

Il ragazzo si è ripreso e sta continuando senza alcun problema gli studi all'università.

Il risarcimento danni dovrà essere quantificato in sede civile, mentre la Dirigente e l’allora responsabile della sicurezza dovranno immediatamente versare alla famiglia del ragazzo 15mila euro come anticipo del risarcimento dei danni subiti dal giovane.

Lo conferma la sentenza definitiva di condanna a quattro anni di reclusione (più la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni) emessa dalla Cassazione nel mese di ottobre 2016 nei riguardi di un dirigente scolastico, a cui sono state contestate la mancata ristrutturazione del vecchio edificio dell’Aquila (costruito nell’Ottocento) e l’assenza di un piano per la sicurezza. Al suddetto dirigente è stata attribuita una «totale inerzia, a fronte di una situazione di evidente rischio per le condizioni in cui versava la palazzina, in presenza dello stillicidio di scosse». La sua colpa, sempre secondo i giudici, è stata quella di «omettere di valutare l’enorme pericolo incombente sul vetusto palazzo e il sol fatto di avere consentito la prosecuzione dell’attività». Il dirigente dell'ufficio tecnico della provincia è stato invece condannato ad una pena di trenta mesi.

I capi delle istituzioni scolastiche, a cui è stata attribuito il ruolo dirigenziale, non hanno i trattamenti stipendiali e le indennità degli altri dirigenti della PA, ma hanno oneri relativi alla sicurezza sicuramente più gravosi.

Ciò che la politica e gli Enti locali non hanno fatto per lunghi, lunghissimi anni, avrebbero dovuto fare e dovrebbero fare loro, i dirigenti scolastici.

Dopo decenni e decenni di mancato intervento e di incuria, dopo lunghi anni in cui agli enti proprietari non sono state assegnate risorse atte alla messa a norma di tutti gli edifici scolastici, ai dirigenti scolastici, diventati datori di lavoro, con tutti gli obblighi e gli oneri connessi alla sicurezza, ma senza la necessaria autonomia di spesa, sono state attribuite responsabilità di immensa portata.

Agli stessi è affidato dal Direttore dell’USR competente un incarico triennale che comporta la conseguenza di essere riconosciuti datori di lavoro per tutti gli edifici dei plessi dell’istituzione scolastica assegnata.

E se gli edifici in cui sono allocati i plessi dovessero presentare condizioni insicure, certificazioni mancanti, impianti non a norma, non basterà richiedere all'ente proprietario quanto necessario, poiché, per il solo fatto di essere datore di lavoro, il dirigente risponde in termini civili e penali di tutto ciò che sia attinente alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, degli alunni ( equiparati a lavoratori) e di chiunque si dovesse trovare a subire un infortunio nei locali scolastici.

In campo politico e sociologico il meccanismo che porta ad individuare i capri espiatori ricorre spesso, soprattutto quando gravi problemi, perdurati nel tempo e sottovalutati, sembrano essere diventati quasi irrisolvibili.

Oppure quando si cerca di ledere l'immagine di qualcuno che potrebbe ostacolare il raggiungimento di determinati obiettivi.

Così, si cerca di individuare irragionevolmente in una persona, in un gruppo di persone, o in una situazione la causa a cui attribuire gravi problemi, con l'obiettivo di nascondere le vere cause o i veri colpevoli.

La vigente normativa pone i dirigenti scolastici nel ruolo di datori di lavoro privi di poteri decisionali e di spesa, quindi con pesanti responsabilità e senza gli strumenti adeguati per affrontarle.

Nel contempo, se è vero che gli organi tecnici degli Enti locali proprietari degli edifici scolastici devono effettuare gli interventi di manutenzione facendo i conti con bilanci depauperati e insufficienti per colmare le lacune e per effettuare i necessari interventi, di certo gravare i dirigenti scolastici di ogni responsabilità relativa alla sicurezza dei locali scolastici non concorre a risolvere i problemi.

Se è assolutamente necessario e legittimo che il Dirigente Scolastico metta in atto tutte le misure volte a salvaguardare l’incolumità dei lavoratori e degli alunni , la responsabilità connessa al ruolo dei dirigenti scolastici non può essere trasformata in colpa, o in dolo, o in mancanza personale.

Non risulta più accettabile ed ammissibile, anche ai fini della effettiva tutela della sicurezza di tutto il personale della scuola, che i dirigenti delle istituzioni scolastiche paghino per le inadempienze di altri enti.

Si rende, pertanto, assolutamente necessaria una modifica del D.Lgs 81, volta a ben definire responsabilità e ruoli, nonché ad individuare non capri espiatori, ma soggetti istituzionali che, per ogni competenza e responsabilità attribuite, abbiano autonomia decisionale ed economica.

Alla luce delle problematiche relative alla sicurezza in cui versa la maggioranza degli edifici delle scuole della Repubblica, risulta incomprensibile la critica fatta dall'ANCI agli emendamenti volti alla modifica del D.Lgs 81/2008, ritenuti dai rappresentanti della stessa ANCI " inaccettabili nella sostanza e impraticabili nei fatti"

Le problematiche relative alla sicurezza della maggioranza degli edifici scolastici rappresentano una vera e propria emergenza nazionale che va affrontata non con l'individuazione di capri espiatori che non hanno potere di intervento e autonomia di spesa, ma attraverso un piano nazionale di risanamento dell’edilizia scolastica a cui è necessario che il Governo destini i finanziamenti necessari.

Licei brevi, si parte dall’anno scolastico 2018/2019

da Repubblica

Licei brevi, si parte dall’anno scolastico 2018/2019

Dal prossimo 30 settembre, però, le scuole superiori che vorranno provare questo percorso potranno presentare i progetti. 100 istituti coinvolti, una classe per istituto

di SALVO INTRAVAIA

Licei brevi: si parte dal 2018/2019. Ma dal primo al 30 settembre prossimi, le scuole superiori che vorranno provare il percorso di scuola superiore corto potranno presentare i progetti che saranno sottoposti ad una attenta valutazione da una apposita commissione tecnica ministeriale. Il decreto che darà il via alla sperimentazione è stato firmato qualche giorno fa dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. E amplia da 60 a 100 le scuole – non sarà possibile attivare più di una classe prima per ogni istituto – dove sarà possibile iscriversi ad un percorso che anziché cinque durerà quattro soli anni. La bozza di decreto lasciato in eredità all’attuale inquilina di viale Trastevere dalla collega Stefania Giannini si limitava infatti a avviare la novità in sole 60 classi. Adesso le possibilità saranno quasi raddoppiate. Ma cosa prevede il decreto?

I licei e gli istituti tecnici e professionali (statali o paritari) che hanno intenzione di imbarcarsi in questa avventura dovranno dimostrare, con tanto di progetto didattico, che gli iscritti nelle classi dei percorsi quadriennali non perderanno una sola lezione del monte ore complessivo previsto per il percorso quinquennale. Per questa ragione la candidatura dovrà distinguersi per “un elevato livello di innovazione in ordine all’articolazione e alla rimodulazione dei piani di studio”. Ma non solo. Ai temerari studenti del liceo quadriennale occorrerà garantire l’insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil – interamente in lingua straniera – a partire dal terzo anno e la valorizzazione delle attività laboratoriali, oltre che l’utilizzo di tecnologie didattiche innovative.

Occorrerà inoltre ampliare l’offerta disciplinare nuove discipline (per esempio: Diritto e Storia dell’Arte, secondo quanto stabilito dalla Buona scuola) e di conseguenza l’alternanza scuola-lavoro si dovrà svolgere prevalentemente durante le vacanze estive e nelle pause pasquali e natalizie. Un superlavoro, in classe e a casa, che potranno sopportare solo studenti parecchio motivati. Le scuole dovranno indicare anche i criteri per selezionare gli aspiranti diplomati quadriennali, nel caso in cui le richieste superassero la capienza della classe che non dovrebbe superare le 25 unità. La commissione che valuterà le proposte dovrà assicurare una equa distribuzione delle classi sul territorio nazionale e nei diversi indirizzi: licei, istituti tecnici e istituti professionali. La sperimentazione potrà essere prolungata di altri quattro anni, ma c’è chi vede in questo decreto l’anticamera del taglio di un anno di liceo & Co. per diplomare i ragazzi a 17/18 anni.

Gara Consip per i servizi della PA, irregolare come progetto Scuole belle

da La Tecnica della Scuola

Gara Consip per i servizi della PA, irregolare come progetto Scuole belle

A parlare di manipolazioni sugli appalti per la gestione dei servizi nella Pubblica Amministrazione, come sui fondi per il progetto Scuole belle, è Raffaele Cantone Presidente dell’Anac.
Infatti l’autorità Anticorruzione presieduta dal Dott. Cantone ha relazionato alla magistratura il fondato sospetto di un accordo di cartello fra tre imprese concorrenti per spartirsi i lotti principali escludendo così le altre aziende.
Queste tre aziende avrebbero vinto appalti con procedure di gara sospette e manipolate. Infatti nella relazione dell’Anac si specifica che nell’elenco di chi ha presentato offerte per la gara Consip, spuntano i nomi delle stesse aziende sanzionate dall’Antitrust per il famoso appalto da un miliardo e 600 milioni di euro denominato Scuole belle.
Tale appalto, assegnato nel 2015, fu annullato per irregolarità già sul nascere. L’inchiesta, che si preannuncia complicata, è la stessa che vede indagati il ministro Luca Lotti del governo Gentiloni e il padre dell’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Adesso i magistrati della Procura della Repubblica di Roma, ricevuta la relazione dell’Anac, dovranno stabilire se, come  già accaduto per l’appalto del progetto Scuole belle, ci possano essere anche reati di carattere penale per i dirigenti responsabili delle imprese coinvolte.

Ripetizioni, mercato esentasse da 800 milioni, ma ora arriva il voucher-famiglia

da La Tecnica della Scuola

Ripetizioni, mercato esentasse da 800 milioni, ma ora arriva il voucher-famiglia

Gli studenti rimandati a settembre, nell’anno scolastico 2016-2017, sono in aumento dallo 0,4% (da 22,3% a 22,7%). Skuola.net ha realizzato un’inchiesta che ha coinvolto circa 1000 studenti che hanno preso uno o più debiti e ha scoperto che il 46% dei rimandati dovrà recuperare una sola materia, mentre il restante il 54% è stato valutato insufficiente in più di una materia.

Il 51% dei ragazzi si è già affidato o si rivolgerà nelle prossime settimane a un insegnante privato mentre il 49% prenderà altre strade: “Circa i tre quarti (73%) studieranno da soli, il 17% cercherà aiuto sfruttando le tante risorse presenti su Internet (siti web specializzati in appunti scolastici, forum, ecc.), mentre solo 1 su 10 si farà affiancare da un’altra persona nel ripasso (il 6% da un parente, il 4% da un amico), rileva Skuola.net.

LE RIPETIZIONI – Si tratta di un mercato che al 90% non viene dichiarato e che genera un giro d’affari che supera gli 800 milioni di euro, secondo la Fondazione Einaudi. Tra le principali richieste figurano matematica, latino e greco e, in misura minore, inglese.

I COSTICosì come riporta l’Agi, per un’ora di lezione privata in matematica, latino o greco, si va dai 18/20 euro applicato dagli studenti universitari ai 30/35 euro del docente di ruolo. Per l’insegnamento dell’inglese il prezzo scende ai 20/25 euro. Se la base minima è di un’ora a settimana, con una media di due ore, soprattutto se sono coinvolte più materie, c’è anche chi sceglie di fare un’ora e mezza per venire incontro allo studente sia in termini economici che per evitare perda troppo tempo negli spostamenti.

ARRIVANO I VOUCHER – I compensi nella stragrande maggioranza dei caso di compensi esentasse. Per far fronte al fenomeno, ora che sono venuti meno i voucher, il governo ha proposto il ‘libretto famiglia’ che serve a pagare prestazioni occasionali per piccoli lavori domestici. Ogni buono del libretto è da dieci euro utilizzabile per prestazioni non superiori a un’ora. A carico del datore di lavoro i contributi alla gestione separata, il premio dell’assicurazione e gli oneri gestionali per un totale di circa due euro.

Don Milani e la scuola che boccia

da Tuttoscuola

Don Milani e la scuola che boccia

Gli alunni di Barbiana provengono da scuole dove sono stati bocciati o da famiglie povere sul piano economico e culturale. La condizione sociale dunque incide sul rendimento scolastico. La questione ha attraversato il dibattito dell’ultimo quarto di secolo e nonostante ci si sia impegnati in un’opera di “decondizionamento” e i Gianni abbiano oggi una cittadinanza non italiana, senza dimenticare che circa cinquant’anni fa ciò avveniva per gli immigrati dal sud al nord d’Italia, sembra essere tornata quell’epoca in cui bocciatura equivale a selezione sociale. Anche nel recente decreto sulla valutazione della buona scuola si voleva compiere un passo avanti investendo sulla qualità della formazione di una scuola primaria senza ripetenze, ma i nostri parlamentari hanno preferito mantenere la distinzione tra i Gianni e i Pierini, figli dei ricchi, colti e urbanizzati, che andando avanti nel percorso scolastico tenderà ad aumentare, anziché applicare in maniera effettiva il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini.
La scuola media avrebbe dovuto segnare una svolta trasformando la selezione in orientamento, invece assistiamo ad un aumento delle bocciature, che continueranno in maniera consistente nei primi anni delle superiori, ed ai tentativi di abbandono, cercando un’uscita anticipata verso il mondo del lavoro. Allargandosi la forbice e venendo meno l’idea di scuola “comprensiva” è sempre meno probabile che chi è lento, svogliato e senza basi possa incontrare i primi della classe, ma per don Milani “sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la politica”.
Durante l’obbligo scolastico non si può bocciare, si diceva a Barbiana, ma si devono rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena fruizione del diritto allo studio, perché l’obiettivo è il “successo formativo” per tutti e per ciascuno. Oggi anche gli economisti fanno propria tale affermazione. L’OCSE ritiene che la bocciatura come strumento didattico sia costoso ed inefficace. Quanto costa alla collettività un ripetente? Quelle risorse non potrebbero essere investite per una migliore personalizzazione dei percorsi e per l’orientamento? O per apportare modifiche all’organizzazione, come ad esempio superare le classi pollaio?

Organici ATA: autorizzati solo 5.182 posti nell’organico di fatto

Organici ATA: autorizzati solo 5.182 posti nell’organico di fatto

Nei giorni scorsi il MIUR ha emanato la nota 33992/17 sull’adeguamento dell’organico di diritto alle situazioni di fatto del personale ATA per l’anno scolastico 2017/2018, senza tenere conto delle osservazioni e delle richieste avanzate dei sindacati.

Sono stati autorizzati solo 5.182 posti in organico di fatto che dovrebbero servire per garantire alle scuole, ad avviso dell’Amministrazione, il loro pieno funzionamento.
Per noi le dotazioni organiche del personale ATA continuano ad essere del tutto inadeguate alla pianificazione generale dei servizi scolastici e compromettono in modo grave la tenuta dei servizi essenziali, quali la sicurezza dei laboratori, la vigilanza dei minori, l’assistenza agli alunni disabili, la continuità dell’azione amministrativa.

Avevamo portato avanti un tavolo di concertazione e chiesto un impegno politico specifico alla Ministra Fedeli, soprattutto, in tema di organici e sostituzioni. L’intesa politica doveva essere finalizzata a ottenere: l’adeguatezza delle dotazioni organiche, la sostituzione del personale assente, l’indizione bando di concorso per i DSGA (ordinario e riservato), la semplificazione del lavoro delle segreterie.

Di fronte all’assenza di risposte da parte del Ministero dell’Istruzione, non potremo che avere una sola e unica soluzione con l’avvio dell’anno scolastico: la proclamazione della mobilitazione del personale ATA.

Protocollo d’Intesa PCM – MIUR (7.8.17)

PROTOCOLLO D’INTESA

TRA
LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
E
IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

IN MATERIA DI PREVENZIONE DELL’USO DI DROGHE E ALCOL IN ETÀ SCOLARE


Droga e alcol, Boschi e Fedeli firmano intesa su politiche di prevenzione

Boschi: “Partire dall’educazione nelle scuole è fondamentale. Con l’accordo facciamo un passo avanti per prevenire l’abuso di queste sostanze e contrastare vere e proprie forme di schiavitù”

Fedeli: “Accordo importante, saremo al fianco di ragazze e ragazzi
per intercettare momenti di difficoltà e debolezza”

La Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, hanno siglato oggi un Protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Miur per un’azione congiunta che “rafforzi in modo organico e sinergico l’attuazione delle politiche di prevenzione dell’uso di droga e alcol tra i giovani”, in particolare in età scolare.
Il Protocollo prevede piani, programmi educativi e iniziative ad hoc per coinvolgere studentesse e studenti, genitori, docenti. Ci saranno campagne di informazione e comunicazione mirate. Saranno realizzate specifiche attività di formazione delle e degli insegnanti a cura di soggetti qualificati e scientificamente accreditati. Per la realizzazione degli interventi ci sono 3 milioni di euro a disposizione.

“Oggi con la Ministra Valeria Fedeli abbiamo firmato il Protocollo d’Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Miur per politiche di prevenzione dell’uso di droghe e alcol in età scolare: 3 milioni di euro in 3 anni per la realizzazione di piani, programmi educativi e campagne di informazione rivolti a studenti, insegnanti e genitori – sottolinea la Sottosegretaria Maria Elena Boschi -. L’uso di sostanze stupefacenti e alcoliche è sempre più diffuso tra i giovani, anche a causa del più facile accesso alle sostanze tramite il loro acquisto su siti internet e social network che li commercializzano: una piaga che può compromettere la crescita e lo sviluppo dei ragazzi e delle ragazze. Con l’accordo firmato oggi facciamo un passo avanti per prevenire l’abuso di queste sostanze e contrastare vere e proprie forme di schiavitù. Partire dall’educazione nelle scuole è fondamentale”, chiude Boschi.
“Il Protocollo di intesa firmato oggi tra il Miur e il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio è una scelta importante per stare accanto a ragazze e ragazzi, con l’obiettivo di intercettare quei momenti di difficoltà o di debolezza che possono indurre a forme di dipendenza dannose per la crescita e i processi di socializzazione”, dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

“L’uso e l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, in particolar modo in età scolare, possono  produrre danni gravi e incidere negativamente sulla qualità dell’apprendimento, della formazione personale, della capacità di immaginare e realizzare progetti di vita e di lavoro. È importante allora che a studentesse e studenti vengano dati tutti gli strumenti informativi e di prevenzione delle dipendenze e che la scuola diventi un’alleata, anche su questo terreno, per conoscere, condividere rischi, fare le scelte più giuste – prosegue la Ministra Fedeli -. Si tratta di lavorare sui contesti sociali, sulle modalità di accesso, sulle caratteristiche e i danni delle diverse sostanze. Il tutto sapendo porsi in ascolto e in dialogo con le ragazze e i ragazzi e in costante condivisione con le famiglie. Anche la prevenzione delle dipendenze è infatti un elemento di quel patto educativo che deve vedere tutta la società, come comunità educante, al servizio della crescita sana e positiva delle future generazioni”.

Assunzioni in Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 7 agosto, ha approvato tre diverse autorizzazioni (decreti del Presidente della Repubblica) ad assumere, a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2017/2018, sui posti effettivamente vacanti e disponibili

  • 259 dirigenti scolastici,
  • 51.773 unità di personale docente,
  • 56 unità di personale educativo,
  • 6.260 unità di personale ATA.

ATA Scuola, on line il contingente delle assunzioni: 6.260 i posti disponibili a livello nazionale

È on line, dal 10 agosto, il contingente delle assunzioni relative al personale ATA della scuola. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha avviato, anche a seguito dell’autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri, le assunzioni del personale ATA per l’a.s. 2017/2018, per complessivi 6.260 posti.
Nel contingente sono previsti 761 Direttori dei Servizi Generali Amministrativi (DSGA); 1.227 Assistenti Amministrativi; 428 Assistenti Tecnici; 3.655 Collaboratori Scolastici; 66 Cuochi; 60 Addetti alle Aziende Agrarie; 41 Guardarobieri; 22 Infermieri.

In allegato le tabelle su base regionale.