Specializzazioni mediche

Accreditamento delle Scuole entro la prossima settimana. Pubblicazione del bando di concorso venerdì 29 settembre. Prova nazionale martedì 28 novembre.

Questo il cronoprogramma per le Scuole di specializzazione in Medicina individuato e condiviso dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e dalla Ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

Quest’anno, a seguito dell’entrata in vigore del decreto congiunto Miur-Salute (n. 402 del 13 giugno 2017), è partito un nuovo e più rigoroso sistema di accreditamento delle Scuole di specializzazione, improntato a garantire una sempre maggiore qualità della formazione dei futuri professionisti medici.

In pochi mesi è stato portato a compimento un lavoro atteso da anni, più volte auspicato, già in sede di confronto per il Patto della Salute, dal mondo della Salute, dalle Regioni e dal mondo accademico in materia di accreditamento delle Scuole.

Le Università hanno presentato, in base ai nuovi parametri per l’accreditamento, le nuove proposte delle Scuole entro il 10 luglio scorso.

L’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica (organo istituito presso il MIUR, con la partecipazione di rappresentanti del MIUR, della Salute, delle Regioni e del mondo della medicina universitaria) ha presentato le proposte di accreditamento il 31 luglio scorso rispetto alle quali, nel mese di settembre, sono stati effettuati ulteriori approfondimenti e controlli di merito su richiesta dei due Ministeri. Il complesso percorso dell’accreditamento sarà concluso nella prossima settimana con l’emanazione dei decreti ministeriali della Salute, di concerto con il MIUR, di accreditamento delle strutture e con i decreti MIUR di accreditamento delle Scuole.

Immediatamente dopo, verranno ripartite le 6.105 borse statali, sarà integrata l’offerta di ulteriori borse da parte delle Regioni e di altri enti e, quindi, si procederà alla pubblicazione del bando, che terrà conto delle nuove regole di concorso.

Queste ultime rappresentano l’altra importante novità di quest’anno per le Scuole di specializzazione. Le nuove regole sono state sollecitate, tra gli altri, dalle associazioni di specializzande e specializzandi, dalla Conferenza dei rettori e dal Consiglio Nazionale degli studenti universitari.

Il nuovo Regolamento, definito dal MIUR e pubblicato lo scorso 6 settembre in Gazzetta Ufficiale dopo la registrazione della Corte dei conti, prevede una prova unica nazionale, sedi d’esame non più frammentate ma accorpate su base interregionale, una graduatoria unica nazionale.

L’avviso di pubblicazione del bando sarà in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre prossimo. Lo stesso giorno il bando sarà pubblicato sul sito del MIUR.

La data della prova nazionale è fissata per il 28 novembre. La presa di servizio avverrà entro il 2017.

Scuola italiana in dimensione europea

Scuola italiana in dimensione europea
Sequenza dei documenti europei ed italiani relativi alle competenze di cittadinanza e al Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF)

di Maurizio Tiriticco

 

Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006: Definizione delle competenze chiave per l’Apprendimento Permanente: 1) comunicazione nella madrelingua; 2) comunicazione nelle lingue straniere; 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare a imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8) consapevolezza ed espressione culturale.

 

Decreto MPI del 22 agosto 2007: Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione decennale. Seguono quattro allegati: 1) quattro assi culturali, dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale; 2) otto competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria: a) imparare ad imparare; b) progettare; c) comunicare; d) collaborare e partecipare; e) agire in modo autonomo e responsabile; f) risolvere problemi; g) individuare collegamenti e relazioni; h) acquisire ed interpretare l’informazione.

 

Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008: viene istituito il Quadro Europeo delle Qualifiche, European Qualifications Framework, EQF, per l’apprendimento permanente. Si tratta di un sistema comparativo che permette di confrontare ed equiparare titoli di studio e qualifiche professionali dei cittadini degli Stati membri dell’Unione europea. In altri termini, un cittadino europeo che circoli per studio o per lavoro in ciascuno dei Paesi membri, sa che il suo titolo corrisponde a un preciso livello europeo debitamente riconosciuto. I risultati di apprendimento sono definiti in termini di CONOSCENZE, ABILITA’ e COMPETENZE. I livelli adottati e debitamente illustrati sono otto: da un’istruzione minimale di base alle alte specializzazioni.

CONOSCENZE: insieme organizzato di dati e informazioni relative a oggetti, eventi, procedure, tecniche, regole, principi, teorie, che il soggetto ap-prende, com-prende, archivia e utilizza in situazioni operative quotidiane procedurali e problematiche;

ABILITA’: atti concreti singoli che il soggetto compie utilizzando date conoscenze e dati strumenti; di fatto un’abilità costituisce un segmento di competenza;

COMPETENZA: la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali (il Sé), sociali (il Sé e gli Altri) e/o metodologiche (il Sé e le Cose) in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. Nel Quadro Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e di autonomia.

 

Accordo Stato Regioni del 20 dicembre 2012: viene formalmente recepita la Raccomandazione europea del 23 aprile 2008. Seguono le corrispondenze tra l’EQF e i nostri titoli di studio relativi all’istruzione secondaria di primo e di secondo grado:

  • termine della scuola media  EQF 1
  • termine dell’obbligo di istruzione decennale ovvero del primo biennio dell’istr. di sec. grado EQF 2
  • termine del secondo biennio – conseguimento della qualifica professionale regionale triennale EQF 3
  • termine del quinto anno (ex maturità)  EQF 4
  • conseguimento del diploma di tecnico professionale regionale quadriennale EQF 4
  • conseguimento del diploma di tecnico superiore (ITS) EQF 5

Concorso a preside, Fedeli: ci siamo, lunedì 19 la data di uscita del regolamento

da La Tecnica della Scuola

Concorso a preside, Fedeli: ci siamo, lunedì 19 la data di uscita del regolamento

 

Lunedì 19 settembre sapremo finalmente quando uscirà il regolamento dell’atteso concorso per dirigenti scolastici.
A dirlo è stata la ministra all’Istruzione, Valeria Fedeli, durante la festa del Pd di Reggio Emilia, nel corso di un dibattito proprio sulla scuola: “Finalmente – ha spiegato – dopo un lavoro anche di pressing tra ministero e strutture che devono fare la loro parte, mi hanno confermato che lunedì mi daranno la data di pubblicazione del regolamento che permette di fare il concorso”.
Dunque, come si poteva immaginare, i ritardi della pubblicazione del regolamento, prologo per il bando concorsuale, rimangono legati ai tanti via libera istituzionali che tardano ad arrivare: mancandone anche uno, il concorso non può essere svolto.
Nei giorni scorsi, forse lasciandosi andare ad eccessivo ottimismo, la ministra Valeria Fedeli aveva parlato di pubblicazione del regolamento entro la metà di settembre.

“Il concorso dei dirigenti scolastici è un altro degli elementi importanti del nostro impegno – ha concluso la responsabile del Miur -: non si fa da sei anni. Per far funzionare una scuola tutte le figure professionali devono essere al loro posto senza reggenze”.
Cosa dobbiamo aspettarci, ora? Ammettiamo che regolamento e bando escano ad ottobre: a quel punto, si stabilirà una data da cui partire per dare modo ai candidati di presentare domanda: passerà un altro mese. Le prove, quindi, ad iniziare dalla preselettiva, è altamente probabile che si svolgano non prima di gennaio 2018.
Non vogliamo essere cattivi profeti, ma è davvero difficile che in meno di otto mesi possano essere decreti i vincitori che servono, mai come in passato, per tamponare l’enormità di posti vacanti che si è venuta a creare negli ultimi anni.
I posti a bando dovrebbero essere almeno 2mila: per partecipare, occorre ricoprire il ruolo di insegnante assunto a tempo indeterminato, aver superato l’anno di prova e svolto almeno 5 anni di servizio (supplenze comprese).

Vaccini, Cobas: era logico che si creasse il caos

da La Tecnica della Scuola

Vaccini, Cobas: era logico che si creasse il caos

 

Il disagio che si sta creando sulla questione vaccini era facilmente prevedibile: lo sostiene Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas Scuola.
Secondo il sindacalista autonomo, “due settori pubblici ampiamente sotto-dimensionati dai tagli pesantissimi degli ultimi anni (ASL e Scuole) vengono investiti di ulteriori nuove incombenze. Le segreterie scolastiche, ridotte ai minimi termini per il personale e addirittura impossibilitate dalla legge a nominare supplenti, non sono in grado di smaltire ulteriore lavoro burocratico; e anche i presidi cominciano a dare forti segnali di insofferenza rispetto alle sempre maggiori incombenze a cui la legge via via li chiama, fino alle attuali responsabilità di sicurezza sanitaria (dal prossimo anno la composizione delle classi dovrà tenere conto anche della situazione vaccinale dei singoli studenti)”.
Per Bernocchi, sono “gravissime sia la preclusione dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia ai bambini e alle bambine “non ottemperanti”, sia la grottesca “sanatoria” per coloro che, pagando una multa di 500 euro, verrebbero esentati dalle vaccinazioni (miracoli italiani: pagata la multa, finisce il rischio di contagio), sia la stolida richiesta di autocertificazione avanzata ai soli operatori della scuola (docenti e ATA), come se fossero le uniche figure pubbliche che i ragazzi incontrano e frequentano. Autocertificazione che prevede la inopinata opzione “NON RICORDO” tra le risposte ammissibili”.
Il sindacalista si chiede, poi se “è possibile che solo i lavoratori della Scuola debbano avere questa incombenza, mentre tutti gli altri, anche quelli che nel loro quotidiano lavoro entrano in contatto con gli stessi studenti, possono evitare di dare prova della loro “idoneità vaccinale” al lavoro?  E gli alunni che si vorrebbe escludere dalla scuola qualora non facessero i vaccini, non frequenterebbero poi cinema, palestre, piscine, campi sportivi, treni, ristoranti, locali pubblici? Dov’è la presunta razionalità scientifica cui tanto ci si appella?”.

“Non è questione di entrare nel merito a livello sanitario, ma di valutare la violenza istituzionale con cui il Governo, il Parlamento, l’Amministrazione hanno deciso di operare, senza nessun pericolo evidente o imminente. Non sosteniamo affatto che tutte le vaccinazioni siano inutili, né che lo Stato non abbia, laddove sussistono le debite motivazioni, la possibilità e anzi il dovere di prevedere un obbligo di massa atto a salvaguardare la salute pubblica.

Questo in caso di epidemie in atto o di nuove malattie, che malauguratamente dovessero diffondersi per effetto della velocizzazione degli scambi, come avvenne cinquecento anni fa quando con raffreddore, morbillo, varicella noi europei sterminammo milioni di nativi americani privi di difese immunitarie. Ma allora i vaccini non c’erano”.

“Ora – continua Bernocchi – non ci sono evidenti epidemie in atto, e anzi l’unica “epidemia” sulla quale i mass media avevano già svolto una campagna martellante (la meningite), è stata prima inserita tra i vaccini obbligatori e poi cancellata. E ancora: in un paese come l’Italia nel quale la corruzione è endemica e ha raggiunto ormai proporzioni enormi, come possono i cittadini non temere che il ceto politico non sia succube degli interessi delle case farmaceutiche?”.

Il leader del Cobas Scuola non vuole “prendere posizione contro i vaccini tout court. Si tratta di esprimere contrarietà all’attuale provvedimento che anziché seguire una politica di informazione e persuasione, ha scelto una minacciosa via impositiva e repressiva. Diciamo NO ad un obbligo vaccinale imposto d’imperio, senza aver fornito esaurienti e convincenti spiegazioni sulla sua reale necessità e con minacce e punizioni e negazioni del diritto all’istruzione nei confronti di chi non ottempera; NO alla assurda autocertificazione degli operatori della scuola, e chiediamo il ritiro immediato della circolare MIUR del 16 agosto 2017; NO all’esclusione dalla scuola dell’infanzia delle bambine e dei bambini che non hanno “ottemperato”; NO alla  trasformazione delle scuole in organo di indagine per la individuazione degli inadempienti”.

Settimana corta, i docenti avvertono: calo di attenzione per gli studenti alle ultime ore

da La Tecnica della Scuola

Settimana corta, i docenti avvertono: calo di attenzione per gli studenti alle ultime ore

 

Sulla settimana corta abbiamo scritto diverse volte, evidenziando, come spesso accade in questi casi, la formazione del fronte dei favorevoli e dei contrari.

Non importa se il sabato libero sia d’importazione statunitense o un’eredità del ventennio fascista (il sabato fascista appunto), ma fatto sta che molte scuole decidono di organizzare le attività didattiche in 5 giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì.

Le motivazioni vanno dalla necessità di “stare insieme di genitori e figli” o con più prosaiche esigenze di risparmio sulle spese di riscaldamento, le utenze, il trasporto, si legge su Il Corriere della Sera.it.

La settimana corta rientra nel vasto regno dell’autonomia scolastica, cioè le scuole hanno la possibilità di sperimentare cambi di orario scolastico nel corso della settimana, senza tagliare ore e programmando i ritmi di insegnamento «su misura».

Tali decisioni sono stabilite dal  consiglio d’istituto – anche con il voto delle famiglie, ma capita non di rado che sulle decisioni intervengano le pressioni delle amministrazioni locali, soffocate dai tagli di bilancio che rendono troppo onerosi i servizi necessari per il buon funzionamento degli istituti.

Eppure, come abbiamo scritto in precedenza, c’è una recentissima decisione del Tar del Lazio, che ha sospeso la decisione del Consiglio di Istituto del “Liceo Aristotele” di Roma che ava stabilito la settimana corta, a causa di circa una novantina di famiglie che avevano fatto ricorso.

In realtà, per quanto riguarda la vicenda romana, bisognerà attendere fino a gennaio per conoscere il merito della decisione. Che potrebbe indurre altre scuole a fare marcia indietro.

Non sono pochi quelli del fronte del No alla settimana corta, che porta vanti delle altrettante ragionevoli motivazioni, rispetto ai favorevoli, come quelle degli studenti, che costretti dal tempo pieno a scuola per avere il sabato libero, non hanno molto tempo per i compiti a casa o per altre attività, tipo lo sport o altri hobby. Ma anche chi abita molto lontano da scuola, specie nelle grandi città, la settimana corta è faticosa.

E poi gli insegnanti, che lamentano un calo di attenzione nelle ultime ore di lezione da parte di studenti, che obiettivamente, sono a scuola dalle 8 del mattino, ragion per cui, il sabato potrebbe essere un buon ammortizzatore di fatica e concentrazione.

Anche se non esiste una mappatura precisa, possiamo da alcune ricerche a campione, si legge ancora su Corriere.it, che il sabato libero sembra essere una prerogativa delle grandi città: a Milano, ad esempio, una scuola superiore su due (nel primo biennio) applica l’orario prolungato, con il sabato libero. Ma in provincia e nei centri più piccoli, la settimana lunga resta l’opzione più gradita.

Personale Ata, dal 30 settembre via alla presentazione delle domande. La guida della FLC-CGIL

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata, dal 30 settembre via alla presentazione delle domande. La guida della FLC-CGIL

 

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato il Decreto Ministeriale 640 del 30 agosto 2017 per l’aggiornamento della terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto del personale ATA per il triennio 2017-2019. L’aggiornamento riguarda i profili professionali di: collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, guardarobieri, infermieri e cuochi.

Le domande di partecipazione alla procedura, compilate secondo i modelli che saranno in seguito pubblicati sul sito del Miur, potranno essere presentate dal 30 settembre al 30 ottobre 2017, a mano, con raccomandata a/r oppure con posta certificata.

Al momento non sono ancora disponibili i modelli di domanda.

Ecco la guida, preparata dalla FLC CGIL, con tutte le info utili

Scuola

Guida rapida alla presentazione della domanda

Qui di seguito altri riferimenti a normativa e materiali di supporto.

Scheda sui requisiti per poter accedere.
Bando (DM 640/17).
Tabella di corrispondenza titoli/laboratori assistenti tecnici.
Guida alla registrazione su istanze online.