Biblioteca “Luigi De Gregori”

La Ministra Fedeli intitola la Biblioteca del Miur a Luigi De Gregori
L’intitolazione è avvenuta oggi in occasione del Convegno “Fontane, non serbatoi” nella Sala della Comunicazione del Ministero.

(Roma, 2 ottobre 2017) Questa mattina la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha intitolato le sale della Biblioteca del Miur a Luigi De Gregori, che ne fu, per primo, il direttore.

L’intitolazione è avvenuta in occasione del Convegno “Fontane, non serbatoi”, organizzato per commemorare questo illustre cittadino amante della cultura del proprio Paese, il cui operato è stato determinate nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio librario oggi disponibile all’interno della Biblioteca.

“L’intitolazione della Biblioteca del Miur a Luigi De Gregori – ha spiegato la Ministra – è un atto doveroso che compiamo con piacere e riconoscenza. La sua esperienza e i suoi scritti ci hanno lasciato in eredità un’importante testimonianza: il sapere è vivo e anche le biblioteche, luoghi della custodia e tutela del patrimonio librario e culturale, lo sono. A noi che componiamo la comunità educante spetta il compito di trasmettere queste conoscenze e questa passione nei confronti dello studio, quale fonte di arricchimento personale e di costruzione di cittadinanza, alle nuove generazioni”.

“Vogliamo esercitare una memoria che sia attiva: i luoghi di questo Ministero devono essere ‘parlanti’ e conservare traccia dell’azione delle donne e degli uomini che hanno inciso significativamente sulle politiche culturali e sociali dell’Italia negli anni passati. Come emerge dal titolo del convegno di oggi, le biblioteche sono ‘fontane’ di un sapere che scorre e si rigenera. Dobbiamo far sì che le nuove generazioni attingano a queste fonti e scoprano quanto la conoscenza, lo studio, l’analisi, la ricerca siano essenziali nella loro quotidianità quali chiavi di accesso alla realtà: un accesso da protagonisti e non da inconsapevoli cittadini”, ha concluso la Ministra.

L’Educazione civica in Svizzera torna nella scuola…. e in Italia?

L’Educazione civica in Svizzera torna nella scuola…. e in Italia?

di Giuseppe Adernò

Nel Canton Ticino, grazie a un referendum popolare promosso da un imprenditore italiano, si legge sul quotidiano Avvenire del 30 settembre, gli studenti delle medie e delle superiori dovranno studiare Educazione civica come materia separata da storia.

Il lettore Antonio Bovenzi scrive al direttore di Avvenire: ” Forse sarebbe il caso di reintrodurre tale materia anche nell’ordinamento scolastico italiano” ed il direttore Marco Tarquinio così risponde:
Da anni ormai, siamo tra quanti auspicano il ripristino, ma vero e finalmente convinto, dell’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola italiana.
Anch’io personalmente mi sono speso per questo, e sono grato al professor Luciano Corradini, illustre pedagogista e già presidente del Consiglio superiore della Pubblica istruzione, che più di tutti l’ha fatto e lo fa. Certo, ho pure piena consapevolezza dell’obiezione, a tutt’oggi vincente, di chi ritiene che l’Educazione civica debba essere usata come una sorta di “lievito” nell’impasto dei “pani” di altri fondamentali insegnamenti. Il problema è che questo non avviene abbastanza, non avviene sempre, anzi – a essere onesti – avviene in modo episodico, intermittente, appena formale… è un problema serio.
Sia chiaro, so che ci sono delle buone pratiche scolastiche, così come so che non è solo la scuola – ci sono prima di tutto la famiglia e, insieme, parrocchie e oratori, luoghi associativi, strutture di volontariato… – che può e deve contribuire alla consapevolezza umana e civica dei nostri figli (e, attraverso loro, alimentare la nostra di adulti), ma vedo troppi vuoti, più di una grave noncuranza, la tendenza a dare per scontato ciò che scontato non è del tutto: la pacifica condivisione dell’alfabeto fondamentale della comune cittadinanza. E non mi rassegno, da cittadino e da cristiano.
Faccio parte di quella generazione che è nata “vicino alla Costituzione” (personalmente dieci anni dopo la sua entrata in vigore, nel 1948) e formata – anche con qualche retorica, ma soprattutto con speranza e passione – a conoscersi e riconoscersi con naturalezza e voglia di cambiamento in quell’orizzonte valoriale e civile, costruito assieme da uomini e donne di ispirazioni ideali diverse ma capaci di unità sui “fondamenti”, e che ha nel personalismo cristiano una radice potente. Un orizzonte che ha dato senso alla ricostruzione morale e materiale e all’impetuoso sviluppo del nostro Paese – e all’ideazione e costruzione di un’altra Europa – dopo il fascismo e la fine della lunga guerra che tra il 1914 e il 1945, aveva insanguinato il cuore del Novecento.
Per questo non riesco a rassegnarmi a una vasta smemoratezza e a una purtroppo crescente ignoranza. E credo che un insegnamento proprio di Educazione civica – che non sia ridotto a “foglia di fico” e sia davvero “lievito” anche in altre materie – possa essere uno strumento davvero utile. Soprattutto in questo tempo in cui – lo ripeto da sostenitore, quale sono, dello ius culturae in tema di cittadinanza – le nostre scuole sono il luogo dove cresce una generazione di italiani che hanno anche origini straniere.

La saggia risposta del Direttore ritrova l’approvazione di tanti. Nella civilissima e ricca Svizzera si custodiscono i valori e noi scartiamo i doni che i nostri Padri ci hanno lasciato.

Ricordare che l’Educazione Civica è nata a Catania, al Castello Ursino nel febbraio del 1957, divenuta legge e materia per le scuole italiane nel 1958 (Ministro: Aldo Moro), nel primo decennale della Costituzione Italiana, è un dovere di rispetto della memoria storica della scuola italiana.

Purtroppo il sistema scolastico rimane ingessato. Diventa facile cancellare, abolire, ridurre e risulta poi difficile ricostruire, ricomporre, restituire valore e dignità ad una disciplina definita “trasversale” e come tale di tutti e di nessuno. Materia cenerentola, ancilla della cattedra di Lettere e affidata alla sensibilità personale dei docenti con evidenti segni a macchie di leopardo.

Non sono stati sufficienti, anche se positivi ed efficaci gli interventi e i benefici formativi dei progetti di legalità, ambiente, salute, rispetto, ed ora anche cultura di genere

Non sono stati sufficienti i progetti di Educazione civica applicata, mediante l’attivazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi che adesso è diffuso in circa mille scuole italiane.

E’ mancata la sistematicità che è una dimensione connotativa della scuola e quindi l’occasionalità, la facoltatività, l’opzione libera, non corrisponde ai principi e ai doveri della scuola. Lo confermano i dati che testimoniano la non conoscenza da parte di tanti ragazzi delle norme elementari dell’ordinamento dello Stato e della Repubblica Italiana.

Nelle auspicate nuove linee guida per l’applicazione della Legge 107/2015, che più volte fa riferimento alla cittadinanza attiva, si auspica che l’Educazione civica o alla Cittadinanza sia oggetto di valutazione autonoma.

Perché questo possa avvenire “Cittadinanza & Costituzione” deve diventare una materia autonoma, assegnata ad un docente (lettere, storia, diritto) e quindi con uno specifico curriculo formativo, diventare “disciplina” e quindi oggetto di studio sistematico da parte degli studenti e oggetto di valutazione e contribuire alla definizione del curriculo formativo dello studente italiano, mentre adesso tale percorso formativo resta generico, approssimativo e superficiale.

I contenuti disciplinari, “sistematici e critici”, di “Cittadinanza & Costituzione” accompagneranno la crescita evolutiva degli studenti nei diversi ordini e gradi e solo così si potrà dire che la scuola forma uomini e cittadini.

Il primo soccorso sbarca a scuola: in arrivo le linee guida

da Il Sole 24 Ore

Il primo soccorso sbarca a scuola: in arrivo le linee guida

Con l’emanazione delle linee guida per l’insegnamento del primo soccorso a scuola, prevista per novembre, si avvicina il sogno di un’Italia “cardioprotetta”, in cui da una parte sempre più persone sono in grado di intervenire se vedono qualcuno in difficoltà e dall’altra c’è una maggiore diffusione dei defibrillatori. L’obiettivo è stato illustrato durante il congresso della Società Sis 118 a Roma.

La novità
La possibilità facoltativa di insegnare massaggio cardiaco, defibrillazione e le altre tecniche era stata sancita, dopo una petizione con 93mila firme, da un comma del provvedimento sulla «Buona scuola». Secondo le stime sono 60mila ogni anno le persone che in Italia sono vittima di “morte improvvisa”, e un terzo potrebbe essere salvato se entro tre minuti viene effettuato il massaggio cardiaco.

«Ora con le linee guida non ci sono più scuse – sottolinea Mario Balzanelli, presidente della società sistema 118 -, le scuole avranno tutti gli strumenti per adottare il corso. Avviare primo soccorso nelle scuole è un primo passo per interfacciarci con la società civile, puntiamo non solo agli alunni ma anche agli adulti. L’obiettivo è avere una Italia cardiorprotetta, con da una parte sempre più persone che sanno come fare la rianimazione cardiopolmonare e dall’altra una distribuzione maggiore dei defibrillatori, non solo nelle scuole e nelle palestre ma anche nei condomini e sui mezzi di trasporto, dai treni ai mezzi pubblici».

Bergoglio scrive un libro sulla scuola, la prefazione è della Fedeli: insorgono gli anti-gender

da La Tecnica della Scuola

Bergoglio scrive un libro sulla scuola, la prefazione è della Fedeli: insorgono gli anti-gender

 

“Imparando ad imparare”, Marcianum Press, 80 pagine, a cura di Lucio Coco: è la raccolta di scritti di Papa Francesco sull’istruzione, la scuola e l’educazione.

La prefazione è della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Il libro è stato distribuito nelle librerie il 30 settembre. Il giorno dopo, domenica 1° ottobre, è scoppiata la polemica. Sui social, ma anche sui quotidiani, come Libero e Il Giornale: ad innescarle sono stati i cattolici più ferventi, soprattutto per le presunte simpatie della Fedeli nei confronti delle teorie gender.

L’accusa maggiore riscontrata, verso la Fedeli, è stata quella di spingere troppo verso la parità di genere. E, solo per questo, non sarebbe stato saggio affidare la decisione di affidare a lei la prefazione della raccolta di discorsi del Santo Padre sull’istruzione dei giovani.

Nella prefazione, la titolare del Miur cita a più riprese i tanti discorsi e riferimenti fatti da Papa Bergoglio in questi anni sulla scuola e i suoi studenti. E poi parla di quelli che sono tra i punti fermi del suo mandato ministeriale.

“Sono fermamente convinta – scrive la Fedeli nella prefazione – che si debba e si possa rilanciare un patto educativo tra scuola, genitori e società. Un patto che metta al centro le studentesse e gli studenti, che riconosca e valorizzi (anche in termini economici) il ruolo fondamentale delle e dei docenti, un patto che sia fondato sulla consapevolezza che la formazione delle nuove generazioni è un investimento decisivo non solo per lo sviluppo personale delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, ma per il futuro dell’intero Paese”.

In effetti, di riferimenti diretti alle teorie gender non sembrano esserci. Tanto che la stessa ministra, a margine della visita proprio di Papa Francesco a Bologna, prende le distanze dalle polemiche con una frase secca: “Ma quali simpatie per le teorie gender!”. Per la Fedeli, insomma, il discorso è chiuso. Le polemiche, però, probabilmente non si fermeranno qui.

La raccolta di testi di Papa Francesco è una miscellanea ragionata, ha detto all’Ansa don Roberto Donadoni direttore editoriale della Marcianum Press: “si tratta di scritti di Papa Bergoglio messi insieme con molta serenità. Quando si è trattato di far scrivere la prefazione abbiamo pensato alla prima autorità dell’istruzione in Italia, che è mia compaesana anche se io non la conosco personalmente. Io non so cosa dice la ministra Fedeli sul gender, però se si legge la prefazione si vede che è in perfetta linea con i valori cristiani e umani“.

Per l’editore, “la polemica è scaturita da gruppi un po’ talebani da questo punto di vista: e in ogni caso, io penso che si debba dialogare con tutti. E non capisco perché non posso dialogare con chi non la pensa come me. Io, tra l’altro, provengo dalla scuola del cardinal Martini, ho fatto altri volumi dialogando con Marco Pannella o Fausto Bertinotti. E il ministro dell’Istruzione in carica è la Fedeli, se ci fosse stato Berlinguer avrei fatto fare a lui la prefazione”. Per questo, conclude, riferendosi i ai cattolici che protestano, “sono loro che creano il problema”.

Miur: nel nostro Gabinetto lavorano solo 155 persone e non 230, la spending review è già passata

da La Tecnica della Scuola

Miur: nel nostro Gabinetto lavorano solo 155 persone e non 230, la spending review è già passata

 

Nel Gabinetto del Miur operano 155 persone e non 230: a sottolinearlo è stato il ministero dell’Istruzione, correggendo un articolo de “La Repubblica”.
Il quotidiano aveva indicato la cifra, affrontando il tema della proliferazione delle istituzioni pubbliche.
“Questo numero – spiega una nota ministeriale – fa riferimento a un vecchio Regolamento del 2009 (art. 10 del DPR 16/2009), dove, per la precisione, il contingente indicato era di 236 unità ed era la risultante dell’accorpamento di due Ministeri (ex Ministero della Pubblica Istruzione ed ex Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica)”.
“In realtà – prosegue la nota -, con la Legge di Bilancio per il 2015, il Miur, tra le misure di contenimento della spesa necessarie al raggiungimento di obiettivi di spending review, ha ridotto tale contingente di personale da 236 a 190 unità. In più, fermo restando il contingente previsto dalle norme, di fatto, alla data odierna il personale in servizio presso gli uffici di diretta collaborazione del Miur è di 155 unità”.
Come per tutti i Ministeri, inoltre, gli uffici di diretta collaborazione del Miur – prosegue la nota – non sono “staff” del Ministro in carica. Ma sono uffici più complessi composti da: Ufficio di Gabinetto; Segreteria del Ministro; Ufficio legislativo; Ufficio stampa; Segreteria Tecnica del Ministro; Ufficio del Consigliere diplomatico; Segreterie dei Sottosegretari di Stato (che in questa legislatura per il Miur sono sempre stati tre).

In particolare, poi, nell’ambito della propria discrezionalità organizzativa, il Miur ha inserito all’interno degli uffici di diretta collaborazione (e quindi del contingente totale di personale) l’Organismo Indipendente di Valutazione e la sua struttura tecnica.
Da Viale Trastevere, tengono a specificare che presso gli uffici di diretta collaborazione prestano servizio in larga maggioranza dipendenti di ruolo del Miur o dipendenti comandati da altre Amministrazioni.
Infine, dal dicastero dell’Istruzione, ricordano che molte delle attività svolte dall’Ufficio di Gabinetto del Miur sono attività istituzionali del Ministero e trasversali a tutti gli uffici: concessione di patrocini, istruttoria per le benemerenze, coordinamento del contenzioso, cura delle questioni di legittimità costituzionale afferenti a materie di competenza del Miur, segreteria di sicurezza, relazioni con le organizzazioni sindacali dei diversi settori del comparto Istruzione e Ricerca, istruttoria dei protocolli d’intesa.
Insomma, per il Miur il numero di dipendenti impiegati nel Gabinetto non è affatto elevato, riferito all’alta mole di impegni e servizi da assolvere. Come dire: gli sprechi delle pubbliche amministrazioni, se ci sono, vanno intercettati altrove.

Fedeli, a gennaio la Costituzione distribuita in tutte le scuole

da La Tecnica della Scuola

Fedeli, a gennaio la Costituzione distribuita in tutte le scuole

 

“Dall’8 gennaio, a 70 anni dalla entrata in vigore, abbiamo concordato con Gentiloni e Padoan di distribuire in tutte le scuole la Costituzione italiana”.
A dirlo è stata la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, nel corso del Prix Italia di Milano, ricordando che “daremo il via a metà ottobre a iniziative per l’educazione al rispetto dell’articolo 3 della Costituzione”.
Parallelamente, ha continuato la responsabile del Miur, “apriremo il dibattito sul lavoro delle madri e dei padri costituenti con il Presidente della Corte costituzionale italiana. Vogliamo raccontare nelle scuole la realtà e la verità su come si è costruito l’articolo 3 della Costituzione”.

Come già scritto dalla Tecnica della Scuola, la Fedeli ha sottolineato che il 3 “è un articolo da conoscere, studiare e comprendere perché il rispetto delle diversità e quindi delle persone è esattamente la più straordinaria forma di istruzione alla cittadinanza attiva e democratica quindi di contrasto ad ogni forma di violenza e sopraffazione”.

La ministra dell’Istruzione ha infine tenuto a dire che “questo compete alla scuole ma va fatto anche coinvolgendo i genitori, attraverso un patto di corresponsabilità educativa tra scuola, genitori e società. Non ci deve essere separazione tra quello che i ragazzi apprendono a scuola e quello che vivono in famiglia”.

Pronte le linee guida per il primo soccorso a scuola

da La Tecnica della Scuola

Pronte le linee guida per il primo soccorso a scuola

Sono pronte, e saranno presentate ufficialmente a novembre, le linee guida per l’insegnamento del primo soccorso a scuola.
La possibilità facoltativa di insegnare massaggio cardiaco, defibrillazione e le altre tecniche era stata sancita, dopo una petizione con 93mila firme, da un comma del provvedimento sulla ‘buona scuola’.
“Ora con le linee guida non ci sono più scuse – hanno sottolineato i promotori-, le scuole avranno tutti gli strumenti per adottare il corso. Avviare primo soccorso nelle scuole è un primo passo per interfacciarci con la società civile, puntiamo non solo agli alunni ma anche agli adulti. L’obiettivo è avere un”Italia cardiorprotetta’, con da una parte sempre più persone che sanno come fare la rianimazione cardiopolmonare e dall’altra una distribuzione maggiore dei defibrillatori, non solo nelle scuole e nelle palestre ma anche nei condomini e sui mezzi di trasporto, dai treni ai mezzi pubblici”.
Secondo le stime sono 60mila ogni anno le persone che in Italia sono vittima di ‘morte improvvisa’, e un terzo potrebbe essere salvato se entro tre minuti viene effettuato il massaggio cardiaco.

Il personale della scuola non ha diritto a indennità giornaliera Inail in caso di infortuni

da La Tecnica della Scuola

Il personale della scuola non ha diritto a indennità giornaliera Inail in caso di infortuni

 

Il personale della scuola, in caso di infortuni non ha diritto ad alcuna indennità giornaliera per inabilità temporanea da parte dell’Inail. Infatti, quando si assentano da lavoro percepiscono già per intero l’intera retribuzione dallo Stato.

Così riporta Il Sole 24 Ore, la sezione lavoro della Suprema Corte di Cassazione con sentenza 21325/17, depositata il 14 settembre scorso, è stata chiara in tal senso.

LA CASSAZIONE RIBALTA TUTTO – L’Inail si era rivolto ai giudici supremi dopo essere stato condannato dal Tribunale di Brindisi a versare l’indennità per inabilità temporanea assoluta ad una collaboratrice scolastica. Il giudice in primo grado, infatti, aveva accolto la domanda di risarcimento presentata dalla donna che, in seguito ad un incidente stradale, non era potuta tornare al lavoro per 40 giorni, intimando all’Inail di pagare l’ammontare dell’indennità richiesta.

L’istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro si era quindi rivolto alla Corte d’appello di Lecce, che a sua volta aveva respinto l’impugnazione della sentenza di primo grado da parte dell’Inail.

La Cassazione, invece, ha accolto in pieno il ricorso dell’istituto per gli infortuni sul lavoro, riconoscendo fondati i motivi addotti dall’ente. Per la Cassazione “l’erogazione dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea da parte dell’Inail è esclusa per i dipendenti statali, anche perché gli stessi durante il periodo di astensione dal lavoro, dovuto ad infortunio, percepiscono per intero la normale retribuzione dal datore di lavoro” (Cass. Sez. lav. numero 11737/2016).

“L’indennità giornaliera per invalidità temporanea – si legge nella sentenza – costituisce una prestazione economica, a carattere assistenziale, diretta ad assicurare al lavoratore i mezzi di sostentamento finchè dura l’inabilità che impedisce totalmente e di fatto l’infortunato di rendere le sue prestazioni lavorative per cui tale finalità viene meno se il lavoratore percepisce per intero la retribuzione nello stesso periodo”.

Buon senso

“Buon Senso”, la presentazione del progetto sperimentale del Miur e della casa editrice Laterza il 2 ottobre al Ministero

Come evitare che le giovani e i giovani siano vittime e al tempo stesso autrici e autori della scarsa qualità dell’informazione in una società iperconnessa e attraversata da flussi continui e istantanei di notizie? La scuola è la risposta. Il sistema di istruzione può fornire a studentesse e studenti strumenti di decodificazione di ciò che leggono e fruiscono nei mezzi di comunicazione e in Rete. E offrire loro una formazione adeguata in modo tale che possano sempre formarsi un’opinione corretta sui fatti e comunicare il proprio pensiero in modo chiaro ed efficace.

Sono questi gli obiettivi del Progetto sperimentale “Buon Senso”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Casa editrice Laterza e rivolto alle alunne e agli alunni di nove istituti scolastici. A presentarlo il 2 ottobre alle ore 12.30 nel Salone dei Ministri del Miur, la Ministra Valeria Fedeli, l’editore Giuseppe Laterza, il direttore del TGR RAI Vincenzo Morgante e la direttrice di RAI Cultura Silvia Calandrelli.

Grazie al sostegno di un docente-tutor, le studentesse e gli studenti partecipanti saranno chiamati a realizzare in classe progetti formativi sul tema dell’immigrazione: si confronteranno su posizioni diverse, svilupperanno capacità logiche e dialettiche e realizzeranno, alla fine del percorso, elaborati (saggio breve, reportage, dibattito, video o spettacolo teatrale) che verranno selezionati e valutati nell’ambito di un concorso dedicato.

Nota 2 ottobre 2017, AOODGSIP 4816

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
UFFICIO II

Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di I e II grado, statali e paritari
LORO SEDI
Ai Direttori Generali e ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della Provincia di BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di
TRENTO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA
E p.c. ai Dirigenti Scolastici delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Nota 2 ottobre 2017, AOODGSIP 4816

Oggetto: Celebrazione per il 4 ottobre, giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse


Calendario del dialogo – le feste delle comunità

Nota 2 ottobre 2017, AOODGOSV 12071

AI DIRETTORI GENERALI E AI DIRIGENTI PREPOSTI AGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI
LORO SEDI
AI DIRIGENTI SCOLASTICI DEGLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO STATALI
LORO SEDI
AI COORDINATORI DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE E DIDATTICHE DEGLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO PARITARI
LORO SEDI
AI SOVRINTENDENTE SCOLASTICO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO
AL DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO ISTRUZIONE DELLA PROVINCIA DI TRENTO
AI PRESIDENTI DELLE GIUNTE PROVINCIALI DELLE PROVINCE AUTONOME DI BOLZANO E TRENTO
ALL’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE E CULTURA DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D’AOSTA
ALL’ASSESSORE AI BENI CULTURALI E PUBBLICA ISTRUZIONE DELLA REGIONE SICILIA
AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE – DGSP UFFICIO V
AL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI – DIREZIONE GENERALE PER LE POLITICHE ATTIVE, I SERVIZI PER IL LAVORO E LA FORMAZIONE
P.C, AL GABINETTO DEL MINISTRO -SEDE
AL CAPO DIPARTIMENTO PER LA PROGRAMMAZIONE E LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE, FINANZIARIE E STRUMENTALI – S E D E
AL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
Piazza Monte Citorio,121 – 00186 ROMA

Nota 2 ottobre 2017, AOODGOSV 12071

OGGETTO: AUTORITA’ GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI. Nota del 16-3-2017 prot. U.0010074 . Diffusione di dati personali riferiti ad alunni. Invito a conformarsi.

Nota 2 ottobre 2017, AOODGOSV 12114

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio I

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
AOSTA

Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO

All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO

Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO

Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado, statali e paritari
LORO SEDI

e.p.c.

Al Capo Dipartimento
SEDE

Al Capo Ufficio Stampa
SEDE

Nota 2 ottobre 2017, AOODGOSV 12114

Oggetto: Bando di concorso nazionale per le scuole Biblia IV edizione – Anno scolastico 2017/2018 – Minaccia e salvezza. L’acqua nella Bibbia

Settimana Nazionale della Dislessia


Dal 2 all’8 di ottobre 2017 AID organizza la seconda edizione della Settimana Nazionale della Dislessia.

Quest’anno l’evento si propone di mettere in luce le potenzialità dei bambini e dei ragazzi con DSA piuttosto che le loro difficoltà. Da qui l’idea di leggere l’acronimo che identifica i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, DSA, da un altro punto di vista: “DSA? Diverse Strategie di Apprendimento” – Conoscerle per fare la differenza.

Il titolo dell’evento di quest’anno parte dal presupposto che le persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento hanno un diverso modo di apprendere e per loro sono necessarie strategie differenti rispetto a quelle usate canonicamente. Comprendere le loro difficoltà e il loro modo di pensare, creativo e divergente, ci permette di trovare nuove risorse e di fare la differenza, nel percorso verso l’inclusione e il successo scolastico e lavorativo.

Obiettivo della Settimana Nazionale della Dislessia 2017 è mettere al centro di tutte le attività proprio i ragazzi DSA, rendendoli i protagonisti dell’evento, attraverso iniziative rivolte a loro e alle loro famiglie che diano rilevanza ad attività ludico-laboratoriali, alla gestione degli aspetti emotivi e relazioni, alle testimonianze dei giovani dislessici e alla sperimentazione, da parte dei genitori, di strategie didattiche e compensative.

L’iniziativa prevede un articolato programma di eventi di informazione e sensibilizzazione, rivolti anche a docenti e professionisti del settore, su tutto il territorio nazionale, organizzati a livello locale da oltre 1.500 volontari, di 80 sezioni AID. 300 gli enti pubblici e le istituzioni scolastiche coinvolte come partner, in tutta la Penisola.

Anche quest’anno la Settimana Nazionale della Dislessia si terrà in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association (EDA).

A partire da inizio settembre verrà pubblicata, all’interno di questo articolo, una mappa navigabile degli eventi organizzati dalle sezioni AID su tutto il territorio nazionale.