Sulla valutazione dei Dirigenti. Atto terzo

Sulla valutazione dei Dirigenti. Atto terzo

Dopo le mail e le telefonate personali a molti colleghi con la richiesta di documenti e con quella di incontri telefonici o via Skype, a cui Anp ha dato risposta con il comunicato del 23 settembre u.s.; dopo l’invito di Invalsi – rivolto ai Dirigenti – a rispondere ad un questionario sul quale ANP si è espressa negativamente il 26 settembre, è del 29 settembre la nota inviata ai Nuclei di valutazione con nuove istruzioni per la valutazione riferita all’a.s. 16/17.

Due considerazioni.

La prima. Finalmente l’Amministrazione ammette che il numero dei portfolio non compilati non si ferma a quelli non pervenuti, ma che nel loro novero vanno conteggiati anche quelli salvati ed inviati, ma che non erano di fatto compilati o compilati solo in parte. Questa ammissione rende ragione del successo della protesta in atto, proclamata da ANP fin dal 2 aprile. La percentuale dell’adesione è sicuramente più alta di quella che imprudentemente e, forse, avventatamente, qualcuno aveva nelle scorse settimane fatto trapelare.

La seconda. La valutazione per l’anno scolastico appena trascorso non avrà alcun effetto sulla retribuzione di risultato, come ampiamente avevamo documentato. Anp diffida l’Amministrazione ad utilizzare i dati in suo possesso a scopi ritorsivi nei confronti dei colleghi che hanno esercitato il loro diritto di adesione ad una protesta sindacale, le cui ragioni sono note e ampiamente trasmesse e comunicate in tutte le sedi ai vertici del Ministero e a tutta l’opinione pubblica. I Dirigenti Scolastici non temono la valutazione, ma l’adesione ad una protesta non può essere oggetto di valutazione da parte di nessuno. Non compilare il portfolio non equivale a valutazione negativa, anzi a valutazione tout court. Chi pensasse o avesse l’intenzione di fare questa indebita associazione si collocherebbe in modo sostanziale nell’area dell’attività antisindacale. Con tutte le conseguenze del caso.

Disabilita’, la Liguria accoglie 600 giovani per i giochi europei paralimpici

Redattore Sociale del 03-10-2017

Disabilita’, la Liguria accoglie 600 giovani per i giochi europei paralimpici

GENOVA. Tutto pronto a Genova e Savona per i Giochi europei paralimpici giovanili che scatteranno in Liguria dal 9 al 15 ottobre prossimi, con la partecipazione di oltre 600 atleti in arrivo da 26 nazioni. La presentazione ufficiale questa mattina a Palazzo Ducale, nel capoluogo ligure, alla presenza tra gli altri del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dell’assessore regionale allo Sport, Ilaria Cavo, del presidente dell’European paralympic commitee, Ratko Kovacic, del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, dei sindaci di Genova e Savona, Marco Bucci e Ilaria Caprioglio, e del neo presidente di Palazzo Ducale, Luca Bizzarri. La compagine piu’ numerosa sara’ quella italiana con 49 atleti; di questi, 4 arriveranno dalla Liguria: Matteo Orsi nel tennis tavolo, Maria Edit Laura nell’atletica, Asia Giordano nel judo e Andrea Azzarito nel nuoto. Cerimonia ufficiale di apertura mercoledi’ 11 ottobre alle 10.30 in piazza De Ferrari, a Genova, alla presenza dei campioni Vittorio Podesta’, Francesco Bocciardo, Monica Contraffatto e Oney Tapia.

Le gare saranno ospitate nel capoluogo ligure al Padiglione blu della Fiera del Mare, al Tower Airport, nella Fascia di rispetto di Pra’, e a Savona al campo della Fontanassa per le competizioni di atletica. Circa un migliaio i volontari coordinati dal comitato organizzatore presieduto da Dario Della Gatta e diretto da Carlo Fernandez. A questi, si affiancano oltre 12.000 studenti di 22 scuole superiori di Genova e Savona che hanno aderito a diversi progetti di alternanza scuola-lavoro e saranno coinvolti a vario titolo dall’accompagnamento musicale all’accoglienza, dalla predisposizione di percorsi senza barriere architettoniche alle cheerleader.

“Non ospiteremo soltanto tanti giovani atleti disabili- afferma Luca Pancalli- ma una sfida alla societa’ civile utilizzando lo strumento dello sport, cambiando la percezione della disabilita’ e dimostrando che cosa questi ragazzi sanno fare se sono messi nelle condizioni di poter esprimere le loro abilita’, metafora di quello che vorremmo potesse accadere tutti i giorni grazie a quella che chiamiamo pari opportunita’. Non ci serve la compassione, ci serve la comprensione”. Per il governatore ligure, Giovanni Toti, si tratta di una “settimana importante per la Liguria, per Genova e Savona: un bel momento di solidarieta’ e di sport. Il messaggio principale e’ quello che daranno gli atleti: ogni sfida con impegno puo’ essere vinta. Ci dimostreranno quanto sia improntate lo sport in termini di welfare, inclusione sociale, di fare squadra per migliorare le condizioni di vita”.

Anche per il sindaco di Genova, Marco Bucci, i Giochi sono “una grandissima occasione e una grande sfida. Io sono arrivato da poco e non ho nessun merito ma ho raccolto un compito: far vedere a tutto il mondo che cosa e’ Genova, come e’ capace di ospitare questi eventi, che cosa vuol dire Genova solidale, sportiva, accogliente”. Per il primo cittadino, “Genova deve essere capace di ospitare questi eventi al livello, se non meglio, delle migliori citta’ del mondo. Lo sport e’ inclusione e una grande citta’ deve essere in grado di supportare e aiutare giovani e non piu’ giovani a praticare sport”. (DIRE)

Disabilità: via libera al nuovo Programma biennale

Disabilità: via libera al nuovo Programma biennale

 

Nella seduta di ieri, 2 ottobre, il Governo ha finalmente approvato, dopo il parere favorevole della Conferenza unificata, il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e dell’integrazione delle persone con disabilità. Se ne attende ora la pubblicazione, nella veste di decreto del Presidente della Repubblica, in Gazzetta Ufficiale.

Il Programma, lo ricordiamo, è stato predisposto dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità nel precedente mandato. Prevede linee di azione e interventi su ambiti nodali in applicazione della Convezione ONU: diritto allo studio, al lavoro, alla salute, alla mobilità, alla vita indipendente, al riconoscimento della condizione di disabilità.

È un atto programmatico di grande rilevanza alla cui stesura FISH ha stabilmente collaborato con un impegno convinto e decisivo. – ricorda Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – L’approvazione giunge quanto mai opportuna e gradita nell’imminenza dell’insediamento del nuovo Osservatorio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali cui la FISH parteciperà con rinnovata convinzione.”

La seduta di insediamento del nuovo Osservatorio è infatti prevista per il giorno 11 ottobre, passaggio necessario soprattutto ad organizzare in modo efficace i lavori dell’organismo che ha funzioni di elaborazione, confronto e supporto alle politiche sulla disabilità con la partecipazione di associazioni, organizzazioni sindacali, ministeri e altre rilevanti istituzioni (INPS, INAIL, ISTAT).

Oltre a garantire la sua partecipazione all’Osservatorio – conclude Vincenzo Falabella – la FISH continuerà la sua attività indipendente di monitoraggio e di verifica sulla reale applicazione del Programma d’azione sia a livello centrale che periferico, confidando che gli obiettivi fissati siano perseguiti in modo più reale ed efficace rispetto al precedente Programma.”

CHIAMATA DIRETTA: MIUR AMMETTE FLOP

CHIAMATA DIRETTA, GILDA: MIUR AMMETTE FLOP, SI TORNI ALLE GRADUATORIE 
“Sul flop totale della chiamata diretta abbiamo ampiamente ragione come dimostrano anche i dati del Miur pubblicati dal Sole 24 Ore: preso atto del fallimento, adesso si ritorni al sistema delle graduatorie con criteri oggettivi, così come previsto dalla Costituzione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i risultati del monitoraggio effettuato da viale Trastevere.
Secondo i grafici forniti dal ministero, e riportati dal Sole 24 Ore, nelle operazioni di trasferimento è stato individuato dai dirigenti scolastici meno del 30% dei circa 12mila insegnanti finiti negli ambiti territoriali, cioè poco più di 3.300. La débâcle della chiamata diretta ha interessato anche i docenti neo assunti a tempo indeterminato: soltanto 12.976, su un totale di 27.388, sono stati scelti direttamente dai dirigenti scolastici sulla base dei loro curriculum.
“Il quadro tracciato dal Miur – afferma Di Meglio – conferma pienamente quanto già la Gilda aveva rilevato attraverso le proprie sedi provinciali: soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud i presidi hanno preferito che ad assegnare i professori ai loro istituti fossero gli uffici scolastici territoriali”.
“Di fronte a questo palese fiasco, segno che anche i dirigenti scolastici non sono più alleati del Miur sul fronte della Buona Scuola, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – sarebbe opportuno che il Governo facesse un passo indietro e ripristinasse il sistema di selezione basato su punteggi e graduatorie”.   

Basta mail e WhatsApp fuori orario, la rivolta dei prof contro la scuola digitale

da Repubblica 

Basta mail e WhatsApp fuori orario, la rivolta dei prof contro la scuola digitale

In un istituto superiore in provincia di Padova sono arrivate 725 circolari in un anno, più di due al giorno, e la Cgil diffida i dirigenti: non si possono costringere gli insegnanti a controllare ogni sera se ci siano novità urgenti sull’orario del giorno dopo

di SALVO INTRAVAIA

La scuola inonda gli insegnanti di comunicazioni (sms, e-mail o massaggi su WhatsApp) e il sindacato si ribella. La segreteria provinciale della Flc Cgil di Vicenza “diffida” i dirigenti scolastici dall’uso smodato di avvisi online che costringono gli insegnanti a controllare computer e smartphone anche nelle ore serali e nei giorni festivi per accertarsi se è sfuggita qualche news urgente sull’orario dell’indomani o su qualche riunione.

Da quando le tradizionali circolari cartacee sono state spazzate via dalla tecnologia e dalla norma che le ha dematerializzate, le comunicazioni da parte dei presidi ai docenti si sono trasformate in un diluvio, spesso giornaliero. Una novità che spesso fa imprecare i maestri e prof. Soprattutto coloro che non sono particolarmente ferrati sull’uso di smartphone ed e-mail.

Per averne un’idea basta fare un giro sui siti delle scuole e si scopre, tanto per fare un esempio, che all’istituto superiore Newton-Pertini di Camposampiero, in provincia di Padova, l’ultima circolare dell’anno scolastico 2016/2017 – quella che li convoca per il collegio dei docenti di inizio anno – riporta il numero 725. In altre parole, i docenti di quella scuola hanno letto e sottoscritto una media di due circolari al giorno nel passato anno scolastico, festivi compresi. Non è improbabile, nella scuola del terzo millennio, che i docenti si trovino a leggere anche dieci circolari in una sola volta. E’ andata un po’ meglio lo scorso anno ai docenti dell’Istituto tecnico commerciale Bonelli di Cuneo, dove le circolari si sono fermate a poco meno di 500.

“Non si vogliono demonizzare questi strumenti di comunicazione – puntualizza ai dirigenti scolastici il segretario provinciale della Flc Cgil di Vicenza, Carmelo Cassalia – ma non si può accettare che il controllo da parte del personale di comunicazioni fatte in questo modo sia considerato legittimo, quindi un obbligo. È bene sottolineare – continua Cassalia – che il contratto di lavoro” del personale scolastico “non prevede l’istituto della reperibilità, per cui nessuno è obbligato a controllare e, tanto meno, a rispondere agli eventuali messaggi di lavoro inviati dal proprio dirigente scolastico fuori dall’orario di servizio”.

Perché, conclude, il personale scolastico “non è tenuto a controllare a tutte le ore il proprio cellulare o la propria mail per verificare disposizioni di servizio inviate dai dirigenti attraverso sms, whatsApp o e-mail a tutte le ore della giornata, comprese quelle serali e perfino nei giorni festivi. Ma il progresso procede a passo spedito e ai più non sembra ipotizzabile che possa essere bloccato o rallentato dai lavoratori che ambiscono ad una riserva di tempo da dedicare a se stessi. Sarà probabilmente il prossimo contratto a chiarire come dovranno essere utilizzate le nuove tecnologie.

Sos dei licei musicali: «Salviamo le ore di strumento»

da Il Sole 24 Ore

Sos dei licei musicali: «Salviamo le ore di strumento» 

#noivelesuoniamo: con questo slogan il 6 ottobre scenderanno a suonare in piazza i licei di varie città italiane per far sentire “in musica” il loro “no” al taglio delle ore di strumento.

La protesta
L’organizzazione della protesta è partita da un coordinamento nazionale di genitori di ragazzi di diversi licei italiani che vorrebbero riempire le piazze «per sensibilizzare i cittadini rispetto alla gravità dei tagli alla cultura e all’importanza di vedere restituite le ore di lezione tagliate per decisione ministeriale, per lanciare un messaggio a tutti coloro che amano la musica come un linguaggio universale che unisce, sviluppa, nobilita». «Vorremmo spedire note e armonie alla signora ministra Fedeli, che nonostante molteplici richieste di incontro non ha mai ricevuto la delegazione di genitori, e farla riflettere – spiegano in un volantino con il quale invitano alla mobilitazione – sull’impatto del taglio alle ore di esecuzione e interpretazione sulla formazione dei ragazzi del biennio dei nostri licei musicali, in una fascia di età che ricade ancora nella scuola dell’obbligo e in cui è dunque più che mai necessario garantire il diritto allo studio».

Sulla questione è in corso una controversia che vede protagonisti i genitori degli studenti, il Tar, il Consiglio di Stato e il Miur che sarà decisa da una sentenza amministrativa il 10 ottobre prossimo.

Personale Ata, arrivano altre 103 assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata, arrivano altre 103 assunzioni

 

Lunedì 2 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato l’autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato 103 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

Si tratta, è scritto nella nota diffusa al termine della riunione di Governo, di posti effettivamente vacanti e disponibili che serviranno a coprire “le esigenze delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM)”.

Ricordiamo che in estate, il Governo aveva accordato l’assunzione di circa 6.200 assistenti amministrativi, assistenti tecnici, collaboratori scolastici e Dsga.

Successivamente, la maggior parte di quest’ultime immissioni in ruolo – quelle per Direttori dei servizi generali ed amministrativi – non si sono potute attuare per mancanza di candidati nelle specifiche graduatorie provinciali.

Ma quello che ha lasciato più amaro in bocca alla categoria e ai sindacati, è stato il dato riguardante i posti vacanti lasciati alle supplenze annuali: ben 12mila.

Rimane quindi confermato il malumore tra il personale Ata: sia per le ridotte assunzioni, ma anche per i continui e maggiori carichi di lavoro imposti al personale amministrativo. A questo si aggiungere anche il blocco della mobilità e le retribuzioni ferme ormai da quasi dieci anni.

Personale Ata, ecco le FAQ ufficiali del Miur per aggiornamento delle graduatorie di terza fascia

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata, ecco le FAQ ufficiali del Miur per aggiornamento delle graduatorie di terza fascia

 

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato sull’apposita sezione le FAQ sull’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia per il 2017-2020.

 

Chi deve compilare il modello D1?

 

Compila il modello D1 il personale che si trova in una delle seguenti situazioni:

chi si inserisce per la prima volta
chi era inserito nelle graduatorie di terza fascia del triennio 2011/2014, ma non ha rinnovato l’iscrizione nelle graduatorie del triennio 2014/17
chi cambia il titolo di accesso per uno o più profili
chi aggiunge un nuovo profilo a quelli in cui già figurava nel triennio 2014-17
il personale già incluso nelle graduatorie provinciali permanenti/ad esaurimento del personale ATA di una determinata provincia che intenda includersi nelle graduatorie di terza fascia di provincia diversa, previo depennamento dalle suddette graduatorie provinciali (art. 2 comma 3 del DM 640 del 30 agosto 2017)

 

Chi deve compilare il modello D2?

 

Compila il modello D2 il personale che si trova in una delle seguenti situazioni:

chi deve confermare il modello presentato nel 2014, anche in scuola o provincia diversa (sezione conferma)
chi deve aggiungere uno o più titoli culturali (diversi dal titolo di accesso) e/o uno o più servizi alla domanda del 2014 (sezione aggiornamento).
Chi è inserito nel triennio 2014/17 per 2 profili e vuole inserirsi in un nuovo profilo, compila SOLO D1 ridichiarando tutto da capo anche per i “vecchi” profili?
Sì, in quanto ai sensi del DM 640 del 30 agosto 2017, art. 5 comma 2, il modello di domanda deve essere unico.

 

Chi è inserito nel triennio 2014/17 per 2 profili e vuole cambiare il titolo di accesso di un profilo deve compilare D1: in questo caso deve dichiarare tutto da capo per entrambi i profili?

 

Sì, in quanto il modello D1 è un modello di nuovo inserimento e, ai sensi del DM 640 del 30 agosto 2017, art. 5 comma 2, è incompatibile con il modello D2.

 

Chi deve presentare l’allegato D4?

Deve presentare l’allegato D4 il personale già incluso nelle graduatorie provinciali del personale ATA di una determinata provincia che intenda includersi nelle graduatorie di terza fascia di provincia diversa.

 

Come può fare l’aspirante che non ricordi la scuola a cui è stata destinata la domanda nel precedente triennio?

 

Può accedere alle Istanze online, sezione “Altri servizi”, Visualizzazione dati storici ATA III fascia 2014-2017 e prendere visione, fra l’altro, dell’istituzione scolastica competente

 

Come può fare l’aspirante che non ricordi i profili in cui era inserito nel 2014 e i relativi punteggi?

 

 

Può accedere alle Istanze online, sezione “Altri servizi”, Visualizzazione dati storici ATA III fascia 2014-2017 e consultare, fra l’altro, i profili presenti e il dettaglio dei punteggi. Si ricorda che nello scorso triennio il punteggio del titolo di accesso era cumulato insieme agli eventuali altri titoli culturali.

 

Le domande per le graduatorie di terza fascia d’istituto per il personale ATA (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, guardarobieri, infermieri e cuochi), per le supplenze nella scuola statale, si potranno presentare dal 30 settembre al 30 ottobre 2017.

 

MODELLI DI DOMANDA

 

 

Altri riferimenti a normativa e approfondimenti (fonte Flc Cgil)

Scheda sui requisiti per poter accedere.

Bando (DM 640/17).

Tabella di corrispondenza titoli/laboratori assistenti tecnici.

Guida alla registrazione su istanze online.

Regolamento delle supplenze ATA

Valutazione dei dirigenti scolastici: al via il monitoraggio

da La Tecnica della Scuola

Valutazione dei dirigenti scolastici: al via il monitoraggio

 

Il 28 settembre si è avviato il monitoraggio delle attività di valutazione dei dirigenti scolastici, la cui prima fase riguarda la richiesta di compilazione di un questionario da parte di ciascun dirigente.
Lo ha comunicato l’Invalsi con proprio avviso del 29 settembre scorso,
Obiettivo del monitoraggio è quello di accompagnare il processo di valutazione in corso rilevando dati relativi alle aspettative, agli atteggiamenti e al contesto di lavoro dei dirigenti scolastici.
“L’INVALSI – si legge nell’avviso – è consapevole che sono intervenuti fattori estranei allo sviluppo del SNV, ma è compito dell’Istituto – dopo aver elaborato e trasmesso al MIUR, nel gennaio 2015, gli indicatori per la valutazione della dirigenza scolastica – fornire dati attendibili sullo svolgimento del processo alle autorità competenti e a tutti gli stakeholder al fine di assumere decisioni informate”.
“In tale prospettiva, – conclude – l’INVALSI aprirà un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali per condividere via via i principali risultati della ricerca di monitoraggio e gli aggiustamenti che si renderanno necessari”.

Con disabile in aula, le classi non devono essere formate, di norma, da più di 20 alunni

da La Tecnica della Scuola

Con disabile in aula, le classi non devono essere formate, di norma, da più di 20 alunni

 

Le classi iniziali che accoglieranno alunni con disabilità continueranno ad essere costituite, di norma, con non più di 20 alunni.

Con la nota n.1553 del 4 agosto, il Miur ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla decorrenza dei termini di applicazione delle indicazioni del nuovo decreto per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, il Dlgs n. 66/2017, uno degli otto decreti attuativi della legge 107 che aggiorna, riorganizza e razionalizza i provvedimenti vigenti in materia.

Con successiva nota prot. n. 1557 del 8 agosto il dicastero di viale Trastevere ha precisato che, per mero errore materiale, nell’ultimo capoverso della nota 1553 del 4 agosto è stata riportata l’errata indicazione <>, anziché, <> così come previsto dall’articolo 5, comma 2 del Dpr n.81/2009, e anche ricordato nella nota prot. n. 21315 del 15 maggio, concernente le dotazioni organiche personale docente per l’anno scolastico 2017/2018.

I giudici, con numerose sentenze, hanno dovuto spesso ricordare alle autorità competenti la necessità di rispettare ad esempio tale limite massimo di 20 alunni in presenza di disabili che “costituisce un presidio dell’adeguatezza dell’offerta formativa in particolare nei confronti degli allievi con disabilità, costituendo forma di garanzia del loro diritto costituzionale all’istruzione” (come ricorda la sentenza della Corte Costituzionale n. 80/2010), ribadendo il principio che i tagli alle spese non possono comprimere il nucleo essenziale dei diritti costituzionalmente garantiti come quello allo studio degli alunni con disabilità.

Primo soccorso a scuola, a novembre arrivano le linee guida

da Tuttoscuola

Primo soccorso a scuola, a novembre arrivano le linee guida

Insegnare il primo soccorso a scuola per salvare 20 mila vite ogni anno. È il sogno di un’Italia più sicura e “cardioprotetta” quello che potrebbe realizzarsi da novembre con l’emanazione delle linee guida per l’insegnamento del primo soccorso nelle scuole: un paese in cui sempre più persone in grado di intervenire in caso di emergenza. Tutto questo, unito a una maggiore diffusione dei defibrillatori, sarebbe determinante per migliorare la tempestività dei soccorsi..

Un obiettivo alla portata del nostro paese, di cui si è parlato durante il congresso della Società Sis 118 a Roma. La possibilità di insegnare massaggio cardiaco, defibrillazione e altre tecniche era già stata sancita, dopo una petizione forte di 93mila firme, da un comma del provvedimento sulla “buona scuola”.

“Ora con le linee guida non ci sono più scuse – sottolinea Mario Balzanelli, Presidente designato di SIS 118 – le scuole avranno tutti gli strumenti per adottare il corso. Avviare l’insegnamento del primo soccorso nelle scuole è un primo passo per interfacciarci con la società civile, puntiamo non solo agli alunni ma anche agli adulti”.

Secondo le stime ogni anno 60mila persone in Italia sono vittime di ‘morte improvvisa’: un terzo potrebbe essere salvato se entro tre minuti venisse effettuato il massaggio cardiaco. Durante il congresso è stato anche fatto il punto sull’attività dei 118 sul territorio nazionale. Nel 2016 ci sono stati oltre 2 milioni e 400mila interventi nelle regioni del nord, oltre 950mila al centro e circa 820mila al sud. “Per la legge dovrebbe esserci un’ambulanza ogni 60mila abitanti, ma ci sono zone del paese in cui siamo molto sotto questo standard – spiega ancora Balzanelli -. Ora la componente sanitaria del 118 si sta desertificando, c’è un forte depauperamento degli equipaggi, e questo rappresenta una minaccia seria nella qualità dei soccorsi prestati”. A maggior ragione, formare nuovi cittadini in grado di intervenire celermente, capaci di usare un defibrillatore, di fare un massaggio cardiaco in tempo utile potrebbe davvero fare la differenza fra la vita e la morte.

Obbligo scolastico da 16 a 18 anni? Un dibattito che viene da lontano

da Tuttoscuola

Obbligo scolastico da 16 a 18 anni? Un dibattito che viene da lontano

La Repubblica assicura a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età”. Lo stabilisce il D.Leg.vo 76 del 2005. Tale diritto si realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione accreditate dalle regioni, anche attraverso l’apprendistato. L’obbligo scolastico, nonché quello formativo (L. 144/1999), sono ridefiniti ed ampliati, come diritto all’istruzione e formazione e relativo dovere.

Questa operazione sembrava avesse messo la parola fine ad un dibattito, quello sull’obbligo scolastico, che dura da tanto tempo. La storia ha inizio dalla necessità di intraprendere la formazione dei cittadini dopo l’unità d’Italia e dal far fruire a tutti pari opportunità nella crescita personale e alfabetizzazione culturale. Per raggiungere tali obiettivi si poteva far leva sugli obblighi dello Stato nel fornire adeguati strumenti per l’esercizio di questo diritto, oppure organizzare un sistema formativo al quale i giovani in determinate fasce di età fossero a loro volta obbligati a frequentare.

La questione fu molto discussa durante la riforma della scuola media, poi fu accettato lo stesso curricolo, ma riemergeva ogni volta che si voleva porre mano ai gradi successivi. Per le superiori infatti, anche sulla scorta di modelli attuati alla fine del secolo scorso nel nord Europa, si cominciò a pensare ad un sistema omogeneo per tutta la durata del ciclo di studi o per una parte, in particolare per i primi due anni. Il carattere comprensivo fu abbandonato, mentre per il biennio iniziale la cosa andò avanti fino al prolungamento dell’obbligo di istruzione nel 2006. L’approvazione non ebbe un largo consenso e sicuramente ci fu opposizione all’unicità del percorso formativo; venne subito proposto l’allargamento alla formazione professionale, per la quale si arrivò all’approvazione dell’obbligo formativo, conseguibile anche attraverso l’apprendistato. Due percorsi paralleli, talvolta integrati, considerati di pari dignità, che rientravano nel diritto-dovere, denominazione considerata meno stringente dell’obbligo, che portavano all’acquisizione di titoli entro il diciottesimo anno di età, oltre alla certificazione delle competenze.

L’inarrestabile marcia del tempo pieno

da Tuttoscuola

L’inarrestabile marcia del tempo pieno

All’inizio del nuovo millennio la questione del tempo scuola nel primo ciclo era uno degli argomenti caldi della nascente autonomia scolastica, ancora un po’ venato dal dibattito ideologico che ne aveva caratterizzato lo sviluppo tra gli anni ’80 e ’90.
Mentre nella scuola primaria la percentuale degli alunni che si avvalevano del tempo pieno era di poco superiore al 21%, nella scuola secondaria di I grado la percentuale degli alunni che si avvalevano del tempo prolungato era invece circa del 29%: una forbice significativa, destinata però a ridursi gradualmente.
Già allora si intravvedeva una differenza di andamento nelle due tipologie di tempo scuola, una differenza data dalla diversa percentuale delle classi organizzate a tempo pieno o a tempo prolungato rispetto alla percentuale degli alunni che se ne avvalevano.
Ad esempio, nella scuola primaria (si chiamava ancora elementare) nel 2003-2004, a fronte di una percentuale del 24,3% di alunni a tempo pieno, funzionava con quel modello organizzativo una percentuale minore (22,8%) delle classi, segno che era maggiore la domanda (gli alunni) rispetto all’offerta (le classi).
Invece nella scuola secondaria di I grado nello stesso anno la percentuale di alunni che frequentavano il tempo prolungato era del 26,2% a fronte del 28,9% di classi organizzate con quel modello di tempo scuola: l’offerta (le classi) era maggiore della domanda (gli alunni).
Si confermava, comunque, in termini di percentuale di alunni iscritti, la prevalenza del tempo prolungato rispetto al tempo pieno, ma s’intravvedeva anche la flessione del primo e lo sviluppo del secondo.  Ora i due trend si sono consolidati e si è assistito addirittura ad un rovesciamento nella diffusione di questi due modelli di scuola, come emerge dai dati presentati nelle notizie successive.
Quale situazione del tempo scuola in questo nuovo anno scolastico? Dall’analisi della situazione attuale si possono individuare correttivi per fare del tempo scuola una risorsa effettiva per qualificare l’offerta formativa?

La sperimentazione dei licei quadriennali ferma ai blocchi di partenza

da Tuttoscuola

La sperimentazione dei licei quadriennali ferma ai blocchi di partenza

Un mese fa sembrava tutto pronto per il lancio della sperimentazione dei licei quadriennali, dopo che in via ufficiosa era stato reso noto il decreto ministeriale ne aveva definito contenuti, criteri di attuazione e modalità procedurali di attuazione. Parleremo dei licei quadriennali in un webinar gratuito mercoledì, 4 ottobre, alle ore 17.00 (clicca qui per iscriverti).

Era anche corsa voce che il termine di presentazione dei progetti da parte delle scuole fosse stato fissato al 30 settembre 2017.

Ma l’avviso che ne definitiva i termini e le modalità di presentazione non era mai stato licenziato dal ministero, in ragione del fatto che il decreto non era ancora stato registrato dalla Corte dei Conti.

Da fonte ufficiosa sembra che sia pronto l’avviso per dare attuazione al decreto e consentire alle scuole interessate (licei e istituti tecnici) statali e paritarie di presentare i progetti per partecipare alla sperimentazione dal 2018-19.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande, corredate da delibere e progetti, sembra sia stato fissato al prossimo 31 ottobre.

Come è noto, saranno selezionate cento scuole che sperimenteranno il percorso quadriennale con una propria classe in una sezione scelta. L’autorizzazione varrà per l’intero quadriennio e, se confermata, consentirà di continuare. In caso negativo, le classi intermedie già in corso andranno a conclusione

Le lunghe procedure che imbrigliano il concorso DS

da Tuttoscuola

Le lunghe procedure che imbrigliano il concorso DS 

Il periodo di gestazione dell’elefante è di 22 mesi, quasi due anni; quello del rinoceronte 19 mesi, dell’orca un anno e mezzo, 15 mesi la durata di gestazione della giraffa e del tricheco.
E la gestazione del corso-concorso per l’assunzione di dirigenti dove si colloca?
Ci si perdoni l’accostamento un po’ irriverente, ma la gestazione del bando di concorso per l’assunzione di nuovi dirigenti scolastici sa già di primato in concorrenza con quei mammiferi.
Se poi la gestazione è riferita non all’uscita del bando, ma alla conclusione del concorso, cioè dall’avvio della fase consultiva (luglio 2016, parere del CSPI) all’approvazione della graduatoria generale di merito, questo corso-concorso rischia di battere ogni record ed entrare nei guiness dei primati.
Dei tempi quasi infiniti per arrivare alla pubblicazione del Regolamento si sa quasi tutto: 14 mesi dal primo incontro consultivo del CSPI nel luglio 2016 alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nel settembre 2017.
Dei tempi di conclusione del concorso si possono soltanto avanzare ipotesi, non favorevoli.
Manca il bando, ancora fermo nei giorni scorsi al Mef per la prescritta autorizzazione. Se il bando arriverà a breve, le domande di partecipazione potrebbero essere presentate non prima della fine di ottobre. A fine novembre potrebbe esserci la prova di preselezione e a metà dicembre la prova scritta; non prima di metà febbraio 2018 l’inizio degli orali.
E dopo, si concluderà la prima fase del concorso con la graduatoria di merito per l’ammissione al corso di formazione-tirocinio che, secondo il Regolamento, dovrà durare sei mesi.
A questo punto si rischia di concludere il concorso non prima della fine di dicembre 2018. Per salvare, se pur parzialmente, il 2018-19 dallo tsunami delle reggenze, si potrebbe procedere alla nomina dei vincitori in corso d’anno.
Ecco alcune notizie sul concorso DS pubblicate nei giorni scorsi da tuttoscuola.com, che sta diventando il punto di riferimento per chi voglia saperne di più e per prepararsi alle prove.