Scuola, docenti trattano rinnovo del contratto: l’obiettivo sono 200 euro in più al mese con i soldi della Buona scuola

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, docenti trattano rinnovo del contratto: l’obiettivo sono 200 euro in più al mese con i soldi della Buona scuola

Giovedì 9 novembre è cominciata la trattativa all’Aran per il rinnovo del comparto “Istruzione e ricerca”, che le parti sperano di chiudere entro fine anno. Possibile cambio di rotta dopo la riforma Renzi-Giannini: meritocrazia e bonus sono i cardini della riforma, spostare le risorse della Legge 107 sul contratto nazionale significa svuotarla di soldi e rinnegarla

Studenti in piazza contro Legge di bilancio e Alternanza

da la Repubblica

Studenti in piazza contro Legge di bilancio e Alternanza

Nella “Giornata internazionale” manifestazioni e sit-in a Roma e in 40 città. Tafferugli a Milano. In mutande e vestiti con le tute blu: “No al lavoro gratuito”. Il 24 si fermano le università

Corrado Zunino

Ci sono gli studenti in mutande di prima mattina alla Piramide di Roma e quelli in tuta blu la notte prima al ministero dell’Istruzione. C’è anche un po’ di carosello, come sempre, nella nuova manifestazione scolastica e universitaria nel Paese, oggi in quaranta piazze d’Italia. La ricorrenza, 17 novembre, è quella dello studente cecoslovacco di Medicina, Jan Oppetal, ucciso nel 1939 dai nazisti durante l’occupazione, atto a cui seguì una violenta repressione con nove studenti e professori giustiziati senza processo. Prendendo lo spunto storico, in tutta Europa i ragazzi manifestano e qui in Italia le questioni del momento sono duela Legge di bilancio, considerata insufficiente, e l’Alternanza scuola lavoro, per la quale il ministero dell’Istruzione continua a raccontare storie riuscite e gli studenti oppongono fallimenti e sfruttamenti.

L’Unione degli universitari e la Rete degli studenti annunciano quattordici piazze per i loro cortei: Roma e Palermo, innanzitutto, poi Venezia e molta provincia siciliana. Alle undici e trenta, quando sono sotto il ministero, la polizia impedisce all’organizzazione di ripetere il flash mob degli studenti in mutande sotto le finestre della ministra Valeria Fedeli (lei non c’è). “Atti osceni in luogo pubblico”, è la minaccia.

La rete Link ha proposto manifestazioni, sit-in e presidi in trentadue città: appuntamenti mattutini e pomeridiani in Lombardia, in Puglia, a Torino, Genova, Bologna e Napoli. E un concentramento romano alle ore 15, in piazza di Montecitorio.

A Milano, dove gli studenti hanno proposto l’approvazione dello Ius soli, intorno alle 11 ci sono stati lanci verso la polizia schierata. In Corso Monforte, vicino alla prefettura, dalla parte avanzata del corteo si sono stati staccati alcuni studenti a volto coperto: hanno imbrattato vetrine di Benetton e delle Poste italiane, quindi iniziato lanci di uova, carta igienica, fumogeni e alcuni sanitari verso gli agenti del reparto mobile, che hanno messo di traverso un blindato. Poi il corteo ha ripreso la sua marcia.

Dice l’Udu, provando a spiegare questo autunno nuovamente inquieto degli studenti italiani (a Roma diverse scuole sono occupate): “Mancano quelle risorse che dovrebbero garantire la qualità nel nostro sistema di formazione. Lo Stato, in questi anni di crisi economica, ha tagliato l’istruzione più che qualsiasi altro settore pubblico. L’Italia investe il 7,1 per cento del Prodotto interno lordo in istruzione, ultimi tra i paesi più sviluppati: la media Ocse è dell’11,3 per cento. Ci mobilitiamo perché la più importante perdita subita da scuole e università in questi anni siamo proprio noi studenti. Terminare le scuole superiori comporta enormi sacrifici per i costi di trasporti e libri, il diritto allo studio è praticamente inesistente. Accedere all’università è sempre più difficile: all’ingresso ci scontriamo con la barriera del numero chiuso e una volta all’interno la carenza di borse di studio e le tasse, le terze più alte in Europa, il costo degli affitti e dei trasporti rendono quasi impossibile portare a termine la laurea. Vogliamo che i luoghi dell’istruzione siano realmente accessibili. Vogliamo un investimento sulla formazione dei nostri docenti, che siano garantite la qualità e la gratuità dei percorsi e una vera Carta dei diritti degli studenti in Alternanza. Per gli universitari i tirocini curriculari sono privi di diritti minimi garantiti e spesso manca del tutto una vigilanza sulla qualità dell’esperienza”.

L’Unione degli studenti e la Rete della Conoscenza hanno fatto proprio lo slogan “Scuola e Università in rosso” e nella notte, con le tute da operai indosso, si sono affacciati al portone del Miur. Per loro oggi inizia un percorso definito “Gli stati generali dello sfruttamento” – in evidente contrapposizione con gli Stati generali messi in agenda dalla ministra Valeria Fedeli – che proseguirà venerdì prossimo con la serrata, promossa da docenti e studenti, degli atenei italiani. “Con le mobilitazioni di oggi apriamo una settimana di mobilitazione in tutta Italia contro lo sfruttamento degli studenti in Alternanza scuola lavoro”, dice Francesca Picci, coordinatrice dell’Uds. “La Fedeli ha lanciato gli Stati generali dell’alternanza per fornire una passerella a Confindustria. L’alternanza è il paradigma del lavoro gratuito, povero e sfruttato che stanno imponendo ai giovani e non solo”.

Nel pomeriggio diverse le occasioni pubbliche con ricercatori precari, riders, disoccupati, pensionati. Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi: “Ancora una volta si sceglie di investire 290 milioni per una manovra a pioggia come il Bonus cultura, e non in misure progressive, e dei 114 milioni di euro in avanzo dal 2015 per il mancato utilizzo si è persa traccia. E’ evidente – i dati riportati dall’indagine di Save The Children lo dimostrano – che la condizione economica di partenza incide nel percorso scolastico 

e determina il successo formativo”.

Il Movimento studenti di Azione cattolica per la Giornata internazionale delle studentesse e degli studenti lancia il progetto “C’è BiSogno di scuola” per costruire un parere nazionale rivolto anche alle forze politiche.

Alternanza scuola/lavoro nei licei: quasi la metà degli studenti boccia l’esperienza

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola/lavoro nei licei: quasi la metà degli studenti boccia l’esperienza

Graduatorie III fascia ATA, lavoro immenso per le segreterie. Ricapitoliamo le info utili

da La Tecnica della Scuola

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Supplenze ATA, no al personale di ruolo. Lo dice la Ragioneria di Stato

da La Tecnica della Scuola

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Arriva YouPol, l’app della Polizia di Stato per segnalare bulli e spacciatori

da La Tecnica della Scuola

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Dichiarazione vaccinale: ci pensano le ASL già quest’anno

da Tuttoscuola

Dichiarazione vaccinale: ci pensano le ASL già quest’anno

Dieci anni fa il 70% delle ASL disponeva di un’anagrafe vaccinale che registrava le vaccinazioni obbligatorie a cui la popolazione si era assoggettata. Ad oggi, pur non essendo disponibile il dato aggiornato, si può ritenere che la maggior parte delle ASL disponga di questo tipo di anagrafe. Forse, proprio nella convinzione che quelle anagrafi siano ora accessibili, un emendamento al decreto legge fiscale (art. 18-ter), approvato ieri in prima seduta al Senato, ha previsto che siano le Asl, anziché le singole famiglie, a rendere nota alle scuole la situazione vaccinale dei ragazzi, senza attendere il 2019, come aveva previsto quest’estate la legge 119/2017.

Ma c’è di più. L’intervento delle Asl avrà effetto certamente per l’anno scolastico 2018-19, ma, se le comunicazioni alle scuole saranno tempestive e, comunque, inviate entro il prossimo 10 marzo, le famiglie che in sede di prima provvisoria dichiarazione quest’anno hanno rinviato ad altro momento la trasmissione certificativa dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale, non avranno più l’onere di tale invio. L’applicazione dell’emendamento sarebbe già efficace da quest’anno scolastico.

Perché proprio la data del 10 marzo 2018?

Questa data è stata fissata a suo tempo dal Ministero della salute (nota 16 agosto 2017) come termine ultimo di trasmissione della documentazione vaccinale da parte delle famiglie.

«Nelle medesime regioni e province autonome, le disposizioni di cui al comma 1 sono applicabili già per l’anno scolastico e il calendario dei servizi educativi per l’infanzia e dei corsi per i centri di formazione professionale regionale in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, a condizione che il controllo sul rispetto degli adempimenti vaccinali si concluda entro e non oltre il 10 marzo 2018» (comma 2, art. 18-bis).

Tecnologia a scuola, studenti non la utilizzano come dovrebbero

da Tuttoscuola

Tecnologia a scuola, studenti non la utilizzano come dovrebbero 

I ragazzi di oggi sono sempre connessi. Per tenersi in contatto con gli amici, per giocare, per svagarsi nei momenti liberi (e non solo in quelli). Smartphone, tablet e pc i loro compagni fidati. Ma, quando si tratta di studiare, le loro fonti si riducono all’osso. Tra tante risorse a disposizione, finiscono per usare solo le più diffuse. Dei circa 35mila studenti che hanno risposto a una recente web survey di Skuola.net, il 73% ritiene che Google sia la fonte più utile per ottenere informazioni; il 21% gli preferisce Wikipedia; ignorato tutto il resto (social network, forum e programmi per la produttività si fermano al 2%). Questa è la conseguenza di una scarsa conoscenza di modelli didattici innovativi, che utilizzano al meglio la tecnologia per formare e trasmettere conoscenza.

Tanti riconosco i vantaggi dell’e-learning

L’Italia, però, sarebbe anche pronta al cambiamento. Soprattutto in ambito accademico qualcosa si sta muovendo. Ci sono delle realtà che hanno fatto dell’e-learning il proprio marchio di fabbrica: sono le università telematiche. Come, per esempio, l’Università Telematica Internazionale Uninettuno; quella che, secondo i dati, è la capofila di questa nuova forma di ateneo; con circa 20mila studenti, provenienti non solo dall’Italia ma da 163 Paesi del mondo. Il paradosso, infatti, è che mentre i ragazzi italiani dimostrano ancora forti perplessità nei confronti delle università “a distanza”, molti stranieri – più abituati all’e-learning – hanno riconosciuto la validità del modello e scelto un ateneo italiano. Tra gli intervistati da Skuola.net, però, in tanti riconoscono comunque i vantaggi di questa nuova tipologia di studio: il 40% apprezza soprattutto la possibilità di organizzare il tempo in maniera autonoma, il 23% si concentra proprio sul metodo didattico alternativo, il 23% sul risparmio economico, il 10% punta sulla possibilità di entrare a far parte di una community internazionale (su Internet le distanze si azzerano).

Ma la novità li ‘spaventa’: solo il 13% s’iscriverebbe a occhi chiusi

Peccato che gli studenti, nonostante la confidenza che hanno con le nuove tecnologie, siano quasi ‘spaventati’ dall’idea di conseguire una laurea senza frequentare fisicamente dei corsi e recarsi in un’aula chiusa tra quattro mura. Ma solo il 13% – poco più di 1 su 10 – si dice molto interessato all’ipotesi d’iscriversi a un’università telematica. Mentre un altro 12%, pur dandogli credibilità, preferisce ancora gli atenei ‘classici’. Il motivo? Forse perché, soprattutto la scuola dell’obbligo, non abitua i ragazzi a sfruttare fino in fondo gli strumenti innovativi.

Tecnologia sconosciuta a scuola: 9 su 10 la usano solo per fare i compiti

Perché se è vero che 2 studenti su 3 usano quotidianamente la tecnologia anche per studiare, è altrettanto vero che quasi tutti – l’88% – la sfruttino solo per fare i compiti o effettuare ricerche, per ottimizzare i tempi e ripassare in maniera veloce, col minimo sforzo. Quasi nessuno si prende la briga di utilizzare i software di scrittura (7%): si preferisce carta e penna. Chat e gruppi di discussione sono banditi (5%). Nel frattempo, però, la distanza che ci separa dagli altri Paesi si allarga: basti pensare che negli Stati Uniti circa il 30% degli studenti di livello superiore seguono almeno un corso ‘a distanza’ (sono più di 6 milioni).

Anche tra le università telematiche si può trovare l’eccellenza

Un modo per superare lo scetticismo, però, ci sarebbe. Perché anche le università telematiche, a volte, non hanno nulla da invidiare al resto del mondo accademico. Basta saper selezionare bene. Una regola valida anche per l’e-learning. In questa opera di ricerca, una grossa mano la può dare l’Anvur (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca). Ebbene, analizzando i suoi Rapporti periodici, si scopre che l’unica tra le telematiche a ottenere il giudizio “Btel-pienamente soddisfacente” e che – addirittura – insidia le università tradizionali (piazzandosi ai primi posti assoluti tra i 23 atenei – statali e privati – monitorati dall’Agenzia) è l’Università Telematica Internazionale Uninettuno. Il merito sarebbe proprio del suo metodo didattico innovativo: materiali multimediali, esercitazioni interattive, piena e costante integrazione tra teoria e pratica, oltre che un’offerta formativa in linea con le richieste del mercato del lavoro globale, tutto in un “cyberspazio didattico” che va incontro a ogni esigenza formativa dello studente. Quanto basta per andare ben oltre Google e Wikipedia e proiettarsi nel domani.

Un Manifesto per la Scuola aperta a tutti e a tutte

Il 18 novembre FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola Rua e SNALS Confsal diffonderanno, con iniziative organizzate in tutta Italia, il Manifesto per la Scuola. La Scuola è aperta a tutti e a tutte, già presentato alla stampa giovedì scorso in concomitanza con l’apertura delle trattative per il rinnovo del contratto.

L‘appuntamento principale si svolgerà simbolicamente al Teatro Giotto di Vicchio (FI), comune di cui fa parte Barbiana, dove si è realizzata la straordinaria esperienza della scuola di Don Lorenzo Milani, della cui scomparsa ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario.

Il Manifesto rilancia un’idea di scuola come bene comune che appartiene al Paese, aperta e inclusiva, pronta ad accogliere anche i “nuovi italiani” e chiunque viva nel nostro Paese; una scuola fondata sul pluralismo, sull’autonomia e la collegialità e che afferma la centralità della persona all’interno del processo educativo; che garantisce il diritto all’apprendimento a tutte e a tutti.

In questa idea di Scuola, ispirata ai valori della Costituzione, è centrale lo studente, ma lo sono anche il lavoro e la professionalità di tutto il personale che, a diverso titolo, concorre alla progettazione e alla realizzazione del progetto educativo.

FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Confsal chiedono da tempo che a una più chiara consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dalla scuola nel promuovere crescita e sviluppo delle persone, corrisponda anche un adeguato riconoscimento normativo e retributivo di tutte le professionalità che vi operano; rivendicano a tal fine scelte politiche indispensabili a colmare il divario che vede l’Italia ancora lontana dalla media dei Paesi OCSE per quanto riguarda sia gli investimenti in istruzione e formazione, sia le retribuzioni del personale scolastico.

Col Manifesto per la scuola e le iniziative in calendario il 18 novembre i sindacati promotori intendono sollecitare su queste tematiche un coinvolgimento ampio della società civile, ritenendo che anche il Contratto di lavoro per il cui rinnovo sono fortemente impegnati costituisca un indispensabile strumento per migliorare efficacia e qualità del sistema scolastico, nell’interesse delle giovani generazioni e dell’intera comunità sociale.

E’ possibile sottoscrivere il Manifesto firmando la petizione online all’indirizzo: www.petizioni.net/manifesto-scuola-bene-comune.


Olimpiadi di Debate

Sabato 18 Novembre 2017, si è svolta a Roma, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica “G. Spadolini”, la prima edizione delle Olimpiadi di Debate delle scuole italiane. Vincitrici e vincitori hanno ricevuto oggi la loro medaglia direttamente dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.

Il Debate è un confronto di opinioni regolato da modalità specifiche tra interlocutori che sostengono una tesi a favore e una contraria su un tema assegnato.

“Si tratta di un metodo pedagogico, educativo e formativo che consente di sviluppare capacità di argomentazione, valutare quelle altrui, strutturare competenze analitiche e comunicative, in un’ottica di educazione alla cittadinanza – sottolinea Fedeli -. Ma soprattutto consente di insegnare a studentesse e studenti a rispettare l’opinione altrui, ad ascoltare il prossimo. Il fatto di essere capaci di sostenere una tesi, anche diversa da quella che si avrebbe su un determinato tema, argomentandola e approfondendola, sviluppa la capacità di ascolto, di rispetto delle opinioni differenti, di capacità anche di empatia, relazionandosi in modo positivo agli altri. Per la prima volta, dopo una sperimentazione nelle scuole, facciamo a livello nazionale questa gara che è presente anche in altri Paesi”.

L’iniziativa, fortemente voluta e finanziata dal MIUR, ha previsto la realizzazione di 15 corsi di formazione dedicati a studentesse e studenti e docenti di ogni scuola polo e di un istituto loro partner tra febbraio e settembre 2017. Sono stati coinvolti in tutto 34 istituti scolastici, 48 docenti e quasi 100 studentesse e studenti, per un totale di oltre 50 giorni e 400 ore di formazione residenziale. La formazione è poi continuata nelle singole Regioni, ad opera delle e dei docenti delle scuole polo, e ha interessato più di 400 scuole che hanno coinvolto nella preparazione e nella selezione più di 1.000 studentesse e studenti e più di 200 docenti.

Stamattina, prima della proclamazione delle vincitrici e dei vincitori, due gruppi di debater si sono confrontati su uno dei tre temi ufficiali di questa edizione, elaborati da una commissione internazionale, prevista dal Regolamento, che si è ispirata ai temi dell’Agenda 2030. “I Paesi del G20, per salvare il pianeta dal riscaldamento globale, devono adottare obiettivi di riduzione delle emissioni globali di CO2 più ambiziosi rispetto a quelli degli Accordi di Parigi”, questo l’argomento del dibattito.

Sul podio delle Olimpiadi sono arrivati:

Migliori Speaker

1. Benedetta Leone, Team Puglia

2. Federica Sirressi, Team Puglia

3. Francesco Scognamiglio, Team Campania

Team in finale

I classificato – Team Puglia dall’I.I.S.S “Pietro Sette” di Santeramo in Colle (BA):

Vito Gesia

Benedetta Leone

Francesco Pontrandolfo

Federica Sirressi

Docente Accompagnatore: Maria Giuseppa Giove

II classificato – Team Sicilia dal Liceo Classico Statale “N. Spedalieri” di Catania:

Rebecca Leonardi

Giuliana Vento

Emilio Agosta

Tommaso Nigra

Docente Accompagnatore: Stefania Pisano