Il Natale per Roma? Mah!

Il Natale per Roma? Mah!

di Maurizio Tiriticco

 

Com’è noto a Roma sembra che ormai la caduta degli alberi vada di moda! Senza cure ormai da anni, uno dopo l’altro – e ormai sono anche un po’ vecchiotti e macilenti – uno ad uno ci cadranno sulla testa! Per cui, purtroppo, temo che anche gli alberi di Natale avranno una breve durata! In genere si dice: così va il mondo! No! Così va Roma! Oggi! Poveri nostri vecchi alberi che, silenziosi e attenti, nella nostra città ne hanno viste di cotte e di crude! Ed oggi sono appesantiti dalle palle che questa amministrazione pentastellata ci somministra giorno dopo giorno! Mi domando e non mi so rispondere: una città come Roma, oggi difficilissima, può essere governata da un manipolo di incompetenti? Purtroppo li abbiamo eletti! Purtroppo bis! Ma, se ne avessimo eletti altri, la musica sarebbe stata sempre la stessa! Ormai ogni bellimbusto/a si presenta per essere eletto/a ovunque e comunque! Ma quale cultura politica, socioeconomica, amministrativa – non dico ideale, parola del secolo scorso – può vantare? In effetti, sono armati solo di un disarmante coraggio: “Io ci provo, come va, va”! E, purtroppo, per molti va! Ma va male per noi!

Mi dispiace dover riconoscere che Roma, ai tempi del Governatorato, era una vera città. Lo so! Mussolini è stato quello che è stato… e… tra l’altro, ha distrutto un intero quartiere, l’Alessandrino, però per costruire la Via dell’Impero (oggi più modestamente “Via dei Fori Imperiali”)! Del resto i Savoia avevano sventrato mezza Roma per costruire Corso Umberto. Unicuique suum! A Via del Corso ci avevano già pensato i papi a raddrizzarla! Altrimenti i Romani come avrebbero fatto per la corsa – appunto, Corso – dei berberi che dovevano percorrerla tutta? E poi il fascismo non poteva essere secondo ai Savoia! In effetti, i grandi Stati europei avevano da anni le loro capitali. La Roma papalina non era neanche una città, nel senso che noi attribuiamo a questa parola. Era un agglomerato di casette tra le quali però svettavano palazzi signorili! Barberini, Bonaparte, Farnese, Chigi, Spada, Altemps e tanti altri. Sì, anche Palazzo del Quirinale, Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio, oggi presidi delle nostre istituzioni democratiche!

E poi, in fatto di chiese, hai voglia! Come ho detto, contavano soprattutto San Pietro e San Giovanni! E non erano da meno Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura! Che completavano I quattro passaggi di ogni Anno Santo! E un papa si era pure messo in testa di spaccare in due il Colosseo per non essere costretto a girarci intorno quando andava, appunto, da San Pietro a San Giovanni. So tante altre cose della Roma degli anni trenta… tutto funzionava, dalla viabilità alla nettezza urbana, alla tenuta dei parchi! Aiuole sempre in fiore! Per non dire dell’E42! Si guardino i progetti, che sarebbero stati senz’altro realizzati, se il Duce non avesse voluto emulare Hitler nel gioco della guerra! Convinto di un rapido blitzkrieg! Oggi tutti i nostri ex parchi sono solo zone off limits… le nostre strade e i mezzi pubblici… meglio tacere che troppo dire!

Roma, Da Caput Mundi a… nonsoché! Pure il Sole ha deciso di piantarla di domare i suoi cavalli sui nostri sette colli… un inno stupendo, musica di Giacomo Puccini, parole di Quinto Orazio Flacco (Carmen Saeculare) e di Fausto Salvatori. “Alme Sol, curru nitido diem qui promis et celas aliusque et idem nasceris, possis nihil urbe Roma visere maius”. E poi: “Sole che sorgi libero e giocondo, sui colli nostri i tuoi cavalli doma! Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma”.

Mah! C’era una volta Roma…