Ragazze e donne con disabilità, in piazza contro ogni discriminazione e violenza

Ragazze e donne con disabilità, in piazza contro ogni discriminazione e violenza

 

Domani, 25 novembre, ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne. A Roma si terrà una grande manifestazione solo lo slogan “Non una di meno”. La forte partecipazione alla analoga iniziativa del 2016 e il diffuso lavoro di confronto, di promozione, di produzione di documenti, di eventi collaterali, lascia ottimi auspici per replicare il successo.

Quest’anno c’è anche un’altra significativa novità: alla Manifestazione parteciperanno come gruppo, informale ma coeso, e sotto uno striscione senza sigle anche le donne e le ragazze con disabilità per portare il loro sostegno contro la violenza maschile e di genere in tutte le sue forme. Ma non solo.

La partecipazione di tante donne con disabilità sarà importante per fare finalmente emergere la discriminazione plurima da esse subìta, fatta di costrizioni e violenze sia fisiche che psicologiche, di esclusione. Perché donne e perché disabili.

È un messaggio che la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap sostiene con forza, richiamando sia la Convenzione ONU che gli ormai numerosi atti e pronunciamenti UE: la prospettiva delle donne e delle ragazze con disabilità va considerata in tutte le politiche in materia di parità di genere. Ciò che oggi, purtroppo, non avviene nella società, nel lavoro, nei servizi sanitari e in molti altri ambiti da cui ci si attendono invece pari opportunità.

E non sfugge a FISH quanto le ragazze e le donne con disabilità siano ancora più esposte a violenze e molestie, spesso nell’impossibilità di difendersi, denunciare, fuggire.

Anche per questo la prospettiva di genere anche nella disabilità rimane uno dei punti fermi delle rivendicazioni politiche di FISH.

L’appuntamento è dunque a Roma in Piazza della Repubblica il 25 novembre 2017 alle ore 14, per raggrupparci dietro lo striscione “Le donne con disabilità contro ogni discriminazione e violenza”.

Cuore, bacio, carezza?

Cuore, bacio, carezza? Un Gioco della Gentilezza da proporre a scuola per la giornata contro la Violenza sulle donne

Anche un Gioco della Gentilezza può contribuire a prevenire la violenza sulle donne e più in generale sulle persone più deboli. La gentilezza a volte viene fraintesa e capita che tutto ciò che viene etichettato come gentile sia lecito e faccia stare bene, in realtà non é sempre così. Per la giornata contro la violenza sulle donne mi voglio soffermare su un particolare aspetto della gentilezza che riguarda i gesti gentili. I gesti gentili, sono le carezze, un bacio, un abbraccio, una stretta di mano, un saluto con la mano…movimenti che hanno come finalità fare stare bene sia chi li dona che colui, o colei che li riceve. Ma é sempre così?  Dipende, a chi vengono donati e come vengono espressi. Non tutti, per ragioni personali, gradiscono per esempio ricevere i movimenti gentili di contatto,  quindi  quando vengono abbracciati, l’abbraccio assume un valore tutt’altro che gentile.  Allo stesso modo un ragazzo che forza una ragazza, durante un’uscita serale tra amici, o conoscenti, a ricevere un bacio, oppure un abbraccio senza che le faccia piacere, magari contro la sua volontà, non é un gesto gentile, ma una forma di violenza; “le ho dato un bacio perché volevo dirle ciò che mi piace”, non giustifica la forzatura. Come si può fare a prevenire queste situazioni equivoche? Una delle strade che si può percorrere é educare sin da piccoli, bambini e ragazzi a conoscere la gentilezza e come metterla in pratica in modo da usarla correttamente, anche da adulti, per il bene di tutti, la scuola e la famiglia possono contribuire a trasmettere queste conoscenze. Ho sviluppato il  Gioco della Gentilezza “Cuore, bacio, carezza?”, augurandomi che venga proposto a scuola, o a casa, proprio per fare conoscere ai bambini ed ai ragazzi, che una delle soluzioni per rendere gentile un gesto é, se non si conosce cosa prova l’altra persona, semplicemente chiederglielo, “posso darti un bacio?”. In questo gioco sono proposti 3 gesti gentili, che in Italia hanno tutti lo stesso significato “ti voglio bene”, due di questi prevedono un contatto (il bacio e la carezza), uno invece no (il cuore). Durante il gioco ogni partecipante, camminando liberamente nello spazio a disposizione, può chiedere ad un altro giocatore “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta può consistere in uno dei tre gesti gentili, oppure in un “no grazie”, che rappresenta una parola molto gentile. In questo modo, giocando, i bambini approfondiscono la conoscenza della gentilezza, apprendendo il rispetto per l’altra persona.

Luca Nardi (Presidente dell’Associazione Culturale Cor et Amor ed ideatore dei Giochi della Gentilezza)


web www.igiochidellagentilezza.it

descrizione: CUORE, BACIO, CAREZZA?

ETA’: dai 6 ai 12 anni

PARTECIPANTI: a partire da 2

AMBITO: Scuola, famiglia

AMBIENTE: palestra, classe, salone pluriuso, casa

DURATA: variabile

MATERIALE: nessuno

INTRODUZIONE GENTILE: la gentilezza col cuore e la testa si esprime anche attraverso la sensibilità al benessere dell’altra persona, non tutti gradiscono i movimenti gentili di contatto, per questa ragione per scoprirlo é sufficente chiederlo..”Posso farti una carezza?”.

DESCRIZIONE: i movimenti gentili trasformano le parole in gesti, per esprimere “ti voglio bene” in Italia esistono tre movimenti: il cuorcino(fatto con la mano), il bacio (con la mano, o sulla guancia), la carezza. Dopo avere spiegato ai giocatori tale premessa e avere definito lo spazio di gioco, gli stessi si dispongono in piedi in ordine sparso. Al via i giocatori camminano lentamente, ogni volta che sul proprio cammino incontrano un altro giocatore gli chiederanno “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta potrà essere uno dei 3 gesti gentili, oppure un “no grazie” (che rappresenta una parola gentile), a seconda della risposta ricevuta i giocatori si scambieranno  uno dei tre movimenti, oppure no, il gioco prosegue coinvolgendo tutti i giocatori.

CONOSCENZE GENTILI ALLENATE: empatia, movimenti gentili, attenzione, sensibilità.

PROPOSTO DA: Luca Nardi

Oggi in Gazzetta il bando per 2.425 nuovi presidi

da Il Sole 24 Ore

Oggi in Gazzetta il bando per 2.425 nuovi presidi

di Claudio Tucci

Pronto il nuovo bando di concorso da 2.425 posti per dirigenti scolastici, di cui 9 destinati al concorso Friuli Venezia Giulia. Il bando è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione che potrebbe avvenire già sul numero di oggi, venerdì 24 novembre. Le domande per accedere al concorso si potranno effettuare dal 29 novembre al 29 dicembre prossimi, tramite la piattaforma del Miur Polis.

I numeri
Attualmente sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni. I posti banditi corrispondono ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi a seguito dei pensionamenti nel 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, detratti quelli che si possono coprire con le graduatorie esistenti nonché quelli delle scuole sottodimensionate (che non possono avere un dirigente titolare).

Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene, ha evidenziato la ministra Valeria Fedeli: «Abbattere il fenomeno delle reggenze significa, semplicemente, lavorare per la qualità del sistema».

Le modalità della selezione
Al corso-concorso possono partecipare i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. È utile anche il servizio precedente al ruolo. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole. La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. I candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Miur almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.

Le prove
La prova scritta prevede:
– cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.
– due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.
I candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
I candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali. Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Card docenti: solo il 6,6% è andato alla formazione

da Il Sole 24 Ore

Card docenti: solo il 6,6% è andato alla formazione

di Claudio Tucci

Ai tempi delle lingue straniere, della Fabbrica 4.0, della didattica sempre più orientata alle esigenze dei ragazzi e del mondo del lavoro, gli insegnanti italiani scelgono di spendere i 500 euro messi a disposizione dalla Buona Scuola per la loro formazione professionale acquistando, in massa, pc e tablet: su 256,5 milioni di euro (validati dal Miur relativi al 2016/2017) quasi 200 milioni, vale a dire il 77,44% dell’importo complessivo, sono stati utilizzati dai docenti per acquistare strumenti “hardware e software” (il ministero dell’Istruzione ha vietato gli smartphone perché considerati «non prevalentemente funzionali» all’attività di formazione – ma non è escluso che siano entrati nelle case dei professori e dei loro figli “mascherando” la spesa con voci ammesse). Per corsi di formazione e aggiornamento, vale a dire, master, corsi universitari o svolti da enti accreditati – teoricamente lo “sbocco” più in linea con il dettato normativo – sono stati utilizzati appena 16,9 milioni, il 6,6% del totale.

Diciamolo subito: in base alle norme in vigore è tutto legittimo. Quello che sorprende è che, tra le tante opzioni sul tavolo, la scelta dei professori si sia concentrata su pc, iPad e tablet, che, come noto, possono non avere una esclusiva finalità “formativa”.

La Card annuale di 500 euro voluta, nel 2015, dal governo Renzi ha segnato una inversione di tendenza: la somma può essere spesa per una serie di “servizi” dall’acquisto di libri ai corsi d’aggiornamento, dal cinema-spettacolo-teatro agli strumenti hardware e software, che sono quelli andati per la maggiore. In tutto, secondo la fotografia che ci anticipa il Miur, si sono registrati alla piattaforma online 635.098 insegnanti, l’87% degli aventi diritto alla Card formativa. Per gli spettacoli di cinema e teatro è stato speso meno di un milione di euro; per mostre, eventi culturali e musei circa 700mila euro. Poco più di 38 milioni sono andati per l’acquisto di libri e testi, anche in formato digitale. Se, a questi 38 milioni, si sommano i 16,9 per master e corsi di formazione, si arriva a 55,2 milioni, pari al 21,53% degli importi validati dal Miur, destinati a «finalità di aggiornamento». Un dato significativo, per chi vede il bicchiere mezzo pieno. Nel confronto internazionale, invece, siamo in ritardo: in quasi tutti i Paesi europei (rapporto Eurydice 2016) la formazione continua degli insegnanti è una realtà strutturata, con alcuni Stati che addirittura la incentivano con avanzamenti di carriera o miglioramenti retributivi. In Italia, fino al 2015, non esisteva alcun obbligo formativo per i professori, e quindi in pochissimi si aggiornavano.

I 500 euro del bonus annuale sono, ora, al centro di un braccio di ferro tra chi, i sindacati, vorrebbero spalmarli su tutti i docenti, nel prossimo rinnovo contrattuale (la misura vale circa 350 milioni l’anno) e chi, l’esecutivo, preme per mantenerli. Gli ultimi due governi, del resto, hanno investito molto sulla formazione degli insegnanti (le risorse per il settore superano oggi i 426 milioni l’anno). E adesso si auspica che, esaurite tutte le spese per pc e tablet, già dal prossimo anno, i 500 euro possano essere utilizzati in modo diverso, e per finalità che abbiano ricadute reali per gli studenti.

Nasce il fondo Miur-Fondazione Inarcassa per i Comuni

da Il Sole 24 Ore

Nasce il fondo Miur-Fondazione Inarcassa per i Comuni 

Nasce #fondAzioneScuola, il fondo di rotazione e garanzia per la concessione agli enti locali di prestiti per progetti mirati alla sicurezza degli edifici scolastici. L’iniziativa è stata presentata ieri a Roma ed è il frutto di un’intesa firmata dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ed Egidio Comodo, presidente della Fondazione Inarcassa. L’obiettivo è quello di anticipare, senza interessi, i costi delle progettazioni che gli enti locali si impegnano ad affidare a professionisti iscritti a Inarcassa e in regola con gli adempimenti previdenziali.

Il fondo
L’accesso al fondo – che ha una disponibilità di due milioni – sarà possibile dalle ore 12:00 del 4 dicembre prossimo e fino alla mezzanotte del 14 gennaio 2018. Ciascun comune potrà ricevere fino a 50mila euro di finanziamento. Il finanziamento potrà coprire le spese di progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) di: nuovi fabbricati destinati all’edilizia scolastica, ampliamento e/o la ristrutturazione (di edifici o impianti), efficientamento energetico, adeguamento e miglioramento sismico degli immobili.
Una nota spiega che «la congruità dei costi di progettazione e la correttezza della procedura di affidamento» saranno valutati da una commissione di Fondazione Inarcassa. Il finanziamento delle iniziative seguirà il criterio cronologico di presentazione delle domande, ma anche quello territoriale, assicurando finanziamenti ad almeno due progetti per regione.

Fedeli: su edilizia scolastica investimento senza precedenti
«Sull’edilizia scolastica negli ultimi anni è stato fatto un investimento – che è prima di tutto un investimento culturale, non solo di risorse – senza precedenti» ha sottolineato la ministra Fedeli. E il presidente di Fondazione Inarcassa, Comodo, ha spiegato che il fondo «ha l’obiettivo di sbloccare l’iter procedurale propedeutico all’ottenimento del finanziamento dell’opera da realizzare. In tal senso, questo fondo svolge un’azione sussidiaria in favore degli enti locali».

Edilizia scolastica, 44 crolli all’anno Miur: «Più di due miliardi in arrivo»

da Corriere della sera

Edilizia scolastica, 44 crolli all’anno Miur: «Più di due miliardi in arrivo»

Il consueto rapporto di Cittadinanzattiva fotografa uno stato desolante degli edifici scolastici italiani. Ma i fondi, sulla carta, non mancano: in arrivo 1 miliardo dal governo e altri 1,7 miliardi dall’Europa. Resta il nodo dell’anagrafe scolastica incompleta

Valentina Santarpia

Una scuola su quattro ha una manutenzione inadeguata e solo il 3% è in ottimo stato. Un quarto circa di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco; segni di fatiscenza, come muffe ed infiltrazioni, sono stati riscontrati nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni. Nello scorso anno scolastico ci sono stati 44 episodi di crolli e, da settembre ad oggi se ne sono verificati altri 14. Quello di Cittadinanzattiva è come sempre un bollettino di guerra, che offre un quadro piuttosto desolante dello stato di conservazione dei nostri edifici scolastici. Nonostante gli sforzi degli ultimi anni, secondo l’associazione, che oggi porta in 30 città eventi di formazione e informazione, la situazione è ancora di «assoluta emergenza per l’edilizia scolastica del nostro Paese, soprattutto per le scuole del Sud Italia. E la mancanza di un’anagrafe scolastica completa e aggiornata rende anche difficile la distribuzione e l’utilizzo dei fondi.

I fondi

Perché le risorse ci sono. Da legge di Bilancio, c’è poco più di un miliardo destinato alle scuole: 1058 miliardi per la precisione, sbloccati nell’arco del triennio 2017-2019, di cui 291 milioni per quest’anno. I soldi, che serviranno soprattutto per finanziare misure per la sicurezza antisismica, verranno distribuiti alle Regioni entro la fine dell’anno, secondo uno schema già definito. La quota più consistente andrà alla Campania (149 milioni) e all’Emilia Romagna (quasi 94,4 milioni), seguita dalla Calabria (87,5 circa), Sicilia (quasi 77 milioni) e dal Lazio (76,5), mentre fondi minori spetteranno al Molise (17 milioni), e alla Sardegna (18,5). Sulla sicurezza antisismica il ministero dell’Istruzione sta concentrando non solo risorse concrete, ma anche teoriche: lancerà a breve una collaborazione con Protezione civile e Ingv per un progetto di diffusione della cultura della sicurezza a scuola. E sarà scelto proprio tra gli 11 comuni colpiti dal sisma quello che ospiterà la prima scuola modello disegnata dai ragazzi delle scuole superiori coordinati dall’architetto Cucinella. Ai fondi della manovra vanno aggiunti altri 1,3 miliardi dei cosiddetti mutui Bei, ovvero la nuova tranche dei mutui concessi dalla Banca centrale europea, che si sommano ai precedenti 400 milioni rimasti dal piano precedente perché non utilizzati. Il mutuo Bei funziona così: la Banca anticipa tutti i fondi subito, attraverso la Cassa depositi e prestiti, a fronte della presentazione dei progetti e del certificato di avanzamento dei lavori; lo Stato paga 150 milioni all’anno per dieci anni.

Personale Ata, il Miur evita l’ingestibilità delle scuole con proroga delle graduatorie d’Istituto

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata, il Miur evita l’ingestibilità delle scuole con proroga delle graduatorie d’Istituto

Concorso dirigenti scolastici, il 24 novembre il bando in Gazzetta. Le anticipazioni

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici, il 24 novembre il bando in Gazzetta. Le anticipazioni

Esami di Stato II ciclo: domande dei candidati entro il 30 novembre 2017

da La Tecnica della Scuola

Esami di Stato II ciclo: domande dei candidati entro il 30 novembre 2017

Concorso 2018 per abilitati, dentro anche i docenti di ruolo con riserva?

da La Tecnica della Scuola

Concorso 2018 per abilitati, dentro anche i docenti di ruolo con riserva?

Concorso DS: domani il bando, domande dal 29 novembre al 29 dicembre

da Tuttoscuola

Concorso DS: domani il bando, domande dal 29 novembre al 29 dicembre 

In occasione dell’incontro con i rappresentanti sindacali, il Miur ha confermato la notizia della pubblicazione domani del bando per il concorso dirigente scolastico, anticipando anche alcuni dati e scadenze significativi, riportati da diversi siti sindacali.

  • le domande di partecipazione potranno essere presentate dal 29 novembre al 29 dicembre 2017 tramite la piattaforma POLIS;
  • i posti messi a concorso sono 2.425 (come già previsto);
  • è prevista la riserva massima del 5% dei posti per ricorsi pendenti;
  • comunicazione della data di svolgimento della prova preselettiva nella Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2018;
  • dopo scritto e orale saranno ammessi al corso di formazione e al tirocinio 2.899 candidati;
  • gli USR verificheranno il possesso dei requisiti di accesso di coloro che hanno presentato domanda, individueranno le sedi della prova preselettiva in ragione assegnandovi i candidati.
  • A metà dicembre verrà emanato un avviso pubblico per l’individuazione dei membri delle Commissioni.

Maturità 2018: scadenze e modalità di presentazione delle domande di partecipazione

da Tuttoscuola

Maturità 2018: scadenze e modalità di presentazione delle domande di partecipazione

Rese note scadenze e modalità per presentare le domande di partecipazione agli esami finali da parte dei candidati interni ed esterni, oltre che i criteri necessari per essere ammessi alla Maturità 2018. Vediamoli insieme.

Maturità 2018: scadenze per presentare le domande di partecipazione

30 novembre 2017: presentazione della domanda alunni dell’ultima classe;
31 gennaio 2018: alunni della penultima classe per abbreviazione per merito, purché siano candidati interni;
20 marzo 2018: candidati esterni con cessazione della frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2018 e prima del 15 marzo 2018. La domanda dovrà essere presentata al Direttore Generale o Dirigente preposto all’Ufficio Scolastico Regionale della regione di residenza.

Maturità 2018: domanda di ammissione candidati interni ed esterni

candidati interni devono presentare domanda al dirigente scolastico della propria scuola entro la data indicata. Questa procedura è comunque solitamente automatizzata e viene inviata dalle segreterie per ogni alunno di quinta.
candidati esterni e gli alunni in possesso del diploma professionale di tecnico dovranno invece presentare la domanda al dirigente/direttore della sede dell’istruzione formativa frequentata per il corso annuale.
I candidati detenuti dovranno presentare la domanda al Direttore Generale o Dirigente preposto all’Ufficio Scolastico Regionale, per il tramite del Direttore della Casa Circondariale.

Maturità 2018: i criteri di ammissione

Per essere ammessi all’esame di Stato 2018 è necessario conseguire la sufficienza in tutte le materie (o gruppo di materie valutate con l’attribuzione di un unico voto), voto in condotta compresa. Troppe assenze possono compromettere l’ammissione agli esami, perché la frequenza deve essere di almeno tre quarti dell’orario annuale.

Il versamento della tassa erariale per esami da parte dei candidati interni è richiesto dalle istituzioni scolastiche all’atto della domanda di partecipazione all’esame di Stato.

Bando Concorso Dirigenti Scolastici

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali

(GU 4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 90 del 24-11-2017)

Nota USR Emilia-Romagna 24 novembre 2017, AOODRER 22612

Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna

AI Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche dell’Emilia-Romagna per il tramite dei Dirigenti degli Uffici di Ambito territoriale USR Emilia-Romagna
A tutti i Dirigenti degli Uffici di Ambito territoriale USR Emilia-Romagna da V a XI
Ai Dirigenti degli Uffici da I a IV USR Emilia-Romagna
Ai Dirigenti tecnici Coordinamento ispettivo USR Emilia-Romagna

Nota USR Emilia-Romagna 24 novembre 2017, AOODRER 22612

Oggetto: Procedimenti disciplinari nei confronti del personale scolastico. D.lgs. n. 165/01 (TUPI Testo Unico Pubblico Impiego) modificato dal D.lgs. n. 75/17 – Principali novità in materia di gestone del procedimento disciplinare


Tabella sintesi sanzioni disciplinari