La nomina del Responsabile per la transizione al digitale (RTD) non è un obbligo per le scuole

La nomina del Responsabile per la transizione al digitale (RTD) non è un obbligo per le scuole

Una nota (tardiva) del Ministero cerca di arginare l’incertezza. Continua il nostro impegno affinché il MIUR assicuri alle scuole il necessario supporto nella gestione amministrativa.

22/12/2017 – Con una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° agosto 2015 tutte le pubbliche amministrazioni erano state sollecitate a proteggere i sistemi informatici dotandosi  di standard minimi di prevenzione e reazione ad eventi cibernetici, secondo le indicazioni del D.lvo 82/2015, Codice dell’amministrazione digitale (CAD), aggiornato e modificato dal D.lvo 179/2016.

Per  agevolare tale processo, l’Agenzia per l’Italia digitale (AGID), con la circolare 2/2017 del 18 aprile 2017, ha fornito alle pubbliche amministrazioni le indicazioni per l’individuazione dell’ufficio unico e del soggetto a cui affidare la transizione al digitale e l’applicazione delle misure minime per la sicurezza, indicando nella data del 31 dicembre 2017 il termine per l’adempimento.

Da un’attenta lettura delle disposizioni normative richiamate dalla circolare AGID, si può chiaramente evincere che  l’obbligo si riferisce agli organi di vertice politico delle pubbliche amministrazioni e che gli uffici per la transizione al digitale non devono essere individuati presso le istituzioni scolastiche, pur essendo  queste ultime ricomprese tra le pubbliche amministrazioni e pur essendo sottoposte all’obbligo di proteggere i sistemi informatici con cui trattano i dati in loro possesso.

Nonostante ciò, la mancanza di indicazioni da parte del MIUR  e le pressioni di tutti quei soggetti esterni interessati ad accreditarsi presso le scuole come esperti della protezione dei dati  hanno alimentato tra i dirigenti scolastici un comprensibile allarme rispetto agli adempimenti e alle scadenze.

Proprio per rispondere alle pressanti richieste di chiarimenti, con un numero speciale del Notiziario Nazionale dei dirigenti scolastici in formato digitale  abbiamo già fornito l’8 dicembre 2017 a tutti i dirigenti scolastici iscritti alla FLC CGIL i chiarimenti e le necessarie indicazioni.

Con la nota 3015 del 20  dicembre 2017 il MIUR invia finalmente alle scuole le stesse indicazioni che noi avevamo già fornito ai dirigenti scolastici:

  • l’individuazione dell’Ufficio e del responsabile alla transizione al digitale non è un obbligo per le scuole che possono verificare autonomamente, anche senza ricorrere a specialisti del settore, il livello di protezione dei loro sistemi
  • la circolare AGID va considerata come un’opportunità di miglioramento della sicurezza e un riferimento pratico per valutare e migliorare il proprio livello di sicurezza informatica.

Riteniamo perciò necessario ribadire le seguenti indicazioni ai dirigenti scolastici :

  • sono i soggetti esterni a cui le scuole hanno affidato la gestione dei loro dati attraverso l’acquisto degli applicativi per le segreterie  ad avere l’obbligo di dichiarare alle scuole quali sono i livelli di sicurezza di cui si  sono dotati  per proteggere l’integrità di quei dati;
  • non esiste nessun obbligo tassativo di adeguamento entro il 31 dicembre 2017 ma occorre mettere mano alla sicurezza dei dati e dei sistemi informatici attraverso una ricognizione della situazione esistente e un programma di implementazione che tenga conto della necessità di prevedere le risorse necessarie in bilancio;
  • i soggetti esterni a cui le scuole hanno eventualmente affidato la gestione e la manutenzione dei sistemi  informatici sono tenuti in forza del  contratto stipulato e del rapporto fiduciario che li lega all’istituzione scolastica   ad  individuare tutte le misure necessarie per proteggere quei sistemi e non dovrebbero  chiedere ulteriori compensi per compilare la check list allegata alla circolare (elenco delle misure minime  di protezione adottate) o il modulo di implementazione (individuazione delle ulteriori misure necessarie per raggiungere il livello minimo di protezione richiesto).

La protezione dei dati del sistema scolastico richiama la necessità, da sempre sostenuta dalla FLC CGIL e ribadita in occasione degli incontri dei tavoli tecnici sulla semplificazione amministrativa, di implementare la funzionalità del SIDI rendendolo unico gestore dei dati, assumendo centralmente le misure necessarie a garantirne la sicurezza, con notevole risparmio di risorse da parte delle istituzioni scolastiche.

Sì alle assunzioni anche degli idonei concorsone 2016 – Più fondi per la formazione dei prof

da Il Sole 24 Ore

Sì alle assunzioni anche degli idonei concorsone 2016 – Più fondi per la formazione dei prof

di Cl.

Deroga al limite massimo del 10 per cento di idonei per consentire l’immissione in ruolo degli aspiranti docenti a tempo indeterminato che hanno raggiunto il punteggio minimo previsto dal bando, che ha indetto il concorsone 2016 (Buona Scuola). Al Pon 2014-2020 potranno partecipare anche le istituzioni formative accreditate dalle regioni che erogano corsi di istruzione e formazione professionale. E ancora: l’utilizzo di una quota dell’organico di potenziamento (5 per cento dei posti) potrà essere utilizzata per promuovere l’educazione motoria nella scuola primaria.

Sul fronte istruzione, ci sono altre novità contenute nella manovra 2018, introdotte nell’esame alla Camera.

Idonei
L’ampliamento della platea di soggetti da assumere stabilmente del concorsone del 2016 non penalizzerà comunque i vincitori non ancora assunti; un provvedimento analogo, fanno sapere dal Miur, è stato introdotto già nel dlgs 59 del 2017 con il quale è stato previsto che, nelle more del decollo del nuovo percorso triennale di formazione e tirocinio (Fit) nella secondaria, i posti di docente vacanti e disponibili nelle medesime scuole possono essere coperti annualmente, tra l’altro, mediante scorrimento delle graduatorie di merito delle selezioni 2016.

Docenti aggiuntivi per l’educazione motoria
Anche l’utilizzo di docenti aggiuntivi per l’educazione motoria nella scuola primaria segue quanto previsto dalla Buona Scuola, che tra gli obiettivi prioritari da raggiungere annovera, anche, alimentazione, educazione fisica, sport, attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti-atleti.

Valorizzazione docenti
Arrivano più fondi per la formazione degli insegnanti: 10 milioni nel 2018, 20 milioni nel 2019 e 30 milioni dal 2020. Questi i criteri e indirizzi da rispettare nell’ambito della contrattazione per l’utilizzo delle risorse sopra indicate, anche mediante eventuale integrazione al “CCNL” di riferimento. Si tratta di: valorizzazione dell’impegno in attività di formazione, ricerca e sperimentazione didattica; valorizzazione del contributo alla diffusione nelle istituzioni scolastiche di modelli per una didattica per lo sviluppo delle competenze

Studenti disabili
Arrivano poi fondi in più, 75 milioni nel 2018, per i servizi di supporto per l’istruzione degli alunni con disabilita’ o in situazioni di svantaggio.

Istruzione professionale, ok da Stato-Regioni al riordino. Dal 2018/2019 si cambia

da Il Sole 24 Ore

Istruzione professionale, ok da Stato-Regioni al riordino. Dal 2018/2019 si cambia

Via libera ieri in Conferenza Stato-Regioni all’intesa al Regolamento attuativo per il riordino dell’istruzione professionale. Prende corpo la riforma disegnata da uno dei decreti legislativi (numero 61 del 2017) della legge 107 del 2015, la Buona scuola. Per il Miur era presente il sottosegretario Vito De Filippo.

«La revisione dell’istruzione professionale ha l’obiettivo di dare una chiara identità a questi istituti, innovando e rendendo più flessibile la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’Istruzione tecnica che ha causato, in passato, la perdita di iscrizioni, e mettendo ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali – ha sottolineato la ministra Valeria Fedeli -. Rilanceremo i laboratori, stanziando anche risorse Pon per rinnovarli, e sarà potenziato l’organico del personale docente, con quasi 48 milioni stanziati per l’anno scolastico 2018/2019 e ulteriori finanziamenti a regime. Possiamo davvero scrivere una nuova e importante pagina per queste scuole che possono e devono avere un ruolo centrale nel rilancio economico del Paese e che possono essere davvero laboratori territoriali di innovazione. Nelle prossime settimane, anche in vista delle iscrizioni, accompagneremo scuole e famiglie, informandole sul nuovo sistema e sulle sue opportunità».

«Il rilancio dei professionali è un tassello decisivo della riforma varata nel 2015. Si tratta di novità attese per dare una risposta qualitativamente alta a chi oggi decide di intraprendere questo percorso di studi. Dopo l’intesa di oggi lavoreremo rapidamente per fare in modo che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico: a settembre 2018 è previsto il debutto dei nuovi percorsi», ha aggiunto il sottosegretario Vito De Filippo.

I percorsi saranno di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.
Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Il riordino punta ad una sempre maggiore personalizzazione degli apprendimenti in modo tale che le studentesse e gli studenti, attraverso un progetto formativo individuale, possano sviluppare e acquisire competenze che li aiutino nell’accesso del mondo del lavoro. Nel biennio vengono inseriti gli assi culturali, ovvero aggregazioni di insegnamenti omogenei che forniscono competenze chiave di cittadinanza alle giovani e ai giovani.

Le scuole potranno utilizzare le loro quote di autonomia, in relazione all’orario complessivo, per rafforzare i laboratori e qualificare la loro offerta in modo flessibile.
Per una informazione preliminare alle istituzioni scolastiche e alle famiglie in merito alle novità previste, in vista delle imminenti iscrizioni, il ministero ha predisposto una circolare inviata a tutte le scuole con i punti principali del Regolamento approvato oggi. Il ministero ha già avviato gli incontri informativi con gli Uffici scolastici regionali (Usr) e stanziato oltre 1 milione di euro per l’accompagnamento della riforma: sono previsti, nei prossimi mesi, ulteriori incontri con gli Usr e apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici.

Scuola, niente cattedra a chi non parla l’inglese

da Il Messaggero

Scuola, niente cattedra a chi non parla l’inglese

è prevista una prova orale con la simulazione di una lezione in classe e, nell’orale, dovranno saper dimostrare la conoscenza della lingua inglese pari al livello B2, ossia intermedio superiore

Corsi privati e a pagamento, ripassi dell’ultimo minuto o una vera e propria full immersion nei libri messi via da tempo o mai aperti: per gli aspiranti professori, ora, è arrivato il momento di studiare l’inglese. Lo prevede il prossimo concorso, di cui presto il ministero dell’istruzione pubblicherà il bando, riservato ai docenti di scuole medie e scuole superiori già abilitati all’insegnamento. La prossima selezione è infatti riservata agli abilitati: saranno circa 80 mila e verranno immessi in ruolo nell’arco di dieci anni. Per loro è prevista una prova orale con la simulazione di una lezione in classe e, nell’orale, dovranno saper dimostrare la conoscenza della lingua inglese pari al livello B2, ossia intermedio superiore. Vale a dire che tutti quei precari, molti dei quali in cattedra da anni e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, pur avendo già acquisito l’abilitazione tramite un precedente concorso o con i corsi ad hoc, ora si ritrovano a dover studiare inglese. E a doverlo fare in pochissimo tempo visto che il bando uscirà entro la fine dell’anno. C’è chi si preparerà rispolverando vecchie conoscenze, messe da parte da anni, e chi invece dovrà cominciare proprio da zero. Per portare la preparazione a un livello che dimostri la loro autonomia linguistica.

I COSTI

Per molti non sarà semplice e dovranno ricorrere a corsi dedicati alla certificazione del livello B2, non senza spese da sostenere. Un corso di lingua inglese per un livello B2 va dai 240 euro ai 500 in media. Ma non è detto che ci sia il tempo necessario per frequentare l’intero corso entro i termini dell’avvio del concorso. La certificazione vera e propria non è necessaria: i requisiti per accedere alla selezione sono infatti il titolo idoneo per l’accesso alla classe di concorso richiesta e i 24 crediti formativi universitari nelle discipline antropopsicopedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. La certificazione di inglese non c’è ma è necessario poter dimostrare di avere quel livello di preparazione. E non è scontato che ci sia: i docenti abilitati da anni, infatti, provengono da concorsi nei quali la lingua inglese non era prevista. Si tratta di una novità introdotta nelle selezioni del 2012 con l’allora ministro Profumo e della del 2016 per volontà dell’ex ministra Giannini. In questo caso però la selezione con una parte della prova in lingua inglese è prevista per legge, in base al decreto attuativo della Riforma Madia che introduce l’inglese nel computo dei requisiti fondamentali per accedere ai concorsi pubblici. Inglese obbligatorio, quindi. Un passaggio necessario per reclutare al meglio i docenti, chiamati anche a sostenere lezioni in inglese una volta approdati in cattedra tramite il metodo Clil. Si tratta di una metodologia di insegnamento introdotta da anni anche nelle scuole elementari: si tratta di insegnare una materia non linguistica in inglese. Ad esempio il docente di storia dell’arte deve far lezione in inglese. O quello di chimica, di matematica o di storia.

IL METODO

Finora la metodologia Clil ha fatto fatica a decollare, nonostante il ministero dell’istruzione abbia investito nei corsi di formazione tra i docenti incontrando però la resistenza dei meno avvezzi alle novità. Ma il sistema deve andare a regime e quindi servono necessariamente docenti che sappiano parlare un inglese fluente. La regola ovviamente verrà confermata anche per le prossime selezioni. A marzo verrà bandito, infatti, il concorso per docenti non abilitati: tutti quei precari che, stimati intorno alle 65 mila persone, insegnano da almeno tre anni come supplenti nella scuola italiana, restano però relegati nelle graduatorie di istituto proprio perché non hanno mai conseguito un’abilitazione. Poi arriveranno i nuovi concorsi ordinari, quelli per semplici laureati, i cui vincitori saranno immessi in percorsi triennali di formazione per poi ottenere il ruolo.
Lorena Loiacono

Afam: si avvia la stabilizzazione

da La Tecnica della Scuola

Afam: si avvia la stabilizzazione

Iscrizioni a.s. 2018/2019, dal 21 dicembre si può testare il caricamento della domanda

da La Tecnica della Scuola

Iscrizioni a.s. 2018/2019, dal 21 dicembre si può testare il caricamento della domanda

Legge di bilancio, mancano le coperture finanziarie su alcuni emendamenti

da La Tecnica della Scuola

Legge di bilancio, mancano le coperture finanziarie su alcuni emendamenti

Scuola digitale, dal 18 al 20 gennaio 2018 la festa del PNSD

da La Tecnica della Scuola

Scuola digitale, dal 18 al 20 gennaio 2018 la festa del PNSD

Prova di preselezione concorso DS: i computer potrebbero far slittare la data a maggio

da Tuttoscuola

Prova di preselezione concorso DS: i computer potrebbero far slittare la data a maggio

Si profila un nuovo problema per la data di svolgimento della prova preselettiva del concorso DS dalla quale dovranno uscire non più di 8.700 candidati ammessi alle successive prove concorsuali. Potrebbe esserci un ulteriore slittamento rispetto al periodo di svolgimento stimato per Pasqua.

Il bando del concorso DS prevede che il 27 febbraio prossimo sarà comunicata la data di svolgimento della prova di preselezione e, nel contempo, sarà data comunicazione in merito alla pubblicazione dell’archivio dati. Sembra chiaramente di capire che il 27 febbraio non sarà pubblicata la banca dati dei 4mila quesiti da cui saranno estratti i 100 della prova, ma che ne verrà comunicato il tempo di pubblicazione. Poiché dopo la pubblicazione della banca dati dovranno trascorrere almeno 20 giorni dallo svolgimento della prova, è fondato il calcolo che fa ritenere plausibile la data di effettuazione in aprile dopo le vacanze pasquali previste dal 29 marzo al 3 aprile. Ma subito dopo le vacanze pasquali è già previsto il calendario serrato delle prove Invalsi per classi terze della scuola secondaria di primo grado che da quest’anno si svolgeranno in modalità computer based per Italiano, Matematica e Inglese in un arco di giorni, tra il 04 aprile e il 21 aprile 2018.

Ma che rapporto c’è tra la prova di preselezione del concorso DS e prove Invalsi? Quale rapporto? Hanno in comune lo strumento che i candidati e gli alunni dovranno usare, il computer, perché le prove si svolgono in computer based. Si sa già per certo che per le prove Invalsi ci sarà penuria di computer e si dovrà forse cercare aiuto all’esterno. Per il concorso DS la disponibilità dei computer non potrà che venire dalla secondaria di II grado, se non avrà fornito aiuti alle scuole secondarie di I grado. L’ingorgo di utilizzo del computer potrebbe comportare lo slittamento della prova di preselezione del concorso DS a maggio. In alternativa, se la banca dati fosse già pronta il 27 febbraio, la prova si potrebbe svolgere a fine marzo, prima delle vacanze pasquali. Un sogno.

Diplomati magistrali, sentenza di esclusione dalle GAE: i tempi di inserimento

da Tuttoscuola

Diplomati magistrali, sentenza di esclusione dalle GAE: i tempi di inserimento

La sentenza n. 00011/2017 REG.PROV.COLL, con la quale ieri il Consiglio di Stato ha sancito l’esclusione dei diplomati magistrali ante 2001-02 dalle GAE, si fonda su due motivazioni sostanziali. Vediamo la prima, relativa ai tempi di inserimento in GAE.

Va premesso che l’adunanza plenaria del 15 novembre scorso, da cui è uscita la sentenza, era stata provocata da un’ordinanza della VI Sezione dello stesso Consiglio di Stato che, rilevate alcune perplessità interpretative, aveva rimesso, appunto, alla plenaria la decisione definitiva.

In particolare le perplessità si fondavano, tra l’altro, su questi elementi:

  1. a) la riapertura delle graduatorie ad esaurimento appare priva di base normativa, nonostante le enunciate ragioni di equità e pari trattamento, in ipotesi idonee a giustificare un nuovo intervento del legislatore. Nella situazione in esame, peraltro, non si comprenderebbe perché il possesso di titolo abilitante sia stato fatto valere a tanti anni di distanza dal relativo conseguimento, senza alcun richiamo a pregressi titoli di servizio. Diversa sarebbe la situazione di chi fosse già stato iscritto nelle graduatorie di cui trattasi, con successiva esclusione per non avere presentato domanda di conferma in sede di aggiornamento.
  2. b) l’inserimento in una graduatoria, destinata a consentire per mero scorrimento lo stabile ingresso nel ruolo docente, non dovrebbe prescindere da una seria ricognizione dell’esperienza maturata dai singoli interessati, di cui nel caso di specie non sono noti né l’attuale iscrizione nelle graduatorie di Istituto, né l’eventuale, ulteriore percorso formativo seguito dopo il conseguimento (in anni molto risalenti nel tempo) del diploma abilitante.

Proprio sulla prima perplessità (perché non hanno chiesto prima l’inserimento?) la sentenza afferma ora categoricamente che “Alla luce delle considerazioni svolte, deve, pertanto, ritenersi che l’efficacia abilitante (ai fini dell’inserimento nelle graduatorie permanenti prima e ad esaurimento poi) del diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2011/2002 avrebbe dovuto essere fatta valere dagli interessati mediante, in primo luogo, la presentazione di una tempestiva domanda di inserimento e, in secondo luogo, a fronte del mancato inserimento, la proposizione nei termini di decadenza del ricorso giurisdizionale.”

Ammesso e non concesso, dunque, che quel vecchio diploma fosse pienamente abilitante, ne doveva essere chiesta per tempo la valutazione ai fini dell’inserimento in graduatoria permanente/esaurimento.

Permessi per legge 104: il dirigente scolastico può chiederne calendarizzazione?

da Tuttoscuola

Permessi per legge 104: il dirigente scolastico può chiederne calendarizzazione?

Quale docente di scuola secondaria di 2°grado fruisco dei permessi della legge n. 104/92, per assistere mia madre disabile grave. Un mio collega (docente di diritto) sostiene che il dirigente scolastico potrebbe chiedermi di calendarizzare o concordare con puntualità i 3 giorni di permesso mensile. L’eventuale richiesta sarebbe legittima?  E se sì, qual è la norma di riferimento che attribuisce al dirigente scolastico tale potestà?

S.G.

L’esperto risponde

Le persone legittimate ad assistere le persone in situazione di disabilità grave e, quindi, a fruire dei 3 giorni di permesso mensile, secondo l’art. 33, comma3, della legge n. 104/92, sono: il genitore, il coniuge, il parente o l’affine entro il 2°grado. In subordine, titolati alla fruizione dei permessi possono essere i parenti e gli affini di 3°grado, alle seguenti condizioni:

– quando i genitori o il coniuge della persona disabile sono deceduti o mancanti;
– quando i genitori o il coniuge delle persona disabile sono affetti da malattie invalidanti.

Il testo legislativo, che tace in merito alla esatta individuazione dei giorni di permesso mensile, ha una prima integrazione dall’art. 15, comma 6, del vigente Ccnl scuola, che così recita: i permessi mensili (…) devono essere possibilmente fruiti dai docenti in giornate non ricorrenti”.

La puntualizzazione contrattuale, tuttavia, è sempre stata interpretata quale semplice esortazione morale: il docente fruitore, in forza dell’avverbio utilizzato (possibilmente), è rimasto comunque l’unico soggetto che sceglie liberamente i giorni di permesso. Successivamente, il Dipartimento della Funzione pubblica, con il parere n. 13 del 2008, ha precisato:

Al fine di evitare la compromissione del funzionamento dell’organizzazione, le amministrazioni dovrebbe concordare preventivamente con il lavoratore le giornate o le ore di permesso. A questo scopo può essere utile elaborare un piano per la fruizione dei permessi, che naturalmente è solo lo strumento formale dell’accordo lavorativo, il cui contenuto si può riempire sulla base della sussistenza del presupposto della legittimazione al congedo per il lavoratore”.

Lo stesso Dipartimento, con la circolare n. 13 del 2010, ha ribadito :

“Salvo dimostrate situazioni di urgenza, per la fruizione dei permessi, l’interessato dovrà comunicare al dirigente competente le assenze dal servizio con congruo anticipo, se possibile con riferimento all’intero arco temporale del mese, al fine di consentire la migliore organizzazione dell’attività amministrativa”.

Le precisazioni riportate, però, in mancanza di una esatta individuazione della norma in forza della quale il dirigente potrebbe richiedere o esigere una fruizione concordata dei permessi mensili, non ha inciso più di tanto nella consuetudine in atto: il docente che assiste la persona disabile ha continuato ad essere del tutto autonomo nella scelta dei giorni del mese in cui utilizzare il permesso.

Infine, entra in campo l’Aran che in risposta ( SC_066_ Orientamenti Applicativi dell’1.08.2012) ad un apposito quesito (“Come possono essere fruiti i giorni di permesso art. 33, comma3, legge 105/92 ?”), dopo aver richiamato la disciplina contrattuale – l’art. 15, comma 6. del Ccnl 29.11.2007-, chiarisce:

In ogni caso la concessione di giornate di assenza ricade nelle scelte organizzative adottate dal dirigente della struttura con i poteri del privato datore di lavoro, di cui all’art.5, comma 2, del D.lgs. 165/2001”.

Ed è l’ultima norma indicata che consente al pubblico dirigente scolastico – tramite unilaterali atti organizzativi – di assicurare l’efficacia e l’efficienza del servizio dell’Unità scolastica cui è preposto. Sicché lo stesso è titolato – ad esempio – ad emanare direttive interne di organizzazione, stabilire l’articolazione dell’orario di servizio di docenti e Ata, assegnare la sede di servizio, ecc..

Di conseguenza, può ben pretendere dal docente interessato una preventiva fruizione concordata dei permessi. Ciò, al fine di predisporre in anticipo una più organica e funzionale sostituzione del docente assente e, al contempo, evitare che, sistematicamente, le stesse classi e i medesimi alunni siano deprivati del docente titolare e dell’insegnamento disciplinare dovuto.

Naturalmente, la fruizione concordata viene meno o può essere interrotta a fronte di bisogni urgenti della persona disabile, che il docente fruitore, però, ha l’obbligo di documentare adeguatamente.

Alternanza scuola – lavoro: cosa fare di fronte a uno studente ripetente?

da Tuttoscuola

Alternanza scuola – lavoro: cosa fare di fronte a uno studente ripetente?

Alternanza scuola – lavoro: sono molte le domande che scuole, famiglie e strutture ospitanti hanno formulato al Ministero dell’Istruzione. Una delle più frequenti la segnala Skuola.net ed è quella in merito al percorso degli alunni che non hanno superato l’anno scolastico.

Studente bocciato: deve partecipare obbligatoriamente alle attività di alternanza scuola – lavoro?

In breve: nel caso di un alunno ripetente che non ha frequentato il percorso di alternanza scuola – lavoro, in quanto l’obbligatorietà è stata introdotta l’anno successivo, sarà il Consiglio di classe a decidere se l’alunno ripetente dovrà o meno partecipare alle attività di alternanza al fine di riallinearsi con il resto dei compagni, si legge su Skuola.net.

E se le attività di alternanza le ha già frequentate?

Quanto a un alunno ripetente che ha frequentato le attività di alternanza durante l’anno scolastico (al termine del quale non è stato ammesso alla classe successiva), nei chiarimenti del Miur si indica che, essendo l’alternanza scuola-lavoro un’attività ordinamentale programmata dal Consiglio di Classe, lo studente ripetente deve svolgere nuovamente l’intero percorso. Il percorso di alternanza, quindi, va ripetuto. Rimangono però validi i brevetti conseguiti durante il precedente anno di alternanza.

Formazione all’innovazione didattica e organizzativa: apertura sistema informativo GPU ed avvio seconda Fase

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Fondo Sociale Europeo.
Azione 10.8.4 “Formazione del personale della scuola e della formazione su tecnologie e approcci metodologici innovativi”. Avviso prot. AOODGEFID/6076 del 04/04/2016.
Formazione personale scolastico – Apertura Sistema informativo GPU ed avvio seconda Fase.

Prot. 38271 del 22 dicembre 2017

Nota 22 dicembre 2017, AOODGEFID 38240

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale

Alle Istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado
c.a. Dirigente Scolastico
c.a. Animatore digitale
LORO SEDI –
E, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
c.a. Direttori Generali
c.a. Referenti per il PNSD
LORO SEDI –

Oggetto: Azione #24 del Piano nazionale per la scuola digitale. Concorso pubblico #iMiei10Libri – I 10 libri più votati dagli studenti entrano in tutte le biblioteche scolastiche – Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD) – Cfr. Avviso pubblico prot. n. 8256 del 1° giugno 2016.

Accordo sulla mobilità del personale della scuola

Il 22 dicembre FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola Rua e il MIUR hanno concordato la proroga integrale, limitatamente all’anno scolastico 2018-19, del vigente Contratto sulla mobilità del personale della scuola.


Scuola, Fedeli: “Bene accordo su mobilità. Adesso procedere velocemente per rinnovo del contratto. Filiera del sapere e futuro delle nuove generazioni al centro dell’agenda del governo”

(Venerdì, 22 dicembre 2017) La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, esprime “soddisfazione” per l’accordo sulla mobilità del personale della scuola siglato con le Organizzazioni sindacali. “Ci eravamo riproposti di chiudere l’intesa entro il mese di dicembre – afferma la Ministra -. Aver raggiunto questo obiettivo rappresenta un importante traguardo. Proseguiremo il lavoro che abbiamo impostato, secondo un preciso cronoprogramma, per garantire alle nostre studentesse e ai nostri studenti un avvio ordinato del prossimo anno scolastico. La mobilità, infatti, rappresenta il primo fondamentale tassello delle operazioni che seguiranno nei prossimi mesi. Stiamo procedendo bene, rispettando gli impegni presi e in un clima di fiducia e collaborazione, segno del fatto che gli obiettivi che come governo ci siamo prefissati sono condivisi”.

“La filiera del sapere – aggiunge Fedeli – è al centro della nostra azione, come risulta evidente anche dalla legge di bilancio che ha avuto il via libera oggi alla Camera e che contiene importanti risorse per i nostri settori, a partire dalla scuola. Risorse che ci consentiranno di sostenere studentesse e studenti e di valorizzare il personale delle istituzioni scolastiche grazie, ad esempio, ai 150 milioni di euro a partire dal 2018/2019 per incrementare l’organico di diritto del personale docente. Abbiamo aumentato le risorse a disposizione per il rinnovo dei contratti per il personale docente grazie a un fondo ad esso riservato di 10 milioni nel 2018, 20 nel 2019 e 30 a partire dal 2020. Per la contrattazione in favore dei dirigenti scolastici disporremo di 96 milioni aggiuntivi a regime. Rispondendo finalmente ad alcune richieste importanti che venivano dagli ATA: sarà concessa la sostituzione del personale assente, mentre per i DSGA, i direttori dei servizi generali amministrativi, è stato previsto un concorso dopo più di 15 anni di attesa. Senza contare le misure e le risorse destinate alle nostre e ai nostri giovani, al mondo dell’AFAM, dell’Università e della Ricerca”.

“Adesso dobbiamo andare avanti rapidamente per il rinnovo del contratto, di comparto e dell’area dirigenziale, del settore ‘Istruzione e Ricerca’. Condivido quanto richiesto giustamente dalle Organizzazioni sindacali nel comunicato congiunto diramato oggi. Dobbiamo farlo nella cornice dell’intesa del 30 novembre 2016, alla luce degli accordi che questa reca, e in attuazione dell’Atto di indirizzo, trasmesso nel mese di ottobre all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni. Ho ribadito questa necessità – sottolinea Fedeli – in una lettera inviata alla Funzione Pubblica. La Ministra Marianna Madia condivide con me l’opportunità di chiudere quanto prima il contratto: sono passati troppi anni dall’ultima stagione contrattuale e da troppo tempo donne e uomini che lavorano con dedizione e professionalità nella Scuola, nell’Università, nell’AFAM e nella Ricerca attendono risposte. Oggi ci sono le condizioni per dare finalmente il doveroso riconoscimento professionale ed economico a queste lavoratrici e a questi lavoratori. In questi mesi sono stati fatti importanti passi in avanti. Proseguiamo sulla strada tracciata, accelerando i tempi: è anche da questo – conclude la Ministra – che dipende la crescita del nostro Paese”.