Welfare che impresa: quando la startup e’ sociale

Il Sole 24 Ore del 01-02-2018

Welfare che impresa: quando la startup e’ sociale

Non solo fintech e automotive. Chi l’ha detto che l’innovazione e la tecnologia facciano bene solo alle imprese del settore finanziario o automobilistico? Le startup possono nascere infatti anche in settori apparentemente meno disruptive, come per esempio il welfare. È questo il caso di Italia non profit, Jobiri, Local To You e Tripmetoo: le quattro startup vincitrici della seconda edizione di “Welfare, che impresa”. Il concorso, dedicato alle stratup “sociali”, promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Golinelli, Fondazione Snam e UBI Banca con il contributo scientifico di AICCON e Politecnico di Milano.

Scelte tra oltre 150 progetti candidati, a ognuna delle quattro imprese vincitrici andranno 20mila euro in denaro e un finanziamento fino a 50 mila euro a tasso zero offerto da Ubi Banca. Inoltre le quattro imprese parteciperanno al percorso di incubazione o di accelerazione (in base al loro stadio di sviluppo) della durata di quattro mesi a cura di PoliHub (Milano), Social Fare (Torino) e Campania NewSteel (Napoli). La giuria ha deciso, inoltre, di assegnare un riconoscimento speciale al progetto AGRIshelter (progetta case temporanee per situazioni di emergenza da costruire con le risorse locali e con materiali naturali) che è stato premiato con un contributo in denaro di 10mila euro messo a disposizione da Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Snam e un finanziamento fino a 50mila euro a tasso zero di Ubi Banca.

Ma cosa sono precisamente le startup sociali? Sono quelle imprese che si occupano di progetti innovativi – hanno spiegato gli organizzatori – “dedicati al welfare di comunità e capaci di favorire la coesione sociale, lo sviluppo e il fare rete”, nei seguenti settori: agricoltura sociale; valorizzazione del patrimonio culturale e conservazione del paesaggio; welfare culturale e inclusivo; servizi alla persona e welfare comunitario.

Aiuta a fare rete, per esempio, Italia non profit. La startup premiata per aver creato una piattaforma gratuita che raccoglie i dati di tutte le organizzazioni non profit italiane attive nel terzo settore. Grazie a questo strumento, i cittadini possono scoprire come gli enti sono organizzati al proprio interno, capire per quali progetti raccolgono fondi, su quali beneficiari producono impatto, come operano e da quali valori sono ispirati.

Jobiri aiuta invece chi è alla ricerca di un impiego, attraverso il primo consulente di carriera virtuale. Grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale al meccanismo di selezione, la startup ha creato un sistema che accelera l’inserimento lavorativo e che, allo stesso tempo, supporta le Istituzioni rendendo moderni e digitali i programmi di politica attiva che puntano a promuovere l’occupazione.

Ha puntato sull’agricoltura sociale Local to You. La startup bolognese, nata nel 2016, ha vinto per avere ideato una piattaforma online dedicata alla vendita di prodotti biologici di stagione con una marcia in più. A coltivare frutta e verdura acquistabile su Local to You sono infatti solo cooperative che impegnano persone con fragilità. Un modo green per favorire l’inclusione.

Il cavallo di battaglia dell’ultima vincitrice sono stati i viaggi “senza barriere”. Triptomee punta infatti ad aiutare viaggiatori e operatori del settore a costruire un nuovo modo di vivere il turismo basato sulla diversità, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Consentendo, anche a chi ha esigenze speciali, di costruire esperienze di viaggio tailor made personalizzabili e modulabili.

Le startup sociali italiane sembrano essere in buona compagnia visto che secondo il Global Entrepreneurship Monitor sarebbero mediamente il 3-4% le nuove imprese globali con una missione dichiaratamente sociale, con picchi fino al 10% in alcuni Paesi, e con percentuali doppie rispetto a dieci anni fa. La dimostrazione quindi che l’innovazione a vocazione sociale fa bene sia alle comunità che all’economia.

di Silvia Pasqualotto

Pari opportunità, iniziative nelle scuole contro gli stereotipi di genere

Pari opportunità, iniziative nelle scuole contro gli stereotipi di genere.
Siglata intesa tra Miur e la Consigliera Nazionale di Parità

(Giovedì, 01 febbraio 2018) Sensibilizzare le studentesse e gli studenti e le e gli insegnanti sui principi della parità e delle pari opportunità, in coerenza con i principi espressi anche dalla Costituzione, in particolare all’articolo 3. Lavorare per il superamento degli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano i percorsi formativi, l’accesso al mercato del lavoro e la carriera delle e dei giovani. Sono i principali obiettivi del Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Consigliera Nazionale di Parità presso il Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali. A sottoscriverlo la Ministra Valeria Fedeli e la Consigliera Francesca Bagni Cipriani.

L’Intesa prevede la costituzione – presso il MIUR – di un Comitato paritetico per la promozione di attività specifiche su questi temi e rientra tra le iniziative messe in campo dal MIUR per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze. Tra queste, in particolare, il Piano nazionale per l’educazione al rispetto lanciato a ottobre dalla Ministra Fedeli. Piano del quale fanno parte le Linee guida nazionali previste dal comma 16, art. 1, della Legge 107 del 2015 per promuovere nelle scuole “L’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le altre discriminazioni”.

Il Protocollo ha una durata triennale e prevede il coinvolgimento delle Consigliere di parità territoriale e delle strutture periferiche del Ministero dell’Istruzione.

Resoconto azioni MIUR 2017

Disponibile il documento che dà conto, in sintesi, delle azioni realizzate nell’ultimo anno dal MIUR, attraverso gli uffici centrali e periferici dell’Amministrazione, per garantire il buon funzionamento dei settori della conoscenza, per valorizzarli e incrementare la qualità del sistema di Istruzione, Università, Ricerca e dell’AFAM, l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Alle strutture centrali e periferiche del MIUR va il ringraziamento della Ministra Fedeli per il lavoro svolto in questi mesi.

Le azioni descritte sono state messe in campo in coerenza con gli obiettivi strategici strutturali individuati dal Ministero stesso per l’anno 2017, con il programma di Governo, con le priorità politiche dettate nell’Atto d’indirizzo 2017 e nel rispetto delle compatibilità con le risorse finanziarie, umane e strumentali assegnate.

Il principale obiettivo del documento, è quello di descrivere in modo esemplificativo, ma allo stesso tempo esaustivo, il quadro delle attività svolte nel corso del 2017 e dei risultati ottenuti, perseguendo un criterio di accountability e con lo scopo di fornire uno strumento agile e utile alla verifica dell’efficacia delle azioni adottate.

Il documento è suddiviso in quattro parti:

Parte prima – Il Sistema educativo di Istruzione e Formazione: presenta le azioni sviluppate per il settore istruzione e formazione.
Parte seconda – Formazione Superiore e Ricerca: presenta le azioni realizzate per il settore università, Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) e ricerca.
Parte terza – Questioni internazionali: presenta le azioni svolte attraverso la rete diplomatica.
Parte quarta – Amministrazione: presenta le azioni adottate per migliorare l’efficienza delle strutture centrale e periferiche del MIUR.
Il documento è corredato da 7 allegati che contengono informazioni di maggiore dettaglio e documentazione di approfondimento.

La valutazione dei dirigenti scolastici tra irrigidimenti e cedimenti

La valutazione dei dirigenti scolastici tra irrigidimenti e cedimenti

di Stefano Stefanel

 

Poiché non mi accade praticamente mai di essere in disaccordo, anche se solo su alcuni punti, con Franco De Anna, ritengo utile esporre in pubblico alcuni commenti al suo ultimi articolo (I primi dati sulla valutazione dei dirigenti scolastici[1]) che mi pare in alcuni momenti risenta di una visione troppo critica del problema. L’articolo, ci tengo a dirlo, è molto interessante e ben argomentato, per quello penso meriti un commento. Leggere Franco De Anna è sempre un regalo in questi di tempi di baccano privo di direzione che si è abbattuto sulla scuola.

 

AUTOVALUTAZIONE NEL PORTFOLIO

Come noto la seconda sezione del Portfolio era dedicata all’autovalutazione del dirigente scolastico dentro uno schema prefissato. De Anna dice che il 16% che non lo ha compilato va sommato al 33% che non ha compilato il Portfolio. Questo passaggio, a mio modo di vedere, non lo si può fare. La scelta di non compilare l’autovalutazione era un’opzione proposta dalla piattaforma, non una decisione spinta dalla contestazione. La contestazione sindacale chiedeva di non compilare il Portfolio e non si è occupata della compilazione dell’autovalutazione, che rientrava invece nelle modalità scelte dal dirigente scolastico di presentarsi. C’è chi ha preferito legare la propria autovalutazione alle azioni e alla documentazione e chi, invece, ha preferito mettere il Nucleo di valutazione davanti al semplice rapporto tra azione e documentazione. Questioni di stile, non di contenuto. Il 16% va, dunque, “riattaccato” alla sua parte originaria e dunque il dato da analizzare riguarda il 67% dei dirigente e non 51% come fa De Anna. Non è un punto da poco, perché tende a spostare la non compilazione entro confini che non le sono propri.

 

LA PROTESTA E’ RIUSCITA O NO?

La protesta sindacale è riuscita e l’esito lo descrive molto bene lo stesso De Anna. Il processo valutativo è stato di fatto snaturato ed ha dato esiti discutibili. Poiché chi non ha compilato il Portfolio ha solo ricevuto una certificazione di “non compilazione”, restano “sul campo” tutti i dirigenti scolastici valutati con la “C” (non espressa, ma facilmente desumibile dalle motivazioni del format) che avrebbero potuto sottrarsi alla “C” semplicemente non compilando il Portfolio. Il vulnus non sta nel mancano riconoscimento economico, ma nel non aver il Miur compreso come una procedura avrebbe potuto reggere realmente solo se fosse stata prevista nei suoi minimi particolari. C’è stata la debolezza evidente di un Ministero che davanti al 33% di valutati che si rifiuta di compilare il documento su cui si basa la valutazione non ha uno straccio di PIANO B. Ritengo che la protesta sia riuscita perché ha snaturato l’idea di valutazione così come era stata pensata. La cosa sorprendente è però che non ha ugualmente fermato il processo. E’ chiaro che non avendo il Miur alcuna idea su come valutare chi non aveva compilato il Portfolio, non ha avuto alcuna forza per valutare comunque (per esempio mettendo i non compilatori davanti alla scelta: skype o visita?) e alla fine si è trovato ad emanare alcune valutazioni che saranno problematiche (perché – ripeto – chi ha preso la C, anche se non c’è scritta la lettera, si convince che faceva meglio a stare fuori da tutto il processo).

Se la protesta ha avuto successo un incredibile grande successo lo ha avuto anche la conclamata attitudine dei dirigenti scolastici a farsi valutare. Il 67% per cento vuole farsi valutare e – pur avendo dubbi sul sistema – si è adeguato alle regole del gioco. Questo vuol dire che il 33% non vuole farsi valutare? Impossibile dirlo: quello che è certo è che chi non vuole farsi valutare sta in quel 33% e si è accodato alla protesta sindacale visto che sull’argomento non passavano altri treni.

 

TROPPA CARTA?

La documentazione obbligatoria non era molta e questo ha permesso ad ogni valutato di decidere cosa inserire in piattaforma. Il protocollo prevedeva anche delle visite che non ci sono state e che sarebbero state utili. Rimane però una domanda che anche De Anna elude: la scelta di chiedere al dirigente di definire e documentare fino a sette sue azioni è corretta dentro un sistema di valutazione? Penso si debba partire da una considerazione ovvia: nulla accade nelle scuole senza che da qualche parte sia stato scritto che deve accadere. Non c’è intenzione del dirigente scolastico che non trovi in un documento il suo logico punto d’origine. La lettura del rapporto tra “azione” scelta dal dirigente e documentazione di questa azione fa vedere molto bene quali scenari organizzativi ci sono in quella scuola, quali rapporti di forza si sono instaurati, quali flussi economici vengono mossi, quali obiettivi sono realmente condivisi. Nulla di cartaceo, ma un esempio evidente e chiaro di come vanno le cose. Le azioni da inserire in Portfolio le sceglie il dirigente, ma se poi documenta tutt’altro le cose diventano subito chiare: stiamo parlando di sogni, pie intenzioni, desideri. La realtà è altra. Il modello è interessante e significativo perché il quadro che esce dal collegamento tra RAV, PDM, PTOF, azioni e documentazione permette chiaramente di distinguere chi sta dirigendo una scuola e ha degli obiettivi da chi invece è una barca in mezzo alle onde.

 

VISITE VALUTATIVE O RICERCHE SOCIILOGICHE?

Le visite sono mancate e sarebbero state certamente più significative del collegamento via Skype[2]: questo è un dato incancellabile e che ha influito non poco su tutta la procedura. Resta però il fatto che molti dirigenti invocano una valutazione che corrisponde ad una ricerca sociologica. Secondo questi colleghi i valutatori dovrebbero seguirli nel loro incedere quotidiano tra sedi, riunioni, reggenze, ecc. Scambiare una visita valutativa con una ricerca sociologica, che dovrebbe sancire il grado di “eroismo” del dirigente, mi pare sia proprio fuori bersaglio. Le visite sono importanti, ma sono visite che seguono la documentazione, non che la precedono o la sostituiscono. Anche qui penso sia da sfatare una leggenda: i dirigenti scolastici amano e subiscono la burocrazia, per questo compilano montagne di documenti. Perché questi documenti non dovrebbero far parte della valutazione? Cosa si capisce seguendo un dirigente che si muove da una riunione all’altra, che riceve persone (che sanno di essere “spiate” dai valutatori), che si rapporta coi problemi? La valutazione è cosa diversa dalla ricerca sociologica. I report valutativi non possono essere delle nuove edizioni del bel libro Gli equilibristi [3].

Certamente un protocollo valutativo senza visita è un protocollo monco: ma la visita non avrebbe spostato l’asse della valutazione e le domande sarebbero partite dalla documentazione, non dal vissuto di quella giornata.

 

I VALUTATORI

Mi ha molto sorpreso che Franco De Anna sia caduto nel tranello che ha cancellato tutte le valutazioni precedenti a questa: quis custodiet ipsos custodes? Se ripartiamo dai valutatori e dalla loro formazione azzeriamo tutto e ne riparliamo tra cinque anni, quando metà dirigenti saranno già andati in pensione. La cosa più sensata da fare sarebbe permettere al valutato di interloquire sulla sua valutazione coi valutatori e – soprattutto – sarebbe naturale che il Miur valutasse i valutatori. De Anna invece propone una strada lunga che di fatto azzera quanto fatto quest’anno e questa mi pare una via di mezzo tra un’impossibile ingenuità (una “velha raposa” come lui, dai !) e una polpetta avvelenata. I valutatori sono stati sottoposti a due giorni di valutazione a febbraio, hanno poi analizzato almeno 25 documentazioni messe in piattaforma dai colleghi, hanno partecipato a incontri con gli altri formatori, hanno seguito i contatti via skype, hanno elaborato il giudizio. Inoltre sono registrati i tempi di consultati di ogni valutatore per ogni profilo e sono in piattaforma i commenti inseriti dai valutatori su quanto analizzato. Tutto questo è formazione: quello che servirebbe oggi è prendere tutti questi dati a valutare i valutatori. Compito non improbo, soprattutto se fatto incrociando questi dati con quanto pensano i valutati ,che possono contestarli, contrastarli, analizzarli. Operazione di grande trasparenza che mostrerebbe con chiarezza i punti deboli dei valutatori, senza ricominciare per l’ennesima volta da capo.


[1] https://www.organizzazionedidattica.com/wp-content/uploads/2018/01/I-primi-dati-sulla-valutazione-dei-dirigenti-scolastici-1.pdf

[2] Se lo Stato vuole un collegamento on line però deve anche dotarsi di una piattaforma autonoma e funzionante, non buttarsi su un prodotto gratuito e quindi irresponsabile.

[3] Gli equilibristi, di Massimo Cerulo, Rubettino 2016.

I tormentoni della 107

I tormentoni della 107

di Maurizio Tiriticco

Una volta a scuola gli alunni imparavano e gli insegnanti insegnavano. C’erano poi i consigli di classe e i collegi dei docenti, ai quali ovviamente tutti si doveva partecipare! Si trattava di assumere decisioni, in materia di programmazione, di valutazione, o di carattere generale e orientativo – la sede del CDDocenti – oppure in sede di quotidiana “amministrazione nelle aule – le diverse sedi dei CDClasse.

Poi si è abbattuta sulle scuole e sugli insegnanti la tempesta dell’autonomia! Perché la chiamo tempesta? Perché, a mio particolarissimo giudizio, di fatto le scuole, pardon, le istituzioni scolastiche, erano più autonome prima che il dpr 275/99 si abbattesse come una pioggia poco provvidenziale a rendere più complicate le cose semplici, come in genere si dice in gergo. La valutazione è mia e vorrei essere smentito. In seguito le “cose” si sono venute moltiplicando e complicando! Si sono seguite una serie di riforme, via via che si succedevano ministri, di destra o di sinistra, e sembrava che ciascuno volesse lasciare del “suo”, come se non bastasse l’immagine che sarebbe stata accolta in un salone del Miur in cui figurano tutte le immagini dei ministri PI che si sono succeduti dalla proclamazione del Regno in poi!

E’ certo che i tempi cambiano, che la società si fa sempre più complessa e problematica. E il cambiamento riguarda anche e soprattutto le nuove generazioni, per non dire poi delle tecnologie della comunicazione e della informazione, sempre più avanzate e sofisticate, e sempre più invasive, anche all’intero degli edifici scolastici e nelle aule. Per non dire infine degli adempimenti sempre più numerosi che riguardano la cosiddetta “funzione docente”.

Mah! Qualcuno mi aiuti a capire come e perché queste nuove macchine valutative, RAV, PDM, NIV, NEV, nonché le puntuali annuali Invalsi-oni e le altre diavolerie scaturite dal cilindro della 107, possano e debbano funzionare e, soprattutto, aiutare le istituzioni scolastiche, nelle loro attività autonome, a migliorare sempre più prodotti e processi. A lume di naso, non mi sembra che le nostre scuole funzionino più meglio (lo so che è scorretto, ma rende) rispetto ad un passato neanche troppo lontano, quando il nuvolone nero della 107 si stava addensando al di là del Tropico del Cancro.

E non mi sembra che i licenziati dal secondo ciclo di istruzione – che i più si ostinano ancora a considerare MATURI – siano invece COMPETENTI in un determinato savoir faire. Come in effetti, invece, dovrebbe essere!!! Infatti, la legge di riforma degli esami conclusivi del secondo ciclo di istruzione, che risale al lontano 1997, afferma che “il rilascio e il contenuto delle certificazioni di promozione, di idoneità e di superamento dell’esame di Stato sono ridisciplinati in armonia con le nuove disposizioni, al fine di dare trasparenza alle COMPETENZE, conoscenze e capacità acquisite secondo il piano di studi seguito, tenendo conto delle esigenze di circolazione dei titoli di studio nell’ambito dell’Unione europea”.

Però sappiamo tutti che esami di questa natura non sono mai decollati e che in effetti non sono molto diversi da quelli di tanti anni fa, in cui io stesso operavo, a volte come commissario, a volte come presidente. L’unico cambiamento riguarda la sostituzione dei voti con i punteggi. E chi mastica un po’ di docimologia sa bene che tra voto e punteggio c’è un abisso!!! Il voto è attribuito “dall’alto” della professionalità docente, con tutti i rischi degli effetti che ne conseguono: alone, contrasto, stereotipia, pigmalione ecc. il punteggio, invece, scaturisce dalla prova stessa, la quale peraltro deve corrispondere al criterio della oggettività. Però, nel nostro “sistema di istruzione” – ma che bella espressione – i punteggi sono usati come se fossero voti! E’ la stessa annuale ordinanza sugli esami di Stato del secondo ciclo che ci ricorda che, se una prova è considerata sufficiente, il punteggio non può essere inferiore a dieci, se scritta; a venti, se orale! Ecco il testo: “La commissione dispone di 15 punti massimi per la valutazione di ciascuna prova scritta per un totale di 45 punti; a ciascuna delle prove scritte giudicata sufficiente non può essere attribuito un punteggio inferiore a 10. La commissione d’esame dispone di 30 punti per la valutazione del colloquio. Al colloquio giudicato sufficiente non può essere attribuito un punteggio inferiore a 20”.

Quindi, il Miur, la massima autorità in materia di istruzione, confonde il punteggio con il voto! Mah! Che dire? Che su questa scuola impasticciata poi cadono le tegole dei RAV, dei PDM, dei NIV, dei NEV! Oltre alle tegole fisiche, come è accaduto al liceo Virgilio di Roma! Il tutto per dire che RAV ecc. in larga misura finiscono con il costituire adempimenti del tutto formali! E che di fatto costituiscono solo un’ulteriore fatica per gli insegnanti. Per concludere, a me sembra che il sol dell’avvenire della nostra scuola sia ancora sotto la linea dell’orizzonte! E che la 107 sia un moltiplicatore di carte e di fatiche inutili! Lo so! Alcuni amici schizzinosi mi diranno che non so vedere il radioso cielo dell’innovazione, perché il mio sguardo non va oltre la punta del naso! Che poi cresce a dismisura!

L’attuazione del D.lgs 62/2017 e dei D.M. 741 e 742/2017

L’attuazione del D.lgs 62/2017 e dei D.M. 741 e 742/2017

Un’occasione di riflessione e lavoro comune nell’IC “N. Cantarutti” di Azzano Decimo

di Cristina Del Bel Belluz e Alessandro Venerus

 

Il D.lgs. 13 aprile 2017, n.62 “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato a norma dell’articolo 1, comma 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio, n.107” e i successivi D.M. 741 e 742 del 3 ottobre 2017, (regolamenti sull’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione e sulle modalità per la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione) hanno portato le scuole a ripensare complessivamente le proprie pratiche nell’ambito della valutazione: da un lato guardando al miglioramento degli apprendimenti, dell’offerta formativa, delle professionalità; dall’altro, al processo formativo ed educativo, allo sviluppo dell’identità personale e all’autovalutazione.

In questo breve testo intendiamo render conto del percorso sviluppatosi, tra novembre 2017 e gennaio 2018, nell’Istituto Comprensivo “Novella Cantarutti” di Azzano Decimo.

 

PREMESSA

Ricordiamo anzitutto che nelle Indicazioni Nazionali (DM 254/2012), si sottolinea la centralità della persona dello studente, che è impegnato a perseguire il proprio processo formativo, accompagnato dall’intera comunità educativa, in un ambiente di apprendimento adeguato e ritagliato sulle sue esigenze. Il momento valutativo è parte integrante del percorso, in chiave anche autovalutativa e orientativa, e i docenti, coordinati dal Dirigente scolastico, ne sono i responsabili.

Il recente dettato normativo rivede l’intero impianto, tanto nei termini generali che in singoli passaggi. Il nuovo assetto necessita di essere esplicitato alle famiglie, in virtù di quello stesso Patto educativo di corresponsabilità che vede la scuola impegnata nel suo delicato compito, sostenuta dalla famiglia e anche dalla realtà territoriale, in un continuo processo di trasparenza, comunicazione e partecipazione: nel caso dell’Istituto Comprensivo “N. Cantarutti”, la condivisione del Patto tra scuola, famiglia, studente e servizio del Doposcuola è una realtà consolidata da oramai otto anni.

All’interno di questa cornice, si inserisce l’esperienza che qui raccontiamo, che è stata un’occasione di confronto, pur nella complessità legata alle dimensioni rilevanti della comunità scolastica (circa 1600 studenti, otto plessi) e dei suoi stakeholders, per condividere modalità operative, punti di vista e opinioni da parte di tutto il corpo docente.

Per affrontare organicamente la serie di questioni posteci, abbiamo scelto di compiere un percorso a tappe, individuando compiti ben precisi ,affidati a gruppi di lavoro misti, e step chiaramente scanditi.

 

IL PERCORSO

  1. Il primo passaggio è stata la convocazione dello staff (collaboratori del Dirigente, funzioni strumentali e referenti di plesso).

Quanto previsto dal D.lgs 62/2017 e dai successivi DM 741 e 742/2017 è stato oggetto di studio e di presentazione all’organo collegiale, da parte del Dirigente scolastico e del suo collaboratore. Le azioni collegate sono state articolate secondo un programma temporale enunciato in un dettagliato cronoprogramma.

Per favorire la discussione, sono stati inviati a tutti i docenti i principali riferimenti normativi nazionali e quelli interni all’Istituto:

  • Dlgs 13 aprile 2017 n. 62
  • M. 3 ottobre 2017 n. 741 e 742
  • M. 10 ottobre 2017 n. 1865
  • M. 2012 n. 254 contenente le Indicazioni Nazionali
  • Regolamenti interni (Regolamento di Istituto, di disciplina, criteri per la deroga alla frequenza per la validità dell’anno scolastico, Patto educativo di corresponsabilità inserito anche nel libretto personale di ciascun studente, Statuto degli Studenti e delle Studentesse).

 

  1. E’ stata quindi elaborata da parte del collaboratore del Dirigente una sintesi dei documenti, per focalizzare l’attenzione sui punti salienti; essa è stata presentata al collegio in due momenti distinti (primaria e secondaria di primo grado). La scelta di operare separatamente è stata dettata dalla volontà di dare ai docenti la possibilità di esprimere, in un contesto più ristretto, osservazioni e riflessioni peculiari di un particolare ordine scolastico.

In tali incontri il Collegio ha rilevato i propri compiti al fine di predisporre l’organizzazione dei gruppi di lavoro:

  1. Criteri e modalità di valutazione degli apprendimenti;
  2. Descrizione del processo formativo (in termini di progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale) e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto;
  3. Criteri e modalità di valutazione del comportamento (giudizio sintetico);
  4. Corrispondenza fra le votazioni in decimi e i diversi livelli di apprendimento;
  5. Criteri generali per la non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato del primo ciclo di istruzione nel caso di voto inferiore a 6/10 su una o più discipline (scuola secondaria I grado);
  6. Eventuali deroghe alla frequenza per la validità dell’anno scolastico (scuola secondaria di I grado);
  7. Strategie da adottarsi per il miglioramento dei livelli di apprendimento;
  8. Criteri per la definizione del voto di ammissione all’Esame di Stato.

 

  1. Dopo questi momenti di condivisione utili a fare emergere alcuni criteri e modalità generali di valutazione (i più rilevanti: gli insegnanti operano collegialmente e utilizzano criteri trasparenti condivisi;, esplicitano le conoscenze e le abilità oggetto di verifica in funzione dei traguardi di competenza attesi; coinvolgono gli studenti nell’ottica dell’autovalutazione; utilizzano strumenti diversi di valutazione; effettuano le verifiche in modo sistematico), il lavoro è proseguito secondo quanto previsto nel cronoprogramma.

Si sono costituiti gruppi di docenti, con un massimo di 5 componenti ciascuno, che hanno seguito ciascuno il proprio percorso operativo accogliendo anche competenze ed inclinazioni personali. Sono stati inoltre attivati gruppi specifici di lavoro per quanto concerne i criteri e le modalità di valutazione del comportamento, la descrizione del processo formativo (in termini di progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale) e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto e le strategie da adottarsi per il miglioramento dei livelli di apprendimento.

Ai gruppi disciplinari è stato chiesto di rileggere i traguardi previsti alla fine della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado e di organizzare, all’interno di una griglia, comune ad entrambi gli ordini di scuola, le competenze in uscita e il loro relativo livello di padronanza in una corrispondenza tra votazione e livello di apprendimento. La scala, sempre decrescente per ogni disciplina, si apre a ventaglio dal dieci al cinque per la primaria; arriva al quattro per la secondaria. Anche laddove la corrispondenza esprime un valore non sufficiente si è cercato di fornire una chiave di lettura positiva, cioè rivolta all’acquisizione delle competenze, anziché porre in evidenza il non raggiungimento, che rappresenta una visione parziale e poco fiduciosa nelle capacità di recupero del singolo studente.

Si è preferito suddividere la scuola primaria in I anno e in I e II biennio, mentre la scuola secondaria ha lavorato anno per anno.

La descrizione del processo formativo (in termini di progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale) e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto ha animato molto la discussione del collegio, in quanto ha presupposto una distinzione rispetto ad alcune voci considerate nel comportamento, quali l’autonomia e la responsabilità. La definizione precisa degli ambiti è risultata perciò fondamentale per non incorrere in poco opportune ripetizioni dal diverso significato. Si è perciò fatto riferimento ad altri concetti: livello di competenza nella pianificazione e personalizzazione del proprio apprendimento in modo più o meno flessibile, autonomo e creativo, in contesti noti e non, capacità di valutare, contestualizzare e generalizzare le informazioni, di saper prendere decisioni e operare scelte consapevoli, sia nel lavoro individuale che di gruppo.

La definizione dei livelli di apprendimento implica necessariamente anche l’individuazione di opportune strategie di miglioramento da attuarsi non appena se ne ravveda il bisogno da parte del Consiglio di classe, e di cui va data puntuale informativa alle famiglie. Il gruppo di lavoro specifico ha individuato un repository di strategie alle quali attingere (riduzione e/o semplificazione dei contenuti e delle richieste, maggior tempo a disposizione per l’esecuzione delle attività, guida e mediazione dell’insegnante e/o di un compagno, utilizzo di mappe, immagini e schemi, suddivisone del compito in diverse fasi temporali o di un obiettivo complesso in sotto-obiettivi, progettazione di attività personalizzate e individualizzate, attivazione percorsi L2, lavoro in coppia e/o in piccolo gruppo, utilizzo di strumenti compensativi, attivazione di percorsi di recupero con insegnanti interni alla scuola, attività per classi aperte e/o parallele). Sono state aggiunte poi alcune altre specifiche indicazioni per la scuola secondaria.

 

  1. Per quanto concerne i criteri e le modalità di valutazione del comportamento, l’Istituto comprensivo ha partecipato, con alcune istituzioni scolastiche territorialmente vicine (IC Pordenone Sud, IC Rorai Cappuccini di Pordenone, IC “Bagellardo” di Fiume Veneto), ad una rete di scopo informale. Pur nella piena consapevolezza che la storia di ciascuna istituzione scolastica presenta peculiarità diverse, che hanno tutte pari dignità e rappresentano la forza dell’autonomia di ciascuna, si è voluto tentare un dialogo, finalizzato alla condivisione di un linguaggio comune, agevole per la scuola ma anche per gli utenti, cioè le famiglie, che volentieri si confrontano, più o meno a ragion veduta, su tematiche scolastiche.

Gli incontri tra alcuni docenti delle quattro scuole ha fatto emergere i seguenti aspetti:

  • Il lavoro svolto dai diversi collegi va inteso come patrimonio e storia di una comunità scolastica;
  • La definizione di un linguaggio comune rende più chiaro a tutti cosa si vada a valutare e quale affinità contraddistingua la valutazione del comportamento dalla certificazione delle competenze sociali e civiche;
  • L’uso di un giudizio sintetico, sia esso un semplice aggettivo o una frase, va ricondotto ad una scala valoriale che contempli la partecipazione (assunzione di ruoli e responsabilità all’interno della comunità), l’autonomia (consapevolezza del proprio lavoro e dell’importanza di portare a termine gli incarichi), la relazione (comunicazione con i compagni e con gli adulti; capacità di comprendere opinioni differenti e di mediare in situazioni di conflitto) e le regole (scelta di comportamenti rispettosi di sé, degli altri, delle cose e dell’ambiente).

Ne è scaturita una scala di valutazione del comportamento condivisa dalle scuole coinvolte, che fa riferimento ad una griglia di comportamenti osservabili da parte del Consiglio di classe, abbinata a dei punteggi. I docenti considerano la somma totale dei punti accanto alla presenza o meno di sanzioni disciplinari per valutare il comportamento; in questo modo si sottolinea il legame con il Patto educativo di corresponsabilità e il Regolamento di disciplina nel caso nella scuola secondaria di I grado.

 

  1. Il Collegio Docenti è stato quindi riunito a dicembre per la condivisione del lavoro svolto e per l’assunzione di alcune scelte.

In particolare, il Collegio si è espresso relativamente ai criteri generali per la non ammissione alla classe successiva e all’Esame di Stato del primo ciclo di istruzione, evidenziando come la stessa vada considerata un’eccezione allorché le strategie di miglioramento poste in essere non abbiano sortito i risultati ipotizzati. In particolare si è adottata l’idea di fornire chiare e semplici indicazioni allo studente e alle famiglie, alla fine del secondo quadrimestre, per continuare un lavoro di studio personale che andrà poi ripreso all’inizio del nuovo anno scolastico prima dell’inizio effettivo delle lezioni.

Infine i docenti hanno definito i criteri con i quali esplicitare il voto di ammissione all’Esame di Stato, dando valore all’intero percorso dello studente nei tre anni scolastici con un peso proporzionale maggiore al lavoro dell’ultimo anno. In esso rientrano anche tutte le attività educative e didattiche che non sono propriamente disciplinari ma che fanno parte delle attività svolte nel modello di scuola che caratterizza la secondaria di I grado dell’IC “N. Cantarutti”, denominato progetto “Kaleidos”. Quindi sono considerate quelle proposte che rientrano nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione nonché tutte quelle attività che coinvolgono lo sviluppo delle cosiddette life skills, di cui la scuola si fa carico anche con l’intervento di numerose presenze di esperti del territorio.

 

CONCLUSIONE

Nell’ottica del miglioramento continuo, questo lavoro ha permesso attraverso il modello PDCA di:

Plan          pianificare un percorso di lavoro coinvolgente e proattivo per tutto il corpo docente;

Do           contribuire ad avviare la costruzione di una cultura del valutare non finalizzata a quanto uno conosce bensì a rivelare la sua posizione rispetto ad un proprio percorso personale;

Check      controllare in itinere e a fine anno il valore di quanto intrapreso per ricalibrare l’azione costruita;

Act           riposizionare gli strumenti di lavoro al fine di migliorare come istituzione e come momento di riflessione del singolo e della sua famiglia.

 

SVILUPPI

Il lavoro relativo alla valutazione, che è stato raccolto in un unico blocco di materiali, è parte integrante del Piano triennale dell’offerta formativa dell’istituzione scolastica e sarà presentato nel mese di gennaio alle famiglie degli studenti in incontri appositamente predisposti.

La definizione dei livelli attraverso un’analisi completa delle Indicazioni Nazionali e il percorso che è stato scelto dai docenti ha segnato l’unicità e l’autonomia dell’Istituto comprensivo; ciò rappresenta, all’interno della cornice normativa di riferimento, contemporaneamente motivo di coerenza rispetto alla norma generale e flessibilità nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ribadita con forza dalla L.107 del 13 luglio 2015 art.1, comma 5.

In tal senso il lavoro svolto è stata un’occasione per rivedere e anche ricostruire il curricolo dell’Istituto attraverso una visione più partecipata del percorso scolastico di ogni bambino che entra nella Scuola. Questo permetterà di riformulare anche i momenti di passaggio dalla scuola dell’Infanzia, tra la primaria e la secondaria di I grado, nonché verso la scuola secondaria di II grado con un curricolo che non intende avere gradini tra i tre ordini, quanto piuttosto essere uno scivolo naturale nel percorso di crescita didattica e ancor di più formativa del bambino e del ragazzo.

Greco al classico, matematica allo scientifico: ecco le materie della maturità 2018

da La Stampa

Greco al classico, matematica allo scientifico: ecco le materie della maturità 2018

E il Miur ha lanciato anche un hashtag per tutti i ragazzi: #nopanic, niente panico

Greco per il Liceo classico, Matematica per lo Scientifico, Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane, Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing degli Istituti tecnici, Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera degli Istituti professionali. Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2018, annunciate oggi sui profili social del Miur.

Il post di annuncio delle materie segna anche il ritorno di #NoPanic, l’iniziativa social del Miur lanciata lo scorso anno per accompagnare con materiali informativi, consigli di esperti e video esplicativi i mesi che precedono la Maturità.

L’esame di stato 2018 avrà inizio il prossimo 20 giugno con la prova di Italiano. Il 21 giugno sarà la volta della seconda prova scritta, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo.

Le materie affidate ai commissari esterni sono state individuate «in modo da assicurare – spiegano a viale Trastevere – un’equilibrata composizione della Commissione». Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato è disponibile anche l’elenco delle discipline affidate ai commissari esterni.

Quest’anno sono oltre 300 gli istituti coinvolti nel Progetto Esabac per il rilascio del doppio diploma italiano e francese; tra questi, per la prima volta sono compresi percorsi dell’istruzione tecnica (Esabac Techno).

Ecco le materie, istituto per istituto

LICEI

Greco per il Liceo classico; Matematica per lo Scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate; Lingua e cultura straniera 1 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane, anche per l’opzione Economico sociale; Discipline artistiche e progettuali caratterizzanti l’indirizzo di studi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione sarà la materia della seconda prova al Liceo musicale; Tecniche della danza al Liceo coreutico.

ISTITUTI TECNICI

Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing; Lingua inglese nell’opzione Relazioni internazionali per il marketing e nell’indirizzo Turismo; Estimo per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio; Meccanica, macchine ed energia per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia; Sistemi e reti per l’indirizzo Informatica e telecomunicazioni; Progettazione multimediale per l’indirizzo Grafica e comunicazione; Economia, Estimo, Marketing e legislazione per l’indirizzo Agrario.

ISTITUTI PROFESSIONALI

Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera, Diritto e tecniche amministrative della struttura ricettiva nell’articolazione Accoglienza turistica; Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali; Tecnica di produzione e di organizzazione nell’indirizzo Produzioni industriali e artigianali – articolazione Industria; Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione per l’indirizzo Manutenzione e Assistenza tecnica.

Scuola. Più risorse per il contratto. Scontro sul merito

da Il Messaggero

Scuola. Più risorse per il contratto. Scontro sul merito

Il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, ha inviato a Sergio Gasparrini, il presidente dell’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo con i sindacati, l’aggiornamento dell’atto di indirizzo

Sul rinnovo del contratto per la scuola arriva una schiarita. Nel negoziato con i sindacati entrano anche i fondi del bonus agli insegnanti migliori finanziato con 200 milioni di euro dalla riforma della «Buona scuola». Ma sul loro effettivo utilizzo la discussione al tavolo sarà accesa. Il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, ha inviato a Sergio Gasparrini, il presidente dell’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo con i sindacati, l’aggiornamento dell’atto di indirizzo. Il documento, nella sostanza, fa due cose. La prima è indicare esattamente le risorse che saranno destinate al rinnovo del contratto. La seconda è allargare il campo stesso della contrattazione. Dunque, il nuovo atto di indirizzo spiega che le risorse a carico del bilancio dello Stato per il rinnovo del contratto del comparto «Istruzione e ricerca», che oltre ai professori include anche il personale dell’Università e quello Afam, sono stanziati 1,503 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 116 milioni di euro che saranno finanziati dagli enti. In totale, insomma, il rinnovo che riguarderà quasi 1,2 milioni di dipendenti pubblici, costerà poco più di 1,6 miliardi di euro. I soldi stanziati garantiranno un aumento tabellare del 3,48%. Ma la bozza di contratto, come già avvenuto nel caso dei dipendenti dei ministeri, prevede anche un «elemento perequativo». Cosa significa? Che, almeno per il 2018, chi a causa del meccanismo percentuale di aumento dovesse ricevere uno scatto inferiore agli 85 euro medi promessi dal governo, riceverà un extra che gli permetterà di arrivare su per giù a quella cifra. All’interno della contrattazione, spiega poi l’atto di indirizzo, entrano anche i fondi stanziati dall’ultima legge di Bilancio per il miglioramento dell’offerta formativa. Si tratta di 10 milioni per quest’anno, che diventano 20 il prossimo anno e 30 a regime. Ma il punto più delicato, che interessa i sindacati, è quello successivo intitolato: «ulteriori indirizzi». È qui che entrano in gioco i fondi della legge 107 sulla buona scuola.

LA FORMULA

La formula usata è abbastanza contorta. Si spiega che nella contrattazione rientrano anche i «riflessi sulla distribuzione accessoria derivanti dall’attuazione dei ssitemi di valutazione definiti dalla legge 13 luglio 2015 n. 107», incluso quello del personale docente, «ad esempio», chiarisce il documento, «la possibilità di determinare il valore massimo del bonus, la differenziazione minima delle somme attribuite, la percentuale massima dei docenti beneficiari» ma, aggiunge ancora, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge circa la responsabilità dei dirigenti nell’attribuzione dei trattamenti accessori. L’intenzione è abbastanza chiara. Al tavolo con i sindacati il governo è disposto a discutere dei criteri di attribuzione dei premi sul merito agli insegnanti, ma la loro distribuzione resta in capo ai presidi. Un tentativo di evitare che le risorse finiscano per essere distribuite a pioggia. Sarà questo probabilmente in nodo più spinoso che dovrà essere risolto al tavolo della trattativa. Nell’atto di indirizzo ci sono poi altri due punti importanti. Il primo riguarda i criteri generali per la mobilità dei professori, sia professionale, sia territoriale. Viene posto il vincolo che nessuno potrà chiedere di cambiare sede prima che siano trascorsi tre anni dall’ultimo incarico ricevuto in una nuova scuola. Il secondo punto riguarda un aspetto già inserito nelle bozze di contratto e che ha fatto alzare più di un sopracciglio ai sindacati, ossia l’indicazione che il nuovo accordo dovrà adeguare la disciplina del rapporto di lavoro agli obiettivi di potenziamento dell’offerta formativa, letta da alcuni come un allungamento dell’orario di lavoro.
Andrea Bassi

È on-line il nuovo sito PerlaPA: attivo il servizio Anagrafe delle prestazioni 2018

da La Tecnica della Scuola

È on-line il nuovo sito PerlaPA: attivo il servizio Anagrafe delle prestazioni 2018

Materie seconda prova maturità 2018 e commissari esterni: l’elenco per tutti gli indirizzi

da Tuttoscuola

Materie seconda prova maturità 2018 e commissari esterni: l’elenco per tutti gli indirizzi 

Uscite le materie seconda prova maturità 2018. Il prossimo esame di Stato pare che riserverà poche sorprese agli studenti: al liceo classico sarà a volta di Greco, allo scientifico di nuovo di Matematica. Pare proprio che i maturandi dello scientifico abbiano infatti scampato il pericolo “Fisica” anche quest’anno. Di seguito l’elenco delle materie maturità 2018 e dei relativi commissari per ogni indirizzo.

Materie seconda prova maturità 2018 – Licei

Liceo classico
Greco
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Scienze naturali

Liceo scientifico
Matematica
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Scienze naturali

Liceo scientifico – Opzione scienze applicate
Matematica
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Scienze naturali

Liceo linguistico
Lingua straniera 1
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera 3
Scienze Naturali

Liceo artistico – Architettura e Ambiente
Discipline progettuali architettura e ambiente
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Matematica

Liceo artistico – Arti figurative plastico scultureo
Discipline plastiche scultoree
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Matematica

Liceo Scienze Umane
Scienze Umane
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Scienze Naturali

Liceo Musicale e Coreutico – Sezione Musicale
Teoria, Analisi e composizione
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Storia dell’Arte

Liceo Musicale e Coreutico – Sezione Coreutica
Tecniche della danza
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua e cultura straniera
Storia dell’Arte

Clicca qui per visionare tutte le materie seconda prova maturità 2018 dei Licei

Materie seconda prova maturità 2018 – Istituti Tecnici

Amministrazione Finanza e Marketing
Economia Aziendale
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Economia Politica

Amministrazione Finanza e Marketing – Articolazione Relazioni internazionali per il marketing
Lingua Inglese
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Seconda lingua comunitaria
Diritto

Turismo
Lingua Inglese
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Diritto e legislazione turistica
Seconda lingua comunitaria

Meccanica, meccatronica ed energia – Articolazione meccanica e meccatronica
Meccanica, macchine ed energia
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua Inglese
Sistemi e automazione

Trasporti e logistica – Costruzione del mezzo
Struttura costruzione sistemi impianti del mezzo
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Meccanica, macchine e sistemi propulsivi
Elettrotecnica, elettronica e automazione

Elettronica ed elettrotecnica – Elettronica
Tecno. e progett. sistemi elettrici ed elettronici
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Sistemi automatici

Elettronica ed elettrotecnica – Elettronica
Sistemi automatici
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Elettrotecnica ed elettronica

Informatica e Telecomunicazioni – Informatica
Sistemi e reti
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Informatica

Grafica e comunicazione
Progettazione multimediale
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Organizzazione e gestione dei sistemi produttivi

Chimica, materiali e biotecnologie – Chimica e materiali 
Tecnologie chimiche industriali
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Chimica organica e biochimica

Sistema Moda – Tessile, abbigliamento e moda
Tecno. Applic. Mate. processi produttivi e organizzativi moda
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Chimica applicata e nobilitazio. materiali prod. moda

Agraria, agroalimentare e agroindustria – Produzioni e trasformazioni
Economia, estimo, marketing e legislazione
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Produzioni vegetali

Costruzioni, ambiente e territorio
Geopedologia, economia ed estimo
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Topografia

Tecnico Industriale e Telecomunicazioni
Sistemi e reti
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Telecomunicazioni

Materie seconda prova maturità 2018 – Istituti professionali

Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
Valorizz. attiv. produttive legislative di settore
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Economia agraria e dello sviluppo rurale

Servizi socio sanitari
Psicologia generale e applicata
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Igiene e cultura medico-sanitaria

Enogastronomia e ospitalità alberghiera – Art. Enogastronomia
Scienza e cultura dell’alimentazione
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Diritto Tec. amminiv. della struttura ricettiva

Enogastronomia e ospitalità alberghiera – Art. Sala e vendita
Scienza e cultura dell’alimentazione
Commissario prima prova maturità 2018 interno
Commissario seconda prova maturità 2018 esterno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Diritto Tec. amminiv. della struttura ricettiva

Servizi commerciali
Tecniche professionali dei servizi commerciali
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Diritto ed economia

Manutenzione ed assistenza tecnica
Tecnologie tecniche installazione e manutenzione
Commissario prima prova maturità 2018 esterno
Commissario seconda prova maturità 2018 interno
Altre materie affidate ai commissari esterni
Lingua inglese
Tecnologie elettrico-elettroniche e applicazioni

Materie maturità 2018, le scelte del Miur: greco al classico, matematica allo scientifico. L’annuncio con una gif

da Tuttoscuola

Materie maturità 2018, le scelte del Miur: greco al classico, matematica allo scientifico. L’annuncio con una gif

Comunicate le materie seconda prova maturità 2018 senza troppe sorprese. L’anno scorso la data in cui sono state comunicate le materie oggetto della seconda prova di maturità e se i relativi commissari erano interni o esterni è stata il 30 gennaio 2017, quest’anno l’annuncio è arrivato oggi, 31 gennaio, attraverso una gif sulla pagina Facebook Miur Social.

 

Materie maturità 2018: oggi, 31 gennaio, alle 13.00 l’annuncio

Il Miur lo aveva promesso stamattina su Twitter, e l’annuncio delle materie seconda prova maturità 2018 è arrivato puntuale alle 13.00. Di solito, le materie dei commissari agli Esami di Stato vengono comunicate ogni anno entro il 31 gennaio, insieme alle materie della seconda prova maturità. Secondo il Decreto Ministeriale n. 6 del 17 gennaio 2007, infatti, il Miur non può andare oltre il 31 Gennaio per annunciarle. 

Materie maturità 2018: le scelte del Ministero

Finalmente annunciate le materie seconda prova maturità 2018. Nessuna sorpresa: al liceo classico greco, allo scientifico matematica. Di seguito tutte le materie maturità 2018 (pagina in aggiornamento).

Liceo

Liceo classico
Greco

Liceo scientifico
Sezione sportiva

Matematica
Opzione scienze applicate
Matematica

Liceo delle scienze umane
Scienze Umane
Opzione economico sociale
Scienze Umane

Liceo artistico
Discipline artistiche e progettuali, caratterizzanti l’indirizzo di studi

Liceo linguistico
Lingua e cultura straniera 1

Liceo musicale e coreutico
Sezione musicale

Teoria, analisi e composizione
Sezione coreutica
Tecniche della danza.

Istituti tecnici

Amministrazione – finanza e marketing
Economia aziendale
Relazioni internazionali per il marketing
Lingua Inglese

Turismo
Discipline turistiche e aziendali

Meccanica, meccatronica ed energia
Meccanica, macchine ed energia

Costruzioni ambiente e territorio
Estimo

Elettrotecnica ed elettronica
Articolazione elettronica
Sistemi automatici

Informatica e telecomunicazioni
Sitemi e reti

Grafica e comunicazioni
Progettazione multimediale

Indirizzo Agrario
Economia, Estimo, Marketing e Legislazione

Istituti professionali

Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
Scienza e Cultura dell’Alimentazione
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera – Articolazione turistica
Diritto e tecniche amministrative nella struttura ricettiva

Servizi commerciali
Tecniche professionali dei servizi commerciali

Produzioni industriali e artigianali – articolazione Industria
Tecnica di produzione e di organizzazione

Manutenzione e Assistenza tecnica
Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione

Le materie affidate ai commissari esterni sono state individuate in modo da assicurare un’equilibrata composizione della Commissione. Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato è disponibile anche l’elenco delle discipline affidate a commissari esterni.

Materie maturità 2018, Fedeli: “Un grande in bocca al lupo”

Alle ragazze e ai ragazzi che affronteranno le prove a giugno faccio un grande in bocca al lupo. So che questo momento era molto atteso, come ogni anno. Si tratta del primo rito ufficiale che apre il percorso che nei prossimi mesi vi condurrà verso l’Esame. Anche quest’anno la macchina della Maturità si è messa in moto per garantire che tutto si svolga nel migliore dei modi: c’è un grande lavoro dietro le prove che svolgerete”. Queste le parole di augurio della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che prosegue: “Le materie della seconda prova sono state individuate anche quest’anno scegliendo tra quelle che caratterizzano maggiormente il corso di studi. Ringrazio fin da ora le docenti e i docenti per l’impegno che metteranno nell’accompagnarvi verso l’Esame. Continuate, ogni giorno, a consolidare la vostra preparazione, ad arricchire le vostre conoscenze e competenze. Non solo in vista della Maturità, ma come bagaglio da portare con voi lungo tutto l’arco della vita”.

Materie seconda prova 2018: le date della maturità

La #Maturità2018 avrà inizio il prossimo 20 giugno con la prova di Italiano. Il 21 giugno sarà la volta della seconda prova maturità 2018, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo. L’elenco completo delle materie scelte per la seconda prova è disponibile da oggi nella sezione dedicata all’Esame di Stato del II ciclo sul sito del MIUR: http://www.istruzione.it/esame_di_stato/index.shtml.

Materie maturità 2017: le scelte del Miur dell’anno passato

Solitamente, nella scelta delle materie oggetto della maturità, per consuetudine si segue la regola dell’alternanza: se un anno è uscita una materia, non potrà uscire anche l’anno successivo. Non si tratta però della norma effettiva, di un principio che va seguito per forza. Lo dimostra il fatto che Fisica ancora non sia mai uscita. Vediamo comunque le materie maturità di alcuni indirizzi che sono uscite lo scorso anno in modo da capire se, anche quest’anno, la regola dell’alternanza sia stata rispettata. Intanto Fisica continua a farsi desiderare (non dagli studenti, ovviamente). Nessuna sorpresa infatti alla maturità 2017: latino al liceo classico, matematica allo scientifico. A comunicare le materie dell’Esame di Stato dello scorso anno è stata la stessa ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, attraverso un video pubblicato sulla pagina Facebook Miur Social. Nessun ritardo: il grande giorno era stato fissato proprio per lo scorso 30 gennaio, alle 14.00.

Guarda il video con cui la ministra ha comunicato le materie maturità 2017

Materie maturità 2017: la lista – Ecco quindi le materie che i ragazzi di quinta affronteranno alla maturità 2017:

Materie maturità 2017

Liceo

Liceo classico
Latino

Liceo scientifico
Sezione sportiva

Matematica
Opzione scienze applicate
Matematica

Liceo delle scienze umane
Scienze Umane (Antropologia, Pedagogia, Sociologia)
Opzione economico sociale
Diritto ed economia politica

Liceo artistico
Discipline artistiche e progettuali, caratterizzanti l’indirizzo di studi

Liceo linguistico
Lingua e cultura straniera 1

Liceo musicale e coreutico
Sezione musicale

Teoria, analisi e composizione;
Sezione coreutica
Tecniche della danza.

Istituti tecnici – settore economico

Amministrazione – finanza e marketing
Economia aziendale
Relazioni internazionali per il marketing
Economia aziendale e geo-politica
Sistemi informativi aziendali
Economia aziendale

Turismo
Discipline turistiche e aziendali

Istituti tecnici – settore tecnologico

Meccanica, meccatronica ed energia
Disegno, progettazione e organizzazione industriale
Articolazione Meccanica e meccatronica, opzione Tecnologie dell’occhiale
Disegno, progettazione e organizzazione industriale
Articolazione Meccanica e meccatronica, opzione Tecnologie delle materie plastiche
Tecnologie meccaniche e plasturgiche, disegno e organizzazione industriale
Articolazione Energia 
Meccanica, macchine ed energia

Trasporti e logistica
Articolazione Costruzione del mezzo
 Struttura, costruzione, sistemi e impianti del mezzo
Articolazione Costruzione del mezzo, opzione Costruzioni aeronautiche
Struttura, costruzione, sistemi e impianti del mezzo aereo
Articolazione Costruzione del mezzo, opzione Costruzioni navali
Struttura, costruzione, sistemi e impianti delmezzo navale
Articolazione Conduzione del mezzo
Scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo
Articolazione Conduzione del mezzo, opzione Conduzione del mezzo Aereo
Scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo aereo
Articolazione Conduzione del mezzo, opzione Conduzione del mezzo Navale
Scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo navale
Articolazione Conduzione del mezzo, opzione Conduzione di apparati e impianti marittimi
Meccanica e macchine
Articolazione Logistica
Logistica

Elettrotecnica ed elettronica
Articolazione elettronica
Sistemi automatici
Articolazione elettrotecnica
Tecnologie e progettazione di sistemi elettrici ed elettronici
Articolazione automazione
Sistemi automatici

Informatica e telecomunicazioni
Articolazione Informatica
Informatica
Articolazione Telecomunicazioni
Telecomunicazioni

Grafica e comunicazioni
Progettazione multimediale
Opzione Tecnologie cartarie
Impianti di cartiera e disegno

Sistema moda
Articolazione Tessile, abbigliamento e moda
Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda
Articolazione Calzature e moda
Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda

Chimica, materiali e biotecnologie
Articolazione Chimica e materiali
Tecnologie chimiche industriali
Articolazione Chimica e materiali, opzione tecnologie del cuoio
Tecnologie e biotecnologie conciarie
Articolazione Biotecnologie ambientali
Biologia, microbiologia e tecnologie di controllo ambientale
Articolazione Biotecnologie sanitarie
Igiene, anatomia, fisiologia, patologia

Agraria, agroalimentare e agroindustria
Articolazione Produzioni e trasformazioni
Trasformazione dei prodotti
Articolazione Gestione dell’ambiente e del territorio
Gestione dell’ambiente e del territorio
Articolazione Viticoltura ed enologia
Enologia

Costruzioni, ambiente e territorio
Articolazione Costruzione, ambiente e territorio
Topografia
Articolazione Costruzione, ambiente e territorio, opzione Tecnologie del legno nelle costruzioni
Tecnologie del legno nelle costruzioni
Articolazione Geotecnico
Tecnologie per la gestione del territorio e dell’ambiente

Istituti professionali – settore servizi

Servizi per l’agricoltura, e lo sviluppo rurale
Economia agraria e dello sviluppo territoriale
Opzione Gestione risorse forestali e montane
Economia agraria e legislazione di settore
Opzione Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli del territorio
Economia agraria e dello sviluppo territoriale

Servivi socio sanitari
Igiene e cultura medico-sanitaria
Articolazione Arti ausiliarie delle professioni sanitarie Ottico
Discipline sanitarie (Anatomia, fisiopatologia oculare e Igiene)
Articolazione Arti ausiliarie delle professioni sanitarie Odontotecnico
Scienze dei materiali dentali e  laboratorio

Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
Scienza e Cultura dell’Alimentazione
Articolazione Enogastronomia, opzione Prodotti dolciari artigianali ed industriali
Scienza e cultura dell’alimentazione, analisi e controlli microbiologici dei prodotti alimentari
Articolazione Servizi di sala e di vendita
Scienza e Cultura dell’Alimentazione
Articolazione Accoglienza turistica
Diritto e tecniche amministrative della struttura ricettiva

Servizi commerciali
Tecniche professionali dei servizi commerciali
Opzione Promozione commerciale e pubblicitaria
Tecniche professionali dei servizi commerciali pubblicitari

Produzioni industriali e artigianali
Articolazione Industria, opzione Arredi e forniture di interni
Tecniche di produzione e di organizzazione
Articolazione Industria, Produzioni audiovisive
 Linguaggi e tecniche della progettazione e comunicazione audiovisiva
Articolazione Artigianato
Progettazione e realizzazione del prodotto
Articolazione Artigianato, Produzioni tessili sartoriali
Tecniche di produzione e organizzazione
Articolazione Artigianato, Produzioni artigianali del territorio
Progettazione e realizzazione del prodotto

Manutenzione ed assistenza tecnica
Tecnologie e tecniche di installazione e di manutenzione
Opzione Apparati, impianti e servizi tecnici industriali e civili
Tecnologie e tecniche di installazione e di manutenzione di apparati e impianti civili e industriali
Manutenzione dei mezzi di trasporto
Tecnologie e tecniche di diagnostica e manutenzione dei mezzi di trasporto

Materie maturità 2017, il video della ministra: “Ragazzi, so che ce la farete” – “Care ragazze e cari ragazzi ci siamo, questo è uno dei momenti più attesi da voi e dalle vostre famiglie. In tanti mi avete scritto in questi giorni su Facebook e so che state aspettando con curiosità, emozione e interesse”. Queste le prime parole proferite dalla ministra nel suo video social. “Come ogni anno – ricorda Fedeli alle studentesse e agli studenti – la scelta delle materie ha tenuto conto del percorso scolastico che voi avete affrontato. Sono sicura che con impegno e dedizione e con la guida sapiente delle vostre e dei vostri docenti affronterete questa prova nel migliore dei modi possibili. Vi invito a studiare e a consolidare la vostra preparazione. Vi faccio un grandissimo in bocca al lupo. So che ce la farete”.

Dispersione scolastica, un fenomeno complesso che ogni anno indebolisce il corpo sociale del Paese

da Tuttoscuola

Dispersione scolastica, un fenomeno complesso che ogni anno indebolisce il corpo sociale del Paese

“Sono cifre ‘da guerra mondiale’. È una shoah sociale, un’emorragia che ogni anno indebolisce il corpo sociale del paese e ne riduce la capacità di competere come sistema nazionale nella società della conoscenza, che non sembra però essere vissuta come una vera emergenza. Tra rassegnazione e, forse, sottovalutazione di un fenomeno che condiziona e spesso pregiudica il futuro lavorativo e gli standard di vita di una fascia significativa della popolazione, e quindi la capacità di produrre reddito e PIL dell’intero paese”. È quanto scriveva Tuttoscuola nel dossier “Dispersione nella scuola secondaria superiore statale” del maggio 2014, presentato nell’audizione di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine parlamentare sulla dispersione scolastica.  (…) “Quei ragazzi  – continuava il dossier – partono con il freno a mano tirato nel loro percorso e con un bagaglio di opportunità molto ridotto rispetto ai coetanei che completano gli studi e continuano all’università: se è difficile trovare lavoro per chi ha raggiunto solo il diploma secondario superiore (il 28% rimane disoccupato), figurarsi quali sono le prospettive di coloro che neanche ci arrivano (non a caso ben il 45% di coloro che sono in possesso della sola licenza media sono disoccupati).”

E poi: “Per non parlare dei costi sociali enormi dell’abbandono scolastico: il corso di studi ‘interruptus’ comporta che la costosa organizzazione del servizio per quei ragazzi si riveli sostanzialmente inutile. O meglio l’investimento che è stato sostenuto ha avuto un basso ritorno, perché presupponeva il completamento del corso e il conseguimento di un titolo attestante determinate abilità e competenze, obiettivo non raggiunto.

E il disagio sociale che ne consegue scatena effetti collaterali, dal livello di criminalità ai costi del welfare (sussidi di disoccupazione, etc)”.

Parole purtroppo ancora valide oggi. A breve sarà disponibile il dossier di Tuttoscuola con lo studio integrale ed esclusivo sulla dispersione scolastica.

Dispersione scolastica, un fenomeno complesso

La dispersione è un fenomeno complesso che si manifesta in varie forme: evasione dell’obbligo scolastico, ripetenze, ritardo nel corso degli studi, abbandono del corso di studi (drop out) prima del raggiungimento di un titolo (diploma o qualifica). Secondo alcuni studiosi anche il conseguimento di attestati inadeguati ad affrontare i cicli successivi o l’inserimento nel mondo del lavoro dovrebbe essere ricondotto alla nozione di dispersione intesa in senso ampio, come spreco di risorse umane.

Sulle cause della dispersione esiste una vasta letteratura di carattere prevalentemente sociologico che ha messo in luce forti correlazioni tra emarginazione economica e socioculturale delle famiglie di provenienza e insuccesso scolastico.

Umberto Galimberti ci ricorda come la scuola sia “causa prima di devianza, rispetto a tutte le cause seconde che la sociologia vede alla base del disagio giovanile; la scuola si offre con quel volto irresponsabile di chi si tiene fuori dai problemi connessi ai processi di crescita e, limitando consapevolmente il suo spazio operativo, manifesta quella falsa innocenza che l’oggettività del trattamento (profitto-giudizio) è sempre disposta a concedere a chi non si prende cura della soggettività dei giovani, perché mettervi le mani non garantisce di poterle tirare fuori davvero pulite e disinfettate”.

Ma a queste pur importanti cause se ne aggiunge un’altra, costituita dal disagio esistenziale percepito da studenti che non trovano nell’esperienza scolastica una risposta alla loro domanda di senso o di “futuro”, come sostiene Marco Braghero utilizzando una chiave di lettura di tipo psicologico: “La mancanza di futuro, di trovarne un senso, invoca la ricerca di un nuovo paradigma che sia capace di rigenerare l’energia vitale. Questa mancata promessa di futuro arresta il desiderio nel presente”. Quale meccanismo si innesca? “Le iniziative si spengono, le speranze appaiano vuote, la demotivazione  cresce, l’energia vitale implode”.

Per quanto riguarda il nostro Paese una strategia volta a combattere le cause socio-economiche della dispersione, e nello stesso tempo quelle di carattere psicologico, dovute a demotivazione e disagio degli studenti nei confronti della rigidità impersonale dell’attuale sistema scolastico, potrebbe essere costituita dalla radicale personalizzazione dei percorsi formativi individuali con sostanziale eliminazione delle ripetenze fino ai 18 anni e la sostituzione della pagella con una certificazione delle competenze che valorizzi i potenziali individuali e attesti anche le eventuali carenze, con effetti di rimotivazione di orientamento.

Questioni di progettualità

Questioni di orientamento, di alternanze, di intese: insomma questioni di progettualità

di Rita Bortone

 

Un orientamento lungo nel tempo

Il mese di gennaio propone strutturalmente alle scuole il problema di quella cosa che viene chiamata orientamento anche se spesso si riduce a pratiche propagandistiche esclusivamente finalizzate all’accaparramento di iscrizioni, vuoi negli Istituti secondari di II grado, vuoi nelle Università.

Personalmente sono stata sempre convinta della necessità di “un intero curricolo per l’orientamento” (…), perché penso che la capacità di orientarsi (in ambiti intellettuali e affettivi, in dimensioni sociali e private, in contesti professionali e politici), sia lo strumento più potente di interazione con la realtà, il più efficace mezzo di salvezza esistenziale di fronte alle complicate domande poste dalla contemporaneità, il più indispensabile strumento di cittadinanza e, se questa parola ha ancora qualche valore, di democrazia e penso anche che la capacità di orientarsi debba costituire il complesso unitario traguardo verso il quale far convergere istruzione ed educazione, competenze disciplinari e di cittadinanza, educazione ai valori e costruzione di identità. In sostanza penso che sia possibile e utile pensare ad un curricolo che in tutta la sua interezza e in tutta la sua durata miri a sviluppare la capacità di orientarsi (…) (R.Bortone, Un curricolo per orientarsi, Scuola e Amministrazione, febbraio 2017)

Nell’articolo poc’anzi citato illustravo le mie convinzioni in merito alle conoscenze, alle abilità, alle competenze che dovrebbero caratterizzare un “curricolo orientativo”, nonché alle strategie organizzative e didattiche che ritenevo fosse necessario adottare.

Tra le altre cose affermavo la necessità, per lo studente, di esercitare tre ambiti di studio: le discipline, la realtà contemporanea, se stesso, e in particolare sostenevo quanto contenuto nei seguenti stralci:

Relativamente alle discipline io mi aspetto che gli studenti conoscano non solo i fatti, i fenomeni, i contesti, le regole, le formule, ma che abbiano chiaro ciò che discrimina una disciplina dall’altra. Che abbiano chiara, cioè, la mappa dei saperi, la diversità dei loro oggetti di studio, la funzione che ciascuna di esse esplica nella risposta ai bisogni dell’uomo, i rapporti di ausiliarità che essa intesse con altre discipline e per realizzare cosa; mi aspetto che conoscano i principi, le categorie interpretative e i metodi che ogni disciplina adotta per decodificare la realtà, per costruire le proprie verità o per falsificarle; che conoscano i contesti di possibile applicazione di quella disciplina, che la percepiscano non come “sapere inerte”, ma come dinamico motore, costruttore, ispiratore di forme diverse dell’ agire nella realtà. E mi aspetto che abbiano chiare le diverse professioni che attingono a questo o a quel sapere.

Relativamente alla realtà contemporanea io mi aspetto che gli studenti conoscano, nel loro manifestarsi e nel loro divenire, eventi e soggetti e fenomeni e problemi e contesti, significativi a livello locale e planetario: relativi ai mondi della cultura e dell’economia, della politica nazionale e internazionale, della ricerca scientifica e tecnologica, dei problemi del lavoro e della politica…. Con modalità adeguate alle età, s’intende, ma senza mai perdere il contatto con la realtà e senza indulgere in enunciazioni retoriche, in facili e false discriminazioni tra buoni e cattivi, in improbabili ipotesi risolutive o in prefigurazioni apocalittiche. Mi interessa, cioè, l’informazione ricavabile da letture scientifiche del contesto. Mi interessa che conoscano l’esistenza di criteri diversi di interpretazione, di valutazione, di scelta, principi diversi che presiedano a valutazioni di natura sociale, morale, etica, estetica. Ma principi e criteri scientifici, non costruzione di falsi saperi da social network o da stampa da strapazzo.

Relativamente al sé mi aspetto che lo studente conosca, man mano che cresce, essenziali meccanismi di funzionamento delle relazioni affettive e delle costruzioni identitarie, e che maturi, durante il percorso, una consapevolezza dei propri interessi, delle proprie qualità, delle proprie competenze, dei propri limiti e potenzialità, dei tratti cognitivi e comportamentali che caratterizzano il suo stare con gli altri. Mi aspetto che scopra la propria gerarchia di valori, la propria visione del mondo, le proprie aspirazioni dicibili e indicibili; che conosca il rapporto tra ciò che vorrebbe fare, ciò che può fare, ciò che è opportuno fare…Mi interessa, anche in questo ambito, che conosca l’esistenza di criteri diversi e modi diversi di guardare a se stessi, l’esistenza di principi diversi cui riferirsi nelle scelte di vita.

Le mie riflessioni scaturivano dalla constatazione della povertà formativa delle pratiche, cosiddette orientative, generalmente diffuse nelle scuole di mia conoscenza.

Un’alternanza di qualità

Il mio interesse per l’orientamento ha portato con sé, negli ultimi anni, anche una mia attenzione alla pratica dell’alternanza scuola – lavoro.

In questo gennaio 2018, dunque, le solite chiacchiere in merito al cosiddetto orientamento dei ragazzi (la scelta degli Istituti secondari o dei corsi di studio universitari), si sono arricchite di chiacchiere inconsuete, quelle su questa strana cosa che le ultime strane leggi hanno voluto introdurre, ovvero l’alternanza scuola-lavoro, nuovo modo di perder tempo sottraendolo allo studio vero.

Per vari motivi mi è capitato di discutere sulle ragioni e sulle modalità di realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro con persone diverse.

In un corso di preparazione per i futuri dirigenti scolastici (docenti aspiranti alla dirigenza) illustravo, al di là della normativa, le ragioni pedagogiche ed economiche dell’alternanza, ma rilevavo anche, con qualche dato alla mano, le difficoltà che la scuola italiana sembra incontrare non solo nel reperire (come tutti sappiamo) le aziende e gli enti con cui entrare in convenzione, ma nell’abbandonare i vecchi schemi culturali che non riescono a superare la separatezza tra teoria e pratica, a concepire il sapere scolastico come sapere funzionale e spendibile, a guardare (ad esempio) alle discipline insegnate nei licei come a chiavi interpretative di fette di realtà, a fare propria insomma una cultura del lavoro come spazio non solo di applicazione di una formazione già maturata e definita, ma spazio esso stesso di formazione, permanente e globale, della persona, nelle dimensioni sia cognitive (intellettuali o pratiche), che relazionali, autoconoscitive, orientative.

Osservavo anche che tali schemi, lungi dall’appartenere solo a disinformati genitori o a docenti recalcitranti e restii al nuovo, caratterizzano talvolta anche le posizioni di intellettuali e docenti universitari, com’è apparso nel recente Appello per la scuola pubblica, firmato appunto da migliaia di docenti, dirigenti, intellettuali variamente impegnati in diversi ambiti della cultura e della ricerca scientifica.

Le mie considerazioni critiche si riferivano alle numerose circostanze in cui, con insegnanti, genitori, alunni, sono stata negli ultimi mesi indotta ad affermare che no, non è l’alternanza a costituire una “perdita di tempo”, ma la cattiva alternanza, quella che non è sostenuta dalla necessaria progettualità, visionarietà, idealità né della scuola né del territorio; quella che è vissuta solo come adempimento di cui dover rendere conto, quella che non è seguita, monitorata, corretta, migliorata nel suo divenire, perché tanto a cosa serve in fondo…

Quella, del resto, che ha spinto altri appelli, altre firme, altre condivisioni sui social, proponendo la sottoscrizione del recente Manifesto per un’alternanza di qualità.

Anche chiacchierando con docenti universitari miei amici, e ascoltando i loro commenti annoiati sulla presenza degli studenti medi nei loro istituti (i ragazzi non sono sufficientemente preparati, non sono neanche in condizioni di utilizzare i laboratori, e le scuole non danno indicazioni, e noi non sappiamo cosa fare, e insomma finisce col diventare una perdita di tempo, ecc. ecc.) avevo provato una forte delusione: anche la chiacchiera più intellettuale, mi sono detto, finisce col segnalare la mancanza di progettualità vuoi nella scuola, vuoi negli istituti universitari (o almeno in alcuni di essi).

Le isole felici, osservavamo con i docenti presenti al corso, non mancano, ma sono pochine: sono passati pochi giorni da quando ho telefonato ad una collega dirigente per chiederle un parere in merito alla legittimità di alcune pratiche che, relative all’alternanza, erano state adottate da un Istituto della Provincia (a me segnalate da qualche genitore). E’ legale tutto ciò? Le avevo chiesto dopo la illustrazione dei fatti. La risposta che mi è stata data, scherzando ma non troppo, è stata strana: è difficile l’uso della parola legalità quando si parla di alternanza scuola – lavoro

La risposta lasciava cioè intendere che molte sono le pratiche di dubbia legalità diffuse nelle scuole riguardo all’alternanza.

Una progettualità nuova e integrata

In questo panorama di chiacchiere e di significati smarriti o mai trovati mi scalda il cuore oggi leggere sul quotidiano della mia città (Quotidiano di Puglia, cronaca di Lecce, 29 gennaio 2018, pagg. 10-11) una notizia che a prima vista è una notizia come tante, non rara nel mare di attività che le scuole ostentano per accaparrare iscrizioni da parte degli studenti della media, o per propagandare il proprio servizio orientativo nei confronti delle scelte universitarie.

Ma questa mi sembra nuova nei contenuti e nei fini. Si tratta di un’intesa tra un Liceo (comprensivo di più indirizzi, il Virgilio-Redi)) e l’Università del Salento. L’Università non è certo nuova alla collaborazione con gli Istituti di II grado, anche in ottica orientativa, ma questa intesa, come sostiene il Rettore su Quotidiano, presenta caratteristiche inedite rispetto alla connessione scuola-università (…) e realizza una forma di orientamento diversa rispetto al solito orientamento divulgativo che prevede la semplice illustrazione della nostra offerta formativa. Il Rettore spiega che in base a questa intesa scuole e università cammineranno insieme, al punto che le attività a cui gli studenti parteciperanno daranno modo di acquisire Cfu spendibili nel percorso universitario.

Il gruppo paritetico che si è formato (docenti medi e universitari di diverse discipline) dovrà ora individuare contenuti e competenze che devono essere potenziate nell’ultimo triennio e in particolare nel monoennio, dice il Dirigente dell’Istituto,  e ricorda che il liceo promotore dell’intesa è sempre stato sensibile al discorso dell’orientamento: dopo il biennio iniziale gli studenti hanno la possibilità di cambiare indirizzo e scegliere tra i dodici attivi qual è quello congeniale al loro talento. Al terzo anno lo studente si confronta con i suoi sogni, le sue idee e il contatto con l’Università è importante per le sue scelte. Il progetto che abbiamo proposto all’Università è la concretizzazione di un orientamento verticale che riduce al minimo gli eventuali errori che uno studente può commettere nella scelta del percorso universitario.

Il progetto prevede che gli studenti, dopo le attività realizzate in contesto universitario, sostengano esami finali che daranno origine a veri Cfu da spendere, in caso di iscrizione presso la stessa Università, nei successivi percorsi di studio.

Il format, come sostiene il rettore, è esportabile appena il progetto sarà definito nei dettagli e approvato dagli Organi collegiali dell’Università e della Scuola.

Secondo alcuni docenti, l’esperienza oltre a favorire l’orientamento e l’acquisizione di competenze specifiche, potrà configurare anche forme di alternanza scuola-lavoro.

Quanto riportato è la cronaca del 29 gennaio.

Dopo aver letto mi capita di pensare che anche se i protagonisti dell’accordo segnalano l’intenzione di realizzare forme di orientamento che superino gli intenti propagandistici, è evidente che il progetto torna “utile”, in termini di immagine e di iscrizioni, sia all’Istituto scolastico che all’Università.

Ma non me ne faccio un cruccio.

Mi piace comunque che l’orientamento aspiri ad una sostanzialità che superi l’informazione e la pubblicità; mi piace che ai ragazzi vengano proposti insegnamenti che più di quelli scolastici avranno i caratteri della scientificità e della specificità semantica e sintattica; che l’approccio a tale specificità cominci fin dal terzo anno, realizzando percorsi strutturalmente e verticalmente orientativi; mi piace che la progettazione didattica venga condivisa dai docenti delle due Istituzioni; che la valutazione venga effettuata dall’ordine superiore e in funzione dei percorsi desiderati; che i ragazzi possano acquisire in tempi distesi, e nel corso dell’esperienza ancora scolastica, punti di vista scientificamente caratterizzati con cui confrontarsi, spendibili nei percorsi di studio e nella interazione con la contemporaneità; mi piace che possano cimentarsi con sfide cognitive capaci di stimolare la conoscenza di sé, la consapevolezza o la scoperta di propri limiti e di propri talenti.

E mi capita di pensare che certo il progetto non basta, né si può ritenerne scontata l’efficacia: le sue potenzialità sono alte, ma i suoi risultati in termini conoscitivi, auto conoscitivi, formativi, orientativi sono legati, come sempre, alla qualità delle azioni che i singoli docenti porranno in essere.

Che l’approccio ai saperi disciplinari si trasformi in autonomia di studio e di ricerca; che le diverse grammatiche vengano utilizzate per interpretare fette della realtà contemporanea; che le esperienze via via vissute diventino oggetto di riflessività in azione, di scoperta metacognitiva, di capacità di scelta: questo probabilmente non sarà scritto nell’intesa, ma costituirà, si auspica, il sostanziale sistema di obiettivi che scuola e università vorranno perseguire.

La transizione dai percorsi scolastici al mondo del lavoro per i diplomati degli istituti tecnici professionali

Presentato al Miur l’1 febbraio 2018 il report su La transizione dai percorsi scolastici al mondo del lavoro per i diplomati degli istituti tecnici professionali. Un’analisi delle banche dati amministrative, realizzato da Fondazione Agnelli e CRISP – Università di Milano Bicocca, col supporto operativo dell’Ufficio statistico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e della Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica e della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS).

“Quella presentata oggi – ha dichiarato la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – è un’analisi importante, con dati chiari e puntuali che ci restituiscono una fotografia dettagliata sulla transizione dei diplomati degli istituti tecnici e professionali verso il mondo del lavoro. È un quadro ampio di cui tenere conto in quel percorso di miglioramento e qualificazione dei percorsi formativi che stiamo facendo in attuazione della legge 107 del 2015. I dati ci dicono che dobbiamo lavorare per fare in modo che la preparazione che offriamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi consenta loro di trovare un’occupazione che sia sempre più in linea con le proprie attese. E che dobbiamo ulteriormente intervenire, e non solo sul fronte dell’istruzione, per superare i divari, a partire da quelli territoriali e di genere, che non garantiscono pari opportunità di accesso al mondo del lavoro”.


Nota 1 febbraio 2018

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Uff. I

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma
della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuole
delle località ladine di Bolzano

All’Intendente Scolastico
per la scuola in lingua tedesca
di Bolzano

Oggetto: VII Edizione del “Certamen Europense” – a. s. 2017/18.

L’ Educandato Statale “Collegio Uccellis” di Udine indice la VII Edizione del Certamen Europense, gara nazionale di traduzione dal latino o dal greco all’inglese, che si articola in due sezioni: greca e latina. L’iniziativa nasce dall’esigenza di valorizzare lo studio delle lingue classiche e di promuoverle e rinnovarle in un’ottica moderna ed europea, accostandole ad un idioma moderno, nello specifico la lingua inglese. Il concorso è riservato agli studenti degli ultimi due anni del Licei del territorio italiano e delle corrispondenti scuole straniere. Il tema della VII Edizione sarà “Alessandro: modelli eroici e paradigmi letterari”.

Le scuole che intendono partecipare dovranno far pervenire la scheda di adesione entro il 17 marzo 2018, secondo le modalità del bando in allegato.

IL DIRIGENTE
Edvige Mastantuono