Petizione contro la violenza verso i docenti

ANCODIS lancia la petizione contro la violenza verso i docenti da parte di alunni e genitori.

 

Il quotidiano ripetersi delle azioni e l’aggravarsi delle forme di violenza fisica e verbale nei confronti dei docenti impone alle Istituzioni la massima attenzione.

I docenti sembrano essere diventati ormai da alcuni anni l’anello debole del sistema scolastico: alunni e genitori ormai non ne riconosco più il ruolo sociale e quotidianamente registriamo azioni violente, intimidazioni, fino ad arrivare alle riprese video che poi vengono diffuse nei social media. Dobbiamo porre un freno a tutto questo degrado!

Non possiamo continuare a parlare di scuola quale luogo di formazione e di educazione e poi registrare quotidianamente oltraggi e volgari attacchi all’Istituzione ed ai suoi operatori (collaboratori scolastici, docenti, Collaboratori dei Ds).

Sembra ormai essere divenuta una “normalità” sentire/leggere attraverso gli organi di stampa il ripetersi di violenze fisiche o intimidazioni verso docenti che appaiono deboli, impotenti e indifesi di fronte ad alunni e genitori che ritengono di affrontare e risolvere le situazioni problematiche con la violenza piuttosto che con la forza del confronto e del dialogo.

Purtroppo, non esistono più aree franche: c’è la quotidiana sensazione di lavorare in un ambiente nel quale l’aggressione verbale degli alunni è quotidiana routine mentre è da mettere tra le possibilità quella fisica di genitori ed alunni.

E non possiamo non rilevare come in questo ultimo decennio l’Istituzione Scolastica è stata indebolita da attacchi (fuoco amico!) fondati su volgari pregiudizi che hanno scardinato il ruolo educativo e formativo proprio di una comunità scolastica.

Per questo ANCODIS avanza una proposta che si preoccupa sia della tutela di chi – nei diversi ruoli – presta il proprio servizio in favore dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti sia alla tutela dell’Istituzione stessa.

E’ ormai stato raggiunto il livello di guardia!

Siamo davvero preoccupati di quanto leggiamo quotidianamente e, dunque, sottoponiamo ai rappresentanti delle Istituzioni, ai DS, agli operatori scolastici la seguente petizione che vuole provare ad alzare un argine alla crescente sensazione di insicurezza e dare un segnale di massima attenzione a livello giuridico.

PETIZIONE

ANCODIS – per le suddette considerazioni – chiede ai Rappresentanti di tutte le Istituzioni di:

  1. Rendere più grave il reato di oltraggio a pubblico ufficiale nella scuola proprio per la sua specificità (luogo di formazione e di educazione) e per la presenza di minori (spesso queste aggressioni avvengono in presenza di minori che subiscono turbamenti psicologici);
  2. Risarcire il docente vittima di aggressione fisica – sulla base dei danni biologico e morale rilevati – con una specifica indennità economica ed un riconoscimento giuridico da valere nella progressione di carriera;
  3. Risarcire l’Istituzione Scolastica – anch’essa vittima dell’aggressione – sulla base del danno cagionato alla sua immagine;
  4. Determinare una forma di “D.A.SCO.” (Divieto di Accedere alle manifestazioni SCOlastiche) temporaneo per alunni e permanente per i genitori violenti a tutela della serenità dell’ambiente scolastico;
  5. Obbligare alla costituzione di parte civile per legge del MIUR e dell’Istituzione Scolastica in sede di processo penale;
  6. Prevedere – nel caso di gravi violenze verbali da parte di un alunno – il temporaneo affidamento ad Enti di volontariato riconosciuti e presenti nel territorio per favorire un processo di riflessione e di recupero educativo.

Non possiamo più aspettare: si rischia una deriva sociale che toglie dignità ai docenti, sottrae autorevolezza alle istituzioni scolastiche, favorisce il misconoscimento del valore educativo del sistema scolastico italiano.

 

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa

Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze

Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa

Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo

Antonella D’Agostino, Presidente ANCODIS Catania

Carla Federica Spoleti, Presidente ANCODIS Roma

Valutazione della dirigenza delle scuole: più trasparenza

Valutazione della dirigenza delle scuole: l’ANP vuole più trasparenza

L’ANP ha partecipato ieri, presso il MIUR, alla prevista riunione informativa sul procedimento di valutazione dei dirigenti delle scuole per l’anno scolastico 2017/2018.

Tale procedimento presenterebbe due novità, dettate dall’analisi di quanto messo in atto nel 2016/2017 e dall’ascolto di tutti gli attori coinvolti: la semplificazione della procedura e una maggiore valorizzazione del dirigente nella relazione con il nucleo di valutazione. Ogni dirigente, infatti, riceverà la visita del nucleo o interloquirà per altra via con lo stesso nel periodo settembre-novembre.

L’Amministrazione, inoltre, ha ipotizzato che l’Osservatorio possa diventare un vero e proprio centro di ricerca condivisa con ricadute operative finalizzate al miglioramento della procedura.

L’ANP, pur riconoscendo lo sforzo compiuto dall’Amministrazione al fine di semplificare il Portfolio, ribadisce, ancora una volta, che una valutazione svincolata da effetti retributivi rischia di essere priva di senso e di assumere la veste di ulteriore adempimento burocratico.

La nostra posizione sulla valutazione, d’altronde, è sempre stata ferma e chiara: deve essere una vera occasione di crescita professionale continua.

Per questo l’ANP ritiene imprescindibile una reale trasparenza:

  • sull’uniformità territoriale e sulla qualità professionale della composizione dei nuclei
  • sul protocollo delle visite dei nuclei e sugli strumenti utilizzati nel procedimento
  • sul metodo per definire gli esiti della valutazione

L’Amministrazione si è riservata di riconsiderare la materia e ha aggiornato la riunione al 16 aprile 2018.

Una visita riservata ai non vedenti, nel Parco Pubblico piu’ bello d’Italia

Superando.it del 06-04-2018

Una visita riservata ai non vedenti, nel Parco Pubblico piu’ bello d’Italia

Tale è stato infatti riconosciuto, lo scorso anno, Parco di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli – già definito come una vera e propria «meraviglia inaspettata e ricca di significati nascosti» – che l’8 aprile si aprirà ancora a una visita guidata rivolta alle persone con disabilità, in questo caso visiva, dopo che qualche tempo fa a farla da protagoniste erano state le persone con disabilità intellettiva.

GENOVA. «Suoni, profumi, passi, tatto, racconto: visita il Parco più bello d’Italia 2017, attraverso un itinerario inaspettato e ricco di significati nascosti, dedicato a tutte le persone che non vedono con gli occhi».
Viene presentata così la nuova visita al Parco di Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli, che domenica 8 aprile (ore 15) sarà ancora una volta coordinata dalla consulente culturale Lidia Schichter, rivolgendosi in questo caso alle persone non vedenti, dopo ché qualche tempo fa a farla da protagoniste erano state quelle con disabilità intellettiva.

Situato, come detto, a Pegli, quartiere a ponente di Genova, lo storico Parco di Villa Durazzo Pallavicini – che avevamo già definito come una vera e propria «meraviglia inaspettata e ricca di significati nascosti» – è stato riaperto nel 2016, dopo parecchi decenni e lunghi lavori di restauro e i suoi responsabili si erano da subito proposti di accogliere in modo sempre più ampio le persone con diversi tipi di disabilità.
Lo scorso anno si è aggiudicato il premio per il Parco Pubblico più Bello d’Italia. (S.B.)

CONTRATTO: RICORSO EUROPEO PER VIOLAZIONE LIBERTÀ SINDACALE

CONTRATTO, GILDA: RICORSO EUROPEO PER VIOLAZIONE LIBERTÀ SINDACALE   
Un reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa contro le violazioni della Carta Sociale Europea commesse dal Governo italiano. A farsene promotore in qualità di segretario generale della CGS (Confederazione Generale Sindacale) è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che porta così all’attenzione delle istituzioni comunitarie la normativa italiana in base alla quale i sindacati che non sottoscrivono i contratti collettivi nazionali di lavoro sono esclusi da tutti gli altri livelli di contrattazione.
“Questa disposizione, prevista dai contratti del pubblico impiego con apposite clausole, – spiega Di Meglio – è in palese contrasto con quanto sancito dall’articolo 39 della Costituzione e con l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che tutela le libertà di riunione e di associazione in cui rientrano anche le libertà sindacali. 
Ricordiamo, inoltre, che la Corte Costituzionale si è espressa sul tema con la storica sentenza numero 231 del 2013 che, pur se riferendosi al settore privato (caso Fiom Cgil versus Fiat, ndr), ha dato ragione al sindacato”.
“Si tratta di norme di carattere estorsivo – prosegue Di Meglio – perché un sindacato contrario a un contratto di lavoro, e che perciò decide di non sottoscriverlo, perde una parte delle proprie prerogative, cioè viene escluso dalle sequenze contrattuali e da tutti i livelli di contrattazione. Il danno, dunque, è notevole e abbiamo deciso di presentare ricorso in Europa perché riteniamo incostituzionale la normativa italiana, peraltro già dichiarata tale nel settore privato dalla Consulta”. 

IL PARADIGMA BIOQUANTICO

IL  PARADIGMA BIOQUANTICO. Vedi : www.bioquantica.org

di Paolo Manzelli

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La Roobotica e la automazione digitale, fondate su processi di intelligenza artificiale, demateializzando la produzione e la sua organizzazione cambiano drasticamente la struttura del lavoro e del business del sistema industriale manifatturiero a tutt’oggi basato su la innovazione della ricerca&sviluppo tecnologico al fine di migliorare competitivita’ ed efficienza della produzione  ma  che rimane pur sempre inquadrabile nel mantenimento del tradizionale paradigma riduzionista “meccanico” della scienza e della cultura ,quello che e stato storicamente dominante durante tutta l’ epoca industriale , e che in tutta evidenza è ormai obsolescente , perche inquina e degrada l’ ambiente e mette in serio pericolo la vita .(1)

(1) Industria 4.0: . https://www.innovationpost.it/2017/10/12/limpatto-sul-mercato-del-lavoro-della-quarta-rivoluzione-industriale-2/

La assudita’ di mantenere i limiti concettuali delle concezioni meccaniche della scienza che hanno caratterizzato la cultura occidentale Newtoniana-Cartesiana, la quale permane anche nel contesto della cosiddetta Industrializzazione 4.0,  è a tutt’oggi  troppo spesso sottovalutata proprio in quanto . le conoscenze attuali rendono insostenibile questo radicamento  del pensiero “meccanico” ottocentesco ,

(2)       https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/il-crollo-del-vecchio-paradigma-meccanico-della-scienza

Tra i piu evidenti limiti di insostenibilita’  del paradigma meccanico annoveriamo:

→ A).  la arbitraria separazione tra soggetto ed oggetto della percezione , in quanto oggi gli studi sulla neuro-immagini mettono in evidenza che è il cervello che costruisce immagini e colori, per cui cio’ che riteniamo oggettivo non è indipendente dalla costruzione della memoria a lungo temine  che ha un valore storico-sociale.

(3)       Mente/Occhio nella percezione:

http://www.psychomedia.it/pm/science/psybyo/manzpercvis.htm

(4)       Scienza cervello e musica:

http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte16.h

→ B) La Linearita’ del Tempo .La concezione del Tempo assoluto,lineare ed irreversibile , misurabile dalla convenzione nata con l’ orologio meccanico , ha prodotto la idea di progresso senza limiti propria della societa’ industriale che oggi si trova in netta contrapposizione con le esigenze di ripensare ad una “economia circolare” basata sulla eco-sostenibilita’ della produzione. Tale cambiamento non rappresenta semplicemente  un ritorno alla concezione ciclica del tempo propria della antica societa’ contadina ma e’ riferito ad una sua evoluzione delle molteplici relazioni dello spazio-tempo evidenziate oggi dalla biologia quantistica.

(5) –Arte Quantistica: http://www.psicolab.net/public/2016/09/ART.ARTE-SCIENZA-def.pdf

Il superamento di questi cardini del pensiero meccanico è iniziato fin dal 1900  con l’abbattimento  della antica concezione “Natura non facit Saltum” concepito da Max Plank  il quale  per primo comprese che gli scambi di energia avvengono per salti quantici indivisibili e discontinui, di Onde/particelle denominate  ”Quanti”.

Ma durante tutto il secolo scorso si e tentato di ricondurre la teoria quantistica in termini della Meccanica Quantistica cosi da limitare la quantizzazione della energia ad un fenomeno relativo al “micro-cosmo” , cio’ allo scopo di mantenere valida la concezione classica Cartesiana-Newtoniana in relazione alla percezione del Macrocosmo .

Tale separazione arbitraria tra “micro-e macrocosmo” ha permesso una sostanziale persistenza scientifico-culturale del paradigma meccanico , anche perche’ la Meccanica Quantistica ortodossa ha limitato la propria indagine alla probabilita’ di osservare la particella localmente, escludendo ( con il crash o collasso della funzione d’onda) la simultaneita’ di esistenza dell’ onda di energia associata a i quanti, proprio in quanto una onda di energia per sua stessa natura non è localizzabile

Per andare oltre definitivamente questo stato di impasse concettuale  che nel suo insieme connette scienza , cultura e sviluppo produttivo e sociale , ha iniziato a proporre una complessa strategia di revisione  cognitiva “BIOQUANTICA” nell’ intento di approdare ad una nuova dimensione creativa del futuro scientifico e sociale indirizzato verso un netto superamento del paradigma meccanico che consideriamo ormai obsoleto e fuorviante in relazione alle esigenze di profondo cambiamento della civilta’ contemporanea.

(6)- https://dabpensiero.wordpress.com/2018/01/03/la-bio-quantica/

 Paolo Manzelli : egocreanet2016@gmail.com

Invalsi, prove in ospedale o «nuova data» per chi non può recarsi a scuola

da Il Sole 24 Ore

Invalsi, prove in ospedale o «nuova data» per chi non può recarsi a scuola

di Claudio Tucci

La partecipazione alle prove Invalsi è divenuto requisito per l’ammissione agli esami di Stato. Ma per gli alunni impossibilitati di frequentare le lezioni perchè malati, o in istruzione domiciliare, come regolarsi? Lo chiarisce una circolare del Miur, appena pubblicata.

La nota del ministero
Come noto, scrive il ministero, l’articolo 22 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, disciplina la valutazione di alunni e studenti in ospedale e in istruzione domiciliare. In riferimento all’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione, il decreto ministeriale 3 ottobre 2017, n. 741, prevede che, qualora il periodo di ricovero presso ospedali o luoghi di cura coincida con il periodo previsto per lo svolgimento della prova nazionale, tale prova, ove ricorrano le condizioni, viene svolta nella struttura in cui l’alunno è ricoverato. Tali modalità si applicano anche ai casi di istruzione domiciliare per gli alunni impossibilitati a recarsi a scuola.

Il ministero precisa poi che, nel caso in cui gli studenti in ospedale o in istruzione domiciliare siano impossibilitati, per particolari condizioni fisiche, a svolgere la prova nazionale nella finestra temporale assegnata, l’istituzione scolastica di riferimento dovrà contattare direttamente l’Invalsi per concordare tempi e modalità specifiche per ciascuna situazione al fine di garantire un sereno svolgimento della prova, requisito di accesso all’esame di Stato.

I fondi restano nel cassetto, apprendistato «duale» a passo lento

da Il Sole 24 Ore

I fondi restano nel cassetto, apprendistato «duale» a passo lento

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Negli ultimi anni l’apprendistato di primo livello, che consente agli studenti fino a 25 anni di conseguire, lavorando, una qualifica o un diploma di istruzione, interessava in Italia un numero irrisorio di ragazzi: appena 3mila, di cui circa 2.900 nella sola Bolzano. Dal 2016, con la sistematizzazione dell’istituto operata dal Jobs act e l’avvio, da parte del ministero del Lavoro, di una sperimentazione ad hoc nel settore dell’Istruzione e formazione professionale (Iefp), sono più che raddoppiati: oggi si contano oltre 6mila rapporti instaurati, e i contratti si fanno anche in Lombardia, in Veneto e in altre regioni del Centro-Nord.

Il numero che ci anticipa l’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal) è un primo passo ma ancora insufficiente (in Germania i giovani coinvolti nella formazione duale sono centinaia di migliaia, e il tasso di disoccupazione degli under25 è stabile al 6,2 per cento). Da noi, storicamente, si fa più fatica, nonostante gli incentivi: e così la stessa Anpal ha deciso di prorogare di altri tre mesi, fino al 30 giugno, questi “bonus” a copertura dei costi di tutoraggio aziendale. Parliamo di somme fino a 3mila euro per 12 mesi nei casi di apprendistato di primo livello, che scendono fino a 500 euro per i percorsi di alternanza “rafforzata”. Per questi incentivi erano a disposizione 16 milioni. Ad oggi il “bonus” è stato richiesto da 745 imprese per 1.390 contratti di apprendistato di primo livello. Per l’alternanza “rafforzata” si sono fatte avanti 364 aziende per 678 percorsi. In totale, quindi, sono stati impegnati circa 2,5 milioni, e rimangono a disposizione (fino alla scadenza del 30 giugno) i restanti 13,5 milioni (la domanda all’indirizzo http://fixotutoraggio.italialavoro.it).

A frenare la portata della novità sono diversi fattori. Intanto, la disomogeneità dei sistemi formativi nelle diverse Regioni. In quasi tutto il Centro-Sud l’apprendistato di primo livello è pressoché inutilizzato. A differenza invece del Centro Nord, in testa la Lombardia, che, grazie anche alla spinta data dall’ex assessore, Valentina Aprea, ha investito molto sul “duale”. Le imprese che hanno richiesto gli incentivi ministeriali sono state appena 270, perché le aziende lombarde possono contare su condizioni migliori proposte dalla regione. C’è poi il ritardo con cui gli enti territoriali pubblicano gli avvisi per i corsi duali nella Iefp. Si sconta inoltre una mancata azione di promozione presso gli stessi datori . «Il ricorso all’apprendistato e alla formazione on the job – aggiunge Michele Tiraboschi, ordinario di diritto del Lavoro all’università di Modena e Reggio Emilia – è frenato dagli ostacoli burocratici e da una normativa elefantiaca che scoraggia le aziende, specie le pmi, ad ospitare minorenni in un contesto produttivo. Scontiamo anche la sovrapposizione con altri strumenti e un ritardo culturale».

L’ultimo esempio, in ordine di tempo, è un decreto del Miur di novembre che contiene nuovi aggravi per gli imprenditori in tema di sorveglianza sanitaria. Eppure con la legge di Bilancio 2018 la formazione duale nella Iefp, sostenuta dal sottosegretario, Luigi Bobba, è stata rifinanziata con 125 milioni, e ormai tutti i partiti sono concordi nel far decollare il link scuola-lavoro. «Dal canto nostro lavoreremo con le Regioni per sbloccare gli avvisi agli enti per l’organizzazione dei corsi nella Iefp», commenta il presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte. La fotografia scattata sul modello duale «ci deve far riflettere – chiosa il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli -. Bisogna imparare dalle esperienze di Bolzano e dal pragmatismo di Regioni che sull’apprendistato hanno investito, come Lombardia e Veneto. Non basta una legge per diffondere uno strumento. C’è bisogno di scuole aperte alle imprese e di imprenditori che investano su giovani e formazione. L’apprendistato duale si svilupperà solo eliminando vincoli e pregiudizi culturali che frenano la collaborazione tra scuole e imprese».

Alternanza, intesa Miur-Tim per nuove competenze digitali

da Il Sole 24 Ore

Alternanza, intesa Miur-Tim per nuove competenze digitali

Tim ha firmato un protocollo d’intesa con il Miur per promuovere l’alternanza scuola lavoro nelle scuole superiori italiane con sessioni formative sulle nuove competenze digitali. L’intesa, di durata triennale, siglato con il Miur punta a rafforzare la collaborazione tra Tim e le istituzioni scolastiche per favorire nella scuola secondaria l’orientamento post-scolastico dei giovani e approfondire la conoscenza dell’Information and Communication Technology (Itc).

L’accordo
Grazie a questo accordo, spiega una nota, Miur e Tim si impegnano a realizzare percorsi ormativi sempre più innovativi e legati alle mutevoli esigenze del mercato occupazionale. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del percorso di alternanza già avviato quest’anno da Tim e che coinvolge, a livello nazionale, oltre 600 studenti di 24 licei e istituti tecnici in 10 città italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma e Torino), con un programma di 40 ore di formazione in aula e laboratorio – sotto la guida di tutor e personale tecnico specializzato – con l’obiettivo di approfondire i temi della Digital Transformation.

Segreterie, dematerializzazione: come si presentano le domande e le istanze alla scuola

da Orizzontescuola

Segreterie, dematerializzazione: come si presentano le domande e le istanze alla scuola

di Gianlorenzo Perri
L’Art. 42 del CAD cita “Le pubbliche amministrazioni valutano…il recupero su supporto informatico dei documenti e degli atti cartacei dei quali sia obbligatoria o opportuna la conservazione e provvedono alla predisposizione dei conseguenti piani di sostituzione degli archivi cartacei con archivi informatici…” questo articolo apre la strada alla dematerializzazione.

L’ottica del legislatore, nello stilare le direttive per questo cambiamento, è stata quella di abbreviare i tempi di risposta tra la scuola e docenti/pubblico e inevitabilmente quello di abbattere dei costi per la PA.

Vediamo nel dettaglio quali sono le modalità di presentazione delle domande e delle istanze alla scuola che vanno nell’ottica della dematerializzazione e che la segreteria scolastica non può non accettare.

  • Le istanze sottoscritte con firma digitale o firma elettronica qualificata
  • Le istanze sottoscritte e presentata unitamente al documento di identità
  • Le domande presentate attraverso la propria PEC

Questo tipo di istanze e di dichiarazioni hanno lo stesso valore normativo delle istanze e delle dichiarazioni sottoscritte con firma autografa apposta in presenza del dipendente responsabile del procedimento.

Se la scuola non accettasse o non prendesse in carico le domande presentate come sopra indicato, ovvero secondo le modalità dell’Art. 65 comma 1 del CAD, si prospetterebbe una responsabilità dirigenziale e disciplinare dello stesso.

Lo sforzo che le segreterie si trovano ad affrontare consiste nello spostare il baricentro della loro attività giornaliera da una procedura prettamente cartacea ad una procedura prettamente dematerializzata. Le segreterie, quindi, attraverso il manuale di gestione e avendo come riferimento questo tipo di normativa, predispongono la modulistica per le richieste sia dei docenti che del personale esterno.

Nell’ottica di un supporto alle segreterie e al personale della scuola aggiungiamo il collegamento ad alcuni dei modelli tipo più “gettonati” dalle segreterie scolastiche.

Presentazione domanda ferie permesso assenza

Richiesta Certificati

Accesso civico generalizzato

Richiesta certificazione spese scolastiche detraibili

Ruolo del tutor per i docenti neoassunti, vale come formazione obbligatoria. Come farselo riconoscere

da Orizzontescuola

Ruolo del tutor per i docenti neoassunti, vale come formazione obbligatoria. Come farselo riconoscere

di Katjuscia Pitino

E’ vero che la Nota n.33989 del 2017, nella parte dedicata al ruolo dei tutor dei docenti neo-assunti durante il periodo di formazione e prova, indica la possibilità di valorizzare e riconoscere la figura del tutor per il ruolo rivestito nell’ambito della funzione assegnata; la nota ministeriale afferma infatti che le attività svolte (progettazione, osservazione, documentazione) potranno essere attestate e riconosciute dal Dirigente Scolastico come iniziative di formazione previste dall’art.1 comma 124 della L.107/2015.

Anche nel Piano per la formazione dei docenti (2016/2019), emanato con D.M. 797 del 2016 tra i percorsi formativi possibili che le scuole possono riconoscere, come esternazione della professionalità docente, sono indicati i ruoli di tutoraggio svolti per i docenti neoassunti (cap.6 del Piano). Pertanto il lavoro del tutor, impegnato nel supporto alla formazione dei docenti neoassunti, potrà determinarsi come unità formativa.

Tuttavia alla base del riconoscimento delle attività svolte per la funzione di tutor è importante precisare che il Piano triennale di formazione, deliberato a livello di istituzione scolastica, contempli anche la valorizzazione di tali attività.

Peraltro tutto ciò è ribadito dal Piano Nazionale: ogni unità formativa, dovrà indicare la struttura di massima del percorso formativo, in modo che lo si possa riconoscere e documentare relativamente alle attività e all’impegno. Preme sottolineare che l’unità formativa, come erroneamente si crede, non equivale automaticamente all’acquisizione di 24 crediti formativi, comparabili al sistema de CFU universitari e professionali.

Le attività svolte dal tutor possono essere riconosciute, ma alla base del riconoscimento del lavoro, stando a quello che dice il PN, deve esserci la strutturazione di un percorso, definito a priori che informi e documenti sull’intero iter formativo compiuto e che si inserisca nel più ampio quadro progettuale della scuola

Elezioni RSU 17-18-19 aprile: chi può votare e chi no, chi può candidarsi, numero preferenze esprimibili

da Orizzontescuola

Elezioni RSU 17-18-19 aprile: chi può votare e chi no, chi può candidarsi, numero preferenze esprimibili

di redazione

Le elezioni per la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) nelle pubbliche amministrazioni, scuola compresa, si svolgeranno il 17-18-19 aprile 2018.

Vediamo, in questa scheda, il  numero preferenze esprimibili, l’elettorato attivo e passivo,  il voto in caso di servizio in più scuole.

ELETTORATO PASSIVO

Può candidarsi (elettorato passivo), presso le Istituzioni scolastiche, il personale con rapporto di lavoro:

  • a tempo indeterminato;
  • a tempo determinato con incarico al 31/08 o al 30/06.

Non possono candidarsi:

  • i presentatori della lista;
  • i membri della Commissione elettorale;
  • i supplenti brevi e temporanei;
  • i dipendenti con qualifica dirigenziale (compreso il personale del comparto al quale sia stato conferito l’incarico di dirigente a tempo determinato con stipula del relativo contratto individuale);

ELETTORATO ATTIVO

Può votare il personale:

  • a tempo indeterminato e determinato in servizio nell’amministrazione alla data di inizio delle votazioni;
  • assunto nel periodo compreso tra l’inizio delle procedure elettorali (13 febbraio 2018) e la data di votazione, purché non rientri in nessuna delle categorie sotto riportate.

Non può votare il personale:

  • con rapporto di lavoro interinale, CFL …;
  • non contrattualizzato o assimilato;
  • con qualifica dirigenziale;
  • con contratto di lavoro diverso da quelli stipulati dall’Aran;
  • con contratto di consulenza o comunque “atipico”.

PERSONALE IN POSIZIONE DI COMANDO, FUORI RUOLO O ALTRA FORMA DI ASSEGNAZIONE TEMPORANEA

Il personale, che si trova in posizione di comando, fuori ruolo o qualsiasi altra forma di assegnazione temporanea presso altre amministrazioni, può candidarsi nell’amministrazione di provenienza. In caso di elezione, detto personale rientra in servizio revocando il comando o il fuori ruolo.

Quanto all’elettorato attivo, il personale suddetto vota nell’amministrazione in cui è comandato, collocato fuori ruolo o assegnato temporaneamente.

NUMERO DI PREFERENZE EPRIMIBILI

Nelle amministrazioni sino a 200 dipendenti si può esprimere 1 sola preferenza, 2 in quelle con oltre 200 dipendenti.

VOTO IN CASO DI SERVIZIO IN PIU’ ISTITUZIONI SCOLASTICHE

Il personale, che svolge l’orario di servizio in più scuole, esercita il diritto di voto in quella ove presta l’attività in modo prevalente, ossia dove svolge più ore ed è titolare.

Circolare Aran

Assegnazione docenti alle classi, deve essere equilibrata tra insegnanti della stessa classe di concorso

da Orizzontescuola

Assegnazione docenti alle classi, deve essere equilibrata tra insegnanti della stessa classe di concorso

di redazione

Nelle nostre Istituzioni scolastiche, non mancano casi di docenti, la cui classe di concorso prevede l’insegnamento di diverse discipline (ad esempio la A-22: Italiano, Storia/Cittadinanza e Geografia nella scuola media), ai quali i dirigenti assegnano classi in cui insegnare uno solo degli insegnamenti previsti dalla classe di concorso. Con la conseguenza, ad esempio per chi insegna solo Storia e Geografia, di avere un numero maggiori di classi rispetto ai colleghi che insegnano pure Italiano.

I dirigenti scolastici, nei casi di cui sopra, devono prestare attenzione anche alla luce di alcune sentenze relative al numero di classi assegnate ad uno stesso docente e all’eventuale mancato rispetto dei criteri deliberati  dal Consiglio di Istituto e delle proposte del Collegio docenti.

Al riguardo ricordiamo una sentenza del Tribunale del Lavoro di Reggio Calabria, come riferisce dirittoscolastico.it, relativamente al caso di un professore di Matematica e Fisica, cui erano state attribuite 6 classi.

Il docente ricorreva in giudizio considerando eccessivo il numero di classi assegnatogli e discriminatorio rispetto agli altri colleghi, ai quali erano state attribuite soltanto 3 classi.

Il Tribunale ha accolto il ricorso.

Stipendio, arretrati potranno arrivare con una emissione speciale

da Orizzontescuola

Stipendio, arretrati potranno arrivare con una emissione speciale

di redazione

Inutile nascondere che il personale della scuola spera che la partita della firma definitiva del contratto si chiuda nel più breve tempo possibile, per ricevere almeno gli arretrati derivanti dal nuovo accordo.

La firma è attesa per la seconda metà di aprile. Questo significa che gli arretrati non potranno essere caricati nel cedolino relativo al mese di aprile, che avrà come sempre esigibilità il 23 aprile, che quest’anno è un lunedì.

Tuttavia questo non vuol dire necessariamente che il MEF imponga di attendere il mese successivo. Anzi, è da credere che verosimilmente si proceda come per gli statali, che hanno già ricevuto gli arretrati con una emissione speciale del 1° marzo.

In questo modo infatti si alleggerisce il lavoro relativo ai cedolini e si ottiene il doppio guadagno di evitare ritardi e nello stesso tempo evitare “malcontenti” derivanti da tempi troppo lunghi nell’applicazione del nuovo contratto.

Scarica la tabella con gli arretrati