OLTRE L’ ENTANGLEMENT

< OLTRE L’ ENTANGLEMENT >

di Paolo Manzelli egocreanet2016@gmail.com

→ La Moderna BIOQUANTICA permette di capire come la ENERGIA SOTTILE ( denominata Prana, Chi, Qi, Vis-viva, ecc) sia una “bioenergia diffusa nello spazio-tempo quantizzato” che presiede alla evoluzione della vita (free-energy ). Infatti la “subtle Energy” puo’ essere percepita e trasdotta da energia potenziale in energia vitale per stimolare le attivita’ delle altre categorie di Energie dette per contrasto “dense” ( Elettriche,Magnetiche,Meccaniche (calore e suono,ecc) in quanto misurabili nella loro capacita’ di attuare movimento e di altre azioni fisiche-molecolari.

La Energia Sottile è pertanto una ” bioenergia quantica” complementare alla azione biologica delle energie dense che nell’ agire localmente sono dispersive i quanto non sono capaci di predire il comportamento bioquantico della crescita e sviluppo dei sistemi viventi ( vedi come l’ effetto di Aharonov-Bohm mette in evidenza come il campo elettromagnetico classico, quando agisce localmente su una sistema biologico non è sufficiente per predire il suo comportamento quantico che presiede la complessa organizzazione della vita.)

La Energia Sottile ha la caratteristica di essere una energia radiante “invisibile alla misurazione locale” proprio in quanto è capace di interazione simultanea a distanza , pertanto proprio queste caratteristiche, impediscono la inclusione della Energia sottile nel paradigma “meccanico” che colloca la misura delle energie dense nel quadro dello spazio tempo Euclideo che è lineare nel tempo e tridimensionale .

GO CREANET ha proposto gia’ da vari anni uno studio ed una riflessione sulla “Quantizzazione dello Spazio-Tempo” in relazione all’ Entanglement quantistico allo scopo di definire la struttura microscopica dello spazio tempo ,ottenibile correlando ” OLTRE L’ ENTANGLENENT il DISENTANGLEMENT” in modo che la geometria continua dello spazio-tempo , possa essere scissa in quella discontinua dello “spazio + il tempo”.

Quantum Space Time Matrix

http://www.academia.edu/10205028/QUANTUM_SPACE_TIME_MATRIX_THIRD_REVIEW_

La nostra conclusione in sintesi afferma che la Energia Sottile , è una energia quantica radiante diffusa nello Bio-spazio creato dalla sovrapposizione delle onde/particelle , dove tale intrigo (entanglement ) rende indistinguibili la Energia e la informazione . (= Ei)

Certamente è ancora necessario approfondire e condividere tale ricerca di Egocreanet al fine di definire una strategia di ricerca e sviluppo della Bioquantica come obiettivo essenziale del Cluster-Egocreanet vedi in : <www.bioquantica.org>

<Come lo “spazio-tempo” della relativita’ è costruito dall’entanglement quantistico>

“Entanglement Age” di Paolo Manzelli

L’ Entanglement va considerato come l’ ingrediente essenziale che unisce lo spazio-tempo nella Relativita ristretta di Einstein e lo dis-unisce in spazio + tempo per tramite dis-entaglement cioe il collasso della integrazione relativistica tra spazio-e tempo .

Recentemente abbiamo preso in considerazione come l’ Entanglement che intriga la Energia e la Informazione ( in Energia di Informazione -“Ei”) corrisponde sia ad una estensione del BIO-campo cosi’ come ad una relativa diminuzione del tempo infatti quando il Biocampo e molto ampio e tende all’ infinito si ha simultaneita del tempo. http://www.caosmanagement.it/n62/art62_04.html

Riteniamo quindi che lo spazio-Tempo sia da considerarsi come una rete tensoriale che per tensione estrema o per torsione puo’ spezzarsi (dis-entanglement) e viveversa ricomporsi per tramite l’ entanglement . Pertanto .lo spazio creato dal BioCampo è una costruzione derivata dall’ entanglement , mentre il dis-entanglement spezza in una matrice di quanti la rete tensoriale dello spazio-tempo relativistico . https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=101975

A conferma della interpretazione su esposta elaborata da Egocreanet recentemente e stata sviluppata un approfondimento della Teoria del Tutto (TED) proposta dal Fisico Giapponese Hirosi Ooguri e dala Matematica Italiana Matilde Marcoli , che si basa sul “principio olografico universale” con cui si conferma come con l’ entanglement lo spazio tempo- possa essere unificato in uno stato bidimensionale nel quale energia e informazione non possono essere piu considerate quantita’ indipendenti .

Spaziotempo dall’entanglement quantistico

ed in originale in: Physical Review Letters , 2015.:

https://journals.aps.org/prl/abstract/10.1103/PhysRevLett.114.221601

In conclusione la Energia Sottile ha una base scientifica che conduce ad un netto superamento della critica di Einstein (Spooki action ) che afferma la impossibilita di una azione simultanea a distanza di qualsiasi tipo di energia .

Le nuove concezioni elaborate e citate sulla TED, nonche proposte promosse e diffuse da Egocreanet Cluster su la Bioquantica rappresentano oggi una netta una convalida senza precedenti della esistenza di una realtà bidimensionale dello spazio tempo, quale è la Energia Sottile, che egualmente alla “Ei” risulta invisibile, perche non misurabile localmente da strumenti meccanici, ma invece è percepibile dal sistema biologico vivente come energia quantica intrigata (entangled) in cui le onde/particelle interagiscono simultaneamente a distanza.

.NB: Discuteremo del tema Oltre all’ ENTANGLEMENT e la Comunicazione di informazione a Distanza in occasione dell’ incontro di , Sabato 14 aprile 2018 , ore 15.00-17.00 dela Associazione TONG-REN .(www.tongrenitalia.com) che si svolgerà presso il nostro centro in via della Repubblica 121, Tavarnuzze (FI), un interessante incontro gratuito sull’Alzheimer, presieduto dal Dott. Auriemma, ideatore della Agopuntura Ologrammatica.<info@tongrenitalia.com

Onorificenza a professoressa ferita da studente

Scuola, Fedeli consegna onorificenza a professoressa ferita da studente
“Giusto tributo. Franca Di Blasio sia modello per la scuola e la società intera”

(Lunedì, 09 aprile 2018) La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha consegnato oggi al MIUR un’onorificenza come Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” a Franca Di Blasio, insegnante di italiano e storia all’Istituto superiore professionale Majorana-Bachelet di Santa Maria a Vico (Caserta), aggredita con un’arma da taglio da un alunno.

È stata la stessa Ministra Fedeli a richiedere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’onorificenza per Franca Di Blasio, “come forma di riconoscimento per l’impegno e l’amore profusi ogni giorno nella sua professione”.

“Quella di Franca – ha dichiarato la Ministra Fedeli – è un’interpretazione professionale della funzione docente che coglie tutta l’ampiezza del delicato ruolo dell’educatore nella società moderna. La sua reazione e il suo atteggiamento di fronte all’aggressione da parte di uno studente sono stati di grande responsabilità formativa ed educativa. Tutta la comunità scolastica e la società intera devono riconoscere in lei un modello. Abbiamo richiesto per lei al Presidente Mattarella l’onorificenza che le abbiamo consegnato oggi come giusto tributo alla sua professionalità. E come monito per noi tutte e tutti, soprattutto in tempi come quelli che viviamo, in cui, purtroppo, continuano a verificarsi episodi di violenza all’interno della scuola nei confronti delle docenti e dei docenti. Di fronte a questi casi non dobbiamo metterci a pensare a leggi particolari per contrastare l’odio. Le leggi ci sono già: i genitori che aggrediscono i docenti dei propri figli, oltre ad essere dei pessimi genitori, infrangono delle norme e vanno denunciati e perseguiti secondo la legge. Come ci sono anche sanzioni per quelle studentesse e quegli studenti che infrangono le regole o ricorrono alla violenza: la sospensione e, nei casi più gravi, anche la non ammissione allo scrutinio finale. Dobbiamo comunque educare al rispetto e all’assenza di violenza totale nelle relazioni sia dentro la scuola, sia tra adulti. Faccio un vero e proprio appello alle famiglie e alla società tutta: ripartiamo dal rispetto. Non rispettare le docenti e i docenti, non riconoscere il loro valore, significa non rispettare studentesse e studenti, non riconoscere il valore dei nostri giovani”.

“Sono molto onorata di ricevere questa onorificenza. Per prima cosa, – ha commentato Franca Di Blasio – voglio ringraziare lo Stato e le Istituzioni che mi sono state vicine in questo momento difficile della mia vita: il Presidente Mattarella, il Presidente Gentiloni, la Ministra Fedeli, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Luisa Franzese, la preside della mia scuola, la scuola tutta. Grazie a loro sto superando, piano piano, questo episodio. Sono da poco rientrata nel mio istituto, tra i miei studenti: non è stato facile ovviamente, ma dalle ragazze e dai ragazzi ho avuto una grande accoglienza e l’atmosfera è stata molto familiare. Continuerò a educare i giovani e a insegnare perché credo che la scuola sia motore della civiltà, della nostra democrazia e sono orgogliosa di far parte di questo sistema. Noi docenti siamo portatori di cultura, insegniamo i valori, il confronto, la collaborazione, il rispetto”.

Quello di oggi tra la Ministra Fedeli e Franca Di Blasio non è stato il primo incontro al MIUR. Si erano già incontrate lo scorso 5 febbraio, poco dopo il terribile episodio, nello stesso giorno in cui la docente era stata ricevuta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni. Lo scorso 14 marzo, poi, la Ministra Fedeli ha accolto al Ministero oltre all’insegnante anche le sue studentesse e i suoi studenti della classe quarta A, indirizzo Meccanica e Meccatronica: si trattava del loro primo incontro dopo l’aggressione in classe. Come annunciato oggi al MIUR, Franca Di Blasio da pochi giorni è rientrata in classe e ha ripreso la sua attività.

Se il figlio è fragile il giudice autorizza la scuola privata

da Il Sole 24 Ore

Se il figlio è fragile il giudice autorizza la scuola privata

di Michol Fiorendi

Scuola pubblica o privata? La giurisprudenza non ha dubbi nel preferire la prima. Ma ci sono casi particolari in cui, nell’interesse del figlio minore, i giudici si allontanano dai principi generali e autorizzano l’iscrizione alla scuola privata. Le ragioni – che devono essere valutate nel caso concreto – possono spaziare dalla necessità di preservare il valore della continuità scolastica al bisogno di far seguire il minore da insegnanti specializzati o in grado di rispondere meglio alle sue fragilità o difficoltà.

Si tratta di situazione che si presentano quando i genitori – separati o divorziati – non trovano un accordo sull’istruzione dei figli, con uno che propende per la scuola privata e l’altro per quella pubblica. In questi casi, in base all’articolo 337-ter, comma 3, del Codice civile (inserito dal decreto legislativo 154/2013 sulla riforma della filiazione), la decisione è rimessa al giudice.

Quando i giudici si ritrovano a doversi sostituire ai genitori in conflitto, si ispirano, nella maggior parte dei casi, al principio generale della prevalenza della scuola pubblica su quella privata. Le deroghe, con la preferenza espressa dai giudici per la scuola privata, rappresentano l’eccezione.

Il principio generale della prevalenza della scuola pubblica su quella privata trova fondamento nel fatto che il nostro ordinamento riconosce alla scuola pubblica i canoni idonei allo sviluppo culturale di qualsiasi minore. Si tratta, infatti, di una «scelta neutra, espressione primaria e diretta del sistema nazionale di istruzione» (Tribunale di Perugia, ordinanza del 2 maggio 2017).

A supporto di queste conclusioni, i giudici portano il fatto, intanto, che la scuola pubblica è gratuita, al contrario di quella privata, che impone il pagamento di rette; inoltre, la frequenza della scuola privata richiede «l’adesione a specifici orientamenti non solo didattici ma anche di impostazione educativa (o religiosa) che possono non essere condivisi dai genitori e rispetto ai quali il Tribunale investito della scelta non può esprimere preferenze» (sempre Tribunale di Perugia).

Il principio generale della prevalenza della scuola pubblica non viene però applicato sic et simpliciter. Piuttosto i giudici, di volta in volta, nell’indipendenza della loro funzione, analizzano il caso specifico e valutano tutte le caratteristiche della situazione, adottando, se occorre, una deroga. I giudici si pronunciano a favore della scuola privata se ravvisano elementi peculiari e specifiche circostanze di fatto che rendono, in concreto, preferibile, nell’esclusivo interesse del minore, frequentare una scuola diversa da quella pubblica. Oppure se si è in presenza di evidenti controindicazioni per l’interesse del minore a frequentare la scuola pubblica.

Così, nel caso di figlio “fragile”, soprattutto a causa della criticità della relazione con i genitori, il Tribunale di Milano (decreto del 2 febbraio 2017) ha ritenuto di non autorizzare il passaggio dalla scuola privata a quella pubblica: il contesto più tutelante, per i giudici, è la prosecuzione del percorso scolastico nel contesto privato, a cui il minore è abituato. E la preferenza per la scuola privata confessionale è la risposta data dai giudici (Tribunale di Milano, ordinanza del 26 luglio 2011) anche nel caso di una figlia che accusa un grave disagio psicologico e che ha bisogno di sentirsi integrata in una comunità religiosa.

Ma non ci sono solo le fragilità o le difficoltà psicologiche dei figli a far propendere i giudici per l’iscrizione alla scuola privata. Questa scatta anche se il genitore in disaccordo non si oppone tempestivamente (Tribunale di Milano, decreto del 30 luglio 2009) o se padre e madre concordano sull’iscrizione alla scuola privata ma dissentono sulla scelta dell’istituto: in quest’ultimo caso i giudici esaminano le opzioni dei genitori, prima di prendere in considerazione quella della scuola pubblica (Tribunale di Torino, ordinanza del 25 agosto 2016).

Garante Infanzia, nasce la Consulta dei ragazzi

da Il Sole 24 Ore

Garante Infanzia, nasce la Consulta dei ragazzi

di Alessia Tripodi

Sono diciotto – nove maschi e nove femmine – i ragazzi under 17 che fanno parte della Consulta dei ragazzi dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) appena costituita. I giovani provengono da scuole medie e superiori, rappresentanze studentesche, gruppi scout, oratori e federazioni sportive.

Privacy e web il tema della prima riunione
Nella prima riunione con la Garante per l’infanzia, Filomena Albano, i ragazzi si sono confrontati sul tema dell’età minima del consenso per i minorenni al trattamento dei dati personali, in particolare quando si iscrivono a un servizio sul web. La consultazione, fa sapere la Garante, rientra nel ciclo di audizioni che l’Autorità sta conducendo in questi giorni tra esperti e accademici a proposito del nuovo regolamento europeo sulla privacy (Gdpr) che entrerà in vigore il 25 maggio prossimo.
«L’istituzione della Consulta dei ragazzi – spiega Albano – punta a contribuire all’attuazione dell’articolo 12 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: ogni persona di minore età ha il diritto di esprimere la propria opinione e lo Stato deve garantire che tale opinione sia presa in considerazione dagli adulti. Il diritto alla partecipazione, pur non essendo previsto direttamente dalla Convenzione, è strettamente connesso a quello di esser ascoltati. Abbiamo creato uno spazio nel quale i giovanissimi potranno esprimersi, cercando di far in modo di essere ascoltati sulle decisioni che li riguardano. Sarà compito dell’Autorità garante tenerne conto, valutarle e farsene poi portavoce nelle sedi istituzionali».

In rete con scuole e associazioni
Nella Consulta, fa sapere ancora la Garante, potranno essere coinvolti altri ragazzi su specifici argomenti e saranno attivati rapporti con scuole e associazioni. È previsto, inoltre, che la Consulta collabori con “redazioni locali” – costituite negli istituti comprensivi – a proposito delle questioni che riguardanogli interessi dei minori tra gli 11 e i 15 anni. Analoga collaborazione sarà attivata, per la fascia dai 7 ai 10 anni, sui bisogni di tutela dei diritti dei più piccoli con le “Commissioni bambino”.

Abbandoni e Neet, i ritardi italiani

da Il Sole 24 Ore

Abbandoni e Neet, i ritardi italiani

di Fr. Ba.

Vorrebbero dipendere di meno dalla famiglia di origine. Una scuola più incisiva per rafforzare tutte quelle competenze utili alla vita e al lavoro. Strumenti più avanzati per costruire il proprio percorso professionale. Restringendo l’obiettivo su scuola e orientamento al lavoro sono queste le aspirazioni dei giovani che emergono dall’edizione 2018 del Rapporto dell’Istituto Toniolo . «Rispetto agli altri paesi – spiega Alessandro Rosina, tra i coordinatori della pubblicazione – troppi under 35 italiani sono nella condizione di Neet ». I ragazzi not (engaged) in education, employment or training rappresentano in Italia il 26% della popolazione tra i 15 e i 34 anni, rispetto a una media Ue del 15,6%. Senza contare che gli abbandoni scolastici – nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni – è ancora oltre la media europea, al 13,8% rispetto al 10,7 %.

«Se i giovani trovano lavoro – commenta Rosina – è soprattutto grazie a canali informali e all’aiuto dei genitori. Più alto, inoltre, è il rischio di scarso allineamento tra livello di formazione e lavoro svolto». Non a caso la percentuale di chi afferma di avere un’aspirazione professionale ma non sa se riuscirà a realizzarla – in base ai risultati del Rapporto – è pari al 40,7%, rispetto al 35,3% dei coetanei spagnoli, al 33,6% dei francesi e a valori sotto il 30% di inglesi e tedeschi.

«Nonostante i numerosi problemi che caratterizzano la scuola italiana, proseguire gli studi fino all’istruzione terziaria può fare ancora la differenza – sottolinea Rosina -. La sfida, però, è tutt’altro che vinta. C’è ancora molta strada da compiere nella direzione di un sistema di istruzione e formazione capace di intrecciare i propri programmi con i progetti dei giovani, che offra loro adeguati strumenti per leggere e intervenire nella realtà».

I giovani assegnano all’orientamento una rilevanza strategica, abbinato allo sviluppo di competenze “abilitanti” sul versante professionale e lavorativo. Sullo scacchiere europeo in Italia, dove i raccordi tra scuola e lavoro sono meno strutturati, i giovani cercano di compensare il gap attivandosi di più, sia nella forma di una più ampia partecipazione alle attività organizzate da istituzioni pubbliche, sia documentandosi e interagendo maggiormente attraverso la Rete (è così per oltre il 71% dei giovani rispetto al 62% della Spagna, al 68% della Francia, al 54% della Germania e al 52% della Gran Bretagna). «Dai dati esce la conferma dell’importanza – conclude Rosina – di sostenere in modo più solido la transizione scuola-lavoro anche attraverso maggiori azioni integrate di orientamento sulle scelte formative e su come muoversi nel mercato del lavoro realizzate in collaborazione sistemica tra istituzioni locali, imprese e scuola».

La solitaria resistenza dei professori

da la Repubblica

La solitaria resistenza dei professori

di Massimo Recalcati

Le aggressioni oscene delle quali gli insegnanti sono sempre più spesso vittime, da parte dei loro alunni e delle famiglie che ne sostengono in modo arrogante le ragioni, lasciano senza parole e non dovrebbero essere sottovalutate. Si tratta di un vero e proprio oltraggio che colpisce al cuore la nostra vita collettiva. Conosciamo lo sfondo antropologico in cui avvengono questi episodi: una alterazione della differenza simbolica tra le generazioni che ha comportato una frattura del patto educativo tra famiglie e insegnanti. I genitori anziché sostenere i rappresentanti del discorso educativo si schierano con i loro figli, lasciando gli insegnanti in una condizione di isolamento. Misconosciuti da uno Stato che non valorizza economicamente il loro lavoro, sovraccaricati di compiti educativi di fronte a famiglie sempre più disgregate e latitanti, gli insegnanti patiscono una condizione di umiliazione permanente. Nel nostro tempo ogni atto decisionale nel campo dell’educazione dei figli rischia di essere guardato dalle famiglie come un sopruso illegittimo, mentre è considerata legittima l’aggressione violenta di genitori e figli verso gli insegnanti. La vita di questi figli dovrebbe scorrere su di un’autostrada spianata, dove ogni ostacolo, ogni esperienza di frustrazione o di ingiustizia dovrebbe essere rimossa. È il sogno narcisistico dei genitori contemporanei: assicurare ai propri figli una vita facile di successo, risparmiare loro ogni angoscia. Se allora un insegnante osa mettersi di traverso ricordando che ogni percorso di formazione è fatto di prove da superare, viene travolto in varie forme: dalle denunce al Tar alla violenza fisica e verbale sino a una sorta di bullismo rovesciato, dove sono gli insegnanti a subire angherie di ogni genere. In un tempo non lontano l’insegnante godeva di un prestigio sociale e di un’autorità educativa che costituivano un punto fermo per le famiglie e per la nostra vita collettiva. Prima del Sessantotto questo prestigio e questa autorità spesso sfociavano in un uso repressivo del potere a danno degli studenti. È stato necessario un lento ma fondamentale processo di liberazione critica della scuola da modelli pedagogici sterilmente autoritari. Ma oggi la scuola non è più un luogo di indottrinamento ideologico ed esercizio di un potere sadico. Non è più un dispositivo disciplinare che costringe le vite dei nostri figli ad adattarsi a pratiche pedagogiche coercitive. Nel nostro tempo la scuola è un luogo di resistenza all’incuria e alla logica produttivistica che ispira l’iperedonismo contemporaneo. Se c’è un luogo che andrebbe custodito e difeso con tutta l’attenzione necessaria da ogni forma di prevaricazione, è il luogo della scuola. È lì che la vita dei nostri figli può allargare l’orizzonte del mondo, fare esperienza della forza della parola, dell’erotismo della conoscenza. La violenza brutale di cui gli insegnanti sono vittime non è solo quella di famiglie incivili, ma è anche quella più diffusa del discredito che li colpisce: penalizzati economicamente, denigrati come lavoratori privilegiati, declassati nel loro prestigio pubblico. Dovremmo invece sempre ricordare che ogni rinascita collettiva inizia dalla scuola e dalla sua funzione. Quale? Quella di introdurre la vita dei nostri figli alla dimensione generativa della cultura. È questo il vero vaccino che abbiamo a disposizione per prevenire la dissipazione della vita dei nostri figli: consentire l’incontro con la dimensione erotica del sapere, con la cultura come desiderio di vita.