Docenti IRC commissari d’esame?

Docenti IRC commissari d’esame?

 

Il D.l.vo 62/2017 stravolge tacitamente le disposizioni contenute nell’art. 185 comma 3 del D.l.vo 297/1994. Si tratta della sostituzione dell’elenco relativo alle materie d’esame all’Esame di Stato conclusivo della Scuola Secondaria di I°grado con la dicitura riferita a “tutti i docenti del Consiglio di Classe”. Tra le materie indicate nel D.l.vo del 1994 non figurava l’Insegnamento della Religione Cattolica. E’ questa un’ultima trappola tesa dalla L.107 /2015 che istituisce quella che è stata denominata “Buona Scuola”.

L’inserimento di docenti Irc nelle Commissioni d’esame per la terza media è l’ultimo atto di un processo sotterraneo – iniziato con il rinnovo del sistema concordatario – per recuperare all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche il ruolo di ”materia obbligatoria” con diritto all’esonero. Solo con difficoltà sono state introdotte norme e istituti per rendere effettiva la nuova facoltatività con la formulazione delle quattro alternative fra cui la frequenza di una reale materia alternativa. Nessuna promozione è stata fatta per informare le famiglie su tali alternative sulle quali, anche per la difficoltà a superare certe prassi e il timore di esporre i figli a discriminazioni, sono state esercitate, in particolare nella scuola primaria, ben poche opzioni.

A confermare il valore che la Scuola dello Stato attribuisce all’Irc si è introdotto il ruolo per i docenti chiamati ad impartirlo. Si sono dovute superare grandi difficoltà per l’anomalia di docenti assunti nei ruoli dello Stato ma designati da un’altra autorità che mantiene il diritto di revocarli dal loro servizio imponendo allo Stato l’obbligo di individuare una nuova sede in cui essi possano esercitarlo. E’ sembrato ovvio, senza esserlo, al MIUR che tali insegnanti, equiparati agli altri in ruolo per altre materie, possano essere chiamati a far parte delle Commissioni d’esame per gli esami di licenza media.

Le sottoscritte associazioni che si battono da anni per il rispetto della laicità della Scuola e dello Stato, si oppongono con forza a tale stravolgimento della Legge 121/1985, attuativa del Nuovo Concordato. Rivolgono pertanto al MIUR la richiesta urgente di chiarimenti indispensabili per insegnanti e famiglie di alunni e alunne in procinto di affrontare la prova del citato Esame:

– l’IRC sarà materia d’esame? Se non lo sarà, a qual fine la presenza del docente? L’eventuale presenza di un docente di a. a. non si configura come discriminante nei confronti di coloro che hanno scelto attività di studio e ricerca individuali o la non presenza a scuola durante l’Irc?

– nella prova d’esame, a differenza di quanto avviene nelle operazioni di scrutinio, i voti sono soltanto numerici: è quindi prevedibile una valutazione numerica dell’IRC?

– il docente di R.C. nella votazione per promozione o bocciatura si comporta come previsto nel DPR 202/1990, ossia non vota se il suo voto fosse determinante?

Queste sono solo alcune delle ambiguità da chiarire. Il docente di R.C. non deve essere inserito nelle Commissioni d’Esame di III Media. Questa – lo ribadiamo – è la nostra posizione. Denunciare l’incongruenza di tale nuova norma diventa un’occasione per riproporre la necessità di rivedere l’intera normativa concernente l’Irc e di riproporne la collocazione fuori dell’orario ordinario delle lezioni.

Comitato Nazionale Scuola e Costituzione
Comitato bolognese Scuola e Costituzione

Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica

Manifesto dei 500

Ass.Naz. Sostegno Attivo

Cogedeliguria

Ass.Naz. del Libero Pensiero “Giordano Bruno”

Coordinamento Genitori Democratici (CGD)

Comitato Genovese Scuola e Costituzione

CRIDES (Centro di iniziativa per la difesa dei diritti nella scuola)

Movimento di Cooperazione Educativa (MCE)

U.A.A.R.

FNISM

CIDI

Convocazione Osservatorio nazionale valutazione DS – 8 maggio 2018

Convocazione dell’Osservatorio nazionale sulla valutazione della dirigenza scolastica, martedì 08 maggio 2018 alle ore 15.00

 

Si corrisponde alla convocazione in oggetto, ponendo la doverosa premessa che la riunione dell’Osservatorio è sì di natura tecnica, ma nel contempo non priva di riflessi politici, sia con riguardo alle libere scelte compiute dal Legislatore in ordine alla valutazione della dirigenza scolastica – vincolanti –, sia alle modalità con cui l’Amministrazione – pure tenuta a rispettarle – ha inteso, ed intende tuttora, attuarle: che invece non sono assolutamente condivisibili!

Com’è abbondantemente noto, DIRIGENTISCUOLA rigetta in radice la valutazione assurda di una dirigenza minorenne, fondata su un dispositivo inventato dalla Direttiva 36/16, emanata da una ministra di cui si è persa la memoria e replicante, con mutate denominazioni, iperconcettuose sperimentazioni confusamente accavallatesi negli ultimi quindici anni e tutte puntualmente naufragate.

Contesta, con non minor forza, gli aggiustamenti da ultimo concordati – e secretati – in separata stanza con CGIL, CISL, UIL e SNALS – oggi minoritarie – e i cui contenuti sarebbero stati trasfusi dall’Amministrazione nella Nota esplicativa n. 3 del 19 aprile 2018, non curandosi dell’opposizione delle due sigle sindacali d’area, nel loro insieme rappresentanti circa il 50% dei dirigenti scolastici, e soprattutto del rifiuto espresso l’anno scorso dal 33% della categoria, in disparte ogni indagine sul restante 67% che abbia onorato l’adempimento per convinzione oppure per timore di subire azioni ritorsive e pregiudizi nella carriera.

L’immutato marchingegno lo si vorrebbe adesso alleviato di qualche incombenza cartacea, ma di certo è appesantito dall’ancor più invasiva presenza tutoria di esperti – reali o presunti – a fungere da badanti di soggetti perennemente minorenni e, in definitiva, un po’ tonti: da assistere nell’infinito percorso di orientamento, riflessione e analisi della loro azione dirigenziale(?) e nel loro sviluppo professionale; con l’ulteriore supporto degli uffici scolastici regionali che già si sono peritati di organizzare azioni di informazione, formazione e accompagnamento dei dirigenti scolastici affinché possano conoscere, familiarizzare e sperimentare i nuovi(?) strumenti della valutazione, sempre con l’ausilio di esperti – reali o presunti – che, muniti di accattivanti slide, e con una tempistica ammirevole, stanno battendo lo Stivale, in lungo e in largo, per diffondere il Verbo.

Quel che prima facie viene in evidenza è l’insensato sganciamento della valutazione dalla essenziale retribuzione di risultato: già motivato l’anno prima come intervento di pronto soccorso sulle unanimemente convenute criticità del modello e riproposto in attesa che il nuovo contratto, allineandosi alle norme imperative del D. Lgs. 165/01, e nei limiti quivi statuiti, regoli le ricadute economiche.

Ma l’aspetto più grave è che una valutazione di tal fatta – priva di qualsivoglia conseguenza premiale o sanzionatoria – non ha alcuna fonte legittimante nelle norme di diritto positivo, pertanto, ancora una volta, traducendosi in una gratuita molestia burocratica.

Non esiste nell’ordinamento giuridico una valutazione dirigenziale la cui funzione sia di incessante affiancamento e supporto lungo l’intero percorso professionale, per il c.d. miglioramento continuo.

Non esiste, nell’ordinamento giuridico, una valutazione dirigenziale i cui destinatari ricevono visite di Nuclei, colloquiano ora in presenza e non più via skype, sono sottoposti a sostegni tutoriali, sono infastiditi da portfolii e consimili amenità a corredo: quantomeno non esiste per i dirigenti, amministrativi e tecnici, di pari grado e dipendenti dal medesimo datore di lavoro.

Esiste invece, nell’ordinamento giuridico, per tutti i dirigenti pubblici, una valutazione conforme a legge, vale a dire una valutazione seria per una dirigenza vera; idonea a rilevare sia i comportamenti organizzativo-gestionali che il grado di raggiungimento degli obiettivi formalizzati nel provvedimento d’incarico e nella diretta disponibilità del valutato (oltreché il rispetto delle direttive impartite), cui mettono capo effetti premiali, in termini di retribuzione di risultato significativamente differenziata, ovvero conseguenze sanzionatorie, variamente graduate ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs. 165/01, testualmente richiamato dal successivo articolo 25: sì, proprio quello della sublime specificità della dirigenza scolastica! Dunque, una valutazione strutturalmente dura, che impone punteggi e graduatorie, non già sorretta dall’amico critico e priva ex se d’incidenza sulla sfera giuridica del destinatario.

E’ certamente una valutazione conforme a legge quella che il MIUR ha messo a punto per i suoi normali dirigenti di analoga seconda fascia, secondo il modello figurante nel D.M. 971 del 23.11.2013, che riprende la Direttiva n. 4072 del 12.05.2005; compendiato in una scheda formato/A4 (Scheda SOR, degli elencati obiettivi, risultati e comportamenti organizzativi attesi), eventualmente integrabile da una seconda scheda EDE (compensativa degli elementi di difficoltà riscontrati nell’attività gestionale e indicati dal valutato), infine con la libertà lasciata al singolo di allegare l’essenziale documentazione ritenuta pertinente e significativa.

E’ una valutazione, conforme a legge, che va bene anche per gli ultraspecifici dirigenti tecnici, ma non ritenuta applicabile agli specifici dirigenti scolastici, perché possiede l’unico inemendabile difetto di aver dimostrato che funziona!, non essendosi mai posti problemi di una maggiore garanzia oggettiva per i valutati, né essendosi fin qui venuti a conoscenza di ricorsi seriali.

In attesa del nuovo ministro – che, prima o poi, dovrebbe pure insediarsi – determinato a rispettare la volontà del Parlamento della Repubblica, DIRIGENTISCUOLA ha deciso lo stato di agitazione di tutti i dirigenti scolastici, con la riproposizione della disubbidienza civile e del rifiuto a compilare il portfolio, assicurando la copertura sindacale a chi, legittimamente, non intende più far da cavia per giustificare ruoli e funzioni altrui.

Tanto premesso, va rimarcato che i contenuti del significato ordine del giorno riposano su cogenti previsioni di legge, pertanto costituenti limiti invalicabili nelle richieste proposte.

I nuclei di valutazione (nella loro composizione, nelle comprovate competenze da esigere e nell’adeguatezza della propria azione: art. 25 del D. Lgs. 165/01, integrato dal comma 94 della legge 107/15) dovranno formulare, attraverso un’articolata istruttoria, una valutazione di prima istanza, necessitata dalla consistenza numerica dei dirigenti scolastici, che sfuggono alla conoscenza diretta del direttore generale; sparsi sul territorio e, soprattutto, esercitanti la funzione non in un omogeneo ufficio amministrativo strutturato su livelli gerarchici e contrassegnato da procedure in larga prevalenza standardizzate e di agevole riscontro, bensì in più complesse strutture organizzative chiamate a progettare e realizzare un servizio tecnico, d’indole immateriale (istruire, educare, formare), mediato da organi collegiali con poteri deliberanti, e non meramente consultivi, ed erogato da soggetti professionali la cui azione, che il dirigente scolastico è parimenti chiamato a coordinare per condurla a sistema, è connotata da ampi margini di discrezionalità ed è addirittura garantita dalla Costituzione.

L’apprezzamento dell’operato del dirigente scolastico all’interno della comunità professionale e sociale è esplicitamente imposto dal comma 93, lettera c) della legge 107/15 e opera da equilibratore per le più accentuate prerogative conferite ai dirigenti scolastici dalla medesima legge e, per quanto concerne il potere disciplinare, dal D.Lgs. 75/17, non limitato all’indolore rimprovero verbale – la sola sanzione di diretta competenza di tutti gli altri dirigenti pubblici –, ma esteso alla ben più incisiva sospensione dal servizio e dallo stipendio sino a dieci giorni: per il personale ATA e per il personale docente. Occorrerà solo definire una maneggevole strumentazione per il riscontro di tale apprezzamento e di ponderarne l’incidenza in modo tale da contenerne i naturali effetti distorsivi sulla valutazione.

Contratto: in arrivo aumenti e arretrati

Contratto: in arrivo aumenti e arretrati
in busta paga per il personale di scuola e AFAM

Con la firma definitiva apposta da sindacati ed Aran lo scorso 19 aprile il nuovo CCNL “Istruzione e Ricerca” è entrato in vigore a tutti gli effetti. Di conseguenza tutti gli istituti contrattuali in esso presenti sono pienamente fruibili ed esigibili, dai nuovi permessi per il personale ATA, alle più forti potestà attribuite al collegio docenti delle scuole, al rinnovato sistema delle relazioni sindacali.
Tra gli effetti del nuovo contratto vi sono anche gli incrementi retributivi mensili da attribuire al personale scolastico che variano, a seconda del profilo professionale e dell’anzianità di servizio, da un minimo di 80,40 euro ad un massimo di 106,70 euro. In aggiunta dovranno essere riconosciuti anche gli arretrati relativi agli anni 2016-2017.
Gli aumenti e gli arretrati, secondo fonti ufficiose MEF, dovrebbero essere erogati a partire dal mese di maggio 2018 e riguarderanno tutti i lavoratori retribuiti con il sistema NoiPA e pertanto oltre al personale della scuola anche il personale delle istituzioni AFAM.
Faremo un’azione di pressing anche attraverso il MIUR affinché venga rispettata la scadenza del mese di maggio.

Abilitazione Scientifica Nazionale 2018-2020

Università, al via selezione commissari per le nuove tornate dell’Abilitazione Scientifica Nazionale

(Mercoledì, 02 maggio 2018) È disponibile da oggi, sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il bando per la selezione dei commissari delle nuove tornate dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) per il biennio 2018-2020. Gli aspiranti commissari (che devono essere professori ordinari in servizio nelle università italiane) avranno, a decorrere dalla data di emanazione del nuovo decreto di aggiornamento dei valori-soglia degli indicatori utilizzati per l’ASN, 60 giorni di tempo per presentare domanda.

Nel frattempo, infatti, il Ministero ha chiesto all’ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) di procedere con la verifica dei valori-soglia degli indicatori utilizzati nel biennio 2016-2018 al fine di apportare, laddove necessario, eventuali correttivi. Questo lavoro sarà quindi sottoposto anche al parere del CUN (il Consiglio Universitario Nazionale) e, indicativamente tra la metà e la fine del mese di giugno, porterà all’adozione degli eventuali nuovi valori-soglia con decreto ministeriale validi per il prossimo biennio. A quel punto gli aspiranti commissari avranno, appunto, 60 giorni di tempo per fare domanda.

Al Ministero si sta lavorando anche sul nuovo bando per i candidati (che si prevede di pubblicare entro la metà del mese di luglio). A conferma della continuità della nuova tornata dell’ASN che, salvo correttivi sui valori-soglia, sarà organizzata nelle stesse modalità di quella che si concluderà ad agosto 2018 e che è stata avviata nel 2016. In particolare, per l’ASN 2016–2018, sono arrivate circa 65.000 domande, valutate e in corso di valutazione da parte dei 190 commissioni nazionali. In attesa della conclusione, entro il prossimo agosto, dell’ultima fase dell’ASN 2016–2018, ad oggi i candidati abilitati sono stati circa 21.000.

Contratto. Codice disciplinare, pubblicazione sul sito della Scuola entro il 4 maggio

da Orizzontescuola

Contratto. Codice disciplinare, pubblicazione sul sito della Scuola entro il 4 maggio

di Nino Sabella

Il CCNL 2016/18, com’è noto, dedica il Titolo III alla responsabilità disciplinare.

Come leggiamo nell’articolo 10, con cui inizia il predetto Titolo, le disposizioni  in materia di responsabilità disciplinare di cui al presente Titolo si applicano al personale ausiliario tecnico e amministrativo delle istituzioni scolastiche ed educative…

Personale docente

Per quanto riguarda il personale docente, l’articolo 29, rinvia ad un’apposita sequenza contrattuale da concludersi entro il mese di luglio 2018, come già riferito.

Codice disciplinare

Il codice disciplinare, come leggiamo nell’articolo 13 comma 12 del CCNL,  deve essere obbligatoriamente reso pubblico nelle forme di cui al comma 11, entro 15 giorni dalla data di stipulazione del CCNL e si applica dal quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

Il succitato comma 11 (del medesimo articolo 13) così recita:

Al codice disciplinare, di cui al presente articolo, deve essere data la massima pubblicità mediante pubblicazione sul sito istituzionale dell’amministrazione secondo le previsioni dell’art. 55, comma 2, ultimo periodo, del d.lgs. n. 165/2001.

Alla luce di quanto suddetto:

  • le scuole devono pubblicare il codice disciplinare, di cui all’articolo 13, sul sito delle medesime (il codice va estrapolato dal Contratto e pubblicato);
  • la pubblicazione deve avvenire entro 15 giorni dalla stipula del contratto, per cui, considerato che il CCNL è stato sottoscritto il 19 aprile u.s., va effettuata entro il 4 maggio;
  • Il codice entrerà in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione sul sito della Scuola.

Ribadiamo, come detto all’inizio, che il codice disciplinare riguarda esclusivamente il personale ATA.

Scarica il testo del Contratto

Docenti chiedono telecamere in classe per difendersi da atti di bullismo nei loro confronti

da Orizzontescuola

Docenti chiedono telecamere in classe per difendersi da atti di bullismo nei loro confronti

di redazione

Secondo quanto pubblica l’ANSA in un lancio, sarebbero 82mila le firme per inasprimento delle pene per atti di bullismo contro i docenti.

A lanciare la petizione l’associazione professione insegnante che ha anche lanciato un sondaggio sull’utilizzo delle telecamere nelle scuole che ha visto rispondere un migliaio di docenti, 82% dei quali favorevole all’introduzione di telecamere.

Perché le telecamere? Secondo quanto riporta l’ANSA, il coordinatore dell’associazione, Salvo Amato, spiega che la necessità nasce dal fornire uno “strumento probatorio” nei casi gravi.

Ovviamente la telecamera servirebbe sia per gli atti di violenza nei confronti degli studenti che nei confronti dei docenti stessi.

Ad 82mila firme, intanto, è giunta la petizione che vuole che si rafforzi il ruolo dei docenti, con inasprimento delle pene nei confronti di chi è attore di episodi di violenza.

Organici, come si determinano le cattedre/posti per l’insegnamento della religione cattolica

da Orizzontescuola

Organici, come si determinano le cattedre/posti per l’insegnamento della religione cattolica

di redazione

Nella giornata di ieri, abbiamo riferito sull’apertura delle funzioni SIDI per l’acquisizione dei dati relativi all’organico di diritto del personale docente di religione cattolica, funzioni che saranno disponibili sino all’11 maggio p.v.

Organico docenti religione cattolica 2018/19, inserimento dati sino all’11 maggio

Lo Snadir, comunicando la succitata scadenza, ricorda come è determinato l’organico degli IRC, in base  all’orario di insegnamento per ogni classe o sezione: 

  • scuola dell’infanzia: 1 ora e 30 minuti x ogni sezione;
  • scuola primaria: 2 ore x  ogni classe;
  • scuola secondaria di 1° e 2° grado: 1 ora x ogni classe.
 Ogni istituzione scolastica avrà, quindi:
  • per la scuola dell’infanzia ogni 24 ore (per gli IdR di ruolo + 1 ora a disposizione) n.1 posto orario cattedra;
  • per la scuola primaria ogni 22 ore n.1 posto orario cattedra (le ore di programmazione non vanno conteggiate);
  • per la scuola secondaria di 1° e 2° grado ogni 18 ore n.1 cattedra.

Pensioni da poveri per chi non ha 35-40 anni di contributi, donne più danneggiate: per l’UE servono modifiche

da La Tecnica della Scuola

Pensioni da poveri per chi non ha 35-40 anni di contributi, donne più danneggiate: per l’UE servono modifiche

Formazione docenti neo-assunti in congedo di maternità

da La Tecnica della Scuola

Formazione docenti neo-assunti in congedo di maternità

Cinema per la scuola: tre bandi in scadenza a maggio

da La Tecnica della Scuola

Cinema per la scuola: tre bandi in scadenza a maggio

Alternanza scuola-lavoro, si sta esagerando: il 1° maggio studenti costretti a lavorare dalle 9 alle 17. Aperto sportello S.O.S.

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola-lavoro, si sta esagerando: il 1° maggio studenti costretti a lavorare dalle 9 alle 17. Aperto sportello S.O.S.

Elezioni RSU: pesante flessione della Cgil Scuola. Cisl Scuola 1° sindacato rappresentativo

da Tuttoscuola

Elezioni RSU: pesante flessione della Cgil Scuola. Cisl Scuola 1° sindacato rappresentativo

Si sta profilando un esito quasi clamoroso nelle elezioni per il rinnovo delle RSU.

Dai dati pressoché conclusivi raccolti dalla Cisl-scuola, risulta una flessione di circa 4 punti percentuali della Flc-cgil che perde migliaia di voti (quasi 43 mila), rispetto alle elezioni del 2015, mentre la Cisl-scuola aumenta in voti (oltre 12 mila) e in percentuale (2 punti in più), raggiungendo una media di rappresentatività che potrebbe collocarla al 1° posto del comparto scuola.

Di quasi due punti in percentuale sarebbe anche l’aumento della Uil-scuola che incrementa di oltre 11 mila voti il consenso degli elettori e che nella media di rappresentatività potrebbe scavalcare lo Snals, il quale conferma sostanzialmente in voti e in percentuale i consensi ottenuti nelle elezioni del 2015, mentre Gilda incrementa di circa 8 mila voti il consenso dell’elettorato scolastico, con un incremento di oltre un punto percentuale.

Balzo in avanti, come previsto, dell’Anief che, rispetto alle elezioni di tre anni fa raddoppia il numero dei voti (26 mila in più) e raggiunge una percentuale di consensi del 6,44% che potrebbe proiettarla (con la percentuale degli iscritti) verso la fatidica media del 5% che rappresenta la soglia minima richiesta per far parte dei sindacati rappresentativi.

Anche i Cobas registrano un certo incremento: circa 3 mila voti in più con quasi mezzo punto di incremento percentuale.

Alle altre sigle sindacali sono andate le briciole: 21 mila voti, pari al 2,5% complessivo contro i 62 mila cumulati tre anni fa per una percentuale del 7,3%.

Elezioni RSU 2018

(dati ufficiosi)

Sindacati Voti 2015 * Voti 2018 ** Differenza
FLC CGIL 259.858 30,3% 216.927 26,1% – 42.921 – 4,2%
CISL SCUOLA 193.926 22,6% 205.604 24,7% + 11.678 + 2,1%
UIL SCUOLA 128.002 14,9% 139.070 16,7% + 11.068 + 1,8%
CONFSAL SNALS 106.820 12,5% 106.635 12,8% –                                165 + 0,3%
GILDA UNAM   61.185   7,1%   69.092   8,3% + 7.907 + 1,2%
ANIEF  27.346  3,2%  53.626  6,4% + 26.280 + 3,2%
COBAS SCUOLA   17.301  2,0%   20.308  2,4% + 3.007 + 0,4%
Altri….   62.120 7,3%   21.055 2,5% –               41.065 –   4,8%

*   voti ufficiali di fonte Aran
** voti ufficiosi di fonte Cisl-scuola

Sindacati Deleghe * Voti 2018 ** Media ufficiosa rappresentatività
CISL SCUOLA 153.505 25,4% 205.604 24,7% 25,1%
FLC CGIL 140.694 23,3% 216.927 26,1% 24,7%
UIL SCUOLA 79.320 13,1% 139.070 16,7% 14,9%
CONFSAL SNALS 96.771 16,0% 106.635 12,8% 14,4%
GILDA UNAM 54.300 9,0%   69.092   8,3% 8,7%
ANIEF 16.791 2,8%  53.626  6,4% 4,6%
COBAS SCUOLA   6.725 1,1%   20.308  2,4% 1,8%
Altri…. 56.034 9,3%   21.055 2,5%
TOTALE 604.140 100%  856.558 100% 100%

* dati provvisori da fonte Aran
** dati ufficiosi da fonte Cisl-scuola

L’eredità della Fedeli contro i furbetti della 104

da Tuttoscuola

L’eredità della Fedeli contro i furbetti della 104

A settembre scorso la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha lanciato un’iniziativa per stanare i furbetti della 104, quando, a fronte di denunce e segnalazioni (tra cui un dettagliato servizio di Tuttoscuola), la stessa aveva comunicato di aver proceduto alla convocazione per i primi giorni di ottobre di un tavolo con le Regioni, il ministero della Salute e l’Inps per mettere a punto strategie efficaci per contrastare il fenomeno dell’abuso dei permessi e delle assenze nella scuola.

Nel dettaglio, secondo quanto annunciato da Fedeli, si sarebbe provveduto a monitorare le assenze dei beneficiari della legge 104,sia da parte dei docenti che del personale Ata (come aveva già fatto l’ex-sottosegretario Faraone) per poi indagare sulla validità di utilizzo delle norme.

In attesa di disporre di strumenti efficaci di controllo e di contrasto agli abusi, la ministra a febbraio aveva ottenuto, comunque, l’approvazione di una norma contrattuale di massima severità che si accompagnava a quella del licenziamento per le molestie sessuali del personale scolastico verso i propri studenti.

Infatti, ricalcando una sentenza della Corte di Cassazione secondo cui “costituisce giusta causa di licenziamento l’utilizzo da parte del lavoratore che fruisce di permessi ex lege n. 104 del 1992 per attività diverse dall’assistenza al familiare disabile, violando la finalità per la quale il beneficio è concesso”, nel nuovo contratto della scuola, firmato nei giorni scorsi, la Fedeli era riuscita a fare inserire questa disposizione: Deve essere prevista la sanzione del licenziamento nell’ipotesi di: “dichiarazionifalseemendaci,cheabbianol’effettodifarconseguireun vantaggio nelle procedure di mobilità territoriale o professionale”.

 

Esami di Stato 2018


#Maturità2018, Fedeli firma l’annuale Ordinanza

Il 18 giugno la prima riunione plenaria delle commissioni

Oltre 25mila le classi coinvolte, più di 12mila le commissioni

L’organizzazione della Maturità 2018 entra nel vivo. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha infatti firmato oggi l’annuale Ordinanza che contiene tutte le indicazioni operative per i consigli di classe, le commissioni, le candidate e i candidati e la sintesi del calendario degli Esami. Oggi la Ministra Fedeli, insieme al responsabile della struttura tecnica degli Esami di Stato, Ettore Acerra, ha anche scelto le tracce per la prima e le seconde prove che saranno rivelate il giorno degli scritti.

Ad oggi sono 509.307 le studentesse e gli studenti iscritti all’Esame, fatti salvi gli esiti degli scrutini finali. Di questi, 492.698 sono candidati interni. 25.606 sono le classi coinvolte nell’Esame, 12.865 sono le commissioni.

“Mancano ormai poche settimane alla Maturità – dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – e so che le nostre ragazze e i nostri ragazzi in queste ore sono impegnati con lo studio e le simulazioni. Come ogni anno al MIUR abbiamo lavorato per garantire uno svolgimento ordinato dell’Esame di Stato e per predisporre delle prove in linea con il percorso formativo delle nostre studentesse e dei nostri studenti, facendo tesoro dell’esperienza degli anni scorsi, delle osservazioni di studenti e docenti, del collegamento con le attività didattiche che si svolgono ogni giorno. Le prove, quindi, sono state elaborate tenendo conto dei nuclei tematici fondamentali delle diverse discipline, ma sono anche in correlazione con tematiche fondamentali per la crescita educativa e civile dei giovani. La Maturità è un traguardo importante, ed è anche un momento di passaggio tra fasi differenti della vita. Vogliamo accompagnare le studentesse e gli studenti in questo percorso. L’Ordinanza contiene importanti indicazioni sulle modalità di svolgimento dell’Esame, rivolte sia alle scuole che alle candidate e ai candidati. Nelle prossime settimane porteremo avanti anche la campagna di comunicazione dedicata agli Esami che accompagnerà maturande e maturandi fino alla fine delle prove. L’abbiamo voluta, in continuità con lo scorso anno, perché crediamo che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca debba parlare sempre di più e sempre più in modo diretto con studentesse e studenti. E che debba essere al fianco delle nuove generazioni nei momenti più importanti del loro percorso formativo, sostenendole e incoraggiandole. Auguro buon lavoro alle ragazze e ai ragazzi che affronteranno la Maturità quest’anno: siamo certi farete del vostro meglio. E ringrazio le docenti e i docenti per il lavoro che stanno facendo per prepararli agli Esami”.

L’ordinanza

È il ‘manuale’ d’uso degli Esami e anche quest’anno fornisce tutte le indicazioni necessarie, dalle modalità di ammissione dei candidati interni ed esterni, alla prima riunione delle commissioni, allo svolgimento delle prove. In particolare l’ordinanza prevede che, entro il prossimo 15 maggio, i consigli di classe dovranno predisporre il documento da consegnare alle commissioni con tutte le indicazioni relative al percorso formativo seguito dalle studentesse e dagli studenti, con gli elementi che potranno essere valorizzati, in particolare, nella terza prova o in sede di colloquio.

La prima riunione plenaria delle commissioni è fissata per lunedì 18 giugno, alle ore 8.30. La prima prova scritta, italiano, avrà luogo mercoledì 20 giugno 2018 alle ore 8.30, per una durata massima di 6 ore. La seconda prova è in calendario giovedì 21 giugno alle ore 8.30. La durata dipende dalle discipline che caratterizzano gli indirizzi ed è variabile dalle 4 alle 8 ore, tranne che per alcuni indirizzi, come i Licei musicali, coreutici e artistici, dove la prova può svolgersi in due o più giorni. La terza prova, assegnata da ciascuna commissione d’esame, è in calendario lunedì 25 giugno, a partire dalle ore 8.30. La quarta prova, che si effettua nei licei e negli istituti tecnici presso i quali sono presenti i progetti sperimentali di doppio diploma italo-francese Esabac ed Esabac Techno e nei licei con sezioni ad opzione internazionale spagnola, tedesca e cinese, è programmata per giovedì 28 giugno alle 8.30. Le studentesse e gli studenti candidati per gli indirizzi di studio Esabac sono 7.688, tutti interni, seguiti da 283 commissioni. Per gli indirizzi di studio Esabac Techno le candidate e i candidati sono 327, tutti interni, seguiti da 20 commissioni.

Dallo scorso anno vengono fornite indicazioni sull’uso delle calcolatrici scientifiche e/o grafiche nella seconda prova. Quelle ammissibili sono state rese note con una circolare di marzo, ricorda l’Ordinanza, e chi vorrà usarle dovrà consegnarle il giorno della prima prova scritta per consentire alla commissione d’esame i necessari controlli.

Esattamente come lo scorso anno, la commissione, nella predisposizione della terza prova, potrà tenere conto, ai fini dell’accertamento delle competenze, delle abilità e delle conoscenze, anche delle esperienze condotte in Alternanza Scuola-Lavoro, stage e tirocinio, e della disciplina non linguistica insegnata tramite la metodologia CLIL.Il colloquio orale potrà partire da eventuali esperienze condotte in Alternanza o in tirocinio. L’Alternanza non sarà invece requisito di ammissione all’Esame, novità che scatterà solo dal prossimo anno come previsto dal decreto legislativo 62 del 2017 e come ribadito di recente alle scuole con una circolare di sintesi sull’argomento.