Una società morbida?

Una società morbida?

di Maurizio Tiriticco

Zygmunt Bauman, com’è noto, ci ha lasciati lo scorso anno, ma il suo pensiero è sempre valido. L’analisi da lui compiuta in tanti anni di studio e di pubblicazioni sulla società contemporanea e le sue mille difficoltà è più che interessante ed estremamente pungente. E può riassumersi in questa sua espressione: “il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza”. E’una riflessione, almeno a mio vedere, abbastanza amara! Ed è l’incertezza che anima e governa questa società che Bauman definisce “liquida”.

In un simile scenario “liquido” – sempre che l’analisi baumiana sia corretta e condivisa – sembra che l’educazione e la scuola – almeno nel nostro Paese – stiano smarrendo il ruolo che da sempre la società ha loro conferito. In effetti, quando ci troviamo di fronte a certi spiacevoli avvenimenti – alunni che sbeffeggiano ed insultano i loro insegnanti, i quali peraltro sembrano incapaci di formulare qualche risposta – ci viene da pensare che forse l’autorevolezza e l’autorità stessa della cultura, dell’educazione e dell’istruzione siano in profonda crisi. E allora – per dirla con Bauman – sono forse istituzioni che si stanno “liquefacendo”? L’interrogativo può provocare mille risposte! Resta, comunque un dato: il fatto che, a fronte dei mille cambiamenti che nel corso degli ultimi anni hanno interessato il sociale, la cultura e la ricerca, la scuola è rimasta sempre la stessa. E ciò, anche nonostante una 107, la legge che dal 2015 con i suoi 212 commi ha apportato una serie di modifiche nell’assetto del nostro sistema di istruzione, ma… Appunto, ma! Perché in effetti, la struttura organizzativa della nostra scuola – e penso soprattutto al secondo ciclo di istruzione – è quella di sempre: Cattedre, Classi e Campanelle, le tre C che dalla legge Casati in poi – mi si perdoni l’iperbole – sono rimaste sempre le stesse! Per non dire poi della lettera B, banchi o tavolini duri e scomodi su cui sostare per ore e ore! Fatta eccezione di qualche istituzione scolastica diretta da presidi “coraggiosi”, che hanno avviato innovazioni che potremmo definire “ardite”, ma che, invece, sono “norma” in altri Paesi.

Al proposito è opportuno ricordare che anni fa, con il governo di centro-sinistra e con il ministro Berlinguer, venne varato un Regolamento – con il dpr 275/99 – “recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche”. E ciò “ai sensi dell’art. 21 della legge 59/97”! E non erano “cose” di poco conto! La legge 59 aveva come oggetto la “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti Locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa”. In effetti, si trattava di una legge che prevedeva un largo decentramento di funzioni dal “centro” alla “periferia” per l’attuazione di un processo che potremmo definire di maggiore democratizzazione del governo del Paese. Ma è una sfida che abbiamo accettato e abbiamo vinta?

Se andiamo a rileggere quanto sancito da alcuni articoli chiave del dpr 275/99 – il 4 il 5 e il 6, concernenti l’autonomia didattica, l’autonomia organizzativa e l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo – e ci chiedessimo quante istituzioni scolastiche ne hanno fatto tesoro e li abbiano realizzati, la risposta è una: solo pochissime! In altri termini: lo Stato conferisce più poteri e più responsabilità a determinate istituzioni e ai loro dirigenti, ma sembra che queste e questi optino per lo status quo! Il fatto è che innovare richiede inventiva, responsabilità, fatica! Ma anche qualche rischio! Ma “chi ce lo sa fare”? Quindi, la scommessa dell’autonomia sembra che sia stata una partita addirittura non giocata! Tranne, lo ripeto, poche eccezioni.

Di fronte a tale rigidità, è allora vero che “il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza”? O è forse vero che gattopardescamente, si finge di cambiare tutto per non cambiare niente? In tale situazione, l’istituzione scuola – almeno qui nel nostro Paese – si trova in grande difficoltà. Ne sono un segno il fatto che gli insegnanti sono mal pagati e che il loro ruolo sociale non è percepito ed è scarsamente riconosciuto, dalle famiglie e dagli alunni, un ruolo che le istituzioni, invece, dovrebbe sostenere e incoraggiare!

Pertanto, in un contesto/scenario apparentemente in grande mobilità – una normativa scolastica sempre formalmente innovativa, un’Invalsi sempre attenta a misurare e valutare i cambiamenti in materia di apprendimento, ecc. – sembra che le “cose” siano sempre al palo di partenza. Allora viene da pensare che la scuola e la società nel loro insieme sono “liquide” solo in superficie, in apparenza. Basti pensare al succedersi di ministri sempre nuovi, che purtroppo devono sempre imparare per primi loro l’abbicì dell’insegnare/apprendere! Ma nel profondo e nella sostanza sono rigide! Potrei anche sbagliarmi! E vorrei essere smentito! Comunque, mi sembra che oggi, maggio 2018, sono giornate liquide anche per il governo del Paese! Porse perché il popolo ha espresso un voto ondivago, “liquido”, appunto! Un governo che non si riesce a fare! E il grande tessitore, il nostro Augusto Presidente, novella Penelope, che tesse tele ogni giorno, che la mattina successiva deve disfare!

Insomma, a mio parere, ci troviamo di fronte a una liquidità che non va da nessuna parte e che non incrina affatto la rigidezza del tutto. E allora viviamo forse in una società morbida?

Dal credito scolastico alle verifiche per i candidati esterni: si mette in moto la macchina per la maturità 2018

da Il Sole 24 Ore

Dal credito scolastico alle verifiche per i candidati esterni: si mette in moto la macchina per la maturità 2018

di Claudio Tucci

Si mette in moto la macchina per la maturità 2018: il primo step è la predisposizione, entro il 15 maggio, da parte dei consigli di classe del documento da consegnare alle commissioni con tutte le indicazioni relative al percorso formativo seguito dagli studenti, con gli elementi che potranno essere valorizzati, in particolare, nella terza prova o in sede di colloquio.

L’ordinanza del Miur
A prevederlo è la consueta ordinanza ministeriale che fissa tutte le tappe fino alle prove vere e proprie dell’Esame di Stato 2018: il primo scritto, italiano, scatterà il 20 giugno. Due giorni prima, il 18, avverrà la prima riunione plenaria delle commissioni.

Il documento del consiglio di classe, spiega la nota, dovrà tener conto, anche, delle modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (Dnl) in lingua straniera è stato attivato con metodologia Clil.

Candidati esterni
L’ammissione dei candidati esterni è sempre subordinata al superamento di un esame preliminare inteso ad accertare, attraverso prove scritte, grafiche, scrittografiche, compositivo/esecutiva musicale e coreutica, pratiche e orali, secondo quanto previsto dal piano di studi, la loro preparazione sulle materie degli anni per i quali non siano in possesso della promozione o dell’idoneità alla classe successiva, e su quelle previste dal piano di studi dell’ultimo anno.

Credito scolastico
Altro step della scuola: la ripartizione del punteggio del credito scolastico, di cui al decreto ministeriale n. 99 del 16 dicembre 2009. Premesso che la valutazione sul comportamento concorre alla determinazione dei crediti scolastici, ricorda il ministero, il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, procede all’attribuzione del credito scolastico ad ogni candidato interno. In considerazione dell’incidenza che hanno le votazioni assegnate per le singole
discipline sul punteggio da attribuire quale credito scolastico e, di conseguenza,
sul voto finale, i docenti, ai fini dell’attribuzione dei voti, sia in corso d’anno sia nello
scrutinio finale, utilizzano l’intera scala decimale di valutazione. Nei corsi sperimentali
quadriennali, il credito scolastico viene attribuito al termine del secondo, terzo e
quarto anno.

Sostituzione componenti commissioni
L’ordinanza precisa poi che la partecipazione ai lavori delle commissioni d’esame di Stato del presidente e dei commissari rientra tra gli obblighi inerenti lo svolgimento delle funzioni proprie dei dirigenti scolastici e del personale docente della scuola. Non è consentito ai componenti le commissioni di rifiutare l’incarico o di lasciarlo, salvo nei casi di legittimo impedimento per motivi che devono essere documentati e accertati. Le sostituzioni sono disposte dal dg o dal dirigente preposto all’Usr. Il personale utilizzabile per le sostituzioni, con esclusione del personale con rapporto di lavoro di supplenza breve e saltuaria, deve rimanere a disposizione della scuola di servizio fino al 30 giugno 2018, assicurando, comunque, la presenza in servizio nei giorni delle prove scritte.

Si parte il 20 giugno con italiano: alla prova oltre 500mila studenti

da Il Sole 24 Ore

Si parte il 20 giugno con italiano: alla prova oltre 500mila studenti

di Alessia Tripodi

Da ieri per oltre 500mila studenti l’esame di maturità è ancora più vicino. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha infatti firmato l’annuale ordinanza che fa partire ufficialmente la “macchina” degli esami di Stato. Il documento contiene tutte le indicazioni operative per i consigli di classe, le commissioni, l’ammissione dei candidati interni ed esterni e la sintesi del calendario degli esami. Le classi coinvolte sono 25mila le classi, più di 12mila le commissioni. Si parte il 20 giugno alle 8.30 con la prima prova, il tema di italiano.

La ministra, insieme al responsabile della struttura tecnica degli Esami di Stato, Ettore Acerra, ha anche scelto le tracce per la prima e le seconde prove che saranno rivelate il giorno degli scritti.

#Nopanic, Fedeli: campagna sui social per accompagnare i ragazzi
«La maturità è un traguardo importante, ed è anche un momento di passaggio tra fasi differenti della vita, per questo vogliamo accompagnare le studentesse e gli studenti in questo percorso» ha detto Fedeli, ricordando che nelle prossime settimane partirà «anche la campagna di comunicazione dedicata agli esami che accompagnerà i maturandi fino alla fine delle prove». Come lo scorso anno, i consigli per i ragazzi viaggeranno sui canali social del ministero con l’hashtag #nopanic.

I numeri
Ad oggi, fa sapere il Miur, sono 509.307 le studentesse e gli studenti iscritti all’esame, fatti salvi gli esiti degli scrutini finali. Di questi, 492.698 sono candidati interni. 25.606 sono le classi coinvolte, 12.865 sono le commissioni.

Le scadenze
Secondo quanto previsto dall’ordinanza, entro il prossimo 15 maggio i consigli di classe dovranno predisporre il documento da consegnare alle commissioni con tutte le indicazioni relative al percorso formativo seguito dagli studenti. La prima riunione delle commissioni è fissata per lunedì 18 giugno, alle ore 8.30. La prima prova scritta, italiano, si svolgerà mercoledì 20 giugno 2018 alle ore 8.30, per una durata massima di 6 ore. La seconda prova è in calendario giovedì 21 giugno alle ore 8.30. La durata dipende dalle discipline che caratterizzano gli indirizzi ed è variabile dalle 4 alle 8 ore, tranne che per alcuni indirizzi, come i licei musicali, coreutici e artistici, dove la prova può svolgersi in due o più giorni. La terza prova, assegnata da ciascuna commissione d’esame, è in calendario lunedì 25 giugno, a partire dalle ore 8.30.

La quarta prova per i corsi Esabac
La quarta prova – che si svolge nei licei e negli istituti tecnici dove sono attivi i corsi sperimentali di doppio diploma italo-francese Esabac ed Esabac Techno e nei licei con sezioni ad opzione internazionale spagnola, tedesca e cinese – è programmata per giovedì 28 giugno alle 8.30. I candidati Esabac sono sono 7.688, tutti interni, seguiti da 283 commissioni. Per gli indirizzi di studio Esabac Techno le candidate e i candidati sono 327, tutti interni, seguiti da 20 commissioni.

Uso delle calcolatrici
Dallo scorso anno vengono fornite indicazioni sull’uso delle calcolatrici scientifiche o grafiche nella seconda prova. L’elenco di quelle ammissibili, ricorda il ministero, è contenuto in una circolare di marzo, e chi vorrà usarle dovrà consegnarle il giorno della prima prova scritta per consentire alla commissione d’esame i necessari controlli.

L’alternanza non sarà requisito di ammissione
Come lo scorso anno, nel predisporre la terza prova la commissione potrà tenere conto anche delle esperienze di alternanza scuola lavoro, stage e tirocinio, e della disciplina non linguistica insegnata tramite la metodologia Clil. Il colloquio orale, sottolinea l’ordinanza, potrà partire da eventuali esperienze condotte in alternanza o in tirocinio, ma la formazione “on the job” non sarà invece requisito di ammissione all’esame , novità che scatterà solo dal prossimo anno come previsto dal decreto legislativo 62 del 2017 e come ribadito di recente alle scuole con una circolare.

Educazione stradale, con “Edustrada” progetti in 800 scuole

da Il Sole 24 Ore

Educazione stradale, con “Edustrada” progetti in 800 scuole

di Al. Tr.

Sono 800 le scuole italiane che nell’anno scolastico 2017/2018 hanno partecipato ai 22 progetti di educazione stradale messi a disposizione dal Miur su Edustrada , la prima piattaforma nazionale per formare i giovani alla prevenzione dei rischi sulle strade. E ieri il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi – insieme con il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, e i rappresentanti di Polizia stradale, Aci e Ania – ha illustrato a Viale Trastevere l’andamento delle iniziative avviate negli istituti dall’inizio dell’anno scolastico.

Meno incidenti, ma più vittime
Secondo i dati riferiti dal Miur, nel primo semestre 2017 le stime preliminari confermano una riduzione sia del numero di incidenti stradali sia di quello dei feriti, con flessioni del 4 e 5% in media rispetto ai dati consolidati dello stesso periodo del 2016. Ma si registra un’inversione di tendenza per le vittime, che tornano a crescere, con incrementi compresi tra il 6,7 e l’8,2%. E in questo scenario appare «sempre più fondamentale lavoro preventivo ed educativo da fare nelle scuole», sottolinea il Miur.

Educazione stradale con un clic
Il portale Edustrada è un progetto realizzato dal Miur in collaborazione con il Mit, la Polizia Stradale, Aci, Fondazione Ania, Federazione Italiana Motociclisti, Federazione Ciclistica Italiana e l’Associazione Guarnieri. A partire dal 2016, spiega Viale Trastevere, le scuole hanno a disposizione un contenitore tematico su materiali, concorsi, iniziative e progetti didattici. L’offerta formativa è programmata in collaborazione con i partner ed è disponibile dai primi mesi dall’avvio dell’anno scolastico. Le scuole esprimono preferenze sui progetti direttamente online. Con queste nuove metodologie, il Miur ha effettuato monitoraggi sempre più dettagliati su progetti territoriali e nazionali per programmare in maniera mirata iniziative e progetti di prevenzione ed educazione stradale.

Quasi 1.500 adesioni
Il ministero e i partner dell’iniziativa hanno offerto per quest’anno scolastico 22 progetti, registrando 1.443 adesioni per circa 800 scuole su tutto il territorio nazionale. Il numero maggiore di adesioni su Edustrada arriva dal Sud (50%), seguito dal Nord (30%) e dal Centro (20%). L’analisi dei progetti svolti in questi anni, fa sapere il ministero, ha registrato «un costante incremento del numero delle scuole impegnate in attività di educazione stradale», aumentate del 68%, e degli studenti (+ 57%).

Formazione per 400 insegnanti
«Comunicare efficacemente l’educazione stradale nelle scuole è il nostro obiettivo», ha detto il sottosegretario Toccafondi – e consentire ai nostri ragazzi di muoversi in sicurezza nelle città va ben oltre l’obiettivo politico, esprime la nostra volontà di renderli cittadini attivi e consapevoli per una convivenza civile». «il progetto Edustrada è stato un grande successo» gli ha fatto eco il viceministro Nencini, spiegando che «ad un anno dall’avvio dell’iniziativa, la formazione ha coinvolto circa 400 insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Veneto e Puglia».

Nessun ragazzo è un bullo per sempre

da Corriere della sera

Nessun ragazzo è un bullo per sempre

don Antonio Mazzi

Cara Scuola,

mi domando se conosci gli adolescenti e, se li conosci, perché con inspiegabile facilità sei portata a definirli bulli appena manifestano gesti, stravaccamenti, irrequietezze caratteristiche della loro stagione.

Mi guardo bene dal giustificare e dall’accusare. Vorrei solo capire, insieme a te, quale interesse abbiamo nel confondere (con il generoso aiuto dei mass-media) il bullismo con il terrorismo e con la violenza criminale.Tra il banalizzare e il criminalizzare questi fatti è possibile trovare uno spazio per interpretazioni meno inquietanti? Hanno significati lungimiranti le bocciature, le espulsioni prolungate, le punizioni esemplari, i docenti demotivati e i genitori in polemica continua? (…)

Tu Scuola dirai: «Cosa c’entro io, in questo casino?». C’entri tanto! Se tu, Scuola, diventassi un ambiente a rischio, sarebbe il peggiore dei terremoti. Sei rimasta l’unica istituzione che raccoglie tutti i nostri figli negli anni fondamentali della loro vita. Sei l’unico baluardo cui aggrapparsi per costruire percorsi, mete, speranze, senza le quali le nostre città si ridurrebbero a convivenze disordinate, a grattacieli verdi ma senz’anima, a case orfane di famiglie, a quartieri anonimi per un verso, negativamente etichettati per un altro.

Mi vuoi spiegare perché l’adolescenza dei nostri ragazzi, periodo tra i più straordinari, non viene accolta, tradotta, declinata nei termini giusti? Per capire l’adolescenza dobbiamo, insieme, fare uno sforzo e uscire «dal seminato». È bello sentir dire da tutti che l’adolescenza va paragonata alla primavera. Esplode fuori dalle nostre finestre, la annusiamo correndo nei parchi, ci assorda con i tuoni e i temporali, imbianca di tempesta i marciapiedi dei nostri paesi, in pochi attimi fa del cielo uno scarabocchio e del mare una montagna di onde. Perché tutto ciò non riusciamo a trapiantarlo dentro i «muscoli» e le gambe delle «primavere sedicenni»? Perché quello che ci inebria ecologicamente, ci irrita educativamente? Possibile? Se il sedicenne canta, strilla, esce dal banco, allunga le gambe sul tavolo, se cambia di umore quattro volte all’ora o durante l’interrogazione, se spara qualche «insulto popolare», abbiamo già decretato la sua «mortalità scolastica».

L’avventura della Scuola sta nel riuscire a far convivere le tempeste con la poesia; la scoperta del corpo, delle rabbie, delle cotte, delle antipatie, delle strafottenze, con la maturità del docente. Anzi, vorrei sperare che solo la serietà sorridente dell’adulto sarà capace di riprendere il puledro per le redini. Perché di puledri si tratta e non di bulli. E i puledri collaudano l’allevatore, non lo distruggono. Guai se gli adolescenti in aula fossero composti, attenti, educati e di condotta ottima. Vorrebbe dire che la disciplina e il clima ricattatorio li avrebbero «sedati» oppure che il traffico sottobanco sta proliferando. Ed è proprio questo ambiente che ha generato i fattacci di questi ultimi mesi. Chiunque è impegnato nel mondo della Scuola deve amare le storture, le difficoltà, le parti meno espresse e meno lineari delle storie che ha davanti. Deve intuire che i ragazzi si rivelano per lampi. La bellezza dell’insegnare educando sta nell’aspettare che il temporale si scarichi tra un lampo e l’altro, per poi, all’improvviso, riportare l’azzurro con l’arcobaleno. (…) Io, da oltre sessant’anni, cioè dal primo giorno di prete, per scelta vivo tra quelli che tu, Scuola, etichetti come drogati, violenti, terroristi, bulli, irrecuperabili, omicidi, balordi e borderline. Per me sono ragazzi, i miei ragazzi.

Cara la mia Scuola, tu lo sai, perché abbiamo duellato. Ho fatto il direttore e il professore (mi scuso dei titoli) nelle scuole superiori professionali durante gli anni Novanta, di fronte al Parco Lambro. Non mi sono mai seduto in cattedra. Entrando in classe salutavo uno a uno i ragazzi, gridando «ciao». Poi cominciavo l’incontro, non la lezione. (…) Camminando tra i banchi possiamo aprire sentieri che non si perdono nella nebbia del disagio, dei conflitti interiori, dei godimenti incestuosi, come li chiama Massimo Recalcati. Ogni docente è una specie di Cristoforo Colombo. Con la sua caravella ascolta, spiega, riprende, sbaglia, dubita. E, senza accorgersi, approda dall’altra parte. Perché c’è una matematica, una grammatica, una tecnologia che, oltra a insegnare, aiuta a cancellare il disagio dei deboli e trasforma il bullismo dei cafoni degli ultimi banchi in gruppo di sostegno.

Cara Scuola, abolisci i registri e inventa gli insegnanti. Chiama Roma. Non c’è il Ministro, ma c’è il ministero. E tu sai bene che è da quegli uffici che esce l’anno scolastico. Un anno senza stagioni, meglio: senza primavere!

Emergenza presidi, il concorso slitta di 2 mesi. Le scuole restano scoperte

da Corriere della sera

Emergenza presidi, il concorso slitta di 2 mesi. Le scuole restano scoperte

La prima prova scivola dal 29 maggio al 23 luglio. Poi ci saranno un altro scritto, l’orale e 6 mesi di tirocinio. Se tutto va bene se ne riparla a settembre 2019. E intanto migliaia di scuole continueranno a restare affidate ai reggenti

Con un secco comunicato in Gazzetta Ufficiale, il ministero dell’Istruzione ha rinviato di quasi due mesi la prima prova del lungo percorso a ostacoli destinato a portare in cattedra 2.426 presidi in modo da colmare, almeno nelle intenzioni, i drammatici buchi in organico di migliaia di scuole che da anni ormai sono costrette ad affidarsi a dei «reggenti», dirigenti in prestito che oltre alla propria scuola (spesso un istituto comprensivo articolato in 3 o 4 plessi diversi) si trovano così a fare i funamboli fra una decina di sedi diverse. La prova preselettiva – destinata a scremare gli oltre 35 mila candidati lasciandone in corsa circa 7.500 – non si svolgerà più il prossimo 29 maggio ma è rinviata al 23 luglio. «L’elenco delle sedi con la loro esatta ubicazione – recita il comunicato -, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, ove possibile, per esigenze organizzative dell’Amministrazione, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, sarà comunicato entro il 6 luglio 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero (www.miur.gov.it)».

Sussurri e grida

Da settimane ormai sui siti specializzati si vociferava di un possibile slittamento della data dal momento che tre settimane prima della prova preselettiva – l’8 maggio prossimo – il Miur avrebbe dovuto pubblicare la batteria di 4.000 quiz da cui sarebbero stati scelti quelli della prova preselettiva, ma la commissione per l’elaborazione delle domande finora si era riunita soltanto due volte. Il 24 aprile, la conferma in Gazzetta Ufficiale. La prova slitta al 23 luglio ma mantiene le stesse modalità previste finora: si parte alle 10 del mattino, i candidati avranno 100 minuti per affrontare 100 domande a risposta multipla al computer. Presumibilmente la batteria di test su cui potersi esercitare verrà pubblicata ai primi di luglio

Le altre prove

La prova preselettiva è solo il primo passaggio di un lungo iter che si concluderà – salvo ricorsi e contestazioni come ci furono l’ultima volta – nel giro di un anno circa. Nelle previsioni i primi dirigenti avrebbero dovuto salire in cattedra a settembre 2019 ma ora i tempi rischiano di scivolare ancora più in là. Dopo la prima scrematura di luglio, i 7.500 selezionati d0vranno affrontare la prova scritta vera e propria che prevede cinque domande a risposta aperta (su normativa del settore, organizzazione del lavoro, gestione del personale, programmazione, diritto civile e amministrativo…) e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2). I candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera.

Il tirocinio

Chi supererà scritto e orale sarà ammesso, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo. Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza.

Maturità 2018, Miur: scelte le tracce della prima e seconda prova scritta

da Orizzontescuola

Maturità 2018, Miur: scelte le tracce della prima e seconda prova scritta

di redazione

Il Miur, come già riferito, ha pubblicato l’annuale ordinanza che disciplina gli esami di Stato di II grado, fornendo indicazioni operative per i consigli di classe, le commissioni, i candidati e la sintesi del calendario degli Esami.

Maturità 2018, ecco l’Ordinanza Ministeriale: plenaria il 18 giugno, terza prova il 25. Indicazioni documento 15 maggio

Nel comunicato, in cui annuncia la pubblicazione dell’Ordinanza, il Miur parla anche delle tracce della prima e della seconda prova scritta.

Nello specifico, il Ministero informa che, in data odierna, la Fedeli  e il responsabile della struttura tecnica degli Esami di Stato, Ettore Acerra, hanno scelto le tracce relativa alla prova di italiano e alla seconda prova scritta (diversa nei vari indirizzi di studio).

Le tracce saranno rivelate il giorno stesso dei due scritti.

Queste le parole della Fedeli in merito:

Le prove, quindi, sono state elaborate tenendo conto dei nuclei tematici fondamentali delle diverse discipline, ma sono anche in correlazione con tematiche fondamentali per la crescita educativa e civile dei giovani. 

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da La Tecnica della Scuola

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