Sull’Alternanza Scuola-Lavoro

Nessuna deroga o dietro front sull’Alternanza Scuola-Lavoro. Le interpretazioni secondo le quali la recente circolare esplicativa inviata alle scuole sarebbe la prova della mancata obbligatorietà dell’Alternanza nel percorso scolastico sono destituite di ogni fondamento.

La circolare risponde, infatti, ad alcuni quesiti delle stesse istituzioni scolastiche in merito, in particolare, ai prossimi esami di Stato a cui parteciperanno, per la prima volta, studentesse e studenti che hanno completato il primo triennio di Alternanza secondo quanto previsto dalla legge 107 del 2015. Proprio quella legge, va ricordato, prevede l’attuazione dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro per 200 ore nei licei e 400 negli istituti tecnici e professionali negli ultimi tre anni di scuola, con 100 milioni all’anno stanziati per sostenere i percorsi.

La partecipazione all’Alternanza non è facoltativa e rientra, come ricordano anche le Linee guida inviate alle scuole dopo l’approvazione della legge 107, nel curricolo del triennio finale della scuola secondaria di secondo grado. La certificazione finale delle competenze viene acquisita negli scrutini intermedi e finali degli ultimi tre anni di studio, concorre alla determinazione del profitto nelle discipline coinvolte nell’esperienza di Alternanza, del voto di condotta e, quindi, del credito scolastico con cui si arriva agli Esami ed è inserita nel curriculum dello studente.

Alla legge 107 del 2015 hanno fatto seguito, poi, alcuni decreti attuativi, approvati in modo definitivo nel mese di aprile 2017. Uno di questi, il decreto n. 62, quello sulla valutazione, ha stabilito che, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, lo svolgimento delle attività di Alternanza è criterio di ammissione all’esame di Stato. Tutto questo è noto dalla data di approvazione del decreto, dunque dal 2017. E la circolare del 24 aprile non fa che ribadirlo. In attesa che a giugno 2019 vada a regime la nuova regola sull’ammissione agli Esami, già oggi il Consiglio di classe procede alla valutazione degli esiti delle esperienze di Alternanza e della loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di comportamento. E lo fa sulla base della certificazione delle competenze acquisite entro la data dello scrutinio di ammissione all’esame di Stato.

Le proposte di voto dei docenti del Consiglio di classe – come ribadisce la circolare – tengono esplicitamente conto di questi esiti. E, secondo quanto ricordato anche nell’Ordinanza relativa agli esami di Stato, la Commissione d’Esame, in sede di predisposizione della terza prova scritta e di organizzazione del colloquio, terrà conto, ai fini dell’accertamento delle conoscenze, abilità e competenze, anche delle eventuali esperienze condotte in Alternanza Scuola-Lavoro, indicate nel documento del Consiglio di classe. Nessuno stop, nessun dietro front sull’Alternanza. Solo norme che vanno a regime secondo le scadenze già note.

BASTA PRESE IN GIRO CON L’ALTERNANZA

RETE STUDENTI: BASTA PRESE IN GIRO CON L’ALTERNANZA, VOGLIAMO UNA SCUOLA #BUONAXDAVVERO

Recentemente è stata emanata dal MIUR una nota (7194) con la quale si apre la possibilità a sostenere l’esame di maturità 2017/2018 anche agli studenti che non hanno sostenuto le 200 ore nei licei e 400 ore negli istituti tecnici e professionali. A primo avviso può sembrare, come qualcuno ha detto, che sia venuta meno l’obbligatorietà per coloro che sono entrati al terzo anno nel 2016/2017. Quando sappiamo che per far fronte a quel monte orario, trovandosi completamente impreparate e senza reali vincoli, le scuole hanno accettato percorsi di ogni sorta, con i risultati che abbiamo denunciato sui giornali, nelle piazze e anche con il nostro monitoraggio (qui link). La verità è che la 107/15 comincia a dimostrare di essere una legge che voleva riformare completamente il sistema di istruzione ma che non ne era in grado, perché tra le lacune normative, il ritardo sull’emanazione delle leggi delega (uscite con nell’aprile 2017) e il ritardo evidentemente intenzionale nell’emanare la Carta dei Diritti degli Studenti in Alternanza (link) lo scorso novembre, dimostra gli enormi limiti di una legge caduta dall’alto che necessita di essere rimessa in discussione e superata.

La verità è che c’è una classe d’età su cui si è testato un modello senza poi prendersene le responsabilità. La verità è che questi ragazzi sono stati presi per in giro dal Ministero. Infatti con l’entrata in vigore della legge 13 luglio 2015 n. 107, sin dall’anno scolastico 2015/2016, i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono diventati a tutti gli effetti obbligatori e pertanto gli studenti che nel 2015/2016 frequentavano il terzo anno di scuola superiore erano obbligati a seguire la legge.

La normativa che regola però l’accesso agli esami di stato in relazione all’alternanza però non era inserita nella 107/15, bensì nel DL 62 del 13 aprile 2017, che emanato con ritardo faceva si che la riforma dell’esame di maturità ricadesse sulla classe successiva, ovvero chi farà la maturità l’anno prossimo. Alla confusione normativa si va ad aggiungere un’altra questione che il MIUR non aveva previsto, o non si era posto visto che a farne le spese sarebbero stati sempre gli studenti, che non tutti gli studenti che si trovano a dover affrontare la maturità quest’anno rientrano nell’attuale ordinamento, ad esempio gli studenti ripetenti non erano tenuti a svolgere la totalità delle ore di alternanza essendo l’obbligo sul triennio e non sui singoli anni e provenendo da un percorso scolastico differente.

Pertanto con la nota il MIUR prova a equiparare tanto coloro che abbiano effettivamente completato il numero minimo di 400/200 ore, quanto coloro che invece non abbiano completato o completamente svolto tale percorso. Risolvendo al problema che potrebbero verificarsi disparità di trattamento dicendo che l’alternanza per questi studenti è da considerarsi unicamente come un elemento di valorizzazione del proprio curriculum. Rimandando alle valutazioni dei Consigli di classe le modalità con cui valutare le esperienze maturate e quindi la loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di condotta. Sottolinenando poi come la valutazione non deve penalizzare chi quei percorsi non li ha svolti. Ma se qualcuno va valorizzato perché ha svolto l’alternanza è naturale che chi non l’ha svolta risulti penalizzato in quanto non può godere di quella valorizzazione.

“Cosa significa, dunque, tutto questo? – dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – A nostro avviso due cose, che abbiamo sempre rivendicato: c’è una classe, quella dei ‘99, che per tre anni è stata presa in giro, con un cambio di regole della maturità a fine corsa. Ci sono voluti tre anni, sulle spalle degli studenti, sulle spalle di chi ha affrontato una corsa contro il tempo per terminare le ore per accedere all’esame di stato, sulle spalle di chi ha subito un cambiamento radicale e venuto dall’alto, sulle spalle di chi alla fine è stato solo lo strumento di un esperimento, a nostro avviso fallito. Far uscire una nota interpretativa a maggio, quando la maturità è a giugno, non dimostra certamente un comportamento dignitoso e rispettoso dello studente. Questo dimostra poi palesemente che la Buona scuola fa acqua da tutte le parti, sarà arrivato il momento di mettersi in discussione, di mettere in discussione tutto e ripartire da chi vive quotidianamente la scuola? Secondo noi si.”

IV Assemblea Nazionale CPIA-CRRSeS

Rete Nazionale CPIA-CRRSeS

IV Assemblea Nazionale dei Centri Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo per istruzione degli adulti

Organizzata dall’USR Sicilia a Cinisi (Palermo) dal 3 al 5 maggio 2018

Notte Bianca della Legalità

Notte Bianca della Legalità: il 5 maggio i Tribunali di Roma, Palermo, Napoli e Genova aperti a 1.200 studentesse e studenti

Fedeli: “Conoscere funzionamento della giustizia fondamentale per formare cittadine e cittadini consapevoli”

Minisci: “Le giovani generazioni hanno bisogno di esempi positivi e noi abbiamo il dovere di offrirglieli”

Torna la Notte Bianca della Legalità. Il prossimo 5 maggio, nel pomeriggio e fino a sera, le sedi dei Tribunali di Roma, Palermo, Napoli e Genova apriranno le porte a oltre 1.200 studentesse e studenti, provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado di Lazio, Sicilia, Campania e Liguria.

L’evento, giunto alla sua quarta edizione, è realizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e gli Uffici Scolastici Regionali di Lazio, Sicilia, Campania, Liguria, gli Ordini degli Avvocati, le Forze dell’Ordine.

Il 5 maggio i Tribunali diventeranno vere e proprie “Scuole di Legalità” nelle quali studentesse e studenti, oltre 300 in ciascuna città, saranno protagonisti di attività nel corso delle quali potranno confrontarsi sui temi della legalità, del contrasto alla criminalità, della lotta alla corruzione, del bullismo e cyberbullismo nei vari laboratori statici e dinamici che saranno gestiti da magistrati, avvocati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

“L’apertura dei Tribunali alle studentesse e agli studenti, la possibilità che viene data loro di confrontarsi con esperti di indagini e di diritto e di avvicinarsi ai luoghi e alle pratiche della giustizia è un’occasione importante per la vita civile di una società – osserva la Ministra Valeria Fedeli –. Scoprire il funzionamento dei processi di accertamento dei fatti e conoscere le leggi è fondamentale per la formazione di cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, attenti, capaci di porsi sempre domande davanti agli eventi e alle situazioni e di esercitare lo spirito critico mentre cercano risposte a quelle domande”. Conclude la Ministra: “È grazie ad eventi come la Notte Bianca della Legalità che le nostre ragazze e i nostri ragazzi imparano che vivere nella legalità vuol dire usare gli strumenti di giustizia e di trasparenza dei quali disponiamo per crescere in maniera sostenibile, equa e giusta”.

Iniziative come questa, dice il presidente dell’ANM Francesco Minisci, aiutano a “far maturare nelle coscienze delle giovani generazioni il messaggio che la giustizia e la legalità non sono principi lontani, che riguardano altri, ma appartengono a tutti e sono principi da vivere e praticare ogni giorno, è questo il senso della apertura dei Palazzi di Giustizia agli studenti.  Ragazze e ragazzi hanno bisogno di esempi positivi e noi abbiamo il dovere di offrirglieli, illegalità e violazione delle regole hanno una sola conseguenza: chiudere le porte al futuro. Per questo l’ANM e l’intera magistratura saranno sempre al fianco della scuola e dei genitori, in questo comune percorso di formazione e di rafforzamento di quelle persone alle quali dovremo consegnare le chiavi del futuro”.

A Palermo, dove parteciperanno i comici Ficarra e Picone, si discuterà tra l’altro di immigrazione e diritti dell’uomo e di racket delle estorsioni. Le studentesse e gli studenti prenderanno poi parte a simulazioni di rilievi effettuati dai RIS sulla scena di un crimine e di un processo penale. A Napoli, ragazze e ragazzi visiteranno le aule del tribunale nelle quali si tengono i processi penali e discuteranno di mafie con il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Rhao e di corruzione con il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC) Raffaele Cantone. A Genova, i dibattiti spazieranno tra temi come la contraffazione e il commercio abusivo e il recupero delle persone che hanno scontato pene carcerarie, la tutela della proprietà intellettuale su internet e il doping nello sport. Studentesse e studenti saranno poi giudici nelle simulazioni di un processo penale, di uno civile e di uno in materia di lavoro. Assisteranno inoltre alla simulazione di un intervento degli artificieri su un ordigno inesploso con un robot. A Roma, infine, si dibatterà di sostanze stupefacenti, famiglia e minori, violenza di genere e parteciperà ai lavori anche la psicoterapeuta Maria Rita Parsi. Nella seconda parte del pomeriggio, ragazze e ragazzi saranno protagonisti di una simulazione di processo, a partire dalla notizia di reato. Nelle sedi di Palermo e di Napoli, inoltre, sarà allestita la mostra fotografica di Lavinia Caminiti sulle vittime della criminalità organizzata.

All’evento – reso possibile grazie all’impegno delle giunte distrettuali dell’ANM presiedute da  Giovanna Nozzetti a Palermo, Roberta Di Gioia a Roma, Giuseppe Cimmarotta a Napoli e Domenico Pellegrini a Genova – prenderanno parte autorità, magistrati, avvocati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, ma anche artisti e personalità del cinema, dello sport, del giornalismo e della musica che hanno voluto essere testimonial d’eccezione per veicolare il messaggio della legalità e del rispetto delle istituzioni.

La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Francesco Minisci parteciperanno alla manifestazione presso il Tribunale di Roma.