Viaggio nell’istruzione degli adulti in Italia

Istruzione degli adulti, presentata a Torino la ricerca Indire

Nel 2016-17, oltre 100 mila gli studenti iscritti ai CPIA. Crescono gli stranieri (+14,1%)

 

Una riflessione sui metodi e sugli approcci più efficaci per gli adulti impegnati in attività di apprendimento, analizzati dal punto di vista storico e organizzativo. Sono questi alcuni dei temi trattati nel volume relativo alla ricerca Indire “Viaggio nell’istruzione degli Adulti In Italia”, coordinata dal ricercatore dell’Istituto Fausto Benedetti.

Lo studio è stato presentato il 24 maggio a Torino dai ricercatori di Indire, Matteo Borri e Annamaria Cacchione, nel corso di FierIDA, la manifestazione organizzata dalla Rete Italiana Istruzione degli Adulti – RIDAP.

Durante l’evento sono stati forniti i dati relativi al monitoraggio quantitativo e qualitativo condotto da Indire sui 126 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), le strutture nate nel 2015 a seguito della legge di riforma dei Centri Territoriali Permanenti.

In particolare, nell’anno scolastico 2016/2017 sono 108.539 gli iscritti ai vari percorsi formativi, un dato in aumento del 18,4% rispetto al 2015/2016. Crescono anche gli stranieri iscritti a percorsi di I livello (relativi alla scuola dell’obbligo), passando da 12.542 a 14.312 (+14,1%) e quelli iscritti a percorsi di II livello (16,9%), finalizzati all’acquisizione del diploma di istruzione secondaria tecnica, professionale e artistica.

In Italia i percorsi di I livello tenuti nei CPIA nel 2016/2017 sono incrementati del 7% (1.057) rispetto all’anno precedente, i percorsi di II livello sono cresciuti del 40% (1.336) e i percorsi di alfabetizzazione in italiano L2 del 17% (3.764).

Aumentano anche i percorsi organizzati in carcere, di circa il 9% per il I livello, il 4% per il II livello e di oltre il 20% per i percorsi di alfabetizzazione in carcere.

Nel 2016/2017, i corsisti in carcere iscritti a percorsi di I livello passano da 2.995 a 3.645 (+21,7%); crescono anche gli iscritti a percorsi di II livello, da 2.613 a 2.875 (+10,1%), e quelli gli iscritti ai percorsi di alfabetizzazione (+8%).

In generale, nel biennio 2015-2017 si registra un incremento dei corsisti che conseguono il titolo di studio relativo al I livello. Il miglioramento riguarda anche coloro che acquisiscono il titolo di studio relativo al II livello e quelli che conseguono l’attestazione relativa al livello A2 di italiano L2. La percentuale di iscritti che raggiunge il titolo desiderato è in media superiore al 50%, percentuale che sale all’83% nel caso del diploma di scuola superiore. Tra gli stranieri, le percentuali di successo sono ancora maggiori, fino all’85,3% di quelli che hanno conseguito il titolo del II periodo del I livello.

Il volume propone inoltre due approfondimenti, sul cambiamento identitario dell’adulto italiano, analizzato attraverso le parole di un piccolo gruppo di opinion leader, e su tre focus group condotti con docenti e dirigenti di CPIA del centro Italia per raccontare crescita costante negli ultimi anni della riforma.

Sarà vietato formulare i PDP per alunni con ulteriori BES?

Sarà vietato formulare i PDP per alunni con ulteriori BES? (CM 1143/18)

di Salvatore Nocera

 

La recente Nota 17 maggio 2018, AOODPIT 1143 emanata dal Capo Dipartimento per l’istruzione del MIUR su “L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo per ciascuno”, sembra una direttiva pressante alle scuole e questa non è solo un’impressione.

Nella circolare si esalta il ruolo dell’autonomia scolastica rilanciata anche dalla l. n° 107/15 e la “personalizzazione” degli interventi educativi sollecitati da tutta la normativa inclusiva.

Le scuole, quindi, in forza della propria autonomia didattica, debbono puntare al successo formativo di ciascun alunno, qualunque sia la sua situazione personale, indipendentemente da procedure burocratiche che rischiano di fare scambiare il mezzo (procedura) col fine (successo formativo).

La circolare a tal fine svolge una critica, neppure tanto velata, alla normativa sugli “ulteriori bes” come indicata nelle circolari ministeriali n° 8/2013 e n° 2563 del 22 Novembre 2013, senza però accennare alla fonte normativa delle due circolari che è costituita dalla Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012.

Ecco un passaggio illuminante della circolare in questione:

«Oggi il contesto normativo è notevolmente modificato: si è assistito ad un’importante crescita culturale e sono stati introdotti nuovi assiomi di riferimento, nuove risorse professionali, economiche e strutturali affinché a ciascuno sia data la possibilità di vedersi riconosciuto nei propri bisogni educativi “normali”, senza la necessità di ricorrere a documenti che attestino la problematicità del “caso”, fermo restando le garanzie riconosciute dalla Legge n. 104/1992 e dalla Legge n. 170/2010».

La frase «senza la necessità di documenti che accertino la problematicità del caso»è chiarissima; ma si scontra con l’inciso conclusivo «fermo restando le garanzie di cui alla l. n. 104/92 e 170/2010» che, vedi caso però, sono due leggi che impongono documenti neppure pedagogici, ma sanitari: la certificazione. Si tratta, rispettivamente, di certificazione di disabilità ed il PEI conseguente, per gli alunni con disabilità, e di certificazione di DSA con seguente PDP per gli alunni con DSA. Pertanto, per esclusione, l’unico documento vietato è la individuazione di alunni con ulteriori BES (operata non dall’ASL ma dal Consiglio di classe) ed il conseguente PDP.

Se il principio dell’eliminazione di tutti i documenti burocratici è valido, deve valere contro tutti i “documenti burocratici”; ma ovviamente una circolare, sia pur direttoriale, non può abrogare le leggi; di qui la salvezza delle certificazioni previste dalle leggi sugli alunni con disabilità ed i disturbi specifici di apprendimento. Ugualmente una circolare, sia pur direttoriale, non può abrogare neppure una Direttiva Ministeriale, quale quella sui BES del 27 Dicembre 2012, che è gerarchicamente sovraordinata; di qui la svalutazione delle circolari ad essa susseguenti, che però lascia in vita tale Direttiva ministeriale, la quale viene rafforzata anche dall’art. 1 comma 7 della l. n° 107/15 che insiste sulla tutela dell’inclusione dei casi di BES.

Ed allora come dobbiamo intendere il successivo paragrafo della circolare in questione?

«I docenti e i dirigenti che contribuiscono a realizzare una scuola di qualità, equa e inclusiva, vanno oltre le etichette e, senza la necessità di avere alcuna classificazione “con BES” o di redigere Piani Didattici Personalizzati, riconoscono e valorizzano le diverse normalità, per individuare, informando e coinvolgendo costantemente le famiglie, le strategie più adeguate a favorire l’apprendimento e l’educazione di ogni alunno loro affidato».

E qui è chiaramente esplicitato il principio che non occorre la dichiarazione di ulteriori BES in alunni con svantaggio o disagio di qualunque tipo, né la formulazione di PDP per il successo educativo per ognuno.

Ora, fermo restando che il principio per essere tale dovrebbe riguardare anche alunni con disabilità e DSA, c’è il problema che in una scuola pubblica, se si deve agevolare qualcuno per motivi personali di qualunque tipo, occorre qualcosa di oggettivo, pena il rischio di precipitare nei favoritismi o peggio…

Infatti, gli alunni con ulteriori BES, in forza della Direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012, godono di “strumenti dispensativi e misure compensative”. Come si fa ad individuare un alunno al quale concedere tali agevolazioni senza qualcosa di oggettivo, come, nel caso dei BES, della delibera del Consiglio di classe ed il conseguente PDP in cui tali misure sono indicate? Ci si rende conto a quanti ricorsi si andrebbe incontro da parte di alunni bocciati cui non sono state concesse le agevolazioni che, a discrezione dei singoli docenti, verrebbero accordate ad altri promossi?

Quando con legge venisse abolito il valore legale dei titoli di studio, e quindi la valutazione non avesse più valore legale, allora sì, che sarebbe possibile dare seguito pienamente alla circolare e probabilmente ciò potrebbe essere accettabile. Ma, sino a quando permane il valore legale dei titoli di studio, quanto auspicato dalla circolare sembra impraticabile.

Che valore allora dare a questa circolare emanata in carenza di auctoritas ministeriale?

Penso sia un auspicio alle scuole a lavorare più sulla didattica; ma non può considerarsi un invito a disattendere la Direttiva ministeriale ancora in vigore sui BES e sui PDP.

L’autonomia scolastica è uno strumento assai importante, introdotta a favore del miglioramento di funzionamento delle scuole; ma è sempre ed ancora subordinata all’autonomia legislativa ed alla gerarchia delle fonti giuridiche.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità stabilisce all’art. 4 comma 3 che tutti gli atti normativi concernenti l’inclusione delle persone con disabilità debbano ricevere un parere del mondo associativo della disabilità.

Alcuni sostengono che a causa della violazione di tale normativa, la circolare sia impugnabile per illegittimità.

Personalmente non arrivo a tanto, anche se l’ipotesi sembra godere di fondamento.

Però, l’art. 15 comma 1 lettera e) del decreto legislativo n° 66/17 prevede tra i compiti dell’Osservatorio del MIUR sull’inclusione scolastica anche quello di fornire pareri sugli atti giuridici concernenti tali argomenti.

Se il MIUR avesse voluto sottoporre all’Osservatorio la circolare per un parere non vincolante, probabilmente non si sarebbe creato tanto disorientamento nelle scuole

I Consigli di classe comunque, continuino a formulare PDP nei casi in cui lo riterranno necessario, autorizzati in ciò dalla Direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012 ancora in vigore.

Sport e consapevolezza

Redattore Sociale del 24-05-2018

Sport e consapevolezza: un campo estivo per ragazzi ciechi e ipovedenti

Si chiama “My body, my autonomy, my sport!” ed è la proposta dell’Istituto Cavazza di Bologna e Irifor per 20 ragazze e ragazzi fra 8 e 16 anni. Obiettivo per sviluppare “competenze relazionali e pratiche, già presenti o ancora nascoste”. A Marina Romea dal 14 al 23 luglio.

BOLOGNA. Andare in vacanza insieme ai propri coetanei, mettersi alla prova fuori dal contesto familiare nelle esperienze di autonomia più quotidiane, come vestirsi, tenere in ordine le proprie cose, farsi la doccia. È l’obiettivo principale dei campi estivi organizzati dall’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza sin dal 2009. L’edizione di quest’anno proporrà ai partecipanti, ciechi e ipovedenti, di sperimentare diversi sport e, contemporaneamente, attraverso momenti di gioco, si approfondirà la consapevolezza corporea, con particolare riferimento alle emozioni. Saranno 10 giornate da trascorrere insieme, dal 14 al 23 luglio 2018. Altrettante le discipline da conoscere e sperimentare, una per giorno: judo, baseball, nordic walking, tennis, tandem, nuoto, canoa, vela, showdown e giochi da tavolo (scopone scientifico, dama, scacchi).

Insieme a specialisti delle rispettive federazioni sportive, i ragazzi scopriranno queste attività, anche con lo scopo di capire se sono interessati a praticarle, in altri contesti. Allo stesso tempo, attraverso i laboratori “Te lo dico con il corpo”, potranno riflettere “in piccolo gruppo sugli aspetti del corpo sociale, per acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo in relazione agli altri (tema in primo piano in adolescenza), per riflettere insieme sugli aspetti non verbali della comunicazione interpersonale, per toccare aspetti legati all’educazione all’affettività e alla sessualità”.

“La consapevolezza sul linguaggio corporeo non è scontata per chi non vede. Un bambino cieco tende a essere a-mimico se non gli viene insegnato come il corpo può esprime le emozioni”, spiega Serena Cimini, psicologa dei servizi di consulenza educativa e di sostegno psicologico dell’Istituto e responsabile della progettazione e supervisione dei campi estivi. Il campo educativo e riabilitativo “Bas – My body, My autonomy, My sport!” si svolgerà nel Camping Villaggio del Sole di Marina Romea (Ravenna). Possono iscriversi fino a 20 ragazzi e ragazze ciechi e ipovedenti anche con pluripatologie, di età compresa tra 8 e 16 anni. È organizzato in collaborazione con l’Irifor (Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione) Consiglio Regionale Emilia-Romagna. “Questo permette alle famiglie di avere tariffe abbastanza accessibili”, aggiunge Cimini.

“Di solito conosciamo già la maggior parte degli iscritti. Come servizio di consulenza educativa, lavoriamo sull’ambiente educativo, familiare e scolastico, di ciascun bambino nel suo specifico momento di crescita”, spiega la psicologa. Per questo la progettazione del campo estivo si completa una volta che sono chiuse le iscrizioni, quando alla responsabile arrivano tutte le informazioni necessarie a conoscere il collettivo che parteciperà quest’anno. “Ci sono sempre ragazzini nuovi. Teniamo conto della descrizione che ne danno i genitori, che è sempre soggettiva, e della diagnosi funzionale, il documento redatto dalla neuropsichiatria dell’azienda sanitaria di riferimento per i bambini con disabilità”. Queste informazioni permettono di conoscere i punti deboli ma anche i punti di forza dei ragazzi, che durante il campo condivideranno in gruppi di 3-4, insieme a un educatore, un bungalow. “L’educatore cerca di dare loro stimoli all’autonomia. Sotto questo aspetto ci sono molte differenze tra i ragazzi. Ma nel rapporto coi pari emerge la voglia di imitare chi sa già, per esempio, farsi la doccia, usare il bastone…”.

“Per i genitori è importante aver già frequentato il nostro servizio, si sentono più tranquilli a lasciare i figli al campo”. Saranno presenti solo all’inizio e alla fine, quando i ragazzi e le ragazze mostreranno cosa hanno imparato durante la vacanza. Ma il loro coinvolgimento durerà oltre l’estate, perché, spiega Cimini, “durante il campo si creano legami di amicizia e si resta in contatto anche grazie alle famiglie”. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 giugno 2018.

di Benedetta Aledda

Il decalogo del sistema scolastico

Il decalogo del sistema scolastico

di Enrico Maranzana

 

I Prof. ammettono: siamo impreparati a certificare le competenze” , ha scritto ItaliaOggi  in data 12/12/17.

 

  • Un’ammissione dirompente: lo sviluppo delle competenze è la finalità della scuola.
  • Un’ammissione equivalente a una dichiarazione di scarsa professionalità: l’incapacità di certificare deriva dalla nebulosità che avvolge lo sviluppo delle competenze.
  • Un’ammissione originata dalla confusione terminologica imperante, intensificata dal comma 7 della legge 107/2015 e amplificata dalla fondazione Giovanni Agnelli che, nel mese di marzo, ha presentato, tra gli applausi del Miur, “Le competenze. Una mappa per orientarsi”. Il relativo sviluppo è viziato dalla scelta di un errato punto d’osservazione.

In ambito educativo le competenze non possono essere intese come entità primitive.

Il punto di vista di chi acquista una torta è differente da quello assunto dal pasticcere. Per il primo il prodotto è un’entità elementare mentre, per il secondo è un’entità composta: dall’identificazione, dalla scelta, dal dosaggio delle componenti dipende la qualità del prodotto.

 

 

Tutto è passato sotto silenzio. L’ordinaria attenzione che i mezzi di comunicazione riservano alla scuola non ha mai colto il cuore del problema.

 

In quale direzione muoversi?

 

Premesso che la scuola è un sistema,  che interdipendenza e sinergia sono i suoi caratteri essenziali, che il singolo elemento non ha significato autonomo,  si propongono – sotto forma di decalogo – principi e regole che, se rispettate, possono restituire alla scuola il necessario prestigio.

 

DECALOGO

  1. Deve esistere una struttura decisionale: primario strumento per perseguire l’efficacia del sistema [Tutti gli organigrammi elaborati dalle scuole, messi in rete, sono sbagliati. In rete: “Quale formazione per il dirigente scolastico?”].

 

  1. I livelli decisionali devono essere tre: strategico, tattico, operativo. [Livelli riconosciuti e resi operativi dai Decreti Delegati del 74. Il loro fallimento deriva dalle sistematiche elusioni e omissioni compiute nella stesura delle convocazioni degli organismi collegiali]

 

  1. Si deve avere una visione sistemica, per  superare la tradizionale parcellizzazione degli insegnamenti. [Fondamento dei Decreti Delegati del 74].

 

  1. Le finalità devono essere elaborate  dagli organismi strategici con la specificazione dei corrispondenti obiettivi.

 

  1. Gli obiettivi attesi devono essere puntualmente elencati  [La legge delega 53/2003 orienta il sistema educativo allo sviluppo di competenze generali, di competenze specifiche e di capacità].

 

  1. Deve essere previsto il feed-back per consentire  la correzione di eventuali anomalie progettuali [La relativa disposizione, impartita alla lettera c) dell’art.4 del decreto del 74, non ha trovato applicazione].

 

  1. Gli organismi tattici devono riformulare gli obiettivi di sistema per adattarli alla tipicità delle singole classi.

 

  1.        Devono essere predisposte “Occasioni d’apprendimento” finalizzate sia agli obiettivi collegialmente identificati, sia a quelli delle singole discipline: devono essere progettate dagli organismi operativi. [“La pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari” è il suggerimento dei Regolamenti di riordino del 2010. CFR in rete “Percorso didattico sui numeri naturali e sistemi di numerazione”; “Laboratorio di matematica: Archimede”; “Laboratorio di matematica: Pitagora”].

 

  1. La valutazione deve essere longitudinale: giudica la crescita delle potenzialità dell’alunno.

 

  1. La scuola deve saper interagire con l’ambiente esterno per acquisire stimoli e per ottenere opportune valutazioni del proprio operato. [L’attuale gestione del rapporto scuola-mondo del lavoro vede il predominio delle aziende rispetto all’attività dell’istituzione scolastica].

 

La scalinata della giustizia

La scalinata della giustizia

Una scalinata…per andare verso l’alto…e…dall’alto in basso…con disprezzo…guardare chi ha agito ed agisce irrispettosamente nei confronti della legalità…

Una scalinata per ricordare a tutti che Giovanni Falcone è morto per tutti noi…lasciando un esempio che non possiamo permetterci di non tramandare ai nostri figli…

Una scalinata…quella del palazzo di giustizia di Catania che diventa simbolo di legalità grazie ai ragazzi del liceo artistico Emilio Greco di Catania e dell’associazione nazionale magistrati in una giornata che non dovrebbe celebrarsi solo una volta l’anno!

responsabili progetto : prof.sse Sara Maricchiolo e Veronica Zappalà.

Si rafforza la piattaforma per l’alternanza di qualità

da Il Sole 24 Ore

Si rafforza la piattaforma per l’alternanza di qualità

di Cl. T.

La piattaforma on line per l’alternanza per semplificare la gestione quotidiana, il monitoraggio e la valutazione dei percorsi “on the job” lanciata a dicembre dalla ministra Valeria Fedeli si arricchisce di ulteriori funzioni: è in arrivo uno spazio dove i presidi potranno condividere dubbi e best practice. E debutta pure una bacheca dei percorsi più virtuosi.

Al Forum Pa
Le ultimissime novità sono state illustrate ieri, al Forum Pa, dal capo della segreteria tecnica del ministero, Oscar Pasquali. Gli studenti iscritti alla piattaforma sono già 160mila, si viaggia a una media di 10mila iscritti alla settimana. Ventimila ragazzi hanno anche ottenuto la certificazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma quanti sono state le segnalazioni di abusi? Pochissime, aggiunge Pasquali, e sono già tutte state risolte dagli Usr. Altre segnalazioni sono arrivate su aspetti tecnici.

Nella piattaforma si potrà anche esprimere una valutazione del percorso formativo “on the job” svolto dal ragazzo. «Ci vorrà ancora un mesetto – aggiunge Pasquali -. Stiamo risolvendo gli ultimi dettagli, poi partirà anche questa funzione».

Confindustria al nuovo governo: più autonomia alle scuole e rafforzamento degli Its

da Il Sole 24 Ore

Confindustria al nuovo governo: più autonomia alle scuole e rafforzamento degli Its

di Claudio Tucci

Dal palco dell’Assemblea 2018, ieri a Roma, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia un appello al nuovo decisore politico: «Il merito è il vero ascensore sociale: la crescita economica è possibile solo aumentando la qualità e le competenze delle persone».

I nodi sul tappeto
Per il leader degli industriali è quindi necessario mettere nel mirino, da subito, i nodi “storici” dell’educazione italiano. Intanto, spiega, «sarà utile concedere alle scuole maggiore autonomia nella definizione dei percorsi di istruzione e alle università maggiore autonomia dal lato delle risorse». Poi, ha proseguito Boccia, è necessario «investire meglio e di più negli Istituti tecnici superiori (Its) e puntare sull’alternanza scuola lavoro».

Il messaggio insomma è quello di impegnarsi a tutto tondo «dentro e fuori le fabbriche» e avvicinando i profili in uscita a quelli richiesti dalle imprese per colmare, prima di tutto, il gap che esiste tra la domanda di quasi 300mila tecnici specializzati e l’offerta mancante.
La chiave, in fondo, è sempre quella. Ed è una priorità per tutte le istituzioni, pubbliche e private: preparare i nostri giovani al futuro.

Dalla formazione agli open data, anche il Miur premiato al ForumPa

da Il Sole 24 Ore

Dalla formazione agli open data, anche il Miur premiato al ForumPa

di Al. Tr.

Sono quattro i progetti presentati dal Miur al concorso “Premio PA sostenibile. 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030” e premiati ieri a Roma al ForumPa. Tre dei quattro progetti hanno concorso per la categoria Capitale umano ed educazione, il quarto per la categoria Giustizia, trasparenza, partecipazione.

Formazione e rendicontazione on line
Tra i premiati c’è il portale Sofia, il Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento degli insegnanti, un ‘ecosistema digitale’ – spiega il Miur – che consente di riunire in un’unica piattaforma le attività connesse con il ‘ciclo di vita della formazione dei docenti’, dall’analisi del fabbisogno e della domanda segmentata per i vari destinatari all’organizzazione del Piano di formazione docenti 2016-2019, alla gestione amministrativo-contabile, all’accreditamento degli enti di formazione. Riconoscimento anche per la Piattaforma di Rendicontazione e Monitoraggio che consente di gestire in modo digitale e automatizzato l’intero processo di avvio dei progetti riferiti a uno specifico decreto per l’erogazione dei finanziamenti e di rendicontazione delle spese.

Stem e Open Data
Premiato poi il concorso presentato dalla ministra Valeria Fedeli per invitare le scuole a riflettere sulla presenza delle donne nelle discipline Stem (ovvero nelle materie scientifiche), con l’obiettivo di combattere gli stereotipi di genere sulle carriere tecnologiche, ingegneristiche e matematiche e incoraggiare le studentesse allo studio di tali materie. L’altro progetto vincitore, infine, è il visualizzatore Open Data , che rende più comprensibili e fruibili a tutti gli utenti della rete i dati in formato Open prodotti dall’Ufficio Statistica e Studi del Miur e disponibili sui portali dedicati al Sistema Scolastico Nazionale (scuole, docenti, alunni) e al quello dell’istruzione Superiore (atenei, docenti, studenti).

L’Europa vuole il riconoscimento automatico dei titoli di studio in tutti i Paesi dell’Unione

da Corriere della sera

L’Europa vuole il riconoscimento automatico dei titoli di studio in tutti i Paesi dell’Unione

La Commissione europea presenta le sue proposte per accelerare la costruzione dello Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025. Il commissario Navracsics: «Essenziale per un’Europa solida, competitiva e coesa»

Antonella De Gregorio

Un’area europea dei diplomi: la Commissione europea gioca la carta dell’istruzione per rafforzare l’Unione. E promette di cancellare le difficoltà che i cittadini oggi trovano nel farsi riconoscere un titolo di studio in un Paese diverso dal proprio o a iniziare a lavorare vedendosi riconosciuta una determinata qualifica. Per un’Europa più forte servono più istruzione e più cultura e azioni più decise in favore dei giovani, ha sostenuto oggi l’esecutivo di Bruxelles, che sta moltiplicando gli sforzi per arrivare alla creazione di uno Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025. Nel tentativo di sincronizzare le opportunità di istruzione negli Stati membri e migliorare la mobilità e le opportunità di apprendimento per i giovani di tutto il blocco, i commissari Ue hanno chiesto che il Consiglio acceleri il «riconoscimento reciproco automatico dei diplomi e dei periodi di studio all’estero» come «simbolo visibile dell’identità studentesca europea»; e l’adozione di una «card europea per studenti», che stimoli la mobilità per motivi di studio e riduca gli oneri e costi per studenti e agenzie formative. La rivoluzione dei diplomi consentirà di lavorare in Francia dopo una laurea in Italia; di essere ammessi, in Spagna, all’anno di studi successivo, dopo un anno di scuola in Germania; di insegnare in Svezia, dopo aver conseguito l’abilitazione in uno qualsiasi degli Stati membri. Mentre oggi manca un sistema di riconoscimento automatico delle qualifiche.

Riconoscimento dei titoli

Per rendere l’istruzione superiore europea più competitiva, le università europee che si costituiranno in rete potranno promuovere l’innovazione e l’eccellenza, aumentando la mobilità e facilitando l’apprendimento delle lingue. Verranno inoltre sviluppate altre azioni a sostegno dell’apprendimento permanente e dell’approccio orientato all’innovazione per l’istruzione e la formazione. La Commissione proporrà ad esempio di sostenere la creazione di Centri di eccellenza per l’istruzione e la formazione professionale, che dovrà avere un ruolo attivo nello sviluppo economico locale e regionale.

I punti

Cultura e partecipazione dei giovani al processo decisionale europeo possono fare da traino allo sviluppo economico e sociale, hanno sostenuto i commissari. Tra i punti portati all’attenzione degli euroburocrati, la necessità di coinvolgere i giovani nella vita civile e democratica; l’insegnamento delle lingue straniere; l’educazione e cura della prima infanzia; e, soprattutto, il miglioramento della mobilità intra-Ue per sfruttare le opportunità di apprendimento.

Solida e competitiva

«L’istruzione, la cultura e le politiche giovanili hanno un ruolo centrale nella costruzione di un’Europa solida, competitiva e coesa per il futuro – ha dichiarato il commissario Ue alla Cultura, Tibor Navracsics -. Le proposte che presentiamo oggi mostrano che la Commissione sta lavorando attivamente per raggiungere una serie di obiettivi ambiziosi insieme agli Stati membri. Queste azioni contribuiranno a spianare la strada verso lo Spazio europeo dell’istruzione rafforzando nel contempo un’identità europea e responsabilizzando le persone, soprattutto i giovani».

Le misure per i giovani

Un primo pacchetto di interventi adottato a gennaio aveva riguardato le competenze chiave per l’apprendimento permanente, le competenze digitali e la promozione di valori comuni e di un’educazione inclusiva. È dal 2016 che i leader della Ue hanno in calendario azioni a sostegno della gioventù. Nella roadmap di Bratislava , si sono impegnati a creare migliori opportunità per i giovani, con misure come «Iniziativa Giovani» e il Corpo europeo di solidarietà. I capi di Stato e di governo hanno discusso istruzione, formazione e cultura al Vertice sociale di Göteborg del novembre 2017, guidati dalla comunicazione della Commissione «Rafforzare l’identità europea attraverso l’istruzione e la cultura», definendo la visione di uno spazio europeo dell’istruzione e annunciando una nuova agenda per la cultura.

Decreto in G.U. per il riparto del fondo per le biblioteche: il 30% alle scuole

da Orizzontescuola

Decreto in G.U. per il riparto del fondo per le biblioteche: il 30% alle scuole

di redazione

E’ stato pubblicato in G.U. il decreto del 23 marzo 2018 sui criteri di riparto del Fondo per la promozione della lettura, della tutela e della valorizzazione del patrimonio librario.

L’articolo 1 recita:

1. Le risorse del Fondo del comma 7-quater dell’art. 22 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito nella legge 21 giugno 2017, n. 96, pari a 1 milione di euro annui a decorrere dal 2018, sono destinate alla promozione della lettura, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio librario, alla riorganizzazione e all’incremento dell’efficienza dei sistemi bibliotecari e sono cosi’ ripartite:
a) 70% per il sostegno ai sistemi bibliotecari provinciali e comunali;
b) 30% per il sostegno delle biblioteche scolastiche

Decreto

MOF 2017/18, incremento grazie alle economie degli anni 2015/16 e 2016/17

da Orizzontescuola

MOF 2017/18, incremento grazie alle economie degli anni 2015/16 e 2016/17

di redazione

Nella giornata di ieri, il Miur ha fornito un’informativa o meglio un aggiornamento ai sindacati sulla certificazione delle economie del MOF 2015/2016 e 2016/2017.

Economie 2015/16 e 2016/17

L’Amministrazione, come riferisce la Flc Cgil, ha comunicato che la previsione dell’art. 40, comma 6, del CCNL 2016/18 ha superato tutti i rilievi del MEF che finora avevano impedito la certificazione delle economie dell’a.s. 2015/2016. Secondo la predetta previsione, in ciascun anno scolastico, è possibile utilizzate le risorse del MOF, non assegnate alle scuole negli anni scolastici precedenti, anche per finalità diverse da quelle originarie.

MOF 2017/18

Pertanto, a breve si procederà alla quantificazione delle economie del MOF relative agli  anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017, che potranno essere distribuite alle scuole  incrementando le risorse per l’a.s. 2017/2018.

Concorso docenti abilitati, partecipano anche gli ITP

da Orizzontescuola

Concorso docenti abilitati, partecipano anche gli ITP

di redazione

L’USR Lombardia ha pubblicato gli elenchi dei docenti ITP riammessi alla procedura del concorso indetto con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018, riservato ai docenti in possesso di abilitazione.

Si tratti di ricorrenti ammessi con ordinanza cautelare dal TAR Lazio. I docenti in questione potranno partecipare a tutte le fasi del concorso in attesa del giudizio di merito.

Le comunicazioni dell’USR Lombardia

Pubblicazione elenco candidati (ordinanza cautelare n. 2595/2018 del 2 maggio 2018) inseriti con riserva nel calendario dei convocati per le Classi di Concorso B03, B12, B15, B16, B17, B19, B23

Pubblicazione elenco candidati inseriti con riserva nel calendario dei convocati per le Classi di Concorso B03 e B26

Pubblicazione elenco candidati inseriti con riserva nel calendario dei convocati per le Classi di Concorso B03, B15, B17

E’ possibile che nelle prossime settimane ci saranno altri provvedimenti, il sito a cui fare riferimento in maniera costante è quello dell’USR della regione in cui si svolgerà la prova.

E’ di pochi giorni fa la conclusione della vicenda giudiziaria, favorevole agli ITP, per il concorso 2016. In quel caso la partecipazione ai docenti ITP fu sostenuta perché il Miur

non aveva mai istituito procedure abilitative ordinarie per detta categoria di insegnanti.

70.000 studentesse e studenti insieme contro le mafie

da La Tecnica della Scuola

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Arretrati scuola, NoiPa: “Esigibilità lunedì 28 maggio”

da La Tecnica della Scuola

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Regolamento UE Privacy: arrivano le prime indicazioni per le scuole

da La Tecnica della Scuola

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