Né apertura GaE, né concorso. Immissione subito con 36 mesi di servizio!

I recenti (mis)fatti parlamentari, con l’approvazione in Senato di un emendamento che riaprirebbe le GaE per le diplomate magistrali e gli ITP – approvazione definita un errore dal governo e che probabilmente prelude a una sua bocciatura alla Camera – hanno scatenato molto clamore e riacceso le aspettative di migliaia di precari, per molti dei quali questa possibilità rappresenta ancora la speranza di immissione in ruolo. Come Unione Sindacale di Base Scuola abbiamo sempre detto che le GaE fossero un sistema controllabile e trasparente, forse uno dei sistemi meno dannosi possibili. Non abbiamo però mai mancato di affermare come le graduatorie ad esaurimento rappresentassero, allo stesso tempo, un sistema che ha alimentato lo sfruttamento decennale del lavoro precario. Le graduatorie ad esaurimento non sono e non possono essere la soluzione, per esaurirle (almeno in buona parte) è stata necessaria la scellerata legge 107 e un algoritmo che ha trasformato in precari di ruolo tantissimi che erano in GaE da più di venti anni. Riaprire le GaE non risolverebbe il problema degli attuali precari, ai quali diversi sindacati ricorsifici vendono fumo da anni e spillano soldi inutilmente. Restare inseriti in GaE dieci, quindici anni prima di entrare di ruolo non ha assolutamente senso, ancor meno per chi ha alle spalle un precariato già decennale.

USB scuola da sempre rivendica nelle proprie piattaforme di sciopero e di mobilitazione la necessità di un adeguamento dell’organico di diritto all’organico di fatto, l’aumento degli organici in base alle necessità reali, l’effettiva applicazione del tempo pieno e prolungato in tutt’Italia, la diminuzione del numero degli alunni per classe al fine di creare le condizioni per qualunque precario della scuola docente e ATA, maestro o professore, diplomata magistrale o TFA, di essere assunto dopo 36 mesi di servizio, senza alcuna altra trafila attraverso l’inferno delle GaE o inutili concorsi riservati.

Invitiamo tutti i coordinamenti precari, tutti i movimenti e le associazioni, tutti i colleghi a riflettere sui meccanismi di speculazione e strumentalizzazione, perché occorre cominciare a leggere tra le righe delle promesse sindacali e dei tentativi di correzione di problemi stratificati nel corso dei decenni, che vedranno a breve centinaia di migliaia di docenti coinvolti in nuove procedure concorsuali e nuove mobilitazioni.

È necessario ricominciare una lotta che riguardi la riqualificazione e il reinvestimento a 360° nella Scuola Pubblica e Statale, all’interno della quale soltanto è possibile rivendicare assunzioni e stabilizzazioni per tutti i lavoratori della scuola. Lotta che non può prescindere dalla presa di coscienza del ruolo dei diktat europei nei tagli alla scuola e al suo personale e che per USB si aggancia necessariamente alla battaglia per l’eliminazione del pareggio di bilancio in Costituzione e il referendum sui trattati europei.