A. Donate, Il club delle lettere segrete

“Il club delle lettere segrete”, un romanzo di Angeles Duarte,
Universale Economica Feltrinelli, 2018

di Mario Coviello

In un periodo in cui le uniche lettere che riceviamo sono le bollette e le comunicazioni, anche se scritte e più o meno lunghe, avvengono in tempo reale, le catene di lettere mi fanno pensare alle cartoline della mia adolescenza, alle lettere d’amore che ho scritto alla mia donna quando per tredici mesi e mezzo ho fatto il servizio militare a Udine alla caserma “ Cavarzerani”. Quando ho vissuto un luglio indimenticabile a Parigi in un’albergo di quart’ordine.

Invece no: pur non rifiutando la modernità — Sara e Rodolfo, due dei personaggi principali comunicano prevalentemente via chat — “Il club delle lettere segrete” il romanzo di Angeles Donate, Universale Economica Feltrinelli che vi consiglio, è un omaggio all’arte di scrivere le lettere. Uno strumento antichissimo, fragile e potente che dovremmo preservare. Le lettere non sono un semplice mezzo di comunicazione o un esercizio di scrittura, bensì “scampoli di vita” che vanno trattati con rispetto, in grado di trasmettere emozioni, dare conforto nei momenti di tristezza, esprimere amore.

L’inverno è arrivato a Porvenir, e ha portato con sé cattive notizie: per mancanza di lettere, l’ufficio postale sta per chiudere e tutto il personale verrà trasferito altrove. Sms, email e whatsapp hanno avuto la meglio persino in questo paesino arroccato tra le montagne. Sara,40 anni, abbandonata dal marito e con tre figli, l’unica postina della zona, è nata e cresciuta a Porvenir e passa molto tempo con la sua vicina Rosa, un’arzilla ottantenne che farebbe qualsiasi cosa pur di non separarsi da lei e risparmiarle un dispiacere. Ma cosa può inventarsi Rosa per evitare che la vita di una delle persone che le stanno più a cuore venga completamente stravolta?

Forse potrebbe scrivere una lettera che rimanda da ben sessant’anni e invitare la persona che la riceverà a fare altrettanto, scrivendo a sua volta a qualcuno. La lettera di Rosa si conclude con la raccomandazione di aiutare Sara. “Come? Semplice, come ho fatto io: scrivi una lettera. Non importa se è lunga o corta, né che sia scritta bene o male. Mandala ad un’altra donna in paese, perché di sicuro lei potrà capire quanto è difficile crescere i figli lontano da casa propria. Anche se non la conosci, condividi con lei pochi minuti della tua vita. Formiamo una catena di parole talmente lunga da arrivare fino in città, e talmente forte che nessuno la potrà spezzare. “ (p. 25)

Pian piano, quel piccolo gesto darà il via a una catena epistolare che coinvolgerà una giovane poetessa decisa a fondare un bookclub nella biblioteca locale, una donna delle pulizie peruviana, la solitaria operatrice di una chat e tanti altri, rimettendo improvvisamente in moto il lavoro di Sara e creando non poco trambusto tra gli abitanti del piccolo borgo. Perché — come ben sanno tutti quelli che sobbalzano davanti alla casella della posta e affondano il naso nella carta per sentirne il profumo — una lettera tira l’altra, come un bacio. E può cambiare il mondo.

Nel romanzo “Il club delle lettere segrete” troverete anche molto sull’amicizia e la virtù preziosa e intrinseca che essa apporta pure tra persone di età lontane, oltre che il valore benefico del ritorno nei luoghi felici dell’infanzia. E ancora le vicissitudini di una poetessa di fama mondiale in incognito a Porvenir perchè da tre anni non riesce a scrivere un solo verso, la creazione del primo book-club locale e l’inizio di due belle storie d’amore, una frutto di seconde possibilità, e quindi ancor più portatrice di speranza.

Di sicuro “Il club delle lettere segrete” è un’ode e un incitamento alla scrittura vecchia maniera, quella con carta e penna .

Tre aggettivi mi vengono in mente per descrivere questo libro: particolare, divertente, commovente. La scrittrice è attenta a non demonizzare la nuova tecnologia e i suoi progressi, e celebra la magia della lettera scritta, l’incanto del foglio bianco che via via si riempie di parole che ci vengono da dentro, lo stupore un po’ infantile che vive il destinatario quando si vede arrivare la busta inaspettata.

Angeles Donate con questa trama riesce a far capire l’immenso potere della comunicazione scritta fra le persone, purchè si tratti di comunicazione vera e sincera, non di parole di “business”, pubblicità o altro. La scrittura consente di far chiarezza verso sé stessi, è la molla per chiarire e raccontare quello che di noi è rimasto invisibile, nascosto, chiuso dentro le facciate e le maschere di ogni giorno. Una lettera, sembra dirci la scrittrice, è molto più di una serie di informazioni: una lettera è l’anima che si esprime, è un disegno di idee, un seme di rinnovamento.

È questo un romanzo che parla di solidarietà, amore, responsabilità e rinascita. Di chi è partito, di chi è rimasto e di chi ritorna.

“Ma invece di scrivere la terza riga, la penna si è animata di vita propria…Le dita non obbediscono più a te, ma alla penna. Corrono leggere e tu diventi un mero spettatore che può solo leggere la scia che lasciano sulla carta”.

Ángeles Doñate è nata a Barcellona, dove vive. Ha studiato giornalismo, collabora con varie riviste e quotidiani e si occupa di comunicazione in ambito sociale. Ha scritto saggi e un libro di viaggio. Feltrinelli ha pubblicato Il club delle lettere segrete (2015) e La posta del cuore della señorita Leo (2018).