Nuovi criteri per i fondi dedicati all’assistenza degli alunni con disabilita’

Superando.it del 06-09-2018

Nuovi criteri per i fondi dedicati all’assistenza degli alunni con disabilita’

Restano invariati (75 milioni) i fondi nazionali a supporto delle spese di Regioni e Città Metropolitane, per i servizi di assistenza agli alunni con disabilità. Cambiano però i criteri di ripartizione (riguardanti le sole Regioni a Statuto Ordinario), guardando molto più agli alunni con disabilità iscritti che non alla spesa media sostenuta in passato dalle scuole. «Bene – secondo Vincenzo Falabella, presidente della FISH – che il decreto di riparto sia giunto prima dell’inizio della scuola, il problema è se e come le Regioni e gli Enti Locali si sono organizzati».

Il nuovo anno scolastico sta per partire con significative novità rispetto alle risorse assegnate alle Regioni a Statuto Ordinario, che a loro volta le ripartiranno a Province e Città Metropolitane, per far fronte alle spese relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali.
Complessivamente si tratta sempre di 75 milioni di fondi nazionali, per supportare le spese che da qualche anno – dopo la soppressione delle Province – sono a carico di Regioni e Città metropolitane, per servizi necessari a garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità. In particolare, si tratta di organizzare il servizio di trasporto degli alunni con disabilità delle scuole secondarie superiori e gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione personale agli alunni con disabilità fisiche o sensoriali.
Se tuttavia la cifra è rimasta invariata, sono però cambiati i criteri di ripartizione. Nel 2015, infatti, le risorse (15 milioni) erano state ripartite in base alla sola “spesa storica”, ovvero la spesa media sostenuta dalle Province per le medesime funzioni nel triennio 2012-2014; nel 2016 il 60% delle risorse (70 milioni) era stato ripartito sulla base del numero degli alunni con disabilità nelle scuole superiori di ciascuna Provincia e il 40% sulla spesa storica; lo scorso anno, infine, i 75 milioni erano stati divisi per il 70% in base al numero degli alunni con disabilità iscritti nelle scuole superiori e per il 30% in base alla spesa storica. Quest’anno, invece, le percentuali sono diventate dell’80% in base al numero di alunni iscritti e del 20% in base alla spesa storica. Restano escluse le Regioni a Statuto Speciale.

Alcune conseguenze? A Roma ci saranno 872.000 euro in meno, Napoli ne guadagnerà 400.000. Lodi avrà 427.000 euro più dell’anno scorso, Milano ne perderà 347.000 e Brescia 379.000. E ancora, Perugia ne avrà 193.000 in più, Reggio Emilia 250.000.
Nel complesso, a livello regionale, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Toscana vedranno aumentare significativamente le risorse disponibili: +879.000 euro in Toscana, +861.000 euro in Emilia Romagna, +357.000 euro in Campania, +309.000 in Puglia. La Lombardia invece perderà nel complesso 1.159.000 euro, il Lazio starà a -869.000, il Piemonte a -426.000 euro.

Nel 2016 Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aveva evidenziato come «fissare il riparto sulla base della spesa storica» fosse «un atto miope, non equo e discriminatorio» [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Oggi lo stesso Falabella dichiara che «il maggior peso del numero degli alunni iscritti va nella direzione di una maggiore equità», sottolineando che in precedenza «Regioni con numeri analoghi di alunni con disabilità iscritti venivano penalizzate da una spesa che in passato era stata non adeguata». Il Presidente della FISH, però, ricorda anche che i 75 milioni di euro stanziati dal Governo sono «lontani dai 112 della spesa storica annua documentata», in riferimento al triennio 2012-2014.

All’atto dell’intesa sul riparto, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Giovanni Toti ha dichiarato: «Abbiamo chiesto al Governo di far diventare strutturale questo fondo e di incrementarlo fino al raggiungimento del fabbisogno che l’Esecutivo stesso ha stimato pari a 112 milioni».
La Conferenza Unificata ha dato il sostanziale via libera al riparto nella seduta del 1° agosto scorso, nell’ottica di dare certezze alle Regioni prima dell’avvio dell’anno scolastico, benché vada fatta registrare anche una “mancata intesa”: «Le Regioni a Statuto Speciale – ha spiegato infatti Toti – hanno manifestato il proprio dissenso per il fatto di non essere state incluse nella ripartizione. Le Regioni a Statuto Ordinario hanno però concordato all’unanimità e proposto appunto al Governo una ripartizione delle risorse per l’80% attribuita in base al numero degli alunni con disabilità iscritti nelle scuole secondarie di secondo grado e per il 20 % basata sulla spesa media del periodo 2012-2014».

«È positivo – commenta in conclusione Falabella – che il decreto di riparto sia giunto prima dell’inizio della scuola, il problema è se e come le Regioni e gli Enti Locali si sono organizzati, perché ci sono ancora problemi su questo fronte». (Sara De Carli)

Sottoscritto il CCNL 2016-2018 del Comparto istruzione e ricerca

Lo Snals-Confsal ha sottoscritto il CCNL 2016-2018 del Comparto istruzione e ricerca.

 

Il Consiglio nazionale dello Snals, nel corso di un ampio dibattito che ha visto la presenza anche di tutti i responsabili territoriali provinciali e regionali

  • pur  confermando  la posizione fortemente critica sul testo del contratto che ritiene lesivo di diritti, carente nella parte normativa e insoddisfacente nella parte economica;

  • denunciando  le opinabili interpretazioni normative che hanno determinato la pesante compressione delle prerogative sindacali attraverso l’esclusione dai tavoli relativi a tematiche complesse e delicate, tra le quali sanzioni disciplinari, mobilità, ordinamenti professionali e tutte le materie di contrattazioni integrativa, confronto ed informativa, impedendo, di fatto, allo Snals l’esercizio della rappresentatività;

  • ritenendo indispensabile e doveroso assicurare la tutela dei propri  iscritti, delle RSU,  e dei lavoratori tutti in un momento particolarmente difficile delle relazioni sindacali;

ha deliberato la sottoscrizione del contratto con firma di adesione critica accompagnata da una dura nota a verbale.

La sottoscrizione è stata condivisa dalla Confederazione generale Confsal.

Il Segretario Generale
Elvira Serafini


INVALSi: positivo il rinvio di un anno delle prove come requisito d’accesso agli esami di Stato

INVALSi: positivo il rinvio di un anno delle prove come requisito d’accesso agli esami di Stato. Ora attendiamo che si riapra una riflessione sulla valutazione e sulle sue finalità

In pochi giorni l’INVALSI ha pubblicato non solo le tempistiche delle prossime somministrazioni, ma anche i quadri di riferimento che, nel caso degli esami di stato, costituiscono requisito di ammissione all’esame e allo stesso tempo integrano il quadro delle competenze in uscita. Apprendiamo che i relatori della I e V Commissione della Camera hanno presentato un emendamento al Milleproroghe che rinvia di un anno l’obbligo della prova INVALSI per l’esame di stato del secondo ciclo.

Consideriamo positivo questo slittamento, ma riteniamo

debba essere finalizzato alla ormai improrogabile apertura di una riflessione pubblica sulle modalità e sulle finalità dei processi di valutazione. 

 
I processi valutativi non possono in alcun modo espropriare le scuole delle loro funzioni fondamentali e tantomeno essere utilizzati per costruire classifiche, ma piuttosto

devono produrre dati utili a fare scelte politiche che devono competere al Ministero. Ci attendevamo infatti, e ci attendiamo, un intervento del MIUR, che non può lasciare correre questa importante questione come se fosse una semplice faccenda burocratica.


Del resto il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, in un suo recente parere, aveva chiesto un generale ripensamento del sistema valutativo e delle prove stabilite dall’Istituto nazionale per la valutazione.

E’ necessario riaprire un confronto su questo modello, tenendo conto dei processi di insegnamento e di apprendimento di cui la valutazione è parte integrante e di cui unici protagonisti sono docenti e allievi con i quali, per l’ennesima volta, non si è cercato alcun dialogo.

Edilizia scolastica: intesa in Conferenza unificata


Scuola, Bussetti: “Svolta sull’edilizia scolastica, tempi più rapidi per assegnare le risorse agli Enti locali. Sblocchiamo subito oltre 1 miliardo”

(Giovedì, 06 settembre 2018) Scuola, Bussetti: “Svolta sull’edilizia scolastica, tempi più rapidi per assegnare le risorse agli Enti locali. Sblocchiamo subito oltre 1 miliardo”.

Siglata l’intesa in Conferenza Unificata

Tempi più rapidi per l’assegnazione agli Enti locali delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole, con meno decreti e atti ministeriali da produrre. Pagamenti diretti agli Enti beneficiari dei finanziamenti, senza passaggi intermedi. Concentrazione degli stanziamenti destinati all’edilizia sul Fondo per la programmazione triennale degli interventi, con un conseguente ulteriore snellimento delle fasi di assegnazione delle risorse. Aggiornamento in tempo reale e miglioramento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo a breve di pubblicazione in chiaro dei dati, per una maggiore trasparenza e velocità nell’individuazione degli interventi prioritari. Previsione di risorse per la progettazione a sostegno degli Enti locali.

Sono le novità in materia di sicurezza ed edilizia delle scuole contenute nell’Accordo promosso dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, in collaborazione con la responsabile per gli Affari Regionali, Erika Stefani, siglato oggi in Conferenza Unificata.

“Si tratta di una svolta, di un traguardo importante – sottolinea il Ministro – frutto di una collaborazione fra più Istituzioni che mette al centro la sicurezza dei nostri ragazzi. Dobbiamo essere molto soddisfatti dell’Accordo raggiunto. Ringrazio il Ministro Stefani, i rappresentanti di Regioni ed Enti locali per il lavoro svolto in queste settimane in collaborazione con il MIUR. L’accordo di oggi è un esempio concreto di come si fa sistema. E voglio ribadire che l’edilizia scolastica è una priorità di questo Governo”.

Con l’Accordo siglato oggi “Avremo più trasparenza, efficienza e un miglioramento della governance delle risorse. Dopo anni di procedure lunghe e farraginose, abbiamo definito un sistema semplificato che consentirà di ridurre notevolmente i tempi per l’assegnazione delle risorse e, dunque, per rendere le nostre scuole più sicure. Sbloccheremo subito il primo miliardo per l’antisismica. Nelle prossime ore daremo il via libera alla programmazione triennale 2018/2020. Con l’accordo di oggi, abbiamo definito anche, una volta per tutte, i criteri di riparto a livello regionale delle risorse, con un’attenzione particolare alle zone sismiche: saranno utilizzati ogni volta che ci sono fondi da assegnare, senza dover più predisporre decreti diversi per ciascun finanziamento – prosegue il Ministro -. Stiamo davvero cambiando il sistema: non vogliamo mai più risorse che restano ferme per troppo tempo, lasciando gli Enti locali in attesa e nell’impossibilità di mettere in sicurezza le nostre scuole”.

L’Accordo prevede anche il rilancio dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica del MIUR prevedendo il monitoraggio e il coordinamento degli impegni previsti dall’accordo.

“La scuola – chiude il Ministro – è per i nostri ragazzi una seconda casa. Devono potersi sentire protetti al suo interno. Prendiamo anche un impegno: continueremo a cercare risorse da investire sull’edilizia scolastica, già a partire dalla prossima legge di bilancio. Mantenendo il nostro metodo di lavoro che si basa su una stretta e costante collaborazione con tutti gli attori in campo”.

DdL Lotta alla Corruzione in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 6 settembre, ha approvato un disegno di legge contenente nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione.


LOTTA ALLA CORRUZIONE

Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato un disegno di legge che introduce nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione.

La prima parte del testo, in particolare, apporta modifiche alle norme che disciplinano la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ed è finalizzato a potenziare l’attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione.

In sintonia con alcune raccomandazioni provenienti dal Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il disegno di legge prevede:

  • l’innalzamento delle pene per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione, con il minimo della pena che passa da uno a tre anni e il massimo da sei a otto anni di reclusione;
  • l’introduzione del divieto, per i condannati per reati di corruzione di contrattare con la pubblica amministrazione (cosiddetto “Daspo per i corrotti”) da un minimo di 5 fino a una interdizione a vita, non revocabile per almeno 12 anni neppure in caso di riabilitazione;
  • la possibilità di utilizzare anche per i reati di corruzione la figura dell’Agente sotto copertura;
  • l’introduzione di sconti di pena e di una speciale clausola di non punibilità per chi denuncia volontariamente e fornisce indicazioni utili per assicurare la prova del reato e individuare eventuali responsabili;
  • la confisca dei beni anche nel caso di amnistia o prescrizione intervenuta in gradi successivi al primo.

Il testo prevede, inoltre, l’assorbimento nella fattispecie del “traffico di influenze illecite” anche della ipotesi di “millantato credito”.

Vi è poi una seconda parte del testo che reca nuove norme in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici, volte a rendere in ogni caso palese al pubblico e sempre tracciabile la provenienza di tutti i finanziamenti ai partiti politici e altresì alle associazioni e fondazioni politiche nonché ad analoghi comitati e organismi pluripersonali privati di qualsiasi natura e qualificazione.