La scuola deve insegnare a imparare

da Il Sole 24 Ore

La scuola deve insegnare a imparare

di Gianni Brugnoli

Caro Direttore,

in questi giorni si torna in classe. Ricominciano le fatiche di studenti e insegnanti: compiti, lezioni, interrogazioni, attività di alternanza. Da imprenditore e padre di famiglia, al di là della delega al capitale umano che ricopro in Confindustria, viene del tutto naturale interrogarmi sul ruolo che la scuola ha oggi, in un momento storico così delicato. E confesso una certa apprensione che sento di dover condividere, ma anche la profonda convinzione che la scuola, per crescere, debba tornare stabilmente al centro del dibattito. Per questo è imprescindibile parlarne.

Il cambiamento costante, tecnologico e sociale, è ormai un destino irreversibile. La scuola italiana è chiamata a farci i conti: è suo preciso dovere fornire alle nuove generazioni gli strumenti per affrontare un futuro sempre più incerto con la necessaria dose di fiducia. Sono due le sfide che intravedo: una si chiama cittadinanza, l’altra si chiama lavoro. Due facce della stessa medaglia.

La sfida della cittadinanza è preparare i giovani affinché siano protagonisti e non comparse di una democrazia che sta mostrando tutte le sue debolezze, in Italia come in Europa. Cittadini consapevoli davanti a problemi che sembrano insormontabili: migrazione, proibizionismo, fake news, debito pubblico e tanto altro. Come risponde la scuola a tutto questo? Quali sono gli strumenti di discernimento che offre? Aiuta i giovani a costruire una società migliore rispetto a quella che stiamo loro lasciando?

Ma c’è una sfida che è ancora più urgente: quella del lavoro. Perché, e ce lo ricorda il primo articolo della nostra Costituzione, non c’è cittadinanza senza lavoro. Come si preparano le nuove generazioni a un lavoro che ogni giorno cambia? Come si convincono i giovani a stare anni e anni in classe se le loro competenze, senza aggiornamento, dureranno pochi mesi? Come si spiega a un nativo digitale che le nuove tecnologie servono a produrre e non soltanto a consumare? Sono domande inevitabili davanti a mutamenti inevitabili. Le macchine diventano più brave di noi in tutto, corrono e non si stancano, e questo ci toglie sicurezza più che farci intravedere opportunità.

La scuola può e deve dare risposte, andando oltre l’aula, aprendosi all’impresa e a tutto ciò che di buono c’è nella rivoluzione tecnologica. Abbiamo bisogno della Scuola. Punto. Perché solo la scuola può fare una cosa che nessun altra istituzione può fare: insegnare a imparare.

Il nostro sistema scolastico deve sviluppare nei giovani l’attitudine fondamentale ad apprendere costantemente, allenare coscienze vive e critiche, garantire la padronanza attiva e consapevole dei linguaggi 4.0 che significa padronanza delle tecnologie e non asservimento passivo e irresponsabile. Abituare i giovani a riflettere, ragionare, intraprendere.

Se la scuola del maestro Manzi insegnava a leggere, scrivere e far di conto, la scuola 4.0 deve insegnare a leggere digitale (analizzare i dati), scrivere digitale (programmare sui dati), far di conto digitale (sviluppare dai dati). Ma oltre ad aggiornare una missione serve rinnovare la visione: pensare e progettare una scuola che non scarichi addosso agli studenti nozioni su nozioni ma li accompagni e orienti in un mondo sempre più complesso mostrandone le logiche, anticipandone i progressi, spiegandone gli eccessi.

Proprio per questo la scuola italiana non può permettersi nessuna autoreferenzialità. O, meno che mai, essere lasciata a se stessa. L’augurio è che diventi – nei fatti – un bene pubblico che tutti abbiamo il dovere di tutelare, proteggere, innovare. E le imprese sono pronte a fare la loro parte.

Vicepresidente di Confindustriaper il Capitale umano

Progetto studenti-atleti, la sperimentazione coinvolge quasi 3mila

da Il Sole 24 Ore

Progetto studenti-atleti, la sperimentazione coinvolge quasi 3mila
di Cl. T.

Crescono i numeri della sperimentazione didattica “Studenti-Atleti” promossa dal ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Coni, la Lega Serie A e il Comitato italiano paralimpico che permette agli studenti impegnati nello sport agonistico di coniugare meglio sport e studio, rimanendo al passo con i compagni. Già oltre 1500 studenti in 396 istituti in tutti Italia sono coinvolti dalla sperimentazione che in quest’anno scolastico che sta partendo viene consolidato e ampliato, arrivando a coinvolgere quasi 3 mila studenti.

L’iniziativa
Il titolare del Miur, Marco Bussetti, ha infatti deciso l’allargamento della platea alle ragazze e ai ragazzi di sport individuali e in squadra, professionistici e non: ci saranno maggiori opportunità quindi per chi gioca a pallavolo, calcio, basket, atletica, sport acquatici etc, per oltre 70 discipline sportive praticate. La sperimentazione, arrivata alla terza edizione, consente a chi va a scuola e fa sport ad alto livello di avere percorsi di studio personalizzati e seguire le lezioni anche a distanza nei momenti di maggiore impegno sportivo. I numeri sono già triplicati rispetto all’anno 2016-2017. A fare la parte del leone è il Lazio con 304 studenti atleti e la Lombardia con 282 provenienti da 87 scuole.

«Oggi c’è una forte presa d’atto di questo problema, con la dimostrazione di grande sensibilità da parte del ministero», ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Grazie, ministro: si capisce che sai bene di cosa si parla. L’Italia – ha concluso Malagò – ha due ferite da sanare; una è che la nostra Costituzione non ha pensato a scrivere la parola sport. È un fatto grave». Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti Simona Quadarella, diciannovenne campionessa di nuoto, Marco Fichera, spadista e già campione mondiale a squadre under 17 a Singapore nel 2010 e gli studenti atleti del Liceo Scientifico Salvini di Roma e Nitti di Napoli.

Scuola, crescono gli studenti figli di stranieri: 30mila in più

da la Repubblica

Scuola, crescono gli studenti figli di stranieri: 30mila in più

I tecnici del Miur prevedono un aumento del 4% nell’anno scolastico appena iniziato. L’incremento è maggiore al Nord (+9%) rispetto al Centro (2,6%)

Salvo Intravaia

Senza alunni stranieri, la popolazione scolastica in Italia sarebbe diminuita. Anche nelle regioni settentrionali che da diversi anni assistono ad un continuo incremento di studenti e scolari, di classi e di cattedre per docenti di ruolo e precari in cerca di un lavoro. È quello che emerge dagli ultimi dati pubblicati dal ministero dell’Istruzione in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico. Nell’annuale report con i principali numeri del 2018/2019, i tecnici del Miur prevedono rispetto allo scorso anno un incremento di 30mila unità di bambini e studenti figli di stranieri nelle aule nostrane. Un piccolo boom del 4 per cento che archivia lo stallo verificatosi un paio di anni fa e che alimenta la discussione intorno alla politica del governo Lega-M5S in termini di immigrazione.

Cosa sarebbe accaduto nel nostro Paese se dalle aule scolastiche fossero spariti di botto in un quinquennio tutti gli alunni non italiani? Nelle regioni settentrionali, i soli alunni autoctoni non sarebbero stati in grado di tenere il ritmo di crescita della popolazione scolastica degli ultimi anni. Anzi, si sarebbero impoverite le classi di ben 30mila unità, facendo registrare un calo complessivo degli alunni pari all’1,1 per cento. Con le conseguenze che ne derivano in termini di occupazione: meno alunni, meno posti per tutti. Un trend con cui fanno i conti ormai da decenni i dirigenti scolastici e i supplenti meridionali, costretti ad emigrare al Nord per coronare il sogno della cattedra.

Il calo degli alunni che si sarebbe registrato al Nord, in assenza di stranieri, sarebbe stato addirittura più consistente dell’analogo trend nelle regioni centrali. Dove una diminuzione degli alunni ci sarebbe stata sì, ma di “sole” 10mila unità, pari allo 0,8 per cento della popolazione scolastica totale. Un decremento compensato, al Centro, da un opposto aumento di presenza straniera pari al 2,6 per cento. Che al Nord sfiora addirittura il 9 per cento. E “salva” dalla disoccupazione centinaia di aspiranti maestri e professori, destinati altrimenti ad attendere anni prima di essere assunti. L’apporto degli alunni censiti come non italiani passa anche per le leggi che attribuiscono la cittadinanza ai nuovi nati sul suolo italiano: lo ius sanguinis. Perché, se in Italia vigesse lo ius soli, la presenza straniera nelle classi si dimezzerebbe di botto.

Bonus merito docenti, quando saranno assegnate le risorse

da Orizzontescuola

Bonus merito docenti, quando saranno assegnate le risorse

di redazione

Il Miur ha inviato alle scuole la nota n. 17995 del 13 settembre 2018, avente per oggetto “A.F. 2018  – Fondo per la valorizzazione del merito del personale docente – Chiarimenti”.

Quando saranno assegnate le risorse

Il Miur, relativamente all’assegnazione sui POS  delle scuole delle risorse finanziarie riguardanti il “Fondo per la valorizzazione del merito del personale docente” (piano gestionale 13), comunica che le somme saranno rese disponibili non appena il Ministero dell’Economia e delle Finanze completerà l’iter di assegnazione sui pertinenti capitoli di bilancio di questo Dicastero.

La procedura di variazione, nell’ambito del predetto iter di assegnazione, riguarda sia le risorse ritirate a fine esercizio finanziario 2017 dai POS delle scuole, sia quelle comunicate recentemente e riguardanti l’anno scolastico 2017-2018.

Il 12 settembre u.s., come riferito, si è svolto l’incontro Miur-sindacati sul concorso DSGA

da Orizzontescuola

Il 12 settembre u.s., come riferito, si è svolto l’incontro Miur-sindacati sul concorso DSGA. 

Posti

I posti chiesti al Mef dal Miur sono pari a 2004, il 10% dei quali dovrebbe essere riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione in possesso dei requisiti indicati nella scorsa legge di Bilancio.

La succitata percentuale è ritenuta insufficiente dai sindacati, che hanno chiesto un concorso riservato ai soli facenti funzione.

No dell’Amministrazione

Il Miur, come ha riferito la Flc Cgil, ha sostenuto l’impossibilità a svolgere un concorso riservato ai soli assistenti amministrativi facenti funzione.

Per i requisiti necessari per la partecipazione al concorso clicca qui

Concorso dirigente scolastico: elenco sedi pubblicate entro 3 ottobre

da Orizzontescuola

Concorso dirigente scolastico: elenco sedi pubblicate entro 3 ottobre
di redazione

Il concorso a dirigente scolastico si svolgerà il 18 ottobre alle ore 10, come indicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri, 14 settembre.
Elenco sedi: quando
L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, analogamente alla prova preselettiva, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, sara’ comunicato entro il 3 ottobre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero www.miur.gov.it
Il MIUR ha poi approntato un apposito spazio per trovare tutte le informazioni, dal titolo «Il corso-concorso dirigenti scolastici», che si trova sull’home page del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca (www.miur.gov.it).

Le spese scolastiche si possono detrarre, ma non tutti lo sanno

da La Tecnica della Scuola

Le spese scolastiche si possono detrarre, ma non tutti lo sanno

Di Pasquale Almirante

Una ricerca della Doxa ha evidenziato che il 41% degli italiani non sa di poter detrarre il 19% delle spese per la scuola dei figli, mentre l’8% sceglie consapevolmente di non approfittarne. La detrazione è applicabile -si legge su Adnkrons- a una spesa massima di 717 euro e chi ne può usufruire sono oltre 8 milioni di studenti di ogni ordine e grado.
Il Nord Ovest ha le spese più elevate
Nel Nord Ovest si registrano le spese più elevate: 698 euro contro i 540 dell’Italia meridionale e insulare. Gli esborsi aumentano soprattutto per le famiglie con almeno due figli in età scolare: se le coppie con un solo figlio spendono in media 458 euro, quelle più numerose (due o più figli) dovranno spendere mediamente 686 euro.
Il 57% farà ricorso al reddito attuale, mentre il 38% utilizzerà risparmi accantonati e aiuti esterni quali borse di studio, aiuto da parte di parenti/amici, prestiti o finanziamenti. I numeri sono in linea con quelli dello scorso anno.

Meno richiesta di usato
Rispetto allo scorso anno –riporta l’agenzia giornalistica- calano gli italiani che per risparmiare sulle spese legate alla scuola dei figli ricorrono all’usato: sono il 59% contro il 73% rilevato nel 2017.
Stabile la ricerca su internet
Rimane pressoché stabile il dato di coloro che cercano su Internet libri e accessori scolastici (74%). Libri/dizionari e accessori di cancelleria si confermano le voci di spesa scolastica che più incidono sul bilancio familiare. Libri e dizionari rappresentano l’esborso maggiore per il 65% degli intervistati con figli in età scolare (dato in calo rispetto al 2017 quando aveva raggiunto il 70%). Segue la cancelleria che si riporta ai valori del 2016 (43% in crescita rispetto al 36% dello scorso anno) e i trasporti (20%, in calo rispetto al 26% rilevato negli ultimi due anni).

Sessione Straordinaria Esami di Stato

Il DM 533/18 stabilisce il seguente calendario per la sessione straordinaria degli Esami di Stato:

17 settembre Insediamento delle commissioni, nella stessa composizione in cui hanno operato nella sessione ordinaria
18 settembre
  • Prima Prova Scritta
  • Terza Prova Scritta per i candidati che non devono sostenere le prime due prove scritte
  • Colloquio per i candidati che non devono sostenere alcuna prova scritta
20 settembre
  • Seconda Prova Scritta
24 settembre
  • Terza Prova Scritta
26 settembre
  • Quarta Prova Scritta
Dopo la correzione delle prove scritte
  • Colloquio

Manuale per la gestione delle certificazioni FSE a Costi Standard: pubblicata la seconda versione – settembre 2018

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento 2014-2020”. Fondo Sociale Europeo (FSE).
Pubblicazione del “Manuale certificazioni FSE a Costi Standard – SIF 2020 (2^ versione)”.

Prot. 25426 del 17.09.2018

“Tutti a Scuola”

Si svolge lunedì 17 settembre, nel cortile dell’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri ‘G. Cerboni’ di Portoferraio, sull’Isola d’Elba, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico “Tutti a Scuola”.

All’evento partecipano il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti. In platea quasi 1.000 studenti provenienti da tutta Italia, insieme a personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo.

La cerimonia viene trasmessa in diretta su Rai Uno dalle ore 16.30 alle ore 18.40, circa. E sarà rilanciata attraverso i canali social del Ministero con l’hashtag #Tuttiascuola.


Mattarella: «La scuola è l’oggi che prepara il domani, è un patrimonio comune e come tale va curato»

Si è svolta, presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Giuseppe Cerboni” di Portoferraio sull’isola d’Elba, la tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2018/2019 “Tutti a Scuola”, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.

Hanno partecipato alla manifestazione circa mille studenti provenienti da tutta Italia insieme ai loro docenti e protagonisti del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo.

La cerimonia, condotta da Claudia Gerini e Flavio Insinna, è stata trasmessa in diretta su Rai Uno.

Le scuole che hanno preso parte all’evento sono state selezionate per i progetti presentati nell’ambito di un concorso bandito dal MIUR. Otto gli istituti che hanno animato la festa sul palco con esibizioni dedicate ai temi dell’ecologia e della sostenibilità ambientale, dell’integrazione, dell’intercultura, della legalità.

Ad accogliere il Presidente Mattarella e il Ministro Bussetti, è stata l’esibizione musicale dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli” di Portoferraio. L’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Giuseppe Cerboni” di Portoferraio ha partecipato con un video sul tema della sostenibilità e dell’ecologia. “La scuola rende liberi” è la canzone con cui si è esibito il Circolo Didattico 2 di Acerra (Napoli). Una canzone anche per l’Istituto Comprensivo “Eugenio Donadoni” di Sarnico (Bergamo) realizzata nell’ambito del progetto “Intercultura, sì grazie”. L’intercultura è il tema scelto dal Liceo Scientifico Statale “Enrico Medi” di Senigallia (Ancona) con un balletto ispirato al film di Tim Burton “Edward mani di forbice”. Il terzo Circolo Didattico “Riccardo Cotugno” di Andria (Barletta) è stato protagonista con il canto coreografato “L’ago nel pagliaio”, mentre la Scuola Secondaria di I grado “Ettore Pais” di Olbia con il balletto “Suoniamo il nostro corpo”.

Sul palco l’attrice Paola Cortellesi, con un monologo sul bullismo, e i cantanti Lorenzo Baglioni e Fabrizio Moro.

Tra gli ospiti del mondo sportivo, la nuotatrice Simona Quadarella, Maria Navarria, oro nella spada individuale ai mondiali di scherma di quest’anno in Cina, il velocista Filippo Tortu, gli schermidori Giorgio Avola, Daniele Garozzo e Alessio Foconi, l’atleta olimpico di bob, Francesco Costa. Per gli sport paralimpici, tre nuotatori campioni mondiali – Simone Barlaam, Carlotta Gilli, Antonio Fantin – e Riccardo Bagaini, bronzo negli ultimi Europei di atletica nei 200 metri. Ad accompagnare gli atleti, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli.


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2018/2019

Isola d’Elba, 17/09/2018

Rivolgo a tutti un saluto di grande cordialità, al Ministro, che ringrazio per le sue parole, al Presidente della Regione, al Presidente della Provincia, a tutte le autorità, al Sindaco di Portoferraio e ai sindaci degli altri sei comuni dell’isola e – attraverso loro – a tutti i concittadini.

Vorrei salutare e ringraziare la Preside Battaglini che ci ospita in questa splendida scuola e l’Istituto ‘Giuseppe Cerboni’. Un saluto particolare a tutte le scuole dell’isola dell’Elba.

Ma il saluto principale – mi sarà consentito – è per gli studenti e per gli scolari.

Siete giunti qui da tutta Italia, bambini della scuola d’infanzia e della scuola primaria insieme ai ragazzi delle medie e ai giovani delle superiori.

La vostra presenza, la vostra partecipazione, trasmettono un’immagine e una carica di fiducia e di speranza. Desidero salutarvi con grande affetto. Voi siete i protagonisti della scuola.

Un cordiale saluto anche ai vostri insegnanti, ai presidi e ai direttori didattici, agli operatori della scuola e dell’amministrazione della pubblica istruzione.

Desidero ricordare Fabrizio Frizzi, che, per molti anni, è stato il conduttore, sensibile ed entusiasta, della festa d’avvio dell’anno scolastico.

Ringrazio Claudia Gerini e Flavio Insinna, che stanno conducendo in maniera brillante questa festa. Ringrazio Paola Cortellesi e tutti gli artisti. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per realizzare questo incontro: il regista e tutto il personale che, nei vari ruoli e attività, combattendo con l’autunno, è riuscito a far realizzare questa splendida cerimonia.

La scuola è un’istituzione cardine dello Stato democratico, ma è anche una comunità educante, che muove dalla vita, dai problemi di ogni giorno, per formare persone libere.

La scuola è l’oggi che prepara il domani. Delle vostre conoscenze, ragazzi, della vostra cultura, anche delle vostre amicizie.

Anche per questo lo studio è un diritto fondamentale della persona, di ogni persona. Assicurare l’istruzione è un dovere inderogabile della Repubblica. Organizzare, e garantire, un sistema formativo adeguato ai tempi è una assoluta priorità politica e istituzionale. Ogni attenzione, ogni risorsa destinata alla scuola e alla ricerca ritorna con gli interessi alla società.

Rendere il sistema scolastico migliore, più forte sul piano culturale e formativo, più aperto alla società e al lavoro, è un compito anzitutto delle istituzioni. Ma a questo impegno tanti sono chiamati a concorrere nella società, tutti in realtà. La scuola è un patrimonio comune e come tale va curato da tutti nel nostro Paese.

La scuola è anche una cartina al tornasole, un barometro della nostra concreta condizione di giustizia, di libertà, di uguaglianza tra le persone.

Settant’anni fa, nel settembre del 1938, la stagione scolastica si apriva con l’espulsione dalla scuola pubblica di tutte le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini ebrei. E con il licenziamento dei professori di origine ebraica. Una legge aveva dato forma a un razzismo di Stato: è una delle pagine più brutte e tristi della nostra storia.

Liliana Segre – come altri – ha ricordato, in questi giorni, il suo trauma di bambina esclusa dalla scuola che era e sentiva propria. La feroce discriminazione subita.

Questa è una lezione che non dobbiamo mai dimenticare. La scuola deve unire e non dividere o segregare. La scuola deve moltiplicare le opportunità, non ridurle. La scuola deve generare amicizia, solidarietà, responsabilità e mai seminare odio, rancore, volontà di sopraffazione, discriminazioni di qualunque genere.

Guardando alla scuola dobbiamo essere consapevoli di limiti e lacune che siamo chiamati a colmare. Nonostante i risultati raggiunti in termini di scolarizzazione, a cominciare dall’accresciuta frequenza alla scuola d’infanzia, abbiamo un numero ancora troppo elevato di ragazzi che desistono dagli studi prima di completare il ciclo delle superiori o addirittura prima di completare quello dell’obbligo: dobbiamo ridurre il più possibile questa emorragia. La dispersione scolastica è un’amputazione civile; e anche una perdita economica per il Paese.

È nostro compito contrastare il circolo vizioso tra povertà economica e povertà educativa. Sappiamo che le condizioni di bisogno o di deprivazione della famiglia d’origine aumentano i rischi di marginalità anche nella scuola. Ed è vero anche l’inverso: la povertà nelle conoscenze moltiplica i pericoli di marginalità da adulti. Ogni sforzo va compiuto per rompere questa spirale. La scuola non può rinunciare a essere un motore di mobilità sociale. Una scuola che funziona bene può aiutare il Paese a togliersi le ingessature. È, questo, un grande traguardo, che corrisponde pienamente ai principi della nostra Costituzione.

Ciò non vuol dire che vada attenuata la cura per i talenti. È possibile tenere insieme l’ampliamento delle opportunità e lo sviluppo delle eccellenze: alle volte può non essere facile ma questa è la sfida. Abbiamo per fortuna tante realtà che raggiungono ottimi standard e sono l’avanguardia del sistema scolastico.

La scuola italiana – si dice spesso – ha i suoi problemi. È vero, ma ha anche grandi qualità, e insegnanti valorosi che dedicano impegno e non risparmiano sacrifici anche quando le condizioni non sono quelle desiderate, come oggi ha ricordato il Ministro.

Una prova di questa qualità sono gli italiani che si fanno strada con successo nelle università di tutto il mondo, che sono parte di prestigiosi gruppi di ricerca, che conseguono premi e riconoscimenti di valore mondiale.

Il più recente è la medaglia Fields assegnata ad Alessio Figalli, giovane docente di matematica a Zurigo. Ne siamo orgogliosi. Il premio è anzitutto un attestato di merito per i suoi studi, per i suoi meriti. Ma è anche un premio alla scuola italiana, capace di far crescere giovani di così grande qualità.

La scuola è animata dalle energie e dalle motivazioni di chi vi studia e di chi vi lavora, con dedizione e spirito di sacrificio: presidi, insegnanti, personale non docente.

Al tempo stesso, però, deve poter contare sulla collaborazione delle famiglie. Condivisione, partecipazione, dialogo, fiducia sono elementi decisivi per consentire alla scuola di raggiungere i suoi obiettivi.

Non possiamo ignorare che qualcosa si è inceppato, che qualche tessuto è stato lacerato nella società. Alcuni gravi episodi di violenza – genitori che hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli – rappresentano un segnale d’allarme che non va sottovalutato.

Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo, il cui rifiuto, come ci è stato efficacemente mostrato poc’anzi, cresce sempre di più nell’animo degli studenti, a scuola e nel web.

Gli strumenti digitali possono amplificare violenze e soprusi, anche in modo drammatico. Ma possono anche aiutarci a combatterli.

Le connessioni digitali sono grandi finestre aperte sul mondo, e sul nostro tempo. Ma esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat.

Sono vicino al profondo dolore della famiglia del giovane Igor Maj per questa morte assurda e crudele. Dobbiamo chiederci che cosa va fatto per evitare tragedie di questo genere. Le fragilità dei nostri giovani devono poter essere accompagnate e sostenute, poste al riparo da insidie gravi, talvolta mortali, veicolate sulla rete. Le famiglie non possono essere lasciate sole in questa opera. La scuola può far molto per aiutarli.

I giovani corrono avanti. Gli adulti, tuttavia, devono cercar di tenere il loro passo e di accompagnarli.

Il web è spazio di libertà e, per definizione, non merita censure. Ma non deve, in alcun modo, trasformarsi in un mondo parallelo e incontrollato in cui succede impunemente di tutto. Una comunità che si rispetti deve saper proteggere i propri giovani da simili insidie. Governo e Parlamento sono chiamati ad affrontare questo problema sociale.

La sicurezza della scuola – lo ripete spesso il ministro Bussetti – presuppone anche la sicurezza dei suoi edifici. E’ un tema di primaria importanza, che impone fermezza e responsabilità a tutte le autorità pubbliche. Le famiglie hanno diritto alla sicurezza e alla tranquillità dei ragazzi.

Il Ministro intende avvalersi del supporto di tecnologia satellitare per realizzare gli interventi di manutenzione, di monitoraggio e di messa in sicurezza: desidero incoraggiarlo. Occorre far presto perché questo non è tema che possa scivolare tra le varie ed eventuali dell’agenda pubblica.

La sicurezza a scuola è un bene indisponibile. A partire, ovviamente, dalla tutela della salute dei bambini e dei ragazzi. Che va assicurata anche attraverso la certezza e la stabilità delle regole.

Da questa bellissima isola, che è un vanto del nostro Paese, voglio inviare un saluto speciale, non soltanto ai bambini e agli studenti di Portoferraio e dell’Elba, ma a tutti coloro che vivono nelle piccole isole, nelle aree interne, nei piccoli centri lontani dalle metropoli. L’Italia è bella e ammirata nel mondo anche perché la sua identità si è formata nella molteplicità dei territori, delle comunità, delle storie.

Tutti i territori, così come tutti i cittadini, fanno parte della Repubblica e hanno gli stessi diritti e fanno fronte agli stessi doveri. Le istituzioni, che chiedono, legittimamente, il rispetto dei doveri, hanno l’onere di assicurare a tutti, ovunque, le stesse opportunità.

Rivolgo un saluto affettuoso agli studenti dei centri colpiti dal terremoto e impegnati nella ricostruzione con passione e speranza. Siamo e saremo, sempre, accanto a loro.

Ho appena incontrato i compagni di scuola dei ragazzi morti nel crollo del ponte di Genova. I banchi vuoti dei loro amici sono il simbolo più doloroso di quella tragedia inaccettabile.

Ringrazio tutti coloro che sono qui per dimostrare, anche simbolicamente, che la scuola è l’anima del Paese. Ringrazio gli atleti, i campioni, olimpici e paralimpici presenti che lo hanno manifestato.

Auguro a tutti voi un anno di crescita, di serenità, di soddisfazioni.

Questo è il primo anno in cui – salvo pochissime eccezioni – nei banchi scolastici siederanno soltanto giovani nati nel nuovo millennio. È un segno, importante, della vita, della storia e del futuro. Deve farci sentire tutti, nella nostra Italia, ancor più responsabili e ancor più solidali.