Rinnovo CCNL aumento salariale ed elemento perequativo

Rinnovo CCNL aumento salariale ed elemento perequativo: una farsa annunciata

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto Istruzione e Ricerca è avvenuto solo pochi mesi fa. L’arrivo dei miserabili aumenti e arretrati è passato inevitabilmente sotto silenzio, visto che molti non si sono neanche accorti di un cambiamento nella busta paga! Chi se n’è accorto ha nicchiato, con il conforto dei firmatari, distinti in velocisti (cgil-cisl-uil) e ritardatari (gilda e snals): “meglio pochi che niente” è il mantra proferito da qualche collega.

USB ha sempre sostenuto l’assoluta inadeguatezza degli “aumenti” a fronte di nove anni di blocco salariale e di un sostanzioso incremento di impegni, attività e responsabilità. Abbiamo sin da subito denunciato la natura beffarda del cosiddetto “elemento perequativo”, quella mancetta fuori busta di pochi, pochissimi euro, finalizzata ad evitare che l’altra mancetta, il “bonus Renzi” da 80 euro, venisse eliminato per i lavoratori della PA e, quindi, anche della scuola. Si tratta di un importo variabile dai 19 ai 3 euro mensili per le fasce più basse di anzianità, come finanziata solamente fino a dicembre 2018.

In questi giorni il dibattito sul DEF è in primo piano. Il documento non prevede neanche un accenno alla scuola e ai suoi lavoratori e mentre aspettiamo la riconvocazione del tavolo per il rinnovo del contratto in scadenza, sappiamo che quei pochi soldi verranno sottratti, visto che il governo non ha rifinanziato l’elemento perequativo.

Adesso gridano tutti allo scandalo. Ci limitiamo a ricordare chi ha contribuito e consentito che si determinasse tutto questo, collaborando con il precedente governo:

CGIL, CISL, UIL con firma immediata ed esultante, Gilda e Snals con firma successiva dopo il rinnovo della RSU.

Invitiamo gli iscritti a queste sigle a chiedere loro conto e ragione della firma e a dissociarsi da chi, negli ultimi decenni, ha collaborato con i governi di ogni colore a smantellare la scuola pubblica statale, a mortificare e demonizzare i lavoratori della Scuola e di tutto il Pubblico Impiego, ad affamarli con accordi sempre più al ribasso pur di mantenere saldi i propri privilegi.

Invitiamo tutti i nostri iscritti e simpatizzanti a partecipare alla manifestazione nazionale del 20 ottobre a Roma, una manifestazione per rivendicare il ruolo centrale dello Stato in tutti i settori fondamentali, a partire dalla Scuola, per la nazionalizzazione dei servizi essenziali e strategici, per la reinternalizzazione dei lavoratori, per la giusta valorizzazione dei lavoratori.

Scuola, nella Legge di bilancio tagli per 100 milioni di euro

da la Repubblica

Scuola, nella Legge di bilancio tagli per 100 milioni di euro

Cinquanta sono attesi dalle modifiche sull’Alternanza, dove le ore saranno più che dimezzate: 180 nei professionali, 150 nei tecnici e 90 nei licei. Sul fronte universitario allo studio l’allargamento della no-tax area. Il Miur: “Sono risparmi, li useremo anche per altre riforme del governo”. I ricercatori precari in piazza il 10 ottobre, gli studenti il 12

Corrado Zunino

Il primo provvedimento che la Legge di bilancio dedica alla scuola è un taglio. Annunciato, dai tempi dell’ultima campagna elettorale. Ora previsto nel dettaglio. L’Alternanza scuola lavoro, la nuova Alternanza, fa cadere il numero delle ore previste obbligatoriamente dalla “Buona scuola” per il triennio superiore – erano 200 ore per i licei, 400 per i tecnici e 400 per i professionali – e chiede una “quota minima” decisamente più abbordabile: 90 ore per gli studenti liceali, 150 per quelli degli istituti tecnici e 180 per i professionali. Il risparmio che ne deriva dal provvedimento è di 50 milioni di euro. La riduzione oraria partirà dall’anno scolastico 2019-2020.

I tagli all’Alternanza

Come il ministro Marco Bussetti aveva anticipato nel videoforum con “Repubblica”, di fronte alle proteste di un nucleo di studenti e soprattutto dei dirigenti scolastici in difficoltà strutturale nel trovare occasioni valide di buona Alternanza, il ministero ora abbassa il numero di ore necessarie “per consentire più qualità e attenzione” a un sistema che non è pensato per far lavorare uno studente in un’azienda durante il suo percorso scolastico, ma piuttosto per fargli scoprire la cultura del lavoro, fargli mettere a fuoco le attitudini personali. “Ogni scuola potrà, autonomamente, aumentare il numero di ore che sarà indicato nella prossima Legge di bilancio e poi nelle Linee guida che stiamo costruendo”, si legge nella bozza. Fonti del ministero dell’Istruzione precisano, poi: “La partita è appena cominciata ed è del tutto aperta. Non c’è alcun taglio al settore scolastico, ma una riforma razionale e attesa dell’Alternanza scuola lavoro. Quelli conseguiti sono solo risparmi, conseguenza diretta di un cambiamento annunciato ormai da tempo: il ridimensionamento delle ore obbligatorie. I risparmi conseguiti grazie alla revisione dell’Alternanza scuola lavoro potranno essere reinvestiti nel settore scolastico o potranno contribuire a finanziare le altre importanti misure annunciate dal Governo”. L’ex sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, patrocinatore storico della questione, commenta: “Fare meno ore e soprattutto mettere meno risorse sull’Alternanza scuola lavoro vuol dire semplicemente farla peggio”.

Il Documento economico e finanziario (Def) che è alla base della futura Legge di bilancio prevede, sempre in campo scolastico, “percorsi di cittadinanza attiva” fin dal primo ciclo di istruzione. Un articolo sarà dedicato ad “assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali”. Si passerà, gioco forza, dalla formazione iniziale dei docenti di sostegno e si prevedono giudizi per ogni scuola (“indicatori”) a proposito della qualità dei processi di inclusione.

Nel Def si parla, ancora, di “nuovi strumenti per l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente” e di un freno ai trasferimenti degli insegnanti, trasferimenti “che limitano un’adeguata continuità didattica”. Un articolo si occuperà della “formazione in servizio” del personale di segreteria delle scuole. Su questo fronte – continuità didattica e ruolo delle segreterie – l’avvio dell’anno scolastico è stato particolarmente difficile.

Sensibile alla questione, il ministro Bussetti, laureato in Scienze motorie, introdurrà in Legge di bilancio la ppresenza di laureati in Scienze motorie “fin dalla scuola primaria” e progetta una riorganizzazione dell’attività sportiva scolastica.

“Via i test d’accesso all’università”

Sul fronte universitario, il Miur sta studiando un allargamento della “no tax area” varata dal Governo Gentiloni, istituto che porta studenti non abbienti a non versare la retta all’ateneo ma che, d’altra parte, sta mettendo in difficoltà gli stessi dipartimenti. Si prevede, poi, la stabilizzazione da parte delle Regioni del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti “meritevoli, ma privi di mezzi” e una semplificazione delle procedure amministrative necessarie all’erogazione delle borse. Con questa Finanziaria si mette per iscritto che si procede “alla revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini”. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha già anticipato che per Medicina vuole privilegiare il sistema alla francese: iscrizione libera il primo anno e selezione severa per l’accesso al secondo.

Il 10 in piazza i precari della ricerca

Nel Def il Governo promette l’incremento delle risorse destinate alle università e agli enti di ricerca, “agendo sui rispettivi fondi di finanziamento e sulla ridefinizione dei criteri di finanziamento”. Significa, quindi, aumentare Ffo e Foe. “È allo studio l’elaborazione di un piano strategico pluriennale per l’università e la ricerca che affronti in maniera unitaria le diverse problematiche che caratterizzano il settore dell’alta formazione e della ricerca”. Il viceministro Lorenzo Fioramonti ha sempre parlato di una crescita di fondi per stabilizzare i ricercatori precari di Cnr e altri enti e oggi si ribadisce nel Documento economico e finanziario che si devono “creare le condizioni affinché i giovani talenti possano rientrare in Italia e disporre di infrastrutture fisiche e tecnologiche adeguate e finanziate in maniera costante”. I precari organizzati del Cnr, parlando di “momento confuso”, hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma, in Piazzale Aldo Moro, per il prossimo 10 ottobre.

Sì a sconti fiscali per i dottori di ricerca

Questo governo vuole far crescere l’offerta formativa on line e telematica delle università statali, “attraverso “finanziamenti finalizzati”, e aumentare gli investimenti “pubblici e privati” nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Nel settore dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam) si stanno definendo i criteri per l’attivazione dei corsi di specializzazione e di formazione.  Ieri, infine, il viceministro Fioramonti ha fatto propria la proposta di sconti fiscali alle aziende che assumono dottori di ricerca: “Sostengo pienamente l’inserimento nella Legge di bilancio della defiscalizzazione per chi assume i laureati più qualificati”, ha detto.  L’insieme di queste misure, per ora, prevede un taglio di finanziamenti al Miur pari a 100 milioni di euro.

Gli studenti contestano la manovra scolastica. Dice Giacomo Cossu, coordinatore di Rete della Conoscenza: “La manovra del Governo non risponde alla grave carenza di finanziamenti dell’istruzione e della ricerca. Per sostenere l’innovazione del sistema produttivo occorre aumentare gli investimenti in istruzione e ricerca rispetto al Pil raggiungendo la media europea: questo sarebbe un reale cambiamento rispetto agli ultimi anni, ma il Governo preferisce continuare a destinare maggiori fondi agli sgravi fiscali mentre continuiamo ad essere uno degli ultimi Paesi europei per numero di laureati”. Aggiunge, poi: “L’atteggiamento del Governo è di totale chiusura al confronto al punto che ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche. È un atteggiamento inaccettabile, in particolare sulla riforma del reclutamento dei docenti della scuola annunciata nella nota al Def: il concorso Fit va bandito subito mentre il ministro deve confrontarsi con le rappresentanze di decine di migliaia di studenti e neolaureati che rivendicano chiarezza sul proprio futuro lavorativo”. La Rete degli studenti aggiunge: “Bussetti preferisce ricevere i giovani leghisti piuttosto che le legittime rappresentanze studentesche. Il 12 ottobre ci faremo sentire dal ministro nelle piazze di tutta Italia”.

Maturità, addio quiz e la seconda prova diventerà mista

da la Repubblica

Maturità, addio quiz e la seconda prova diventerà mista

Matematica e fisica allo Scientifico. Latino e greco al Classico A gennaio si saprà se si parte subito. Via il tema di storia

Ilaria Venturi

Chi ha riformato le prove, chi ritoccato la composizione delle commissioni. Ministro che trovi, Maturità che cambia. E così anche nel 2019 arriva il nuovo esame di Stato. Era già previsto nei decreti attuativi della ” Buona scuola” e ampiamente annunciato, in realtà. Da ieri, con l’uscita della circolare del Miur, è ufficiale. Cosa cambia? Viene cancellata la terza prova, il “quizzone” tanto temuto dagli studenti introdotto nel 1997 dal ministro Berlinguer, e vengono rivisitati il tema di italiano e la seconda prova scritta. Inoltre, nel voto finale avrà più peso il percorso di studi del triennio: fino a 40 punti su 100, invece degli attuali 25. Alla commissione spettano poi fino a 60 punti: massimo 20 per ciascuna prova scritta e per l’orale. Fin qui tutto secondo quanto già deciso dal precedente governo. L’attuale ha rinviato, invece, con un provvedimento inserito nel decreto Milleproroghe, le due novità considerate più critiche: quest’anno non saranno requisito di accesso all’esame di Stato la prova Invalsi e lo svolgimento delle ore — 200 per i licei e 400 per tecnici e professionali — di alternanza scuola- lavoro. Un punto, quest’ultimo, sul quale il ministro Marco Bussetti ha già annunciato una revisione. Per l’ammissione all’esame conterà la frequenza a scuola — almeno i tre quarti delle ore previste di lezione — e il 6 in ciascuna disciplina, compreso la sufficienza nel comportamento.

Sulla nuova Maturità «ci saranno momenti di formazione per gli insegnanti e le commissioni», promette Bussetti che via Facebook invita i 500mila maturandi a farsi sentire se hanno dubbi. Ma è sulle prove scritte che arriva la svolta più sostanziale. Le innovazioni indicate dal gruppo di lavoro guidato dal linguista Luca Serianni, istituito lo scorso anno dall’ex ministra Valeria Fedeli, sono state tutte recepite. La prima prova di italiano avrà non più quattro, ma tre tracce: l’analisi del testo, che sarà proposta per due autori dall’unità d’Italia ad oggi. «Questo per offrire una maggiore scelta su autori di fine ‘800 inseriti in molti programmi, ma anche su testi dei primi anni Duemila » , spiega Serianni. Scompare il tema storico, ma «non viene cancellato l’approfondimento storico, che è fondamentale e che rientra nelle altre due tipologie » , precisa il linguista. Via anche il saggio breve: sarà un testo argomentativo, ma con meno documenti allegati. La terza tipologia di ordine generale, il caro e vecchio tema, partirà da un argomento di attualità e richiederà ai maturandi un’esposizione articolata, anche divisa per titoli, non un discorso a ruota libera. « L’obiettivo è verificare meglio la capacità dei giovani di argomentare e, soprattutto, di comprendere un testo, affinché siano in grado poi di capire ciò che in futuro si troveranno a leggere da cittadini » , la sintesi di Serianni. La seconda prova riguarderà più materie: matematica e fisica allo scientifico, latino e greco al classico. Anche se per quest’anno la seconda prova difficilmente sarà cambiata ( si saprà a gennaio). Infine sono state date indicazioni sulla correzione degli scritti per aiutare a uniformare le valutazioni, oggetto puntuale di polemiche; solo l’anno scorso la Puglia ha avuto il 3% di diplomati con lode e la Lombardia lo 0,5%. Cauti i presidi: «Vediamo come il tutto sarà declinato nella pratica», commenta Tiziana Sallusti del Mamiani di Roma.

Stipendio docenti e ATA diminuisce dello 0,4% nel 2020-2021

da Orizzontescuola

Stipendio docenti e ATA diminuisce dello 0,4% nel 2020-2021
di redazione

Abbiamo già riferito su tutte le misure previste nel DEF relativamente alla scuola e sul mancato finanziamento dell’elemento perequativo e delle risorse necessarie al prossimo rinnovo del CCNL.

DEF, le misure sulla scuola: cittadinanza, alternanza, trasferimenti, sostegno, formazione e trasferimenti

Stipendio, né aumenti né mantenimento dei medesimi?

Riduzione stipendi

Al mancato rifinanziamento dell’elemento perequativo, che permette un aumento del 3,48% solo sino a dicembre 2018, e alla mancanza di risorse per il prossimo rinnovo contrattuale, si aggiunge un taglio di risorse nel 2020-2021.

Nel Documento di Economia e Finanza, infatti, è previsto che i redditi da lavoro dipendente della pubblica amministrazione si ridurranno dello 0,4% in media nel biennio 2020-2021, come riferisce la Flc Cgil.

Nel summenzionato biennio, dunque, gli stipendi del personale della pubblica amministrazione, tra cui il personale della scuola, subiranno una riduzione media dello 0,4%.

In definitiva, se non verranno stanziate le necessarie risorse, gli stipendi dei docenti e del personale ATA:

  • si ridurranno dal 2019 per il mancato finanziamento dell’elemento perequativo;
  • non cresceranno;
  • subiranno, nel biennio 2020-21, una riduzione media dello 0,4%.

Perdita elemento perequativo

Gli insegnanti con minor anzianità di servizio, ad esempio, potrebbero perdere, nel 2019, intorno a 20 euro al mese, pari al 25% circa dell’aumento ottenuto nel 2018.  Cifre modeste ma atto significativo.

DEF, le misure sulla scuola: cittadinanza, alternanza, sostegno, formazione e trasferimenti

da Orizzontescuola

DEF, le misure sulla scuola: cittadinanza, alternanza, sostegno, formazione e trasferimenti
di redazione

Un capitolo del Documento di Economia e Finanza (DEF) è dedicato alla scuola e presenta diverse misure di carattere generale.

Vediamo quali sono i succitati provvedimenti e, indirettamente, gli orientamenti del nuovo Ministero.

Educazione alla Cittadinanza

Nel Def, come riferisce anche il Corriere della Sera, c’è quello che possiamo definire un intento programmatico relativo all’educazione alla cittadinanza. Così, infatti, leggiamo nel predetto documento: Il Governo intende sviluppare percorsi di cittadinanza attiva fin dal primo ciclo di istruzione, anche in sinergia con le associazioni e altre realtà territoriali.

Inclusione e sostegno

Allo studio del Governo, vi sono diverse misure volte a garantire le prestazioni e i servizi necessari per raggiungere la piena inclusione scolastica e assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali.

La formazione iniziale dei docenti di sostegno, inoltre, sarà migliorata. A tal fine, saranno definiti appositi indicatori per misurare la qualità dell’inclusione in ciascuna istituzione scolastica.

Dispersione

Tra le misure riguardanti la scuola vi è anche il contrasto all’abbandono scolastico. L’obiettivo è quello di motivare gli studenti a continuare gli studi sino al conseguimento di un titolo di scuola secondaria di II grado.

Aggiornamento e valorizzazione personale docente e ATA

Il DEF si occupa anche della formazione dei docenti e del personale ATA in vista di una loro valorizzazione.

Docenti

Al riguardo, il documento di economia e finanza così prevede: Saranno utilizzati nuovi strumenti per l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente, attraverso la revisione del sistema di reclutamento e affrontando il problema dei trasferimenti, che limita un’adeguata continuità didattica. 

L’aggiornamento e la valorizzazione dei docenti, dunque, passa dalla revisione del sistema di reclutamento e dal superamento del “problema dei trasferimenti” (al fine di garantire la continuità didattica).

ATA

Anche per il personale ATA ci si pone l’obiettivo della valorizzazione da conseguire tramite la formazione in servizio.

Alternanza

L’alternanza scuola-lavoro, come già riferito, subirà delle modifiche al monte previsto nel triennio: nei licei si passa da 200 a 80 ore; negli istituti tecnici da 400 a 150 ore; negli istituti professionali da 400 a 180 ore.

La riduzione delle ore di alternanza risponde all’obiettivo di considerarla non come un obbligo ma come un’opportunità con percorsi di qualità, rispondenti a standard di sicurezza elevati e coerenti con il percorso di apprendimento dello studente interessato.

Trasferimenti

Come detto sopra, al fine di garantire la continuità didattica si vogliono porre dei limiti ai trasferimenti. Ne abbiamo parlato in Rientro docenti al Sud, si frena. Il progetto nella Legge di Bilancio

Scienze motoria alla primaria

Il DEF prevede l’inserimento nella scuola primaria del docente titolare di scienze motorie (al riguardo ricordiamo il DDL presentato alla Camera) e la riorganizzazione dell’attività sportiva scolastica.

Strutture tecnologicamente avanzate

Nel DEF è previsto un piano pluriennale di investimenti, tramite finanziamenti nazionali e comunitari, finalizzati alla creazione di strutture scolastiche e universitarie tecnologicamente adeguate. Il Governo, inoltre, intende intervenire sulle dotazioni tecnologiche e digitali.

Sicurezza

Considerata la situazione dell’edilizia scolastica italiana, si prevedono delle misure per la certificazione e la messa in sicurezza delle scuole, e per l’ammodernamento e la ristrutturazione delle stesse con particolare attenzione all’accessibilità.

Un’attenzione particolare, inoltre, sarà rivolta alle scuole del SUD.

Stipendi

Nel DEF  è previsto che i redditi da lavoro dipendente della pubblica amministrazione si ridurranno dello 0,4% in media nel biennio 2020-2021, come riferisce la Flc Cgil.

Nel summenzionato biennio, dunque, gli stipendi del personale della pubblica amministrazione, tra cui il personale della scuola, subiranno una riduzione media dello 0,4%.

ATA: internalizzazione servizi pulizia

La misura sembrerebbe essere entrata nel DEF, come riferisce l’on. Gallo (M5S), Presidente della VII Commissione Cultura della Camera, nella propria pagina FB:

E’ notizia di oggi che l’assunzione del personale e l’internalizzazione del servizio di pulizia è nel DEF (Documento di Economia e Finanze) e che quindi diventerà norma nella legge di bilancio. Un altro passo verso il superamento definitivo di una vergogna italiana“.

Legge di Bilancio

Attendiamo adesso la legge di Bilancio per vedere quante delle succitate misure potranno essere realizzate.

Giornata degli insegnanti. Bussetti: gratitudine, rispetto, fiducia

da Orizzontescuola

Giornata degli insegnanti. Bussetti: gratitudine, rispetto, fiducia
di redazione

“Nella Giornata Mondiale dedicata dall’UNESCO agli insegnanti, voglio rivolgere un pensiero speciale a chi ogni giorno, nelle aule di tutta Italia, accoglie le nostre ragazze e i nostri ragazzi per guidarli nello studio e nella vita.

Sono consapevole delle responsabilità e delle difficoltà quotidiane che derivano da questo compito così rilevante per la società. Sono stato insegnante anch’io. Sono convinto che si debba guardare ai docenti con gratitudine, rispetto, fiducia.

Per questo stiamo lavorando con attenzione per semplificare le procedure che negli anni hanno impedito a tanti bravi insegnanti di entrare in classe con serenità e per consentire a giovani laureati di diventare subito parte della comunità educante.

I docenti hanno un ruolo chiave per accendere la scintilla del desiderio nei loro alunni. Desiderio di sapere, di conoscenza, di libertà. Ripartiamo da loro. Buona festa a tutti.

Questo il messaggio del Ministro Bussetti in occasione della Giornata Mondiale degli insegnanti.
# 5ottobre # WorldTeachersDay # W orldTeachersDay2018 # GiornataMo ndialeInsegnanti

Maturità 2019, prova di Italiano cambia. Via il saggio breve, 7 le tracce

da Orizzontescuola

Maturità 2019, prova di Italiano cambia. Via il saggio breve, 7 le tracce
di redazione

Cambia l’esame di Maturità e le novità riguarderanno anche la prova di Italiano. Verranno presentate tracce diverse, guidate, per evitare il rischio di uno svolgimento poco organizzato.

Tre tipologie

La prima novità riguarda le tipologie (non più 4: analisi del testo, saggio breve, tema storico, tema di ordine generale) ma tre:

  • analisi del testo (2 tracce)
  • testo argomentativo (3 tracce)
  • riflessione su tematiche di attualità (2 tracce)

Analisi del testo (tipologia A)

Saranno proposte due tracce,

che possano coprire ad esempio due ambiti cronologici o due generi o forme testuali. Non è necessario che il testo rientri nelle letture effettivamente svolte nelle ore scolastiche: scopo della prova è quello di verificare la capacità di interagire con un testo letterario. Potranno essere proposti testi letterari dall’Unità d’Italia a oggi.

Meno spazio a domande rigide (quesiti metrici e retorici), a favore di esercizi di riscrittura del testo come parafrasi e riassunto.

Testo argomentativo (tipologia B)

Verrà presentato un singolo testo compiuto o un estratto da un testo più ampio, chiedendone l’interpretazione,  seguita da una riflessione dello studente. Le domande proposte potranno essere ad es. Quali sono le sequenze essenziali del discorso? Quale la tesi di fondo sostenuta? Quali sono le risorse espressive a cui ricorre per sostenere la sua opionione?

La prima parte sarà seguita da un commento, nel quale lo studente esporrà le sue riflessioni sulla tesi avanzata nel testo.

Riflessione su tematiche di attualità (tipologia C)

E’ il vero e proprio tema, e si prefigge di proporre problematiche vicine all’orizzonte delle esperienze di studentesse e studenti e potrà essere accompagnata da un breve testo di appoggio che fornisca ulteriori spunti di riflessione. Potrà essere accompaganato da un breve testo di appoggio. Potrà essere chiesto al candidato di fare un titolo e di organizzare il commento con paragrafi titolati.

Analisi del testo e testo argomentativo sono guidati

Le tipologie A e B sono di tipo strutturato,

cioè si compongono di una prima parte di analisi e comprensione (anche interpretativa) del testo e una seconda parte di produzione libera (riflessione e commento) a partire dalle tematiche sollevate nel testo proposto. Gli ambiti proposti potranno essere: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale.

Perché non c’è più il saggio breve

Il saggio breve nella forma finora conosciuta è stato eliminato perché i documenti proposti inducevano lo studente a redigere “un centone” mettendo insieme citazioni ma difficilmente era possibile evincere la capacità di sviluppare un discorso autonomo e ben strutturato. Inoltre gli argomenti proposti avrebbero richiesto una preparazione specifica o almeno maggiore documentazione, senza la quale era inevitabile cadere nell’ “impressionismo di giudizio”.

Griglie di valutazione

E’ l’altra grande novità della maturità 2019: per la prima volta le griglie di correzione saranno nazionali, proposte dalla Commissione incaricata di redigere la proposta

I tagli di ore e di fondi sull’Alternanza scuola-lavoro

da La Tecnica della Scuola

I tagli di ore e di fondi sull’Alternanza scuola-lavoro
Di Gianni Zen

Non capisco, o forse capisco troppo bene.

Per consentire ai ragazzi del triennio delle superiori di seguire l’Alternanza Scuola-Lavoro, a disposizione c’erano 100 milioni di euro all’anno per tutte le scuole italiane.

Comunque, un bell’investimento, se fatto seriamente.

Come seriamente l’Alternanza è stata fatta in tante scuole: percorso formativo in terza, con esperti esterni e simulazione individuale di colloquio di lavoro, con formazione e stage in azienda in quarta e conclusione all’inizio della quinta. Patto formativo serio, con tutor aziendali e tutor scolatici. Fatta bene e da fare ancora bene, come da customer, con riscontro qualitativo all’esame di maturità.

I 100 milioni erano in verità pochi, tanto che diverse scuole completavano il finanziamento statale con fondi del proprio bilancio, pur di garantire la qualità del servizio.

Ora, invece di verificare chi l’avesse fatta bene e chi no, si preferisce tagliare: meno della metà delle ore e metá fondi. Dalle 200 ore per i licei e 400 per i tecnici e professionali a 90 ore per i licei, 150 per i tecnici e 180 per i professionali.

Altro che cultura del lavoro, di conoscenze e abilità che si traducono in competenze a tutto tondo, cioè di vita, prima che prettamente scolastiche disciplinari ed interdisciplinari. Capaci di dare una mano ai ragazzi di oggi, perché invitati/costretti a misurarsi con la realtà in divenire.

Erano pochi i fondi, ora sono la metà. Ma le scuole avrebbero, se lo volessero, la possibilità di fare più ore rispetto a quelle adesso previste.

La scuola, per chiudere, non è purtroppo una priorità, la prima preoccupazione di un Paese capace di guardare in faccia il futuro.

I nostri figli e nipoti ancora una volta penalizzati. Loro se ne stanno rendendo conto?

Concorso DS: vincitori individuati dopo la prova orale

da La Tecnica della Scuola

Concorso DS: vincitori individuati dopo la prova orale
Di Reginaldo Palermo

La procedura concorsuale per il reclutamento di più di 2.500 dirigenti scolastici verrà modificata in corso d’opera.
La notizia, da noi anticipata in un nostro articolo del 4 ottobre, trova oggi piena conferma nel testo del DEF (Documento di economia e finanza) che il Governo ha depositato in Parlamento nelle ultime ore.

Nel DEF si annuncia che “sarà anche pubblicato un concorso per il reclutamento dei Direttori dei Servizi Generali e amministrativi (DSGA)”, ma, soprattutto, si sottolinea che “verrà rivisto il modello del corso concorso per il reclutamento [mancano – certamente per un refuso – le parole “dei dirigenti scolastici”, ndr ].

“In particolare – si legge ancora nel testo del Documento – verrà scorporato il corso di formazione, si assumeranno in servizio i vincitori di concorso alla fine delle prove orali, previa pubblicazione delle graduatorie di merito, e sarà attivato un corso di formazione in servizio. Sarà così possibile coprire i posti vacanti e disponibili da settembre 2019″.

A questo punto inizia però la lotta contro il tempo, perchè se si vuole che la norma entri in vigore da subito con un apposito provvedimento di legge bisogna davvero fare in fretta; in caso contrario si rischia di approvare la modifica quando il concorso sarà in fase troppo avanzata.
L’alternativa potrebbe essere quella di inserire la norma nella legge di bilancio, ma gli uffici legislativi di Camera e Senato potrebbero storcere il naso e considerarla disposizione contraria alla materia.

Programma Itaca dell’INPS, 1.500 borse di studio per studiare all’estero per ragazzi delle superiori

da La Tecnica della Scuola

Programma Itaca dell’INPS, 1.500 borse di studio per studiare all’estero per ragazzi delle superiori
Di Lara La Gatta

Dal 16 ottobre (ore 12) sarà possibile inserire la domanda sul sito dell’INPS per il bando di concorso Programma Itaca.

Il programma di studio all’estero Itaca è una borsa di studio per studenti delle superiori a totale o parziale copertura di un soggiorno scolastico all’estero, organizzato e fornito da soggetti terzi dedicata ai figli e orfani dei dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e dei pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici.

I giovani, all’atto della domanda, devono essere iscritti al secondo o terzo anno di una scuola secondaria di secondo grado e non essere in ritardo nella carriera scolastica.

Prima di procedere alla compilazione e all’invio della domanda online è opportuno accertarsi di essere iscritti alla banca dati, disporre di un PIN e controllare la corretta configurazione del proprio PC.

L’INPS ricorda che il concorso:

  • è compatibile con i Convitti, con Estate INPSieme (ad eccezione dei soggiorni vacanza/studio finanziati dall’INPS nell’estate 2019 e 2020) e con i corsi di lingue in Italia non essendo queste ultime provvidenze analoghe;
  • NON è compatibile con la borsa di studio “Super Media” riferito all’anno scolastico 2019/2020 e con la fruizione di soggiorni vacanza/studio finanziati dall’INPS nell’estate 2019 e 2020.

Il termine ultimo per presentare la domanda è fissato alle ore 12 del 20 novembre 2018.

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Concorso DS: 193 candidati con disabilità ammessi allo scritto senza preselezione

da Tuttoscuola

Concorso DS: 193 candidati con disabilità ammessi allo scritto senza preselezione

In attesa di conoscere se il TAR Lazio martedì prossimo accoglierà il ricorso di un migliaio di candidati che non hanno superato la preselezione per accedere alla prova scritta del concorso DS, Tuttoscuola ha quantificato in 193 il numero di candidati ammessi d’ufficio allo scritto in forza di una norma che consente ai candidati con disabilità l’esonero dalla prova di preselezione.

La disposizione di cui si sono avvalsi i 193 candidati è la seguente: “All’articolo 20 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 è aggiunto in fine il seguente comma: “2-bis. La persona handicappata affetta da invalidità uguale o superiore all’80% non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista.”. (art. 25, comma 9, legge 11 agosto 2014, n. 114 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90  Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”.

Nel bando del concorso DS il dispositivo, pur mascherato da un semplice riferimento alla legge 104/1992 e ‘successive modificazioni’, non ha impedito a molti interessati (tutti?) di utilizzarlo a loro favore.

Il totale di candidati ammessi alla prova scritta fissata per il prossimo 18 ottobre sale, quindi, dagli 8.736 che avevano regolarmente superato la preselezione del 23 luglio scorso a 8.929 per effetto dell’aggiunta dei 193 candidati disabili.

Maturità 2019: crediti scolastici e ammissione all’esame. Cosa cambia

da Tuttoscuola

Maturità 2019: crediti scolastici e ammissione all’esame. Cosa cambia

Lo scorso 4 ottobre, il Miur con una circolare a scuole e studenti ha illustrato le principali novità dell’Esame di Stato conclusivo della scuola secondaria di II grado, che entrano in vigore da quest’anno scolastico, tra cui la maggior attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico, e li criteri di ammissione alla maturità 2019. Tuttoscuola prova a spiegare meglio in cosa consistono.

Maturità 2019: i crediti scolastici

Fino ad oggi il percorso di studi di un maturando valeva la metà in termini di punteggio, solo 25 punti. Questo perché si faceva più attenzione ai risultati delle prove dell’esame di Stato. Con la maturità 2019 le cose cambieranno: i docenti daranno fino a 40 punti su 100 sulla base dei risultati dell’ultimo triennio. Fino ad oggi erano 25. Per chi fa l’Esame quest’anno ci sarà un’apposita comunicazione, entro gli scrutini intermedi, sul credito già maturato per il terzo e quarto anno, che sarà convertito in base alle nuove tabelle. 

Il voto finale della maturità 2019 sarà in centesimi e partirà proprio dai crediti maturati durante l’ultimo triennio scolastico. A questi si aggiungeranno poi i punteggi delle prove scritte (massimo 20 punti per la prima e altri 20 per la seconda, la terza è stata cancellata), e del colloquio orale (altri 20 punti al massimo).

Maturità 2019: i criteri di ammissione all’esame di Stato

Ricordiamo che con l’approvazione del Milleproroghe l’Invalsi e l’Alternanza Scuola non costituiscono più i criteri per essere ammessi all’esame di maturità 2019. Lo sono invece:

– la frequenza dei 3/4 del monte orario;
– il 6 in tutte le discipline. Il Consiglio di classe potrà ammettere con un’insufficienza, ma motivando la propria scelta;
– il 6 in comportamento.