Di Maio conferma: i fondi tagliati all’alternanza vanno agli stipendi dei docenti

da Il Sole 24 Ore

Di Maio conferma: i fondi tagliati all’alternanza vanno agli stipendi dei docenti
di Claudio Tucci

Il vice premier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, spiazza il Miur, e su Facebook annuncia che i soldi sottratti all’alternanza serviranno a scongiurare l’abbassamento degli stipendi degli insegnanti. Vale a dire a confermare l’elemento perequativo, introdotto, nelle buste paga di 850mila docenti, con l’ultimo rinnovo del Ccnl, ma finanziato dal precedente Esecutivo fino a dicembre.

Le parole di Di Maio
Luigi Di Maio ha detto – probabilmente non conoscendo appieno l’intero funzionamento dell’alternanza scuola-lavoro – che molti dirigenti e docenti «si rifiutavano di mandare gli studenti a friggere le patatine da McDonalds» e quindi, avrebbe deciso di prendere una parte di quei fondi che non si spendevano e riversarli sulle buste paga dei prof.

Il progetto di riforma
Si comprende così la fretta, del ministero dell’Istruzione, di rimodulare le ore di alternanza. La norma, sarà inserita in manovra. Si scenderà ad almeno 90 ore di alternanza scuola-lavoro per gli studenti dell’ultimo triennio dei licei, tutti gli indirizzi dal classico allo scientifico (meno della metà visto che oggi l’obbligo per i liceali è di 200 ore). Asticella minima sarà un pò più alta per i periti degli istituti tecnici: 150 ore complessive da distribuire nelle classi terze, quarta e quinta, al posto delle attuali 400. Le stesse dei professionali che scenderebbero invece a 180, sempre nell’ultimo triennio. Si smonta così l’obbligatorietà prevista dalla “Buona Scuola” del 2015, riportando l’Italia indietro di 15 anni. Al 2003 quando l’alternanza è stata introdotta in via sperimentale, soprattutto negli istituti tecnici, e consisteva in media in 96 ore dalla terza superiore in su.

In arrivo 10 milioni alle mense scolastiche biologiche: la metà in Emilia Romagna

da Il Sole 24 Ore

In arrivo 10 milioni alle mense scolastiche biologiche: la metà in Emilia Romagna
di Eu. B.

In arrivo 10 milioni per le mense scolastiche biologiche. Sul tavolo della Conferenza unificata è in atteso il decreto del ministero delle Politiche agricole che ripartisce le risorse del fondo 2018 sulla base dei pasti annui somministrati agli studenti. Oltre metà delle risorse andranno all’Emilia Romagna.

Il fondo mense biologiche
Il decreto ministeriale ripartisce i 10 milioni del Fondo previsto dall’articolo 64, comma 5-bis, del Dl 50/2017. Risorse destinate a ridurre il costo per l’utenza dei servizi di mensa scolastica biologica e a finanziare attività di informazione e promozione nelle scuole oltre che di accompagnamento al servizio di refezione. A stabilire i criteri perché una mensa sia biologica è stato il decreto interministeriale 18 dicembre 2017 n. 14771. In primis , con
riferimento alle materie prime di origine biologica, vanno rispettate le seguenti percentuali minime di utilizzo in peso e per singola tipologia di prodotto:
– frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (esclusi i succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine: 70%;
– uova, yogurt e succhi di frutta: 100%;
– prodotti lattiero-caseari (escluso lo yogurt), carne, pesce da acquacoltura: 30%.

La ripartizione delle risorse
Avverrà sulla base dei pasti annui somministrati nelle mense biologiche e riportati nell’elenco delle stazioni appaltanti. Considerando – si legge nel testo del decreto delle Politiche agricole – che nel 2018 si stimano 11.198.836 pasti complessivi il valore pro capite del contributo sarà di 0,89 euro pro capite. Ammontare che andrà moltiplicato per i pasti erogati nelle singole regioni. Risultato: in testa si pone l’Emilia Romagna con 5,2 milioni di fondi attesi (il 52% del totale). A seguire la Toscana con 1,2 e la Lombardia con 1,1 milioni. Ultimo invece il Molise con 9mila euro.

Cooperative Ue: in 25 anni alunni disabili raddoppiati

da Il Sole 24 Ore

Cooperative Ue: in 25 anni alunni disabili raddoppiati 

Raddoppiano gli alunni disabili nelle scuole italiane: in 25 anni i bambini con problemi fisici o psichici nelle classi elementari e medie sono arrivati a quota 160mila, passando dal 2 al 4 per cento del totale degli studenti. È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Istat, diffusa in occasione della Giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down che si è celebrata domenica 14 ottobre 2018.

Sfida per il welfare italiano
L’aumento della presenza dei disabili a scuola – sottolinea Uecoop – è tra le sfide più importanti per il welfare italiano, che può essere affrontata con la giusta miscela di pubblico e privato grazie anche all’opera delle oltre 12mila cooperative sociali e di istruzione che si occupano di disabilità non solo a scuola, ma anche nei centri di aggregazione e in casa. Nelle scuole italiane dove operano oltre 150mila insegnanti di sostegno – rileva Uecoop – in un caso su tre l’assistenza ai ragazzi disabili riguarda problemi motori e di apprendimento, con oltre il 49% che soffre di vere e proprie disabilità intellettive. In tale contesto, da un lato bisogna garantire la massima assistenza alle famiglie con il potenziamento del numero del personale di sostegno, dall’altra bisogna cercare di proseguire con lo stimolo intellettuale dei ragazzi, sia in classe che nella vita extra scolastica, in modo da amplificare quanto appreso sui banchi nonostante mille difficoltà. Molto spesso al di fuori dell’orario scolastico – conclude Uecoop – è proprio il mondo delle cooperative sociali a svolgere questo lavoro di assistenza ai genitori nelle gestione dei figli disabili.

Concorso presidi, il Tar: rifare la prova preselettiva. Il Miur: no, si va avanti

da Corriere della sera

Concorso presidi, il Tar: rifare la prova preselettiva. Il Miur: no, si va avanti

Accolto il ricorso di 91 candidati che dovranno rifare il test. Ma il 18 ottobre è prevista la prova scritta per quasi novemila candidati. Il ministero: ricorso al Consiglio di Stato e tutto confermato

Gianna Fregonara

Il Miur conferma, il 18 ci sarà la tanto attesa prova scritta del concorso per 2.425 dirigenti scolastici. In ballo c’è l’interesse di quasi novemila candidati che hanno passato la prova preselettiva prevista dal bando lo scorso luglio, spiegano al ministero dell’Istruzione in quello che sta diventando un sabato di fuoco. Venerdì sera insieme alla notizia che il ricorso di un migliaio di candidati che hanno preso più di sei ma meno di 7.1 al pre-test è stato rigettato dal TAR del Lazio, è arrivata una tegola inaspettata. Il medesimo Tar ha imposto la sospensione del bando è una nuova prova preselettiva da farsi entro 20 giorni per 91 insegnanti della Campania che hanno impugnato la prova per un black out durante lo svolgimento. Nel caso in cui prendano più di 7.1 possono essere riammessi in sovrannumero.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Non sarebbe niente di grave se non mancassero cinque giorni alla prova scritta, non c’è tempo per rifare la preselezione. Intanto il Miur ha deciso di ricorrere con procedura d’urgenza al consiglio di stato contro la decisione del Tar. Ma anche in questo caso è impensabile avere una decisione in tre giorni. Ma il Miur insiste, si va avanti e ai candidati il messaggio è di continuare a studiare. Tanto più che il ministro Bussetti ha promesso di accelerare il più possibile il concorso per poter avere i nuovi presidi al loro posto entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Tra le carte del ministero, per dimostrare che il concorso si è svolto in par condicio nonostante il black-out, il fatto che in Campania sono passati con il voto richiesto un numero di candidati compatibile con i risultati delle altre regioni.

Che cosa succederà dunque giovedì? L’ipotesi più probabile è che alla fine il ministero decida di far sostenere la prova anche ai ricorrenti, con riserva, in modo che non possano bloccare il concorso in nome dell’ordinanza esecutiva del Tar. Sarebbe un grande successo per loro, perché – ricordano i ben informati – chi accede alla prova scritta, storicamente, è poi riuscito ad arrivare in qualche modo ad entrare di ruolo come preside: insomma, se così fosse, si tratterebbe di una vera e propria sanatoria operata dal Tar del Lazio e in qualche modo avallata dal Miur pur di consentire lo svolgimento per tutti gli altri candidati. Ma queste per ora sono interpretazioni, nei prossimi giorni si capirà.

Gallo (M5S): assunzione per 12mila nuovi ATA in più. Stop appalti di pulizia

da Orizzontescuola

Gallo (M5S): assunzione per 12mila nuovi ATA in più. Stop appalti di pulizia
di redazione

Il presidente della VII Commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo (M5S), è intervenuto, sulla propria pagina FB, relativamente all’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole, attualmente appaltati a società esterne.

Risoluzione e DEF

Il Presidente ha ricostruito la vicenda, ricordando che la maggioranza di Governo sta ottenendo un risultato storico, senza nascondere comunque le grandi difficoltà ad ottenerlo, a causa dei “poteri” che contrastano il provvedimento.

Ricorda, quindi, di aver depositato  una risoluzione, redatta insieme alla Lega e depositata in Commissione Cultura e Commissione Lavoro della Camera che la voteranno insieme.

Ricorda inoltre che la misura è entrata nel DEF.

Tempistica

L’Onorevole comunica che, al momento, manca soltanto la votazione nelle Commissioni suddette, che avverrà  la prossima settimana (probabilmente mercoledì).

Legge di Bilancio

Successivamente alla succitata votazione, la misura entrerà a far parte della legge di Bilancio, per cui entro la fine dell’anno sarà definito l’intero procedimento che porterà all’internalizzazione dei servizi di pulizia e all’assunzione dei lavoratori.

Gallo ha, infine, comunicato che si farà riferimento alla norma introdotta nella legge di bilancio dello scorso anno, che ha portato alla stabilizzazione degli ex LSU ATA di Palermo.

Posti accantonati

La misura prevederà l’assunzione di 12.000 unità di personale sui posti attualmente accantonati e, nel tempo, conclude il Presidente, determinerà l’immissione in ruolo del personale interessato (inserito nella graduatorie permanenti, aggiungiamo noi).

Sciopero, proclamato per l’intera giornata del 26 ottobre

da Orizzontescuola

Sciopero, proclamato per l’intera giornata del 26 ottobre
di redazione

La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica – ha comunicato, con nota del 10 ottobre 2018, la giornata di sciopero prevista per il 26 ottobre p.v.

Queste le azioni di sciopero programmate:

  • “sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati nel giorno suindicato, compreso il primo turno montante per i turnisti, proclamato dalle Associazioni sindacali CUB, SGB, SI COBAS, USI-AIT e SLAI COBAS”; al suddetto sciopero ha aderito, con propria nota, l’organizzazione sindacale CUB SUR relativamente ai settori scuola, università e ricerca;
  • “sciopero generale nazionale per tutto il personale a tempo indeterminato e determinato, con contratti precari e atipici, per tutti i comparti, aree pubbliche (compresa la scuola) e le categorie di lavoro privato e cooperativo proclamato dall’Associazione sindacale USI – fondata nel1912 – di Largo Veratti, 25 Roma”; al suddetto sciopero, per quanto attiene il comparto istruzione e ricerca ha aderito, con propria nota, l’organizzazione sindacale SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente.

Lo sciopero, essendo la scuola un servizio pubblico essenziale, va esercitato in osservanza delle regole e delle procedure fissate dalla normativa.

Le scuole devono comunicare lo sciopero alle famiglie e agli alunni. Devono inoltre comunicare tramite SIDI le seguenti informazioni:

– il numero dei lavoratori dipendenti in servizio;
– il numero dei dipendenti aderenti allo sciopero anche se negativo;
– il numero dei dipendenti assenti per altri motivi;
– l’ammontare delle retribuzioni trattenute.

nota

Legge di Bilancio 2019 in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 15 ottobre 2018, ha approvato il DDL relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021.


LEGGE DI BILANCIO 2019

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021 (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021.

Di seguito le principali innovazioni introdotte dal provvedimento.

  1. Reddito di cittadinanza – Si introdurrà una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia.
  2. Pensione di cittadinanza – Le pensioni minime saranno aumentate fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.
  3. Flat tax per partite Iva e piccole imprese – Si estendono le soglie minime del regime forfettario fino a 65 mila euro, prevedendo un’aliquota piatta al 15 per cento.
  4. Ires al 15 per cento – Si taglia dal 24 per cento al 15 per cento l’Ires sugli utili reinvestiti per ricerca e sviluppo, macchinari e per garantire assunzioni stabili, incentivando gli investimenti e l’occupazione stabile.
  5. Flat tax al 21 per cento sui nuovi contratti di affitto, anche commerciali – Si prevede una cedolare fissa al 21 per cento anche sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come i capannoni.
  6. Superamento della legge Fornero – Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la “quota 100”: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato. Per le donne si proroga “Opzione Donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione.
  7. Ires verde – Si introducono incentivi fiscali per le imprese che riducono l’inquinamento, usando tecniche di produzione con minori emissioni.
  8. Risarcimento per le vittime delle crisi bancarie – Si stanzia un fondo da 1,5 miliardi per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie. Il fondo è così ampliato di 14 volte rispetto a prima.
  9. Rilancio degli investimenti pubblici – Si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre unatask force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.
  10. Piano di assunzioni straordinario – Si stanziano 500 milioni per un grande piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e personale amministrativo, in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza, processi civili e penali più rapidi e una Pubblica Amministrazione più efficiente.
  11. Task force per la qualità della spesa pubblica – Si crea una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Il team analizzerà nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte.
  12. Editoria, stop al finanziamento pubblico – Si prevede l’azzeramento graduale del fondo pubblico per l’editoria.
  13. Pensioni d’oro – Si interviene sulle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro mensili, in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati.
  14. Riduzione delle spese militari – Si prevede una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei Centri per l’impiego.
  15. Liste d’attesa sanitarie – Si interviene per ridurre drasticamente le liste d’attesa con lo stanziamento, tra l’altro, di un fondo da 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa.
  16. Più soldi per scuola e istituti tecnici e professionali – Si stanziano i fondi necessari a una profonda riforma della formazione tecnica e professionale, in modo da tornare a formare professionisti e tecnici sempre più richiesti nel settore dell’industria e della moda.
  17. Sgravi per chi assume manager innovativi – Si investe sull’innovazione tecnologica, con incentivi fiscali importanti per tutte le imprese che assumeranno un manager dell’innovazione altamente qualificato.
  18. Italia.it – Più fondi per rilanciare Italia.it e trasformarlo in sito per la promozione del made in Italy.
  19. Potenziamento del fondo per il microcredito alle imprese – Si raddoppia il fondo per le micro e piccole imprese.
  20. Taglio agli sprechi – Si recuperano fino a 2 miliardi di euro grazie alla riorganizzazione della spesa, prevedendo l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquistare beni e servizi tramite Consip.
  21. Fondi per la salute – Si stanziano 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche.
  22. Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi.
  23. Gestioni commissariali della Sanità – Si reintroduce l’incompatibilità tra la carica di commissario alla Sanità e ogni incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento.
  24. Si prevede l’incremento del Fondo per il servizio civile.

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PERSONALE ACCADEMICO

Autorizzazione all’assunzione di personale a tempo indeterminato (decreto del Presidente della Repubblica)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’autorizzazione ad assumere, a tempo indeterminato, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, 553 unità di personale docente per le esigenze delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), nonché ad accantonare una quota pari al 10 per cento del budget assunzionale per il reclutamento di docenti di prima fascia, cui concorrono i soli docenti di seconda fascia in servizio a tempo indeterminato da almeno tre anni accademici, come previsto dall’articolo 1, comma 654, della legge 27 dicembre 2017, n. 205.