36 mln per la progettazione di scuole innovative e per la sicurezza

Edilizia scolastica, approvati due emendamenti del MIUR: sbloccati 36 mln per la progettazione di scuole innovative e la sicurezza

Bussetti: “Prosegue percorso per assicurare rapidamente le necessarie risorse agli Enti locali”

Trentasei milioni di euro per l’edilizia scolastica innovativa e risorse per la sicurezza degli edifici. Le Commissioni riunite VIII e IX della Camera dei deputati hanno approvato il 18 ottobre due emendamenti in materia di edilizia scolastica predisposti dal MIUR e presentati dai relatori in sede di conversione del decreto-legge su Genova.

Il primo emendamento sblocca 9 milioni di euro all’anno, per il prossimo triennio, per la progettazione di scuole innovative e 4,5 milioni di euro all’anno, per il prossimo biennio, per la progettazione di Poli dell’infanzia. Una misura molto attesa dagli Enti locali che, al momento, non dispongono delle risorse necessarie.

Il secondo emendamento consente di recuperare i fondi stanziati con un Programma di edilizia scolastica del 2009 e rimasti inutilizzati, che potranno essere destinati a interventi di messa in sicurezza degli edifici.

“Continua il percorso intrapreso dal Governo, fin dal suo insediamento, per semplificare e accelerare le procedure per mettere a disposizione degli Enti locali i finanziamenti necessari per gli interventi in materia di edilizia scolastica – dichiara il Ministro Marco Bussetti -. Stiamo dimostrando con i fatti che il benessere e la sicurezza dei nostri ragazzi rappresentano davvero una priorità”.

Manovra, più «tecnici» a misura di Pmi, in arrivo nuova riforma

da Il Sole 24 Ore 

Manovra, più «tecnici» a misura di Pmi, in arrivo nuova riforma
di Claudio Tucci

Più didattica laboratoriale. Un collegamento diretto con territori e imprese. La ridefinizione degli indirizzi di studio in relazione ai singoli settori produttivi, in modo tale da consentire a famiglie e studenti, a ridosso delle iscrizioni, un miglior orientamento verso gli istituti tecnici. Non solo. Si guarda anche alla formazione terziaria, con l’obiettivo di rafforzare gli Its, le “super scuole “di tecnologia post diploma, alternative all’università, con risorse certe e la semplificazione di governance e adempimenti burocratici. A fianco al decollo dell’istruzione professionale, appena riformata; e il rilancio, assieme a Mise e Lavoro, dell’istruzione e formazione regionale.

Il governo è pronto a inserire, in legge di bilancio, «più fondi» e «una profonda revisione «della formazione tecnica e professionale» per farla tornare a sfornare profili sempre più richiesti da industria (e moda).

Oggi gli istituti tecnici – l’ultimo riordino è datato 2010, con la suddivisione in due macro settori, Economico e Tecnologico e 11 indirizzi – sono in grande affanno, con un forte calo di iscritti (oltre 100mila in meno nell’ultimo decennio) e un’etichetta “sbrigativa e ingenerosa” di scuole di serie B. Ci sono poi troppe discipline nel biennio iniziale (32-33 ore a settimana, a seconda di come viene collocata l’ora di geografia economica – contro, per esempio, le 28 ore di un liceo, opzione scienze applicate), e la pratica è scarsa. Di qui l’idea di un restyling degli indirizzi di studi più legato al mondo del lavoro, visto che, comunque, il titolo di “perito” garantisce, da subito, un buon inserimento nelle aziende.

Anche gli Its, nonostante un tasso di occupazione che supera l’80%, fanno fatica a decollare: gli studenti iscritti sono circa 10mila (contro gli 800mila delle Fachhochschulen tedesche), e ci sono troppi oneri sulle attività delle Fondazioni. Anche qui l’obiettivo è un complessivo piano di rilancio e potenziamento: per quest’anno sono stati stanziati 10 milioni aggiuntivi (ai 13 annui già previsti a legislazione vigente) per ampliare i percorsi formativi (nel 2019, ci saranno 20 milioni in più, che salgono a 35 a decorrere dal 2020, come previsto dalla scorsa legge di Bilancio).

«L’apertura del governo a una riforma della formazione tecnica e professionale per legarla, di più e meglio, a imprese e territori è una notizia positiva – commenta il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Gianni Brugnoli -. Nei prossimi cinque anni la manifattura avrà bisogno di circa 300mila tecnici, e c’è il rischio concreto di non trovarli. Certo, la strada è lunga, aspettiamo i prossimi passi dell’esecutivo. Noi siamo pronti al dialogo: mi aspetto un confronto proficuo e continuo visti i rapidi cambiamenti indotti, o che arriveranno, sotto la spinta di Industria 4.0. Di ciò non si potrà prescindere nel disegnare la nuova filiera professionalizzante, secondaria e terziaria».

Diplomi falsi, Bussetti manda ispettori in scuole paritarie

da Il Sole 24 Ore 

Diplomi falsi, Bussetti manda ispettori in scuole paritarie 

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, avrebbe avviato un programma di ispezioni nelle scuole paritarie segnalate dalle organizzazioni sindacali, che avrebbero rilasciato titoli di
studio e di servizio falsi, utilizzati per le graduatorie di istituto di assistente tecnico e di assistente amministrativo. E’ quanto apprende l’Ansa.

Il caso dei “diplomi falsi” è scoppiato qualche settimana fa in Sicilia nell’ambito dell’operazione “Diplomat”: i magistrati di Agrigento hanno disposto il sequestro preventivo d’urgenza di 22 diplomi di scuola media superiore che sarebbero stati conseguiti irregolarmente nell’anno scolastico 2014-2015.
Centodieci gli indagati, fra dirigenti scolastici, insegnanti e personale di segreteria.
Il programma di ispezioni del Miur si estenderà a tutto il territorio nazionale, a partire dagli istituti segnalati, e servirà a verificare la correttezza del rilascio dei titoli di studio, di servizio e delle autodichiarazioni.

Concorso Infanzia Primaria, firmato decreto per 12 mila posti. Arriva anche procedura ordinaria

da Orizzontescuola

Concorso Infanzia Primaria, firmato decreto per 12 mila posti. Arriva anche procedura ordinaria
di redazione

Miur – Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato il decreto che consente di dare avvio alle procedure concorsuali straordinarie per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria previste dal cosiddetto Decreto Dignità.

Il concorso prevede assunzioni sia su posti comuni che di sostegno ed è riservato a chi è in possesso del requisito di abilitazione (Laurea in Scienze della Formazione Primaria, diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002) e ha svolto almeno due anni di servizio nel corso degli ultimi otto anni. Per i posti di sostegno è richiesto anche il possesso dello specifico titolo di specializzazione. Nel decreto vengono dettagliati il contenuto del bando, i termini e le modalità di presentazione delle domande, i titoli valutabili, le modalità di svolgimento della prova orale, i criteri di valutazione dei titoli e della prova, la composizione delle commissioni di valutazione e i programmi di esame.

“Abbiamo mantenuto l’impegno preso con il Decreto Dignità, sbloccando la situazione di paralisi ereditata dal precedente Governo – commenta il Ministro Bussetti -. Ma non ci fermiamo: a breve partirà anche il concorso ordinario, sempre per la scuola dell’infanzia e primaria, per il quale i miei Uffici stanno avviando le relative procedure autorizzatorie”.

Il decreto per il concorso straordinario è già stato inviato alla Gazzetta Ufficiale per la relativa pubblicazione dopo la quale il Ministero pubblicherà il bando sul proprio sito web.

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Concorso dirigente, ecco i quesiti della prova scritta

da Orizzontescuola

Concorso dirigente, ecco i quesiti della prova scritta
di redazione

Si è svolta oggi la prova scritta per il concorso a dirigente scolastico. Si tratta del secondo step del lungo percorso per reclutare nuovi presidi da inserire nelle numerose scuole rimaste scoperte. Tra ricorsi e polemiche per le prove rimandate in Sardegna, le prove si sono svolte senza particolari rilievi.

Nei vari gruppi FaceBook dedicati al concorso a dirigente, sono apparse le prime notizie sulle prove.

Ecco alcuni argomenti della prova scritta del concorso per dirigenti scolastici riportati dagli stessi candidati dopo aver svolto la prova:

  1. relazione dirigente col collegio in merito al ptof
  2. relazione tra dirigente, programma annuale e ptof
  3. un caso relativo al miglioramento degli studenti del primo ciclo d’istruzi0ne
  4. strategie un una scuola con forte assenteismo e ritardi
  5. reclutamento da parte del dirigente delle risorse esterne ed interne per il ptof

I quesiti in inglese erano sull’uso dei device e sul sistema scolastico olandese.

Risorse giacenti in Bilancio, Miur: monitoraggio prorogato al 19 novembre

da Orizzontescuola

Risorse giacenti in Bilancio, Miur: monitoraggio prorogato al 19 novembre
di redazione

Nella giornata di ieri, abbiamo riferito sull’incontro svoltosi al Miur, riguardante la rilevazione delle giacenze sul Bilancio delle Scuole e sulla finalità della stessa.

Monitoraggio risorse giacenti

Il monitoraggio si pone la finalità di avere un quadro chiaro relativamente alle risorse giacenti nei bilanci delle scuole e al relativo vincolo di destinazione (nel corso dell’incontro si è parlato anche del Bonus merito 2017/18 ).

I sindacati, pur apprezzando la finalità del monitoraggio, hanno evidenziato le eccessive incombenze ricadenti sulle istituzioni scolastiche.

Proroga rilevazione

In data odierna, quasi a voler alleggerire il lavoro delle scuole spalmandolo nel tempo, il Miur ha inviato un messaggio alle scuole, con il quale si comunica la proroga della suddetta rilevazione:

Si comunica a tutte le Istituzioni Scolastiche che la Rilevazione Risorse Giacenti attiva dal 4 al 19 Ottobre verrà prorogata fino al 19 Novembre 2018.

ATA, con permessi ad ore non c’è decurtazione stipendio

da Orizzontescuola

ATA, con permessi ad ore non c’è decurtazione stipendio
di redazione

Ritorniamo sull’argomento visite specialistiche per il personale ATA e sulle novità dell’art. 33 del CCNL 2016/18 che desta ancora un po’ di confusione nelle scuole.

Il nuovo CCNL 19 aprile 2018, al Titolo IV – Personale Ata art. 33, ha previsto nuove tipologie di permessi orari retribuiti aggiuntivi rispetto a quelle già presenti nel CCNL del 2007.

Tra queste ci sono anche i permessi orari per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici per un totale di 18 ore di permesso retribuito per ogni anno scolastico e fruibili sia su base oraria che giornaliera. In questo secondo caso sono computate le ore di servizio effettivo dovute nella giornata. Nel caso di rapporto di lavoro part-time il monte ore viene riproporzionato.

Tali permessi:

  • sono assimilati alle assenze per malattia ai fini del computo;
  • sono retribuiti allo stesso modo previsto per le assenze dovute a malattia;
  • non sono assoggettati alla decurtazione del trattamento economico accessorio previsto dalla legge per le assenze per malattia fino a 10 giorni (se fruite ad ore).

N.B.: Nel caso in cui l’assenza venga fruita su base giornaliera è sottoposta alla medesima decurtazione prevista per i primi dieci giorni di malattia.

Quindi se il permesso è fruito ad ore non subisce la decurtazione economica, se è fruito per intera giornata sì.

Questo non vuol dire però che per non subire la decurtazione economica sia sufficiente presentare la domanda richiedendo le ore che coprono l’intera giornata per non avere la decurtazione economica. Sarà il buon senso dell’amministrazione a discernere in queste situazioni

ATA, 18 ore di permessi aggiuntivi per visite specialistiche

Bussetti: promuovere fiducia nei confronti delle Istituzioni

da La Tecnica della Scuola

Bussetti: promuovere fiducia nei confronti delle Istituzioni
Di Pasquale Almirante

Il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, intervenendo alla presentazione del volume “La nuova Corte dei Conti: responsabilità, pensioni e controlli”, curato da Vito Tenore, ha detto: “Come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è mia intenzione continuare a promuovere, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, una formazione improntata al rispetto e alla fiducia nei confronti delle Istituzioni. Tra queste, la Corte dei Conti è una delle più apprezzate e affidabili. Il tema della giustizia contabile è inoltre centrale nella lotta alla corruzione e ritengo debba essere sempre più oggetto di attenzione nei percorsi scolastici di Educazione alla Legalità”.

“La scuola deve formare i cittadini del domani consapevoli di quanto il buon funzionamento delle istituzioni sia vitale per una società pienamente democratica”.

Pensioni quota 100, chi lascia a 62 anni perderà fino a 500 euro al mese: l’ombra del “totalmente contributivo”

da La Tecnica della Scuola

Pensioni quota 100, chi lascia a 62 anni perderà fino a 500 euro al mese: l’ombra del “totalmente contributivo”
Di Alessandro Giuliani

Nella manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri c’è anche l’attesa quota 100 relativa all’anticipo pensionistico: dai primi mesi dell’anno, tra febbraio e aprile, sarà consentita l’uscita a 62 anni d’età con 38 anni di contributi. Dovrebbero essere previste quattro finestre l’anno, anche se per la scuola rimane solo quella estiva. Questo è lo stato dell’arte della norma inclusa nella manovra di bilancio. Ma quali sono gli effetti pratici del provvedimento? Le ultime notizie non sembrano proprio positive per i lavoratori che aderiranno.

Addio al sistema “misto”?

Nelle ultime ore, in molti hanno criticato il provvedimento. Soprattutto perché, a ben vedere, risulterebbe poco conveniente ai fini della formazione dell’assegno di quiescenza. Secondo Rai Radio Uno (GR1 ore 13 del 17 ottobre), addirittura “il ricalcolo dell’assegno” di quota 100 sarebbe “totalmente contributivo”. E cadendo il sistema cosiddetto “misto”, vi sarebbero “pesanti ricadute” sulla consistenza della pensione stessa.

Per intenderci meglio, per il lavoratore che andrà in pensione in corrispondenza dell’età prevista dalla legge vigente (quasi 67 anni di età anagrafica oppure oltre 42 anni di contributi versati), il sistema contributivo integrale scatterà qualora abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Qualora abbia invece già maturato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, il sistema retributivo si sarebbe perso solo a partire dal 1° gennaio 2012.

Penalizzazione certa

Di sicuro, comunque, ammesso che non scatti il contributivo per tutto il periodo, la penalizzazione è certa. Anche perché al sistema contributivo non si applicano le disposizioni sull’integrazione al minimo: chi ha versato contributi dal valore molto basso, potrebbe così percepire una pensione davvero ridotta, pur avendo effettuato molti anni di contributi.

A quantificare il “danno” ci ha provato Tito Bori presidente Inps, tornato alla Camera per proseguire l’audizione sulla riforma pensionistica, a partire dagli assegni da tagliare in presenza di pensioni d’oro, e rilanciando l’allarme, già fornito la settimana scorsa, sui maggiori costi che gli interventi del Governo potrebbero causare al sistema.

Boeri: perdita secca di 500 euro lordi al mese

Secondo il numero uno dell’Istituto di previdenza nazionale, un lavoratore che decidesse di andare in pensione con quota 100 a 62 anni e 38 di contributi, in anticipo di cinque anni rispetto all’età di vecchiaia, potrebbe dover rinunciare a circa il 21% rispetto all’assegno che avrebbe preso a 67 anni.

In pratica, con uno stipendio di 40.000 euro annui e una pensione retributiva fino al 2011, poi contributiva, andando in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, invece che a 67 anni come previsto dal 2019 per la pensione di vecchiaia (e versando i contributi), andrebbe a ricevere circa 30.000 euro lordi l’anno.  Una cifra non molto lontana da quella che percepirebbe un insegnante di scuola superiore che ha superato i 35 anni di anzianità.

150 mila euro di pensione in più incassati

“Uscendo cinque anni prima – ha detto Boeri – si rinuncia a circa 500 euro al mese lordi, che si sarebbero presi uscendo a 67 anni. In pratica a 67 anni si prenderebbe una pensione da 36.500 euro ma avendo versato contributi per altri cinque anni. Se invece si va in pensione prima non si versano contributi e si prendono 150.000 (30.000 per cinque anni) euro di assegni in più”.

“Quindi si prendono nei primi cinque anni importi pari a circa 23 anni di decurtazione potenziale dell’assegno. Gli interventi del Governo sul sistema previdenziale potrebbero portare costi aggiuntivi per 140 miliardi in 10 anni”, ha sentenziato Boeri.

La difesa del Governo

Il M5S, con il deputato Davide Tripiedi, si è scagliato contro il presidente Inps dicendo che “fa politica” e che è “una vergogna” che si sia presentato con calcoli su temi diversi rispetto a quelli sui quali è stato audito.

Il Governo, in ogni caso, la sua proposta l’ha fatta: spetterà, presto, alla Corte Costituzionale e alla Commissione europea pronunciarsi sulla sua consistenza, come per tutto il resto della manovra economica decisa dal Governo giallo-verde.

Prorogata ‘opzione donna’

Come avevamo detto da tempo, il Governo nel presentare la manovra ha annunciato la proroga dell’opzione donna, sottolineando che si permetterà alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, con 35 anni di contributi, di andare in pensione.

Anche in questo caso non si chiarisce se l’età annunciata contiene anche la decorrenza (la cosiddetta finestra mobile di un anno) utilizzata finora (ma a partire da 57 anni) e gli incrementi dell’aspettativa di vita (12 mesi in totale nel 2019) che porterebbero nel complesso l’età effettiva nella quale si percepisce la pensione a 60 anni per le dipendenti e 61 per le autonome.

Ciò significa che basterebbero 35 anni di contributi ma si avrebbe l’assegno calcolato interamente con il metodo contributivo, che equivale ad un taglio permanente anche del 30% dell’assegno pensionistico.

Diplomi falsi, Bussetti manda ispettori in scuole paritarie segnalate da sindacati

da Tuttoscuola

Diplomi falsi, Bussetti manda ispettori in scuole paritarie segnalate da sindacati 

Il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha avviato – come risulta a Tuttoscuola – un programma di ispezioni in scuole paritarie segnalate dalle organizzazioni sindacali, che avrebbero rilasciato titoli di studio e di servizio falsi, utilizzati per le graduatorie di istituto di assistente tecnico e di assistente amministrativo, secondo quanto segnalato da Ansa.

Il caso dei “diplomi falsi” è scoppiato qualche settimana fa in Sicilia nell’ambito dell’operazione “Diplomat”: i magistrati
di Agrigento hanno disposto il sequestro preventivo d’urgenza di 22 diplomi di scuola media superiore che sarebbero stati conseguiti irregolarmente nell’anno scolastico 2014-2015.

Ben 110 gli indagati fra dirigenti scolastici, insegnanti e personale di segreteria.

Il programma di ispezioni del MIUR si estenderà a tutto il territorio nazionale, a partire dagli istituti segnalati, e servirà a verificare la correttezza del rilascio dei titoli di studio, di servizio e delle autodichiarazioni.

Va precisato che la galassia delle scuole paritarie secondarie di secondo grado è composta da 1710 istituti, che svolgono in generale un ruolo di grande importanza per il sistema educativo italiano, mentre i casi sospetti rappresentano un numero esiguo, che ha finora coinvolto soprattutto istituti laici. Le classiche mele marce.

I diplomi falsi o falsificati e i “diplomifici”, cioè quegli istituti che in modo fraudolento consentono di conseguire diplomi validi, sono una parte di questa patologia che, finalmente, il ministro Bussetti, dopo inascoltate denunce del passato, ha deciso di affrontare in modo sistematico. Non sarà comunque facile vincere interessi contrastanti e poco visibili.

Oltre ai diplomi, c’è anche un’altra patologia non meno grave, subdola, sommersa e diffusa: l’uso dell’autocertificazione di titoli e di servizio, mai conseguiti e mai prestati. Con queste certificazioni si scalano graduatorie, si ottengono supplenze e punteggi che consentono di consolidare posizioni a danno di aventi diritto.

Occorre il coraggio di affrontare questa piaga, ripristinando controlli a tappeto e denunciando le irregolarità, il falso in sede penale con esclusione dei colpevoli da ogni graduatoria. Sembra un buon inizio.

Concorso DS: le tematiche della prova scritta

da Tuttoscuola

Concorso DS: le tematiche della prova scritta

La prova scritta del concorso DS si sta concludendo pressoché ovunque. La chiusura delle scuole e degli uffici pubblici di Cagliari per allerta meteo ha di fatto bloccato lo svolgimento di quella dei 215 candidati in Sardegna, dove lo scritto è stato rinviato per misure di prevenzione dal rischio idrogeologico (qui la nota ufficiale dell’USR Sardegna). Lo svolgimento della prova scritta riservata ai candidati al concorso DS si è comunque svolta normalmente nel resto di Italia.
Coordinamento del DS degli organi collegiali per redazione esecuzione e monitoraggio PTOF, ampliamento dell’offerta formativa e scelta degli esperti interni ed esterni e Collegamento tra PTOF e gestione finanziaria. E poi ancora: scuola superiore con studenti assenteisti nonostante il richiamo ai genitori: cosa farebbe il DS, studenti con risultati da migliorare: come può il DS proporre specifiche strategie didattiche e inglese l’uso dei device e il sistema scolastico olandese. Queste sarebbero le tematiche della prova scritta del concorso DS secondo quanto ha segnalato un aspirante preside alla redazione di Tuttoscuola.
La prova è unica in tutta Italia e si svolge in una sola giornata. Il punteggio massimo conseguibile allo scritto è di 100 punti, derivanti dalla somma dei punteggi ottenuti in ciascuno dei sette quesiti (5 a risposta aperta più 2 a risposta chiusa). A ciascuno dei cinque quesiti a riposta aperta è attribuito un punteggio massimo di 16 punti. A ciascuno dei quesiti in lingua straniera è attribuito un punteggio massimo di 10 punti (2 per ciascuna risposta chiusa corretta). Il punteggio totale della prova è quindi uguale a: (16×5)+(10×2)= 80+20=100. Il punteggio minimo per superare la prova è 70 punti.

Didacta Italia 2018: oggi presentata la piattaforma per la predisposizione del PTOF

da Tuttoscuola

Didacta Italia 2018: oggi presentata la piattaforma per la predisposizione del PTOF

Oggi via a Didacta Italia 2018. La fiera dedicata al mondo della scuola apre finalmente le sue porte a Firenze.

E proprio oggi sarà presentata la piattaforma realizzata dal MIUR per supportare le scuole nella predisposizione del Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) per il triennio 2019/2022. Uno strumento che mette a disposizione delle scuole informazioni, dati e una struttura di riferimento per progettare, nel rispetto del dettato normativo, uno dei documenti più importanti: quello con cui la comunità scolastica si presenta a famiglie e territori. La struttura per il PTOF è disponibile dallo scorso 17 ottobre sulla piattaforma SIDI del Ministero.

La creazione della piattaforma risponde a una delle priorità del MIUR: supportare il personale della scuola nell’attività di programmazione didattica e organizzativa. L’utilizzo è su base volontaria, nel rispetto dell’autonomia dei Collegi dei docenti a cui spetta l’elaborazione dell’offerta formativa. I contenuti indicati nella piattaforma sono flessibili per consentire il massimo grado di personalizzazione.

La piattaforma costituisce un valido supporto anche nel campo della comunicazione con le famiglie. Il PTOF infatti è il documento progettuale che più di ogni altro esprime l’identità strategica della scuola: ne descrive sia l’impianto organizzativo che l’offerta formativa per il triennio a cui fa riferimento. Tramite il Piano quindi, le famiglie possono conoscere l’istituto e comprenderne il profilo.

Le scuole hanno ricevuto una nota che le informa del nuovo strumento e fornisce la tempistica per la predisposizione del PTOF 2019/2022.

Nota 19 ottobre 2018, AOODGOSV 18025

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Uff. I

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuoledelle località ladine di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Oggetto: Invito all’iniziativa “Libriamoci. Settimana di lettura nelle scuole” 22-27 ottobre 2018.

Il Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuovono la quinta edizione del progetto “Libriamoci! Settimana di lettura nelle scuole”. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle istituzioni scolastiche all’estero, statali e paritarie, nonché a quelli delle scuole straniere, internazionali ed europee. L’invito è di includere nelle attività scolastiche sei giornate – dal 22 al 27 ottobre – dedicate a momenti di lettura.

Le scuole che intendono aderire all’iniziativa dovranno registrarsi alla piattaforma online del Centro per il Libro e la lettura (www.libriamociscuola.it/registrazione), secondo le modalità in allegato.

IL DIRIGENTE
Giacomo Molitierno


Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Nota MAECI 25 settembre 2018, MAE0 166096
DGSP – Ufficio V

Oggetto: Istituzioni scolastiche all’estero di ogni ordine e grado – Avvio della quinta edizione di AVVIO DELLA QUINTA EDIZIONE DI “Libriamoci. Settimana di lettura nelle scuole” (22 – 27 ottobre 2018).

Sintesi: Istituzioni scolastiche all’estero – Invito ad aderire all’iniziativa “Libriamoci. Settimana di lettura nelle scuole”, promossa dal Centro per il libro e la lettura del MIBAC e dalla Direzione Generale per lo Studente del MIUR, organizzando giornate di lettura ad alta voce nelle scuole nei giorni 22 – 27 ottobre 2018.

  1. Si segnala l’avvio della quinta edizione del progetto “Libriamoci! Settimana di lettura nelle scuole”, L’iniziativa e’ promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali (MiBAC) e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca (MIUR).
    Nell’intento di avvicinare i giovani alla lettura, d’intesa con i promotori, questa Direzione Generale si e’ impegnata a divulgare l’iniziativa presso le istituzioni scolastiche all’estero, statali e paritarie, nonche’ presso le scuole straniere, internazionali ed europee.

  2. “Libriamoci” si rivolge a tutte le scuole per invitarle a includere nelle attivita’ scolastiche delle sei giornate – dal 22 al 27 ottobre – momenti di lettura ad alta voce svincolati da ogni valutazione scolastica. Quest’anno la manifestazione e’ gemellata con #ioleggoperche’, la campagna nazionale organizzata dall’Associazione Italiana Editori. Tre i filoni tematici suggeriti, ai quali docenti e studenti possono aderire o ispirarsi: Lettura come liberta’; 2018 Anno Europeo del Patrimonio; 200 anni: buon compleanno Frankenstein!

  3. Per aderire all’iniziativa, le scuole dovranno registrarsi alla piattaforma online del Centro per il Libro e la lettura (www.libriamociascuola.it/registrazione) e, seguendo le successive fasi di compilazione, inserire le informazioni relative alle attivita’ di lettura organizzate con le proprie classi.
    Sui social network, inoltre, sono sempre attivi la pagina Facebook e l’account Twitter aperti alla condivisione di foto, video e resoconti di partecipanti e organizzatori contraddistinti dal tag #Libriamoci.

  4. Si sara’ grati alle Ambasciate e agli Uffici consolari in indirizzo se vorranno assicurare la piu’ ampia e tempestiva divulgazione dell’iniziativa presso le istituzioni scolastiche all’estero. Si sara’ grati altresi’ agli Istituti italiani di cultura se vorranno fornire il proprio supporto e la propria collaborazione alle scuole nell’organizzazione delle attivita’ legate all’iniziativa, secondo le modalita’ ritenute piu’ opportune.
    Per eventuali indicazioni di dettaglio o chiarimenti e’ possibile rivolgersi alla prof.ssa Serena Bonito dell’Uff. V della DGSP (serena.bonito@esteri.it).

Nota 19 ottobre 2018, AOODGSIP 4361

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Nota 19 ottobre 2018, AOODGSIP 4361

Alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Oggetto: Progetto “Giro dell’Italia – Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo” del MOIGE a.s. 2018/2019