Lingua dei segni e “identita’ culturale della comunita’ sorda”

Redattore Sociale del 09-11-2018

Lingua dei segni e “identita’ culturale della comunita’ sorda”: tre giorni di studio

A Roma tre giorni di studio, ricerca e confronto, con il IV Convegno nazionale LIS promosso dall’Ente nazionale Sordi. Le precedenti edizioni a Trieste (1995), Genova (1998) e Verona (2007). “Manca ancora il riconoscimento ufficiale, ma aumenta la visibilità”.

ROMA. Il riconoscimento ancora manca, ma di Lingua dei segni come strumento di identità linguistica e culturale della comunità sorda si parla sempre di più: è un messaggio di fiducia, dunque, quello che Giuseppe Petrucci porta oggi al IV Convegno nazionale LiIS promosso dall’Ente nazionale sordi, di cui è presidente. Un appuntamento periodico, che quest’anno si svolge a Roma, presso il Seraphicum da oggi all’11 novembre, dopo il debutto a Trieste, nel 1995) e le successive edizioni a Genova (1998) e Verona (2007). Titolo di quest’anno: “La lingua dei segni italiana: una risorsa per il futuro”. Obiettivo: delineare il quadro attuale degli studi sulla Lingua dei Segni Italiana da diverse prospettive e approcci interdisciplinari e costruire una ulteriore dimensione di visibilità e consapevolezza del prezioso patrimonio delle lingue segnate e dell’identità linguistica e culturale della comunità sorda.

“Rispetto a qualche anno fa finalmente la LIS gode di una sua visibilità – ha riferito infatti Petrucci – pur mancando ancora quel riconoscimento ufficiale che le cittadine e i cittadini sordi e sordociechi italiani chiedono e attendono da anni”. A dimostrazione del grande e colpevole ritardo dello Stato italiano, nel 2017 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 23 settembre di ogni anno sarà la Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni. “Lo scopo della Giornata – spiega Petrucci – è aumentare la consapevolezza sull’importanza delle lingue segnate nella piena realizzazione dei diritti umani delle persone sorde. Non dobbiamo poi dimenticarci che la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel lontano 2009 e non ancora applicata, in più punti invita gli Stati a promuovere e diffondere la lingua dei segni”.

Ricorda in questa occasione l’ENS le parole di Tullio De Mauro, che seppe evidenziare, nel mondo della ricerca linguistica di cui era esponente, la complessità e ricchezza delle lingue segnate: “Alla LIS va riconosciuto il ruolo di ‘lingua meno parlata’ nell’Unione Europea e in Italia, come del resto già avviene in alcuni paesi. Della opportunità e validità di portare apprendimento e uso del segnare nelle nostre scuole per alunni sordi, e per udenti, testimoniano già molte esperienze positive nelle nostre scuole di vario livello […] Qualche tempo fa – raccontava ancora De Mauro – un valente collega lamentava (almeno così pareva) che in Italia fossero censiti ben 36 idiomi diversi (italiano, dialetti, lingue di minoranza). Si potrebbe obiettare che trascurava le decine e decine di lingue diverse importate dagli immigrati. Ma, anche a limitarsi alle lingue insediate da gran tempo, bisogna che si rassegni e alle 36 aggiunga, trentasettesima, la lingua dei segni italiana”.

Un tema particolarmente caro alla comunità, come ha dimostrato la grande partecipazione alla Giornata Mondiale del Sordo, con oltre 5 mila persone in corteo, per chiedere a gran voce il riconoscimento della Lingua dei segni Italiana. Ora, l’attenzione torna alta con i tre giorni dedicati alla ricerca, al confronto e agli approfondimenti tematici sulla LIS nei suoi aspetti linguistici, sociali, pedagogici e in relazione alle principali discipline che da quarant’anni ne investigano la struttura, la ricchezza e l’utilizzo nella vita quotidiana delle persone sorde e sordocieche.

Un francobollo celebra AISM, 50 anni di lotta alla sclerosi multipla

Redattore Sociale del 09-11-2018

Un francobollo celebra AISM, 50 anni di lotta alla sclerosi multipla

Il francobollo che raffigura il logo del cinquantenario della fondazione di Aism e ha il valore di 1,10 euro, è stato presentato oggi con una cerimonia di annullo nella sede di Poste Italiane a Roma.

ROMA. L’Italia celebra l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla con un francobollo che commemora i 50 anni dalla sua fondazione. Il prodotto filatelico è stato presentato oggi con una cerimonia di annullo nella sede di Poste Italiane di piazza San Silvestro, a Roma, a cui hanno partecipato i vertici dell’associazione, Angela Martino e Mario Battaglia, assieme ai rappresentanti delle istituzioni che hanno permesso la realizzazione del tributo. Il francobollo raffigura il logo del cinquantenario della fondazione di Aism e ha il valore di 1,10 euro.

“L’invito è di usarlo per farlo conoscere e far conoscere ciò che fa l’Aism per la sclerosi multipla” ha detto Angelo Di Stasi, presidente della commissione carte-valori postali del Mise. Emesso dal Ministero dello Sviluppo economico, appartiene alla serie ‘Il Senso civico’, dedicata all’assistenza dei malati. È stato stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in coppia con un altro francobollo dedicato invece ai 40 anni di Ant-Assistenza Nazionale Tumori. Ciascuno ha una tiratura di 1 milione e mezzo di esemplari.

“È un altro modo per fare sensibilizzazione- ha detto Angela Martino, presidente Nazionale Aism- grazie al francobollo possiamo spedire lettere dicendo a tutti che da 50 anni la lotta alla sclerosi multipla non si ferma. Dal 1968 ad oggi combattiamo a fianco delle persone con Sm”.

L’annullo primo giorno di emissione è disponibile presso lo Spazio Filatelia di Genova e presso l’ufficio postale di Roma a piazza San Silvestro. Mentre i francobolli e i prodotti correlati saranno disponibili negli uffici postali italiani e sul sito poste.it.

La cerimonia è stata anche l’occasione in cui Aism ha premiato con una targa i suoi ambasciatori e le persone maggiormente impegnate nella lotta alla Sm. Tra queste, l’attrice Antonella Ferrari, il cantante lirico Marco Voleri, la blogger Alessia Villani, il testimonial Federico Bozzoli. Il messaggio lanciato all’unisono è: “Impegnarsi insieme per un futuro libero dalla Sm”. (DIRE)

I bambini di Asperger

Vita.it del 09-11-2018

I bambini di Asperger. La scoperta dell’autismo nella Vienna nazista

La biografia di Hans Asperger, il cui nome è oggi essenzialmente legato alla sindrome omonima e, più in generale, a quello che oggi viene definito come “spettro autistico”, ci rimanda a un intrico di violenza e burocrazia, scienza e retorica, ideologia nazista e finto umanitarismo, da cui non possono che derivare problemi e aporie. Esce ora un libro che ci aiuta a fare un po’ di chiarezza
La biografia di Hans Asperger, il cui nome è oggi essenzialmente legato alla sindrome omonima e, più in generale, a quello che oggi viene definito come “spettro autistico”, ci rimanda a un intrico di violenza e burocrazia, scienza e retorica, ideologia nazista e finto umanitarismo, da cui non possono che derivare problemi e aporie. Esce ora un libro che ci aiuta a fare un po’ di chiarezza: Edith Sheffer, I bambini di Asperger. La scoperta dell’autismo nella Vienna nazista (Marsilio, 2018, 336 pagine).

Il nome di Asperger, cattolico, uomo di destra, mai iscritto al partito nazista ma partecipe a pieno titolo del “sistema” nazista di selezione ed eliminazione di bambini e adolescenti asociali ed anormali, non è stato toccato dall’infamia, tanto che, negli ultimi decenni, è divenuto anzi assai popolare. Ad ogni modo, fra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, questo psichiatra ha lavorato, aderendovi, in un contesto professionale tutto votato ad una ideologia discriminatoria e omicida: da responsabile del Reparto di pedagogia curativa alla Clinica pediatrica dell’università di Vienna, si è occupato direttamente di riconoscere e separare i piccoli “dissociali” che fossero comunque emendabili, dagli irrecuperabili, la cui fine avrebbe dovuto essere quella delle vittime dei programmi di eutanasia.
Hans Asperger Asperger, arrivando a formulare la fumosa diagnosi di “psicopatia autistica”, ha seguito e, per la sua parte, sostenuto la psichiatria infantile nazista, radicalizzando il proprio sguardo di medico, in funzione della “difesa sociale” dagli elementi disturbatori e in nome del primato del sentimento comunitario, dell’appartenenza nazionale. Sono rimaste oggi a disposizione le cartelle cliniche di tanti bambini e ragazzi inviati da Asperger, dopo un periodo di osservazione, ai “trattamenti” (la solita, terribile LTI…) nei centri di eliminazione. Quelle vittime di una ideologia al contempo politica e scientifica, sono state vittime in primo luogo dei clichés predominanti nel giudizio di medici come Asperger: ovviamente le differenze di classe (e di genere) pesavano molto sul destino di bambini valutati, e spesso frettolosamente, come “cattivi”, “sadici” o precocemente sessualizzati. In sintesi, bambini troppo “difficili” per essere recuperati, che venivano soprattutto da famiglie povere e marginalizzate e spesso mono-genitoriali; bambini privi di Gemüt, ossia della capacità di adattarsi alle esigenze del collettivo e di sapersi votare alla causa del Volk, della comunità nazionale.

Nella vita di scienziati come Asperger emerge chiaramente quanto il contesto ideologico dominante, con il conformismo pressoché assoluto dei “colleghi” e con il largo consenso nell’opinione pubblica verso le discriminazioni più violente, e fino alla eliminazione fisica, possa arrivare ad assorbire in sé ogni altra logica, anche quella scientifica. Nel dopoguerra Asperger – e ricordiamo che egli non ebbe alcuna conseguenza legale per il suo ruolo durante il regime nazista in Austria – ha cercato ovviamente di purificare la propria immagine, prendendo le distanze dalle posizioni più estreme avute in passato e cercando di accreditarsi egli stesso come oppositore del nazismo. Non si può dire che non abbia avuto successo in questa ripulitura del proprio curriculum, ma la sua rimane, comunque, la più classica figura del nazista-non-proprio-nazista, esponente di una zona grigia, così diffusa nel mondo scientifico, e che ancora dobbiamo conoscere in tutta la sua ampiezza.

Senza dubbio estremizzando il concetto, potremmo dire che Asperger abbia visto, in certi momenti “eroici” della sua carriera di psichiatra, nell’autismo (lo ripetiamo: diagnosticato in modo frettoloso e poco chiaro) un nemico del fascismo (inteso principalmente come spirito di comunità). Nei bambini asociali non vedeva la sofferenza e il disagio, ma un irrecuperabile isolamento criminale e una grave minaccia sociale. Prima e dopo il 1945, Asperger ha usato spesso la retorica (e una retorica spudoratamente compassionevole, così come essa era alla base dei progetti eutanasici nazisti) per coprire il vero obiettivo dei suoi progetti “terapeutici”: rieducare i casi meno gravi ed abbandonare al loro destino gli altri, per curare, in questo modo, tutta la comunità. In tanti medici come Asperger il curare e l’uccidere non sono state pratiche antitetiche, ma hanno più o meno apertamente convissuto. Anche la “dolce morte” nazista è stata, 80 anni fa, un vero e proprio progetto sanitario.

di Francesco Paolella

Scelta docenti e autonomia le armi in più delle scuole paritarie

da Il Sole 24 Ore

Scelta docenti e autonomia le armi in più delle scuole paritarie
di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Cinque licei classici tra i migliori 10 di Milano per la preparazione all’università. Una new entry, peraltro di peso, a Roma nella stessa graduatoria. Cinque istituti tecnici economici di Palermo e altrettanti di Napoli nella top 10 degli sbocchi occupazionali. Testimoniano il riposizionamento delle scuole paritarie italiane – o almeno in parte visto che altre realtà come Torino, Bari o Bologna vedono primeggiare gli istituti statali – che è stato intercettato dall’edizione 2018 del portale Eduscopio della Fondazione Agnelli. E che si spiega soprattutto con più flessibilità nella scelta dei docenti e con un’autonomia rafforzata.

La galassia delle paritarie

Le scuole paritarie in Italia, secondo gli ultimi dati del Miur, sono 12.662 (contro le 40mile statali) e accolgono circa 900mila ragazzi (879.158, per la precisione – la fetta principale, 541.447, sono nel segmento infanzia, nidi e materne). Il settore impiega circa 90mila docenti; e tutto sommato ha resistito al “grande esodo” di insegnanti che hanno colto al volo il maxi piano di stabilizzazione 2015-2016, optando per il posto fisso negli istituti statali. Il finanziamento dell’erario alle scuole paritarie è stato riportato, su input dell’ex sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, a 500 milioni annui; sono previsti 25 milioni aggiuntivi per inserire studenti con handicap; e con l’avvio del nuovo sistema integrato 0-6 anni c’è pure uno stanziamento ad hoc per abbattere le rette o aumentare i posti. Il punto è che, tra chiusure e nuove aperture, ogni anno si perdono circa 200 scuole paritarie, soprattutto superiori; e con la stretta sui “diplomifici” in vigore da un paio d’anni è stata tolta la “parità” a un centinaio di istituti.

I casi Milano e Palermo

Fin qui la fotografia generale di un sistema che “resiste”. Per capire in che modo e con quali risultati tornano utili i dati estrapolati dal portale Eduscopio. Il primo caso che balza agli occhi è sicuramente quello di Milano. Con due licei classici (Alexis Carrel e Sacro Cuore) in vetta alla classifica e cinque istituti tra i primi dieci per livello di preparazione all’università, uno in più dell’anno scorso. Una presenza rafforzata da quattro linguistici e due scientifici (più altri due nell’indirizzo Scienze applicate che la Fondazione Agnelli monitora solo da quest’anno). Ma se ci si sposta a Torino vale già un po’ di meno. Per trovare la prima paritaria tra i licei classici bisogna scendere al quinto posto occupato dal Valsalice (come un anno fa) che era e resta secondo anche per lo scientifico. E una situazione a macchia di leopardo emerge anche negli istituti tecnici. Con cinque sui migliori dieci tecnici economici per indice di occupabilità sia a Napoli che Palermo ma uno solo a Bari e nessuno a Bologna, neanche tra i tecnologici. A conferma del fatto che la vera differenza dipenda da caso a caso. In un contesto di autonomia rafforzata che le paritarie finiscono spesso per avere rispetto alle scuole statali. Si pensi alla scelta dei docenti. Che di fatto possono essere individuati interamente con chiamata diretta purché in possesso di abilitazione. Quella stessa chiamata diretta che per gli istituti statali è stata prima depotenziata e poi congelata probabilmente per sempre. Oltre al fatto che sono «scuole di scelta» da parte delle famiglie come ricorda Luisa Ribolzi, sociologa dell’educazione: «Nelle scuole paritarie – sottolinea – se la “voice” delle famiglie non viene ascoltata possono passare all’exit».

Svimez: al Sud 300mila giovani abbandonano la scuola

da Il Sole 24 Ore

Svimez: al Sud 300mila giovani abbandonano la scuola
di Al. Tr.

Il tasso di scolarizzazione dei 20-24enni al Sud è «notevolmente inferiore» rispetto al Centro-Nord «a causa di un rilevante e persistente tasso di abbandono scolastico». Lo afferma la Svimez nel rapporto 2018 appena pubblicato, spiegando che nel Mezzogiorno «sono circa 300 mila (299.980) i giovani che abbandonano, il 18,4%, a fronte dell’11,1% delle regioni del Centro-Nord».

Poca occupazione per diplomati e laureati
Il rapporto Svimez sottolinea anche il basso tasso di occupazione per i diplomati e i laureati nel Mezzogiorno a tre anni dalla laurea: appena 70 mila su 160 mila (43,8%), contro i 220 mila su 302 mila (72,8%) del Centro Nord. «Ciò spiega – sottolinea lo Svimez – perché negli ultimi 15 anni c’è stato un aumento dei giovani del Sud emigrati verso il Centro-Nord e l’estero: nell’anno accademico 2016/2017, i giovani del Sud iscritti all’università sono circa 685 mila, di questi il 25,6%, studia in un ateneo del Centro-Nord». Nello stesso anno accademico «il movimento “migratorio” per studio ha interessato, quindi, circa il 30% dell’intera popolazione rimasta a studiare in atenei meridionali», si legge nel rapporto. Questo, secondo la Svimez, «comporta, oltre alla perdita di capitale umano, una minore spesa per consumi privati, in diminuzione al Sud, e una minore spesa per istruzione universitaria da parte della Pubblica amministrazione».

Scuola, iscrizioni anticipate Dal 7 al 31 gennaio

da ItaliaOggi

Scuola, iscrizioni anticipate Dal 7 al 31 gennaio

L’anticipo delle iscrizioni, spiegano dal ministero, servirà a far partire prima la macchina delle operazioni che servono per portare in cattedra tutti i docenti sin dal 1° settembre

Tempi anticipati per iscrivere i figli a scuola. Dal 7 al 31 gennaio prossimi, lo scorso anno si arrivava al 7 di febbraio, i genitori dovranno effettuare le iscrizioni per l’anno scolastico 2019/2020. La circolare è stata firmata ieri dal ministro dell’istruzione, Marco Bussetti. L’anticipo delle iscrizioni, spiegano dal ministero, servirà a far partire prima la macchina delle operazioni che servono per portare in cattedra tutti i docenti sin dal 1° settembre. Operazione non riuscita quest’anno, anche a causa della carenza di candidati per le cattedre su cui era scattata l’assunzione a tempo indeterminato: su 52 mila, ne sono rimaste scoperte 30 mila. E proprio per evitare di dover ricorrere ad anno già avviato alla nomina dei supplenti, il Miur spinge sull’acceleratore delle iscrizioni. Le operazione si faranno online, salvo che per l’infanzia statale, e richiedono un codice di accesso: a partire dalle 9.00 del 27 dicembre 2018 si potrà accedere alla fase di registrazione sul portale www.iscrizioni.istruzione.it. Chi ha già un’identità digitale Spid (Sistema pubblico di identità digitale) potrà accedere con le credenziali del gestore che l’ha rilasciata. Le iscrizioni online riguardano le istituzioni statali della primaria, secondaria di primo e secondo grado e anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle regioni che hanno aderito). Per le scuole dell’infanzia la procedura invece resta cartacea. L’adesione delle scuole paritarie al sistema delle iscrizioni online resta sempre facoltativa. Per indicare la scuola scelta, le famiglie potranno sul portale Scuola in Chiaro verificare i profili degli istituti di interesse: dall’organizzazione del curricolo, all’organizzazione oraria, agli esiti degli studenti e ai risultati conseguiti all’Università o nel mondo del lavoro. Nella domanda di iscrizione online alla prima classe di una scuola secondaria di secondo grado statale, i genitori devono esprimere anche la scelta dell’indirizzo di studio, precisando l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. Oltre alla scuola di prima scelta è possibile, in subordine, indicare fino a un massimo di altri due istituti di proprio gradimento.

Concorso Dirigenti Scolastici 2011, decisione Consulta rinviata

da Orizzontescuola

Concorso Dirigenti Scolastici 2011, decisione Consulta rinviata
di redazione

Rinviata la decisione della Corte Costituzionale prevista per il 20 novembre prossimo sulla procedura che nel 2015 ha sanato il contenzioso sul concorso Dirigenti Scolastici del 2004, ma solo parzialmente quello del 2011, autorizzando l’assunzione di più di 500 dirigenti scolastici in questi ultimi due anni.

La Consulta è chiamata a decidere se l’art. 1, comma 88, della legge 107/2015, l’ultima riforma della scuola, abbia peccato di illegittimità nel prevedere una procedura riservata per il reclutamento dei dirigenti scolastici rivolto ai soli ricorrenti del concorso 2004 e solo parzialmente a quelli del 2011, se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole discriminando così gli altri ricorrenti.

La decisione della Consulta è stata rinviata sine die e senza alcuna motivazione.

Iscrizioni 2019/2020: indicazioni per gli alunni con disabilità e DSA

da La Tecnica della Scuola

Iscrizioni 2019/2020: indicazioni per gli alunni con disabilità e DSA
Di Lara La Gatta

Nella circolare del 7 novembre 2018, riguardante le iscrizioni all’a.s. 2019/2018, sono fornite anche indicazioni in merito alle iscrizioni degli alunni con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento.

Per quanto riguarda gli alunni/studenti con disabilità, le iscrizioni effettuate nella modalità on-line devono essere poi perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza, comprensiva della diagnosi funzionale.

Sulla base di questa documentazione, la scuola procede successivamente alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi a carico dell’Ente locale, nonché alla successiva stesura del piano educativo individualizzato (PEI).

L’alunno/studente con disabilità che consegua il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione ha titolo, qualora non abbia compiuto il diciottesimo anno di età prima dell’inizio dell’a.s. 2019/2020, alla iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado o ai percorsi di istruzione e formazione professionale, con le misure di integrazione previste dalla legge n.104 del 1992.

Solo per gli alunni che non si presentano agli esami è previsto il rilascio di un attestato di credito formativo che è titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado o dei corsi di istruzione e formazione professionale regionale, ai soli fini dell’acquisizione di ulteriori crediti formativi, da valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione. Pertanto, tali alunni non possono essere iscritti, nell’a.s.2019/2020, alla terza classe di scuola secondaria di primo grado ma potranno assolvere l’obbligo di istruzione nella scuola secondaria di secondo grado o nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionale.

Gli alunni con disabilità ultradiciottenni, non in possesso del diploma conclusivo del primo ciclo ovvero in possesso del suddetto diploma ma non frequentanti l’istruzione secondaria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i percorsi di istruzione per gli adulti con i diritti previsti dalla legge n.104/1992 e successive modificazioni.

Per quanto concerne invece gli alunni/studenti con DSA, anche in questo caso le iscrizioni effettuate on-line vanno perfezionate con la relativa documentazione, che in questo caso è la diagnosi, rilasciata ai sensi della legge n. 170 del 2010 e secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 sul rilascio delle certificazioni.

Gli alunni con diagnosi di DSA esonerati dall’insegnamento della lingua straniera ovvero dispensati dalle prove scritte di lingua straniera conseguono titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.

Ore eccedenti, ci sono i fondi per le superiori ma mancano quelli degli altri ordini

da La Tecnica della Scuola

Ore eccedenti, ci sono i fondi per le superiori ma mancano quelli degli altri ordini
Di Fabrizio De Angelis

Il Ministero dell’Istruzione ha informato che è terminato l’iter autorizzativo da parte del MEF, in merito all’erogazione sui piani gestionali delle scuole le risorse relative alla valorizzazione del personale docente (ex bonus) dell’a.s. 2017/2018 – che erano state bloccate per il ricalcolo per gli stipendi dopo la sottoscrizione del CCNL 2016/2018 – da utilizzare sia per il personale a tempo indeterminato, che per quello a quello a tempo determinato. Inoltre, fa sapere la Flc Cgil, sono state inviate anche le somme relative alle restanti quote delle ore eccedenti per gli Istituti superiori (era stato erogato finora solo il 50%).

Ok somme ore eccedenti alle superiori

Quindi sorridono i docenti di scuola superiore che adesso potranno ricevere il 50% dei fondi relativi alle ore eccedenti. Ricordiamo a tal proposito che le ore eccedenti devono essere retribuite per l’intero anno scolastico, quindi fino al 31 agosto, e non fino al 30 giugno. Lo ha ribadito una recente sentenza del Tribunale di Bologna.

Le ore eccedenti, come spiegato in un altro articolo, riguardano gli spezzoni inferiori o uguali a 6 ore che non concorrono a costituire cattedre o posti orario e che non derivano dalla frantumazione di posti o cattedre, dovranno essere assegnate dal Ds, in primis al personale supplente inserito nelle graduatorie d’Istituto che ha diritto al completamento dell’orario cattedra.

Se nessun docente a tempo determinato, presente nelle graduatorie d’Istituto ha diritto al completamento orario o, avendone diritto, non volesse completare, si passa ai docenti titolari della scuola e della medesima classe di concorso dello spezzone con ore a disposizione, poi agli altri insegnanti con contratto a tempo indeterminato con orario completo, poi ai docenti della scuola con contratto a tempo determinato e con orario completo.  In ogni caso il docente che assume lo spezzone non potrà in ogni caso superare il limite massimo delle 24 ore di lezione settimanali.

Ancora a secco i fondi per gli altri ordini di scuola e le aree a rischio

Tuttavia, quello che emerge dal resoconto del sindacato Flc Cgil, è che ancora non sono disponibili le risorse per le ore eccedenti degli altri ordini di scuola.

Questo vuol dire che gli insegnanti del primo ciclo ancora non potranno vedersi accreditati i fondi per le ore eccedenti effettuate durante l’anno scolastico precedente, perchè le scuole ancora non posseggono le somme.
Mancano anche i fondi per le le ore complementari di educazione fisica e soprattutto quelli relativi alle aree a rischio.

Il problema è che le scuole, ove non si provveda con immediatezza alla relativa erogazione, non potranno rispettare la scadenza del 23 novembre, data indicata per caricare su Cedolino unico i compensi del personale.

Per la Flc Cgil, pertanto, si ripeterà in questo modo il solito gioco a perdere per la scuola e il personale. Infatti, come ogni anno, tutto ciò che è nelle casse delle scuole ad inizio di dicembre verrà sterilizzato dal MEF e poi restituito ad aprile (bene che vada).

Bonus merito, in arrivo i fondi per pagare i docenti

da La Tecnica della Scuola

Bonus merito, in arrivo i fondi per pagare i docenti
Di Fabrizio De Angelis

Il Ministero ha informato i sindacati che, in seguito all’autorizzazione da parte del MEF, sta erogando sui piani gestionali delle scuole le risorse relative alla valorizzazione del personale docente (ex bonus) dell’a.s. 2017/2018 – che erano state bloccate per il ricalcolo per gli stipendi dopo la sottoscrizione del CCNL 2016/2018 – da utilizzare sia per il personale a tempo indeterminato, che per quello a quello a tempo determinato.

Bonus anche ai precari

Infatti, è stato siglato un accordo, lo scorso 25 giugno, in cui si sono create le condizioni per devolvere i fondi della valorizzazione docenti alla contrattazione, a favore sia del personale a tempo indeterminato, che a quello a tempo determinato.

Come sarà distribuito il bonus

Le risorse del fondo della valorizzazione dei docenti saranno ripartite nella misura dell’80% in proporzione al numero di posti relativi alla dotazione organica del personale docente di ogni istituzione scolastica ed educativa statale.

Mentre per quanto riguarda il restante 20% sulla base di fattori di complessità delle istituzioni scolastiche e delle aree soggette a maggiore rischio educativo.

Questi fattori di complessità per la distribuzione del 20% delle risorse del fondo saranno individuati sulla base dei seguenti indicatori, aventi tutti il medesimo peso:

1. percentuale di alunni con disabilità;
2. percentuale di alunni stranieri;
3. numero medio di alunni per classe;
4. percentuale di sedi scolastiche in aree totalmente montane o in piccole isole

INTESA MIUR-SINDACATI DEL 25 GIUGNO

Il bonus e il nuovo fondo d’istituto

Ricordiamo che è stata siglata il 1° agosto l’Ipotesi di Contratto Integrativo Nazionale sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa 2018-19.
Per il bonus merito ci saranno 130 milioni, ma è stato concordato che d’ora innanzi i fondi verranno accreditati direttamente alle scuole senza “transitare” dagli uffici scolastici regionali. Inoltre il contratto stabilisce che le risorse che le scuole non spendono restano nella disponibilità dei bilanci di istituto senza nessun vincolo di destinazione.

Ma la novità principale è certamente quella del fondo per la valorizzazione del personale docente, appunto il cosiddetto “bonus premiale”, che a partire dal 2018/19 dovrà essere contrattato fra RSU e dirigente scolastico.
Resta tuttavia la competenza del comitato di valutazione che dovrà definire i criteri generali, e questo potrebbe creare qualche forma di contenzioso.

Situazione in evoluzione

La questione bonus merito, tuttavia, risulta complicata e ancora in fase di evoluzione,  perché se è vero che il CCNL ha inserito le risorse del bonus fra quelle soggette a contrattazione è anche vero che l’articolo 11 del TU 297/94 così come modificato dalla legge 107/2015 non è stato minimamente toccato e quindi le prerogative del comitato di valutazione restano intatte (va anche ricordato che i comitati sono in scadenza perché la legge ne prevede la triennalità e dunque vanno rinnovati).

Iscrizioni scuola 2019 al via dal 7 al 31 gennaio: quello che bisogna sapere

da Tuttoscuola

Iscrizioni scuola 2019 al via dal 7 al 31 gennaio: quello che bisogna sapere

Dal 7 al 31 gennaio 2019. Questo l’arco di tempo durante il quale potranno essere effettuate le iscrizioni a scuola per l’anno scolastico 2019/2020. Tempi anticipati, dunque, rispetto alle passate iscrizioni che si erano svolte a partire dalla metà di gennaio e fino ai primi di febbraio. Ne dà notizia il Miur in una nota pubblicata sul portale e che riportiamo di seguito.

La circolare con tutte le informazioni utili da dare alle famiglie è stata inviata oggi alle scuole. L’anticipo del periodo delle iscrizioni servirà per far partire prima la macchina delle operazioni che servono per portare in cattedra tutti i docenti a inizio anno scolastico. Una priorità fortemente voluta dal Ministro Marco Bussetti.

Ci sarà dunque tempo dalle 8.00 del 7 gennaio alle 20.00 del 31 gennaio 2019 per effettuare la procedura on line per l’iscrizione alle classi prime della scuola primaria e della secondaria di I e II grado. Ma già a partire dalle 9.00 del 27 dicembre 2018 si potrà accedere alla fase di registrazione sul portale www.iscrizioni.istruzione.it. Chi ha un’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) potrà accedere con le credenziali del gestore che ha rilasciato l’identità.

Le iscrizioni on line riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle Regioni che hanno aderito). Per le scuole dell’infanzia la procedura è cartacea. L’adesione delle scuole paritarie al sistema delle ‘Iscrizioni on line’ resta sempre facoltativa.

Iscrizioni scuola 2019: gli strumenti per la scelta

Per effettuare l’iscrizione online le famiglie dovranno innanzitutto individuare la scuola di interesse. Sarà come sempre disponibile, a questo scopo, il portale ‘Scuola in Chiaro’ che raccoglie i profili di tutti gli istituti italiani e consente di ricavare informazioni utili che vanno dall’organizzazione del curricolo, all’organizzazione oraria, agli esiti degli studenti e ai risultati a distanza (Università e mondo del lavoro).

Iscrizioni scuola dell’infanzia 2019

La domanda resta cartacea e va presentata alla scuola prescelta. Possono essere iscritti alle scuole dell’infanzia i bambini che compiono il terzo anno di età entro il 31 dicembre 2019, che hanno la precedenza. Possono poi essere iscritti i bambini che compiono il terzo anno di età entro il 30 aprile 2020. Non è consentita, anche in presenza di disponibilità di posti, l’iscrizione alla Scuola dell’infanzia di bambini che compiono i tre anni di età successivamente al 30 aprile 2020. I genitori possono scegliere tra tempo normale (40 ore settimanali), ridotto (25 ore) o esteso fino a 50 ore.

Iscrizioni online 2019 scuola primaria

Le iscrizioni si fanno online. I genitori possono iscrivere alla prima classe i bambini che compiono sei anni di età entro il 31 dicembre 2019. Si possono iscrivere anche i bambini che compiono sei anni dopo il 31 dicembre 2019 e comunque entro il 30 aprile 2020. Non è consentita, anche in presenza di disponibilità di posti, l’iscrizione alla prima classe della primaria di bambini che compiono i sei anni successivamente al 30 aprile 2020. I genitori, al momento della compilazione delle domande di iscrizione on line, esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può essere di 24, 27, fino a 30 ore oppure 40 ore (tempo pieno). Possono anche indicare, in subordine rispetto alla scuola che costituisce la loro prima scelta, fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento. Il sistema di iscrizioni on line comunica di aver inoltrato la domanda di iscrizione verso le scuole indicate come seconda o terza opzione nel caso in cui non vi sia disponibilità di posti nella scuola di prima scelta.

Iscrizioni online 2019 scuola media

All’atto dell’iscrizione online, i genitori esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può essere di 30 oppure 36 ore, elevabili fino a 40 (tempo prolungato), in presenza di servizi e strutture idonee. In subordine alla scuola che costituisce la prima scelta, è possibile indicare fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento. Per l’iscrizione alle prime classi a indirizzo musicale, i genitori devono barrare l’apposita casella del modulo di domanda di iscrizione on line. Le istituzioni scolastiche organizzeranno la prova orientativo-attitudinale in tempi utili per consentire ai genitori, nel caso di carenza di posti disponibili, di presentare una nuova istanza di iscrizione, eventualmente anche a un’altra scuola.

Iscrizioni online 2019 scuole superiori

Nella domanda di iscrizione online alla prima classe di una scuola secondaria di secondo grado statale, i genitori esprimono anche la scelta dell’indirizzo di studio, indicando anche l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. Oltre alla scuola di prima scelta è possibile indicare, in subordine, fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento.

L’iscrizione alle prime classi dei Licei musicali e coreutici è subordinata al superamento di una prova di verifica del possesso di specifiche competenze musicali o coreutiche. La prova è organizzata in tempi utili per consentire ai genitori, nel caso di mancato superamento della prova o di carenza di posti disponibili, di presentare una nuova istanza di iscrizione, eventualmente anche a un’altra scuola.

La circolare contiene informazioni dettagliate anche sulle iscrizioni di alunni con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e con cittadinanza non italiana. Con riferimento a questi ultimi, in particolare, si ricorda che anche per quelli sprovvisti di codice fiscale è consentito effettuare la domanda di iscrizione on line. Una funzione di sistema, infatti, consente la creazione di un cosiddetto “codice provvisorio” che, appena possibile, l’istituzione scolastica sostituisce con il codice fiscale definitivo.

Anche per l’anno scolastico 2019/2020 si prevedono interventi a favore degli studenti residenti nei comuni delle zone terremotate del Centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria). È previsto per tutte le domande di iscrizione un tempo aggiuntivo per la scelta definitiva della scuola prescelta tra quelle indicate nella domanda. Per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia è possibile anche indicare due istituzioni scolastiche anziché una.

Diario 9 novembre 2018

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

DIARIO

Rinvio del diario della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, per i soli candidati della Regione Sardegna.

(GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n.89 del 09-11-2018)

A seguito e per gli effetti dell’ordinanza del sindaco del Comune
di Cagliari n. 62/2018 del 17 ottobre 2018, con la quale e’ stata
disposta la chiusura di tutte le scuole cittadine di ogni ordine e
grado e degli uffici siti nel Comune di Cagliari per il giorno 18
ottobre 2018, dalle ore 00,00 alle ore 23,59, nella Regione Sardegna
non e’ stato possibile l’espletamento della prova scritta del
corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al
reclutamento di dirigenti scolastici, prevista per il 18 ottobre
2018.
Si comunica, pertanto, che la prova scritta del corso-concorso
nazionale per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di
dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali si
svolgera’, limitatamente ai candidati precedentemente assegnati alle
sedi di esame della Regione Sardegna, in data 13 dicembre 2018, alle
ore 10,00.
L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta
ubicazione e con l’indicazione della destinazione dei candidati
distribuiti, nella Regione Sardegna, in ordine alfabetico, sara’
comunicato entro il 27 novembre 2018 tramite avviso pubblicato sul
sito internet del Ministero www.miur.gov.it
I candidati si dovranno presentare nelle rispettive sedi d’esame
muniti di un documento di riconoscimento in corso di validita’, del
codice fiscale e, per i soli candidati esonerati dalla prova
preselettiva ai sensi dell’art. 20, comma 2-bis, della legge 5
febbraio 1992, n. 104, della ricevuta di versamento attestante il
pagamento del diritto di segreteria pari ad € 10,00.
La prova avra’ la durata di 150 minuti.
Ogni ulteriore informazione e documentazione relativa alla
procedura concorsuale e’ disponibile nell’apposito spazio «Il
corso-concorso dirigenti scolastici» sull’home page del Ministero
dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca www.miur.gov.it.
La presente pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli
effetti.

CONFERENZA MONDIALE DEI RETTORI

CONFERENZA MONDIALE DEI RETTORI

SFIDE GLOBALI, CAMBIAMENTI CULTURALI E INNOVAZIONE SOCIALE: UNA NUOVA MISSIONE PER LE UNIVERSITA’?

venerdì 9 novembre 2018, 

ore 9.00 – 17.00

Villa Mondragone (via Frascati 1 – Monte Porzio Catone – Roma)

 

L’Ateneo di “Tor Vergata” ospita anche quest’anno la Conferenza Mondiale dei Rettori delle Università, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane della Santa Sede e il Vicariato di Roma.

 

Nella prestigiosa cornice di Villa Mondragone, Centro Congressi d’Ateneo, 30 Paesi – tra cui Giordania, Israele, Francia, Germania, Libano, Regno Unito, Federazione Russa, Siria, Argentina e Austria – saranno rappresentati dai vertici delle istituzioni accademiche di tutto il mondo, chiamate a confrontarsi sul ruolo e missione delle università in questo complesso presente.

 

In linea con l’impegno globale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, alle università, responsabili della formazione dei futuri leader del pianeta, della diffusione della conoscenza e dello sviluppo della ricerca teorica e applicata, spetta anche il compito di farsi motore di innovazione sociale.

 

All’intervento di apertura del Rettore Giuseppe Novelli seguiranno quelli del Prof. Rev. Mauro Mantovani, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane della Santa Sede, dell’Amb. Giorgio Marrapodi, Direttore Generale per lo Sviluppo alla Cooperazione della Farnesina e del Monsignor Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo, e Commissione Episcopale Italiana (CEI) per l’Università, Scuola e l’Educazione.

Al Prof. Leonardo Becchetti, Docente di Politica Economica di “Tor Vergata”, è affidato il keynote speech dal titolo “Social and environmental challenges of globalization. A vision and some ideas for sustainable solutions”.

 

Coordinatore della Conferenza Mondiale dei Rettori delle Università il Prof. Massimo Maria Caneva.


Rectors Conference Villa Mondragone Rome 9 November 2018